Qual è il miglior social per fare marketing nel 2023?

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2 ore. Centoventi minuti. Settemiladuecento secondi. Questo è il tempo medio di durata di un film, è un quarto di una giornata lavorativa, è il dodicesimo di un giorno, è il tempo che in media un italiano passa sui social ogni giorno.

È un tempo decisamente lungo. Non ci credete? Provate a stare due ore con le mani in mano a fissare il vuoto. Non smetterete di controllare l’orologio e pregare che il tempo passi in fretta. Ogni italiano passa due ore sui social, e ciò significa solo una cosa: sono un ottimo strumento per fare marketing.

Dopo tutto, non era difficile da capire. Chi legge e chi scrive passa lo stesso tempo a scrollare sui social, e conosce bene le potenzialità e l’efficienza (ma anche la fastidiosità, a volte) degli annunci sulle piattaforme.

La domanda sorge spontanea: negli ultimi mesi, nel mondo del web dove tutto è dinamico e connesso e i cambiamenti ci mettono un attimo a diffondersi, qual è la piattaforma social migliore per fare marketing e promuovere i propri prodotti e servizi?

Sicuramente non esiste una scelta unica e assoluta, non c’è un social migliore da tutti i punti di vista. Ognuno ha i suoi pro e contro, e la produttività e il successo delle strategie marketing cambiano a seconda del livello di compatibilità del social al modello di business con cui si opera.

Ciò significa, in parole spicciole, che se offriamo servizi B2B e promuoviamo i nostri prodotti su Snapchat, nessun potenziale cliente abboccherà mai e tutti i nostri sforzi saranno completamente inutili.

La cosa più consigliata, obiettivamente, è affidarsi ad un’agenzia con degli esperti per analizzare la propria forma di business in modo corretto e scegliere la migliore opzione su cui investire per fare social media marketing.

Ma cosa ci dicono i dati generali?

L’utilizzo e le preferenze delle aziende sui social

Instagram è il social preferito in media dalle aziende. Una su due lo considera molto efficiente per fare marketing. A seguire, in termini di efficienza, completano la top 5 Facebook, Whatsapp business, Youtube e Tiktok.

E per quanto riguarda la soddisfazione dagli investimenti? Il 35% delle aziende è contento dell’effetto del social media advertising, contro il 48% che trova difficoltosa questa strategia. Il rimanente 17% si dichiara insoddisfatto.

E, infine, riguardo gli investimenti futuri previsti, la metà delle aziende ecommerce prevede di aumentare la somma profusa sul social media advertising. Il 37% manterrà gli stessi investimenti contro un 7% che li diminuirà e un 6% che rimane stabile sulla linea di zero investimenti nei social.

Questo è ciò che emerge dal rapporto di Casaleggio Associati 2023, ma si tratta ovviamente di dati medi generalizzati che possono non combaciare con le esperienze singole di ogni azienda. 

Per fare marketing sui social crea il buyer persona e valuta i costi

Nella selezione dei social perfetti - quelli che si adattano meglio al nostro business - su cui investire per fare marketing (soprattutto inbound marketing) nel 2023, si individuano due parametri che bisogna tenere a mente e utilizzare come paraocchi: buyer persona e costi.

È importante infatti saper scegliere una piattaforma che raccolga un bacino di utenti potenzialmente interessati ai nostri prodotti o servizi, che sono quindi il nostro buyer persona. Non bisogna nemmeno trascurare l’aspetto economico però: ogni piattaforma ha i suoi costi ed è importante valutare bene a quale affidarsi e quanto spendere per non riscontrare delle malaugurate perdite.

Il primo passo nella scelta di una strategia di marketing è l’individuazione del buyer persona di riferimento e l’adeguamento di tutte le azioni verso questo profilo di utenti. Come accennato prima, se si sceglie un social non frequentato dal nostro obiettivo di clienti, si va solo a sprecare risorse preziose.

A seconda di chi si vuole raggiungere, infatti, è necessario applicare tecniche di avvicinamento, attrazione e comunicazione differenti.

Sbagliare tecnica di comunicazione e piattaforma può rivelarsi altamente dannoso e infruttuoso, perciò è fondamentale analizzare e comprendere bene come parlare con i potenziali clienti.

Per individuare un buyer persona, che come suddetto è la rappresentazione ideale di un cliente, ci sono molti studi da fare e parametri da tracciare, ci vorrebbe un articolo apposta per trattare approfonditamente l’argomento. È importante individuare dei buyer persona per il nostro business, con l’obiettivo di non sperperare soldi in annunci o inbound marketing mirati a persone che non saranno mai interessate al nostro business.

Il buyer persona è una cosa molto più specifica e personalizzata del target. In generale i due termini vengono usati per lo stesso concetto, di solito, ma la differenza è fondamentale: il buyer persona è vivo, deve essere considerato una persona vera e propria con tutti i suoi difetti, pregi, interessi, lavori, hobby, tendenze, problemi, punti di forza e via dicendo. Il buyer persona è talmente personalizzato che può essere considerato al pari di una persona viva.  

Comunque, per un’infarinatura generale anche se ci vogliono ore e ore di analisi e creazione di un preciso buyer persona, le caratteristiche che possono interessare sono:

  • dati demografici, quali età, genere, reddito, occupazione, stato civile, livello di istruzione;
  • dati psicologici, come interessi e preferenze;
  • dati geografici, ovvero in che città, regione, paese abita l’utente, per proporgli servizi attivi nei dintorni;

I principali social per fare marketing nel 2023

LinkedIn

Se il nostro target sono le aziende (B2B), il social di riferimento creato appunto per instaurare relazioni e collegamenti tra aziende duraturi e che non dobbiamo trascurare è sicuramente Linkedin.

Con 300 milioni di utenti attivi al mese, la piattaforma è stata fondata proprio per farsi conoscere e trovare nuovi dipendenti, offerte di lavoro ma soprattutto clienti.

L’età va dai 25 ai 65 anni, ed è utilizzato sostanzialmente per lavoro e pubblicità di prodotti e servizi.

Molte aziende utilizzano questo social network collegato con un CRM, in modo non solo da avere all'interno di un unico database tutti i dati relativi ai contatti, ma anche di gestire tutta la strategia di content marketing con la pubblicazione automatica dei post dei blog oppure la schedulazione di post in determinati orari e giorni.

Il minimo da pagare per le campagne ads è 10 euro, ma i risultati si iniziano a vedere quando si vanno a sborsare 30-50 euro al giorno.

TikTok

Quando si parla di fasce d’età più basse, prevalentemente tra i 16 e i 25 anni (ma anche dai 10 ai 15), l’opzione forse più valida tra tutte è Tiktok. È perfetta per promuovere i propri prodotti o servizi, grazie alla potenziale viralità dell'algoritmo dei social, con video brevi e per vendere sul Tiktok Shop.

L’ottima segmentazione demografica divide minuziosamente per interessi e preferenze gli utenti, permettendo di mostrare annunci validi ad una vasta e precisa fascia di potenziali clienti.

Il costo è leggermente più alto, si parla di un minimo di 50 dollari giornalieri per quanto riguarda le campagne e 20 dollari per quanto riguarda il gruppo di annunci. Ma i vantaggi dell’elevato numero di utenti e soprattutto della varietà potrebbero valere ciò che si paga.

Instagram

Instagram è la piattaforma che raccoglie il più grande bacino di utenti variegati. Le fasce d’età comprese sono praticamente tutte (dai ragazzini di 12 anni agli ultrasessantenni) e non è riferito ad un settore o una nicchia specifica: l’intrattenimento varia dai singoli e classici post alle storie temporanee, dalle dirette agli ultimi arrivati reel (copia di Tiktok).

Su Instagram si possono sfruttare tre tipi principali di strategie marketing: 

  • inserzioni;
  • foto e video dei prodotti in azione;
  • influencer marketing, che su questa piattaforma funziona alla grande grazie alla vasta presenza di influencer molto seguiti;

Instagram è eccellente per fare web reputation e marketing con contenuti foto e video. E i costi? Il sistema di campagne ads su Instagram si basa sostanzialmente su quanto denaro si investe.

Esistono campagne da 10 euro e campagne da 1000 euro, il piano si sceglie all’inizio e non ci sono costi a sorpresa. A seconda della durata, del pubblico che si vuole raggiungere e dei contenuti si debbono versare più o meno soldi.

Facebook

Poi c’è Facebook, che basicamente è simile a Instagram per quanto riguarda il target, anche se le fasce d’età si spostano verso il vecchio per abbracciare un pubblico medio compreso dai 35 ai 60 anni. La questione costi è la stessa di Instagram, e anche gli strumenti di gestione delle campagne ads dal momento che fanno entrambi parte di Meta.

È ottimo per chi ha come modello di business il B2C ma data la vasta presenza di persone sulla piattaforma e la possibilità di creare interazione rapida con i clienti, non è malvagia l’idea di fare marketing B2B su Facebook.

Anche Facebook può essere integrato con i CRM. Ad esempio, con Hubspot, possono essere gestite tutte le conversazioni con un contatto aziendale tramite la inbox. Inoltre l'integrazione Facebook e CRM è fondamentale per l'allineamento del reparto sales con il reparto marketing nell'impresa.

Youtube

Come non citare Youtube, che a detta di molti sta diventando la nuova televisione. I creator su Youtube hanno un grosso seguito e le inserzioni o l’affiliate marketing sono perfette per un business B2C. Gli youtuber trattano temi abbastanza circoscritti ed è facile individuare quelli che nel loro bacino di iscritti hanno potenziali nostri clienti.

Non è da escludersi il marketing B2B su Youtube, poiché a differenza degli altri è anche un social dove gli utenti non subiscono solo i contenuti ma li cercano attivamente: è bene essere presenti e portare dei contenuti di qualità per fare marketing ma anche web reputation. D’altronde è il primo motore di ricerca video, ed è utilizzato dal 92% degli italiani per informarsi, secondo una ricerca di Oxford Economics.

Costi? Indicativamente, concorrono più variabili per determinare il prezzo degli annunci, si va sui 30-50 centesimi per click sull’annuncio, con una media di 10 euro al giorno minimo.

Per chi vuol fare inbound marketing questo social è uno dei migliori perché il funzionamento è molto simile a quello che succede con Google: grazie a contenuti ben studiati possono essere promossi prodotti e aumentare le visite del proprio sito.

Se hai un ecommerce Shopify può esserti utile il nostro articolo sul vendere su YouTube con Shopify.

Twitter

Al contrario di Facebook o Instagram, dove l’obiettivo base è l’interazione tra utenti vicini e amici, Twitter nasce come piattaforma di notizie, discussione e microblogging. È valido per farsi conoscere, per dare notizie sull’azienda e per affermare la propria autorevolezza.

Inoltre il 47% degli utenti che vanno sul sito tende a visitare il sito dell’azienda. Non è il social più utilizzato, ma rimane una valida alternativa, per le inserzioni e anche per la presenza di Twitter Analytics, utile strumento per monitorare in tempo reale tendenze e sviluppi.

I tweet e gli account sponsorizzati costano dai 50 centesimi ai 5 euro per coinvolgimento di un utente. È possibile anche finire sponsorizzati nelle tendenze per un giorno, cosa però esclusiva per le grandi aziende dal momento che si arriva a spendere 150.000 euro al giorno (!). 

Conclusioni

Come detto, non esiste un social perfetto da tutti i lati per ogni modello di business. Nel considerare i costi, oltre a tenere in considerazione i budget minimi illustrati sopra, bisogna valutare diversi parametri importanti come, tra i tanti:

  • CPV (costo per visualizzazione),
  • CPC (costo per visite sul profilo o sul sito),
  • CTR (percentuale di utenti che cliccano sull’annuncio),
  • CR (tasso di conversione, quindi percentuale di utenti che hanno compiuto una determinata azione),
  • CLV (Customer Lifetime Value, quanto guadagniamo da ogni nuovo cliente),
  • CPM (costo per mille visualizzazioni dell’annuncio).

Generalmente, è conveniente sfruttare più social insieme e integrare le varie campagne, anche perché, ad esempio, certe piattaforme sono più adatte nelle prime fasi del funnel (scoperta prodotto) ma valgono meno negli step finali (chiusura della trattativa). 

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Davide Santacà

Davide Santacà

"Ci sarà sempre qualcuno più o meno bravo di te, in ogni cosa. Dovrai sempre imparare o insegnare. Il segreto è capirlo.”, diceva un vecchio saggio… In realtà non lo diceva nessuno, è soltanto la mia filosofia. E la filosofia non è la sola mia passione. La scrittura mi tiene impegnato spesso. Sono anche nel giornale della mia scuola, e forse grazie al mio carattere determinato, a tratti intransigente, ne sono diventato il direttore. Trovo estremamente interessante studiare le persone e capire perché agiscono in certi modi. Non escludo la psicologia e la psicoanalisi tra i miei orizzonti di carriera. Ah sì, vado ancora alle superiori, studio amministrazione finanza e marketing. Non mi sento il classico ragazzo che ha completamente sbagliato scuola, anche se i miei interessi suggeriscono proprio questo. In fondo economia mi piace, ma non sono sicuro di voler passare la vita ingabbiato in un ufficio. Il mio spirito libero mi spingerà forse verso la strada imprenditoriale?