Come aggirare gli AD blocker e raggiungere il tuo pubblico

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Quel gruppo di applicazioni conosciuto come “Ad blocker”, ovvero "bloccatori di pubblicità", stanno diventando tra le applicazioni più cercate ed installate nei computer e nei telefoni del pubblico che utilizza internet abitualmente.
Sopratutto chi lo usa per lavoro, che non ha bisogno di distrazioni continue cercando soluzioni, parametrando competitor e valutando fornitori.
Gli AD blocker hanno uno scopo: non farvi vedere le pubblicità che vengono inserirete all’interno dei siti web, che vengono generalmente chiamate “annunci display”.
Il fatto che questo pubblico, in continua crescita, venga liberato dalle pubblicità outbound invasive durante la loro navigazione, è una grande opportunità per il marketing.
Infatti il marketing digitale, se fatto bene, ha molte più possibilità di raggiungere gli utenti, rispetto al marketing che fa uso dei popup e delle pubblicità su web.
Con poche modifiche alla vostra strategia di marketing digitale sarete in grado di raggiungere un pubblico che gli altri non sono già in grado di raggiungere.
Perché gli utenti che usano gli AD blocker sono così preziosi?
Le persone che utilizzano gli AD blocker per cercare di chiudere fuori dalla loro porta i messaggi promozionali, sono gli utenti che, tendenzialmente, sono più impegnati e fanno un uso più intensivo della navigazione web. Secondo alcune indagini sono utenti di reddito medio alto, ben istruiti e early adopter di nuovi servizi e prodotti. Statisticamente sono anche fortemente influenzati dai contenuti che leggono su web (perché lo cercano e lo vanno a scovare) e sono impegnati sia nei siti social che nella lettura dei blog.
Insomma, sono uno dei target preferiti da chi fa marketing.
Con la crescita degli AdBlocker, il rapporto che esiste tra chi guarda la pagina web e il contenuto in questa pagina cresce, diventa più intimo ed esclusivo, perché non ci sono più distrazioni. Perché l’utente ha scelto che non ci siano più distrazioni.
Se ti interessa intercettare questo pubblico che oggi fa uso degli AD blocker, dovrai imparare un sacco di cose su di loro prima di riuscire a raggiungerli.
Determiniamo il pubblico che usa gli Ad blocker
Tentando di categorizzare questi utilizzato, sicuramente c’è un segmento che più di altri fa uso degli AD Blocker.
Gli AD blocker sono stati installati più velocemente dal pubblico 18/24 anni e in questa fascia si stanno diffondendo a macchia d’olio.
Ma non si ferma lì. Si stanno rapidamente diffondendo anche in altre fascia, quelle più produttive. Si pensi che nei prossimi 6 mesi si prevede che il 18% dei navigatori che hanno più di 45 anni installeranno un AD blocker. Alle alle funzioni sempre più avanzate dei browser che lo faranno adattare alla stragrande maggioranza del pubblico in pochi anni.
Capire chi sono i visitatori del tuo sito, a cosa sono interessati è una necessità di tutti quelli che fanno marketing digitale. E si può capire, usando service specializzati come PageFair (https://pagefair.com), come è segmentato il tuo pubblico che fa uso di AD blocker. Se anziché inserire le pubblicità sul tuo sito le stai inserendo su un sito terzo, puoi chiedere al portale di fornirti questi dati, in modo da sapere chi stai raggiungendo e chi no su quel canale.
Quando hai capito chi sta bloccando la pubblicità nel tuo sito, devi operare un piano di marketing per raggiungere quel pubblico che hai completamente scoperto.
Devi capire cosa stanno leggendo
Capito chi sono quelli che non puoi raggiungere con gli annunci su web, devi raggiungerli sui contenuti che loro stanno cercando o andando nei siti che loro stanno leggendo. Leggono articoli dei blog o guardano recensioni? Frequentano i forum o scorrono le news sui giornali?
L’unico modo per raggiungere chi ha adottato un Ad blocker è quello di dargli il materiale che sta già sta cercando nei canali che già sta utilizzando. Quindi content marketing e native advertising sono due ottimi strumenti da esplorare per raggiungere quelli che non vedono più gli annunci che usi nel tuo sito o nei siti dove fai le inserzioni.
Abbraccia il native, abbandona il display advertising
La verità è che è il momento di passare dalla pubblicità display come unica strategia di posizionamento su altri siti, a qualcosa di differente.
Anche se le aziende che propongono pubblicità continuano a proporre i formati display, la verità è che gli inserzionisti hanno già bisogno di qualcosa d’altro, più interessante: raccontare storie e offrire contenuti è decisamente più coinvolgente rispetto ad un banner, statico o in movimento che sia. E stai lavorando in modo migliore sul tuo brand.
Il 70% dei navigatori vogliono conoscere i prodotti attraverso i contenuti: recensioni, video, podcast, infografiche… materiali che offrono decisamente molto di più rispetto ad un banner con un “acquista ora” messo su un sito.
Formare ed istruire il pubblico diventa un modo per farsi notare più della concorrenza, perché il potenziale cliente capisce se i prodotti sono all’altezza e sa riconoscere il valore dell’utilizzo del prodotto per rispondere alle sue esigenze.
Le pubblicità display certamente possono aiutare molto sul riconoscimento del brand, ma gli editoriali forniscono un contesto e forti motivi per spingere all’acquisto.
Newsletter targetizzate
Uno degli strumenti che sta crescendo di più sono le newsletter targetizzate. Sono uno degli strumenti più efficaci di chi si occupa di distribuzione di contenuti: si focalizzano direttamente su chi ha cliccato un determinato contenuto o ha espresso in precedenza preferenze per determinati argomenti.
Le newsletter, proprio per questo, vantano alcuni dei migliori rendimenti di click-through-rate. I tassi di apertura variano a seconda dei contenuti, ma le percentuali di click, sulle aperture, sono generalmente molto buoni.
Se fatte bene - ovvero se ben targetizzate, secondo i principi dell’inbound marketing - si hanno tassi di apertura del 20% e i tassi di click tra l’1 e il 5%.
Un altro punto a favore delle newsletter?
I lettori hanno scelto le informazioni da ricevere dalle società media. La maggior parte degli abbonati alla newsletter vuole sapere le informazioni che arriveranno, sono informazioni che hanno già deciso che sono utili. Quindi, non vi sembra un strumento perfetto per la vostra strategia di brand e di vendita, per sostituire gli annunci display?
Contenuti targetizzati sponsorizzati
Publiredazionali e contenuti sponsorizzati, contenuti brandizzati annunci all’interno del feed, sono tutti esempi di contenuti nativi che cadono all’interno del grande recipiente dei contenuti sponsorizzati. Ma hanno tutti delle caratteristiche differenti e come tali riconosciute dai lettori.
Alcuni ad blocker, oltre ad eliminare gli annunci display, sono configurati per bloccare anche contenuti sponsorizzati e di native advertising. Ma dipende molto da come viene costruito l’annuncio e con quanta cura viene presentato al lettore: se tutto viene ben fatto è improbabile venga ignorato.
I contenuti sponsorizzati sono costruita dalle società che pubblicano contenuti su web su misura per il pubblico, ma targetizzati sulle necessità del cliente.
Le aziende media si affiancano a chi si occupa di pubblicità e marketing per il cliente che cerca visibilità, per determinare quale tipo di contenuti produrre, a seconda degli obiettivi dell’inserzionista.
Audio e video Podcast
Proprio come le newsletter, i podcas risultano uno strumento capace di coinvolgere in maniera importante.
Il pubblico delle aziende che producono contenuti opta per ricevere contenuti in una varietà di formati e canti, sia su mobile che su desktop. Se stai targetizzando una campagna su podcast diretta al pubblico di una “media company”, il contenuto bypasserà gli AD blocker e raggiungerà il tuo pubblico senza problemi. I Podcast sono quindi un ottimo modo per aggirare i blocchi alla pubblicità e permetterei di raggiungere quelle fasce di popolazione che si stanno isolando dagli annunci display, facendo loro arrivare contenuti che amano e hanno scelto di ricevere.
Pubblicazioni targetizzate in white list o Reti di annunci pubblicitarie con il tuo annuncio display
Mentre l’annuncio display è sempre meno utilizzato, ci sono un paio di approccio che i pubblicitari stanno adottando per tenere vive le loro campagne a fronte degli Ad blocker. Conosci alcuni network che attualmente non sono inseriti nella black list da tutte queste applicazioni blocca-annunci?
significa che alcuni reti, come ad esempio Carbon Ads, sono in grado di soddisfare le vostre esigenze di visualizzazione della campagna pubblicitaria, mostrando ai consumatori le vostre pubblicità
Se devi pubblicizzare qualcosa, ha senso che ti metta alla ricerca di quei network meno conosciuti che esulano dai circuiti tradizionali e funzionano iii maniera alternativa, in modo da riuscire a pizzare annunci che esulano da quelli delle reti tradizionali.
Conclusioni
Anche se ti sembra ingiusto che le persone installino programmi per bloccare le pubblicità, impendendo così a chi produce contenuti di ricevere soldi per l’offerta gratuita degli stessi al pubblico, non c’è nulla che puoi fare per invertire questo movimento in atto.
Quindi, quello che puoi fare, è esplorare nuovi modi di fare pubblicità, abbracciando nuove metodologie come l’inbound marketing.

Giovanni Fracasso
Digital Manager Mi occupo dello sviluppo strategie inbound marketing & sales. Affianco le aziende nel loro processo di digital transformation (l'uso dell'inbound marketing per cambiare il commerciale di un'azienda) con la metodologia inbound marketing, puntando all'aumento dei visitatori sul sito aziendale, della conversione in lead del maggior numero di essi e trasformazione in clienti. BIO Sono nato nel tardo pomeriggio di un lunedì - secondo me piovoso - di un 19 gennaio come tanti. Correva l'anno 1972. Potrei ovviamente sbagliarmi su una data o su un riferimento, perché non sono bravo a ricordarmi le date e i numeri. Ho passato i primi anni scolari con tutti che mi dicevano "sei portato per la matematica", fino al compito d'esame di 5° liceo, dove me ne sono uscito con un bel 2. Tanto che mi sono laureato in Lettere e Filosofia, un corso di Laurea di Storia, in quel di Ca' Foscari, a Venezia. Credo fosse il 2000, ma anche qui potrei sbagliarmi. Ve l'ho detto, non sono bravo con i numeri. Nel mezzo un sacco di altre cose: mentre studiavo facevo il giornalista per il Gazzettino, per la Domenica di Vicenza e altre testate locali. Sono stato direttore e fondatore di una periodico locale (Il Corriere Vicentino), poi sono andato in Spagna e ho vissuto quasi 5 anni a Barcelona. Poi, la vita, l'amore e il denaro... e oggi vivo ad Arzignano, sono padre di una bambina nata nel 2010 e sono pazzamente innamorato di lei. Oltre alla bambina, ho un mutuo da pagare e un cane. Se potrebbe non mancarmi tutto questo, probabilmente dedicherei le mie giornate all'alcol e alla vita dissoluta. Invece non bevo e non faccio - quasi - mai festa: sono concentrato al 100% sul mio lavoro e mi piace un sacco quello che faccio. Cosa faccio? Beh, ha molto a che fare con l'inbound, l'eCommerce, il valore del dato per le aziende e la trasformazione digitale delle stesse.