Nell'era digitale, le ricerche vocali sono diventate una parte fondamentale della nostra interazione quotidiana con i dispositivi. Grazie agli assistenti digitali come Siri, Google Assistant, e Alexa, ora possiamo accedere alle informazioni in modo rapido e semplice, senza nemmeno toccare il nostro smartphone. Questo cambiamento comporta una nuova sfida per i siti web: ottimizzare per le ricerche vocali non è più un'opzione, ma una necessità per garantire visibilità e rilevanza nell'immensa biblioteca di internet. Come possiamo quindi adattare le nostre strategie SEO per soddisfare le esigenze degli utenti che preferiscono parlare piuttosto che digitare? Esploreremo tecniche e consigli su come fare proprio questo. Cos’è la voice search La voice search rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui interagiamo con la tecnologia. Grazie all'avanzamento dell'AI nel comprendere il linguaggio naturale, gli assistenti vocali possono ora fornire risposte precise a comandi e ricerche vocali dirette. Questo implica un adeguamento nelle strategie SEO, dove il focus si sposta dalle parole chiave singole alle keyword long-tail, che riflettono un linguaggio più conversazionale, tipico delle ricerche vocali. Se ad esempio hai una marca di scarpe preferita, il sistema salverà questa informazione e la utilizzerà in futuro. Nel momento in cui imposterai una ricerca vocale per acquistare un paio di scarpe, il sistema in automatico ti fornirà prima i modelli del tuo brand preferito. Entrando più nel tecnico la VEO, acronimo di voice engine optimization che può essere considerato la “cugina” della SEO, richiede due cambiamenti fondamentali in un sito: Le query vocali rispetto a quelle scritte sono più lunghe, mediamente da 2 a 7 parole; Le keyword singole vengono sostituite dalle keyword long-tail. La maggior parte delle richieste degli utenti prevedono delle domande, per questo è opportuno basarsi sulle question words. In pratica, i contenuti di un sito web devono essere pensati e ottimizzati per rispondere alle domande più frequenti che gli utenti possono porre. La rivalutazione di questi parametri è importante per le tue strategie di inbound marketing perché permettono ai tuoi contenuti di essere trovati dagli utenti nelle loro fasi del customer journey. Una volta trovati i tuoi contenuti l'utente potrebbe diventare un lead e, con una buona campagna di lead nurturing, diventare a sua volta un cliente finale. Come ottimizzare siti per le ricerche vocali Per rimanere al passo con l'aumento delle ricerche vocali, è cruciale che i siti web siano veloci, reattivi e ottimizzati per dispositivi mobili. Gli utenti di oggi, abituati alla rapidità di ecommerce e ricerche vocali, si aspettano risposte immediate. Un sito lento o poco responsive può facilmente perdere traffico a favore di competitor più veloci e ottimizzati per le ricerche vocali. Vediamo più nello specifico cosa intendiamo, approfondendo punto per punto. Prima di capire come funziona la ricerca vocale Google o su altri motori di ricerca è opportuno ricordare una cosa: innanzitutto il sito deve essere ottimizzato in chiave SEO. In caso contrario ogni altra strategia basata sulla ricerca vocale risulterebbe fallimentare. Un altro aspetto fondamentale è la velocità di caricamento del sito che deve essere scattante e reattivo, Hubspot CMS rappresenta una piattaforma sicuramente in grado di offrire tutto ciò. L’utente medio non solo è pigro ma anche impaziente, quindi la sua soglia di tolleranza è di massimo 4-5 secondi. Se il tuo sito non si apre in tempi brevi, stai pur certo che l’utente andrà a cercare altrove ciò di cui ha bisogno. Riguardo all’utente medio, tieni a mente un’altra cosa: è “infedele”. Cosa significa? Che se trova un sito più veloce, performante e completo non ci impiegherà molto per abbandonarti e lanciarsi nelle braccia dei competitor, soprattutto se gli forniscono ciò che sta cercando. Per questo motivo il tuo sito deve essere ricco di contenuti pertinenti e di qualità, che diano davvero un valore aggiunto al tuo sito e che conferiscano autorevolezza al tuo brand, facendolo risaltare come un punto di riferimento nel settore. I testi devono essere suddivisi in paragrafi con titoli H1, H2 e H3 e avere una lunghezza adeguata di parole, che mediamente oscilla tra le 500 e le 800 (molto dipende anche dal settore in cui operi). In questo senso un sito Hubspot garantisce sia la velocità di caricamento, il fatto di poter impostare facilmente gli heading tag ma soprattutto di essere desing responsive ossia di essere ottimizzato anche per la versione mobile. Ciò è fondamentale per la vocal search visto che la maggior parte delle ricerche vocali attualmente provengono dagli smartphone. L’importanza degli snippet e del mark-up Per il seo delle ricerche vocali, gli snippet in primo piano e un markup schema ben strutturato sono essenziali. Questi elementi aiutano i motori di ricerca a comprendere e presentare i contenuti del tuo sito in modo efficace, aumentando la probabilità che il tuo sito appaia nei risultati delle ricerche vocali. Che sia una ricerca vocale Android o Apple, gli snippet in primo piano rappresentano, quindi, un fattore fondamentale per raggiungere il successo. Lo snippet è un elemento introdotto da Google per fornire in poche righe una risposta rapida all’utente e si trova nella pagina superiore dei risultati dei motori di ricerca. Google in automatico prende le informazioni necessarie da una pagina web ben strutturata e considerata affidabile, per poi mostrarle al visitatore. Lo snippet riveste quindi un ruolo di primaria importanza, dal momento che viene visualizzato addirittura prima degli annunci. Se il tuo sito viene inserito in uno snippet in primo piano, ci sono maggiori probabilità di apparire anche nei primissimi risultati della ricerca vocale che vengono poi suggeriti agli assistenti digitali. Di pari importanza è il mark-up dello schema, che possiamo considerare una sorta di glossario globale che i motori di ricerca utilizzano per comprendere meglio i contenuti presenti all’interno della pagina di un sito. Questo schema trasmette ai motori di ricerca tutte le informazioni necessarie per capire di cosa si occupa e di cosa tratta un sito o un ecommerce. Così facendo il lavoro dei motori di ricerca è molto più veloce e immediato, anche per quanto riguarda le ricerche vocali. Consigli per ottimizzare le ricerche vocali Ci sono delle “best practices” che consentono di ottimizzare il sito per la ricerca vocale e di proiettarlo verso le prime posizioni dei motori di ricerca. Le strategie possono variare a seconda del business ma, per una panoramica più ampia, ecco alcuni consigli che ti saranno sicuramente molto utili: Focus sulle parole chiave a coda lunga - considera come le persone parlano naturalmente e includi queste espressioni nel tuo contenuto; Usa le schede di Google My Business: Per il local marketing, è fondamentale comunicare la posizione della tua attività in modo chiaro e preciso. Migliora la leggibilità dei contenuti - adatta i tuoi contenuti per rispondere direttamente alle domande degli utenti in modo chiaro e conciso, utilizzando un linguaggio colloquiale ed elenchi puntati. Approfondiamo nei prossimi paragrafi ciascun punto. Potrebbe interessarti leggere il seguente articolo: Vantaggi e svantaggi dell'intelligenza artificiale per ecommerce Focus sulle parole chiave a coda lunga per intercettare le ricerche vocali Le parole chiave possono essere a coda corta oppure a coda lunga. Le parole chiave a coda corta sono generalmente composte da uno o due termini, risultano piuttosto generiche e hanno una concorrenza molto alta. Questo significa che per il tuo sito diventa piuttosto complesso e problematico imporsi e posizionarsi con quella specifica parola chiave a coda corta. Il discorso cambia se facciamo riferimento alle parole chiave a coda lunga, note anche come long-tail keywords, che invece sono più descrittive, dettagliate e caratterizzate da un tasso di conversione più elevato. Le long-tail keywords sono quelle sulle quali devi lavorare per intercettare le ricerche vocali, poiché sono più conversazionali e in un certo senso gli utenti durante la vocal research “conversano” con i dispositivi, ai quali rivolgono domande estremamente specifiche. Per ottimizzare i tuoi contenuti per la ricerca vocale devi: Utilizzare molte parole chiave a coda lunga; Rispondere alle domande in varie “salse” introducendo parole quali: come, perché, dove, quando, cosa, chi ecc.; Usa parole di riempimento, come del, per, tra, sul ecc. che vengono usate nel linguaggio colloquiale e che quindi con ogni probabilità saranno utilizzate anche dagli utenti durante le loro ricerche vocali. Usa le schede di Google My Business per il local marketing Se fai local marketing, quindi i tuoi servizi sono rivolti in un’area geografica limitata e ristretta, le schede di Google My Business rappresentano un validissimo alleato poiché comunicano a Google che la tua attività è operativa in un determinato luogo. Nel momento in cui un utente cerca un negozio specifico in una zona, la tua attività potrebbe classificarsi per quella determinata query di ricerca se lavori correttamente. Google My Business a sua volta fornisce agli utenti tutti i dati della tua attività, inoltre ti aiuta a migliorare la SEO a livello locale. Ricordati di inserire nella scheda la cosiddetta NAP (nome, indirizzo e telefono), fornendo ai potenziali clienti tutti i dati per trovarti e per contattarti. Se lo desideri, per una questione di completezza delle informazioni, puoi aggiungere ulteriori dettagli utili sui servizi e sui prodotti offerti, news, aggiornamenti, eventi, sconti, promozioni, offerte ecc. Migliora la leggibilità dei contenuti Più volte abbiamo sottolineato la necessità di scrivere articoli corretti in italiano, di facile comprensione per gli utenti e in grado di fornire informazioni e dati realmente utili. Tutto questo è ancora valido, ma i contenuti devono essere rivisti per soddisfare i nuovi standard delle ricerche sempre più colloquiali e vicine al linguaggio quotidiano di tutti i giorni. All’interno dei contenuti devono quindi essere inserite preferibilmente domande e risposte brevi e concise, più adatte ad una tipologia di ricerca vocale. Ecco una serie di piccoli consigli per migliorare ulteriormente la leggibilità dei contenuti: Usa un linguaggio colloquiale, inserendo anche parole utilizzate maggiormente nella quotidianità di tutti i giorni o addirittura appartenenti ad uno slang specifico di quel settore; Usa elenchi puntati per rendere più veloce e facile la lettura e un concetto molto più chiaro e accessibile; Includi una sezione specifica dedicata alle FAQ (Frequently Asked Questions), cioè le domande più frequenti che pongono gli utenti così da consentire a Google di estrarre i contenuti più pertinenti secondo la ricerca e usarli come snippet. Conclusioni Se hai un sito o un e-commerce e vuoi migliorarne le prestazioni, non puoi certo ignorare le nuove tendenze come appunto la ricerca vocale destinata a dominare gli anni futuri. In particolare ecommerce e ricerche vocali stanno diventando sempre più intrecciati, con l'intelligenza artificiale che gioca un ruolo cruciale nell'evoluzione del seo per ricerche vocali. Adattarsi a queste tendenze non solo migliorerà la visibilità del tuo sito ma risponderà anche meglio alle esigenze degli utenti, offrendo esperienze di ricerca veloci, accurate e soddisfacenti. Image by user18526052 on Freepik
Hai mai sentito parlare di guerrila marketing? Probabilmente sì e anche molte volte, ma non è sicuro che tu sappia davvero di cosa si tratta. Motivo per il quale oggi ci focalizziamo su questo tema, analizzandone tutti gli aspetti e citando anche degli esempi di successo. Continua la lettura dell’articolo per saperne di più sul guerrilla marketing. Guerrilla marketing: cos’è Guerrilla Marketing: una strategia non convenzionale che sta riscrivendo le regole del gioco nel mondo della pubblicità. Nato negli anni '80 dall'intuizione del pubblicitario Jay Conrad Levinson, questo approccio si basa sull'uso di tecniche sorprendenti e a basso costo, ideate per ottenere il massimo dell'impatto sul pubblico con il minimo dell'investimento finanziario. In un'epoca in cui i consumatori erano bombardati da messaggi pubblicitari tradizionali, il Guerrilla Marketing emerse come un approccio fresco e innovativo, capace di tagliare il frastuono e catturare l'attenzione in modi inaspettati. L'efficacia di questo metodo non risiede nella grandezza del budget, ma nell'ingegnosità e nella capacità di connettersi con il pubblico a un livello più personale e memorabile. Con l'avvento di internet e dei social media, le tecniche di Guerrilla Marketing hanno guadagnato una nuova dimensione, rendendole più rilevanti che mai nell'era digitale. Ma quali erano secondo Levinson e quali sono tutt’oggi gli step indispensabili da seguire per fare bene guerrilla marketing? Step indispensabili per fare guerrilla marketing in modo efficace Determinare con chiarezza gli obiettivi aziendali è il fulcro iniziale del Guerrilla Marketing secondo Levinson. Questo processo inizia con l'interrogativo cruciale: Cosa desidero che i miei clienti facciano? Qual è l'azione principale che il mio messaggio intende stimolare?. Definire precisamente ciò che si vuole ottenere è un passo fondamentale che orienta ogni successiva azione di marketing. Successivamente, è vitale delineare i percorsi strategici per il raggiungimento di questi obiettivi, enfatizzando i benefici offerti ai clienti. Questo comporta l'identificazione del vantaggio competitivo unico dell'azienda, l'unique selling proposition che la distingue dagli avversari e si manifesta in valore aggiunto per il consumatore. La selezione accurata del pubblico di riferimento è un altro gradino essenziale: chi è più incline ad acquistare prodotti o servizi offerti? È utile differenziare un target primario da uno secondario e se si fa riferimento alla parte digitale, è bene conoscere le distinzioni che ci sono tra lead, clienti potenziali e clienti. Solo se si conosce bene il proprio pubblico, le azioni di guerrilla marketing diventeranno efficaci. Parallelamente, è consigliabile concentrarsi sulle nicchie di mercato, adottando la filosofia che servire esigenze specifiche di un segmento ben definito può essere più redditizio e fattibile rispetto all'ambire a un pubblico più vasto. Una volta delineati questi aspetti, è il momento di selezionare gli strumenti di marketing più congrui sia al tipo di business sia al pubblico mirato, sempre tenendo a mente l'analogia militare di Levinson, che paragona gli strumenti di marketing a armi. Mantenere una coerenza identitaria del brand rappresenta poi una raccomandazione imprescindibile per chi adotta tecniche di marketing non convenzionali. In un'era in cui i consumatori scelgono non solo prodotti o servizi ma identità di marca, è fondamentale che ogni iniziativa di marketing rifletta e rinforzi la personalità del brand. In ottica strategica, quali sono i benefici del Guerrilla Marketing? Scopriamolo nel prossimo paragrafo. Benefici del guerrilla marketing Il guerrilla marketing è una strategia non convenzionale che viene adottata in special modo dalle aziende che ragionano con un low budget. Ma i suoi benefici, in realtà, sono così considerevoli in termini di brand awareness, che ormai anche le grandi aziende hanno iniziato ad adottarlo. I benefici quindi di questa strategia di marketing non convenzionale sono i seguenti: Economicità. Si basa su strategie a basso costo, rendendolo accessibile anche alle piccole imprese con budget limitati. Creatività al potere. Incoraggia l'uso di idee innovative anziché budget elevati per catturare l'attenzione del pubblico. Impatto elevato. Le tattiche insolite e sorprendenti possono generare un forte impatto e rimanere nella memoria del consumatore. Flessibilità. È adattabile a vari contesti e può essere implementato in molteplici forme e su diverse piattaforme. Engagement del pubblico. Spesso coinvolge il pubblico in modo interattivo, aumentando l'engagement e la partecipazione attiva. Diffusione virale. Le campagne di successo hanno il potenziale di diventare virali, aumentando esponenzialmente la portata con minimi sforzi aggiuntivi. Personalizzazione. Permette un alto grado di personalizzazione del messaggio pubblicitario, che può essere fortemente mirato a nicchie di mercato specifiche. Brand Awareness. Costruisce la consapevolezza del marchio in modo non convenzionale, spesso più efficace di metodi tradizionali. Fidelizzazione. Le esperienze uniche create possono portare a una maggiore lealtà del cliente verso il marchio. Maggiore ROI. L'uso ottimale può generare un ritorno sull'investimento notevolmente più alto rispetto al marketing tradizionale. Ora che abbiamo introdotto bene il tema e sai cos’è e quali sono i benefici del guerrilla marketing, approfondiamo nel prossimo paragrafo come si fa ad adottare questo marketing non convenzionale. Come si fa guerrilla marketing: strumenti e strategie Fare un’azione di Guerrilla Marketing può sembrare più complesso di quello che è in realtà, perché è vero che occorre tempo, strategia e immaginazione, ma è anche vero che ciò che fa veramente la differenza è il famoso colpo di genio. Se hai l’idea in testa, metà del lavoro è fatto. Vediamo però cosa occorre per dare il via a una campagna di guerrilla marketing. Localizzazione Attenta: scegli con cura il luogo più idoneo, che sia un incrocio cittadino affollato o un angolo popolare del web. L'obiettivo è massimizzare la visibilità presso il tuo target specifico. Risultati Estremi: la tua campagna verrà ignorata se non offri un motivo valido e coinvolgente per catturare l'attenzione del pubblico. Più originale e reattiva è l'idea, maggiori sono le possibilità di un impatto di successo. Creatività mirata: non limitarti a far girare la testa; utilizza la tua creatività per veicolare e diffondere il tuo brand o messaggio in modo incisivo. Preparazione agli Imprevisti: tieni in considerazione fattori esterni come normative locali, condizioni meteorologiche e altri possibili ostacoli che potrebbero influenzare l'esito della tua campagna. Etica e Legalità: ricorda che le tattiche non convenzionali, se mal gestite, possono irritare il pubblico e danneggiare la reputazione del tuo brand. Assicurati che le tue iniziative sorprendano in modo positivo e siano sempre nel rispetto delle leggi. Integrazione con il Marketing Online: assicurati che il tuo messaggio di Guerrilla Marketing sia complementare e integrato con le tue altre iniziative di marketing, soprattutto online, per una coerenza che rinforzi il riconoscimento del brand. Assicurati quindi di prevedere una raccolta dati per inserirli all'interno del tuo CRM, in modo da migliorare l'accuratezza dell'analisi del dato e la tua comunicazione. Ricorda, il Guerrilla Marketing ha i suoi limiti ma, quando eseguito con astuzia, il suo impatto può essere straordinario. Quali sono i casi di successo che hanno fatto davvero buon uso del guerrilla marketing? Vediamolo nel prossimo paragrafo. 3 Casi di successo di guerrilla marketing In questo paragrafo ti illustreremo 3 esempi di guerrilla marketing alquanto noti e 1 esempio di guerrilla marketing digitale che ha avuto molto successo negli ultimi anni. The Blair Witch Project - Innovazione nel Cinema: Il film The Blair Witch Project del 1999 è stato pionieristico nell'uso del guerrilla marketing nel settore cinematografico. Utilizzando tecniche innovative come la creazione di un sito web dedicato e la diffusione di falsi rapporti di polizia e annunci di scomparsa, la produzione ha alimentato il mistero e la curiosità intorno al film. La campagna ha amplificato l'illusione di un vero documentario, contribuendo al successo cult del film e al suo impatto duraturo nel genere horror. Nike - Motivazione in Movimento: Nike si è distinta con le sue campagne di guerrilla marketing, spicca l'azione delle panchine pubbliche senza seduta con il logo Nike e l'incitamento a RUN. Questa semplice ma potente immagine promuoveva lo sport come scelta di vita attiva. In un'altra azione, Nike ha stimolato l'uso delle scale bloccando le scale mobili con nastri brandizzati, spingendo ancora una volta le persone verso uno stile di vita più attivo. Netflix - Stranger Things invade Milano: Per il lancio della nuova stagione di Stranger Things, Netflix ha trasformato Milano, saturando la città con elementi del Sottosopra. Con cartelloni e installazioni che evocavano l'atmosfera della serie, la città ha offerto ai passanti esperienze immersive che rafforzavano la connessione emotiva con lo show, generando buzz e anticipazione. Un caso di successo di guerrilla marketing digitale invece è il seguente. Un caso di successo internazionale di guerrilla marketing digitale degli ultimi anni è la campagna di Spotify denominata Wrapped. Ogni anno, Spotify lancia questa campagna di fine anno che permette agli utenti di rivedere le loro abitudini di ascolto degli ultimi 12 mesi, fornendo statistiche personalizzate e curiose su generi, canzoni e artisti più ascoltati. Il caso di successo di Spotify Wrapped: Personalizzazione e Condivisione: Spotify utilizza i dati degli utenti per creare playlist e riepiloghi personalizzati, incoraggiando gli utenti a condividere i loro risultati sui social media, migliorando così anche le strategie di lead generation (di fatto è come se fosse una pubblicità gratuita). Integrazione Cross-Platform: l'applicazione si integra perfettamente con diverse piattaforme social come Instagram, Twitter e Facebook, facilitando la condivisione e la diffusione virale. Engagement Utente: la campagna Wrapped coinvolge attivamente gli utenti, rendendoli partecipi e protagonisti della loro esperienza musicale annuale. Buzz Virale: ogni anno, la campagna genera un enorme buzz sui social media, con milioni di utenti che pubblicano e discutono dei loro riepiloghi musicali personali. Rinforzo del Brand: la campagna rafforza l'immagine di Spotify come piattaforma centrata sull'utente, attenta ai suoi ascolti e alle sue preferenze, promuovendo la fedeltà e il coinvolgimento del cliente. Crescita dell'Utente: oltre a incrementare l'engagement degli utenti esistenti, la visibilità ottenuta incoraggia nuove iscrizioni, contribuendo alla crescita della base di utenti di Spotify. Spotify Wrapped è diventato un evento annuale atteso con entusiasmo dai consumatori e dai media, dimostrando l'efficacia di una campagna di guerrilla marketing digitale che sfrutta dati e personalizzazione per creare un legame più profondo con gli utenti. Operazioni di Guerrilla marketing: a chi conviene prevederle? Le operazioni di Guerrilla Marketing sono particolarmente vantaggiose per le aziende di piccole e medie dimensioni che desiderano fare un'impressione significativa nel mercato senza i budget pubblicitari ingenti delle grandi corporazioni. Inoltre, sono ideali per le start-up innovative e per qualsiasi impresa che vuole stabilire o rafforzare la propria presenza in un mercato saturo, utilizzando la creatività e l'elemento sorpresa come leva principale. Queste strategie si adattano anche alle aziende che puntano a un target di nicchia, desiderose di creare un collegamento emotivo e diretto con la loro clientela. Conclusioni In conclusione, il Guerrilla Marketing si rivela una leva strategica potente per chi cerca di distinguersi in un mercato competitivo con risorse limitate. La sua essenza risiede nella capacità di trasformare la creatività in visibilità, creando un legame diretto con il consumatore e generando conversazioni che trascendono i tradizionali canali pubblicitari. Per gli imprenditori audaci, i marketer ingegnosi e le aziende orientate al futuro, il Guerrilla Marketing non è solo una scelta, ma un imperativo per emergere e lasciare un'impronta indelebile nell'universo del marketing moderno.
Il marketing è per sua natura sempre costantemente in evoluzione e ciò dipende principalmente dalle esigenze di aziende e consumatori che non sono mai le stesse. È il mercato stesso a richiedere un cambiamento alle aziende, soprattutto in merito alla comunicazione. In questo panorama di riflessione in merito al modo di comunicare delle aziende, rientra il branded content marketing: un’attività di comunicazione che mira a creare contenuti brand per rappresentare al meglio l’azienda. Approfondiamo nei prossimi paragrafi che cos’è il brand content marketing e come puoi sfruttarlo per comunicare meglio il tuo brand. Cosa si intende per branded content marketing Il branded content marketing è una strategia di comunicazione che si basa sulla creazione e diffusione di contenuti realizzati appositamente per veicolare i messaggi, i valori e le tematiche legate a un particolare brand o azienda. Questi contenuti, che possono spaziare da video a blog post, da podcast a eventi live, non si limitano a promuovere direttamente un prodotto o un servizio, ma mirano a stabilire un legame emozionale tra il brand e il suo pubblico. Attraverso il branded content, le aziende cercano di offrire valore aggiunto ai propri consumatori, creando contenuti di intrattenimento, informativi o educativi, che rispecchiano la mission e la visione del brand. Rispetto alla pubblicità tradizionale, il branded content si integra in modo più fluido nell'esperienza dell'utente, rispondendo alla crescente richiesta di storytelling ed engagement da parte dei consumatori. Il branded content marketing pone il marchio al centro di un racconto coinvolgente, rendendo il brand stesso parte integrante della storia e non un semplice messaggio promozionale. In merito però al content marketing, il branded content in cosa differisce? Approfondiamolo nel prossimo paragrafo Differenza tra branded content e content marketing Il branded content marketing e il content marketing sono due strategie che, pur avendo obiettivi e metodi simili, presentano caratteristiche distintive e specifiche finalità. Ecco una panoramica delle principali differenze. Il Branded Content Marketing rappresenta una forma di marketing incentrata sulla creazione di contenuti direttamente associati a un marchio, ma che prioritizzano l'esperienza di storytelling o un messaggio specifico al posto della mera promozione di un prodotto o servizio. Questa strategia ha l'ambizione di creare un profondo legame emotivo con il pubblico, incarnando e riflettendo i valori autentici e l'essenza di un brand. Gli obiettivi principali sono orientati alla costruzione della consapevolezza del brand, al rafforzamento dell'immagine aziendale e alla formazione di relazioni emotive con la clientela. In termini di contenuti, il branded content marketing tende a manifestarsi attraverso narrazioni, video, podcast o eventi dal vivo, creando esperienze uniche che possono avere anche un forte impatto virale. Per valutare il successo di tali iniziative, le aziende si affidano a metriche come l'engagement, le condivisioni e l'impatto sulla percezione del brand. D'altro canto, il Content Marketing è una strategia incentrata sulla produzione e distribuzione di contenuti di valore, mirati a un target ben definito, con l'aspirazione di stimolare azioni concrete, come la conversione di un semplice visitatore in un cliente fedele. Pur non avendo come focus primario la promozione, il suo obiettivo cardine rimane quello di offrire un valore tangibile al pubblico, indirizzando azioni mirate. I contenuti possono variare notevolmente, spaziando da articoli di blog, guide e e-book, a infografiche e video tutorial, con l'intento di rispondere alle domande del pubblico, risolvere problemi o soddisfare un bisogno informativo. La misurazione del suo successo si basa su metriche come il traffico generato verso il sito, la generazione di lead, le conversioni effettive e il ritorno sull'investimento (ROI). Approfondiamo ora nel prossimo paragrafo a cosa serve il brand content marketing. A cosa serve il brand content marketing Il brand content marketing ha lo scopo di costruire e consolidare una relazione profonda e duratura tra un brand e il suo pubblico. Questa strategia quindi deve rispettare e andare di pari passo con quelli che sono i principi dell'inbound marketing. Questo approccio mira a superare la mera promozione di prodotti e servizi, offrendo al pubblico contenuti di valore che informano, intrattengono e ispirano. L’obiettivo di questa tipologia di contenuti è quella di posizionare un brand come autorità nel suo settore, mostrando la sua expertise, i suoi valori e la sua unicità. Attraverso il brand content marketing, le aziende possono distinguersi dalla concorrenza, creando un legame emotivo con il consumatore e incentivandolo a diventare un fedele sostenitore del brand. Lo scopo quindi diventa non più soltanto mostrare i propri prodotti, ma quello di fidelizzare i clienti, facendo in modo che si leghino all’azienda per i suoi valori e per la sua affidabilità. In un'era dominata dalla sovrabbondanza di informazioni e da un incessante bombardamento pubblicitario, le persone sono alla ricerca di autenticità e significato: il brand content marketing risponde a questa esigenza, offrendo storie e contenuti che risuonano nelle vite dei consumatori, creando una relazione basata sulla fiducia, la rilevanza e l'engagement. Un esempio della veridicità di questa prospettiva, è la sempre più frequente esigenza delle persone di non fermarsi a leggere informazioni in merito al prodotto, ma di approfondire. Oltre la lettura di recensioni e contenuti di approfondimento, i consumatori si affidano agli influencer di settore che, ingaggiati dalle aziende per le loro potenzialità comunicative, riescono a pubblicizzare e a identificarsi pienamente con il brand. Inoltre, se ben realizzato, il brand content marketing aiuta a migliorare la visibilità online, a guidare il traffico verso i canali aziendali e a stimolare azioni positive, come la condivisione sui social media o l'acquisto. Ora che è chiaro cos’è e a cosa serve il brand content marketing, approfondiamo come si crea un contenuto di questo tipo e quali sono i vantaggi nei prossimi paragrafi. Come si fa brand content marketing Indubbiamente per fare bene brand content marketing bisogna conoscere bene il target, capire di cosa ha bisogno e imparare a comunicare bene senza necessariamente vendere il prodotto o servizio. Solo così si può pensare di fare una lead generation che sia efficace, senza sembrare un classico spot pubblicitario. Ma da dove bisogna cominciare per creare un brand content marketing promettente? Realizzare un efficace brand content marketing inizia con la chiara definizione dell'identità del proprio brand. Comprendere profondamente ciò che il brand rappresenta, dai suoi valori fondamentali alla sua promessa al cliente, è essenziale. Una volta stabilito questo fondamento, è necessario compiere ricerche approfondite sul proprio pubblico di riferimento, capendo i loro bisogni, le loro aspirazioni e i loro comportamenti online. Probabilmente questo rappresenta il punto cruciale di una strategia di contenuti sponsorizzati. Infatti, questa comprensione guida la creazione di contenuti autentici e coinvolgenti che risuonano con loro. La creatività chiaramente gioca un ruolo cruciale in questo processo, assicurandosi che i messaggi del brand siano presentati in modo impattante e memorabile. Infine, la misurazione e l'analisi delle performance sono cruciali per affinare continuamente la strategia, garantendo che il brand content marketing rimanga efficace e risonante nel tempo. Vantaggi del brand content marketing Il brand content marketing offre una serie di vantaggi significativi alle aziende che lo adottano nella loro strategia di comunicazione, ovvero connessione emotiva: il brand content marketing permette alle aziende di costruire una connessione profonda e autentica con il loro pubblico, raccontando storie che toccano le corde emotive degli spettatori. Posizionamento come leader: questa strategia può posizionare un brand come leader di pensiero nel proprio settore, elevando la sua percezione e autorevolezza agli occhi dei consumatori. Aumento della visibilità: un contenuto di marca di qualità può significativamente amplificare la visibilità e riconoscibilità del brand, attirando nuovi clienti e rafforzando la lealtà di quelli esistenti. Differenziazione nel mercato: in un paesaggio di mercato affollato, il brand content marketing offre alle aziende l'opportunità di emergere, presentando contenuti unici e distintivi che mettono in luce la personalità e i valori del brand. Costruzione di relazioni durature: oltre a potenziare la presenza digitale, il brand content marketing contribuisce a instaurare relazioni di lunga durata con il pubblico, promuovendo fiducia e lealtà, riuscendo ad immagazzinare un buon quantitativo di lead all'interno del progetto CRM che ha l'azienda. Conclusioni Il branded content marketing si è rivelato uno degli strumenti più efficaci e strategici per il marketing. Questa tattica non solo consente alle aziende di costruire connessioni profonde con il loro pubblico attraverso contenuti significativi, ma posiziona anche i brand in modo favorevole nell'ambito dell'Inbound marketing. L'approccio inbound si concentra sull'attirare i clienti attraverso contenuti pertinenti e utili, e il branded content si adatta perfettamente a questa filosofia, poiché offre valore e costruisce fiducia. Quando combinato con un progetto CRM ben strutturato, il branded content marketing può portare a un'analisi dettagliata del comportamento e delle preferenze del cliente, permettendo alle aziende di affinare ulteriormente la loro comunicazione e di costruire relazioni durature. In definitiva, l'integrazione del branded content marketing, dell'inbound marketing e di sistemi CRM avanzati rappresenta una formula vincente per le aziende che aspirano a una crescita sostenibile e a un'interazione autentica con il loro pubblico.
La strada più veloce per approcciare e rivolgersi ad un pubblico giovane, che tra l’altro rappresenta la maggior parte dei consumatori online, è quella che conduce a TikTok. Il social cinese nel giro di pochi anni ha avuto un vero e proprio boom grazie alla comunicazione fresca, diretta e giovanile garantita dai video veloci, dove racchiudere la propria creatività in pochi secondi. In questo modo risulta più facile anche fare lead generation, quel processo capace di attrarre i potenziali clienti in modo naturale tramite contenuti che ricadono nella loro sfera di interesse. La pubblicità su TikTok è quindi un passo quasi obbligato per i brand, le aziende e gli e-commerce che desiderano guadagnarsi un posto al sole nell’affollato mondo dei social, ma bisogna adottare le giuste strategie. Come tutti i social anche TikTok ha lanciato la sua versione business, che offre preziosi consigli per creare contenuti professionali e strategie mirate per un determinato target di pubblico. TikTok Ads: come funziona? La versione business si chiama per l’appunto TikTok for business e, associata ad un efficace progetto CRM, offre tutti gli strumenti di analisi necessari per accompagnare i lead in entrata lungo il funnel di vendita, fino a farli diventare clienti. Altro importante servizio messo a disposizione è TikTok Ads library, un valido strumento per farsi ispirare per la creazione delle proprie strategie. Gli utenti che si trovano a vedere un video possono anche decidere di effettuare acquisti immediati, soprattutto se il contenuto tocca le giuste corde emotive e se incontra le loro preferenze. Del resto sono milioni le persone che popolano ogni giorno i social, che si trasformano quindi in validi strumenti per avviare le conversioni e trasformare un semplice visitatore in un cliente fidelizzato. TikTok Ads, cioè la pubblicità su TikTok, oltre ad incrementare le vendite aumenta in modo significativo anche la brand awareness del marchio. Cosa tutt’altro che secondaria, poiché la visibilità e la reputazione online sono quelle armi in più che consentono ad ogni azienda di emergere in un mercato saturo e sempre più competitivo. Quali sono le tipologie di annunci su TikTok? La piattaforma cinese mette a disposizione tante opzioni per fare pubblicità sulla piattaforma, così da personalizzare la comunicazione in base al proprio target di pubblico. I video pubblicitari possono rimandare ad una landing page con un form al suo interno, in modo tale da poter acquisire nuovi contatti all'interno del CRM. Ecco di seguito quali sono le diverse tipologie di annunci e di pubblicità da scegliere in base alle proprie finalità: Sparks ads: un formato pubblicitario che sfrutta i post organici e che mette in evidenza i video realizzati dai brand, dai creator o anche dagli utenti che hanno taggato il nome del marchio; Pangle ads: TikTok si integra con la piattaforma per video Pangle per creare annunci video, nativi e banner. Da sottolineare che al momento questa funzione sembra non essere ancora disponibile in Italia; Video ads: video a schermo intero piuttosto brevi, che durano da 5 fino a 60 secondi, visibili nel feed “Per te” di ogni utente e che quindi hanno la capacità di personalizzare la navigazione; Carousel ads: proprio come un carosello questi annunci comprendono fino a 10 immagini e vengono visti nel feed di notizie di TikTok. Ci sono poi altri annunci basati sulle immagini, proprio come i carousel ads, ma non necessariamente in modalità carousel; Collection ads: un annuncio pubblicitario che permette agli inserzionisti di sponsorizzare i loro prodotti o servizi su TikTok. Sono video brevi e comprendono una collezione specifica di prodotti da presentare al pubblico; Video sponsorizzati da influencer: gli influencer di TikTok possono sponsorizzare i prodotti con un video realizzato da loro. I 5 step per impostare gli annunci Analizziamo adesso quali sono gli step specifici per impostare i propri annunci in base al pubblico di riferimento 1- Crea l’account su TikTok Il primo passo è creare un account su TikTok Ads Manager. Una volta scelto il paese di fatturazione, bisogna indicare che si sta creando un account per un’azienda e proseguire inserendo le informazioni di base. Sarà successivamente inviato un codice di verifica all’email o al cellulare e, una volta accettati i termini e le condizioni, si può procedere alla registrazione. 2- Crea e installa il TikTok Pixel Conclusa la registrazione bisogna installare sul sito un TikTok Pixel, cioè uno snippet di codice in grado di raccogliere tutte le informazioni utili relative a ciò che accade sul tuo sito, come il percorso intrapreso dagli utenti, la geolocalizzazione o i dispositivi maggiormente utilizzati. A questo punto seleziona la “Modalità standard” o la “Modalità sviluppatore” e crea il tuo TikTok Pixel impostando prima un “Evento Web”. Questa è una fase particolarmente delicata e, se non hai le giuste competenze, è sicuramente preferibile rivolgersi ad un esperto del settore. 3- Crea la tua nuova campagna su TikTok Ads Dopo queste operazioni puoi creare la tua prima campagna pubblicitaria. Per iniziare accedi alla scheda “Campagne” e poi fai clic su “Crea”, così da scegliere qual è l’obiettivo che intendi raggiungere. Dai un nome alla tua campagna e poi imposta il budget minimo che intendi spendere. Puoi selezionare un budget complessivo, così da raggiungere rapidamente quante più persone possibili. In alternativa puoi impostare un budget giornaliero, provando a raggiungere gradualmente il tuo target di pubblico. 4- Crea un gruppo di annunci Puoi creare un gruppo di annunci per personalizzare le tue pubblicità. Gli step da seguire sono i seguenti: Seleziona la tipologia di annuncio e l’obiettivo dell’adv; Scegli dove posizionare l’annuncio e quindi dove sarà visualizzato; Scegli il tipo di creatività per testare il coinvolgimento del pubblico ed eventualmente apportare le modifiche ritenute necessarie; Definisci il target di pubblico che intendi raggiungere in base alla fascia di età, alla geolocalizzazione e al sesso; Seleziona la tipologia di pubblicazione tra standard e accelerata. Nel primo caso il tuo annuncio raggiunge la massima visibilità durante i periodi di traffico elevato, mentre nel secondo caso spendi buona parte del budget per ottenere subito quante più visualizzazioni possibili. 5- Crea una nuova Ads Ora puoi configurare il tuo primo annuncio, decidendo se caricare un video o un file. Dai uno sguardo ai consigli dati dalla piattaforma per creare i tuoi annunci, così da ottenere subito un buon engagement. Puoi anche visualizzare l’anteprima del tuo annuncio per capire come apparirà al pubblico. Se ti piace pubblica, altrimenti applica le modifiche che ritieni necessarie. Ci sei quasi: non devi fare altro che dare un nome originale all’annuncio per distinguerti e inserire un testo che comprenda tra i 12 e i 100 caratteri. Per completare l’azione devi decidere quale invito all’azione inserire per attrarre quanto più pubblico possibile. Consigli per ottimizzare le prestazioni Per rendere ancora più performanti i tuoi annunci, ecco alcuni semplici ma utili consigli: Vai dritto al punto. TikTok ha avuto successo per l’immediatezza dei suoi messaggi e per la freschezza della sua comunicazione. L’ideale sarebbe quindi creare video di 20-30 secondi, anche perché oltre questo tempo la soglia dell’attenzione del pubblico medio, sempre più pigro, tende ad abbassarsi; Scegli il formato verticale. I video con l’orientamento verticale sono decisamente più performanti rispetto a quelli con l’orientamento orizzontale; Sii coerente al tuo marchio. Nella comunicazione con il pubblico è importante mantenere la coerenza col marchio. Adotta quindi lo stesso linguaggio su qualsiasi piattaforma e veicola messaggi in linea con la tua filosofia aziendale; Cavalca l’onda. Ci sono tendenze o eventi del momento che devi essere bravo a cavalcare, quindi resta sempre aggiornato sulle ultime novità del momento. Tieni presente che gli insight di TikTok ti avvisano quando è il momento migliore per pubblicare, aiutandoti a raggiungere un pubblico molto vasto; Usa gli hashtag. Se utilizzi determinati hashtag aiuti i tuoi clienti a trovare i contenuti che stanno cercando. Massima attenzione quindi agli hashtag che vanno per maggiore; Scegli il testo e il suono adatti. Secondo i dati forniti da TikTok l’utilizzo di un qualsiasi audio aumenta le impressioni e migliora le prestazioni degli annunci. Allo stesso modo i sottotitoli rendono l’annuncio molto più appetibile; Usa filtri e funzionalità interattive. I filtri rendono il video più simpatico e divertente mentre le funzionalità interattive, come quelle che invitano l’utente a interagire, aumentano notevolmente l’engagement. Conclusioni Possiamo sicuramente concludere che conviene sponsorizzare su TikTok, a patto di utilizzare le giuste funzioni e studiare delle strategie specifiche per raggiungere in modo mirato il proprio pubblico. La creatività deve camminare di pari passo con una strategia pianificata e una grande organizzazione, per questo motivo uno strumento come HubSpot rappresenta un preziosissimo alleato che aiuta a conoscere meglio il proprio target e consente di accompagnare all'acquisto i contatti che sono all'interno del CRM. Abbiamo finora parlati di TikTok come una piattaforma corretta per fare advertising e marketing, però molti sono gli errori che si possono commettere quando si pianifica una strategia di marketing. Abbiamo approfondito il tema nella nostra risorsa gratuita disponibile sotto.
2 ore. Centoventi minuti. Settemiladuecento secondi. Questo è il tempo medio di durata di un film, è un quarto di una giornata lavorativa, è il dodicesimo di un giorno, è il tempo che in media un italiano passa sui social ogni giorno. È un tempo decisamente lungo. Non ci credete? Provate a stare due ore con le mani in mano a fissare il vuoto. Non smetterete di controllare l’orologio e pregare che il tempo passi in fretta. Ogni italiano passa due ore sui social, e ciò significa solo una cosa: sono un ottimo strumento per fare marketing. Dopo tutto, non era difficile da capire. Chi legge e chi scrive passa lo stesso tempo a scrollare sui social, e conosce bene le potenzialità e l’efficienza (ma anche la fastidiosità, a volte) degli annunci sulle piattaforme. La domanda sorge spontanea: negli ultimi mesi, nel mondo del web dove tutto è dinamico e connesso e i cambiamenti ci mettono un attimo a diffondersi, qual è la piattaforma social migliore per fare marketing e promuovere i propri prodotti e servizi? Sicuramente non esiste una scelta unica e assoluta, non c’è un social migliore da tutti i punti di vista. Ognuno ha i suoi pro e contro, e la produttività e il successo delle strategie marketing cambiano a seconda del livello di compatibilità del social al modello di business con cui si opera. Ciò significa, in parole spicciole, che se offriamo servizi B2B e promuoviamo i nostri prodotti su Snapchat, nessun potenziale cliente abboccherà mai e tutti i nostri sforzi saranno completamente inutili. La cosa più consigliata, obiettivamente, è affidarsi ad un’agenzia con degli esperti per analizzare la propria forma di business in modo corretto e scegliere la migliore opzione su cui investire per fare social media marketing. Ma cosa ci dicono i dati generali? L’utilizzo e le preferenze delle aziende sui social Instagram è il social preferito in media dalle aziende. Una su due lo considera molto efficiente per fare marketing. A seguire, in termini di efficienza, completano la top 5 Facebook, Whatsapp business, Youtube e Tiktok. E per quanto riguarda la soddisfazione dagli investimenti? Il 35% delle aziende è contento dell’effetto del social media advertising, contro il 48% che trova difficoltosa questa strategia. Il rimanente 17% si dichiara insoddisfatto. E, infine, riguardo gli investimenti futuri previsti, la metà delle aziende ecommerce prevede di aumentare la somma profusa sul social media advertising. Il 37% manterrà gli stessi investimenti contro un 7% che li diminuirà e un 6% che rimane stabile sulla linea di zero investimenti nei social. Questo è ciò che emerge dal rapporto di Casaleggio Associati 2023, ma si tratta ovviamente di dati medi generalizzati che possono non combaciare con le esperienze singole di ogni azienda. Per fare marketing sui social crea il buyer persona e valuta i costi Nella selezione dei social perfetti - quelli che si adattano meglio al nostro business - su cui investire per fare marketing (soprattutto inbound marketing) nel 2023, si individuano due parametri che bisogna tenere a mente e utilizzare come paraocchi: buyer persona e costi. È importante infatti saper scegliere una piattaforma che raccolga un bacino di utenti potenzialmente interessati ai nostri prodotti o servizi, che sono quindi il nostro buyer persona. Non bisogna nemmeno trascurare l’aspetto economico però: ogni piattaforma ha i suoi costi ed è importante valutare bene a quale affidarsi e quanto spendere per non riscontrare delle malaugurate perdite. Il primo passo nella scelta di una strategia di marketing è l’individuazione del buyer persona di riferimento e l’adeguamento di tutte le azioni verso questo profilo di utenti. Come accennato prima, se si sceglie un social non frequentato dal nostro obiettivo di clienti, si va solo a sprecare risorse preziose. A seconda di chi si vuole raggiungere, infatti, è necessario applicare tecniche di avvicinamento, attrazione e comunicazione differenti. Sbagliare tecnica di comunicazione e piattaforma può rivelarsi altamente dannoso e infruttuoso, perciò è fondamentale analizzare e comprendere bene come parlare con i potenziali clienti. Per individuare un buyer persona, che come suddetto è la rappresentazione ideale di un cliente, ci sono molti studi da fare e parametri da tracciare, ci vorrebbe un articolo apposta per trattare approfonditamente l’argomento. È importante individuare dei buyer persona per il nostro business, con l’obiettivo di non sperperare soldi in annunci o inbound marketing mirati a persone che non saranno mai interessate al nostro business. Il buyer persona è una cosa molto più specifica e personalizzata del target. In generale i due termini vengono usati per lo stesso concetto, di solito, ma la differenza è fondamentale: il buyer persona è vivo, deve essere considerato una persona vera e propria con tutti i suoi difetti, pregi, interessi, lavori, hobby, tendenze, problemi, punti di forza e via dicendo. Il buyer persona è talmente personalizzato che può essere considerato al pari di una persona viva. Comunque, per un’infarinatura generale anche se ci vogliono ore e ore di analisi e creazione di un preciso buyer persona, le caratteristiche che possono interessare sono: dati demografici, quali età, genere, reddito, occupazione, stato civile, livello di istruzione; dati psicologici, come interessi e preferenze; dati geografici, ovvero in che città, regione, paese abita l’utente, per proporgli servizi attivi nei dintorni; I principali social per fare marketing nel 2023 LinkedIn Se il nostro target sono le aziende (B2B), il social di riferimento creato appunto per instaurare relazioni e collegamenti tra aziende duraturi e che non dobbiamo trascurare è sicuramente Linkedin. Con 300 milioni di utenti attivi al mese, la piattaforma è stata fondata proprio per farsi conoscere e trovare nuovi dipendenti, offerte di lavoro ma soprattutto clienti. L’età va dai 25 ai 65 anni, ed è utilizzato sostanzialmente per lavoro e pubblicità di prodotti e servizi. Molte aziende utilizzano questo social network collegato con un CRM, in modo non solo da avere all'interno di un unico database tutti i dati relativi ai contatti, ma anche di gestire tutta la strategia di content marketing con la pubblicazione automatica dei post dei blog oppure la schedulazione di post in determinati orari e giorni. Il minimo da pagare per le campagne ads è 10 euro, ma i risultati si iniziano a vedere quando si vanno a sborsare 30-50 euro al giorno. TikTok Quando si parla di fasce d’età più basse, prevalentemente tra i 16 e i 25 anni (ma anche dai 10 ai 15), l’opzione forse più valida tra tutte è Tiktok. È perfetta per promuovere i propri prodotti o servizi, grazie alla potenziale viralità dell'algoritmo dei social, con video brevi e per vendere sul Tiktok Shop. L’ottima segmentazione demografica divide minuziosamente per interessi e preferenze gli utenti, permettendo di mostrare annunci validi ad una vasta e precisa fascia di potenziali clienti. Il costo è leggermente più alto, si parla di un minimo di 50 dollari giornalieri per quanto riguarda le campagne e 20 dollari per quanto riguarda il gruppo di annunci. Ma i vantaggi dell’elevato numero di utenti e soprattutto della varietà potrebbero valere ciò che si paga. Instagram Instagram è la piattaforma che raccoglie il più grande bacino di utenti variegati. Le fasce d’età comprese sono praticamente tutte (dai ragazzini di 12 anni agli ultrasessantenni) e non è riferito ad un settore o una nicchia specifica: l’intrattenimento varia dai singoli e classici post alle storie temporanee, dalle dirette agli ultimi arrivati reel (copia di Tiktok). Su Instagram si possono sfruttare tre tipi principali di strategie marketing: inserzioni; foto e video dei prodotti in azione; influencer marketing, che su questa piattaforma funziona alla grande grazie alla vasta presenza di influencer molto seguiti; Instagram è eccellente per fare web reputation e marketing con contenuti foto e video. E i costi? Il sistema di campagne ads su Instagram si basa sostanzialmente su quanto denaro si investe. Esistono campagne da 10 euro e campagne da 1000 euro, il piano si sceglie all’inizio e non ci sono costi a sorpresa. A seconda della durata, del pubblico che si vuole raggiungere e dei contenuti si debbono versare più o meno soldi. Facebook Poi c’è Facebook, che basicamente è simile a Instagram per quanto riguarda il target, anche se le fasce d’età si spostano verso il vecchio per abbracciare un pubblico medio compreso dai 35 ai 60 anni. La questione costi è la stessa di Instagram, e anche gli strumenti di gestione delle campagne ads dal momento che fanno entrambi parte di Meta. È ottimo per chi ha come modello di business il B2C ma data la vasta presenza di persone sulla piattaforma e la possibilità di creare interazione rapida con i clienti, non è malvagia l’idea di fare marketing B2B su Facebook. Anche Facebook può essere integrato con i CRM. Ad esempio, con Hubspot, possono essere gestite tutte le conversazioni con un contatto aziendale tramite la inbox. Inoltre l'integrazione Facebook e CRM è fondamentale per l'allineamento del reparto sales con il reparto marketing nell'impresa. Youtube Come non citare Youtube, che a detta di molti sta diventando la nuova televisione. I creator su Youtube hanno un grosso seguito e le inserzioni o l’affiliate marketing sono perfette per un business B2C. Gli youtuber trattano temi abbastanza circoscritti ed è facile individuare quelli che nel loro bacino di iscritti hanno potenziali nostri clienti. Non è da escludersi il marketing B2B su Youtube, poiché a differenza degli altri è anche un social dove gli utenti non subiscono solo i contenuti ma li cercano attivamente: è bene essere presenti e portare dei contenuti di qualità per fare marketing ma anche web reputation. D’altronde è il primo motore di ricerca video, ed è utilizzato dal 92% degli italiani per informarsi, secondo una ricerca di Oxford Economics. Costi? Indicativamente, concorrono più variabili per determinare il prezzo degli annunci, si va sui 30-50 centesimi per click sull’annuncio, con una media di 10 euro al giorno minimo. Per chi vuol fare inbound marketing questo social è uno dei migliori perché il funzionamento è molto simile a quello che succede con Google: grazie a contenuti ben studiati possono essere promossi prodotti e aumentare le visite del proprio sito. Se hai un ecommerce Shopify può esserti utile il nostro articolo sul vendere su YouTube con Shopify. Twitter Al contrario di Facebook o Instagram, dove l’obiettivo base è l’interazione tra utenti vicini e amici, Twitter nasce come piattaforma di notizie, discussione e microblogging. È valido per farsi conoscere, per dare notizie sull’azienda e per affermare la propria autorevolezza. Inoltre il 47% degli utenti che vanno sul sito tende a visitare il sito dell’azienda. Non è il social più utilizzato, ma rimane una valida alternativa, per le inserzioni e anche per la presenza di Twitter Analytics, utile strumento per monitorare in tempo reale tendenze e sviluppi. I tweet e gli account sponsorizzati costano dai 50 centesimi ai 5 euro per coinvolgimento di un utente. È possibile anche finire sponsorizzati nelle tendenze per un giorno, cosa però esclusiva per le grandi aziende dal momento che si arriva a spendere 150.000 euro al giorno (!). Conclusioni Come detto, non esiste un social perfetto da tutti i lati per ogni modello di business. Nel considerare i costi, oltre a tenere in considerazione i budget minimi illustrati sopra, bisogna valutare diversi parametri importanti come, tra i tanti: CPV (costo per visualizzazione), CPC (costo per visite sul profilo o sul sito), CTR (percentuale di utenti che cliccano sull’annuncio), CR (tasso di conversione, quindi percentuale di utenti che hanno compiuto una determinata azione), CLV (Customer Lifetime Value, quanto guadagniamo da ogni nuovo cliente), CPM (costo per mille visualizzazioni dell’annuncio). Generalmente, è conveniente sfruttare più social insieme e integrare le varie campagne, anche perché, ad esempio, certe piattaforme sono più adatte nelle prime fasi del funnel (scoperta prodotto) ma valgono meno negli step finali (chiusura della trattativa). Ti indichiamo per approfondimento il nostro ebook gratuito su come iniziare una campagna di inbound marketing in 9 step.
Da un punto di vista pratico il commercio risulta molto semplice e si basa su uno scambio: il venditore vende e l’acquirente acquista. Tuttavia il prodotto, prima di essere ceduto dal venditore all’acquirente in cambio di una cifra di denaro, subisce una serie di passaggi per poi arrivare alla destinazione finale. In tale contesto si inserisce il sell out, cioè quell’attività relativa ai prodotti, venduti dal negozio fisico o dall'ecommerce, che escono fisicamente da un negozio per entrare in possesso degli acquirenti. Tale processo si innesta quindi in una strategia B2C, cioè da Business to Consumer, dove il cliente rappresenta il cosiddetto “end-user”, il consumatore finale che fruirà di quel bene. Il sell out marketing punta a vendere il maggior numero di prodotti per liberare tutto o comunque buona parte del magazzino. L’obiettivo è esaurire tutte le scorte fisiche, quindi il concetto di sell out fa riferimento esclusivamente alla vendita di prodotti fisici, non di servizi o prodotti digitali. Il sell out marketing si pone quindi tre obiettivi principali: Effettuare il primo acquisto: il cliente entra in contatto con il brand tramite uno dei vari touchpoint e, se stimolato nel modo giusto, procede al primo acquisto; Acquistare d’impulso: benché si pensi che l’acquisto sia frutto di un processo razionale, molto spesso invece viene fatto istintivamente e quindi di impulso. Per toccare le giuste corde emotive ha quindi una grande importanza il giusto posizionamento dei prodotti nello scaffale di un negozio fisico, o anche tra le pagine di un sito Shopify, per convincere il cliente ad acquistare d’impulso. Non a caso cioccolatini, snack e caramelle sono posizionati vicino alle casse dei supermercati, poiché sono prodotti che si prestano perfettamente all’acquisto d’impulso; Fidelizzazione del cliente: se una persona porta a termine un acquisto, bisogna convincerla a fare altri acquisti in futuro e a ritornare in negozio o nello shop online offrendo promozioni, sconti, raccolte punti o coupon. Le migliori strategie promozionali per il sell-out: significato e approcci Per conseguire gli obiettivi appena descritti esistono varie strategie di sell out da mettere in campo a seconda di diversi fattori, come il target di riferimento, il business o il punto del funnel dove si trova l’acquirente, tutti concetti che troviamo nel cosiddetto inbound marketing. Una soddisfacente rotazione della merce riduce il capitale immobilizzato e aumenta il margine commerciale assoluto, cioè la differenza tra il prezzo in acquisto e in vendita. Inoltre si riduce il rischio di deperibilità della merce, che potrebbe rovinarsi o usurarsi se resta troppo a lungo in magazzino. Diamo adesso uno sguardo alle principali strategie di sell out e alle modalità di applicazione: Riduzione dei prezzi. In alcuni casi il produttore vende a prezzi scontati un prodotto al rivenditore, che a sua volta può immetterlo sul mercato ad un costo ridotto; Incentivi alla forza vendita. Il produttore, per aumentare il sell out dei suoi prodotti, incentiva la forza vendita del rivenditore. Si tratta di vere e proprie gare dove chi realizza il fatturato maggiore ottiene dei premi finali; Carte fedeltà e raccolte punti. Sono strumenti utilizzati da tempo, ma che hanno ancora un notevole impatto e che spingono il consumatore ad acquistare di più e più spesso i prodotti di un determinato brand. Oltre a migliorare il sell out, viene rafforzata anche la partnership tra produttore e rivenditore. Quali sono le differenze tra sell in e sell out? Sell in e sell out sono due strategie concatenate tra di loro, ma che seguono logiche e dinamiche diverse. Il sell in è una strategia rivolta essenzialmente ai rivenditori e riguarda quindi la vendita all’ingrosso, quindi ad ecommerce B2B. In pratica i produttori vendono i prodotti ai distributori e questi ai rivenditori finali. In alternativa i distributori senza l’intervento dei produttori vendono direttamente la merce ai rivenditori, che hanno il compito di metterli in commercio e distribuirli ai consumatori finali per l’appunto con strategie di sell out. Nel sell out il protagonista principale è il consumatore, l’end-user al quale è rivolta l’offerta. Come già anticipato l’obiettivo principale del sell out è vendere tutta la merce per esaurire le scorte nel minor tempo possibile. Il sell out, a differenza del sell in, è quindi una strategia B2C dal momento che i prodotti escono dal magazzino per andare direttamente al consumatore finale. Personalizzazione delle offerte: come soddisfare le esigenze dei consumatori Una delle parole chiave per una strategia efficace di sell out è la personalizzazione dell’offerta. Oggi i consumatori sono molto più attenti negli acquisti, sia perché c’è un’offerta sempre più ampia e variegata sia perché hanno la possibilità di informarsi e confrontare i vari prezzi. Al di là del costo, che comunque ha la sua importanza, quello che maggiormente interessa ai consumatori è ricevere un servizio su misura e acquistare un prodotto personalizzato secondo le loro esigenze. Più sale il livello di personalizzazione delle offerte, che devono essere realizzate ad uso e consumo del proprio target di riferimento, e maggiore è la possibilità che i prodotti vengano venduti in massa. Tutto ciò può essere agevole grazie all'utilizzo dei CRM, software che consentono di immagazzinare i dati e gestirli per fare ulteriori azioni di marketing e far vendere di più imprese ed ecommerce, nel caso degli ecommerce CRM. L'utilizzo di social media e influencer per promuovere l’out sell Poiché parliamo di consumatori finali, bisogna riservare grande attenzione anche ai canali e alle modalità di comunicazione. E, a proposito di comunicazione, non possono certo essere ignorati i social media che rappresentano vere e proprie vetrine che danno grande visibilità al brand. Naturalmente non basta avere delle pagine social sulle diverse piattaforme, ma devono essere costantemente aggiornate con contenuti freschi e accattivanti ed essere tarate e plasmate secondo le esigenze del proprio pubblico. Per questo motivo è importante capire qual è il social che maggiormente attira la propria clientela e verso il quale destinare le maggiori risorse. Figure essenziali per la promozione online di un brand, e di conseguenza anche per il sell out, sono gli influencer. Ne esistono di varie tipologie: mega, macro, micro e nano influencer. Si tratta di persone molto influenti nel loro settore che hanno migliaia di follower e che quindi possono garantire un determinato numero di vendite semplicemente pubblicizzando un prodotto. I mega influencer sono forse irraggiungibili per le piccole imprese, ma molto spesso è preferibile virare su micro e nano influencer che hanno una cerchia di follower più ristretta ma anche più fidelizzata. In pratica puoi creare uno zoccolo duro che compone la tua clientela che acquista spesso in modo fisso e continuativo nel tempo. Strategie di pricing per il sell-out marketing: massimizza il valore delle offerte In precedenza abbiamo analizzato alcune delle strategie più diffuse e gettonate del sell out, ma questa volta ci concentriamo maggiormente su quelle che riguardano il prezzo. Una delle strategie più comuni è vendere i prodotti a prezzi leggermente più bassi rispetto alla concorrenza, così da consolidare la propria base di clienti fidelizzati. Ingolositi dai prezzi bassi i consumatori tendono ad acquistare continuamente nel corso del tempo, aiutando a svuotare rapidamente i magazzini. Tuttavia bisogna considerare anche l’altra faccia della medaglia: un prezzo basso può essere associato anche ad una scarsa qualità del prodotto. Questa strategia va quindi utilizzata con oculatezza, applicandola preferibilmente a prodotti cosiddetti di consumo di massa piuttosto che a prodotti di nicchia. In alternativa c’è una strategia esattamente opposta: aumentare leggermente il prezzo di vendita rispetto ai competitor. Può sembrare un boomerang, una sorta di epic fail del marketing, ma un prezzo più alto fa percepire il prodotto di maggiore qualità, poiché più duraturo ed efficiente. In entrambi i casi va comunque tenuto conto del target di pubblico e del proprio business di riferimento. Quali sono i compiti del sell out specialist? Il sell out marketing ha assunto un ruolo strategico fondamentale per le aziende, al punto che sono nate figure specifiche note come sell out specialist. Il loro compito è per l’appunto vendere quanti più prodotti possibili al consumatore finale, riducendo il quantitativo di merce in magazzino o che deve essere poi rispedita al fornitore. Le competenze principali richieste al sell out specialist sono le seguenti: Capacità di vendita. La fase di contrattazione è fondamentale e alcune persone si distinguono proprio per l’elevata capacità di concludere una vendita e ottenere maggiori margini di profitto. Ottime conoscenze e competenze del settore sono un eccellente viatico per concludere la vendita; Persuasione. Strettamente collegata alla capacità di vendita è la capacità di persuasione. In tal caso bisogna essere anche un po’ psicologi, riuscendo a intercettare le resistenze reali del cliente e superarle o i suoi reali bisogni per soddisfarli; Comunicazione. Tutto passa sempre e comunque per la comunicazione, che per prima cosa deve stabilire un rapporto di cordialità e soprattutto di fiducia tra il venditore e l’acquirente, così da rendere più facile non solo la vendita ma il processo di fidelizzazione, che è ancora più importante. Conclusioni Se vuoi svuotare i tuoi magazzini, riducendo i costi dell’invenduto, il sell out marketing è un passaggio obbligato che devi percorrere. Oltre ad efficaci strategie e un po’ di sano allenamento sul campo, sicuramente può darti una grande mano un buon CRM che gestisce, nutre e coltiva i rapporti tra te e i tuoi clienti. Puoi approfondire il discorso sul CRM, sulle sue funzionalità e sui suoi benefici nell’ebook sottostante da scaricare gratuitamente.
Le pubbliche relazioni rappresentano una parte molto importante del successo di un’azienda, in quanto contribuiscono a costruire un’immagine positiva e autorevole sul mercato. Per quanto l’abito non faccia il monaco, il modo in cui un’azienda si presenta al pubblico è parte fondamentale del suo futuro. Cos'è il PR marketing Il PR marketing è un’attività che contribuisce a: migliorare la gestione dell’immagine, quindi a costruire una reputazione positiva; gestire le relazione con i media, quindi con giornalisti, blogger e influencer, al fine di ampliare la visibilità del marchio; migliorare la comunicazione con messaggi chiari, coerenti e persuasivi per il pubblico; gestire le crisi interne di un’azienda, limitando e prevenendo i danni all’immagine dell’azienda; costruire l’immagine dell’azienda, attraverso la sponsorizzazione di eventi, la partecipazione a conferenze, la pubblicazione di contenuti di qualità e l’interazione sui social. Il PR marketing è un’attività che può contribuire a costruire una posizione vantaggiosa nel mercato, distinguendosi dalla concorrenza. In una strategia di Inbound marketing, l’attività di PR marketing indubbiamente contribuisce a raccogliere nuovi lead. Un’azienda considerata autorevole nel settore di mercato in cui opera, ben considerata dai suoi clienti, di certo ha maggior facilità nel trovare nuovi clienti, rispetto a una che fatica ad avere un’identità di brand solida. Approfondiamo nel prossimo paragrafo come si fa il PR marketing nel digital e quali sono i segreti PR marketing nel digital: come si fa Nel contesto del PR marketing digitale, l'obiettivo primario è creare una strategia efficace per gestire la reputazione online di un'azienda e comunicare in modo mirato con il pubblico di riferimento. Per fare ciò, è necessario seguire una serie di passaggi fondamentali. Innanzitutto, è importante condurre una ricerca approfondita per comprendere il proprio pubblico di riferimento, sostanzialmente andando a creare un buyer persona. Questa ricerca dovrebbe comprendere l'identificazione delle preferenze, degli interessi e delle abitudini online del target di riferimento. Queste informazioni saranno fondamentali per creare messaggi e contenuti che siano rilevanti e coinvolgenti per il pubblico. Successivamente, è essenziale sviluppare una strategia di comunicazione coerente. Questa strategia dovrebbe includere la creazione di contenuti di qualità che rispondano alle esigenze e agli interessi del pubblico target. È possibile utilizzare diverse forme di contenuti come articoli, blog, video, podcast o infografiche per comunicare in modo efficace e coinvolgente. (come fare marketing con i contenuti lo abbiamo spiegato nel nostro articolo dedicato al content marketing) Oltre alla creazione di contenuti, le collaborazioni con influencer e con i media possono essere aspetti chiave del PR marketing digitale. Identificare gli influencer rilevanti nel settore e stabilire rapporti di collaborazione può contribuire ad amplificare il messaggio dell'azienda e a raggiungere un pubblico più ampio; Stabilire relazioni con i media online può consentire di ottenere una maggiore copertura mediatica e di raggiungere il pubblico attraverso articoli, interviste o recensioni; Infine, è importante monitorare costantemente l'efficacia delle attività di PR digitale. Utilizzare strumenti di analisi e monitoraggio per valutare l'impatto delle iniziative di PR, misurare l'engagement del pubblico, monitorare le menzioni dell'azienda sui social media e valutare la reputazione online complessiva. In conclusione, il PR marketing nel digitale richiede una strategia ben strutturata che comprenda la ricerca del pubblico di riferimento, la creazione di contenuti di qualità, la collaborazione con influencer e media online, nonché il monitoraggio costante dei risultati ottenuti. Implementando questi passaggi, le aziende possono creare una presenza digitale forte e positiva, comunicare in modo efficace con il pubblico e raggiungere i propri obiettivi di PR. È importante anche però soffermarci su quali sono le differenze tra marketing digitale e offline, sebbene entrambi gli aspetti siano comunque fortemente connessi. Approfondiamo nel prossimo paragrafo quali sono le differenze tra marketing digitale e offline. PR marketing digitale e offline: differenze Le differenze principali tra i due tipi di PR marketing concernono, innanzitutto, i modi di agire dell’uno e dell’altro. Vediamo nello specifico cosa intendiamo. PR marketing digitale: Ampia portata geografica: il PR marketing digitale può raggiungere un pubblico globale, grazie alla natura senza confini dell'ambiente online; Interattività: le strategie di PR digitale offrono la possibilità di coinvolgere attivamente il pubblico attraverso commenti, condivisioni e partecipazione a discussioni online; Misurazione precisa: con gli strumenti di analisi online, è possibile misurare in modo accurato l'engagement del pubblico, il traffico sul sito web e altri parametri per valutare l'efficacia delle attività di PR; Velocità di diffusione: i messaggi e le informazioni possono essere condivisi istantaneamente su diverse piattaforme digitali, consentendo una diffusione rapida e ampia; Personalizzazione: grazie ai dati demografici e comportamentali disponibili online, il PR digitale consente di creare contenuti personalizzati e mirati per il pubblico di riferimento. PR marketing offline: Localizzazione geografica: Il PR marketing offline è più focalizzato su specifiche aree geografiche, come città o regioni specifiche. Ovviamente questa differenza è meno evidente se ci si affida ai media classici la sponsorizzazione delle proprie attività; Interazione diretta: le attività di PR offline consentono un'interazione diretta con il pubblico attraverso eventi, conferenze, incontri e incontri vis à vis; Valutazione soggettiva: misurare l'efficacia del PR offline potrebbe risultare rispetto a quello digitale più analitico, poiché spesso si basa su feedback e percezioni personali. Diffusione più lenta: i messaggi e le informazioni nel PR offline richiedono più tempo per essere diffusi rispetto al digitale, poiché dipendono da eventi in loco, stampa o mezzi tradizionali. Limitazioni di personalizzazione: nel PR offline, la personalizzazione delle comunicazioni può essere più limitata rispetto a quella digitale, poiché non si dispone degli stessi dati dettagliati sui singoli individui. Nel processo di PR marketing, indubbiamente, il CRM ha un ruolo importante. Scopriamo nel prossimo paragrafo quanto può essere utile il CRM al PR marketing online. L'utilità del CRM nel PR Marketing Dotarsi di un CRM per un’azienda che fa PR marketing, diviene fondamentale per gestire i contatti sia online che offline e valutarne valore e grado di possibile fidelizzazione. I contatti infatti possono essere caricati: automaticamente grazie all'integrazione di CRM come Hubspot con applicazioni per la messaggistica e lo scambio di email (es. gmail) oppure manualmente tramite import con file CSV o uno ad uno. Hubspot CRM inoltre permette di raccogliere e gestire i dati in modo più puntuale e mirato, includendo informazioni come dati demografici, preferenze, interazioni passate e storico degli acquisti. Avvalersi di un CRM permette anche di segmentare meglio il pubblico, suddividendolo tra le persone che sono realmente interessate ai servizi dell’azienda e coloro che invece desiderano soltanto informarsi, acquistando, forse, in seguito. Con il CRM è possibile inoltre: personalizzare la comunicazione, basandosi sui dati dei contatti; monitorare le interazioni, come le risposte ai messaggi o l’engagement sui social; fidelizzare i clienti o potenziali tali, identificandone più facilmente bisogni e desideri. L'utilizzo del CRM nel processo di PR Marketing online, consente di migliorare la segmentazione del pubblico, la personalizzazione delle comunicazioni, il monitoraggio delle interazioni e la fidelizzazione dei clienti. L'implementazione efficace di un sistema CRM può contribuire a creare relazioni solide con il pubblico, migliorare la reputazione online e aumentare l'efficacia complessiva delle attività di PR. Conclusioni Tutte le aziende dovrebbero fare bene PR marketing, in quanto, come già accennato all’inizio di questo articolo, svolge un ruolo fondamentale nella creazione della brand awareness e quindi nella raccolta di nuovi lead. Un ruolo altrettanto fondamentale in questo panorama è quello del CRM. Avvalersi di un progetto CRM contribuisce a rendere più semplice l’attività di PR marketing. Per iniziare ti consigliamo il nostro ebook gratuito che parla dei 10 motivi per cui è utile dotarsi di un software CRM. Image by kroshka__nastya on Freepik
Cosa succede quando un'azienda si affida ad un affiliato esterno per la promozione di un proprio prodotto? Funziona? Che vantaggi ci sono? Si chiama affiliate marketing, e negli ultimi anni è una delle strategie di marketing che si stanno più diffondendo. Tale modello, infatti, offre una serie di vantaggi considerevolmente validi e infinite opportunità di guadagno, sia per l'affiliante che per l'affiliato. Permette all'inserzionista di ridurre i costi e i rischi, e di creare anche un'entrata passiva profittevole per chi pubblicizza i servizi di altri alla propria audience. Peschiamo quindi dal cestino delle strategie di marketing questa tecnica e svisceriamola per comprenderla appieno. Farà al caso tuo? Scoprilo! Cos'è l'affiliate marketing Un’azienda che vende tagliaerba contatta un venditore di arredamento da giardino, che diventa l’affiliato. Questo ha il compito di promuovere il tagliaerba sul suo sito web. Ad ogni tagliaerba venduto con l’aiuto dell’affiliato, questi riceverà un compenso. Più seguaci dell’affiliato comprano, più l’affiliato guadagna. In parole semplici, questo è l’affiliate marketing. Si tratta proprio di una strategia di marketing che si basa un po' sulla popolarità di cui dispone l’affiliato, che molte volte è un influencer che promuove i prodotti sui suoi social, e un po' sulla capacità dell'affiliato di promuovere il servizio. Più persone si convincono ad acquistare, più l’azienda guadagna, e più compensi riceve l’affiliato. Quindi è proprio una strategia che avvantaggia entrambe le parti, consentendo di tenere un'entrata passiva (che deve essere sembra monitorata per garantire che frutti per bene). Molti scelgono di iniziare il proprio business proprio con l'affiliate marketing, e c'è chi raggiunge livelli stratosferici, dedicandoci l'intera giornata lavorativa e arrivando anche a 25 mila euro al mese di profitto. C'è chi poi lo fa per hobby, hobby tra l'altro molto redditizio, perché si può arrivare anche ad un entrata passiva di 2000 euro. Tanti progetti ecommerce e aziende già avviate e con una solida posizione sul mercato possono iniziare a sfruttare l'affiliate marketing, promuovendo i propri prodotti o servizi ed arrivando, se gestito bene, ad un numero più alto di clienti e di vendite. I soggetti nell'affiliate marketing Nell'affiliate marketing possiamo individuare 4 soggetti: affiliante o inserzionista, l'azienda che produce determinati prodotti o servizi e che decide di affidarne la pubblicità anche a degli affiliati esterni che ricevono un compenso per ogni vendita effettuata con il link d'affiliazione. L'azienda non spende tanto in pubblicità poiché il compenso lo paga solo ad un'azione o vendita effettuata con il link dell'affiliato. affiliato, colui con capacità di marketing e di vendita che promuove i prodotti delle aziende affilianti e riceve un compenso per ogni azione o vendita effettuata. Il suo guadagno si basa quindi su quanto riesce a vendere: più persone usano il link di affiliazione, più il profitto sarà alto. piattaforma di affiliazione, che mette in contatto gli inserzionisti con i potenziali affiliati, e che facilita la comunicazione tra le parti e la gestione e il monitoraggio delle pubblicità. Il suo uso è opzionale, ma molto valido, e di piattaforme del genere ne esistono svariati tipi. cliente, che acquista i prodotti o i servizi dell'affiliante e permettendo all'affiliato di trarne un compenso. Più clienti vengono convinti e decidono di comprare, più guadagnano l'azienda e l'affiliato. Come funziona l'affiliate marketing Il funzionamento dell'affiliate marketing è in realtà molto semplice ed intuitivo, e a tutti noi sarà capitato almeno una volta nella vita di imbatterci in qualche affiliato che cercava di venderci dei prodotti di un'altra azienda, sostenendo che comprare un prodotto con il suo codice o il suo link significava supportare la persona o l'azienda. Perché nei fatti è effettivamente così: l'inserzionista dà un link d'affiliazione all'affiliato, il quale ha il dovere di promuovere i prodotti ed essere il più convincente possibile in modo che l'audience sia spinta ad acquistarlo tramite il link. Come si ottengono gli affiliati? Qui il discorso è abbastanza complesso. Per acquisire nuovi affiliati possono essere usati strumenti che di solito si utilizzano anche nell'inbound marketing come blog e newsletter. Possono quindi essere inserite delle CTA rivolte ad una landing page dove l'utente può compilare il form per ricevere il link di affiliazione. Per chi ha anche un ecommerce il discorso può essere applicato lo stesso ma per gli utenti Shopify possono essere usate anche applicazioni all'interno dello store. Per ulteriori info ti consigliamo di leggere il nostro articolo sui programmi di affiliazione all'interno dell'ecommerce. Ma si basa solo sulle vendite? Assolutamente no, ci sono svariati modi che permettono all'affiliato di guadagnare. CPA (Cost Per Action): la commissione viene recapitata ogni volta che un cliente compie un'azione tramite il link d'affiliazione. L'azione non deve essere solo l'acquisto, può essere anche l'iscrizione ad una newsletter, ad una prova gratuita, lo scaricamento di un'app o di un contenuto e così via. CPC (Cost Per Click): l'affiliante rilascia il compenso tutte le volte che un utente clicca sul link. Questo è uno dei più profittevoli per l'affiliato, perché guadagna anche solo grazie alla curiosità. CPM (Cost Per Mille): il compenso è rilasciato ad ogni 1000 visualizzazioni o letture della pubblicità. CPL (Cost Per Lead): percentuale per ogni lead (contatto utile, utente che può potenzialmente diventare un cliente) ottenuto. Altre possibilità di compenso possono essere pensate e concordate con delle apposite clausole del contratto, adattando così la strategia a seconda delle esigenze di entrambe le parti. Affiliate marketing: Vantaggi e svantaggi Questa interessante forma di marketing presenta diversi vantaggi e svantaggi. PRO L'affiliate marketing rappresenta un'opportunità di business pratica e conveniente per gli affiliati che desiderano guadagnare denaro extra. Infatti, non richiede un grande impegno e le entrate possono essere molto profittevoli se si è bravi a vendere e promuovere i prodotti. Inoltre, l'affiliato può scegliere di promuovere solo prodotti a lui cari e interessanti, in modo da consigliare utili servizi alla propria audience e costruire una relazione di fiducia con i propri seguaci. Per l'azienda, invece, l'affiliate marketing rappresenta un'ottima opportunità per testare la domanda e capire quali prodotti vanno di più in un certo settore, a bassi costi. Inoltre, i costi per la pubblicità sono ridotti, poiché il compenso viene rilasciato solo in base alla performance e alle vendite o azioni effettuate. Inoltre, affidarsi ad un affiliato con un'audience di un certo tipo, che rispecchia certi interessi e certe preferenze, permette di pubblicizzare uno o l'altro prodotto a seconda di cosa potrebbe essere più adatto a quel pubblico. In questo modo, il ROI incrementa e i rischi di pubblicità diminuiscono, poiché la promozione viene veicolata ad un pubblico già interessato e coinvolto. In definitiva, l'affiliate marketing rappresenta una soluzione vincente per tutte le parti coinvolte, che possono beneficiare di una maggiore visibilità, vendite e profitti. CONTRO Per quanto riguarda gli ostacoli, è impegnativo per l'affiliato monitorare e cercare di sorpassare la concorrenza, quindi gli altri affiliati con lo stesso inserzionista che promuovono lo stesso prodotto. Devono escogitare nuove strategie per sembrare più convincenti degli altri per fare lead generation. Inoltre, è importante ragionare e selezionare con cura i prodotti da promuovere, perché si potrebbe rischiare una perdita di credibilità se si pubblicizza qualcosa non in linea con le tematiche tipiche della persona (le stesse che la rendono conosciuta e famosa). Anche da parte dell'azienda ci sono degli ostacoli a cui far fronte: deve essere prestata una particolare attenzione alla scelta dell'appropriato affiliato tramite il quale promuovere i propri prodotti. Optare per settore non inerente o per un'azienda che non ha niente a che fare con i propri prodotti o servizi, conseguentemente mostrando il prodotto a degli utenti che non sono potenzialmente interessati e convertibili, potrebbe rivelarsi un grande buco nell'acqua e una grossa perdita di tempo e di opportunità. Infine, non bisogna dare per scontato che l'affiliato scelto sia un venditore professionista e che faccia tutto il lavoro per noi senza alcun bisogno di monitoraggio: è consigliato seguire l'attività promozionale del nostro affiliato per assicurarsi che veicoli una promozione efficacie e adatta alla sua audience e all'incremento delle vendite. Conclusioni L'affiliate marketing si rivela una grandissima opportunità per tutti: chiunque può raggiungere un buon profitto avvalendosi di questa strategia, dal dilettante che sta approcciando il mondo del business online e vuole fare dell'affiliate marketing il suo lavoro; all'influencer che cerca una tecnica in più per generare entrate; al chi preferisce cimentarsi in un hobby diverso dall'ordinario che offre anche opportunità di guadagno; all'azienda che cerca un nuovo modello di marketing per ridurre i costi e i rischi e rivolgersi ad un pubblico più ampio e mirato. Per approfondimenti su come fare inbound marketing nella tua azienda ti consigliamo il nostro ebook gratuito su esempi di aziende che ce l'hanno fatta nelle loro strategie inbound. Image by rawpixel.com on Freepik