Hai un ecommerce e non sai da che parte girarti per creare un buon sviluppo dei contenuti? Ma soprattutto, non sai se costruire la tua strategia su una linea basata verso la SEO, o diversamente, verso il tuo Brand? Naturalmente non è come giocarsela a Testa o Croce. Questo è un fattore da valutare con attenzione e con le dovute considerazioni. Quindi, invece di sparare in aria una moneta, cominciamo con il definire perché fare SEO, quando e cosa potrebbe fare al caso tuo, una volta per tutte. Perché fare SEO per ecommerce La SEO per il tuo sito ecommerce è un fattore critico ma di successo. Sembra chiaro che, ad un alto ranking, corrisponde un alto volume di traffico web e quindi maggiori probabilità di vendita. Dove risiede la differenza tra il miglior ecommerce ed un qualunque e-store vattelapesca? Risposta: nella capacità del primo di attrarre grandi quantità di traffico qualificato. Tuttavia, riuscire ad apparire in una pagina dei risultati di un motore di ricerca (SERP), non basta. Esiste la possibilità che il tuo sito ecommerce non venga “cliccato” dai visitatori. Occorre quindi un’ottimizzazione, sia per il ranking, che per un’altra importante metrica: il click-trough-Rate (CTR) organico. Il CTR è definito come la percentuale di utenti che cliccano il link del sito in rapporto alle visualizzazioni ricevute (impression) e calcolato come clicks / impressions = CTR. Quel simpaticone di Google non ha mai ammesso che questa metrica sia importante nel posizionamento sul motore di ricerca, cosa che invece ha fatto Bing. Da uno studio condotto da Moz nel 2014 è risultato che il CTR si abbassa brutalmente superate le prime 3 posizioni in SERP risultando pressoché nullo per un business in seconda pagina. Sembra che i primi 5 risultati della SERP da soli ricevono il 67.60% di tutti i click, mentre quelli dal 6 al 10 solo il 3.73%. Solo dicendo così, capisci come, senza un’adeguata strategia SEO, un ecommerce perda importanti opportunità di vendere. - Scarica gratis l'ebook - Miti della SEO nel 2019 Quando fare SEO La SEO (Search Engine Optimization) risulta uno strumento fondamentale per il tuo sito ecommerce quando vuoi perseguire alcuni o tutti questi obiettivi: la costruzione, il miglioramento o l’aumento della consapevolezza del brand e della sua web reputation; l’incremento di visibilità e il traffico web; l’aumento di prospect (quindi di potenziali vendite); il mantenimento nel tempo dei risultati; l’incremento della customer retention; Brand o non Brand? Ed eccoci all’eterno dilemma amletico: “Meglio una strategia basata sul marchio o una strategia basata su keyword generiche?” Poesia che neanche Shakespeare. Quando decidi di occuparti seriamente della SEO del tuo sito, ti ritrovi in modo quasi inesorabile ad interrogarti sulle keyword: elementi molto importanti per portare il cliente alla visita e di conseguenza all’acquisto del tuo prodotto. Dopo aver riflettuto è giunto il momento di domandarsi: quali sono le keyword più efficaci? Quelle che concentrano sul prodotto oppure sul Brand? La strategia basata sul Brand Esistono alcune grandi aziende che, utilizzando keyword branded, hanno a tutti gli effetti grandi riscontri economici. Prendiamo in considerazione il famoso marchio di abbigliamento H&M: le campagne pubblicitarie, attraverso media come tv o carta stampata, sono abbastanza corpose. La presenza di testimonial del calibro di Katy Perry, Winona Ryder, Elizabeth Olsen (e chi più ne ha più ne metta), fanno sì che le keyword del sito siano soprattutto branded, poiché è un marchio ben veicolato al di fuori del web. Un utente cercherà una keyword brand tipo “maglione natalizio H&M” sui motori di ricerca, piuttosto che una keyword generica tipo “maglione natalizio con renne” . Questo perché conosce il marchio. La strategia basata su keyword generiche Qui ci troviamo di fronte a strategie orientate verso il “no-branded” e possiamo riscontrare due casistiche: Piccole aziende (o ecommerce di nicchia) che non possono investire grandi capitali come i brand già affermati. Queste realtà necessitano di capire cosa cerca il cliente e sicuramente l’attenzione alla SEO e al web marketing è maggiore: una piccola azienda può puntare tutto su quello, naturalmente facendo attenzione al target a cui si rivolge; Grandi aziende che, pur contando su una buona disponibilità di budget per progettare e realizzare campagne pubblicitarie (anche sui media tradizionali), danno il meglio con l’indicizzazione puntata al prodotto. Scelgono delle categorie di prodotti che non cambiano spesso e si concentrano su di essi: questa è una strategia a lungo termine che porta molti benefici. Non scordare MAI il Content Marketing Il futuro del tuo successo nel mondo dell’ecommerce non è solo nel branded o no-branded, ma anche nel content marketing. Curate i contenuti del vostro ecommerce, perché vi aiuteranno a imporvi sul mercato. Se un utente non capisce bene come usare il tuo prodotto, sarà bene creare una descrizione dettagliata ed esplicativa sul sito. Anche con un video, perché no? Una soluzione interessante potrebbe essere quella di utilizzare i suggerimenti d’acquisto aggiungendo alla scheda prodotto la sezione “I clienti interessati al prodotto Y hanno acquistato anche il prodotto X.” Anche commenti e recensioni dei clienti che hanno comprato il prodotto sono utili a livello di content marketing e, ovviamente, di brand reputation. Morale: su cosa dovresti puntare? SEO o Brand? La migliore risposta che ti posso dare è quella di valutare con attenzione che tipo di azienda sei e il budget a tua disposizione. Considera le risorse e il tempo che vuoi dedicare al progetto. Paradossalmente, la prima ricerca, l'analisi vera e propria da effettuare fin da subito, è quella che ti vede come soggetto del tuo Business. Avendo studiato Belle Arti, non posso non citare un famoso pittore (mai piaciuto, ma pazienza), che propose al mondo un'opera dal titolo piuttosto interessante. Gauguin, dipinse una tela che, tralasciando la tecnica e il soggetto, trovo sempre d'ispirazione. Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?. Ecco. Queste sono esattamente le tre domande che dovresti porti all'inizio del tuo investimento nel fantastico mondo dell'ecommerce.
Indipendentemente dal fatto che la SEO abbia il ROI più alto di qualsiasi campagna pubblicitaria di e-commerce, la maggior parte dei negozi online hanno poca o nessuna considerazione nei motori di ricerca. Piuttosto, i merchant si affidano di solito ai social media o agli annunci a pagamento. Che possono dare un sacco di soddisfazione, certo, ma richiedono un duro lavoro continuo e flusso di entrate costante per giustificare gli investimenti in advertising. La SEO nell'ecommerce, d'altra parte, richiede solo uno sforzo in anticipo: dopo aver scalato il ranking, praticamente ti permette di vendere con il pilota automatico senza costi ricorrenti. Questa è una semplificazione, ovviamente. Ma l'idea non ti attizza? SEO per ecommerce: 10 punti da tenere in considerazione L'ecommerce SEO deve rispettare la logica degli algoritmi di Google, altrimenti il tuo ecommerce non potrà mai posizionarsi all'interno dei risultati del motore di ricerca (SERP). Sotto ho riassunto alcuni punti chiave che devi effettuare (o, se vuoi affidarti ad uno specialista), che devi ESIGERE vengano fatti quando sei nelle fasi finali del tuo progetto ecommerce. Fatta la grafica? Inseriti i prodotti? Settate le tasse? Ok, cominciamo. 1 - Usa le parole chiave corrette Trovare le parole chiave ideali è il trucco per posizionare il tuo sito. In rete trovi molti tool gratuiti che ti permettono di cercare parole chiave sulla base dei contenuti del tuo sito. Le parole chiave a coda lunga ti consentono di posizionarti in alto nei mercati in cui i tuoi avversari non lo sono già. Quelle parole chiave servono a targhetizzare il tipo di traffico che stai cercando e ad aumentare il tasso di conversione. Prova a pensare alle domande dei consumatori. Pensa al tuo Buyer Persona. Pensa a che punto si trova nel suo processo di acquisto. A questo servono le parole chiave, non ad inserirle ad cazzum senza nessuna strategia. Devi usare le parole giuste per il cliente giusto. 2 - Utilizzare le parole chiave strategiche nell'anchor text Usare il testo di ancoraggio per aumentare la tua ecommerce SEO è un'alternativa fantastica. Il tuo sito di e-commerce è sicuramente pieno zeppo di collegamenti ipertestuali che puntano alle tue pagine web e devi ottimizzare l'anchor text per massimizzare il tuo potenziale. Devi renderli naturali, ma puoi anche utilizzare parole chiave tattiche per le quali vuoi classificare le tue immagini. Ricorda, Google non vede le immagini (anche se ha degli algoritmi di AI che possono farlo). Google legge i metadati e gli anchor text delle stesse per determinare il contenuto. Ovviamente, non usare le stesse parole chiave per tutti i tuoi testi per evitare che la SEO del tuo ecommerce venga penalizzata da Google. Includere collegamenti importanti sulle descrizioni dei tuoi prodotti può anche portare il traffico a prodotti che sono pagine identiche che vorresti guidare. 3 - Non duplicare i contenuti e le parole chiave Copiare i contenuti da altri siti potrebbe non essere la soluzione migliore quando si tratta di un sito di e-commerce. La descrizione dei tuoi prodotti è la cosa più importante del tuo negozio online. Ancora di più dell'immagine. Non ti fa solo vendere il prodotto, te lo fa anche trovare! Dovresti spendere tempo e risorse a curare in modo maniacale la creazione delle descrizioni dei prodotti, e fare in modo che non sia mai l'esatto duplicato del sito di qualcun altro. Inoltre, le scelte di filtri e classi possono causare problemi di contenuti duplicati perché questi filtri creano URL diversi. Come risolvere questi problemi? Beh, noi con Shopify abbiamo sviluppato un modulo filtro che non crea contenuti duplicati, in quanto ogni URL è differente dall'altra. Si tratta di un sistema di filtraggio basato sul linguaggio di Shopify, il Liquid, che permette questa flessibilità. Flessibilità che non potrai mai raggiungere se utilizzi un WooCommerce o un PrestaShop. Anche nella scelta delle descrizioni e titoli dei prodotti, bisogna prestare attenzione a non utilizzare le stesse parole chiave, altrimenti la SEO dell'ecommerce potrà risentirne per via della cannibalizzazione delle pagine. Stessa cosa se hai un blog per ecommerce: assicurati di non scrivere articoli che abbiano le stesse parole chiave dei prodotti. Se il tuo ecommerce vende vini, assicurati di non scrivere un articolo che abbia come keyword il nome del vino per presentare il prodotto (presentalo piuttosto sulla pagina prodotto) ma concentrati su altre keyword riguardo ad argomenti correlati, esempio Cosa sono i vini macerati sulle bucce e quali caratteristiche hanno. 4 - Scrivi descrizioni interessanti e intriganti dei prodotti Come i titoli convincenti, le descrizioni accattivanti dei prodotti hanno un'influenza fantastica sul tuo tasso di conversione. Ecco perché non dovresti usare le descrizioni dei prodotti del produttore. Rendili attraenti e unici con parole chiave pertinenti per renderli più compatibili con Google. (vedi punto 3) 5 - Ottimizza le immagini e la velocità del tuo ecommerce I negozi si basano sulle immagini. Sono l'elemento scatenante di una vendita. Le tue immagini devono essere uniche, avvincenti e di alta qualità. Se vuoi che i robot li vedano, tuttavia, avere immagini eccezionali - quindi ad alta risoluzione, può essere un problema. Le immagini hanno un grande potenziale di ottimizzazione della SEO per i motori di ricerca dato che i risultati di ricerca tipo Google Images possono riportare una grande quantità di traffico sul tuo ecommerce. Immagini ad alta risoluzione possono comportare rallentamenti nel caricamento dei siti ecommerce, assicurati di trovare quindi il giusto bilanciamento tra risoluzione e velocità di caricamento. Anche la velocità complessiva di navigazione e del caricamento dei contenuti dell'ecommerce incide sulla SEO, quindi sul posizionamento sulla SERP. Dotarsi di una piattaforma che garantisca questo fattore è fondamentale, piattaforme come Shopify oppure BigCommerce sono perfette in questo senso. 6 - Ottimizza l'URL per l'indicizzazione dei motori di ricerca Gli URL sono importanti per la tua SEO più di quanto sembrino. Gli URL ottimizzati possono davvero aiutare i robot dei motori di ricerca a trovare e scansionare il tuo sito e sapere di cosa si tratta. Strutture appropriate degli URL facilitano anche l'indicizzazione del sito. D'altra parte, gli URL efficienti possono informare i tuoi visitatori su cosa stai per fare e migliorare la loro esperienza. Inoltre, un'esperienza utente che è fantastica conserva i tuoi spettatori. Rappresenta ulteriori possibilità di convertirli. Non pensare che la SEO sia solo per i motori di ricerca, è anche un elemento importante per l'esperienza del tuo cliente! Aggiungere un breadcrumb e un URL flow pulito è un win-win per il tuo ecommerce e per il tuo cliente. 7 - Presta attenzione al tasso di conversione del tuo traffico Mentre far crescere i visitatori è una cosa, convertire queste visite in vendite è un altro paio di maniche. Devi verificare se i tuoi visitatori si stanno trasformando in clienti paganti. Google Analytics ti viene in aiuto. Puoi determinare da dove proviene il tuo traffico, i dispositivi utilizzati, le persone che potrebbero convertire le conversioni create tramite SEO, ecc. 8 - Migliora l'usabilità Semplifica la navigazione del tuo sito. Il peggiore errore che potresti fare è quello di non fornire un chiaro percorso di navigazione. Non dimenticare di offrire landing page (accidenti, ogni pagina prodotto dovrebbe essere una landing page!) e di collegare la tua home page ad almeno una pagina di prodotto. Ciò aiuterà anche il tuo ecommerce ad essere sottoposto a scansione da parte dei bot. 9 - Evitare come la peste i broken url Ok, lo sappiamo: vuoi fornire la migliore esperienza possibile per i tuoi clienti. Cliccando su una pagina particolare e facendoli atterrare in una pagina 404 non trovata non è sicuramente il modo giusto. Avere dei collegamenti interrotti o errori 404 è una pessima cosa. Esegui scansioni per rilevare se hai dei problemi. Avere molti 404 può essere un disastro per la SEO del tuo ecommerce. Dove Disastro si intende un calo di traffico anche del 40%. È possibile utilizzare OnCrawl per eseguire la scansione del tuo sito e rilevare questi errori. 10 - I Dati Strutturati sono i tuoi nuovi migliori amici La Ricerca Google si impegna a comprendere i contenuti di una pagina. I dati strutturati forniscono indizi espliciti sul significato di una pagina. I dati strutturati sono un formato standardizzato per fornire informazioni su una pagina e classificarne il contenuto; ad esempio, nella pagina di una ricetta sono gli ingredienti, il tempo di cottura e la temperatura, le calorie e così via. Google utilizza i dati strutturati che trova sul Web per comprendere il contenuto della pagina, nonché per raccogliere informazioni sul Web e sul mondo in generale. I dati strutturati sono codificati tramite il markup in-page sulla pagina a cui si applicano le informazioni. I dati strutturati sulla pagina dovrebbero descriverne il contenuto. Non devi creare pagine vuote solo per contenere dati strutturati, né devi aggiungere dati strutturati su informazioni che non sono visibili all'utente, anche se queste sono accurate. Per ulteriori istruzioni tecniche e norme sulla qualità, consulta le linee guida generali sui dati strutturati. I dati strutturati compongono la tua pagina di prodotto, di categoria, i post del blog e persino la pagina About della tua azienda. Sono ESTREMAMENTE UTILI e assolutamente necessari per una SEO per ecommerce ottimizzata. Conclusione Bene, spero di non averti eccessivamente spaventato con la mole di lavoro da fare per ottimizzare la SEO del tuo e-commerce. Ricorda, non occorre fare tutto in una volta. Ottimizzazioni come queste richiedono tempo e uno sforzo costante, ma sono sicuro che ce la farai!
Gestire il codice fiscale con Shopify, così come anche la partita IVA dei clienti, non è possibile. E questo aspetto lo rende potenzialmente inutile per gli eCommerce che hanno un vitale bisogno di questo dato per fatturare. Vitale è fra virgolette, perché in realtà il 99% delle volte è una questione di forma mentis e pigrizia mentale del merchant. Le soluzioni ci sono a livello fiscale, ma è molto più semplice riversare questa incombenza verso il cliente, piuttosto di prendersene carico. Molto male, ragazzi, molto male. Un merchant che non pensa ai suoi clienti ma al suo commercialista è un merchant cattivo. Per (s)fortuna esiste una soluzione (raffazzonata) per aggirare il sistema di Shopify registrando la partita IVA e il codice fiscale dei clienti. 1 - Sostituire il campo Address2 con la dicitura P.Iva/C.Fisc Il codice fiscale o la partita IVA altro non è che un semplice campo di testo, ma, per come funziona Shopify, la voce non viene inclusa di base nel processo di checkout. Una possibile soluzione (seppur molto arrangiata) è di agire sulla traduzione della scheda “Checkout & system” modificando la voce “Indirizzo 2” in “Partita IVA / Codice Fiscale”. 1- Clicca su Online Store 2- Clicca sul pulsante Actions vicino a Customize, e dal menù a tendina scegli Edit languages 3- Nel pannello Languages, cerca Address2 e Optional Address2 4- Modifica la traduzione con C.Fisc/ P.Iva e SDI Code Così facendo si ottiene la partita IVA e il codice fiscale del cliente che è consultabile nel pannello Clienti di Shopify. 2- Scantàrse fòra (svegliarsi in Veneto) Se sei propenso per la prima opzione, sappi che è una soluzione un po' ad cazzum e i clienti esteri di sicuro non capiranno perché per acquistare nel tuo store devono dare il loro Codice Fiscale. Purtroppo sono SOLO gli italiani in tutta Europa che si ostinano a chiederci che venga inserito nel processo di checkout. Il tuo cliente acquista in mobilità, sulla metro, mentre sta parcheggiando. Deve essere spedito al carrello e fatto convertire immediatamente e senza perdere tempo. Non è un commercialista. Non ha il Codice Fiscale sempre con sé (soprattutto se è un millennial). Ovviare a questo problema si può, a livello fiscale. Dovresti parlare con il tuo commercialista e chiedergli se puoi tenere un registro dei corrispettivi. Così facendo sei esente dall'obbligo di emettere fattura anche se vendi solo un portachiavi. Se sei un'azienda che vende online, ti consigliamo prima di informarti sulle normative vigenti e trovare la strada migliore per il tuo cliente, prima che per la tua dichiarazione dei redditi. Non è il tuo commercialista che ti paga le bollette. Sono le persone che acquistano nel tuo negozio.
Quale e-commerce scegliere per iniziare a vendere online? Questa domanda potrebbe fare la differenza tra il decollo della tua attività e la mediocrità del tuo servizio. Tutto nasce da un’idea. In questo caso l’idea ti dice che sarebbe una buona mossa vendere su Internet per massimizzare il fatturato e monetizzare il tuo prodotto. Gli sviluppi legati al mondo dello shopping online sono davvero tanti. Le schede prodotto devono essere ottimizzate in chiave SEO, e lo stesso vale per le categorie. Poi c’è un lavoro molto lungo e complesso da portare a regime per newsletter, retargeting, social media marketing, sponsorizzazioni su Facebook Ads ecc. Il tuo lavoro quindi, non si limita a modellare un portale per vendere. Risulta indispensabile compiere una scelta a monte: quale piattaforma e-commerce scegliere per muovere i primi passi in questo settore in continua evoluzione? Facciamo comunque una premessa prima di passare alla scelta dei candidati da utilizzare per il proprio business. Tu venditore, dovresti: sapere cosa significa vendere online; avere ben chiara la strategia da adottare online; capire inizialmente quanto budget investire; capire quali possono essere le risorse interne da impiegare nel progetto; saper evolvere. Detto ciò, passiamo alla parte che ci interessa di più. Ossia LA scelta. Quale e-commerce scegliere per il tuo progetto online Andiamo a vedere le principali piattaforme e-commerce presenti oggi sul mercato, considerando i punti di forza e le debolezze di ognuno - considerando anche la loro versatilità e il loro peso sul codice. Woocommerce Una delle realtà più apprezzate da chi vuole trasformare un normale sito o blog aziendale WordPress, in un negozio online. Woocommerce infatti non è un CMS ma un plugin che si aggiunge al content management system preferito per aprire siti web e blog. Vale a dire WordPress. Se dobbiamo dirla tutta, Woocommerce è una base di partenza per creare negozi online di piccole dimensioni. O comunque non molto impegnativi in termini di struttura. Questa piattaforma si comporta come una sorta di puzzle: hai una buona base ma per personalizzare il tuo shop online necessiti di nuovi plugin che si associano a quello di partenza. Questo vale se hai bisogno di una struttura per attivare offerte, o per alcune fatturazioni avanzate. Ma non tutto funziona così bene su Woocommerce. Certo, ci sono estensioni per fare qualsiasi cosa, anche per l’ottimizzazione SEO, ma gli aspetti negativi non mancano: appesantisce il codice; il Pagespeed Insight di Google segnala diversi problemi dopo l’installazione; resta sempre un surrogato, qualcosa che trasforma il CMS. Il rovescio della medaglia infatti è proprio la vulnerabilità di questa piattaforma open source. Proprio perché WordPress è il CMS più utilizzato al mondo, è soggetto quotidianamente ad attacchi hacker che vanno a compromettere lo stato di salute del sito web. Purtroppo WordPress, se non è supportato da un buon server e sovraccaricato di plugin e altri componenti aggiuntivi, può soffrire assai. Prestashop Questa soluzione riguarda la possibilità di creare un e-commerce con un content management system specifico. Prestashop è un CMS dedicato ai negozi online pensato per ottenere uno strumento che userai per raggiungere le persone da trasformare in clienti. Qual è il vantaggio principale di Prestashop? E' una combinazione equilibrata tra quello che è una realtà semplice da usare e una piattaforma pensata per aprire un negozio online. Rimane comunque un CMS molto tecnico ma resta abbastanza gestibile e personalizzabile. Aspetti negativi di Prestashop? Funzionalità semplici ma limitate; sopra al centinaio di prodotti in vendita le performance non sono così ottimali; sono presente delle falle sul lato SEO; i moduli per l’implementazione, spesso, sono a pagamento. Shopify E alla fine arriva Shopify: un tool che ti consente di aprire un negozio online semplicemente iscrivendoti al servizio. Lo scopo di questo software? Creare e-commerce riducendo le difficoltà di chi vuole vendere online con pochi passaggi. Hai a disposizione dei temi predefiniti (sia gratuiti che a pagamento), un’app smartphone per gestire il tuo negozio online da mobile e la possibilità di organizzare pagine e risorse con un sistema drag & drop, senza alcun bisogno di usare codice HTML, si integra perfettamente con Hubspot. Puoi gestire con diligenza i clienti, organizzando liste e gruppi basati su provenienza geografica. Non dimentichiamoci il dropshipping e i rimborsi, aspetti che preoccupano sempre chi apre il negozio per la prima volta. Shopify quindi è una buona base, semplice da usare e già pronta all’uso, molto utile per avere tutto e subito. Conclusione la scelta di una piattaforma di e-commerce per il tuo business online NON è una decisione da prendere alla leggera. Potresti essere tentato di utilizzare il fornitore più noto che ti offre la soluzione più economica e semplice. Va comunque presa una decisione ponderata, non dettata dalla fretta di voler vendere. Scoprire di non riuscire ad attrarre e convertire i clienti, a causa di una soluzione di seconda scelta non è il massimo. Soprattutto quando si parla di tempo e denaro. Attenzione: chiaramente non sono solo queste le realtà necessarie per sviluppare il tuo shop online. Ma se vuoi iniziare un progetto al meglio, posso tranquillamente affermare che Shopify è l'e-commerce che fa al caso tuo. E al tuo Business.
Quando apri le porte del tuo negozio, speri sempre che sia un successo assoluto. Di solito questa sensazione dura circa un giorno, poi la realtà bussa alla porta. Ti rendi conto che ci vorrà più tempo del previsto e che avrai bisogno di alcune solide strategie pubblicitarie. Anche con prodotti unici, un grande design e una strategia SEO perfetta, ci vuole del tempo per far funzionare il tuo negozio. E una delle cose che più difficili da sopportare è il fatto che devi prendere in mano il marketing. Un lavoro duro, faticoso e a volte sconfortante, ma necessario per ottenere i risultati sperati. SEO, social media e email marketing devono funzionare tutti per ottenere traffico nel tuo negozio. E tutti hanno bisogno di tempo per crescere. La pubblicità è una delle tue uniche opzioni per fare progressi più velocemente quando sei appena agli inizi. Perché le strategie di marketing ti aiutano a fare progressi più velocemente Il motivo per cui la maggior parte degli imprenditori vuole vedere i progressi in fretta è semplicemente perché sono impazienti. Il lancio di un negozio online richiede molta preparazione, progettazione e sudore. E quando finalmente è vivo, vuoi vedere i risultati ADESSO! Comprensibile: quando hai qualcosa che sta lavorando, vuoi che questa cosa funzioni! La pubblicità accelera le cose in tre modi. Ti permette di: 1. Stirare le rughe, e uccidere i bug Non importa quanto hai speso per testare il tuo sito web. Alcuni errori compaiono solo quando hai veri visitatori sul tuo sito. Collegamenti interrotti, istruzioni non chiare, informazioni sul prodotto mancanti, ecc. Con strumenti come Optimizely puoi creare mappe di calore e registrazioni che ti mostreranno cosa sta succedendo, permettendoti di cogliere errori evidenti o cose che puoi ulteriormente migliorare. Dai un'occhiata a questa heatmap di un e-commerce. Tutti i visitatori sembrano fare clic sulle immagini del prodotto. Come useresti queste informazioni per migliorare la tua pagina di prodotto? Se hai un'unica immagine di prodotto di bassa qualità, dovresti aggiungerne altre. Oppure, invece di scrivere tutti i possibili casi in cui il prodotto può essere usato, forse potresti aggiungere più immagini dove vengono mostrati alcuni di questi casi. Altri due ottimi strumenti sono i sondaggi veloci o le chat live. Ti consentono di ottenere informazioni aggiuntive sui tuoi visitatori, scoprire cosa manca nella pagina o scoprire perché gli utenti non stanno acquistando. 2. Imparare dai numeri Prima di iniziare a pensare al tuo e-commerce, dovresti fare un calcolo approssimativo del numero di vendite necessarie. Di quanti visitatori avresti bisogno per fare una vendita? Quanto pagheresti per ogni clic? Cosa dovrebbe valere un ordine medio? Questa operazione si chiama calcolo del R.O.I. (Return of Investment) La pubblicità online ti consente di lavorare su questi numeri con grande chiarezza (cosa che non potresti fare con la pubblicità su un quotidiano cartaceo). Con i visitatori (e le vendite) che stanno arrivando, sarai in grado di adattare il tuo piano a dei numeri reali, non quelli che hai pianificato in precedenza. Questo ti potrà far riflettere e ritarare la tua strategia, ma ti aiuterà anche a prendere decisioni più intelligenti. 3. Vendere Non c'è niente come vendere per motivarti. Anche se i numeri non hanno ancora senso, generare vendite ti farà sentire bene e ti dimostrerà che c'è un potenziale. Quindi, se ritieni che la pubblicità abbia un senso per il tuo negozio, diamo un'occhiata a dove iniziare a vedere i risultati massimi, riducendo al minimo le perdite. La tua digital ADS strategy C'è una buona possibilità che ti senti già sopraffatto da tutto ciò che dovresti fare per il tuo negozio. E più penserai alle strategie pubblicitarie, più lunga ti sembrerà la lista. Ma troppi nuovi e-merchant saltano alla cieca sulla prima opportunità pubblicitaria che gli si presenta di fronte. E senza un solido piano, spesso finiscono per non andare da nessuna parte. Questo perché stai letteralmente in competizione con aziende che hanno giocato a questo gioco per anni. Hanno speso migliaia di dollari e potrebbero avere team dedicati a mettere a punto strategie di advertising online che sicuramente saranno migliori delle tue. Per competere efficacemente in questo spazio e abbreviare il processo, ti suggerirei di iniziare con delle strategie che hanno una minore probabilità di fallire. E nel tempo, man mano che diventi più intelligente con i numeri e acquisisci maggiore familiarità con il funzionamento delle diverse piattaforme, potrai passare ai livelli successivi. Livello 0: Monitoraggio Se si paga per il traffico, è fondamentale sapere che cosa questo genera. Google Analytics è lo strumento perfetto per questo. Sei in grado di vedere esattamente da dove provengono i visitatori e cosa fanno sul tuo sito. Ma un po 'di traffico, come da Facebook Ads, non viene tracciato automaticamente. Vedrai spesso queste visite come referral o traffico diretto, il che rende difficile sapere esattamente da dove provengono. Per evitare questo, devi aggiungere ulteriori parametri alla fine dei collegamenti. In questo modo sarai in grado di identificare esattamente da dove proviene ciascun visitatore. Puoi utilizzare questa tecnica per monitorare i visitatori che arrivano tramite link da altri luoghi come email o social media. Livello 1: Retargeting La parte più difficile del marketing è fare in modo che alle persone gliene importi qualcosa di te, del tuo negozio e del tuo prodotto. Quindi se inizi con persone che hanno già visitato il tuo sito, i risultati saranno migliori. I tassi di conversione saranno più alti, il che significa un costo per conversione più basso rispetto a quelli che non ti hanno mai sentito nominare. Questo è chiamato retargeting e puoi farlo sia tramite Facebook Ads o Google Adwords. Funzionano in modo abbastanza simile. La differenza principale è dove verranno visualizzati i tuoi annunci. Su Facebook le persone vedranno i tuoi annunci apparire sul loro feed di notizie mentre Google utilizza la sua rete di siti Web di terze parti per mostrare gli annunci. Quale funziona meglio per il tuo negozio dipende dai tuoi clienti, dai tuoi annunci e dal tipo di prodotto che stai vendendo. Ma vale la pena dare una possibilità e confrontare la performance. Iniziamo con Facebook e poi, in seguito, Google. Retargeting con le pubblicità di Facebook Esempio di un annuncio di retargeting di Facebook Diamo un'occhiata a come è possibile impostare qualcosa come questo annuncio per il tuo negozio. 1. Installa il pixel di Facebook Innanzitutto, devi installare il pixel di Facebook. Il pixel è un codice che hai inserito su tutte le pagine del tuo negozio. Permette a Facebook di identificare quale visitatore ha visitato quali pagine del tuo sito. L'implementazione effettiva dipenderà dalla tua piattaforma di e-commerce . Alcuni, come Shopify (leggi cos'è Shopify), hanno l'integrazione automatica, mentre con altri dovrai apportare modifiche ai tuoi modelli e modificare un po' di codice. 2. Crea il pubblico Grazie al pixel, Facebook registrerà tutti i visitatori del tuo sito. Dopodiché, devi impostare il pubblico. Questi sono gruppi di persone che hanno fatto cose simili sul tuo sito, ad esempio: Hanno visto lo stesso prodotto più volte Hanno visitato la stessa categoria di prodotti Hanno letto un articolo o più sul tuo blog Hanno cliccato su CTA o visitato una landing page di prodotto Quando inizi, probabilmente terrai un pubblico piuttosto ampio. Ma con l'aumento dei visitatori, ti consiglio di creare segmenti di pubblico più specifici in modo da darti risultati migliori. 3. Crea gli annunci Ora che hai deciso chi vuoi indirizzare, devi trovare una buona pubblicità. Ricorda che le persone su Facebook non sono lì ad aspettare di fare clic sugli annunci. Sono impegnati a fare cose diverse, tipo darsi il buongiorno e postare meme e foto di gattyny. Quindi devi attirare la loro attenzione. Prima di andare alla ricerca di immagini accattivanti, decidi la tua offerta. Le persone a cui mostrerai questo annuncio sono già al corrente del tuo negozio. Quindi quale messaggio li farà tornare? Magari uno sconto, una promozione speciale, i tuoi bestseller o un messaggio generale sul tuo negozio. Se non hai paura di una sfida tecnica, puoi caricare le informazioni sui tuoi prodotti su Facebook utilizzando i cataloghi dei prodotti. In questo modo puoi mostrare i prodotti reali che le persone visitavano sul tuo sito web. Ciò che funziona meglio dipenderà dai tuoi clienti e dal tuo negozio. Avrai bisogno di provare molte varianti diverse prima di arrivare a quello che ti dà i migliori risultati. Remarketing di Google Diamo un'occhiata a come impostare il remarketing di Google Ads per il tuo sito e-commerce 1. Installa il codice di remarketing Per mostrare i tuoi annunci, Google deve sapere chi ha visitato il tuo sito. Come con il pixel di Facebook, non è difficile da fare. Hai due opzioni: se utilizzi Google Analytics, devi solo apportare piccole modifiche al codice o utilizzare il codice di remarketing speciale di AdWords. Personalmente preferisco il primo perché ti consente di scegliere i diversi tipi di pubblico a cui mostrerai i tuoi annunci. 2. Crea segmenti di pubblico per il remarketing Ancora una volta è necessario definire il pubblico, ovvero i gruppi di visitatori. A differenza di Facebook, hai anche l'opzione qui per approfondire ciò che questi visitatori hanno fatto sul tuo sito web. Ad esempio, puoi creare un gruppo di visitatori che hanno trascorso una certa quantità di tempo sul tuo sito o includere solo persone che hanno visitato almeno 6 pagine durante la loro visita. La creazione di questi segmenti di pubblico ti consente poi di targetizzare la più alta qualità possibile di visitatori, ovvero quella che è più probabile tornino ad acquistare sul sito. 3. Crea annunci Ora devi creare i tuoi annunci di remarketing. Google Remarketing utilizza la rete Display, che è un'enorme rete di siti affiliati. A differenza di Facebook, AdWords consente di inviare annunci in diverse dimensioni. Per ottenere la massima copertura, è necessario fornire un paio di formati diversi. A meno che tu non abbia un designer per lo staff e del il tempo libero a disposizione, di solito è più efficace utilizzare il generatore di annunci di Google. Ciò consente di creare annunci più veloci ed economici in tutti i diversi formati. Più importante per le tue strategie pubblicitarie è quello che stai per mettere su questi banner: un'offerta, prodotti specifici o un semplice promemoria per visitare il tuo negozio. Se hai impostato i tuoi feed di prodotto, puoi creare campagne di remarketing dinamiche . Questi mostreranno i prodotti reali che i visitatori stavano guardando. Ciò aumenta la pertinenza e spesso porta a risultati migliori. Livello 2: Google Shopping Gli annunci di Google Shopping vengono visualizzati nei risultati di ricerca. Ma invece di annunci di testo regolari, si tratta di annunci di prodotto che contengono l'immagine del prodotto, il prezzo e una breve descrizione. Se un visitatore cerca un prodotto specifico, ci sono maggiori probabilità che finiscano per comprare. (Logica 101) Potrebbero ovviamente non comprare quel prodotto esatto o potrebbero non comprarlo da te. Ma le tue possibilità di fare una vendita sono molto più alte rispetto a quando mostri un annuncio su Facebook a qualcuno che non ha mai sentito parlare di te o del tuo negozio. Il motivo per cui ti sto suggerendo le campagne di Google Shopping è che sono diventate sempre più importanti negli ultimi due anni. Google dà loro più spazio nei suoi risultati di ricerca. E per te come inserzionista sono abbastanza facili da gestire una volta che attivati e funzionanti. Se fornisci a Google un file con tutte le informazioni sui tuoi prodotti, Google Adwords eseguirà la maggior parte del lavoro pesante per creare gli annunci e associarli alle query di ricerca corrette. Tuttavia, impostare campagne Google Shopping può essere piuttosto impegnativo. Diamo un'occhiata alle due parti principali di cui hai bisogno: creare un feed di prodotto senza errori e utilizzarlo per impostare una campagna effettiva. Crea un feed di prodotto che non faccia schifo Per creare gli annunci Shopping, Google Adwords ha bisogno di un feed prodotto. Questo è un file con tutte le informazioni sui tuoi prodotti: cose come marchi, descrizioni, immagini, dimensioni e prezzi. Quanto è difficile creare quel file dipende dalla tua piattaforma di e -commerce e dalla qualità dei dati nel tuo sistema. Ad esempio, creare un ottimo feed di dati da un Woocommerce è come tentare di colpire uno stormo di passeri in volo utilizzando un elastico e una pallina di carta bagnata. È probabile che troverai app, plug-in o strumenti che possono aiutarti a semplificare l'esportazione delle informazioni sui tuoi prodotti in un formato comprensibile a Google. Ma anche no. Se invece hai fatto la scelta saggia di affidarti ad una piattaforma come Shopify, vai sul sicuro. Shopify è infatti nativamente integrato per trasmettere il tuo feed di prodotti a Google, direttamente dallo store. Dovrai quindi caricare quel file su Google Merchant Center, uno strumento gratuito di Google in cui elabora tutti gli articoli nel tuo feed di prodotto e verifica se corrisponde ai suoi requisiti. Interfaccia di Google Merchant Center La maggior parte delle persone riuscirà a ottenere un feed prodotto dal proprio negozio e a caricarlo su Google Merchant Center. Tieni presente che se utilizzi un'app o Shopify, il tuo feed prodotto potrebbe essere trasferito automaticamente in Google Merchant Center. Dopo l'elaborazione, è il momento in cui iniziano i problemi. Google Merchant Center ti dirà cosa c'è di sbagliato in tutte le informazioni che hai appena fornito. Alcuni campi potrebbero mancare, le informazioni potrebbero essere errate o semplicemente nel formato errato. Questo non succede se usi Shopify, ma se hai avuto la sfortuna di credere a qualcuno che ti ha proposto Un Semplicissimo Woocommerce preparati a lanciare saracche come se piovesse. Oltre agli strumenti che ti aiuteranno nella creazione del tuo feed di prodotto, ci sono anche piattaforme che ti aiuteranno a gestire tutti i tuoi diversi feed di prodotto. Ciò può accadere se stai utilizzando altri servizi oltre a Google Shopping come Bing, Nextag, Pricegrabber o Amazon. Crea campagne Google Shopping Se il tuo feed prodotto è privo di errori critici, i tuoi articoli saranno subito approvati da Google Merchant Center. In questo caso sarai in grado di utilizzare questo feed in Google Adwords per impostare le tue campagne. Questo è piuttosto semplice. Quando si avvia una nuova campagna, si seleziona il feed che si desidera utilizzare per le proprie campagne, si seleziona un budget giornaliero e un importo che si desidera pagare per ciascun clic. La tua campagna è pronta! Di default, tutti i tuoi prodotti si troveranno in un unico grande gruppo di prodotti, tutti con la stessa offerta. Questo potrebbe essere un buon inizio, ma alcuni prodotti ti saranno più preziosi di altri. Il loro prezzo sarà più alto, i loro margini potrebbero essere più alti, o potrebbe essere un prodotto che solo tu vendi. Quando i primi clic e altri dati iniziano a circolare, puoi ottimizzare ulteriormente le tue campagne Shopping . Questo significa tre cose: Spulcia il Rapporto sui termini di ricerca per cercare ricerche non pertinenti e aggiungerle alle parole chiave a corrispondenza inversa. Migliora la struttura del tuo account: assicurati che i prodotti che vendono bene ottengano il maggior numero di clic. Migliora la qualità delle informazioni nel tuo feed di prodotto. Fornire informazioni migliori ridurrà il prezzo pagato per ogni clic. Suggerimento per professionisti: se ti piacciono i risultati che ricevi da Google Shopping, puoi facilmente importare le tue campagne in Bing. Le loro annunci di prodotto funzionano quasi identici. Bene, abbiamo finito. Nel prossimo post tratterò i livelli AVANZATI per pubblicizzare al meglio il tuo e-commerce. Nel caso aveste qualsiasi domanda potete lasciare un commento qui sotto!
Aumentare le vendite e il fatturato di uno shop online è il tuo obbiettivo? Spesso la soluzione è creare delle migliorie dall’interno. Un esempio può essere quello di ottimizzare la categorizzazione dei tuoi prodotti e, nello specifico, le schede prodotto del tuo eCommerce, puntando anche verso la SEO. Se vuoi migliorare queste pagine devi capire come scrivere una scheda prodotto per eCommerce sia rispettando la user experience che le principali regole SEO copywriting. Gli errori più comuni che puoi commettere Detto ciò, andiamo a vedere insieme, gli errori più comuni che puoi commettere con il tuo eCommerce. 1. Non conoscere i tuoi obbiettivi Per ottimizzare una scheda di vendita e fare SEO per eCommerce devi capire dove dirigere la tua attenzione. Ad esempio, se devi scrivere un testo SEO oriented, comprendi prima qual è l’obiettivo da raggiungere. Come vuoi farti trovare dai tuoi potenziali clienti? Su un sito eCommerce l’analisi delle parole chiave è un’attività complessa, soprattutto quando si lavora su categorie e sotto-categorie. Queste pagine permettono di raggiungere ricerche transazionali preziose che vanno dalle fat head più interessanti alle long tail di nicchia. Ma se vuoi farti trovare per le ricerche di nome prodotto, è sulla scheda eXommerce che devi lavorare. Lavora anche su due punti ben precisi: tempo e costanza. Non basta ottimizzare una singola scheda prodotto ma dovresti applicare questo lavoro su ogni pagina prodotto. 2. Sbattersene dei tag title Eccola là. La base SEO. Il tag è uno dei meta tag Google richiamati nella SERP e influenza il ranking. Sembra quindi un’ottima idea lavorare verso questo miglioramento. L’obbiettivo è informare l’utente, farti trovare da lui e il motore di ricerca, per spiegare cosa c’è nella pagina. Quindi, stringendo, come deve essere il di una scheda eCommerce? Keyword più importanti all’inizio, SEMPRE. Parole chiave secondarie e brand a seguire, SEMPRE 2. Non oltre le 65 battute (suppergiù, è inutile essere fiscali in merito). Evitate un tag generico come il numero dell’articolo. 3. Non ottimizzare l’URL per i motori di ricerca Chiameremo questo passaggio “Uso corretto dell’URL SEO Friendly”. Quando pubblichi una scheda eCommerce assicurati che abbia l’URL ottimizzata per i motori di ricerca e gli utenti: Poche keyword, chiare, semplici; Bandisci le sigle strane e numeri senza senso per l’utente. In questo caso, replicare la keyword principale del nome prodotto - tag title - può essere una buona soluzione per una URL SEO friendly. 4. Nessuna immagine Lavora sulle foto e migliorale. Una corretta scheda ecommerce dovrebbe avere: Nome file significativo; Testo descrittivo; Peso delle foto minimo cercando di lasciare inalterata la qualità perché, chi arriva sulla tua pagina, deve poter apprezzare appieno i tuoi prodotti. 5. La meta description è inutile NO! La meta ti aiuta a vendere! Possibile? Certo. Nell’ottimizzazione di una pagina web dedicata allo shopping online, la meta tag è ciò che ti serve per ottimizzare la presenza nella SERP. Ciò significa convincere il cliente a scegliere la tua proposta. Questo è importante per aumentare il click through rate (la percentuale di persone che cliccano sullo snippet dopo averlo trovato nella SERP dopo aver digitato una ricerca). Vediamo le caratteristiche: La meta tag non deve andare oltre le 145 battute (altrimenti potresti ritrovartela troncata – però è vero anche che può essere riformulata a piacere del motore di ricerca); Google non usa la meta per il posizionamento ma un buon uso del persuasive copywriting può fare la differenza. D’altro canto ti offre la search console per monitorare l’efficacia del CTR e testare la bontà delle meta description. 6. Non creare i contenuti Il passo di cui devi assolutamente tenere conto per ottenere un buon risultato: inserisci un contenuto unico alla tua scheda prodotto! Il testo è l’elemento che non può mancare: è necessario descrivere il bene che stai offrendo. Questo significa che devi scrivere e aggiungere testo per dare a Google le informazioni giuste. Come? Ricordati di curare la leggibilità del testo; Dividi il testo in paragrafi (insomma fallo respirare un po’); Usa accordion e menu interni; Usa keyword negli H2 e H3; Non vuoi applicarti in stesure bibliche e tediose? Tranquillo: anche se hai poco testo nella scheda l’importante è che sia sempre unico. Questi punti possono fare la differenza. Soprattutto, è bene fare uno studio delle correlate per capire se le persone cercano degli aspetti specifici per poi metterli in evidenza. 7. Proporre contenuti barbosi e/o complessi La scheda eXommerce non deve essere un tutorial. Non allungare il testo a dismisura e annoiare il lettore a morte. Puoi comunque aggiungere un bel po’ di testo usando tab e accordion a scomparsa che mostrano il testo quando serve. 8. Non inserire link interni a prodotti correlati Collegamenti ipertestuali: la SEO per eCommerce è fatta anche di questo aspetto. I link interni che collegano le varie schede sono un elemento decisivo perché rendono il contenuto più pertinente e completo. Inoltre puoi ottenere dei risultati migliori in termini di conversione. Con uno shop online il bounce rate deve essere basso. Ogni visita deve uscire con il maggior numero possibile di prodotti acquistati, principio chiave per aumentare le vendite con l’ecommerce. 9. Non credo ci sia molto altro da fare Nein! C’è sempre qualcos’altro da fare! Per migliorare l’indicizzazione delle pagine dedicate ai prodotti puoi creare una sitemap.xml dedicata a categorie e schede dei beni in commercio. Puoi anche caricare un file XML sitemap specifico per migliorare la scansione dei prodotti (restando che la presenza di questa soluzione è il metodo migliore per ottimizzare il processo di indicizzazione delle nuove pagine). Ogni aspetto di un sito e-commerce deve essere ponderato con cura. Certamente il posizionamento su Google è un fattore determinante e allo stesso tempo complesso, ma tutto questo rappresenta le pagine che diventeranno indispensabili se il tuo obiettivo è quello di monetizzare. Rappresentano delle landing page dedicate alla vendita diretta, senza intermediari: sono risorse che devi assolutamente sfruttare al massimo. In definitiva: se, come dicevamo all’inizio, il tuo obbiettivo è aumentare fatturato e vendite del tuo shop online, miglioralo internamente, ottimizza la SEO. Chiaramente con le tue tempistiche e valutando ogni sfaccettatura.
Avviare un'attività di e-commerce può essere veloce, relativamente facile e non molto costosa. Di certo, meno di costruire un capannone e riempirlo di pressopieghe e operai che pressopiegano tutto il giorno. Ma con qualcosa come un tasso di fallimento dell'80%, la creazione di un business online di successo è più difficile di quanto alcuni sventurati immaginino. Sebbene ogni nuova attività sia unica, vi sono dei problemi comuni a tutti gli e-commerce che ne possono compromettere il successo. Comprendere questi imprevisti dovrebbe aiutarti a evitarli, a migliorare le performance e ad avviare un e-commerce . 1. Nessun investimento reale È possibile aprire un negozio online per poche centinaia di euro. Ma questo non significa in alcun modo che poche centinaia di euro siano tutto ciò che dovrai investire. Come ogni nuovo business, un negozio online alle prime armi potrebbe richiedere diverse infusioni di capitale e una notevole quantità di lavoro. Quelli che possiedono già un capannone commerciale (= negozio fisico) sono di solito i peggiori. Se hai già un negozio fisico e stai aggiungendo un negozio online, dovresti pensare a questa nuova attività di e-commerce come all'apertura di un altro punto vendita. Avrai bisogno di un investimento simile in tempo e almeno una parte in denaro sonante. Anche i negozianti relativamente piccoli di solito investono felicemente € 20.000 o 50.000 € in un capanònselo, ma quando gli si proporrà di spendere $ 5.000 per uno store online che potrebbe effettivamente avere un maggiore potenziale di vendita storceranno dignitosamente il naso e preferiranno assumere una social media manager ventenne con 50.000 follower su instagram Per portare gente in bottega. 2. Nessun flusso di cassa Al livello più elementare, il flusso di cassa è il movimento di denaro in entrata e in uscita da un'attività ( Commercialista 101 ). Le nuove aziende e-commerce possono mettersi nei guai quando non hanno abbastanza denaro per continuare a operare. Un esempio di questo è quando un imprenditore investe tutti i suoi soldi in inventario (= più magazzino) e non ci sono soldi per il marketing - quindi le vendite non aumentano e il business è stagnante. Per riassumere: No schei (dinero, money, verdoni) > No marketing > No crescita > No business > No schei Per evitare problemi di flusso di cassa, bisognerebbe distribuire le spese, in modo che tutte le fatture arrivino in una sola volta. Cerca l'opportunità di pagare per l'inventario in termini di 30, 60 o 90 giorni. Non investire troppo in pubblicità o potenziali guru di ottimizzazione dei motori di ricerca. Inoltre, spendi o reinvesti in ADV in base alle entrate effettive, non alle vendite previste. 3. Gestione scorte insufficiente A seconda del modello di business, la gestione dell'inventario può essere uno dei problemi più significativi che dovranno affrontare i nuovi e-commerce. Se acquisti troppo potresti paralizzare il flusso di cassa. Compra troppo poco spazio pubblicitario e potresti perdere le vendite o i clienti. Inoltre, ordinare prodotti spesso non è così semplice come si potrebbe pensare. I fornitori possono avere tempi di consegna nettamente diversi, il che significa che un fornitore potrebbe impiegare un giorno per evadere un nuovo ordine, mentre un altro fornitore potrebbe impiegare alcune settimane. Dovresti pianificare le cose in modo che sia possibile effettuare riordini in momenti diversi e gestire diversi livelli di inventario. Anche i costi di trasporto possono essere significativi. Tienili d'occhio, e, sopratutto, tratta con il tuo spedizioniere per avere delle condizioni favorevoli nei paesi dove spedisci di più. 4. Troppa concorrenza Internet è una terra di opportunità anche per le più piccole imprese. Ma quasi nessuna startup online può sopravvivere di fronte a una concorrenza significativa e consolidata. Questo è più spesso un problema quando i nuovi negozi di e-commerce cercano di vendere gli stessi prodotti offerti da rivenditori molto più grandi. Amazon può essere una seria concorrenza per le nuove attività di e-commerce. Ad esempio, potrebbe essere molto difficile per un nuovo negozio di e-commerce provare a vendere Xbox di Microsoft, che è già disponibile presso centinaia di rivenditori online, tra cui Walmart, Amazon, Best Buy, GameSpot, Newegg, Toys R Us e molti altri. In poche parole, sarà difficile - o almeno relativamente più difficile - vendere prodotti da mercato di massa piuttosto che vendere prodotti di nicchia o unici. Il consiglio finale che ti dò è: Trova la tua nicchia. 5. Un sito web orrendo Anche il miglior piano aziendale non può superare un brutto sito web. Un sito di e-commerce moderno deve essere sicuro, funzionale, avere un'ottima ricerca, adattarsi ai dispositivi mobili e caricare molto rapidamente. Qualunque cosa in meno è inaccettabile. Inoltre, ci sono molte eccellenti piattaforme di e-commerce da cui scegliere. Personalmente, io consiglio sempre a chi apre un negozio online di provare Shopify 14 giorni gratuitamente. Lo potete fare dal link qui sotto. Shopify è una piattaforma di e-commerce sicura, funzionale e affidabile che ti permette da subito di aprire il tuo negozio e-commerce. 6. Fotografie scadenti dei prodotti I tuoi clienti online non possono ispezionare fisicamente i prodotti che vendi, quindi avranno bisogno di una forte rappresentazione visiva di tali prodotti per aiutarli a comprenderli, e quindi a volerli comprare. Pertanto, la scarsa fotografia del prodotto è uno dei peccati capitali nella vendita al dettaglio online. Prende come spunto i venditori online di successo come standard per le proprie immagini del prodotto. Se la fotografia del prodotto che stai utilizzando non è chiara, mirata e pulita come quella che potresti trovare su siti come Zappos , LLBean , Suitsupply e Best Made, queste foto probabilmente non sono abbastanza buone. Quindi, trova un buon fotografo di prodotto. Non fare in casa. Non usare il cellulare. Non metterti a cancellare gli sfondi con la gommina di Photoshop. Le foto sono LA cosa più importante del tuo negozio, allo stesso livello della ditta di pulizie che viene la sera a sistemare. ASSICURATI DI AVERE IL MEGLIO . Una vendita persa per una brutta foto costa molto di più della foto stessa. 7. Nessun traffico sul sito web Poche cose possono uccidere un commercio al dettaglio o all'ingrosso. La prima di queste è ovviamente l'assenza di clienti. Nel mondo e-commerce, il traffico del sito Web È il flusso di clienti che entra nel tuo negozio. Se vuoi fare vendite, hai bisogno di traffico. Un modo veloce per ottenere traffico è con la pubblicità pay-per-click. Può essere costosa, quindi assicurati di averlo capito prima di investire molto. Nel caso volessi approfondire l'argomento, abbiamo preparato un ebook Introduzione alla lead generation che parla proprio delle metodologie di inbound per portare traffico all'interno del tuo sito. 8. Zero pazienza Un business di e-commerce richiede tempo per crescere. Troppo spesso i nuovi imprenditori immaginano di guadagnare immediatamente profitti. In genere non è così. Un e-commerce aperto oggi ha bisogno di investimenti costanti almeno per sei mesi prima di cominciare a macinare. Conclusione Spero di averti dato delle buone dritte prima che tu decida di imbarcarti nel periglioso ed entusiasmante mondo dell'online retail. Tieni presente che ogni store ha comunque la sua storia e il suo percorso. Le strategie cambiano da persona a persona, da prodotto a prodotto e perfino da cliente a cliente. Nel caso ti interessasse fare quattro chiacchere per parlare del tuo shop online (se vuoi aprirne uno o se ne hai già uno e vuoi un'opinione) puoi contattarmi cliccando sul link qui sotto oppure lasciando un commento!
Vendere su Amazon, indubbiamente il più grande ed importante negozio online, è un'opzione che prima o poi le aziende considerano (o dovrebbero considerare) se già hanno attivato un sistema di e-commerce. A chi non è mai capitato di voler vendere non solo attraverso il proprio sito e-commerce, ma anche attraverso marketplace? In molti si chiedono se è effettivamente vantaggioso utilizzare questo colosso per far conoscere il proprio brand online. La risposta è: sì. Come? Vediamolo insieme partendo dai vantaggi che Amazon comporta. I vantaggi di vendere su Amazon I vantaggi di vendere sui marketplace, in particolare su quello di Amazon, sono numerosi: prenderemo in considerazione i cinque principali, per darti un'idea di base. 1. Guadagni di più Vendendo su un qualsiasi marketplace (ce ne sono altri oltre Amazon: Ebay, Alibaba e anche Facebook, per citare i più importanti), apri il tuo negozio a un pubblico molto più vasto. Amazon conta circa 100 milioni di utenti Prime in tutto il mondo. Vendendo su Amazon puoi raggiungere decine di milioni di clienti, rendendo i tuoi prodotti più facili da trovare, e di conseguenza acquistare. Per fare un esempio pratico: se decidi di aprire la tua attività all'interno di un grande e famoso centro commerciale, è chiaro che la tua vetrina sarà sotto lo sguardo incuriosito di molte persone, molte più che aprendo un negozio in un paese di 1000 abitanti. 2. Sei protetto dalle frodi Amazon mette a disposizione di tutti una serie di sistemi di sicurezza e misure per il rilevamento delle frodi che proteggono le aziende e gli utenti da possibili illeciti. Può decisamente essere considerata una piattaforma affidabile, grazie alla sua più che ventennale esperienza nel mondo dell'e-commerce. 3. Vendi in UE Con un solo account puoi raggiungere i clienti su cinque mercati europei, Amazon.it, Amazon.co.uk, Amazon.de, Amazon.fr e Amazon.es, gestendo le tue offerte in questa vasta area. Considerando che Amazon propone più di 20 categorie di prodotti disponibili, hai la possibilità di realizzare elevati volumi di vendite anche nel solo territorio Europeo. 4. Abbatti i costi Volendo raggiungere lo stesso pubblico con uno o più negozi, i costi promozionali richiederebbero un budget non alla portata di tutti. Un altro fattore di risparmio, è la logistica: Amazon offre un servizio di logistica che consente anche alle aziende più piccole di non dover gestire contratti con spedizionieri per coprire tutte le aree geografiche. Con il servizio di Amazon, puoi inviare i tuoi articoli al centro logistico che verranno poi spediti al momento dell'acquisto. Altra punto a favore della Logistica di Amazon: i tuoi articoli saranno disponibili per la consegna gratuita per gli abbonati Amazon Prime. 5. Risparmi tempo Grazie alla procedura - piuttosto semplice - di vendita Amazon, la tua impresa ha la possibilità di crescere impiegando una quantità di tempo che può essere minore rispetto a quella necessaria con un normale negozio fisico. Riceverai inoltre un'assistenza a te dedicata e avrai a disposizione sia il suo e-commerce, sia tutti gli strumenti e le opzioni di personalizzazione disponibili. Più passa il tempo e più grande diventa il numero di persone che acquista online. Muoversi oggi, sebbene il mercato dell’online sia già affollato, consente di trovarsi in vantaggio rispetto a chi resta ancorato alle vecchie logiche del commercio. Come diventare un venditore Amazon Decidi cosa vuoi (e cosa puoi) vendere È importante sapere che esistono categorie che necessitano l'approvazione alla vendita e che possono essere aggiunte all'inventario solo previa specifica autorizzazione di Amazon e che sono i rivenditori professionali possono richiedere. Perché queste restrizioni? Semplice: l'accesso a queste categorie è limitato per riuscire a garantire gli standard di qualità dei prodotti venduti e dell'inventario. Tutto questo per proteggere e creare fiducia nei clienti Amazon nell'acquisto di prodotti di qualsiasi categoria. Amazon offre poi oltre 20 categorie che non richiedono alcuna approvazione preventiva alla vendita: abbigliamento, alimentari, auto e moto, informatica ed elettrodomestici, tra le più importanti. Seleziona il tuo piano di vendita Distinguiamo fin da subito le tipologie di venditore Amazon. Ci sono quelli che pensano di realizzare un numero minore di 40 vendite al mese (Account di Base) e chi al contrario ritiene di realizzarne più di 40 al mese (Account Pro). Vediamo nel dettaglio le differenze tra questi due tipi di Account. Se parti da zero, soprattutto se sei alle prime armi con la vendita online, il mio consiglio è quello di cominciare a prendere dimestichezza attraverso l’Account Amazon Base. Il concetto è maturare esperienza: comincia con inserire nell’inventario i tuoi primi prodotti e a crearne le schede. Il piano tariffario degli Account Base di Amazon prevede tre tariffe: commissione di chiusura fissa: una commissione fissa che Amazon applica su ogni vendita (soggetta a una tariffa pari a 0,99 euro); commissione per segnalazione: è una commissione variabile che Amazon applica a seconda della categoria dell’articolo per la segnalazione del prodotto; commissione variabile di chiusura: quando si tratta di libri, musica, video e DVD, accanto a quella di segnalazione, Amazon applica anche una commissione variabile di vendita. Limiti dell'account base: Con l’Account Base non potrai accedere alla Buy Box; L’ Account Base ha varie limitazioni sulle sponsorizzazioni dei prodotti ed eventuali modifiche alle schede prodotto; Presenta meno funzionalità rispetto all’Account Pro. Invece, se il tuo obbiettivo è di vendere “seriamente” su Amazon, dovresti prendere in considerazione la registrazione come venditore Amazon Pro. Il piano tariffario degli Account Pro prevede: quota di abbonamento mensile: quota fissa che ogni venditore Pro di Amazon deve pagare come quota minima di 39,00 euro al mese; commissione per segnalazione: è una commissione variabile, a seconda della categoria del prodotto, che Amazon applica sul prodotto venduto per la segnalazione all’acquirente; commissione variabile di chiusura: è una commissione variabile applicata da Amazon sui prodotti cosiddetti Media: libri, musica, video e DVD. Per quanto riguarda la commissione per segnalazione e la commissione variabile di chiusura, suggerisco di fare direttamente riferimento al sito di Amazon. Dopo la registrazione Se la registrazione al marketplace risulta semplice, diventare un vero e proprio Venditore Amazon richiede qualche sforzo in più. Chiunque (quasi), può diventare venditore: il solo aprire un account non significa necessariamente che stai vendendo. Toglietevi dalla testa di poter far tutto in velocità e soprattutto da soli; non funziona così. Elenchiamo alcuni aspetti che un buon venditore Amazon dovrebbe possedere: L’esperienza nelle vendite (che non deve essere a tutti i costi l’esperienza online) Trova qualcuno che possa aiutarti. Nessuno di noi può far tutto e se dice il contrario, probabilmente non lo farà poi così bene. Impara tu stesso e contemporaneamente impara a delegare. In questo campo conta l’esperienza effettiva – un po’ come il primo lavoro. Quanto tempo è passato prima di riuscire a dire “ Sò quello che sto facendo. Sono esperto “. Ci vorrà del tempo per ingranare. Sia per te che per i tuoi collaboratori. Sai fare i conti? Sei sicuro di riuscire a stimare quanto davvero rende, a livello economico, un singolo prodotto? Molti falliscono perché confondono profitto, IVA a credito, IVA a debito, fatturato, costi di logistica e di magazzino, ecc. La negoziazione La negoziazione è in pratica ottenere il prezzo e le condizioni migliori dei prodotti che andrai poi ad acquistare dai fornitori. Naturalmente la negoziazione è legata all’informazione e all’esperienza che possiedi su concorrenza, prodotti e la tua categoria di vendita. Importante: su Amazon la battaglia principale si combatte sul prezzo, ricordiamocelo. La voglia di migliorare Immagino che per molti possa risultare difficile ma per essere un venditore di successo c'è bisogno di un po’ di sana umiltà. Il fatto è che non ci si improvvisa. Insomma, studia. Segui i trends e le abitudini di acquisto Sfrutta le mode. Comprendi le stagionalità di vendita e di approvvigionamento. E soprattutto, ricorda che devi capire le dinamiche e le abitudini degli acquirenti on-line, molto diverse da quelle degli utenti che visita un negozio fisico. Vendere su Amazon è molto più complesso del “caricare prodotti” sulla piattaforma e rimanere pacificamente seduti ad aspettare che qualcuno acquisti. Quindi: mettiti a tavolino, valuta e pianifica la tua strategia nel dettaglio, studia e poi …inizia a vendere!