Sai cos’è il traffico organico? Rappresenta il volume di visitatori che atterrano sul tuo sito web o e-commerce tramite risultati di ricerca, quindi non a pagamento. Già questo dovrebbe farti capire quanto sia importante per la tua attività online. Se hai un buon traffico organico, significa che hai fatto un ottimo lavoro in ottica SEO. Il tuo sito, dopo la digitazione da parte degli utenti delle parole chiave, compare nei primi risultati di ricerca. Inoltre gli utenti, attratti magari dal titolo accattivante o da una foto suggestiva, scelgono proprio te. L’ottimizzazione in chiave SEO e l’uso di strategie specifiche, come il link building, sono alcuni degli step necessari per migliorare il traffico organico SEO, l’acronimo di Search Engine Optimization. Questa branca del marketing si concentra proprio sul miglioramento del traffico organico, che possiamo definire naturale e non indotto da sponsorizzazioni o campagne pubblicitarie. Se molti utenti approdano sul tuo sito, evidentemente hai assolto a tutti i requisiti della loro ricerca, sia in termini di parole chiave che di contenuti. Si tratta di un traffico prezioso poiché libero, inoltre aumenta in modo significativo la brand awareness del tuo sito Entriamo a fondo nel discorso per capire cos’è esattamente il traffico organico e quali sono le altre tipologie di traffico da considerare. Come analizzare il traffico organico? Lo strumento migliore per analizzare il traffico sul sito web in ottica SEO è Analytics. Ti basta accedere al report Channel Grouping seguendo questo percorso: Acquisition; All traffic; Channels. Dopo questa operazione puoi visualizzare tutte le visite in base alle fonti e analizzare gli indicatori corrispondenti. Puoi personalizzare e settorializzare le tue ricerche, soffermandoti su metriche ancora più precise. Hai la possibilità di capire, ad esempio, che prestazioni offre la tua landing page, il cuore pulsante del tuo sito. Se ha un buon traffico allora hai lavorato bene, in caso contrario devi apportare delle modifiche. Google Analytics è uno strumento gratuito di analisi, dal quale raccogliere dati e informazioni preziose da trasformare in strategie mirate. I dati più interessanti da estrapolare da Google Analytics sono: Tempo medio trascorso dai visitatori sulla pagina; Area geografica; Contenuti che hanno generato più visite; Visite totali; Numero di pagine visitate. Con Google Analytics puoi inoltre concentrarti sulle fonti, che possono essere di varia natura. La principale differenza sta nelle fonti derivanti da traffico organico e diretto. Su questo aspetto vale la pena soffermarci un attimo. Traffico organico e diretto: le differenze principali Il traffico organico, noto anche come traffico di ricerca, è quello proveniente dalle naturali ricerche su Google e che quindi non fanno parte di AdWords. Il posizionamento organico è favorito da tre fattori principali: Contenuti originali, che rispondono in maniera chiara ed esaustiva alla ricerca dell’utente, fornendo anche informazioni in più; Ottimizzazione SEO on-page con l’adozione delle più efficienti strategie SEO; Design accattivante, capace di catturare subito l’attenzione del visitatore. Il traffico organico ha un solo tallone d’Achille: gli algoritmi di Google che possono cambiare dall’oggi al domani. Ecco perché bisogna seguire delle strategie pertinenti che consentono di affrontare con serenità tutte le “bizze” e i “capricci” del signor Google. In tal senso può esserti molto utile avviare una strategia di HubSpot marketing, tramite la quale individuare le fonti di traffico con un efficace strumento di analisi. HubSpot è infatti in grado di rielaborare i dati analitici, così da categorizzare il traffico in base alle fonti e fornirti utili indicazioni. Il traffico diretto è invece composto da tutte le persone che vanno sul tuo sito o sul tuo e-commerce digitando direttamente il tuo indirizzo sul browser. Si tratta di clienti abituali che quotidianamente, o comunque con un certa periodicità, vengono a trovarti. Probabilmente hanno il tuo sito tra i preferiti, così da non dover digitare ogni volta il tuo indirizzo. Anche questo traffico è molto importante, poiché nessuno può togliertelo. Naturalmente devi continuare a lavorare bene a livello di branding, affinché i tuoi clienti continuino a percepire il tuo marchio come affidabile e in linea con le loro aspettative. Traffico organico e traffico diretto devono camminare di pari passo, mixando le loro strategie, per garantire che i clienti fidelizzati continuino a tornare. Acquisire nuovi clienti è importante, ma lo è ancora di più mantenere i “vecchi”. Il traffico referral e il traffico a pagamento Al traffico organico si contrappongono il traffico referral e il traffico a pagamento, che hanno dinamiche completamente diverse. Il traffico referral racchiude tutte le visite provenienti da un’altra fonte, come i link piazzati su un altro sito. Anche in tal caso Analytics è in grado di riconoscere le fonti del traffico referral, indicandoti quelle che danno i migliori risultati. Gli stessi siti dove sono presenti banner, o dove hai acquistato spazi pubblicitari a pagamento, sono considerati referral. Infine c’è appunto il traffico a pagamento, cioè quello generato da Google AdWords. Gli annunci presenti su una piattaforma sono appunto a pagamento, ma devono essere pertinenti al tipo di ricerca effettuata dall’utente altrimenti risultano una spesa inutile. I referral e il traffico a pagamento vanno continuamente alimentati, quindi è una strategia piuttosto dispendiosa da un punto di vista economico. Come portare traffico al sito: le strategie migliori da seguire Non ci resta che capire come veicolare il traffico sul proprio sito. Oggi esiste un nuovo approccio, l’inbound marketing, cioè quell’insieme di strategie e tecniche che aiutano le aziende a farsi trovare dai loro clienti quando effettuano determinate ricerche sui motori di ricerca. Il vecchio modello di marketing, basato sull’interruzione, è stato totalmente ribaltato. Le telefonate “a freddo”, cioè senza targettizzare il pubblico, agli orari più improbabili ormai sono diventate del tutto inutili. Perciò è il cliente che deve cercare l’azienda, e non viceversa. Ecco un esempio. Un tuo cliente ha bisogno di prenotare un albergo economico a Firenze, quindi digita nel motore di ricerca “albergo a Firenze economico”. Se nella SERP di Google compare il tuo hotel nei primi posti, allora hai fatto un ottimo lavoro in chiave SEO e di content marketing. Da come hai capito il SEO è cruciale per il successo della tua attività, analizziamo di seguito le principali strategie da seguire. Crea un blog nel tuo e-commerce o sito web Fare SEO per l’ecommerce o per un sito web con un blog è fondamentale per attrarre nuovi clienti. Per prima cosa però devi appunto avere un blog. Alcuni siti aziendali o e-commerce invece non hanno un blog: è come un uccello senza ali che quindi non può spiccare il volo. Con un piano editoriale mirato e una serie di contenuti curati e con informazioni interessanti e pertinenti puoi attirare più pubblico e aumentare il valore percepito della tua piattaforma. L’importanza dei titoli e delle immagini In ottica SEO devi curare attentamente titoli e sottotitoli, che devono contenere le parole chiave ma allo stesso tempo essere originali e accattivanti. Non avere paura di rompere le regole, cerca qualche titolo fuori le righe. Solo in questo modo puoi differenziarti dai competitor, considerando che tutti usano le stesse keyword. Tieni presente che il titolo e la meta description sono le prime cose che appariranno nella SERP e che quindi suggeriscono all’utente cosa troverà dopo aver cliccato. Un buon titolo e una meta description accattivante assicurano più clic. Naturalmente anche le immagini devono essere curate, belle e nitide. Non dimenticare di ottimizzarle in chiave SEO, inserendo i tag e gli altri elementi. Accertati che non siano troppo pesanti altrimenti rischiano di rallentare il caricamento delle pagine. Occhio alla user experience La user experience è uno dei fattori principali da considerare. Il tasso di rimbalzo risulta molto alto a causa di un design poco gradevole esteticamente o di un’interfaccia complessa. Assicurati quindi che il tuo sito abbia una grafica e un’interfaccia perfettamente curate. L’utente, quando arriva sulla piattaforma, deve poter navigare con una certa fluidità senza troppi elementi di disturbo. Una pioggia di pop-up all’apertura del sito web non è certo un bel biglietto da visita per l’utente, che potrebbe innervosirsi e andarsene prima del tempo. Link building di qualità Infine un’ultima strategia da attuare con intelligenza è il link building, sia interno che esterno. I link building interni aumentano il tempo passato sul tuo sito, ma devono essere coerenti e offrire realmente informazioni utili alla navigazione del tuo utente. In poche parole non devi metterli a casaccio qua e là, ma con una strategia oculata. Per i link esterni è preferibile ottenerli da siti autorevoli e di qualità, così da conferire ancora maggiore affidabilità e prestigio al tuo brand. Conclusioni La SEO è la chiave per migliorare il traffico organico, quindi devi lavorarci con estrema attenzione sfruttando gli strumenti di web analytics a tua disposizione. Tra le nostre risorse gratuite puoi leggere l’ebook, disponibile a fondo pagina, per ottimizzare tutte le strategie SEO per il tuo sito in modo efficace e performante.
Oggi espressioni come “azienda agile”, “ottimizzazione dei costi” o “snellire i processi produttivi” fanno parte stabilmente del gergo aziendale. Sono però concetti astratti e non sempre si riesce a comprenderne il reale significato. Volendo fare un discorso più pratico e concreto, per le aziende è fondamentale sfruttare al meglio le risorse a propria disposizione e investirle nel modo corretto, garantendosì così un importante ritorno economico. Il successo di un’azienda è quindi dato dalla qualità e dalla quantità della produttività. Molti brand continuano però ad usare strumenti vecchi e obsoleti, facendo fatica ad arrivare ai concetti di cui abbiamo fatto cenno all’inizio. Nell’ottica della Business Agility, che sottende un’azienda agile e capace di adattarsi rapidamente ai cambiamenti circostanti del proprio mercato, è nato nel 2016 Microsoft Dynamics 365. A cosa serve? In questi anni le aziende hanno iniziato ad usare una lunga serie di applicazioni, scollegate e mal integrate tra di loro. Questa criticità incide negativamente sulla produttività dei brand, che sprecano tempo e rischiano di perdere informazioni e dati preziosi. Microsoft 365 Dynamics unifica tutte queste applicazioni, rendendo più veloce il reperimento dei dati, garantendo una migliore comprensione dell’azienda e dei clienti e accelerando la creazione di una cultura digitale nell’ambito lavorativo. Nei seguenti paragrafi ti spiego cos’è Microsoft Dynamics e come funziona, snocciolando tutte le principali funzionalità e i vantaggi derivanti. Cos’è Microsoft Dynamics 365, la soluzione ideale per un lavoro moderno e digitale Tutte le principali tecnologie Microsoft sono disponibili su Microsoft Dynamics 365, una piattaforma cloud/on-premise/on-Azure. Tra questi spiccano i servizi cloud di Office 365 e Azure, i CRM, la Business Intelligence, gli ERP Dynamics e le soluzioni di Intelligenza Artificiale. La piattaforma ha radicalmente cambiato il modo di approcciarsi al lavoro, in quanto offre un unico modello su cui lavorare con tutti i dati più importanti immediatamente a disposizione senza inutili e lunghi passaggi. La grande rivoluzione di Microsoft Dynamics è stata portare l’ERP nel cloud, per poi collegarli a tutti gli strumenti presenti nella nuvola. C’è una grande libertà di scelta per le aziende, che possono decidere se eseguire i loro ERP in locale o nel cloud, per accedere alle risorse disponibili nell’intelligent cloud di Microsoft in base alle loro necessità. Risulta così facile rispondere alle diverse esigenze che si presentano nelle più disparate realtà aziendali, che possono gestire a proprio piacimento il lavoro. Le applicazioni di produttività aziendale, fino a pochi anni fa, funzionavano in modo molto diverso. Ogni azienda possedeva il suo ERP per le attività amministrative, un CRM per la gestione dei clienti e una lunga sequela di applicazioni pensate e progettate per esigenze specifiche. Tutti questi software comportavano una serie di incombenze come l’acquisizione di licenza, l’installazione on-promise nei server aziendali, costi di manutenzione, aggiornamenti continui ecc. Tutte cose che rallentavano la produttività dell’azienda, incidendo anche sul budget finale. Microsoft Dynamics 365 crea invece una porta d’ingresso principale dalla quale accedere a tutte le applicazioni, senza perdite di tempo e pagando solo nella misura in cui utilizzi i servizi. Come collegare Microsoft Dynamics 365 e HubSpot In virtù delle sue straordinarie prestazioni, sempre più aziende utilizzano e integrano Microsoft 365 con HubSpot CMS, altra piattaforma molto apprezzata poiché è ospitata nel cloud, quindi non c’è necessità di effettuare manutenzione continua dei plug-in. Puoi sincronizzare gli oggetti di Microsoft Dynamics 365 con HubSpot su tutti i prodotti e su tutti i piani. Nei seguenti paragrafi ti spiego come effettuare la sincronizzazione nel modo giusto. Requisiti richiesti per l’integrazione Per poter procedere all’integrazione: Devi essere un Super Admin o essere dotato dell’Accesso all’App Marketplace nel tuo account HubSpot; Devi avere le autorizzazioni di lettura per i record in Microsoft Dynamics 365; Devi avere le autorizzazioni di lettura e scrittura per ogni tipo di record in Microsoft Dynamics 365 se intendi impostare una sincronizzazione bidirezionale. Come collegare l’integrazione Per collegare l’integrazione devi effettuare i seguenti step: Clicca sull’icona Marketplace nella barra di navigazione principale nel tuo account HubSpot, dopodiché seleziona App Marketplace; Cerca l’integrazione Microsoft Dynamics 365 e seleziona Microsoft Dynamics 365 nei risultati. Poi fai clic su Connetti applicazione in alto a destra; Inserisci il tuo sottodominio Microsoft Dynamics 365 e clicca su Installa app. Come attivare la sincronizzazione Dopo il collegamento dell’app, devi attivare la sincronizzazione. Hai due opzioni a disposizione: configurare una sincronizzazione unidirezionale o bidirezionale per i tuoi dati. Ecco gli step da seguire: Clicca sull’icona Marketplace nella barra di navigazione principale nel tuo account HubSpot. Sotto la voce Gestisci, seleziona App connesse; Clicca su Microsoft Dynamics 365; Seleziona l’oggetto che desideri sincronizzare tra HubSpot e Microsoft Dynamics 365. Puoi sincronizzare account Microsoft Dynamics 365 (capace di memorizzare i dati delle aziende partner con le quali solitamente chiudi affari); contatto Microsoft Dynamics 365 (una persona con la quale chiudi abitualmente affari o con cui hai chiuso affari in passato); lead Microsoft Dynamics 365, cioè un potenziale cliente non ancora convertito; Fai clic su avanti. Dopo aver completato la sincronizzazione, puoi configurare le impostazioni. Come disattivare la sincronizzazione dei dati Se lo desideri puoi disattivare la sincronizzazione dei dati ogni volta che vuoi, per evitare che i record dell’app vengano sincronizzati da HubSpot e viceversa. Ecco gli step da seguire: Clicca sull'icona Marketplace nella barra di navigazione principale all’interno del tuo account HubSpot. Sotto la voce Gestisci seleziona App connesse; Fai clicca su Microsoft Dynamics 365; Fai clic su Azioni e successivamente su Disattiva sincronizzazione; Nella casella a comparsa, clicca su Disattiva sincronizzazione. Dopo aver disattivato la sincronizzazione dei dati puoi riattivarla quando vuoi seguendo il processo indicato precedentemente cliccando su Modifica impostazioni di sincronizzazione. I principali vantaggi di Microsoft Dynamics 365 Andando più a fondo del discorso, ecco quali sono i principali vantaggi garantiti da Microsoft Dynamics: Scalabilità. Mai come in quest’occasione scalabilità è sinonimo di convenienza. Dynamics 365 è una piattaforma estremamente flessibile, dotata di una serie di business app plug-and-play, dove usare esclusivamente le funzionalità di cui hai bisogno a seconda delle esigenze dell’azienda. In pratica il sistema si adatta alla crescita aziendale e ai bisogni che si evolvono e cambiano nel corso del tempo. In Microsoft AppSource, il marketplace delle business app Dynamics, puoi trovare tantissime estensioni e add-on verticali e orizzontali sviluppati dai partner Microsoft. A seconda delle tue esigenze, di volta in volta, puoi scegliere le app più idonee e se lo desideri puoi aggiungere estensioni in modo semplice e veloce; Integrabilità. Microsoft Dynamics 365 è integrato nativamente con tutti gli strumenti Microsoft. Puoi così recuperare tempo prezioso nell’operatività quotidiana e minimizzare i rischi di errate comunicazioni tra i vari sistemi. Solitamente la piattaforma viene usata per applicazioni come Excel, Word e SharePoint, massimizzando così l’efficienza. Con Power Apps puoi integrare semplicemente i flussi di lavoro tra Dynamics e Office 365, snellendo notevolmente i processi interni. Inoltre risulta fruibile anche in mobilità, venendo incontro alle esigenze di modernità e di agilità delle aziende; Intelligenza Artificiale. Nel contesto che stiamo vivendo, dominato dalla digitalizzare e dalla realtà virtuale, occupa un ruolo di notevole importanza l’Intelligenza Artificiale. L’IA è presente in tutte le soluzioni di Dynamics 365 e consente alle aziende di convertire i dati in informazioni e azioni concrete, semplificando notevolmente le attività quotidiane a beneficio della produttività. Con gli strumenti di Intelligenza Artificiale puoi ad esempio prevedere ritardi nelle consegne o nei pagamenti, così da adottare subito le contromisure necessarie per affrontare quelle criticità. L’Intelligenza Artificiale però può anche supportarti nelle ricerche e nelle normali attività di ogni giorno, aiutandoti a trovare le informazioni di cui hai bisogno. Tra l’altro questi strumenti, sfruttando gli algoritmi di machine learning, sono in grado di apprendere dall’esperienza e diventare sempre più autonomi ed affidabili. Perché la tua azienda ha bisogno di Microsoft Dynamics 365? Nello specifico cosa può offrire Microsoft Dynamics 356 alla tua azienda? Tante applicazioni messe a disposizione del tuo business che spaziano dal Marketing all’area vendite. Ognuna di queste applicazioni ti consente di personalizzare l’esperienza d’acquisto di ogni cliente, creare relazioni durature con loro e ottenere lead mirati e selezionati. Tutto questo nell’ottica della customer satisfaction, una metrica infallibile per tastare il polso della soddisfazione dei tuoi clienti rispetto ai servizi ricevuti. Ecco tutte le principali applicazioni a tua disposizione: Microsoft Dynamics 365 Sales. Una soluzione CRM adatta per migliorare il servizio clienti e i processi di vendita, che puoi rendere più efficienti con specifiche funzionalità di Intelligenza Artificiale. Per ogni cliente puoi adottare azioni mirate, aumentando il livello di engagement e rendendolo parte attiva nel processo di acquisto; Microsoft Dynamics 365 Marketing. Ti aiuta a delineare tutte le attività di marketing e realizzare campagne multicanale automatizzate secondo le abitudini e le preferenze dei tuoi clienti. L’obiettivo finale è instaurare rapporti lunghi e duraturi e, allo stesso tempo, attirare e coinvolgere nuovi lead; Microsoft Dynamics 365 Customer Insights. L’applicazione di Customer Service Automation che facilita l’acquisizione e la fidelizzazione di nuovi clienti; Microsoft Dynamics 365 Field Service. La business application interamente pensata per chi si occupa di assistenza, integrata con i sistemi IoT o di realtà aumentata. Un valido alleato per anticipare e risolvere problematiche e lamentele che potrebbero essere avanzate dai clienti; Microsoft Dynamics 365 Remote assist. Un’applicazione destinata ai tecnici per risolvere velocemente i problemi. Tramite videochiamate heads-up su Microsoft HoloLens, i tecnici possono ricevere indicazioni da collaboratori remoti. In ambito finanziario le applicazioni migliori sono: Microsoft Dynamics 365 Business Central. Si tratta di un software ERP che semplifica e migliora la gestione aziendale. “Erede” di Dynamics Nav, offre una serie di funzionalità per gestire in modo integrato diverse attività come flusso di vendite, produzione, magazzino e follow up dei clienti. É estremamente flessibile, poiché può essere usato anche in modalità cloud. Inoltre può accogliere moduli customizzati e personalizzati secondo le esigenze di ogni azienda. Si adatta perfettamente alle PMI; Microsoft Dynamics 365 Finance. Con questo strumento puoi prendere decisioni mirate, partendo da rapporti finanziari globali basati sull’Intelligenza Artificiale che aiutano notevolmente l’intero processo finanziario; Microsoft Dynamics Supply Chain Management. Un’applicazione “predittiva” che consente di prevedere eventuali interruzioni o criticità, gestire gli approvvigionamenti e ottimizzare le scorte. Non avrai problemi di eccedenze o di ammanchi per un magazzino perfettamente fornito; Microsoft Dynamics 365 Human Resource. Una business app che riduce il carico della gestione della forza lavoro, snellendo e velocizzando i processi a beneficio della produttività dei dipendenti. Inoltre puoi personalizzare e integrare Dynamics 365 con l’intero mondo delle app Microsoft, avendo la libertà di automatizzare i processi e creare applicazioni plasmate sulle tue esigenze. Una panoramica su Dynamics 365: come usarlo nella vita di tutti i giorni per un’azienda effettivamente agile Proviamo ad immergerci ancora più a fondo nel mondo di Microsoft Dynamics 365, per comprendere le modalità d’uso nella vita lavorativa di tutti i giorni. Il concetto di agilità è molto importante per le aziende moderne. Per agilità non si intende solo velocità, ma anche capacità di adattarsi di volta in volta alle nuove situazioni. Quello che è moderno oggi potrebbe essere obsoleto tra 6 mesi. Come creare un impatto immediato e dare realmente una svolta alla tua attività Ecco cosa può fare Microsoft 365 nelle normali attività quotidiane per creare un impatto immediato, fornire valore in meno tempo e conseguire gli obiettivi prefissati: connette soluzioni end-to-end che accelerano la crescita del business con applicazioni aziendali connesse che ottimizzano le operazioni, favoriscono le interazioni con i clienti e facilitano l’innovazione dei team; usa applicazioni modulari predefinite per aggiungere o estendere le funzionalità delle soluzioni esistenti; implementa le soluzioni a tua disposizione e raggiunge nuovi clienti in meno tempo per ottenere risultati più rapidi. Una soluzione che libera l’azienda dai vincoli Un’azienda, per essere considerata davvero agile, non deve avere limiti. Microsoft Dynamics è in grado di rompere le barriere, unificando tutti i dati per poi associarli all’Intelligenza Artificiale. Puoi così ottenere informazioni e dati sempre più dettagliati che creano esperienze migliori per i clienti. Di seguito le funzionalità a tua disposizione: accesso immediato a tutti i dati ovunque, da LinkedIn ad Azure fino allo stesso Microsoft 365; migliori le prestazioni e i risultati dell’azienda, integrando i dati a tua disposizione con l’Intelligenza Artificiale per ottenere informazioni dettagliate sulle quali adottare le tue decisioni strategiche; aumenti il livello di sicurezza e di protezione dei tuoi dati e quelli dei clienti, sfruttando la crittografia, l’accesso basato sui ruoli, la registrazione e tante altre funzionalità. Un rapido adattamento ai cambiamenti e alle priorità aziendali La tua azienda è un’entità in movimento che si evolve e cambia di continuo. Dynamics 365 si adatta alle nuove esigenze della tua azienda, alle mutate dinamiche di mercato e alle priorità dei clienti. Ecco cosa puoi fare: rispondere rapidamente alle nuove tendenze e condizioni del mercato con le soluzioni predefinite di Microsoft; accelerare i risultati aziendali e sfruttare al massimo le potenzialità di Dynamics 365, contando sull’apporto di partner Microsoft affidabili e sulle soluzioni di settore predefinite; prepararsi per le nuove sfide del futuro e creare un’azienda moderna dotata di tutte le tecnologie innovative come analisi avanzate e Internet delle Cose. Un passo avanti verso l’innovazione Un’azienda per essere competitiva sul mercato deve per forza di cose essere innovativa. Con Dynamics 365 puoi: usare un’unica piattaforma aziendale che funziona in modo nativo nel cloud Microsoft. A tua disposizione Azure, Microsoft 365 e Microsoft Power Platform per un’operabilità mai vista prima; mettere in pratica le tue idee e quelle dei tuoi dipendenti e collaboratori. Ognuno, indipendentemente dalla familiarità che ha con la tecnologia, può sfruttare i servizi Microsoft Power Platform e migliorare la produttività aziendale; migliorare il lavoro di squadra. I membri di ogni team possono facilmente condividere e scambiarsi informazioni e dati. Soluzioni che si adattano a te, non viceversa La parte più interessante di Dynamics 365 è che non devi adattarti a lui, ma viceversa. Qualunque siano le tue esigenze, necessità o caratteristiche le applicazioni Microsoft 365 si adattano ai sistemi esistenti, facendoli lavorare in modo armonioso. Ecco quali sono i benefici offerti nell’ambito dei vari settori. Dynamics 365 nel settore vendite e marketing: individua i lead per la vendita così da intercettare e acquisire più facilmente clienti; personalizza la user experience dei clienti in fase di acquisto; costruisce relazioni solide e durature con i clienti in base alle loro esigenze. Servizio clienti proattivo. Un’azienda moderna deve rispondere immediatamente alle richieste o ai reclami dei clienti ma, se riesce, deve addirittura intercettarli. In tale ottica Microsoft Dynamics: permette agli agenti virtuali di intraprendere l’azione più indicata; personalizza le interazioni con i clienti tra i vari canali; accelera e velocizza le risoluzioni tramite i flussi di lavoro automatizzati. Nell’ambito del Connected Field Service, che risolve i problemi di assistenza prima che si verifichino, Dynamics 365: offre assistenza tempestiva e proattiva in tempo reale; rivela subito i problemi del servizio di assistenza con funzioni IoT; usa le informazioni a disposizione per attivare la manutenzione preventiva. Nel settore finanza Dynamics 365 accelera la crescita aziendale in quanto: migliora le prestazioni finanziarie; favorisce il successo e la crescita dei dipendenti; raggruppa i processi per velocizzare e semplificare le operazioni. Hai un commercio sempre connesso con le funzionalità di Dynamics 365 che: crea esperienze omnicanale per tutti i clienti; personalizza l’esperienza del cliente ad ogni touchpoint; centralizza il merchandising, la gestione delle scorte e l’evasione degli ordini. Le storie di grandi e piccole aziende Microsoft Dynamics 365 è uno strumento scalabile e, in quanto tale, sa adattarsi alle esigenze di piccole, medie e grandi aziende. In questo paragrafo abbiamo raccolto alcune delle esperienze e delle testimonianze degli stessi brand che hanno tratto grande profitto dall’utilizzo di Dynamics 365. Tra questi Unicef, che ha apprezzato la varietà e la vastità di informazioni dettagliate offerte dalla piattaforma per supportare ulteriormente la sua missione umanitaria in tutto il mondo. Per un’azienda come Unicef, che deve seguire tantissimi progetti sparsi per il mondo, avere un report dettagliato di dati e di informazioni è cruciale. Toyota invece si è affidata a Dynamics 365 Remote Assist e Guides, un’applicazione che ha ottimizzato ulteriormente le competenze dei tecnici che sono diventati più efficienti e precisi nelle riparazioni complesse. L’azienda giapponese punta molto sulla soddisfazione dei clienti, perciò migliorare la professionalità dei suoi operai è uno step fondamentale per perseguire gli obiettivi aziendali e differenziarsi dai competitor. Columbia Sportswear, marca di abbigliamento sportivo, ha sfruttato le potenzialità di Microsoft Azure e di Dynamics 365 per digitalizzare la propria attività e semplificare le operazioni, dai data center IT all’inventario di magazzino fino ai pagamenti nei punti vendita. In tal caso l’azienda ha puntato tutto sulla digitalizzazione, uno step fondamentale per restare un brand moderno e di grande attrazione. GN Group, azienda che si occupa dello sviluppo di soluzioni di collaborazione audio e video, si è avvalsa delle prestazioni di Dynamics 365 Finance and Supply Chain Management. In questo modo, come ha dichiarato la stessa azienda, è stato possibile ottenere informazioni predittive basate sull’Intelligenza Artificiale in relazione alle operazioni e alla supply chain. Dr Martens, un marchio di calzature che si occupa principalmente di anfibi, ha beneficiato delle potenzialità di Dynamics 365 soprattutto per implementare i suoi sistemi di e-commerce. L’azienda ha così potuto migliorare la sua offerta online e, contemporaneamente, espandersi verso nuovi mercati. L’elenco delle aziende che hanno usufruito dei servizi di questa piattaforma è molto lungo e comprende BMW, Coca-Cola, Hp, Chevron ecc. Brand che operano in settori disparati accomunati però dalla voglia di digitalizzare e velocizzare i processi a beneficio di una maggiore produttività capace di intercettare le esigenze dei clienti. Cambia il tuo modo di fare impresa Ormai è evidente che il business sta cambiando, anzi è già cambiato. Per restare al passo devi aggiornarti e dotarti di strumenti all’avanguardia, come Microsoft Dynamics, che ti aiuta a sfruttare i dati raccolti per avere una visione unificata della tua attività. Diventa più facile prendere le decisioni strategiche più adatte, tenendo conto dell’andamento del mercato e delle nuove tendenze. Per capire come portare la digital transformation nella tua azienda leggi il nostro magazine presente a fine articolo, avendo così una visione panoramica dei cambiamenti degli ultimi tempi.
Un sito web può essere paragonato ad una donna che, di tanto in tanto, ha bisogno di rifarsi il trucco o semplicemente di cambiare il taglio di capelli per portare una bella ventata di novità. Ecco, il restyling di un sito è proprio questo e consiste nel cambiare la veste grafica e non solo, anche per risvegliare la curiosità di utenti e clienti che potrebbero essere “assuefatti” al design, soprattutto se è lo stesso da molto tempo, e quindi annoiarsi. Effettuare un restyling del sito significa evidenziare il carattere innovativo e dinamico della tua azienda, sempre aperta ai cambiamenti. In questo processo devi adottare alcuni accorgimenti per non commettere errori. Va bene cambiare la veste grafica, senza però stravolgere completamente il sito. I tuoi clienti si sono affezionati al tuo sito proprio perché ne hanno apprezzato il layout e l’impostazione generale, quindi non cambiarlo del tutto o rischi di creare un senso di smarrimento. Allo stesso tempo puoi intercettare nuovi clienti che vengono attratti da una grafica più curata, fresca e giovanile e nuove funzionalità. Scopriamo adesso come rinnovare un sito Internet secondo i giusti step. Restyling di un sito: cos’è e come interpretarlo Hai un sito web ma non ti piace più oppure non ti offre le ottime prestazioni di un tempo? Allora il restyling è la soluzione ideale per mantenere i vecchi clienti e conquistarne di nuovi. Fare un restyling di un sito non significa solo intervenire sull’aspetto grafico, ma effettuare una serie di cambiamenti strategici per ottimizzare le prestazioni. In sostanza devi rivedere le strategie, gli obiettivi, i contenuti e apportare una serie di modifiche mirate. Chiarito il concetto di restyling del sito, passiamo in rassegna le “best practices” da adottare e scopriamo perché è la scelta vincente per rilanciare la tua attività. Ecco perché dovresti ristrutturare il tuo sito! Prova a fare un salto nel tempo di 3 anni fa quando magari hai realizzato il tuo sito web. Le strategie, le tecnologie usate e gli obiettivi erano ovviamente diversi. Ora ritorna nel presente: pensi che siano ancora gli stessi? Non credo proprio. Tra l’altro siti lenti e obsoleti non sono certo visti di buon occhio da Google, che tende quindi a declassarli facendo perdere posizioni nei motori di ricerca. Sai cosa significa? Meno visibilità, meno visite, meno traffico e meno potenziali clienti. In fase di restyling può esserti utilissimo HubSpot CRM, che ti consente di copiare sulla piattaforma il sito o di rifarlo con una nuova progettazione in ottica growth-driven design. Analizziamo di seguito i motivi per i quali il tuo sito avrebbe bisogno di una bella rinfrescata. Le strategie cambiano Gli obiettivi e le strategie, a distanza di anni o anche di mesi, possono profondamente cambiare. Il tuo sito, così com’è impostato, magari non ti garantisce più le prestazioni di un tempo. Un’azienda dinamica invece deve essere moderna e pronta ad affrontare cambiamenti anche repentini. Poiché il sito ne rappresenta il principale biglietto da visita, devi modificare velocemente obiettivi e strategie. Cambiano i clienti Il turnover dei clienti è un fenomeno naturale. Supponiamo che hai un e-commerce di abbigliamento per adolescenti. I tuoi clienti di 10 anni fa avevano circa 16-18 anni. Oggi vanno per i 30 anni, quindi magari sono interessati ad un abbigliamento più formale. Il tuo target è profondamente cambiato, poiché le esigenze e le tendenze di 10 anni fa non sono ovviamente le stesse. Cambia anche l’approccio dei tuoi clienti e devi fornire un prodotto e una modalità di fruizione del sito aggiornati ai nuovi trend. La tua azienda cambia pelle nel corso del tempo Come cambia il tuo target di pubblico, allo stesso modo cambia anche la tua azienda. Nel corso del tempo il tuo brand cambia pelle, si rinnova e ha altre esigenze. Un sito vecchio potrebbe non rispecchiare più l’identità del tuo marchio. Uno scollamento tra sito e azienda sarebbe molto grave, anche perché genererebbe una certa confusione negli utenti che non si rispecchiano più nel tuo brand. Assicurati quindi di riallineare il sito con la nuova identità che ha assunto la tua azienda. Il tuo sito è responsive? Ormai quasi tutti i siti sono responsive, cioè si adattano alla dimensione del dispositivo usato. Se però il tuo sito non lo è, rischi di perdere un’enorme fetta di mercato. La maggior parte degli utenti utilizza lo smartphone per navigare, leggere gli articoli e anche concludere acquisti. Se il tuo sito non è responsive, gli utenti scappano via a gambe levate perché non hanno voglia di “litigare” con una grafica capricciosa e difficile da leggere. Considera poi che Google apprezza molto i siti responsive, mentre penalizza quelli che non lo sono. Non regalare clienti ai tuoi competitor e rendi subito il tuo sito responsive. Le tecnologie del tuo sito sono obsolete La tecnologia oggi viaggia ad una velocità pazzesca. Magari quando hai realizzato il tuo sito hai utilizzato le migliori tecnologie, ma oggi potrebbero essere obsolete. Aggiornare il sito significa renderlo più veloce e più sicuro, migliorare la user experience e ottimizzarlo in chiave SEO. Tutte cose apprezzate dai tuoi visitatori, ma anche da Google. Come fare il restyling di un sito Wordpress o di un e-commerce? Ora che abbiamo definito le possibili criticità, ecco le “best practices” da seguire per rifare il sito web: Analizza il traffico; Cambia le tecnologie; Migliora il posizionamento nei motori di ricerca; Valuta la user experience; Considera il target di riferimento; Modifica la grafica. Analizza il traffico Hai notato un notevole rallentamento del traffico? Allora con l’aiuto di strumenti specifici, come Google Analytics, individua le pagine più visitate e quelle invece che non portano più il traffico desiderato. Magari vanno modificate o addirittura eliminate se non sono più in linea con le tue strategie. Tieni presente che il traffico potrebbe subire decadimenti di prestazioni anche perché gli articoli non sono più aggiornati o, peggio ancora, riportano informazioni vecchie e sbagliate. Intervieni anche sui contenuti e fatti un bel ripasso dei vecchi articoli. Cambia le tecnologie Come già accennato devi rivedere anche le tecnologie usate. Sono ancora adatte ai tuoi scopi? Il tuo sito è veloce o hai notato un preoccupante rallentamento nel caricamento delle pagine? Ci sono delle funzionalità che non ti servono più e magari devi sostituirle con altre più moderne? Il livello di protezione del sito è sufficiente? Poniti queste domande e datti una risposta per capire come e dove intervenire per modernizzare le tecnologie del sito. Migliora il posizionamento nei motori di ricerca Il sito va costantemente aggiornato anche per mantenere la posizione conquistata nei motori di ricerca. In caso contrario inizierà a perdere posizioni. Assicurati quindi che le pagine e che le immagini siano perfettamente indicizzate. Magari devi eliminare alcuni link o aggiungerne di nuovi, per migliorare la user experience e renderla quanto più gradevole possibile per una navigazione lineare in grado di fornire un valore aggiunto. Per una user experience altamente soddisfacente assicurati che la tua comunicazione sia chiara e in linea con il tuo brand, semplificando i contenuti e fornendo ai tuoi clienti risposte immediate alle loro domande. Considera il target di riferimento Ecco un altro argomento che abbiamo toccato: il target di riferimento. Nel corso degli anni il tuo target di pubblico potrebbe cambiare, o magari i tuoi clienti affezionati cambiano abitudini e modalità d’acquisto, dettate anche dalle nuove tendenze del mercato. Sii sempre vigile sui cambiamenti del tuo target di pubblico, tenendo presente l’età, il sesso, l’area geografica ecc. Magari sono dettagli, ma proprio i dettagli fanno la differenza. Modifica la grafica Infine devi fare un bel restyling anche della grafica. É però preferibile non modificare il logo né i colori aziendali, altrimenti rischi di mandare in confusione i tuoi vecchi clienti. Magari puoi modificare il font dei testi, purché sia comunque lineare con gli obiettivi del sito. Se ad esempio hai un sito di avvocati, di commercialisti o di professionisti puoi cambiare il font, ma scegline uno professionale e formale. Se invece hai un progetto e-commerce che riguarda ad esempio l'abbigliamento per adolescenti o un sito di gaming, puoi optare per un font più informale e sbarazzino. Il tutto per mettere il visitatore a suo agio e fare in modo che si identifichi subito con il tuo brand, a partire appunto dalla grafica. Quanto costa rifare un sito web? Ora che sai come sistemare un sito Internet, eccoci alla domanda fatidica: quali sono i costi per un’operazione del genere? Rispondere a questa domanda è praticamente impossibile, molto dipende dallo stato del tuo sito e dagli interventi richiesti. Posso dirti che i costi dipendono dalle seguenti variabili: hosting; costruzione del sito; contenuti e servizi SEO; manutenzione del sito. Conclusioni Il restyling di un sito può prevedere interventi energici e sostanziali o più superficiali, molto dipende dalla cura che gli riservi. Ti consiglio di fare quest’operazione con una cadenza periodica, così da effettuare solo piccoli interventi di manutenzione senza spendere cifre eccessive. Il nostro contenuto gratuito sull’introduzione al growth-driven design, disponibile a fondo pagina, ti spiega come realizzare un modello di web design fresco e giovanile capace di catturare l’occhio del visitatore e migliorarne la user experience.
Se stai pensando di lanciare una campagna di marketing, hai bisogno di una strategia solida e oculata, di idee creative e accattivanti e di fare investimenti intelligenti. Ecco, dovresti partire proprio dalla parte economica e, più nello specifico, dal budget che intendi investire. Gli investimenti vanno sempre valutati in base ai benefici che offrono. Indipendentemente che tu sia una piccola o una grande azienda, devi investire con intelligenza le risorse a tua disposizione. Proprio per questo motivo bisogna conoscere il ROI e il ROAS. Cosa sono? Sono per l’appunto metriche che ti forniscono dati e informazioni utili sui risultati ottenuti in seguito ad un investimento. In questo articolo analizziamo come si calcolano il ROI e il ROAS, perché hanno un ruolo cruciale per la tua attività, quali sono le differenze e infine esaminiamo qualche esempio pratico. Cos’è il ROAS nel marketing e come si calcola? Il ROAS è l’acronimo di Return On Advertising Spend e rappresenta una metrica che consente di calcolare i risultati di una campagna ADV online, precisamente quelle impostate con Google ADS e Facebook ADS. In pratica questa metrica ci indica chiaramente quanto ti ha fatto guadagnare una campagna pubblicitaria per ogni euro che hai speso. La formula del ROAS è la seguente: ROAS = ricavi da campagne ADV/ costo della campagna. Negli ultimi tempi Google Ads sta tenendo sempre più in considerazione la metrica ROAS, infatti ha introdotto proprio una strategia specifica basata sul ROAS. Ma nello specifico a cosa serve il ROAS? Come già anticipato, l’obiettivo principale è ottimizzare il ritorno sull’investimento pubblicitario. Del resto qualsiasi imprenditore o commerciante, prima di avviare una campagna pubblicitaria o di fare un investimento importante, deve tener conto del ritorno economico. Se hai un bar, ad esempio, puoi attrarre nuovi clienti facendo un restyling degli interni. Il tocco di novità ha attratto più persone e i tuoi introiti sono aumentati? Allora in tal caso l’investimento è stato giusto. Allo stesso modo hai investito in una campagna pubblicitaria online e le tue vendite sull’e-commerce sono schizzate alle stelle? Anche in questo caso hai usato i tuoi soldi in modo intelligente. Tramite un algoritmo basato su un target ROAS, il sistema di Google Ads imposta in automatico le offerte che permettono di ottenere il maggior valore di conversione possibile. La stessa cosa la fa anche Facebook Ads, che consente di calcolare velocemente e in modo automatizzato il ROAS determinato dagli acquisti su un e-commerce. Riassumendo il ROAS misura i ricavi lordi ottenuti dalle campagne avviate, così da monitorarle, gestirle al meglio ed eventualmente modificarle in futuro per migliorare i risultati. Raggiungere il tasso di conversione ottimale è l’obiettivo primario degli e-commerce, che lavorano proprio per convertire i lead e i visitatori in clienti fissi e fidelizzati. Cos’è il ROI nel marketing e come si calcola Il ROI è l'acronimo di Return on Investment, cioè Ritorno sull’Investimento e consente di gestire il budget in modo corretto. Pur avendo alcuni punti in comune con il ROAS, ha un’accezione diversa. Il ROI fondamentalmente rappresenta il guadagno derivante da un investimento, al quale va sottratto il costo dello stesso investimento. Tale metrica è utile per valutare quanto sia efficace e conveniente un investimento pubblicitario, oppure per confrontare diversi investimenti e individuare quello migliore. Ecco la formula matematica: ROI = reddito operativo/ capitale investito netto operativo. Per calcolare il ROI devi quindi definire esattamente qual è la tua attività, che va contestualizzata in base al settore e al business in una digital strategy. Così facendo puoi effettuare gli investimenti con oculatezza e raggiungere più facilmente gli obiettivi che ti sei prefissato. Perché un sito HubSpot può fare la differenza? Prima di mettere a confronto il ROAS e il ROI in una campagna pubblicitaria e individuare le differenze principali, dovresti chiederti quale strumento usare per misurare le metriche in questione. Gli esperti concordano che tra i migliori strumenti del settore c’è HubSpot, che offre una serie di funzionalità utilissime per ogni esigenza. Avere un sito HubSpot ti garantisce una serie infinita di vantaggi, in quanto: HubSpot CRM consente di analizzare rapidamente il traffico e di consultarlo a cadenza mensile, annuale o su intervalli temporali personalizzati; Riporta le fonti di traffico per tutto il sito web o per le singole pagine; Fornisce dati precisi sulle visualizzazioni delle pagine del sito web, della landing page e di tutte le altre pagine, ma anche altre informazioni aggiuntive come tempo medio di permanenza, frequenza di rimbalzo, tasso di uscita e CTA; Ti permette di conoscere i tassi di conversione e quali pagine si sono rivelate più performanti in tal senso; Imposta diversi obiettivi e preventivi specifici per team di vendita e di servizi; Dà informazioni extra sui rapporti SEO, come ricerca media delle parole chiave e consigli SEO on-page; Crea rapporti di marketing per analizzare i contatti. ROI e ROAS a confronto: le differenze principali Mettiamo adesso a confronto queste due metriche per capire in cosa si differenziano. Indubbiamente sono indicatori utilissimi per il tuo marketing, anche se perseguono obiettivi diversi. In un certo senso il ROAS svolge una funzione principalmente tattica e si focalizza su specifiche attività, come appunto l’advertising. Inoltre risulta piuttosto facile e veloce da calcolare. Il ROI ha invece una valenza soprattutto strategica ed è maggiormente legato al business a 360° e valutato nella tua interezza. In pratica misura la redditività di una campagna, considerando però tutto l’investimento comprensivo dei costi correlati e non del solo budget stanziato. Rappresenta quindi un indicatore più completo e veritiero, proprio perché analizza i costi nel suo complesso, ma rispetto al ROAS è più difficile da calcolare e meno immediato. Per la tua campagna di marketing è comunque importante calcolare tanto il ROI quanto il ROAS, sia per comprendere le impostazioni migliori da adottare sia per individuare la comunicazione più idonea. Fai diversi test e monitora i risultati, così da ottenere statistiche e informazioni utilissime che ti serviranno per le tue campagne future. Se non stai ottenendo i risultati sperati significa che stai “bruciando” i tuoi investimenti. Prova quindi a cambiare le tue campagne di marketing e, dopo vari test e prove, otterrai una panoramica più ampia per capire qual è la strada più redditizia da seguire. Esempi di ROI e di ROAS Per comprendere ancora meglio le dinamiche del ROI e del ROAS facciamo degli esempi pratici. Supponiamo che hai lanciato una campagna Facebook e che il ROI sia negativo. Vuol dire che qualcosa non funziona e quindi devi apportare necessariamente delle modifiche per poi effettuare successivamente dei test. Dove e come intervenire? Potresti provare a cambiare il metodo, ma anche le somme investite. Come si dice “per fare soldi devi investire soldi”. Magari fare un piccolo sacrificio economico vale la pena, se poi raccogli i risultati desiderati. Se invece fai un investimento troppo parsimonioso i risultati potrebbero essere insoddisfacenti e in questo caso “il gioco non vale la candela”. Insomma devi anche saper azzardare, ma con rischi calcolati. Facciamo lo stesso esempio per il ROAS, prendendo come riferimento una campagna Facebook per un e-commerce. In tal caso il monitoraggio va effettuato su quante volte un oggetto viene messo nel carrello, quante volte un articolo viene acquistato, quante preferenze ha ecc. Se i numeri sono soddisfacenti, allora significa che hai imbroccato la strada giusta. Al contrario se non ottieni i risultati desiderati, devi apportare delle modifiche che rendano la campagna di marketing più appetibile e coinvolgente. Considerazioni finali In conclusione possiamo dire che il ROI serve principalmente per misurare il profitto generato dagli annunci, tenendo presente tutti i costi. Si tratta di una metrica incentrata soprattutto sul business e aiuta a misurare il marketing, inteso come investimento necessario per far crescere la propria azienda. Il ROAS dà risultati più immediati e il marketing viene inteso come un costo necessario per restare a galla nel mercato. Misura le entrate lorde per ogni euro speso per la pubblicità. Sono metriche fondamentali che però vanno interpretate secondo la giusta chiave di lettura. Il ROAS consente di paragonare i risultati ottenuti dalle varie campagne e di distribuire in modo più oculato il proprio business. Tuttavia, se l’obiettivo è incrementare la quota di mercato, può spingere ad aumentare in modo eccessivo la cifra da investire. In pratica questa metrica, da un punto di vista finanziario, non è sufficientemente lungimirante proprio perché il monitoraggio costante del profitto netto viene messo un po’ in secondo piano. Va bene aumentare i clic, ma senza ripercussioni negative sul profitto. Ecco perché il ROAS e il ROI devono camminare di pari passo ed essere utilizzati simultaneamente, in modo da sfruttare i grandi vantaggi che offrono. A tal proposito tieni presente che in un’azienda il team commerciale e il marketing devono essere perfettamente allineati, altrimenti i ricavi dell’azienda diminuiscono. Per approfondire l’argomento ti consiglio di scaricare l’ebook gratuito, presente a fondo pagina, che ti suggerisce utili metodologie di allineamento tra commerciale e marketing per aumentare i ricavi e ottimizzare i processi.
Il percorso d’acquisto del cliente può essere considerato a tutti gli effetti un viaggio, che ha un inizio e una fine. Come ogni viaggio, anche quello del consumatore è fatto di varie tappe. Il tuo compito è rendere il viaggio quanto più confortevole possibile, assicurando che il “transfer” da una tappa all’altra si svolga senza alcun intoppo. Se fai tutto nel verso giusto riuscirai a convertire i visitatori in clienti, aumentare il tasso di fidelizzazione, incrementare le vendite e migliorare la tua brand awareness. Tutti questi obiettivi, come un effetto domino, sono concatenati l’uno con l’altro. Detto così sembra tutto troppo semplice. In realtà il percorso di un consumatore può essere lineare o complesso, molto dipende dai fattori che entrano in gioco. In questo articolo ti spiego come ottimizzare i vari step del processo di vendita e quali “best practices” devi adottare. Processo d’acquisto dopo l’avvento di Internet Prima di approfondire il discorso sul percorso d’acquisto del cliente, riavvolgiamo il nastro della storia e facciamo un balzo indietro a qualche anno fa, quando l’online era ancora in fase embrionale e si procedeva con il marketing tradizionale. Quali erano le principali modalità di pubblicità? Spot tramite tv, radio, volantini o cartelloni pubblicitari. Questi sistemi oggi esistono ancora ma sono piuttosto obsoleti, soprattutto se paragonati con i nuovi strumenti online. Il comportamento d’acquisto del consumatore è profondamente cambiato dopo l’avvento di Internet. Gli utenti hanno più fonti dalle quali prendere informazioni e maggiori opzioni di scelta. Questo rende ancora più complicato il tuo lavoro, perché devi sgomitare tra i competitor per dimostrare che il tuo prodotto o il tuo servizio è davvero quello migliore. Per conquistare l’attenzione degli utenti, e convertirli in clienti, devi ottenere la loro fiducia e dimostrare la tua professionalità e competenza del settore. Ecommerce CRM: perché HubSpot è il migliore su piazza Poiché il processo d’acquisto è profondamente cambiato, devi adeguarti e dotarti delle giuste strumentazioni. Per monitorare il buyer’s journey dei tuoi clienti può darti una grandissima mano un valido ed efficiente ecommerce CRM, come HubSpot. Devi sapere che gli utenti, durante il processo di vendita, attraversano 3 fasi: Awareness: prendono coscienza di avere un problema, ma non sanno come risolverlo; Consideration: gli utenti iniziano a cercare soluzioni concrete per risolvere i loro reali bisogni; Decision: questo è l’ultimo funnel di acquisizione durante il quale gli utenti prendono la decisione finale sull’acquisto HubSpot CRM mette a disposizione una funzione che consente di individuare in quale stadio si trova il cliente, così da stilare strategie di marketing pertinenti per completare il processo di fidelizzazione. Inoltre la piattaforma consente di individuare più facilmente le buyer personas, in modo da costruire attorno a loro un’esperienza d’acquisto personalizzata e cucita su misura per loro. Analisi del percorso d’acquisto del cliente Per comprendere esattamente il processo d’acquisto online devi capire quali domande si pongono i clienti e porti delle domande a tua volta. In particolare devi chiederti: Chi sono i miei clienti? Dove li trovo? Come li raggiungo? Di cosa hanno bisogno? Come convincerli ad acquistare da me? Come posso impormi come brand autorevole e sbaragliare la concorrenza? Ponendoti queste domande, riuscirai ad entrare nella testa dei tuoi clienti. Come anticipato precedentemente, il buyer’s journey si suddivide in 3 fasi durante le quali il consumatore prende coscienza di avere un bisogno da soddisfare, analizza le possibili soluzioni e infine procede all’acquisto dopo la decisione finale. Quali fattori entrano in gioco? Tantissimi. Il prezzo, l’indecisione dell’acquirente, la presenza di altri competitor, feedback e recensioni ecc. Su alcuni fattori non hai alcun controllo, su altri invece puoi esercitare una maggiore influenza. Intercettando i tuoi potenziali acquirenti riesci a capire meglio come pensano, come ragionano, quali sono le loro abitudini e di conseguenza puoi offrire un servizio personalizzato secondo le loro necessità. Esperienza d’acquisto del cliente: i fattori che incidono nella decisione finale Ogni cliente è diverso dall’altro e quindi il processo d’acquisto potrebbe essere profondamente differente, anche tra persone che rientrano nello stesso target di pubblico. La questione si complica e segmentare i tuoi potenziali acquirenti diventa ancora più complesso. Uno stesso cliente può modificare abitudini in base alle esigenze che mutano durante la vita. Un 30enne single con un buon lavoro probabilmente non bada tanto al prezzo e non si fa problemi a cambiare smartphone ogni 6-7 mesi. Quello stesso 30enne, se si sposa e ha un figlio, cambia prospettiva. Piuttosto che spendere tanti soldi per uno smartphone, magari preferisce usarli per acquistare omogeneizzati e pannolini. Per segmentare il pubblico vengono in tuo soccorso i fattori che determinano i processi decisionali. Ne sono principalmente 4: Fattori culturali. Difficilmente cambiano, poiché sono legati alla società dove si vive, alle credenze, alle tradizioni e alle abitudini di una comunità; Fattori sociali. Fanno riferimento alla classe sociale alla quale si appartiene, agli stili di vita e alle influenze che possono arrivare dall’esterno; Fattori personali. Sono i fattori sottoposti maggiormente al cambiamento. Tra questi rientrano sesso, età, occupazione, condizione economica ecc. Fattori psicologici. Anche questi fattori sono soggetti a diversi cambiamenti, poiché variano a seconda del proprio status mentale. Possono essere determinati dalla voglia di soddisfare un bisogno, di sentirsi migliori o di sentirsi appagati. Le 5 fasi della vendita A questo punto non ci resta che conoscere e analizzare le 5 fasi della vendita, un percorso decisionale che devi conoscere alla perfezione in ogni minimo dettaglio. Ricordati che il processo non si conclude con la singola vendita, ma inizia molto prima e finisce molto dopo l’acquisto. Il tuo compito è accompagnare gli acquirenti in ogni singolo step, facendo sentire la tua presenza costante ma discreta al loro fianco. Le 5 fasi sono: Consapevolezza di avere un desiderio o un bisogno; Ricerca della soluzione; Valutazione delle alternative; Decisione d’acquisto; Considerazioni dopo l’acquisto. Analizziamole tutte una ad una. 1.Consapevolezza di avere bisogno di un prodotto o un servizio La consapevolezza di avere un problema è il primo passo per risolverlo. Ecco, quando una persona comprende di avere una necessità o un bisogno, quello è il primo passo verso l’acquisto. Una persona potrebbe avere bisogno di una nuova tv perché la vecchia si è rotta, o semplicemente per godere di una visione più profonda e immersiva. Conoscere le necessità degli utenti ti aiuta a veicolare il giusto messaggio, ma anche a intercettare le parole chiave della loro ricerca sul web. 2. Ricerca della soluzione Una volta che una persona prende consapevolezza di aver bisogno di qualcosa, che sia una necessità o un semplice desiderio da appagare, inizia la seconda fase, cioè la ricerca delle informazioni necessarie per trovare la soluzione adatta. In questa seconda fase devi capire quali sono i canali che gli utenti utilizzano. Il web è una fonte ricca di informazioni, ma offre canali molto diversi e variegati tra di loro. Hai molte frecce nel tuo arco: puoi usare articoli di blog, siti web, e-commerce, post e sponsorizzazioni sui social, recensioni, email ecc. 3. Valutazione delle alternative Dopo una prima fase di scrematura, gli utenti iniziano a focalizzare l’attenzione sulle principali alternative. Prezzi, caratteristiche e recensioni di altri clienti sono fattori determinanti che possono far pendere l’ago della bilancia verso la tua azienda. Anche in questo caso ogni cliente ragiona e pensa in maniera diversa. C’è chi dà priorità al prezzo o alle funzioni del prodotto, mentre altri badano più al marchio o allo status sociale che può conferire un articolo. C’è però un fattore che mette tutti d’accordo: l’affidabilità del brand. Devi fidelizzare i clienti, rafforzare il rapporto con loro, costruire le relazioni giorno dopo giorno per garantire una piena soddisfazione durante tutto il processo di vendita. Se un cliente è soddisfatto, è molto probabile che anche in futuro acquisterà da te e parlerà bene del tuo brand. 4. Decisione d’acquisto La quarta fase è importante come le altre, ma probabilmente è quella che maggiormente interessa i merchant: la decisione d’acquisto. Il tuo prodotto piace, il rapporto qualità/prezzo è considerato soddisfacente, il cliente si fida di te. Hai fatto breccia nel cuore del consumatore e gli hai garantito un’esperienza d’acquisto gradevole e trasparente. Per convincere il tuo cliente a dire sì considera tutti i fattori che possono influire sulla sua scelta: dai metodi di pagamento, che devono essere semplici e intuitivi, fino alla gestione dei feedback, sia positivi che negativi. Gli utenti vogliono essere sicuri di fare la scelta giusta, perciò scandagliano la tua proposta da cima a fondo. 5. Considerazioni dopo l’acquisto Una volta che hai venduto il prodotto o un servizio, non commettere l’errore di pensare che il tuo lavoro sia finito. Anzi, proprio adesso comincia l’opera di fidelizzazione che comprende la richiesta di feedback o l’invio di sondaggi per valutare la customer satisfaction. Offerte e programmi di fidelizzazione sono ottimi sistemi per rafforzare il rapporto col cliente anche dopo la vendita. Se hai fatto tutto correttamente, si genererà un processo di passaparola positivo sia online che offline capace di aumentare i clienti, implementare le vendite e rinforzare la brand awareness. Conclusioni Conoscere il percorso di acquisto ti aiuta a trasformare un lead in un acquirente e poi in un cliente fidelizzato. Coinvolgi il cliente in ogni fase d’acquisto tramite un’attenta pianificazione delle strategie di marketing, così da creare fiducia. Per generare nuovi contatti dal tuo sito web ti consiglio di leggere la nostra risorsa gratuita, reperibile a fondo pagina, per ampliare la tua rete clienti e conoscerli più a fondo.
In questo articolo ti spiego come ridurre la frequenza di rimbalzo, definita anche bounce rate, che indica la percentuale di clienti che “rimbalzano” via dopo essere atterrati sul tuo sito. Perché la frequenza di rimbalzo è importante? Perché fornisce preziosi dati sulle prestazioni del tuo sito web, e-commerce b2b o b2c. Se un utente atterra sul tuo sito e se ne va quasi subito, significa che hai una frequenza di rimbalzo alta. Al contrario, se l’utente naviga per molto tempo all’interno del sito, c’è una frequenza di rimbalzo bassa. La frequenza di rimbalzo alta non è quindi un buon indicatore del tuo sito, che potrebbe risultare difficile da navigare, poco chiaro, incoerente o troppo lento nel caricarsi. Tutti fattori che fanno fuggire i tuoi clienti a gambe levate dalla piattaforma, con evidenti ricadute negative sulla tua attività. I siti sono il principale biglietto da visita di un’azienda o un brand, quindi se offrono prestazioni scadenti tutta la tua attività va in affanno. Nei seguenti paragrafi ti spiego come ottenere una frequenza di rimbalzo ottimale e come migliorare le prestazioni del tuo sito web. Bounce rate: come si calcola? Per prima cosa dobbiamo capire come si calcola la frequenza di rimbalzo. Tale metrica rappresenta il rapporto tra le sessioni di una sola pagina, divise per tutte le altre sessioni o la percentuale di tutte le sessioni sul sito, dove gli utenti hanno visitato una sola pagina. Per calcolare la frequenza di rimbalzo Analytics è lo strumento migliore. Per accedere ai report devi seguire questo percorso: Comportamento; Contenuto del sito; Tutte le pagine. Una volta fatta questa operazione, puoi identificare le problematiche tramite due sistemi: Analisi del web. Concentra la tua attenzione sulle pagine più importanti del sito. Se ad esempio hai un e-commerce, focalizzati sulla home page, sulla pagina di categoria e sulla pagina del prodotto. Non badare invece alla pagina del carrello, poiché in tal caso devi verificare un’altra metrica: la frequenza di abbandono del carrello. La reazione dei clienti. Puoi chiedere direttamente ai tuoi visitatori cosa li porta ad abbandonare subito il sito tramite dei sondaggi. Potresti scoprire che i prezzi dei tuoi prodotti sono troppo alti o che il sito non è sufficientemente intuitivo. Fai anche domande aperte, del tipo “cosa vorresti trovare in questa pagina?”, così puoi conoscere meglio le esigenze e le aspettative dei clienti. Perché i clienti abbandonano il tuo sito? Tieni presente una cosa: hai pochi secondi per convincere il cliente che il tuo sito è quello che fa per lui e che può offrire le soluzioni che sta cercando. Può esserti molto utile avviare un progetto HubSpot, una delle piattaforme di marketing automation più utilizzate che ti consente di ottimizzare siti web ed e-commerce raccogliendo i dati del traffico e delle sessioni in modo chiaro. Ecco quindi quei piccoli o grandi difetti che rischiano di rendere il tuo sito poco interessante e poco fruibile. Grafica web poco accattivante L’abito non fa il monaco… O forse sì? In un sito web anche la grafica fa la sua parte, quindi deve essere subito accattivante e gradevole alla vista per convincere l’utente a restare sulla pagina e rendere piacevole la sua esperienza di navigazione. Se la tua grafica è troppo spoglia o poco stimolante, dovresti cambiarla. L’opera di restyling però andrebbe fatta gradualmente. Un cambio improvviso del design del sito potrebbe mandare in confusione gli utenti abituali. Modifica quindi la grafica gradualmente, dando agli utenti la possibilità di apprezzare i piccoli ritocchi cadenzati nel tempo. Scarsa interazione tra il sito e l’utente Non è solo l’utente che deve interagire con il sito, ma anche il sito deve interagire con l’utente. Il visitatore, una volta sul sito, potrebbe non sapere cosa fare. Incoraggialo a fare qualcosa altrimenti, dopo aver raccolto le informazioni di cui ha bisogno, se ne andrà subito. Il tuo obiettivo è convertire i visitatori in abbonati? Allora adotta delle strategie per raccogliere la loro e-mail e ampliare la tua mailing list. Utilizza poi call to action efficaci, coinvolgenti e con un “tone of voice” in linea con il linguaggio del tuo brand. Sito web poco fruibile Il sito potrebbe apparire poco fruibile e poco chiaro, condizione che inevitabilmente fa allontanare i tuoi visitatori. Hai un e-commerce? Allora assicurati che ogni prodotto sia effettivamente sotto la sua categoria. Se necessario, inserisci anche delle sottocategorie per favorire la navigazione. Stesso discorso se hai un blog che tratta di vari argomenti. Hai un blog che parla di cani e gatti? Allora predisponi un’area specifica per il cane e una per il gatto. L’utente saprà così orientarsi facilmente all’interno del sito, senza essere rimbalzato da una pagina all’altra col rischio di annoiarsi e andarsene. Le 5 soluzioni per ridurre la frequenza di rimbalzo Dopo aver analizzato alcune delle criticità che possono determinare decadimenti nelle prestazioni del tuo sito, e di conseguenza limitarne notevolmente la fruibilità, esaminiamo adesso le “best practices” che possono tornarti molto utili. 1- Ottimizzare il tempo di caricamento L’utente medio è pigro: pretende tutto e subito. Se la tua pagina ci impiega troppo tempo a caricarsi, stai certo che il visitatore andrà altrove per trovare quello che sta cercando. Si calcola che il tempo massimo di attesa che un utente è disposto a tollerare è 3 secondi. Trascorso questo tempo dirà bye bye al tuo sito. Assicurati quindi che il tempo di caricamento della pagina non sia troppo lungo. Foto e video troppo pesanti potrebbero rallentare eccessivamente il caricamento. Verifica quindi che siano sufficientemente leggeri per un sito scattante e veloce. 2- Occhio ai link I link sono fondamentali per ridurre il tasso di rimbalzo, ma non devono esserci errori tecnici. Se sbagli ad inserire il link rimandi l’utente ad una pagina vuota, o segnata come errore. Oppure potresti spedire il tuo visitatore su una pagina completamente diversa. Sono errori gravi che non depongono a favore dell’autorevolezza e dell’affidabilità del tuo sito. Inoltre i link devono essere intuitivi. L’utente deve poterci cliccare su intuitivamente e istintivamente, senza pensarci troppo. Naturalmente devono essere pertinenti con l’argomento che stai trattando. 3- Sì ai pop-up, ma senza esagerare Sui pop-up il dibattito è aperto: c’è chi li considera estremamente fastidiosi, un elemento di disturbo alla navigazione; altri invece li reputano ottimi strumenti per la conversione. La verità, come sempre, sta nel mezzo. Puoi utilizzarli, ma con cautela. Per prima cosa devi effettuare dei test. Un pop-up che compare subito appena si apre la pagina potrebbe essere poco tollerato e troppo invasivo. Prova quindi a ritardare la sua comparsa, dando agli utenti il tempo di visitare il sito. Puoi utilizzare queste tipologie di pop-up: Pop-up “temporali” che si aprono dopo un tot di tempo dall’apertura della pagina; Pop-up che si aprono solo quando si arriva ad un determinato punto della pagina; Pop-up di “exit intent”, che compaiono quando l’utente sposta il mouse verso l’alto per chiudere la pagina o per digitare un altro indirizzo. 4- Un sito intuitivo e semplice per una migliore “user experience” Un sito, per funzionare correttamente e risultare fruibile, deve avere un’interfaccia chiara e facile da usare. L’utente si aspetta di trovare determinate cose in un posto, accontentalo! In un e-commerce le categorie sono solitamente in alto, mentre in basso ci sono i termini e le condizioni di utilizzo. Mantieni le loro posizioni, o fai in modo che siano facilmente cliccabili. Non ammassare tutto in un solo posto, ma rendi arioso il tuo sito con degli spazi vuoti tra un elemento e l’altro. Rendi subito chiaro chi sei, cosa fai e di cosa ti occupi. 5- Sito “mobile-friendly” Lo smartphone è diventato un’estensione naturale del nostro braccio. In fila al supermercato, alla fermata dell’autobus o mentre si aspetta in auto ormai è prassi smanettare col cellulare e navigare tra un sito e l’altro. Il tuo sito deve quindi essere perfettamente “mobile-friendly”, cioè risultare navigabile anche e soprattutto da smartphone. I siti design responsive presentano accorgimenti relativi alle grafiche, ai codici e alle funzionalità che consentono di svolgere qualsiasi operazione anche da smartphone. Qual è la frequenza di rimbalzo ideale per un ecommerce o un sito web? Una frequenza di rimbalzo ottimale oscilla tra il 25 e il 70%, ma non esiste una metrica specifica poiché va contestualizzata. Non sempre una frequenza di rimbalzo alta è negativa, soprattutto se hai un sito “one page”, cioè monopagina. Magari l’utente ha trovato subito le informazioni di cui ha bisogno e quindi esce dal sito poco dopo. Molto dipende anche dai contenuti della piattaforma. Una frequenza di rimbalzo bassa è comunque apprezzata da Google e quindi può incidere anche sul posizionamento. Considerazioni finali Un consiglio che posso darti è di testare continuamente le prestazioni del tuo sito e valutare se ci sono miglioramenti o peggioramenti dopo aver applicato le modifiche. Mettiti nei panni dell’utente e visita il tuo sito per capire se è intuitivo o se ci sono delle criticità da risolvere. Se stai pensando di fare un restyling del sito può essere utile la nostra risorsa, scaricabile gratis a fondo pagina, che ti spiega come realizzare una pagina perfetta per presentare i prodotti e i servizi della tua piattaforma.
“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia”. Questa è una frase di Sun Tzu, generale e filosofo cinese, tratta dal libro “L’arte della guerra”. Anche se fa riferimento al nemico, calza perfettamente per il nostro articolo in cui parleremo dei clienti degli e-commerce. Per vincere la tua battaglia e conseguire i tuoi obiettivi, cioè aumentare le vendite e far crescere il prestigio del tuo sito, devi conoscere perfettamente i tuoi clienti. Analizziamo nei seguenti paragrafi prima i vantaggi derivanti da una perfetta conoscenza dei clienti, e poi le modalità per entrare in sintonia con loro. Condizioni che contribuiscono sensibilmente all’implementazione dell’ecommerce seguendo un percorso lineare e senza eccessivi costi sul budget aziendale. Conoscere i clienti del tuo e-commerce è fondamentale: ecco perché Prendendo come riferimento la frase di Sun Tzu, sostituendo ovviamente il cliente al nemico, ecco una serie di vantaggi che derivano dalla conoscenza approfondita dei tuoi consumatori: Fidelizzare un cliente costa meno che acquisirne uno nuovo. La fidelizzazione di un cliente già acquisito costa, in termini di risorse economiche ed energetiche, molto meno dell’acquisizione di uno nuovo. Questo non significa che devi rinunciare ad allargare il tuo “parco clienti”, anzi. L’acquisizione di nuovi acquirenti deve restare un obiettivo fisso. Comincia però a fidelizzare quelli già esistenti, consolidando così il tuo portfolio clienti. Considera che un cliente fidelizzato diventa “ambasciatore” del tuo brand, sia online con recensioni e feedback, sia offline con il passaparola. Una volta fidelizzato, diventa una risorsa pubblicitaria a costo zero; Conoscendo meglio i tuoi acquirenti hai l’opportunità di raccogliere dati che si trasformano in informazioni preziosissime sulle loro abitudini d’acquisto. Puoi così inviare e-mail oppure offerte personalizzate secondo le preferenze e i bisogni di ogni singolo consumatore, creandogli attorno un’esperienza d’acquisto plasmata sulle sue esigenze. Inoltre hai la possibilità di conoscere pregi e difetti di un servizio, un prodotto o una campagna di marketing per poi ricalibrarli secondo le indicazioni fornite e le informazioni raccolte; Aumenti i tuoi profitti. Se dai al cliente quello che vuole, non avrà bisogno di cercarlo altrove. Un dato tutt’altro che scontato, poiché oggi la fedeltà dei clienti è merce rara, soprattutto alla luce della diversificazione del mercato sempre più saturo e competitivo; Migliori l’immagine del tuo brand. Proprio perché il mercato è così spietato e non concede margini di errori, diventa importante rinforzare l’immagine del tuo brand e aumentarne il prestigio, affinché i prospects possano percepirlo come marchio affidabile e credibile. Implementazione CRM per e-commerce: qual è il migliore? Per conseguire tali vantaggi è prioritario scegliere il CRM per e-commerce più indicato alle proprie necessità. Qual è il migliore? In commercio ne esistono tanti e tutti molto efficienti, ma con ogni probabilità il migliore in assoluto è HubSpot CRM. HubSpot migliora il dialogo con i clienti in ogni fase del processo di vendita. Oltre a raccogliere dati preziosi, ti dà anche la possibilità di segmentare i clienti. All’interno del tuo target di pubblico ci sono infatti tante piccole sottocategorie, che devi conoscere per fornire ad ognuna di loro proposte, sconti e offerte personalizzate. Il software fornisce anche una valida assistenza post-vendita, un servizio che non va ignorato e che anzi rappresenta uno dei più importanti per completare il processo di fidelizzazione senza lasciare nulla al caso. Questi sono solo alcuni vantaggi di HubSpot, che dà una marcia in più nella gestione delle relazioni con i clienti e, di conseguenza, nell’implementazione di tutti i principali servizi di un e-commerce. Il CRM è uno strumento fondamentale per ogni e-commerce che consente di reperire informazioni preziosissime come: Ordini effettuati da ogni cliente; L’ultimo ordine effettuato da un cliente; I momenti più idonei per inviare email e newsletter ai clienti; Spesa media di ogni cliente; Periodicità degli acquisti dei singoli clienti. Costruisci le tue buyer personas e scegli i giusti KPI Per conoscere i tuoi clienti devi fare una cosa molto semplice: costruire le tue buyer personas. Sono quelle persone che, per età, caratteristiche fisiche o professione, rappresentano i clienti perfetti del tuo brand. Vendi articoli di tennis? Il tuo target sarà ovviamente composto da persone che praticano questo sport a livello amatoriale o professionale. Vendi invece prodotti per la scuola? In tal caso il tuo target sarà composto da bambini e adolescenti in età scolastica. Dopo aver fatto quest’operazione puoi capire cosa funziona e cosa no, quali processi hanno portato un consumatore a concludere un acquisto e quali invece lo hanno bloccato, quale percorso ha seguito e quali sono le criticità riscontrate. Analizza il tutto in un contesto preciso, così puoi avere una panoramica più ampia. Considera che il buyer journey del consumatore può essere influenzato da vari fattori, alcuni dei quali sfuggono al tuo controllo. Budget, emozioni o umore possono essere alcuni degli elementi che determinano l’intero processo di acquisto. Ecco perché devi scegliere i KPI (Key Performance indicator) che ti aiutano a misurare l’efficacia dei processi di vendita, per provare a gestire i fattori che non dipendono direttamente dal tuo controllo. Avendo come base i KPI più idonei alle tue esigenze, puoi identificare problemi e criticità per adottare le migliori decisioni strategiche per acquisire il cliente. Analizza le recensioni Uno degli strumenti più preziosi che la rivoluzione digitale ha regalato ad imprese, ditte e aziende è rappresentato dalle recensioni. Quasi tutti i consumatori, indipendentemente dal mercato, leggono le recensioni dei precedenti clienti per decidere se fare un acquisto o prenotare un B&B. Perché? Perché i consumatori si fidano tra di loro, in quanto si scambiano reciproche informazioni utili e disinteressate. Devi quindi creare uno spazio apposito sul web per i clienti, dando loro la possibilità di raccontare la loro esperienza. Se ci sono molti feedback positivi, aumenterà il prestigio del tuo brand che verrà percepito come affidabile. Succede ovviamente il contrario in caso di diversi feedback negativi, che però non necessariamente rappresentano una criticità. Le recensioni negative sono quelle che devono interessarti maggiormente, proprio perché evidenziano le criticità e i difetti che vanno immediatamente corretti. Dando la possibilità ai consumatori di esprimere la loro opinione, mostri che ci tieni alla loro soddisfazione. Inoltre ti consentono di conoscere meglio i tuoi clienti, così da perfezionare i servizi o i prodotti secondo le loro indicazioni. Umanizza e semplifica il rapporto con gli utenti I clienti moderni sicuramente apprezzano i servizi digitali, poiché con un semplice click possono prenotare biglietti aerei o fare acquisti comodamente online dal divano di casa. Non bisogna però sottovalutare l’aspetto umano, che anzi continua ad essere cruciale anche in epoca di digital transformation. I clienti per certi versi vogliono vivere un’esperienza simile a quella di un negozio fisico, con i vantaggi però dell’online. In tale ottica devi rendere il rapporto semplice, naturale, in una parola: umano. Per prima cosa offri diversi canali dove gli utenti possono chiedere informazioni o ricevere assistenza. Il tuo e-commerce deve essere omnicanale, proprio perché ogni utente potrebbe preferire un canale diverso per comunicare. Le tue risposte devono avere due caratteristiche principali: velocità e risolutezza. I clienti moderni non amano aspettare molto, quindi il tempo di risposta deve essere quanto più breve possibile. Ecco perché molte aziende si dotano dei chatbot, assistenti virtuali capaci di guidare l’utente alla risoluzione di un problema in totale autonomia. Inoltre le risposte devono essere risolutive, cioè risolvere definitivamente il problema. A proposito di rapporto umano, ritornando alle recensioni cerca di rispondere sempre in modo professionale e garbato alle critiche, anche quelle più feroci. Mettiti nei panni dei clienti per capire perché sono così astiosi e rancorosi verso il tuo brand. Loro apprezzeranno la tua empatia, e ti apprezzeranno ancora di più se risolvi il loro problema. Un utente potenzialmente perso diventa così un cliente fidelizzato! La potenza dei social e dell’email marketing I social rappresentano un valore aggiunto al tuo brand, uno spazio da sfruttare adeguatamente per raccogliere ulteriori informazioni. Devi stabilire un budget da investire per ottenere il maggior numero di interazioni e un alto livello di “engagement”, creando allo stesso tempo contenuti accattivanti e coinvolgenti. Un altro strumento da utilizzare con intelligenza è l’email marketing. Scegli prodotti o servizi che rafforzano l’immagine del tuo brand, valutando con attenzione le tempistiche di invio. Un tuo cliente acquista mediamente un prodotto ogni 2 mesi? Allora alla scadenza dei 2 mesi, o anche prima, invia un’email informativa contenente le offerte e le promozioni più interessanti del momento. Non risulterai invadente e anzi il cliente apprezzerà l’attenzione che hai nei suoi confronti, anche perché sono proposte che realmente gli interessano. Conclusioni Più conosci i tuoi clienti e più probabilità hai di soddisfare tutte le loro esigenze. Ragiona come farebbe lui, cammina nelle sue scarpe e fatti le domande che potrebbe porsi. Con questa “forma mentis” saprai impostare una strategia vincente per far volare il tuo e-commerce. Puoi trarre ulteriori spunti utili dal nostro ebook su HubSpot CRM, che puoi scaricare gratuitamente a fondo pagina, una guida completa che ti indica le migliori funzioni del software per raccogliere le informazioni sui clienti fidelizzati e potenziali.
Stai pensando di creare un webinar per presentare la tua azienda, i tuoi servizi o i tuoi prodotti? Ottima idea. Il webinar è uno strumento che ha preso quota soprattutto nel periodo di lockdown, quando non potevamo spostarci. In realtà uno spostamento c’è stato e possiamo considerarlo rivoluzionario: siamo passati dall’analogico al digitale! In questo articolo ti spiego cos’è un webinar e quali sono le straordinarie opportunità per il tuo business. Lo faremo seguendo gli 8 passi che devi fare per presentare un webinar professionale e perfetto in ogni minimo dettaglio. Iniziamo! Cos’è un webinar? Prima di capire come presentare un webinar, è opportuno capire cos’è. Il webinar è fondamentalmente un seminario online interattivo che ti consente di raggiungere i potenziali clienti in ogni parte del mondo. Durante il corso puoi anche raccogliere informazioni utili per segmentare il tuo target di pubblico e pensare alle future campagne di marketing personalizzate. All’occorrenza puoi anche integrare domande e risposte per fornire quante più informazioni utili al tuo pubblico. Come realizzare un webinar? Ora che abbiamo capito cos’è un webinar scopriamo gli step necessari per la sua progettazione. Scegli l’argomento per il tuo webinar Per prima cosa devi scegliere l’argomento del webinar. Puoi parlare di tutto, l’importante è che l’argomento trattato sia pertinente al pubblico al quale ti rivolgi. Il webinar è destinato ai merchant? Allora puoi parlare di resi, di spedizioni o di schede prodotto. Per facilitarti il lavoro eccoti una serie di indicazioni: Concentrati su quegli argomenti dove sei maggiormente ferrato, così puoi rispondere in modo autorevole alle domande che ti vengono fatte; Dai uno sguardo alle FAQ. I tuoi clienti si pongono sempre le stesse domande? Allora focalizzati su di esse per fornire risposte pertinenti e risolutive ai problemi; Monitora le pagine social. I social network sono un’importante cassa di risonanza per il tuo business. Proprio lì puoi infatti notare i post che hanno maggiore successo o gli argomenti più dibattuti dai quali trarre utili spunti; Controlla il blog. Alcuni articoli hanno avuto un grande riscontro in termini di visualizzazioni e condivisioni? Allora potresti trasformarli in webinar per renderli ancora più coinvolgenti e accattivanti; Analizza le ricerche del tuo target di pubblico. Fai delle ricerche per capire quali sono le parole chiave più gettonate degli utenti che rientrano nella tua sfera di interesse e sviluppa delle risposte chiare alle loro domande. 2. Scegli il format migliore Il secondo step prevede la scelta del format più indicato alle tue necessità e ai tuoi obiettivi. Ecco quelli più gettonati: Presentazione. In assoluto è uno dei format più diffusi. Nei panni del presentatore illustri i tuoi prodotti o servizi, magari con l’aiuto di PowerPoint. Un audio o un video in sottofondo possono rendere ancora più coinvolgente la tua presentazione. Una soluzione ideale se hai un pubblico ristretto; Illustrazione di un prodotto o un servizio. Se vuoi presentare un prodotto o un servizio puoi impostare il webinar come una sorta di tutorial, spiegando in modo pratico ed esplicativo come funziona. Le persone, una volta capito le funzionalità di un prodotto o di un servizio, saranno maggiormente invogliate ad acquistarlo; Intervista. Altro format molto apprezzato è l’intervista. In tal caso devi invitare una figura autorevole nel tuo settore di riferimento, conferendo grande credibilità e professionalità al tuo format. Invia al tuo ospite una serie di domande in anticipo, così lui potrà prepararsi le risposte. 3. Quali piattaforme utilizzare? Altra domanda importante: quale piattaforma usare per creare un webinar? Ce ne sono varie, sia gratuite che a pagamento. Tra le più gettonate c’è Zoom, apprezzata soprattutto per la sua scalabilità in quanto è ideale sia per piccole aziende sia per brand con vari utenti. Zoom consente di sincronizzare la registrazione del webinar con HubSpot e quindi utilizzare le informazioni per segmentare i contatti proprio su HubSpot Italia. All’occorrenza puoi anche aggiungere partecipanti ad un webinar Zoom usando i flussi di lavoro di HubSpot CRM. Altrettanto popolare è Google Meet, che offre una funzione dedicata proprio ai webinar. Si chiama LiveStream e apre le porte a chi ha un abbonamento Google Workspace enterprise standard o plus. Molto popolare anche StreamYard, una piattaforma apposita per webinar che permette di registrare eventi live su più canali contemporaneamente, come Youtube e Facebook Live. 4. Come creare la pagina di registrazione Concluse queste operazioni devi creare la pagina di registrazione per invitare le persone a partecipare all’evento. Devi spiegare con chiarezza di quale argomento parlerai e, se è presente un personaggio autorevole del tuo settore, annunciarlo e presentare le sue principali competenze. Inserisci poi un modulo di registrazione dove i partecipanti rilasceranno i loro dati. Infine chiudi con una call to action coinvolgente e capace di toccare le giuste corde emotive delle persone. 5. Prepara tutto alla perfezione per il tuo webinar Passiamo adesso a quella parte che potremmo definire logistica e organizzativa. Registri il tuo webinar da casa? Allora avvisa gli altri membri della famiglia che non vuoi essere disturbato e scegli una stanza lontana da rumori molesti, interni o esterni che siano. Occhio a non lasciare il telefono acceso, chiamate o messaggi potrebbero disturbare la tua registrazione. Spegni lo smartphone o, al massimo, mettilo in modalità silenziosa. Hai poi bisogno dell’attrezzatura giusta, che consiste in una semplice webcam e un microfono. Non devi spendere cifre altisonanti, l’importante è che siano strumenti di qualità. Anche la telecamera del tuo smartphone può essere sufficiente, purché l’immagine sia chiara e nitida. A tal proposito assicurati di registrare in una stanza con molta luce. Per il microfono ti consiglio di acquistare un’unità esterna di buona qualità. 6. Consigli utili per il tuo contenuto In un precedente articolo ti ho già indicato la necessità di scegliere un contenuto pertinente al tuo business, ma che stile usare per presentarlo? Innanzitutto devi usare uno stile coinvolgente e informale, senza mai perdere di professionalità. Dai libero sfogo alla tua creatività e non temere di adottare soluzioni originali ed estroverse. Ecco alcuni piccoli consigli per differenziarti: Crea immagini personalizzate per evidenziare il tuo brand; Usa diapositive e slide brevi e concise; Affidati a video, animazioni e GIF per rendere la presentazione quanto più dinamica possibile; Evita blocchi di testo troppo lunghi, altrimenti rischi di “spaventare” i partecipanti; Fai un sondaggio a metà della presentazione, così da coinvolgere il tuo pubblico; Il tuo webinar dovrebbe attestarsi sui 45-60 minuti. Se vai oltre il pubblico potrebbe annoiarsi e perdere di interesse. 7. Promuovi il tuo webinar Vuoi che il tuo webinar sia seguito da quante più persone possibili? Allora devi promuovere il tuo evento e renderlo virale. Come? Puoi inviare un’email alla tua lista di marketing per farlo conoscere a lead e clienti. Evidenzia i vantaggi del webinar e spiega perché è una grande occasione da non perdere. Fornisci dettagli utili, come il titolo, la data, l’ora e gli argomenti che saranno trattati. Il tutto condito da una bella call to action che susciti la curiosità delle persone. Puoi però promuovere il tuo evento anche al di fuori dei tuoi contatti. Sfrutta i social, una vetrina importantissima per chiunque operi online. Se la tua presentazione è interessante e ricca di dettagli utili, gli utenti tenderanno a condividerlo con amici, colleghi e conoscenti. In tal caso usa immagini e hashtag popolari, che hanno sempre un grande richiamo sui social. Hai qualche soldino da investire? Allora puoi sfruttare gli annunci a pagamento o anche ingaggiare un influencer del tuo settore, che ha già un buon numero di follower. 8. Fai un test di prova Quando succede un imprevisto in tv, i presentatori si salvano con la classica frase “è il bello della diretta”. Sarà anche così, ma tu devi cercare di prevedere tutti i possibili imprevisti e fare in modo che la tua registrazione sia perfetta e curata in ogni minimo dettaglio. Per questo motivo dovresti fare un test di prova, cercando di limitare anche i più piccoli dettagli. Hai un ospite nel tuo webinar? Perfetto. Prima di avviare la registrazione fate delle prove per verificare che tutto proceda nel modo giusto. Riprova le strumentazioni per assicurarti che funzioni tutto perfettamente. Durante il test di prova sarai in grado di individuare le piccole o grandi criticità che vanno risolte prima dell’inizio del webinar. Il test di prova andrebbe fatto uno o due giorni prima del webinar, così hai tutto il tempo di sistemare le ultime cose senza stress. Consigli finali Se seguirai gli 8 step indicati, il tuo webinar sarà un successo. Assicurati dopo l’evento di fare follow-up, per conoscere le impressioni dei partecipanti ed eventualmente per trovare nuovi clienti. Dopo l’evento invia un’email di ringraziamento ai partecipanti, dove puoi anche inserire offerte e sconti speciali. Per saperne di più scarica l’ebook gratuito presente alla fine dell’articolo, intitolato “36 modelli di email commerciali”, una risorsa utile per scrivere email efficaci e capaci di dirigere il prospect dove desideri.