Come ridurre la frequenza di rimbalzo: i 5 passaggi fondamentali

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In questo articolo ti spiego come ridurre la frequenza di rimbalzo, definita anche bounce rate, che indica la percentuale di clienti che “rimbalzano” via dopo essere atterrati sul tuo sito.

Perché la frequenza di rimbalzo è importante? Perché fornisce preziosi dati sulle prestazioni del tuo sito web, e-commerce b2b o b2c. Se un utente atterra sul tuo sito e se ne va quasi subito, significa che hai una frequenza di rimbalzo alta. Al contrario, se l’utente naviga per molto tempo all’interno del sito, c’è una frequenza di rimbalzo bassa.

La frequenza di rimbalzo alta non è quindi un buon indicatore del tuo sito, che potrebbe risultare difficile da navigare, poco chiaro, incoerente o troppo lento nel caricarsi. Tutti fattori che fanno fuggire i tuoi clienti a gambe levate dalla piattaforma, con evidenti ricadute negative sulla tua attività.

I siti sono il principale biglietto da visita di un’azienda o un brand, quindi se offrono prestazioni scadenti tutta la tua attività va in affanno. Nei seguenti paragrafi ti spiego come ottenere una frequenza di rimbalzo ottimale e come migliorare le prestazioni del tuo sito web.

Bounce rate: come si calcola?

Per prima cosa dobbiamo capire come si calcola la frequenza di rimbalzo. Tale metrica rappresenta il rapporto tra le sessioni di una sola pagina, divise per tutte le altre sessioni o la percentuale di tutte le sessioni sul sito, dove gli utenti hanno visitato una sola pagina.

Per calcolare la frequenza di rimbalzo Analytics è lo strumento migliore. Per accedere ai report devi seguire questo percorso:

  • Comportamento;
  • Contenuto del sito;
  • Tutte le pagine.

Una volta fatta questa operazione, puoi identificare le problematiche tramite due sistemi:

  • Analisi del web. Concentra la tua attenzione sulle pagine più importanti del sito. Se ad esempio hai un e-commerce, focalizzati sulla home page, sulla pagina di categoria e sulla pagina del prodotto. Non badare invece alla pagina del carrello, poiché in tal caso devi verificare un’altra metrica: la frequenza di abbandono del carrello.
  • La reazione dei clienti. Puoi chiedere direttamente ai tuoi visitatori cosa li porta ad abbandonare subito il sito tramite dei sondaggi. Potresti scoprire che i prezzi dei tuoi prodotti sono troppo alti o che il sito non è sufficientemente intuitivo. Fai anche domande aperte, del tipo “cosa vorresti trovare in questa pagina?”, così puoi conoscere meglio le esigenze e le aspettative dei clienti.

Perché i clienti abbandonano il tuo sito?

Tieni presente una cosa: hai pochi secondi per convincere il cliente che il tuo sito è quello che fa per lui e che può offrire le soluzioni che sta cercando.

Può esserti molto utile avviare un progetto HubSpot, una delle piattaforme di marketing automation più utilizzate che ti consente di ottimizzare siti web ed e-commerce raccogliendo i dati del traffico e delle sessioni in modo chiaro.

Ecco quindi quei piccoli o grandi difetti che rischiano di rendere il tuo sito poco interessante e poco fruibile.

Grafica web poco accattivante

L’abito non fa il monaco… O forse sì? In un sito web anche la grafica fa la sua parte, quindi deve essere subito accattivante e gradevole alla vista per convincere l’utente a restare sulla pagina e rendere piacevole la sua esperienza di navigazione.

Se la tua grafica è troppo spoglia o poco stimolante, dovresti cambiarla. L’opera di restyling però andrebbe fatta gradualmente. Un cambio improvviso del design del sito potrebbe mandare in confusione gli utenti abituali. Modifica quindi la grafica gradualmente, dando agli utenti la possibilità di apprezzare i piccoli ritocchi cadenzati nel tempo.

Scarsa interazione tra il sito e l’utente

Non è solo l’utente che deve interagire con il sito, ma anche il sito deve interagire con l’utente. Il visitatore, una volta sul sito, potrebbe non sapere cosa fare. Incoraggialo a fare qualcosa altrimenti, dopo aver raccolto le informazioni di cui ha bisogno, se ne andrà subito.

Il tuo obiettivo è convertire i visitatori in abbonati? Allora adotta delle strategie per raccogliere la loro e-mail e ampliare la tua mailing list. Utilizza poi call to action efficaci, coinvolgenti e con un “tone of voice” in linea con il linguaggio del tuo brand.

Sito web poco fruibile

Il sito potrebbe apparire poco fruibile e poco chiaro, condizione che inevitabilmente fa allontanare i tuoi visitatori. Hai un e-commerce? Allora assicurati che ogni prodotto sia effettivamente sotto la sua categoria. Se necessario, inserisci anche delle sottocategorie per favorire la navigazione.

Stesso discorso se hai un blog che tratta di vari argomenti. Hai un blog che parla di cani e gatti? Allora predisponi un’area specifica per il cane e una per il gatto. L’utente saprà così orientarsi facilmente all’interno del sito, senza essere rimbalzato da una pagina all’altra col rischio di annoiarsi e andarsene.

Le 5 soluzioni per ridurre la frequenza di rimbalzo

Dopo aver analizzato alcune delle criticità che possono determinare decadimenti nelle prestazioni del tuo sito, e di conseguenza limitarne notevolmente la fruibilità, esaminiamo adesso le “best practices” che possono tornarti molto utili.

1- Ottimizzare il tempo di caricamento

L’utente medio è pigro: pretende tutto e subito. Se la tua pagina ci impiega troppo tempo a caricarsi, stai certo che il visitatore andrà altrove per trovare quello che sta cercando. Si calcola che il tempo massimo di attesa che un utente è disposto a tollerare è 3 secondi. Trascorso questo tempo dirà bye bye al tuo sito.

Assicurati quindi che il tempo di caricamento della pagina non sia troppo lungo. Foto e video troppo pesanti potrebbero rallentare eccessivamente il caricamento. Verifica quindi che siano sufficientemente leggeri per un sito scattante e veloce.

2- Occhio ai link

I link sono fondamentali per ridurre il tasso di rimbalzo, ma non devono esserci errori tecnici. Se sbagli ad inserire il link rimandi l’utente ad una pagina vuota, o segnata come errore. Oppure potresti spedire il tuo visitatore su una pagina completamente diversa. Sono errori gravi che non depongono a favore dell’autorevolezza e dell’affidabilità del tuo sito.

Inoltre i link devono essere intuitivi. L’utente deve poterci cliccare su intuitivamente e istintivamente, senza pensarci troppo. Naturalmente devono essere pertinenti con l’argomento che stai trattando.

3- Sì ai pop-up, ma senza esagerare

Sui pop-up il dibattito è aperto: c’è chi li considera estremamente fastidiosi, un elemento di disturbo alla navigazione; altri invece li reputano ottimi strumenti per la conversione.

La verità, come sempre, sta nel mezzo. Puoi utilizzarli, ma con cautela. Per prima cosa devi effettuare dei test. Un pop-up che compare subito appena si apre la pagina potrebbe essere poco tollerato e troppo invasivo. Prova quindi a ritardare la sua comparsa, dando agli utenti il tempo di visitare il sito.

Puoi utilizzare queste tipologie di pop-up:

  • Pop-up “temporali” che si aprono dopo un tot di tempo dall’apertura della pagina;
  • Pop-up che si aprono solo quando si arriva ad un determinato punto della pagina;
  • Pop-up di “exit intent”, che compaiono quando l’utente sposta il mouse verso l’alto per chiudere la pagina o per digitare un altro indirizzo.

4- Un sito intuitivo e semplice per una migliore “user experience”

Un sito, per funzionare correttamente e risultare fruibile, deve avere un’interfaccia chiara e facile da usare. L’utente si aspetta di trovare determinate cose in un posto, accontentalo! In un e-commerce le categorie sono solitamente in alto, mentre in basso ci sono i termini e le condizioni di utilizzo. Mantieni le loro posizioni, o fai in modo che siano facilmente cliccabili.

Non ammassare tutto in un solo posto, ma rendi arioso il tuo sito con degli spazi vuoti tra un elemento e l’altro. Rendi subito chiaro chi sei, cosa fai e di cosa ti occupi. 

5- Sito “mobile-friendly”

Lo smartphone è diventato un’estensione naturale del nostro braccio. In fila al supermercato, alla fermata dell’autobus o mentre si aspetta in auto ormai è prassi smanettare col cellulare e navigare tra un sito e l’altro. Il tuo sito deve quindi essere perfettamente “mobile-friendly”, cioè risultare navigabile anche e soprattutto da smartphone.

I siti design responsive presentano accorgimenti relativi alle grafiche, ai codici e alle funzionalità che consentono di svolgere qualsiasi operazione anche da smartphone.

Qual è la frequenza di rimbalzo ideale per un ecommerce o un sito web?

Una frequenza di rimbalzo ottimale oscilla tra il 25 e il 70%, ma non esiste una metrica specifica poiché va contestualizzata.

Non sempre una frequenza di rimbalzo alta è negativa, soprattutto se hai un sito “one page”, cioè monopagina. Magari l’utente ha trovato subito le informazioni di cui ha bisogno e quindi esce dal sito poco dopo. Molto dipende anche dai contenuti della piattaforma.

Una frequenza di rimbalzo bassa è comunque apprezzata da Google e quindi può incidere anche sul posizionamento.

Considerazioni finali

Un consiglio che posso darti è di testare continuamente le prestazioni del tuo sito e valutare se ci sono miglioramenti o peggioramenti dopo aver applicato le modifiche. Mettiti nei panni dell’utente e visita il tuo sito per capire se è intuitivo o se ci sono delle criticità da risolvere.

Se stai pensando di fare un restyling del sito può essere utile la nostra risorsa, scaricabile gratis a fondo pagina, che ti spiega come realizzare una pagina perfetta per presentare i prodotti e i servizi della tua piattaforma.

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Redazione

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