La ricerca di parole chiave è un processo molto importante per chi vuole ottenere visibilità con il proprio sito web all'interno della rete di ricerca. Perché la keyword research è importante? Perché in questo modo è possibile capire l'intento di ricerca di una persona mentre naviga sul web e mostrarle dei contenuti di qualità e pertinenti alle proprie esigenze. Ciò ci fa capire una cosa: lo stratagemma di utilizzare l'esatta parola chiave che corrisponde perfettamente alla ricerca effettuata da una persona è ormai superato. Viene dato, invece, uno spazio privilegiato al pensiero che sta dietro una determinata ricerca e ai contenuti che riescono a rispondere nel modo più completo a tale richiesta di informazioni, quindi appunto, a quelle informazioni che riescono a rispondere all'intento di ricerca dei propri utenti target. Ma veniamo al dunque, ecco come avviare un processo di ricerca combinando SEO e argomenti interessanti per gli utenti che utilizzano il web. Come svolgere una ricerca di parole chiave in ottica SEO 1. Crea una lista di argomenti importanti e pertinenti con ciò che riguarda il tuo business Pensa ai topic che vuoi affrontare all'interno del tuo sito: devono essere argomenti pertinenti alla tua attività e che diventeranno in seguito le macro categorie a cui farai risalire tutte le seguenti parole chiave più specifiche. Pensa, per esempio agli argomenti che vengono fuori più frequentemente durante una conversazione commerciale, oppure le domande che ti vengono rivolte più spesso dai tuoi potenziali clienti: questi sono ottimi spunti di partenza. Mettiti nei panni dei tuoi buyer persona - quali sono le tematiche per cui vorresti che il tuo pubblico ideale ti trovasse sul web? Se tu fossi un'azienda come HubSpot, e ICT Sviluppo stessa, ad esempio, che vende software di marketing, una lista di argomenti generali potrebbe essere questa: inbound marketing (2400) email marketing (1900) lead generation (3600) SEO (18100) marketing automation (880) social media marketing (4400) I valori tra parentesi corrispondono al volume di ricerca mensile per ogni keyword: questo dato ti permette di capire quanto sono importanti e cercati i topic che hai scelto e quante differenti sottocategorie prendere in considerazione per raggiungere un buon posizionamento con quella parola chiave. A proposito di sottocategorie... 2. Inizia con la ricerca delle keyword Ora che sai quali sono gli argomenti su cui ti vuoi focalizzare, è il momento di identificare alcune parole chiave da includere all'interno di queste categorie. Si tratta di termini che ritieni importanti per la classificazione all'interno della SERP (pagina dei risultati dei motori di ricerca) perché il tuo cliente target sta conducendo delle ricerche considerando proprio quei topic. Prendiamo, per esempio, l'argomento marketing automation. Relativamente ad esso, ecco alcune parole chiave correlate che un utente potrebbe ricercare: strumenti per la marketing automation come utilizzare un software di marketing automation cos'è la marketing automation? lead nurturing email marketing automation migliori strumenti di automazione L'elenco può andare avanti all'infinito, il punto non è trovare la lista definitiva ma capire quali sono i punti (vedi dubbi, domande, perplessità, desiderio di risposte) correlati al tuo macro argomento che hai scelto. Per capire se le parole chiave che hai pensato corrispondono a dei veri e propri intenti di ricerca da parte degli utenti, ci sono molti strumenti (gratuiti e non) con cui rilevare il volume di ricerca, la competitività della parola, i trend stagionali: Google Trends, per capire quanto la popolarità di un termine di ricerca e per individuare i trend legati ad un specifico periodo temporale; Ubersuggest, con individuare il volume di ricerca di una kw, il suo livello di competitività, il costo per clic per un'eventuale pubblicità online; Google Suggest, ossia la barra di ricerca di Google che, non appena inizi a scrivere, ti suggerisce le ricerche che più comunemente vengono effettuate dalle persone; SemRush, tra le altre cose, per individuare i volumi di ricerca, trovare altre keyword correlate e per spiare le keyword dei propri competitor (ne riparleremo al punto 5). 3. Ricerca i termini correlati Se hai difficoltà a trovare nuovi termini, ecco che ti vengono in aiuto le parole chiave correlate. Facciamo un esempio: sono ancora alla ricerca di altre kw per popolare la mia categoria marketing automation ma sono senza idee. Google mi viene in aiuto consigliandomi le ricerche che gli utenti fanno quando digitano la keyword marketing automation come si vede nell'immagine: Ovviamente non tutte le frasi che troverai saranno di tuo interesse, ma per avere altri suggerimenti ti basta cliccare su uno dei termini di ricerca e consultare le parole ad esso correlate e così via fino a che non avrai abbastanza risultati. 4. Utilizza sia keyword a coda lunga che termini più generici Le seconde sono parole chiave generalmente più brevi e più generiche - lunghe da una a tre parole. Le parole chiave a coda lunga, al contrario, sono frasi più lunghe che corrispondono ad un intento specifico e difficilmente equivocabile. Mentre, infatti, marketing automation può corrispondere a diverse ricerche, da chi vuole sapere di cosa si tratta, fino a chi è già indottrinato e vuole acquistare un software con cui implementarla in azienda, chi digita su Google marketing automation esempi vuole informarsi sulle applicazioni pratiche di quest'ultima. È importante verificare di avere un mix di termini principali e termini long-tail per attuare una strategia ben bilanciata con obiettivi sia a lungo che a breve termine. Questo perché i termini principali vengono generalmente cercati più frequentemente, cosa che li rende spesso (non sempre, ma spesso) molto più competitivi e difficili da classificare rispetto ai termini long-tail. D'altro canto, però, qualcuno che sta cercando qualcosa di specifico è probabilmente qualcuno di molto più qualificato per il tuo prodotto o servizio di qualcuno che cerca qualcosa di veramente generico. E poiché le parole chiave a coda lunga tendono ad essere più specifiche, di solito è più facile capire cosa cercano davvero le persone e dare loro esattamente ciò che cercano. 5. Guarda come lavorano i tuoi competitor Anche se non è detto che le parole chiave che utilizzano i tuoi competitor interessino anche a te, dare un'occhiata a quali keyword hanno deciso di utilizzare per il loro business ti può dare nuovi spunti. Se anche loro si posizionano con alcune parole chiave che sono nella tua lista, ha sicuramente senso lavorare su quest'ultime per migliorare il tuo ranking, senza però ignorare quelle che non sembrano interessare ai tuoi concorrenti. Questa, infatti, potrebbe essere l'opportunità per arrivare per primi su nuove quote di mercato. Ultimo step, organizzare il tuo lavoro Ora che hai un elenco di parole chiave su cui concentrarti per portare traffico verso il tuo sito aziendale, ricordati di organizzare il tuo lavoro in modo da tenere traccia dei termini che stai utilizzando e fare una valutazione delle performance a intervalli regolare per vedere se il progetto procede bene. Man mano che acquisisci ancora più autorità nelle SERP, scoprirai che puoi aggiungere sempre più parole chiave alle tue categorie e scoprirne di nuove. [Articolo originale: http:https://blog.hubspot.com/marketing/how-to-do-keyword-research-ht]
Quando crei una landing page, il copy e il design non bastano. Se vuoi che converta, e quindi ti porti nuovi contatti e potenziali clienti, deve anche essere ottimizzata in chiave SEO. La SEO è un processo formato da tante, tantissime, attività che aumentano la qualità e la quantità del traffico che visita un determinato sito web attraverso l'incremento della visibilità delle sue pagine. Sembra complicato? Un pò lo è, ma andiamo per gradi. Come funziona la SEO? La priorità di Google è quella di mostrare alle persone che effettuano la ricerca dei contenuti pertinenti rispetto al loro intento, ed è proprio qui che viene in aiuto la SEO. SEO è l'acronimo di Search Engine Optimization e si riferisce al processo di modifica ed elaborazione per fare in modo che le pagine del proprio sito siano mostrate da Google (e da tutti gli altri motori di ricerca) tra i primi risultati da chi effettua una ricerca sul web inserendo una determinata parola chiave. Per definire chi va a ricoprire i primi risultati della SERP, Google utilizza un algoritmo proprietario frutto di anni e anni di analisi dei comportamenti degli utenti su internet e proprio per questo viene aggiornato in continuazione. Per saperne di più su SEO e funzionamento dell'algoritmo di Google, consiglio la lettura di The Art of SEO. Come realizzare una landing page ottimizzata SEO Ma nello specifico, come si fa SEO - e più in particolare ancora, come si rende una landing page SEO-friendly? Premessa: in alcune situazioni, lo sforzo di ottimizzare una landing page in ottica SEO non vale la candela, come, per esempio, nel caso in cui la pagina che stai creando è temporanea e verrà messa online per una campagna che scadrà a breve. In tutti gli altri casi, la SEO ti aiuterà a: aumentare le possibilità che tu sia visualizzato nella parte alta dei risultati di ricerca rafforzare il tuo brand migliorare le user experience Detto questo, iniziamo! Ottimizza l'URL Rendere l'URL SEO-friendly comporta principalmente tre vantaggi: migliora l'esperienza di navigazione sia per le persone che cercano informazioni sul web ma anche per il motore di ricerca. Un URL facile da leggere e non troppo lungo fornisce già tutte le informazioni necessarie per capire cosa aspettarsi nel momento in cui viene aperta la pagina; ottimizza il ranking della pagina se viene inserita la parola chiave al suo interno (ne parleremo meglio dopo) se scritto bene, può essere addirittura usato come un vero e proprio anchor text senza dover inserire il link all'interno di una frase, ma utilizzando il link stesso. Perciò un URL deve: essere corto e dritto al punto, includere la keyword - le keyword in alcuni casi - con cui vuoi posizionare la pagina, essere senza spazi bianchi, accenti, segni di punteggiatura e lettere maiuscole. Scegli con cura le keyword Per essere trovati da chi effettua determinate ricerche su Google, lo step in cui scegliere le parole è fondamentale, necessario, irrinunciabile. Il processo di analisi e ricerca delle keyword di interesse è lungo e, per molti versi, faticoso, ma se fatto con cura porta esattamente ai risultati attesi. Per cercare i termini più diffusi con cui le persone effettuano le ricerche su Google, ci sono diversi strumenti a disposizione (gratuiti e non): SEMrush e SEOZoom, le piattaforme di analisi traffico e di ricerca keyword più famose sul mercato, con cui è possibile anche osservare le scelte semantiche dei competitor; Ubersuggest, strumento free con cui capire i volumi di ricerca e i trend stagionali di ogni keyword; la barra di ricerca di Google, che, non appena inizi a scrivere ti propone dei suggerimenti di ricerca Il principale consiglio è quello di utilizzare delle keyword a coda lunga che permettono di raggiungere un mercato più piccolo ma di persone altamente interessate al tuo prodotto o servizio. Al contrario, le keyword più generiche sono tendenzialmente già utilizzate dai big player del mercato (con cui non vuoi competere direttamente, per esempio amazon) e hanno tassi di conversione molto bassi. Inserisci le keyword nei posti giusti Dopo aver scelto la keyword con cui vuoi posizionare la landing page, è importante posizionarla in modo strategico al suo interno (senza cadere nella trappola del keyword stuffing!). Dove inserire la keyword: nel title della pagina, che viene mostrato come prima cosa tra i risultati di ricerca e nella tab in alto una volta aperta la pagina. Il suo scopo non è solo quello di indicare quale sarà l'argomento trattato in pagina, ma anche di attirare l'attenzione delle persone con un titolo accattivante; negli header, in particolare nell'H1 (uno solo per pagina!) e in almeno uno degli H2, i quali vanno a indicare a Google che il contenuti al loro interno è prioritario rispetto al resto; all'interno dell'alt-name dell'immagine nel testo della landing page, integrando la parola in modo armonico perché ricorda, stai parlando con degli esseri umani prima di tutto e l'ottimizzazione SEO dovrebbe essere posta in secondo piano rispetto all'utente. Utilizza i dati strutturati Come dice Riccardo Mares nel blog di SEMrush, i dati strutturati si possono volgarmente tradurre così: “Vuoi che io (motore di ricerca) capisca alla perfezione il tuo messaggio? Perfetto: fammelo trovare scritto così.” Questo è esattamente ciò che fanno: utilizzano uno schema per facilitare la comunicazione a Google dei dati presenti all'interno della pagina web senza dare spazio a interpretazioni errate. Attraverso i dati strutturati le informazioni sono trasmesse al motore di ricerca in modo più accurato e completo, migliorando così anche la possibilità di essere posizionati nelle prime posizione della SERP rispetto a chi, invece, non ne fa uso. Ottimizza per il mobile Il traffico web si sta spostando sempre di più verso il mobile, quindi il minimo che si può fare è rendere la propria landing page ottimizzata per qualsiasi dispositivo e qualsiasi dimensione di schermo. Ricorda che le pagine da mobile: vengono consultate in verticale, qualsiasi scroll orizzontale risulta fastidioso devono caricarsi velocemente (parliamo di secondi, 2 o 3 al massimo) devono avere lo stesso contenuto della landing page visibile da desktop non devono presentare popup o altri elementi che disturbano la concentrazione di chi cerca informazioni Velocizza il tempo di caricamento Vediamo alcune statistiche presentate da Kissmetrics per capire quanto è importante che la tua landing page si carichi il più velocemente possibile: il 47% delle persone si aspetta che una pagina web si carichi in meno di due secondi il 40% delle persone abbandonano la pagina se questa impiega più di 3 secondi per caricarsi un secondo di ritardo sul caricamento può ridurre le conversioni del 7% se un e-commerce guadagna circa 100000 dollari al giorno, il ritardo di un secondo costerebbe potenzialmente 2,5 milioni di dollari di perdite di fatturato in un anno Per capire quanto è veloce la tua landing page, Google mette a disposizione il PageSpeed Insights che fornisce informazioni sia sulla versione mobile del tuo sito che di quella desktop e ti propone delle soluzioni per migliorare le prestazioni. La lunghezza della pagina conta (relativamente) Solitamente si tende a pensare che una landing page debba andare dritta al punto e quindi la lunghezza del copy può essere tranquillamente trascurata. Non proprio: content is king che sta a significare che il contenuto è importantissimo SE di qualità e se fornisce puntuale e complete informazioni alle persone che atterrano sulla tua pagina. Nel caso della landing page, non è necessario scrivere poco, quanto dire le informazioni importanti in modo chiaro e preciso.
Il blog è uno degli strumenti di punta dell’inbound marketing, non il solo, naturalmente, e non da solo. Gestire un blog è un modo efficace per pubblicare e promuovere con costanza contenuti che fanno riferimento al settore industriale in cui opera la tua azienda e che trattano di problematiche che i tuoi prospect potrebbero avere. Scegliere i giusti contenuti, presentarli nella maniera corretta e avere chiaro il ruolo del blog nel processo di attrazione e conversione, sono passi necessari per mantenere un blog che possa supportare l’attività commerciale della tua azienda. Il blog nell’inbound marketing Fare inbound è fare in modo che la tua azienda sia facilmente trovata da quelle persone che hanno bisogno del tuo aiuto. La metodologia inbound è suddivisa in tre stadi che il marketing, le vendite, il supporto al cliente utilizzano per creare e mantenere le relazioni con i clienti/prospect: stadio di attrazione, coinvolgimento e delizia. Riguarda tutta l’azienda: l’attrazione non è solo opera del marketing, il coinvolgimento non è solo compito del commerciale e la delizia non è solo compito del supporto. Il blog supporta la tua strategia di inbound marketing in tre modi: aiuta ad attrarre nuovi visitatori aiuta a convertire i visitatori in lead aiuta a farti riconoscere come esperto. 1. Attrarre nuovi visitatori Per capire come il blog ti aiuta ad attirare visitatori, pensa a come una persona ricerca informazioni online: ha domande, dubbi o problemi che stanno cercando di risolvere. Potrebbe andare online e digitare la sua domanda nella barra di ricerca di Google (o chiederlo a Siri, Cortana e Google). Se un post del tuo blog è in grado di fornire la risposta alla domanda posta, questi utenti sconosciuti (o meglio, ai quali la tua azienda o il tuo prodotto sono sconosciuti) potrebbero trovarti e venire a visitare il tuo sito web. Inoltre, ogni nuovo articolo del blog è una nuova, unica, pagina del tuo sito. Questo significa aumentare le possibilità di posizionarsi sui motori di ricerca, ottenere link da altri siti internet, ottenere condivisioni sui canali social. Grazie a queste peculiarità, il blog assume un ruolo chiave nella fase di attrazione della metodologia inbound. 2. Supportare la conversione in lead Quando qualcuno viene a leggere un tuo articolo del blog hai già ottenuto il grande obiettivo di cogliere la sua attenzione. Ma non puoi fermarti a questo: devi essere pronto e saper promuovere in modo strategico offerte correlate, di qualunque tipo o formato, dal video di un webinar ad una guida gratuita. Se il tuo lettore vuole approfondire l’argomento trattato, gliene dai l’opportunità, indirizzandolo verso la landing page e il tuo contenuto. 3. Ottenere riconoscimento Il blog può aiutare la tua azienda e le persone che di proprio pugno firmano gli articoli ad ottenere riconoscimento nel settore. Più si pubblica nel blog, più gli utenti ti vedranno come una fonte affidabile di informazioni nel particolare ambito in cui operi. Come creare un articolo di successo per il tuo blog Un blog ben fatto è un asset importante, quindi non si può improvvisare e serve invece pianificare una valida strategia di creazione di contenuti e seguire le migliori pratiche. Ecco come creare il tuo piano di contenuti per il blog. a) Scegli di cosa scrivere: argomento Il primo passo è la scelta di un argomento di cui parlare. Un punto di partenza, che garantirà al tuo blog un valore, è scegliere contenuti educativi. Per poter attirare qualcuno sul blog, devi saper rispondere alle domande e ai problemi per i quali sono alla ricerca di soluzioni. Chiediti quindi: Cosa ricercheranno? Di cosa vogliono essere messi a conoscenza? Che argomento interessa e ha rilevanza per loro? Qual è l’intento di ricerca? In un blog parte della strategia Inbound Marketing, considera anche il tuo buyer persona, i suoi bisogni, necessità e aspirazioni, quando prepari un elenco di argomenti di cui scrivere. Un punto fondamentale nella scelta dei contenuti del blog, indipendente dalla metodologia inbound, è questo: parla del tuo settore, non di te stesso (la tua azienda o prodotto). Questo perché il tuo obiettivo è quello di attirare persone che non hanno sentito parlare della tua azienda e dei tuoi prodotti. Se parli di te, non ti troveranno facendo una ricerca su Google. Realizzare una lista di argomenti per il blog Se non hai molto chiaro quali contenuti, collegati alla tua azienda, possono essere più utili al tuo pubblico, chiedi ai colleghi che maggiormente hanno a che fare con i clienti, come quelli del reparto commerciale e assistenza. Sono i primi a dover rispondere alle domande dei prospect, che sanno quali argomenti suscitano interesse nei loro interlocutori, hanno sviluppato nel tempo una strategia di comunicazione delle informazioni e di approccio al cliente che rappresenta un preziosissimo bagaglio di informazioni. Alcune delle domande che puoi far loro per raccogliere interessante materiale: quali sono le domande che i clienti/prospect ti fanno più spesso? di cosa hanno generalmente bisogno? che cosa vorresti che le persone conoscessero del tuo settore? qual è l'argomento caldo del settore? quali sono le obiezioni comuni? Di cosa si lamentano? di cosa non vogliono sentire parlare o quali sono i luoghi comuni che devi combattere? Ricerca inoltre di cosa parlano i tuoi concorrenti e gli argomenti trattati nei blog e canali social del tuo settore. Definire il tuo argomento Parti da un argomento generico e poi stabilisci i dettagli per definire l’approccio con cui tratterai l’argomento nell’articolo corrente, inerente all’intento di ricerca. Facciamo un esempio per ICT(digitalthink): un argomento generale per il nostro blog, in linea con la nostra proposta di servizi è “inbound marketing”. Alcuni degli argomenti trattati negli specifici articoli sono però: cos’è l’inbound marketing, Agenzia inbound marketing: come scegliere quella giusta?, Perché l’inbound marketing sostituirà l’outbound marketing, Perché scegliere HubSpot se fai inbound marketing … e molti altri che potete leggere nel nostro blog se selezionate il topic “inbound marketing”. Questi articoli, seppur parlando tutti di inbound marketing, rispondono a differenti intenti di ricerca degli utenti, rispondono a domande diverse che potrebbero digitare su google. Pensare alle parole chiave Le parole chiave sono i termini o le frasi che vengono digitate (o dette) sui motori di ricerca ed indicano le questioni per le quali le persone stanno cercando informazioni. Pensare in chiave SEO è importante per il successo del blog nel medio-lungo periodo. Come sapere cosa ricercano le persone? Beh, chiediamolo a Google: Tutti questi termini rappresentano ricerche con intenti ben diversi e specifici sull’argomento inbound marketing. Ce ne possono essere molti altri e ciascuno può essere trattato in post del blog differenti. Starà a voi essere abili nel trattare questo argomento nel modo più adatto ad esprimere la visione della vostra azienda sull'argomento. Una buona regola da seguire quando si prepara il piano editoriale del blog è proprio quella di focalizzarsi su una sola parola chiave a coda lunga per articolo del blog, questo per poter mantenere il focus del post e ottimizzare l’articolo per quella keyword. Vantaggi della long-tail keyword: mantengono il focus su uno specifico argomento di interesse per il pubblico aiutano ad ottenere un traffico più qualificato che ha maggiori possibilità di convertirsi in lead. Pensare a promuovere la tua offerta di contenuti per la conversione In fase di creazione di idee, considera anche il contenuto che hai realizzato (o stai realizzando) e il cui download devi promuovere: crea una lista di articoli del blog che potrebbero supportare il contenuto della guida/webinar/ecc. In questo modo, se qualcuno atterra sul tuo articolo del blog e trova il contenuto interessante, aumentano le chance che clicchi sulla tua call-to-action per accedere al tuo contenuto. B) Definisci il titolo La scelta del titolo non è da trascurare: è la prima cosa che legge un utente e deve essere in grado di catturare l’attenzione. Trovare subito quello più adatto, non è cosa facile, è bene quindi partire con un titolo provvisorio che verrà poi perfezionato dopo la stesura dell’articolo completo e prima della pubblicazione. Come scrivere un titolo efficace: includi nel titolo la tua keyword a coda lunga definisci chiaramente nel titolo il valore del post e stabilisci le giuste aspettative mantieniti nei 60 caratteri, la lunghezza ideale di un titolo per il blog inserisci la tua keyword all’inizio o nella prima parte del titolo. C) Formatta correttamente il post Se il titolo cattura l’attenzione e stabilisce le giuste aspettative, il corpo del testo deve consegnare nel modo migliore quanto promesso: deve invogliare il lettore a leggere il tuo contenuto ed essergli utile, almeno un po’. L’introduzione: scrivi un’introduzione accattivante: usa lo humor, trasmetti empatia o interessa il lettore con fatti e statistiche d’effetto descrivi subito il contenuto del post e spiega in che modo tratterai il tema presentato nel titolo: nessun climax nel blog! Fai in modo che chi legga le prime righe abbia voglia di continuare a leggere. Il corpo dell’articolo: la lunghezza dell’articolo varia a seconda del tema trattato, non c’è una regola. L’importante è coprire interamente l’argomento proposto nel titolo e risolvere il problema indicato. usa la formattazione ed elementi visuali per rendere il post più accattivante ed agevolare la lettura e la comprensione del tema: immagini o contenuti multimediali spazi bianchi titoli di paragrafi (h2 e h3) elenchi puntati e numerati paragrafi non troppo lunghi utilizzo mirato del grassetto. Immagine di copertina (feature image): L’immagine di copertina, di solito riportata in cima all’articolo, serve ad attirare l’attenzione del lettore e ad invogliare la lettura. L’immagine dovrebbe riflettere il tema dell’articolo, intrigare o provocare il lettore. Non deve necessariamente illustrare ciò di cui tratta l’articolo, ma essere comunque in tema con l’argomento. Certo, trovare l’immagine giusta non è facile. Gli utenti HubSpot hanno a disposizione una selezione di più di 5000 immagini da utilizzare per i propri articoli del blog. In alternativa si possono utilizzare portali specializzati che mettono a disposizione migliaia di immagini gratuite. D) Promuovi l’offerta sul blog per aumentare la lead generation Se vuoi che la tua strategia di inbound marketing ottenga i risultati sperati, allora è cruciale che il blog promuova strategicamente un’offerta di contenuto corrispondente e rilevante. L’obiettivo è quello di attirare un visitatore, fornirgli un contenuto interessante relativo all’argomento di ricerca e offrirgli un ulteriore aiuto che lo porti a compiere il passo successivo. Inserisci sempre una call-to-action alla fine dell’articolo per proporre un’azione successiva. Se un articolo è molto lungo, si possono inserire più call-to-action. Tuttavia, per non interrompere troppo l’esperienza di lettura, si possono inserire della call-to-action sottoforma di link ipertestuali. E) Ottimizza per i motori di ricerca L’ultimo passo è quello dell’ottimizzazione il post per i motori di ricerca. Significa controllare che la parola chiave a coda lunga scelta per il blog sia presente anche nel: titolo url corpo del testo alt-text delle immagini meta description Infine, aggiungi all’interno dell’articolo link interni (ad altre tue pagine del sito/blog) ed esterni (a pagine di terze parti). F) E considera anche… Di inserire la possibilità di condividere il post sui social. Di ottimizzare il post per i dispositivi mobile. Di scrivere con costanza e frequenza.
La SEO, come è ben risaputo, è in continua evoluzione: quello che ancora non tutti hanno recepito è che in questi ultimi anni sta sperimentando le più intense rivoluzioni dalla sua origine, che porteranno inevitabili cambiamenti anche nelle strategie di marketing. Un pò drastico, no? Però è vero. Finora, gli esperti SEO hanno attribuito quasi tutto il valore di posizionamento alle keyword: se una parola chiave ben ottimizzata compariva sapientemente nell'H1, in almeno uno o due H2 e nella meta-description, potevi star certo di aver un buon lavoro (per l'autorità online della tua azienda, almeno). Questo portava a dei contenuti talvolta poco efficaci: un visitatore poteva imbattersi in un documento che, anziché dare informazioni su ciò che prometteva, risultava come un ammasso male assortito di parole chiave, messo online solamente per posizionamento e non per l'utilità degli users. Questa pratica, detta keyword stuffing, è stata severamente criticata, e in seguito vietata, da Google, che ha minacciato penalità di posizionamento per i trasgressori: questi ultimi non si sono mai dati troppa pena e hanno continuato a infilare senza ritegno keyword nelle loro pagine. Ma la situazione è in procinto di cambiare. Gli aggiornamenti dei motori di ricerca si sono fatti sempre più avanzati, e l'ultimo di questi, Rank Brain, sembra in grado di cambiare le carte in tavola, poiché è alimentato da un'intellligenza artificiale in grado di riconoscere le query meno usate ed allacciarle a quelle più comuni: questo significa che Google potrà penalizzare con più severità il keyword stuffing, dando allo stesso tempo modo di non dipendere da una parola specifica durante il processo di scrittura. Ma...a che cosa serve davvero la SEO? Ma vediamo di analizzare i risvolti pratici di questi grossi cambiamenti tecnici. Che ruolo ha la SEO nel processo di vendita? La Search Engine Optimization, come suggerisce il nome, ha lo scopo di ottimizzare i risultati dei motori di ricerca, rivelando ai nostri lettori della rete i risultati inerenti alla loro query che hanno riscosso più click. Si intuisce già da qui l'importanza che assume questo tipo di autorità: una buona SEO porta a comparire più facilmente come risultato delle ricerche degli interessati ad un determinato argomento, e nel caso dei venditori ad avere un traffico maggiore. Ma per quanto sia importante, la SEO non è tutto: potremmo immaginarci la scena nella realtà, paragonando il rank online di due pagine alla grandezza di due edifici fisici. Quello più imponente attirerà l'attenzione più dell'altro, quindi più traffico e dunque più possibilità di chiusura: ma questa sua caratteristica non è garanzia che i curiosi si trovino bene al suo interno. Potrebbe essere un edificio immenso, dotato però di interni scadenti e personale sgarbato: gli interni sono ovviamente i contenuti della pagina, e il personale i contatti messi a disposizione dei visitatori. La SEO è dunque il primissimo punto di partenza per generare traffico, ma deve essere ben curata e seguita da un buon contenuto e da pronte risposte: l'esatto opposto del keyword stuffing del quale parlavo nell'introduzione, che dal 2015 ad oggi (per fortuna) è diventando sempre meno efficace. La rilevanza della local SEO La qualità del contenuto e l'autorità su certi argomenti non sono l'unica cosa che sta a cuore ai motori di ricerca: per andare incontro ai desideri del ricercatore, Google unisce alle due variabili iniziali anche le opzioni valide a lui più vicine, rendendo anche la posizione dal quale viene eseguita la ricerca un fattore critico per il posizionamento. Che cosa significa questo? Che avere un sito web è fondamentale, ma se sei una PMI con un interesse ad avere una forte presenza locale questo non basta: devi andare oltre, sfruttando le apposite pagine di business del motore di ricerca (Google My Business ne è l'esempio più recente) e costruirle, verificarle e ottimizzarle con la stessa cura che hai dedicato al tuo sito web. La crescita della SEO su mobile L'ottimizzazione di un sito per le ricerche mobile potrebbe sembrare qualcosa di superficiale, una sorta di perfezionamento delle risorse del sito, ma poco utile nella pratica: ebbene, rimarresti stupito di quante ricerche a scopo commerciale vengono eseguite da dispositivi mobili. Questi si stanno evolvendo sempre di più, e ad una velocità sbalorditiva: già da qualche anno sono indissolubilmente legati al web (pensate a come Whatsapp abbia completamente sostituito gli SMS, entrando anche nell'ambito delle chiamate; o del successo delle indagini vocali, che nel 2018 costituiscono ben il 20% delle ricerche da cellulare). Omettere l'ottimizzazione del tuo sito per mobile può farti perdere molte occasioni: immagina che qualcuno approdi sulla tua pagina dal cellulare, e che l'abbandoni dopo meno di 5 secondi perché il layout è fastidiosamente fuori scala oppure non permetta di visionare alcuni elementi. Quello è un lead perso, per colpa di una tua errata valutazione: non permettere che accada. Conclusione Abbiamo spiegato perché la SEO procura contatti alle aziende, quindi potenziali clienti: questo si traduce in più clienti effettivi, cioè un aumento di fatturato. E qualsiasi strategia che concorra all'aumento di fatturato è fondamentale per un'azienda: se poi questo tipo di soluzione è in costante evoluzione e soggetta a svariati aggiornamenti, si capisce che è d'obbligo avere come minimo una personalità, se non un team, che ne segua gli sviluppi e sappia come analizzarli. Altrimenti una valida opzione è appoggiarsi ad un'azienda che sa come muoversi nel mondo della SEO, in modo che segua per te il posizionamento dei tuoi documenti sul web (e, se ne hai bisogno, che li crei anche al tuo posto), aumentando il loro rank e sfruttando la loro autorità per farti guadagnare visibilità.
Trovare clienti con Google non è difficile. Tutto sta nel pianificare bene le azioni da fare e prepararsi all’arrivo delle prime persone con delle offerte in grado di supportare le aspettative dei visitatori del sito. Per trovare clienti da Google i passaggi non sono scontati. E non sono solo SEO, la SEO, da sola, non ti fa trovare clienti. Proviamo a vedere assieme come fare. 1) Crea una landing page per chi è interessato ai tuoi prodotti o ai tuoi servizi Significa avere una pagina - anche all’interno del sito - dove si presenta in maniera chiara quali valori e vantaggi può portare il nostro prodotto/servizio al visitatore che - si spera - riusciremo a trasformare in cliente. Oltre, ovviamente, a presentare i nostri prodotti/servizi in modo chiaro. Le landing page, possono anche intercettare prospect che in questo momento non sono pronti a comprare, purchè si riesca ad offrire loro qualcosa di valore, qualcosa di importante e poi si riesca a tracciare il loro comportamento online per profilarli e segmentarli a seconda degli interessi (vedi il post Che cos'è una landing page) 2) Porta traffico da Google alla tua landing page Per portare traffico alla tua landing page hai due strade: il traffico organico e il traffico a pagamento. Per il traffico a pagamento di Google non ci sono tante alternative: le ADWords, ovvero gli annunci a pagamento. Questi possono essere di due tipi: sulla pagina delle ricerche di Google, legati alle parole utilizzate dall’utente nella sua ricerca su Google e quelle a “banner” sui siti che ospitano le pubblicità in ambio di una percentuale da Google. Per il traffico organico le cose invece ci complicano. Un attimo fa abbiamo detto di inserire nella tua landing page dovrebbero trovare posto sia le descrizioni dei prodotti/servizi (anche succinte) ma, soprattutto, il valore che porterebbe nella vita del visitatore il loro acquisto. Ora, una landing page è limitata dai suoi obiettivi e dalla quantità di testo che inserite su questa. Nelle promesse e nei contenuti, non può soddisfare tutti i bisogni dei nostri possibili clienti. Affinché su questa landing page arrivi il traffico organico di Google, e ti aiuti effettivamente a trovare clienti grazie a Google, devi attivare un progetto SEO più organico, che ha bisogno di un blog (e magari un’attività di social per per ottenere qualche link in entrata da chi apprezza e trova utile quello che stai facendo). Ma partiamo dal… 3) Parti con un blog subito No, non so dicendo che devi fare l’ennesimo blog fuffarolo per portare traffico al sito. Mi pare ovvio che se vogliono trovare clienti grazie a Google dobbiamo attirare traffico al sito… ma non puntare sulla quantità, punta sulla qualità del contatto, cercando di attrarre solo prospettiva. Per far loro un bel servizio, posizionare il tuo brand, offrire ai tuoi contatti un valore, dovresti prima di tutto ragionare suoi tuoi buyer persona e definire almeno i principali. In questo modo, quando crei un post del blog, penserai sempre a che valore stai regalando loro, cosa stai offrendo di così importante, per cui questa persone dovrebbero arrivare sul tuo sito e dire “cazzo che bello questo posto, che utile, che wow…” Ma nelle definizione del piano editoriale dovresti essere un ragazzo scaltro e pensare i tuoi post del blog non solo perché siano utili ai tuoi buyer persona o ti aiutino nella scalata della sera di Google, ma affinché siano “armonici” con le offerte che presenti nelle landign page. Infatti, quando un visitatore è all’interno del sito, saresti proprio un pollo lasciartelo scappare senza neppure offrirgli qualcosa da fare. Tante più probabilità avrai che il lettore del tuo post vada a visitare la landing page quanto più “continua” ed armonico risulterà l’invito all’azione che inserirai nel post del blog. 4) Non dimenticarti le call to action Ogni volta che ti sforzi e dedichi risorse per costruire dei post del blog, devi fare in modo che questi diventino dei lead. E per farlo devi portarli sulle landing page. Per massimizzare lo sforzo devi diventare un supersamurai delle Call-to-Action, ovvero degli inviti all’azione che semini nel blog, come le briciole di pane di Pollicino. In questo modo il percorso visitatore-blog-cta-landig-lead sarà ottimizzato e in grado di portarti dei risultati. 5) La marketing automation! A questo punto, se vuoi che il tuo prospettiva diventi un cliente, dovresti cominciare a vivere un rapporto intimo, in cui non gli romperai le palle con continue email di offerte di prodotti e servizi mirabolanti, ma gli proporzionerai il giusto contenuto nel giusto momento. Come? Con la marketing automation! Grazie ai cookie saprai riconoscere chi torna nel sito e, a seconda delle interazioni con i tuoi contenuti, saprai personalizzare al meglio il messaggio con una proposta commerciale (comprare, appuntamento o altro) Ok, pensavi parlassi solo di SEO? Non è con la SEO che trovi clienti online con Google ma con una strategia accurata di Inbound marketing che passa attraverso l’utilizzo della piattaforma HubSpot e una verifica puntuale delle azioni intraprese, per migliorare continuamente i rendimenti, sia che arrivino da traffico organico (le ricerche e i risultati naturali) che da quello a pagamento (AdWords). L'inbound marketing è la strada che deve intraprendere la tua azienda se vuoi cominciare davvero a trovare nuovi clienti grazie a Google per la tua azienda!
L’ottimizzazione SEO del blog per i motori di ricerca è estremamente importante per gli addetti al web marketing. Con l’ottimizzazione SEO infatti si fa in modo che le pagine del sito e gli articoli del blog possano essere trovati dalle persone che effettuano ricerche su Google su determinate parole o frasi collegata all’attività della loro azienda. Fare SEO non è così intuitivo e facile, tuttavia si possono imparare una serie di tattiche e buone prassi che permettono di ottimizzare un articolo del blog per una determinata parola chiave. Il pannello SEO di HubSpot Blog tiene conto di questi accorgimenti fondamentali e guida gli addetti marketing nell'ottimizzazione del contenuto per i motori di ricerca. Le tattiche dell’ottimizzazione SEO di un contenuto sul blog 1. Scegliere una o due keyword a coda lunga Sulla base all’argomento trattato nell’articolo, è bene selezionare una o due parole chiave che sono più rilevanti per il contenuto generale. Tra queste va identificata la keyword primaria ed eventualmente una variazione di essa. Limitare il numero delle keyword permette di rimanere affini all’argomento di cui si vuole parlare nell’articolo e di poter ottimizzare quella parola chiave. Per il blog le parole chiave a coda lunga sono più efficaci in quanto generano un traffico più interessato e aumenta la possibilità di conversione. 2. Includere le keyword in specifiche parti del post Le parole chiave vanno incorporate in specifiche sezioni del post per poter ottimizzare al meglio la pagina per i motori di ricerca. I quattro elementi principali sono: il titolo, il corpo del testo, l’URL e la meta descriprion. 2.1 Titolo Il titolo dell’articolo viene visualizzato su Google come testo di colore blu sottolineato e viene anche visualizzato sulla scheda del browser. Un titolo deve seguire queste linee guida: Non superare i 70 caratteri Includere la parola chiave a coda lunga Ogni tuo titolo deve essere unico In caso il titolo dell’articolo sia più lungo di 70 caratteri, è bene inserire la parola chiave all’inizio o comunque entro i primi 65 caratteri, che sono quelli visibili sulla SERP di Google. 2.2 Contenuto della pagina La parola chiave principale e le altre keyword devono essere utilizzate alcune volte all’interno del testo. Non serve preoccuparsi della densità o della posizione, vanno utilizzate in modo naturale. Lo scopo dell’articolo è offrire valore ed essere d’aiuto. Si può sottolineare o mettere in grassetto la keyword principale almeno una volta. 2.3 URL I motori di ricerca leggono l’URL per individuare il contenuto dell’articolo ed è il primo elemento che analizzano. Perciò è molto importante che l’indirizzo URL contenga la keyword primaria. Ogni parola dell’URL deve essere separata da un trattino e possibilmente non contenere caratteri speciali o simboli 2.4 Scrivere la meta description La meta description è il testo che compare sulla pagina dei risultati di Google sotto il titolo. Questo breve testo ha molta importanza per aiutare l’utente nella decisione di aprire o meno una pagina rispetto agli altri risultati elencati. Una buona meta description per la SEO dovrebbe: Essere tra i 150 e 160 caratteri Includere la parola chiave primaria e almeno una delle secondarie Fornire una valida ragione per la quale un utente dovrebbe visualizzare la pagina Essere descrittiva e non un elenco di parole 3. Ottimizzare le immagini Tutte le immagini utilizzate devono essere ottimizzate per fare in modo che i motori di ricerca possano “leggere” l’immagine. Utilizzate la parola chiave principale per denominare l’immagine ed eventualmente la parola chiave secondaria per le altre (se presenti). Le immagini possono essere ottimizzate in due modi: Nome del file: ogni parola deve essere separata da un trattino, ad esempio inbound-marketing-software.jpg ALT text: l’ALT Text deve essere identico al nome del file, senza i trattini. 4. Aggiungere link interni Utilizzare la parola chiave della pagina o degli articoli del sito come anchor text del collegamento ipertestuale. È consigliato includere uno o due link interni ad articolo di contenuto simile per ottimizzare le varie pagine e aggiornare i link interni man mano che vengono creati nuovi post. 5. Non utilizzare categorie di argomento simili (topic /tag) I topic permettono di organizzare il contenuto del blog ma devono essere utilizzati correttamente o potrebbero essere penalizzanti a livello SEO. Questo perché quando si crea un nuovo topic si crea una nuova pagina che contiene tutti i contenuti appartenenti a quel topic. Topic troppo simili dal punto di vista semantico potrebbero essere considerati come contenuti duplicati. 6. Aggiungere una Call-to-action Ogni articolo deve contenere almeno una call-to-action. Poiché il blog su HubSpot viene creato con il fine di fare lead generation, ogni articolo deve avere una call-to-action che inviti un utente a compiere un’azione. È il motivo per il quale viene pubblicato quel determinato articolo, su quel particolare argomento e quella specifica parola chiave. Inoltre una CTA fornisce un link interno. Il pannello SEO di HubSpot Poiché un blog aziendale veste un importante ruolo per la promozione di contenuti sul web, all’interno della piattaforma HubSpot Marketing nell’area di gestione del blog è stato incluso un pannello per il controllo degli elementi più importanti per una corretta ottimizzazione SEO di ogni articolo su un determinato argomento. Per aprire il pannello seleziona l’icona con il grafico sul menù laterale a sinistra. Per primo, inserisci la parola chiave (o due parole chiave) nel box per creare l’elenco dei suggerimenti. Gli elementi che verranno verificati sono: Titolo Presenza della keyword nel titolo: nel titolo dev’essere contenuta la parola chiave intorno alla quale è stato scritto tutto l’articolo. Lunghezza del titolo: poiché Google visualizza solo i primi 65 caratteri di un titolo, nel pannello SEO ne viene indicata la lunghezza complessiva con avviso se si superano i 70 caratteri. Corpo del testo Presenza della Keyword nel testo: il corpo del testo deve contenere la parola chiave stabilita almeno una volta per permettere ai motori di ricerca di comprendere l’argomento del post. Controllo link interni: presenza di link a pagine con lo stesso dominio del tuo sito/blog in HubSpot. Ripetizione della Keyword nel testo: viene verificato che la parola chiave non sia utilizzata troppe volte e viene segnalato una ripetizione superiore alle 5 volte. Call to Action: presenza di almeno una call-to-action nella pagina del blog. Immagine Immagine nel post: viene verificato che ci sia almeno un elemento nel post. Alt Text dell’immagine: quando viene inserita l’immagine, lo strumento verifica la corretta presenza dell’Alt Text. Meta Keyword nella URL: viene verificata la presenza della parola chiave (o di almeno una delle parole chiavi) nella URL dell’articolo del blog. Meta description: viene verificata la lunghezza del testo della meta description, compresa tra 1-155 caratteri. Keyword nella meta description: verifica della presenza di almeno una delle parole chiavi nella meta description. Fonti: How does the blog seo panel help me with my seo How can I optimiza my pages for seo Blog SEO: How to Search Engine Optimize Your Blog Content
Un preventivo SEO non è una cosa semplice e, sopratutto, va personalizzato sulle specifiche esigenze di ogni azienda. Detto questo, prima di passare in rassegna tutti gli elementi che possono concorrere alla definizione di un costo per la consulenza o l’ottimizzazione del sito web in ottica SEO, specifico che noi i progetti SEO li inseriamo solo all’interno di un progetto complessivo di inbound marketing, con realizzazione di contenuti annessa e – di preferenza — con la piattaforma software HubSpot Marketing. Premessa: non credo nel potere curativo della SEO. Troppe aziende pensano che per fare business online basti avere un sito e fare SEO per attirare potenziali clienti e vendere di più. NON FUNZIONA PROPRIO IN QUESTO MODO... L'attività di SEO è un di cui di una strategia web più grande! Vuoi acquisire nuovi contatti, segmentarli in base agli interessi e qualificarli commercialmente per poter vendere di più e meglio? Scopri la metodologia inbound (all'interno c'è anche la SEO, ma è solo una parte!) Quindi, ne parlo in maniera lontanta. Noi non vendiamo consuelnza SEO disgiunta da un progetto più compelto di inbound marketing o ecommerce. E in questo articolo sviluppiamo un tema che dovrebbe stare a cuore a molte aziende, di qualsiasi dimensione: la capacità valutare un preventivo SEO e di evitare fregature, dando degli spunti di riflessione che permettano di comprendere il costo dell’attività SEO che l’azienda dovrebbe affrontare; inoltre cercheremo di farti capire come orientarvi tra le proposte dei differenti professionisti e a cosa stare attenti quando si è alla ricerca di qualcuno che si occupi dell’attività di ottimizzazione del proprio sito web. Parliamo di un costo, per una consulenza mensile continuativa di 6-12 mesi, che può partire, mediamente, dai 400 € / 700 € al mese. Ma è un preventivo che, per quanto si possa offrire a pacchetti, per fornire dei parametri standard di comparazione, ha bisogno sempre e comunque di essere personalizzato sulle reali necessità dell’azienda. Oggi quindi parliamo del costo dell’attività di SEO e quali sono i parametri di un preventivo SEO di un professionista. 1# Cos’è l’attività di SEO, cos’è la SEO Quando si dice SEO (letteralmente “search engine optimization” – ottimizzazione per i motori di ricerca) si intende quel lavoro di ottimizzazione che viene effettuate su un sito web, affinché aumenti il traffico organico che arriva dai motori di ricerca. La SEO quindi intercetta, con la sua attività di analisi, di ottimizzazione, di link building, sviluppo contenuti, tecniche semantiche, dati strutturati e quant’altro, quelle che sono le esigenze dei possibili clienti di un’azienda, portandoli direttamente nel sito: se la vostra attività su web non viene trovata per i prodotti o servizi che offrite, i possibili clienti che li stanno cercando si rivolgeranno ad un vostro concorrente. Per approfondire cosa significa fare SEO, consiglio la lettura di QUESTO articolo del mio blog o, meglio ancora, di un paio di articoli in inglese sui siti più quotati e più autorevoli quando si trattano i temi legati all’ottimizzazione per i motori di ricerca: – Questo su Search Engine Land spiega molto bene cos’è la SEO: http://searchengineland.com/guide/what-is-seo – Questo su Moz anticipa anche qualche pratica basilare per l’attività di SEO: https://moz.com/learn/seo/what-is-seo La definizione su Wikipedia invece è molto meno interessante e completa rispetto ai due siti citati, ma merita comunque un confronto: https://en.wikipedia.org/wiki/Search_engine_optimization 2# Da dove partire per un preventivo SEO Un preventivo per l’attività di SEO è un costo che deve essere certo per l’azienda che si trova a pagare un consulente SEO. Il costo dell’attività di ottimizzazione può però variare da un consulente SEO all’altro, a seconda della preparazione, del tipo di servizio proposto e del posizionamento del consulente SEO Quando un’azienda vuole intraprendere la strada dell’ottimizzazione SEO del suo sito web, intraprende un’attività volta ad incrementare i visitatori del proprio sito web. Ma alle spalle di questo c’è sempre la volontà di aumentare il fatturato dell’azienda e di utilizzare il sito web per trovare nuovi possibili clienti. Per chi vuole fare SEO si tratta, per la stragrande maggioranza dei casi aziendali, di fare inbound marketing, ovvero di trovare clienti da web (differente è invece il modello di business di chi ha .progetti editoriali che si basano sulle entrate pubblicitarie degli inserzionisti) L’attività del professionista SEO può toccare diversi aspetti del web marketing dell’azienda, a partire dall’intervento sul sito esistente, per arrivare alla realizzazione del nuovo sito per l’azienda o il prodotto che si vuole promuovere e far trovare su web. Ma ha anche – e sopratutto – a che fare con la formazione del personale e sul cambio di mentalità da portare all’interno dell’azienda del cliente: internet è un canale commerciale fenomenale e si può utilizzare per trovare contatti, vendere di più e migliorare i propri margini. Nessuna magia, solo duro lavoro e un impegno continuo, che passa attraverso realizzazioni, prove e analisi, per trovare la strada migliore per trovare più contatti sul web. 3# Il mercato dei professionisti della consulenza SEO. Poche sono le aziende che possono permettersi dei professionisti preparati e motivati all’interno, e così sta crescendo in Italia l’offerta dei consulenti SEO a partita IVA. Un indubbio vantaggio per le aziende, che si trovano dei consulenti che possono accompagnarle nella fase di impostazione del progetto e poi ricorrere ai loro servizi solo quando c’è la reale necessità, evitando quindi di assumere all’interno costi fissi, spesso non giustificati nel lungo periodo. Essendo comunque una professionalità relativamente giovane e non essendoci un albo professionale che ne determina competenze e prezzi, spesso l’azienda si trova in difficoltà nello scegliere qualcuno di cui fidarsi e a valutare il preventivo per l’attività SEO che gli viene proposto. Anche perché quando si parla di SEO non tutti la pensano allo stesso modo: c’è chi insiste sui link in entrata, chi sui contenuti, che pensa a contenuti orientati agli esseri umani e chi ai motori di ricerca, chi guarda i dati strutturati, chi ne fa un tempio della tecnica. Come riconoscere un buon professionista SEO da un venditore di fuffa? a# Diffidate da chi parla troppo difficile Diffidate dai consulenti che usano paroloni che non capite. Un bravo consulente vi vuol far capire bene quello che fa e perciò vorrà spiegarvi nel miglior modo possibili le attività che intraprende, anche per dare un valore a quello che sta facendo. I clienti che ha avuto un consulente SEO, i progetti che segue o che ha seguito, quello che dice nel suo sito internet sono altri modi per valutarlo prima di contattarlo o per scremare dopo un primo contatto. b# Diffidate dai tuttologi Mannaggia a quelli che sono consulenti SEO, ma sono anche programmatori, vi realizzano i contenuti, vi seguono la grafica del sito, vi gestiscono il server e vengono a cucinare a casa vostra…lasciateli perdere. Davvero. O sono dei geni smisurati – e non si capisce perché non siano i proprietari di Google – o avete già capito dove voglio parare… Io, per esempio, faccio consulenza di web marketing e posso gestire operativamente social media e contenuti, perché intimamente collegati all’attività di SEO. Ma non mi sognerei mai di realizzare un sito per venderlo a un mio cliente. Sono capace? Un po’ sì, per esempio questo sito me lo sono fatto io. Ma non mi sognerei mai di farlo per vendere. Addirittura, se c’è da mettere mano al codice di una pagina, valuto attentamente con il cliente se farlo io o rivolgermi a dei programmatori o sistemisti. Quindi avete capito: one man show, qui non esiste. Se lo incrociate, girategli al largo. c# Diffidate dalle società mosse solo dal commerciale Diffidate anche dalle grandi società che hanno più spinta commerciale che motivazionale. Dovete sapere in che mani vi mettete. Per esempio in questo post del mio blog ho spiegato in maniera…ehmm…abbastanza chiara cosa ne penso di Pagine gialle e di Primi sui Motori: “10 motivi per cui affidarmi ad un professionista SEO e non a Primi sui Motori o Seat per i vostri siti web”” d# Diffidate da quelli che vi garantiscono qualcosa in campo SEO E, soprattutto, cercate di smascherare i venditori di fuffa: quelli che ti posizionano in prima pagina sicuro, quelli che parlando di posizionare il nome della tua azienda, quelli che non hanno alle spalle una professionalità riconosciuta in qualche modo. Leggendo qualche articolo del mio blog potreste trovare quelle informazioni essenziali che vi permettono di valutare il valore della proposta che vi viene fatta. Come quelli di cui parlo nell’articolo linkato qualche riga fa… e# Diffidate da quelli che parlano di inbound marketing ma alla fine sono consulenti SEO Lo so, ho un rapporto molto difficile, a livello di stima, verso quella gente che fa SEO e scrive libri sull'inbound non specificando a chiare lettere, all'inizio, che tutto quello che riportano è preso del libro di Halligan e Shah, oltre che dall'accademia di Hubspot, società a loro fondata e softwre da loro commercializzato. Una volta che il rapporto è iniziato, attivate degli strumenti di monitoraggio per valutare il suo lavoro. Anzi, fateveli attivare da lui: lo pagate per qualcosa no? 4# Preventivo per l’attività di SEO Nel cercare il supporto di un professionista SEO, una delle prime cose con le quali si deve fare i conti è il preventivo per i costi da sostenere per l’attività di ottimizzazione. Per me è sempre difficile ragionare sull’attività di SEO indipendentemente dai contenuti, perché sono i contenuti – uniti ad una buona impostazione tecnica, che fanno la differenza nel tempo. Vediamo i costi per differenti attività SEO: l’ottimizzazione di un sito esistente, la consulenza mensile e la realizzazione del sito web. CONSIDERANDO CHE POI OGNI PREVENTIVO HA UNA STORIA A SE E VA NECESSARIAMENTE PERSONALIZZATO SULLE VOSTRE NECESSITÀ, oltre al fatto che dipende dal professionista/azienda a cui vi rivolgete. 1. Analisi iniziale SEO del sito e settore di riferimento – Analisi per le parole chiave correlate ai servizi/prodotti offerti – Individuazione dei concorrenti online su Google o altri motori, a seocnda del progtto – Verifica architettura e struttura del sito, dei contenuti e della link jouce distribution interna – Proposta di una strategia pratica SEO/Contenuti/Web marketing Tempistica: 15/20 giorni Costo attività di SEO base: 600/2.000 € – Una tantum 2.Consulenza SEO mensile L’attività di SEO è spesso un lavoro quotidiano di analisi, verifiche, miglioramenti, aggiustamenti e produzione dei contenuti. A seconda del livello dell’intervento richiesto, possono entrare in campo più professionalità (da quella tecnica a quella con vocazione più umanistica, dall’analista al creativo). E alla fine…tutto si converte in ore lavoro...E stando ad un’indagine di Moz, l’ora lavoro media di un professionista SEO, a seconda del livello di competenza, di abilità e di responsabilità, va da 50 € ai 180 € l’ora. Quante vogliamo mettercene ore al mese di consulenza e formazione? 2/10? Dai 600 ai 2000 euro 3.Realizzazione sito web ottimizzato SEO Questo è un argomento particolarmente ostico per qualcuno: bisogna capire che se non si ha un sito ottimizzato dal punto di vista della struttura, del codice, delle immagini, dei testi, nella grafica etc…l’attività di SEO risulterà molto, ma molto più difficile. Capita spesso che per partire in modo ottimale ci sia bisogno di rifare il sito esistente. Un consulente SEO non è un tuttologo: SEO, grafico, programmatore…no. Quindi se un professionista vi dice che dovete cambiare il sito, dovreste fidarvi. – Installazione e configurazione software per sito dinamico o utilizzo di una piattaforma avanzata come HUBSPOT. – Realizzazione grafica personalizzata sul progetto di marketing del cliente – Attività di SEO sulle pagine (predisposizione h1 / h2 / dati schema.org) – Ottimizzazione account Social media (Google Ny Business) – Attivazione software di monitoraggio Google Analytics e anonimizzazione dello stesso – Attivazione Google Webmaster tools – Attivazione gestione social integrata Tempistica: da 30 giorni lavoro Costo: 3.500/5.000 € – Una tantum [Vai qui per farti un’idea più completa su quanto costa realizzare un sito web] 5# Il costo per l’attività SEO da un altro punto di vista… Facciamo i conti in tasca a chi si occupa di SEO, per capire se certe cifre che vi propongono hanno un senso o sono fuffa. Il professionista SEO ha bisogno di strumenti per analizzare e verificare la sua attività (e quella dei competitor) su un determinato sito. Semrush, Majestic, Moz…Ipotizziamo che abbia un costo, solo per le piattaforme di 100/150 € al mese. A cui si devono sommare le ore lavoro da dedicare all’analisi del vostro sito, all’interpretazione dei dati, alle redazione di report o fogli di calcolo. Un paio di ore? Ecco che aggiungiamo altri 150/200 € al mese. Poi c’è l’attività di coordinamento, spiegazione e coinvolgimento/formazione del cliente. Quanto facciamo? 2/4 ore al mese? sono altri 150/200 €. C’è l’attività vera e propria di ottimizzazione del sito, rispondendo agli stimoli del mercato, necessità commerciali e quello che fanno gli altri siti. Meno di 4/5 ore al mese davvero, non fai nulla…anche per progetti di piccole dimensioni e che non hanno fretta almeno 1 giorno al mese mi sembra doveroso. Che fanno 400/500 €. Tutto questo senza dimenticare che lo specialista SEO è costretto, per la natura stessa del suo lavoro, ad uno studio GIORNALIERO, ad una continua ricerca di confronti ed approfondimenti, test e controtest…per poter poi applicare al vostro caso quello che sta funzionando ora. E ve lo assicuro: sono tante le ore per in “formazione” che rubo alla mia famiglia o, anche, al mio fatturato, per l’impossibilità di seguire bene troppi clienti. Ma è un costo di formazione e studio che, alla fine, si trovano a pagare i clienti. Ecco che una spesa di 800/2.000 € al mese per l’attività di SEO sarebbe un inizio ottimo. Ma meno di 4/500 € – solo per analisi e formazione – non possono essere una proposta commerciale seria. Ovviamente restano escluse le spese per la realizzazione dei contenuti o per l’attività di public relations alla ricerca di link. Che, per l’appunto, sono un costo a parte, ma al quale, alla lunga, è difficile sfuggire. Puoi arrangiarti o puoi rivolgerti ad un professionista (di qua i differenti pacchetti che ho presentato sopra), ma pur sempre di un costo aziendale importante si tratta. L'attività di link building, con un minimo di serietà, non può costarem da sola, meno di 300/400 € al mese. Altri esempi di costi sui preventivi SEO, da altri consulenti SEO – Su SEO Garden trovare un esempio di costi per l’ottimizzazione del sito web: http://www.seogarden.net/costi-seo.html – Roberto Varriale vi da altre chiavi per valutare la serietà di un preventivo SEO: https://www.linkedin.com/pulse/preventivo-seo-come-valutarlo-quanto-costa-cosa-roberto-varriale-seo – Valentino Mea parla dei differenti modelli di preventivi SEO: http://www.valentinomea.it/preventivo-seo/ – Anche su Social Engagment si parla dei differenti modelli di offerta SEO: http://socialengagement.it/preventivo-seo/ – Forbes va oltre e presenta dei costi SEO molto dettagliati, differenziando le categorie su base locale e dimensionale (http://www.forbes.com/sites/joshsteimle/2013/09/12/what-does-seo-cost-infographic/). Una piccola attività locale su una città piccola avrà un costo di consulenza tra i 250 e i 500 $ / mese, su una metropoli / grande città 700/1.500 $ mese, su base nazionale o macroregionale oltre i 10.000 $ al mese. Vi dovreste trovare… – Search Engine Watch elenca una serie di costi altrettanto dettagliati su questo articolo: http://searchenginewatch.com/sew/how-to/2267471/how-much-should-you-spend-on-seo-services. Particolarmente d’accordo con SEW quando identifica il costo di un progetto web tra i 1.000 € e i 30.000 €. Perchè…dipende :) Stando alle loro indagini l’ora media del costo dello specialista di ottimizzazione è tra gli 80 € e i 250 € orari. – Seppure un po’ datato, anche su WebSiteMagazine c’è un articolo interessante che parla di costi medi da affrontare quanto si intende iniziare con l’attività di SEO: http://www.websitemagazine.com/content/blogs/posts/archive/2014/11/18/the-average-costs-for-seo-services.aspx Conclusione Insomma, volete investire sul vostro sito per trovare clienti online stando comodamente seduti dietro alla scrivania? Bisogna lavorare comunque e molto. Il falso mito dei clienti che corrono da te solo perché hai un sito web, dovrebbe essere ormai sfato ai giorni nostri…no? Altri approfondimenti Se vuoi approfondire altri aspetti del web marketing, al di la del preventivo per l’attività di ottimizzazione SEO, puoi leggere anche altri articoli pubblicati: Qui abbiamo visto quanto costa realizzare un sito web. Qui abbiamo visto quanto costa un sito di E-commerce. Qui abbiamo visto quanto costa produrre un articolo per il vostro blog o sito aziendale. Costo HubSpot. Costo inbound marketing.