Perché una buona SEO ti fa vendere di più

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La SEO, come è ben risaputo, è in continua evoluzione: quello che ancora non tutti hanno recepito è che in questi ultimi anni sta sperimentando le più intense rivoluzioni dalla sua origine, che porteranno inevitabili cambiamenti anche nelle strategie di marketing.

Un pò drastico, no? Però è vero. Finora, gli esperti SEO hanno attribuito quasi tutto il valore di posizionamento alle keyword: se una parola chiave ben ottimizzata compariva sapientemente nell'H1, in almeno uno o due H2 e nella meta-description, potevi star certo di aver un buon lavoro (per l'autorità online della tua azienda, almeno).

Questo portava a dei contenuti talvolta poco efficaci: un visitatore poteva imbattersi in un documento che, anziché dare informazioni su ciò che prometteva, risultava come un ammasso male assortito di parole chiave, messo online solamente per posizionamento e non per l'utilità degli users. Questa pratica, detta "keyword stuffing", è stata severamente criticata, e in seguito vietata, da Google, che ha minacciato penalità di posizionamento per i trasgressori: questi ultimi non si sono mai dati troppa pena e hanno continuato a infilare senza ritegno keyword nelle loro pagine.

Ma la situazione è in procinto di cambiare.

Gli aggiornamenti dei motori di ricerca si sono fatti sempre più avanzati, e l'ultimo di questi, Rank Brain, sembra in grado di cambiare le carte in tavola, poiché è alimentato da un'intellligenza artificiale in grado di riconoscere le query meno usate ed allacciarle a quelle più comuni: questo significa che Google potrà penalizzare con più severità il keyword stuffing, dando allo stesso tempo modo di non dipendere da una parola specifica durante il processo di scrittura.

 

Ma...a che cosa serve davvero la SEO?  

Ma vediamo di analizzare i risvolti pratici di questi grossi cambiamenti tecnici. Che ruolo ha la SEO nel processo di vendita?

La Search Engine Optimization, come suggerisce il nome, ha lo scopo di ottimizzare i risultati dei motori di ricerca, rivelando ai nostri lettori della rete i risultati inerenti alla loro query che hanno riscosso più click. Si intuisce già da qui l'importanza che assume questo tipo di autorità: una buona SEO porta a comparire più facilmente come risultato delle ricerche degli interessati ad un determinato argomento, e nel caso dei venditori ad avere un traffico maggiore.

Ma per quanto sia importante, la SEO non è tutto: potremmo immaginarci la scena nella realtà, paragonando il rank online di due pagine alla grandezza di due edifici fisici. Quello più imponente attirerà l'attenzione più dell'altro, quindi più traffico e dunque più possibilità di chiusura: ma questa sua caratteristica non è garanzia che i curiosi si trovino bene al suo interno. Potrebbe essere un edificio immenso, dotato però di interni scadenti e personale sgarbato: gli interni sono ovviamente i contenuti della pagina, e il personale i contatti messi a disposizione dei visitatori. 

La SEO è dunque il primissimo punto di partenza per generare traffico, ma deve essere ben curata e seguita da un buon contenuto e da pronte risposte: l'esatto opposto del keyword stuffing del quale parlavo nell'introduzione, che dal 2015 ad oggi (per fortuna) è diventando sempre meno efficace.

 

La rilevanza della "local SEO"

La qualità del contenuto e l'autorità su certi argomenti non sono l'unica cosa che sta a cuore ai motori di ricerca: per andare incontro ai desideri del ricercatore, Google unisce alle due variabili iniziali anche le opzioni valide a lui più vicine, rendendo anche la posizione dal quale viene eseguita la ricerca un fattore critico per il posizionamento.

Che cosa significa questo? Che avere un sito web è fondamentale, ma se sei una PMI con un interesse ad avere una forte presenza locale questo non basta: devi andare oltre, sfruttando le apposite pagine di business del motore di ricerca ("Google My Business" ne è l'esempio più recente) e costruirle, verificarle e ottimizzarle con la stessa cura che hai dedicato al tuo sito web.

 

La crescita della SEO su mobile

L'ottimizzazione di un sito per le ricerche mobile potrebbe sembrare qualcosa di superficiale, una sorta di perfezionamento delle risorse del sito, ma poco utile nella pratica: ebbene, rimarresti stupito di quante ricerche a scopo commerciale vengono eseguite da dispositivi mobili. Questi si stanno evolvendo sempre di più, e ad una velocità sbalorditiva: già da qualche anno sono indissolubilmente legati al web (pensate a come Whatsapp abbia completamente sostituito gli SMS, entrando anche nell'ambito delle chiamate; o del successo delle indagini vocali, che nel 2018 costituiscono ben il 20% delle ricerche da cellulare).

Omettere l'ottimizzazione del tuo sito per mobile può farti perdere molte occasioni: immagina che qualcuno approdi sulla tua pagina dal cellulare, e che l'abbandoni dopo meno di 5 secondi perché il layout è fastidiosamente fuori scala oppure non permetta di visionare alcuni elementi. Quello è un lead perso, per colpa di una tua errata valutazione: non permettere che accada.

 

Conclusione

Abbiamo spiegato perché la SEO procura contatti alle aziende, quindi potenziali clienti: questo si traduce in più clienti effettivi, cioè un aumento di fatturato. E qualsiasi strategia che concorra all'aumento di fatturato è fondamentale per un'azienda: se poi questo tipo di soluzione è in costante evoluzione e soggetta a svariati aggiornamenti, si capisce che è d'obbligo avere come minimo una personalità, se non un team, che ne segua gli sviluppi e sappia come analizzarli.

Altrimenti una valida opzione è appoggiarsi ad un'azienda che sa come muoversi nel mondo della SEO, in modo che segua per te il posizionamento dei tuoi documenti sul web (e, se ne hai bisogno, che li crei anche al tuo posto), aumentando il loro rank e sfruttando la loro autorità per farti guadagnare visibilità.

 

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Francesco Gremes

Francesco Gremes

Inbound Specialist Figlio di una maestra e di un medico, sin da piccolo ho subito un’attrazione irresistibile nei confronti delle parole. Prima ancora di saper leggere, restavo incantato dalla voce di mia madre o di mio padre che mi leggevano qualcosa, e quando ho appreso come decifrare quei curiosi segni chiamati lettere il mio mondo si è tinto di nero su bianco. A scuola, l’italiano si è subito imposto sulle altre materie, specie quando si trattava di scrittura creativa: però, per qualche strano motivo - probabilmente un adolescenziale miscuglio di testardaggine e orgoglio - ho deciso di frequentare il liceo scientifico, nonostante la mia mediocrità nelle matematica. Conclusosi quello strazio durato sei anni - nei quali ho collezionato il mio 5 in matematica con regolarità ammirevole - ho deciso di concedermi alla mia vera passione, e mi sono iscritto a Lettere Moderne a Padova, immergendomi in un cosmo in cui regnavano sovrani il Medioevo e il Trecento italiano. Come sono arrivato qui? Per puro caso, mentre mi dedicavo alle ripetizioni con il quale cercavo di tirar su qualche soldo da spendere prontamente il weekend stesso: da sempre un pò diffidente della tecnologia (datemi carta e penna e sarò felice, mettetemi di fronte ad uno schermo e lo sarò un pò meno), non credevo che sarebbe stato un lavoro adatto a me. Beh, errare è umano, e quanto mi sbagliavo. Adoro quello che faccio in azienda - copywriting, produzione dei contenuti, creazione di campagne pubblicitarie e consulenza su strategie di marketing - e penso seriamente di voler continuare a farlo per molto, mooolto tempo.