Il boom degli e-commerce è ormai sotto gli occhi di tutti e la loro esplosione è stata paradossalmente favorita dall’avvento del Covid che, avendo reso impossibile qualsiasi tipo di vendita fisica, ha implementato il commercio online. A fare da traino al commercio elettronico sono stati i colossi dell’e-commerce e i grandi retailer dell’elettronica e dell’elettrodomestica, ma un ruolo importante lo hanno svolto anche le piccole e medie imprese che, per restare in contatto con i loro clienti, si sono dotate di strumenti digitali come e-shop proprietari e soluzioni software, ad esempio Woocommerce, Prestashop e Shopify. Questa nuova forma di commercio è stata chiamata ecommerce di prossimità e consiste nella vendita effettuata a livello locale, ma tramite l’online. Analizziamo più nel dettaglio come funziona l’e-commerce di prossimità, come sfruttarlo e quali sono i vantaggi principali. Cos’è il commercio di prossimità: come è nato e come funziona L’e-commerce nel corso degli ultimi anni ha avuto uno sviluppo velocissimo ed è sfociato nel commercio di prossimità. La vendita online è nata per espandere i propri confini e poter vendere i propri articoli potenzialmente in qualsiasi angolo del mondo. Con l’avvento del Covid molte cose sono cambiate e le attività maggiormente colpite sono state principalmente i negozi fisici che, a causa del lockdown, non hanno potuto più vendere. Ed è così che è nata l’idea di affiancare ai negozi fisici gli shop online per continuare a vendere e fornire i propri servizi ai clienti. Con la fine della pandemia si è ritornati alla normalità, ma i titolari di negozi giustamente hanno continuato a mantenere gli e-commerce per continuare a vendere su un doppio canale. Dopo il Covid sono cambiate anche le esigenze dei consumatori, che richiedono una maggiore flessibilità e velocità per l’acquisto dei loro prodotti. Il doppio canale online-offline ha quindi offerto diverse opzioni di acquisto ai consumatori, che possono così personalizzare lo shopping secondo le loro esigenze. Gli stessi titolari di negozi, online e offline, hanno dovuto diversificare le loro strategie e la loro comunicazione. Per prima cosa hanno dovuto potenziare la loro presenza sui social, una delle vetrine principali per qualsiasi attività, dopodiché hanno dovuto implementare i servizi e le funzionalità degli e-shop per consentire ai clienti di godersi un’esperienza di shopping altamente performante e gratificante. Online e offline non devono quindi essere considerati nemici, ma anzi validi alleati soprattutto per chi intende avviare un progetto ecommerce improntato al commercio di prossimità. Quali sono i vantaggi dell’ecommerce di “quartiere”? L’ecommerce di prossimità è stato ribattezzato ecommerce di quartiere, proprio perché l’offerta è rivolta a clienti che abitano nella stessa città o paese dove risiede l’e-shop. Questo è uno dei segreti dell’ecommerce di prossimità, che consente di mantenere il rapporto umano. Nonostante la digitalizzazione dei servizi, nessun chatbot potrà mai sostituire una piacevole chiacchierata per chiedere consigli ad una persona in carne e ossa esperta del settore. Un altro aspetto molto importante è la possibilità di personalizzare l’acquisto secondo le proprie necessità. Ogni persona infatti ha delle preferenze al momento di acquistare un prodotto. Da non sottovalutare il fattore tempo, che gioca sicuramente a favore degli ecommerce di prossimità. Poiché l’azienda si trova nella stessa città dei clienti, in alcuni casi distanti poche decine di chilometri, la consegna è praticamente immediata e talvolta viene effettuata nella stessa giornata dell’ordine. Perché quindi un consumatore dovrebbe acquistare su un grande marketplace, dove magari i prodotti costano di più e si allungano i tempi di consegna, piuttosto che in un negozio di quartiere dove è possibile ottenere l’articolo nel giro di breve tempo e a prezzi più competitivi? C’è chi preferisce esaminare con calma da casa un prodotto e, dopo aver valutato tutte le caratteristiche principali, decide di andare a colpo sicuro in negozio per concludere l’acquisto. In questo modo si evitano ritardi, errori nelle consegne o altri imprevisti che possono verificarsi durante la spedizione. E poi c’è chi, al contrario, preferisce toccare con mano il prodotto in negozio per sondare la qualità, il materiale e la consistenza e poi ordinarlo con calma da casa. E ancora altri consumatori preferiscono acquistare il prodotto online e farselo mandare a casa, saltando così a piè pari problemi come traffico, parcheggio, lunghe file alle casse ecc. Va considerato che le persone, dopo il Covid, sono meno abituate a fare acquisti nei negozi fisici e preferiscono ordinare ciò che vogliono acquistare con pochi clic. L’e-commerce di prossimità concilia sapientemente i benefici dello shopping offline, che consentono di testare il prodotto con mano e chiedere informazioni dal vivo al personale competente, e i benefici dello shopping online che riducono notevolmente le tempistiche e praticamente azzerano gli errori di consegna. Le 3 tipologie di ecommerce di prossimità Alcuni marketer si chiedono quali sono gli ecommerce che vendono di più e se vale la pena avviare un ecommerce di prossimità. In realtà bisogna guardare la cosa da un altro punto di vista, poiché ogni tipologia di attività locale può trarre grandi benefici dall’ecommerce di quartiere. Per prima cosa bisogna implementare il proprio sito e lavorare molto sulla geolocalizzazione, raggiungendo i potenziali clienti che risiedono nella propria area geografica. Per un negozio di scarpe che opera a Roma non avrebbe senso pubblicizzare la propria attività tra gli utenti di Milano, poiché sarebbe un investimento inutile. Bisogna invece cercare di raggiungere quanti più utenti possibili residenti sul territorio romano, preferibilmente nei quartieri più vicini all’attività. Per avviare un’attività del genere è sicuramente preferibile implementare un valido progetto Shopify che, tra le altre cose, offre anche un valido servizio per la geolocalizzazione e fornisce raccomandazioni sulle esperienze di acquisto locali secondo la posizione del cliente. Per lanciare un ecommerce di prossimità vincente bisogna quindi scegliere con attenzione le 3 tipologie di commercio, che sono le seguenti: Home Delivery. La modalità di consegna Home Delivery è quella tipica delle pizzerie o delle attività che offrono servizio di consegna cibo a domicilio. Una volta ordinato il prodotto, viene spedito direttamente a casa. L’ordine è estremamente veloce, poiché si può effettuare direttamente tramite l’app o l’e-commerce; Click & Collect. Altra opzione molto gettonata è il Click & Collect e il suo funzionamento è molto semplice: si ordina il prodotto online e si passa a ritirarlo al punto vendita più vicino. Si tagliano così le spese di spedizione e i tempi di attesa. Tra l’altro questa forma di commercio è ideale per i marketer, che attirano comunque il cliente nel punto vendita fisico dove eventualmente può acquistare altri prodotti se sono di suo gradimento; Il drop-shipping. I piccoli negozi di quartiere, che magari non hanno grandi mezzi, possono affidarsi al drop-shipping. In tal caso i negozianti si appoggiano ad un fornitore che si occupa della spedizione. I clienti, una volta acquistato il prodotto, possono decidere se farselo spedire a casa o ritirarlo in negozio. L’ecommerce invia quindi la richiesta al grossista, che prende in carico la spedizione in base alle richieste del cliente. Per il consumatore finale cambia poco, ma i vantaggi sono evidenti soprattutto per i piccoli ecommerce che possono ugualmente offrire un catalogo di prodotti molto ampi senza dover gestire gli elevati costi di magazzino. Come avviare un ecommerce di quartiere Se sei intenzionato a lanciare un ecommerce di prossimità, sappi che gli step da compiere non sono complicati né particolarmente impegnativi. Ciò che devi fare è integrare all’attività classica del negozio fisico la possibilità di fare acquisti online. Esistono diversi finanziamenti pubblici da sfruttare per aprire un e-shop e seguire corsi di formazione per gestire facilmente un e-commerce. C’è probabilmente una domanda che ti stai ponendo: qual è la miglior piattaforma ecommerce per un negozio di quartiere? Ne esistono tante ma tra le migliori c’è sicuramente Shopify, che mette a disposizione uno staff di esperti pronti a dare il loro supporto durante la realizzazione del sito. Può essere di grande aiuto Shopify Expert, un sistema che consente di personalizzare le proprie pagine con servizi e inserzioni con prezzi per rendere lo shopping dei clienti fluido e piacevole. Conclusioni L’e-commerce di prossimità rappresenta un’ottima opzione per i negozi di quartiere che vogliono raggiungere i loro clienti online, ma anche ampliare la propria clientela e guadagnare una maggiore visibilità. Affinché il tuo ecommerce di prossimità sia in grado di differenziarsi dalla concorrenza devi offrire una serie di servizi innovativi, come la consegna in giornata, almeno nelle zone limitrofe. I consumatori preferiscono i negozi di quartiere rispetto ai grandi e-commerce proprio per abbattere i tempi di consegna e di attesa. Organizzati quindi con grande anticipo per garantire le consegne in giornata e, se il flusso di richieste dovesse aumentare, non temere di investire maggiormente nelle spedizioni poiché sono soldi che ti ritornano sotto forma di immagine positiva e naturalmente di maggiori vendite. Inoltre devi integrare perfettamente i servizi online con quelli in store. Le persone oggi sono molto esigenti e non vogliono rinunciare né ai vantaggi dei negozi fisici né a quelli degli shop online. La chiave del successo è la personalizzazione dello shopping, come una serie di offerte e sconti dedicati o modalità di consegna plasmate sulle preferenze dei clienti. Se il tuo ecommerce non ha raggiunto ancora i risultati desiderati puoi trarre ispirazione dal nostro ebook gratuito che ti spiega come far funzionare e far vendere di più la tua attività online. Basta un semplice clic qui sotto per apprendere alcuni segreti dell’e-commerce. Buona lettura.
Gartner sputa fuori i report annuali includendo nel #MagicQuadrant quelle che reputano le migliori piattaforme per fare ecommerce del mondo. Una delle novità più interessanti è l'entrata di Shopify nella parte in alto a destra, quella dei #leader. Il quadrante magico di Gartner ecommerce 2023 Ora... potremmo questionare ore se la Capacità di esecuzione di Salesforce lo debba posizionare così in alto sull'asse verticale, oppure del perché Shopify sia così indietro sull'asse orizzontale per la completezza di visione (le novità sul B2B, i Markets, Shopify Functions e giusto qualche altro centinaio di funzioni presentate ultimamente la raccontano differente). Diciamo che per me dovrebbe stare decisamente più a destra :-) Ma la discussione lascia il tempo che trova: loro il report, loro il posizionamento definito. I miglioramenti individuati Gartner, nell'elencare i pro di Shopify - che lo hanno posizionato tra i leader - presenta 3 punti Offerta consolidata: Secondo Garner Shopify offre un solido set di strumenti specifici B2C e integrati nativamente, tra cui una piattaforma di commercio headless, un framework di sviluppo front-end e un SDK per la creazione di vetrine, un'offerta di pagamento nativa e l'integrazione del social commerce. Focus su un nuovo mercato: il secondo pro individuato, che spinge Shopify nei leader, è - sempre secondo Gartner - quello del rilascia du nuove funzionalità dedicate alle aziende e, in particolare, il B2B Velocità dell'innovazione: il terzo punto deriva all'impulso che Shopify sta mettendo per migliorare la piattaforma, ricordando che ci sono state centinaia di innovazioni solo nel 2022. Le criticità persistenti (??) Però ci sono anche delle criticità a loro avviso. Secondo Gartner soffre la mancanza di funzionalità B2B di base, come flussi di lavoro di approvazione configurabili, richieste di offerta e limiti di spesa specifici per account e utente. (Ma nel 2023 sono arrivate una valanga di novità sul B2B, tranne proprio forse queste due...) Individuano una debolezza nel non offrire la possibilità all'amministratore di un utente aziendale di configurare un sito aggiuntivo e condividere prodotti su più siti. (Ovviabile con una piccola app) Ma quali criticità :-) Verrebbe da dire che si sono persi per strada, solo per citare i primi che mi vengono in mente... - Nel B2B: la gestione delle aziende, con la possibilità di inserire più sedi per ogni azienda, associare gli utenti alle sedi, associare alle stesse cataloghi con prezzi e prodotti differenti, fornire sconti per quantità sul catalogo, gestire pagamenti differenti associati ad aziende diverse. - La possibilità di utilizzare un solo canale di Shopify per gestire mercati che hanno prodotti, lingue, valute, cataloghi e listini differenti, permettendo di personalizzare sui differenti mercati e sulle differenti lingue i contenuti promozionali. - Le funzioni che stanno implementando nitidamente, prima demandate ad app esterne: i bundle, le traduzioni, il miglioramento della ricerca, i filtri, i form per la raccolta contatti, le email di marketing automatico, il chatbot, l'intelligenza artificiale integrata coma servizio, sia alla produzione di contenuti che alla gestione dell'ecommerce - L'estrema potenza di Shopfy Flow, che porta la marketing automatico legata anche alla parte operations interna. Fatto sta che il report di Gartner testimonia che Shopify si è messo a fare le cose seriamente per il mercato enterprise e che oramai è una soluzione più che matura per competere con Adobe Commerce Salesforce Commerce e tutti gli altri. Con in più una velocità di esecuzione, un continuo innovare che li sta spingendo molto molto velocemente verso la parte alta di questo gruppo. Un consiglio: rimanete sintonizzati su quello che stanno facendo questi ragazzi, perché - sono sicuro - ne vedrete delle belle!
Ogni persona ha una sua lista dei desideri, quell'elenco dove sono indicati tutti gli articoli che si intendono acquistare in un futuro non troppo lontano. Questa lista dei desideri può essere mentale, scritta a penna in un taccuino oppure custodita in un’app, ma da un po’ di tempo è approdata anche sui siti e-commerce, dove gli utenti possono creare una loro personale wishlist per raggruppare i prodotti che intendono acquistare. Per svariati motivi gli utenti preferiscono non acquistare un prodotto in un tempo immediato, benché desiderato, magari perché non hanno i soldi sufficienti, perché è una spesa troppo elevata in quel frangente, perché sono indecisi o semplicemente perché non ne hanno bisogno in quel momento, perché non rappresenta un bene di prima necessità. Tuttavia questi oggetti possono essere conservati in una wishlist nel sito ecommerce in cui si vuole acquistare, così da tenere sempre sott’occhio la lista dei “desiderata” per poi acquistarli al momento opportuno. La lista dei desideri è un elemento fondamentale in un progetto ecommerce sia per gli utenti che per le aziende e in questo articolo snoccioleremo tutti i vantaggi di questa pratica guardando dalla prospettiva di entrambi gli attori chiamati in causa. Come funziona la wishlist? La wishlist ecommerce è una funzione presente sul sito che consente ai clienti di salvare i prodotti che vogliono acquistare ma che, in quel momento, per diversi motivi non possono acquistare. Si tratta di una sorta di promemoria per i clienti, che possono esaminare i prodotti in un secondo momento o metterli da parte per poi acquistarli in futuro. C’è un ulteriore vantaggio nel salvare i prodotti in una lista dei desideri, cioè monitorare il prezzo che potrebbe calare dopo un po’ di tempo. Un prodotto nuovo e appena lanciato sul mercato generalmente ha un costo abbastanza alto, ma tende a scendere dopo qualche settimana o qualche mese quando escono modelli più innovativi. Avere un articolo nella wishlist è anche utile per monitorare il prezzo e acquistare il prodotto quando il costo scende. Il funzionamento è piuttosto intuitivo e per implementare la wishlist nel tuo store online dovresti usare piattaforme all’avanguardia e già dotate di tutte le principali funzionalità come Shopify. Bisogna posizionare accanto ad ogni prodotto un tasto, generalmente a forma di cuore o di stella, che consente all’utente di aggiungere l’articolo nella lista dei desideri. Una volta salvato nella wishlist, l’articolo è disponibile in ogni momento in quella sezione dell'area personale dell'utente e facilmente consultabile in qualsiasi fase della navigazione. Gli step necessari per il corretto funzionamento per l'utente sono i seguenti: Creare una lista dei desideri. L’utente, dopo aver effettuato la registrazione e il login nel sito, può inserire nella lista i prodotti che desidera. Per un’esperienza d’acquisto ancora più personalizzata puoi dare ai clienti la possibilità di creare più liste. Se ne possono organizzare diverse a seconda della tipologia di prodotti, oppure una per se stesso e un’altra per i regali da fare agli altri; Gestire la lista dei desideri. Sempre nell’ottica della personalizzazione dell’esperienza di shopping, i clienti possono rimuovere gli oggetti desiderati, acquistarli oppure organizzarli per diversi criteri, come la categoria o il prezzo. Inoltre è possibile anche condividere la wishlist con amici e parenti tramite i social media oppure email. I vantaggi per gli acquirenti e per gli e-commerce I vantaggi della wishlist sono tangibili sia per il cliente che per gli e-commerce. Entrambi gli attori ne traggono beneficio, ecco perché nel tuo progetto non può certo mancare una lista dei desideri. Iniziamo ad esaminare i benefici innanzitutto dal lato del cliente: Migliore esperienza d’acquisto. Gli acquirenti online scelgono i siti dove spendere non solo in base ai prezzi, ma anche all’esperienza d’acquisto vissuta che deve essere personalizzata e cucita su misura per loro. Una lista dei desideri migliora notevolmente la shopping experience, poiché l’utente ha la possibilità di monitorare i prodotti che desidera, il prezzo e gli eventuali sconti e promozioni in corso. In pratica può acquistare un prodotto quando ne ha la reale necessità o quando ne ha i mezzi economici. Maggiore è la soddisfazione del cliente e maggiore è la probabilità di conversione; Acquistare un prodotto quando è disponibile. A volte i clienti vogliono acquistare un articolo che però in quel momento non è disponibile, oppure interrompono l’acquisto poiché manca il colore o la taglia selezionata. In questi casi basta inserire il prodotto nella wishlist per tenere monitorato quando il prodotto torna disponibile sulla piattaforma e quindi è disponibile per l’acquisto; Ottimizzazione dei tempi. Gli utenti scelgono l’online principalmente per una questione di comfort e di praticità. Sul web bastano pochi clic e pochi minuti per completare un acquisto, ma avere un oggetto già nella lista dei desideri senza fare altre ricerche consente di dimezzare ulteriormente i tempi e velocizzare la transizione; Possibilità di personalizzare e condividere le liste. Come già anticipato gli utenti possono creare più liste, per poi suddividerle e organizzarle per prezzi e categorie. Inoltre possono anche condividere quelle liste con gli amici tramite email o social, utilizzandole per feste, eventi o compleanni o semplicemente per chiedere un parere. Passiamo adesso ai benefici per le aziende: Maggiore conoscenza dei clienti. I brand possono raccogliere utili informazioni sui prodotti maggiormente “desiderati” e sulle abitudini d’acquisto dei clienti. Con questi preziosi dati a disposizione possono proporre offerte personalizzate e campagne di vendita su misura; Registrazione. Gli utenti che navigano sul tuo sito per poter salvare un prodotto nella lista devono registrarsi con un account, quindi ti forniscono la loro email e i loro dati che puoi usare per azioni mirate per farli tornare quanto prima sul tuo sito; Condivisione. Invogliare i propri clienti a condividere le liste dei desideri è un ottimo sistema per aumentare notevolmente la visibilità del proprio brand e rendere ancora più appetibili i prodotti desiderati. Le migliori strategie da adottare Ci sono diverse strategie che le aziende possono mettere in atto per sfruttare al massimo tutti i vantaggi offerti dalla lista dei desideri. Di seguito ecco quelle più diffuse e gettonate: Campagne di email marketing. Una volta che hai raccolto le informazioni relative alla lista dei tuoi clienti, puoi inviare email personalizzate e mirate. Ad esempio puoi avvisare un cliente quando un prodotto è disponibile in saldo oppure quando il suo prezzo è calato; Riduzione del carrello abbandonato. Il carrello abbandonato è uno dei peggiori incubi per le aziende, poiché perdono il cliente proprio all’ultimo step. Spesso gli utenti utilizzano il carrello abbandonato come una sorta di wishlist, aggiungono i prodotti desiderati al carrello, ma non sono ancora pronti all'acquisto. Nel momento in cui un cliente esce dal sito senza completare l’acquisto puoi inviargli un promemoria tramite email con un link diretto all'acquisto o informarlo sui vantaggi nell'acquistare il prodotto desiderato in quel momento; Promozione dei prodotti correlati. Devi essere bravo a inserire interessanti opportunità di cross-selling e up-selling, strategie che puoi perfezionare in qualsiasi progetto Shopify per fornire utili consigli ai tuoi clienti e aumentare le vendite; Condivisione sui social media. Assicurati di rendere facile la condivisione della lista dei desideri sui social, in modo che i tuoi prodotti possano potenzialmente attirare l’attenzione anche di altri acquirenti. Esempi vincenti di wishlist Sono tanti gli esempi vincenti di wishlist adottate dai colossi del web e di seguito ne indichiamo alcuni per prendere ispirazione e farsi un’idea del suo utilizzo: Amazon. Il colosso di Seattle è un pioniere dell’e-commerce ed è stato tra i primi a introdurre le wishlist per i clienti, che possono salvare gli oggetti desiderati nella lista per poi essere informati quando stanno per esaurirsi o sono disponibili in offerta. Amazon ha anche introdotto la possibilità di rendere pubbliche le wishlist e condividerle in occasione di feste, eventi o matrimoni; Ikea. Il brand svedese ha ottimizzato le liste dei desideri soprattutto per velocizzare e snellire l’esperienza d’acquisto degli utenti nei punti vendita fisici. I clienti possono infatti creare una wishlist online, da tenere a portata di mano quando poi vanno a fare shopping nel negozio fisico; Zalando. Tra gli esempi vincenti c’è quello di Zalando, tra i principali marketplace della moda che vende abbigliamento, accessori, calzature e prodotti di cosmetica. I clienti possono creare una wishlist così da poter personalizzare lo shopping e acquistare in tempi rapidi i prodotti che desiderano o di cui hanno bisogno in quel momento; ASOS. Merita una menzione anche ASOS, colosso della moda online che invia email personalizzate ai suoi clienti informandoli quando un articolo presente in lista è in sconto o sta per esaurirsi. I clienti possono anche catalogare le loro liste per uno shopping più rapido e mirato. Conclusioni Ora ti è più chiaro cos’è la lista dei desideri, come funziona e quali sono le strategie più gettonate del momento? Tieni a mente che i clienti sono molto volubili e che quindi tendono a dimenticare rapidamente i loro desideri o addirittura i loro bisogni. Devi essere bravo tu a ricordarglieli sempre con la lista dei desideri, che può essere sfruttata in tanti modi e tramite varie strategie da personalizzare con attenzione. Nel corso dell’articolo abbiamo menzionato spesso Shopify, una piattaforma che ti consente di implementare rapidamente la wishlist nel tuo e-commerce. Il servizio di Shopify Expert sicuramente può darti un’ulteriore spinta ma, se vuoi saperne di più, ti basta scaricare l’ebook gratis disponibile alla fine dell’articolo.
Da sempre, l'industria della moda ha esercitato un affascinante impatto nel campo commerciale, ma negli ultimi anni, il settore dell'e-commerce legato alla moda ha raggiunto la sua massima espressione. Questo fenomeno è stato particolarmente evidente durante la pandemia, quando la possibilità di fare shopping nei negozi fisici è stata limitata, portando a un notevole incremento dei negozi di abbigliamento online. Molti negozi fisici sono riusciti a evitare il fallimento grazie all'adozione dell'e-commerce, consentendo loro di continuare a vendere i propri prodotti. Da questo contesto è emerso un nuovo modello di business che ha acquisito una competizione significativa. Possedere semplicemente un negozio fisico non è più sufficiente; oggi è essenziale ampliare la propria rete di vendita. Ma come raggiungere questo obiettivo? Senza dubbio, i marketplace offrono una soluzione preziosa. Approfondiamo nel prossimo paragrafo come questo nuovo modello di business ha cambiato il modo di vendere online. Com’è cambiato il modo di vendere online Nel settore dell'abbigliamento, l'e-commerce ha trasformato il modo in cui i consumatori acquistano capi di vestiario, accessori e articoli correlati. Il fashion e-commerce consiste nella vendita di prodotti di moda attraverso piattaforme online, che possono includere sia negozi virtuali indipendenti (progetti ecommerce) che mercati aggregati (marketplace). Questo settore è in costante crescita grazie alle preferenze in continua evoluzione dei consumatori, che stanno sempre di più spostando il loro shopping online. Le spedizioni e la distribuzione dei prodotti svolgono un ruolo cruciale in questa evoluzione: oggi è più agevole che mai effettuare un ordine e riceverlo in pochi giorni. Nel mondo della moda, diversi modelli di business possono portare al successo nelle vendite. La decisione di indirizzarsi al consumatore finale (B2C) o di rivolgersi ad altre imprese (B2B) dipende dalle aspirazioni e dalle competenze del venditore. Nel modello B2C, le vendite avvengono direttamente verso il cliente, offrendo l'opportunità di stabilire relazioni personali e creare una presenza di marca accattivante. Nel modello B2B, le aziende forniscono prodotti all'ingrosso ad altre imprese, il che richiede una logistica e una gestione delle relazioni differenti. In conclusione, l'e-commerce nel settore della moda sta ridefinendo il modo in cui le persone fanno acquisti, e l'utilizzo di marketplace rappresenta una strategia vitale per cogliere le sfide e le opportunità offerte da questa trasformazione. Approfondiamo nei prossimo paragrafi vantaggi e svantaggi di questo modello di business. Progetto ecommerce fashion: B2B o B2C cosa conviene? Nel panorama B2B, gli accordi contrattuali, le quantità di prodotti e le dinamiche di prezzo sono spesso più complessi rispetto al B2C. Questo perché le aziende devono considerare aspetti come le esigenze dei clienti commerciali, i cicli di produzione e le richieste personalizzate. Nel B2C, l'attenzione si concentra sulla costruzione di un'esperienza di acquisto coinvolgente per i consumatori finali, compresi elementi come la presentazione del prodotto, la facilità di navigazione e un efficiente processo di pagamento. Entrambi i modelli presentano vantaggi e svantaggi. Nel B2B, le vendite all'ingrosso possono portare a volumi di vendita più elevati, ma richiedono una gestione logistica più accurata e un'attenzione alle necessità specifiche dei clienti commerciali, cosa che permette un ecommerce B2B su Shopify. Nel B2C, si ha l'opportunità di raggiungere un pubblico più vasto, ma l'attenzione all'esperienza del cliente e alla creazione di una presenza di marca forte, è essenziale per avere successo. In un fashion ecommerce è fondamentale avere chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere e poi capire in che modo ci si potrebbe posizionare in un B2B o B2C. Ecommerce fashion: meglio un ecommerce o un marketplace? In entrambi i casi si parla di vendita online e l’obiettivo è quindi lo stesso. Ciò che differisce è il modo in cui le vendite vengono fatte e i soggetti coinvolti nell’organizzazione e nella gestione. Un negozio di e-commerce rappresenta un singolo venditore, gestendo tutti gli aspetti della catena di approvvigionamento e distribuzione. D'altro canto, i marketplace sono piattaforme con diversi venditori che possono offrire i loro prodotti attraverso una piattaforma centralizzata. Dal punto di vista dei consumatori, l'esperienza di acquisto è generalmente simile in entrambi i modelli. Probabilmente se si parla di e-commerce, l’esperienza di acquisto per un potenziale cliente diviene più personale, ancor prima di acquistare un prodotto. La scelta, quindi, tra l'aprire un negozio e-commerce indipendente (magari con un progetto su Shopify) o il partecipare a un marketplace dipende dalle ambizioni e dalla strategia del venditore. Un ulteriore differenza che c’è tra ecommerce e marketplace è che il primo offre il controllo totale sull'esperienza di shopping, ma richiede un maggiore impegno nella gestione logistica e di marketing. Il secondo tipo offre una visibilità immediata e la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio, ma il venditore potrebbe dover condividere una parte delle vendite con la piattaforma scelta. In sostanza non possiamo dire che un modello di business è migliore di un altro, ma che probabilmente la complementarità tra ecommerce e marketplace, per il fashion commerce potrebbe rappresentare un vantaggio. Nel caso la scelta invece propenda più per un marketplace, per il mercato della moda quale è meglio scegliere? Approfondiamo nel prossimo paragrafo. Lo sapevi? Shopify a breve integrerà la vendita ecommerce con i marketplace. Per questa ed altre novità ti consigliamo l'articolo sulla Shopify Summer Edition 2023 Fashion marketplace: quale piattaforma scegliere per il proprio business In primis bisogna fare una differenza tra due tipologie di marketplace: orizzontali - vendono le stesse categorie di prodotto; verticali - vendono solo alcune categorie di prodotto. I marketplace di moda prosperano grazie a un modello di business che semplifica le transizioni tra fornitori e clienti. La vasta selezione di prodotti e servizi consente ai clienti di trovare facilmente ciò di cui hanno bisogno, mentre i servizi personalizzati offerti dai marketplace aumentano la comodità. Ad esempio, Amazon Prime offre spedizioni rapide, mentre Zalando ha introdotto la spedizione e il reso gratuiti. I marketplace coinvolgono una rete complessa di agenti, tra cui amministratori, logistica, fornitori, aziende di consegna e clienti finali. Tuttavia, il processo è reso più fluido grazie a linee guida strutturate e alla tecnologia che automatizza le operazioni. La scelta di un marketplace anziché di un altro dipende da una serie di valutazioni, tra cui certamente la percentuale che c’è da riconoscere alla piattaforma scelta. Tra i migliori marketplace da prendere in considerazione vi sono i seguenti: eBay Amazon Zalando Facebook Per il fashion ecommerce Zalando e Facebook potrebbero rappresentare una scelta consapevole. Vendere abbigliamento sui marketplace potrebbe essere la strada giusta per alcune tipologie di capi, più di altri, come quelli sportivi o lingerie o comunque capi più informali. Diverso se si vende abbigliamento ricercato, in quel caso un ecommerce potrebbe essere più indicato. Approfondiamo nel prossimo paragrafo alcuni casi di successo di alcuni marketplace. Marketplace fashion: esempi di successo Riportiamo 3 casi di successo che possono essere molto interessanti da analizzare. ASOS è un esempio di successo nel panorama del fashion e-commerce. Fondata nel 2000, ASOS è cresciuta costantemente, offrendo una vasta gamma di prodotti di oltre 860 brand globali e locali. Il suo appeal tra i giovani è alimentato da strategie di marketing focalizzate sulla sostenibilità, inclusività e interazioni sui social media; Zalando, invece, ha guadagnato il titolo di maggiore marketplace di moda in Europa. Dall'inizio come negozio di scarpe in Germania, Zalando ora fornisce oltre 4.500 brand a più di 40 milioni di clienti attivi. La sostenibilità è al centro della strategia di Zalando, insieme all'impegno per la diversità e l'inclusione; Wish, rappresenta un Marketplace estremamente diffuso a livello globale, noto per la sua vasta gamma di prodotti a prezzi molto convenienti. Questo lo rende particolarmente adatto per i venditori che operano nel segmento degli oggetti a basso costo. Conclusioni Hai un progetto ecommerce e vuoi aumentare le vendite? Scegliere un marketplace potrebbe aiutarti a raggiungere questo obiettivo. Di sicuro quello che è fondamentale è affidarsi a un CMS come Shopify che sia in grado di supportarti. Shopify è la soluzione migliore per implementare progetti ready to market, senza complicazioni e rapidamente. Sviluppa il tuo progetto Shopify, riparti daccapo e implementa il tuo fatturato.
La psicologia dell’acquirente è piuttosto complessa, a volte addirittura contorta, ma i venditori devono provare ad entrare nella sua testa per aumentare le vendite e rendere un prodotto o un servizio altamente appetibile e desiderabile. A tal proposito vale la pena approfondire il discorso sullo scarcity marketing, una leva molto utilizzata ed efficace in ogni progetto e-commerce per aumentare le vendite e le conversioni. Il concetto è molto semplice: il prodotto viene venduto in quantità limitata o per un periodo limitato. Si possono adottare varie strategie per aumentare l’appetibilità del prodotto, ma tutte sono finalizzate a suscitare nell’acquirente un senso d’urgenza per non perdere un grande affare. In alternativa si può far presente che sono in vendita pochi pezzi per le edizioni limitate, o che il prodotto è quasi esaurito. Tutte queste tecniche sono finalizzate a spingere il cliente a fare un acquisto di impulso, senza rimandarlo a data da destinarsi. Lo scarcity marketing fa leva sulla psicologia umana e sul concetto secondo il quale le persone, quando si trovano in una situazione d’emergenza o comunque hanno poco tempo a disposizione, agiscono d’impulso. In questo articolo analizziamo le dinamiche e le componenti psicologiche dello scarcity marketing, concentrandoci poi su alcuni esempi che hanno fatto scuola. Cos’è lo scarcity marketing? Partiamo dalla definizione di scarcity marketing, una strategia adottata soprattutto dalle multinazionali e dalle grandi aziende, ma ancora poco diffusa tra le attività di piccole e medie dimensioni. Gli acquirenti, a meno che non abbiano bisogno urgente di un prodotto, tendono a procrastinare l’acquisto. Tuttavia se quel prodotto è in fase di esaurimento o se improvvisamente acquisisce un valore maggiore, poiché è difficile da trovare o da ottenere, allora diventa subito desiderabile. Talvolta quello stesso prodotto, che fino a quel momento aveva un valore modesto, vede aumentare la sua popolarità e diventa uno status symbol solo perché indossato da un attore o da qualche personaggio famoso. In sostanza lo scarcity marketing fa leva sulla paura di perdere una grande occasione o di non poter più ottenere ciò che si desidera ardentemente. I clienti acquistano un prodotto non solo perché ne hanno effettivamente bisogno, quindi non ragionano più di tanto sull’effettiva utilità, ma perché hanno la paura di perdersi qualcosa di unico. Quali sono gli elementi principali di questa strategia? L’effetto scarsità ha un effetto simile su tutti gli acquirenti, ma possono essere diverse le leve che spingono all’acquisto. Il valore di un prodotto aumenta con il diminuire della sua disponibilità e il senso di scarsità si può creare con questi elementi: Durata limitata; Esclusività; Rarità. Si può rendere disponibile un prodotto o un servizio solo per un periodo limitato, spingendo gli acquirenti ad accaparrarselo subito per non perdere l’occasione. In alternativa si può proporre la vendita di un articolo ad un prezzo scontato per un periodo limitato, un concetto che trova la sua massima espressione nei saldi e negli sconti proposti da brand in occasione di eventi particolari. Tuttavia queste agevolazioni, come saldi o sconti, sono abbastanza diffuse e quindi non hanno più grande presa sui clienti. Ecco perché bisogna creare un nuovo senso di urgenza, realizzando ad esempio edizioni e collezioni limitate di articoli. In tal caso la leva sulla quale spingono le aziende non è tanto il tempo, quanto piuttosto la disponibilità degli articoli che vengono venduti in quantità limitate. Chi riesce ad acquistare quell’oggetto può fregiarsi di un pezzo a edizione limitata che non tutti possono sfoggiare. Al contrario, chi si attarda nell’acquisto, rischia di vedere le scorte esaurirsi e di perdere così una grande occasione. Un altro elemento da poter sfruttare è rappresentato dalle barriere d’acquisto, che determinano una disponibilità limitata di un prodotto che può dipendere dal fatto che un articolo si vende solo in un determinato luogo, dal prezzo o dalla metodologia di pagamento. Questa strategia risulta vincente soprattutto nei settori della moda e del lusso, dove un oggetto più è raro e costoso e più vede aumentare il suo valore e la sua appetibilità. Tutte queste strategie e questi elementi possono essere usati anche in sinergia tra di loro o separatamente a seconda dell’articolo venduto e del canale utilizzato. L’effetto della scarsità nel marketing a livello psicologico L’effetto scarsità tocca determinati tasti psicologici sia nella vendita degli ecommerce B2B che degli ecommerce B2C. Il principio sul quale si basa lo scarcity marketing è il cosiddetto FOMO, acronimo di Fear of Missing Out, cioè Paura di Rimanere Esclusi. La FOMO è piuttosto diffusa non solo nel marketing, ma anche nelle normali attività quotidiane quando ad esempio si vedono tutte d’un fiato determinate serie tv di cui parlano in molti per non restare esclusi. La FOMO si palesa anche durante il furioso scrolling sui social per conoscere le ultime novità o quando si apre immediatamente la Storia di un amico. I brand cavalcano la paura degli acquirenti di restare esclusi e adottano diverse strategie per creare un senso di scarsità, vero o fittizio che sia, per innescare in loro il desiderio di acquistare quel prodotto o quel servizio. Il concetto di scarcity marketing si basa sul principio di psicologia cognitiva teorizzato da Jack Brehm per la prima volta nel saggio “Theory of Psychological Reactance”. Secondo questa teoria l’uomo è attratto da ciò che è molto richiesto, ma allo stesso tempo molto difficile da raggiungere. In pratica più è difficile ottenere qualcosa e maggiore è il desiderio delle persone di averlo. Una teoria ripresa e rivisitata da Robert Cialdini, psicologo e professore di marketing statunitense, secondo il quale le opportunità sembrano maggiori quando la disponibilità è limitata. Secondo Cialdini l’idea di poter perdere qualcosa incide sul modo in cui l’essere umano prende le sue decisioni. Scarcity marketing: esempi che hanno reso i prodotti must have Sono tante le aziende rinomate che hanno messo in atto politiche di scarcity marketing che hanno fatto scuola. Da sottolineare che per chi opera online rivestono una grande importanza anche l’interfaccia del sito, che deve essere chiara e intuitiva, e la chiarezza della comunicazione. Per questo motivo bisogna per prima cosa creare un sito semplice e ben strutturato, avvalendosi di piattaforme apposite e professionali come Shopify. Analizziamo adesso gli esempi di scarcity marketing che hanno ottenuto maggior successo. I Nutella biscuits della Ferrero Tra il 2019 e il 2020 scoppiò la mania per i Nutella biscuits, i biscotti contenenti la Nutella che spopolarono non solo per il loro gusto delizioso, ma anche per il fatto di essere introvabili. Ferrero promosse una massiccia campagna sui social media per promuovere i biscotti in prossimità delle vacanze invernali, ma furono diffuse poche confezioni nei supermercati. Nacque così una vera e propria caccia ai Nutella biscuits, tant’è che alcuni supermercati furono costretti a porre dei limiti alle confezioni vendibili per non svuotare in poche ore gli scaffali. Una grande operazione di scarcity marketing che consentì alla Ferrero di vendere più di 4,2 milioni di confezioni in un solo mese per un guadagno totale di circa 12 milioni di euro. Booking Un’altra azienda che ha saputo cavalcare l’effetto scarsità è Booking, famoso sito che aggrega servizi per le prenotazioni di alberghi, voli e taxi. Booking abbina sapientemente gli effetti dell’urgenza d’acquisto e quelli di scarsità, indicando ad esempio quante camere sono ancora disponibili o gli sconti applicabili solo quel giorno. E ancora indica quante persone stanno guardando quell’offerta, a dimostrazione che si tratta di un’ottima occasione da non perdere poiché anche altri la stanno visionando. L’abbigliamento della Lidl Un altro caso emblematico è la linea di abbigliamento lanciata dalla Lidl. Pur essendo una catena di supermercati, l’azienda tedesca decise di lanciare sul mercato alcuni capi d’abbigliamento griffati “Lidl Fan Collection”. Bisogna sapere che, poco prima, la Lidl aveva organizzato una simpatica iniziativa: chiunque si sarebbe recato al supermercato per scattarsi un selfie, avrebbe potuto vincere un paio di calzini. L’iniziativa ebbe grande successo e sul mercato furono lanciati diversi capi come magliette, ciabatte, cappelli e scarpe con i colori e il marchio della Lidl a prezzi stracciati. In pochissimo tempo i capi d’abbigliamento andarono a ruba e quei pezzi acquistati a pochi euro nei punti vendita furono rivenduti sui marketplace a cifre stellari, anche superiori ai 2.000 euro. Lidl ha messo in pratica un’altra strategia molto efficace, il prezzo civetta. Il costo molto basso di un prodotto ha attirato i clienti nel punto vendita, dove hanno effettuato anche altri acquisti. La limitata quantità di capi d’abbigliamento, insieme alla viralità del fenomeno esploso su Internet, ha contribuito a trasformare in un successo senza precedenti l’iniziativa dell’azienda tedesca. Conclusioni Lo scarcity marketing, se usato con oculatezza, può dare una grande spinta alle aziende che possono sfruttare le leve psicologiche che telecomandano le decisioni d’acquisto dei clienti. Le strategie sono diverse, quindi bisogna scegliere quelle più indicate in base al proprio business e anche al proprio target di pubblico. Indipendentemente che la strategia venga applicata sui social, sui siti oppure offline è necessario studiarla nei minimi particolari per ottimizzare i risultati. Come già spiegato è importante per prima cosa avere un sito ben strutturato, poiché è il biglietto da visita per ogni azienda, e per realizzarlo al meglio puoi scaricare gratuitamente l’ebook a fine articolo che ti spiega i trucchi per vendere online con il tuo ecommerce. Non dimenticare che a tua disposizione ci sono anche gli Shopify Expert, per guidarti verso la soluzione migliore per il tuo progetto ecommerce e per farti vendere in modo migliore online.
Se hai un negozio online sicuramente avrai avuto a che fare almeno una volta con i resi, una criticità che può essere migliorata ma non cancellata del tutto. In questo articolo ci concentriamo sui resi Shopify, che facilitano la vita sia al merchant sia agli acquirenti. Ma perché i clienti effettuano i resi, richiedendo poi il rimborso o il cambio? I motivi sono tra i più svariati. Magari il capo d’abbigliamento è più grande della taglia richiesta o è di un colore diverso da quello ordinato; oppure potrebbe capitare che un dispositivo elettrico o tecnologico non funzioni a dovere. In ogni caso le aziende spesso promuovono resi gratis per accattivarsi i clienti e spingerli ad acquistare con più serenità, con la certezza che possono rimandare indietro i prodotti acquistati senza problemi se non li soddisfano. Tuttavia organizzare una politica di reso efficiente non è così facile come sembra e, se risulta troppo complessa, potrebbe avere l’effetto opposto e allontanare gli acquirenti, aumentando la loro insoddisfazione. Bisogna poi fare i conti con un’altra problematica: i resi saranno anche gratuiti, ma qualcuno deve pur sostenere le spese e nella maggior parte dei casi se le accollano gli stessi e-commerce che vanno a gravare sul loro budget aziendale. C’è un altro problema ancora che i titolari di e-commerce devono risolvere: che fine fanno gli articoli sostituiti? Possono essere rimessi in vendita ma magari ad un prezzo più basso? O è preferibile ritirarli dal mercato poiché hanno dei malfunzionamenti? Insomma i resi creano davvero tanti grattacapi e quindi una gestione oculata e strutturata consente di recuperare tempo prezioso, velocizzare le operazioni e dare un bel taglio alle spese inutili. Grazie al servizio di self service returns su Shopify per le aziende diventa molto più semplice gestire con efficacia i resi, migliorando l’esperienza del cliente e allo stesso modo tagliando i costi superflui e inutili e ottimizzando i tempi. Come configurare e attivare i resi su Shopify PREMESSA: In questo articolo parleremo di come gestire un reso in Shopify se la richiesta viene eseguita tramite mail, telefonate ecc... Per configurare le richieste di reso direttamente dall'ecommerce c'è bisogno di installare un'applicazione che permetta la loro gestione. In questo caso la cosa più giusta da fare è contattare uno Shopify Expert che sarà in grado di guidarti alla migliore soluzione possibile. Prima cosa da fare per rendere le operazioni ancora snelle e fluide puoi aggiungere nel tuo shop online tutte le indicazioni e le istruzioni necessarie per spiegare ai clienti come richiedere i resi. Nel momento in cui un cliente richiede il reso, ti arriva un’email con tutte le specifiche e, una volta letta, puoi creare un reso su un ordine. Se questo è stato creato da un altro utente, puoi approvarlo o rifiutarlo sempre dal pannello di controllo di Shopify. Vediamo come fare nei successivi paragrafi. Approva una richiesta di reso Se approvi il reso al cliente sarà spedita un’email in cui viene confermata che la sua richiesta è stata accettata. Gli step per approvare il reso sul desktop sono i seguenti: Clicca su Ordini dal pannello di controllo di Shopify; Clicca sull’ordine per il quale desideri approvare la richiesta di reso; Accedi alla sezione Reso richiesto e clicca su Approva; Una volta entrato nella sezione Opzioni di spedizione per i resi puoi selezionare una delle seguenti alternative: Seleziona Return items to Shopify Fulfillment Network per restituire i prodotti a Shopify Fulfillment Network. Seleziona Crea un’etichetta per il reso su Shopify per creare un’etichetta di spedizione per il reso del cliente (opzione disponibile solo se la sede e l’indirizzo di spedizione del cliente sono negli Stati Uniti. Seleziona Crea un’etichetta per il reso per poter caricare un’etichetta di spedizione per il reso già esistente per il cliente. Vai nella pagina Aggiungi etichetta per il reso e carica il file dell’etichetta di spedizione in formato JPEG o PDF. Eventualmente puoi anche inserire il Numero di tracking e il Corriere di spedizione. Seleziona Nessuna spedizione di reso per creare un reso senza alcun tipo di informazione; Infine clicca su Crea reso. Rifiuta una richiesta di reso Ritieni che la richiesta di reso non può essere accettata? Allora rifiuta il reso e seleziona il motivo del rifiuto, che comunque non sarà rivelato al cliente e resterà negli archivi interni. Anche in tal caso il cliente riceverà un’email in cui viene comunicato il rifiuto. Gli step da compiere sono i seguenti: Vai su Ordini dal pannello di controllo Shopify; Clicca sull’ordine per il quale vuoi rifiutare il reso; Vai nella sezione Reso richiesto e poi clicca su Rifiuta; Accedi nel campo Motivo del rifiuto e spiega perché hai rigettato la richiesta di reso; Accedi nella sezione Messaggio al cliente e spiegagli perché hai deciso di rifiutare la tua richiesta; Clicca su Rifiuta richiesta di reso. L’approvazione e il rifiuto di un reso possono essere eseguiti anche su dispositivi mobile e se hai problemi con Shopify e con l’utilizzo di questo strumento puoi tranquillamente rivolgerti all’assistenza. Personalizza le notifiche tramite email delle richieste di reso Quando invii al cliente una notifica per rispondere alla sua richiesta di reso, che sia positiva o negativa, puoi personalizzarla andando su Impostazioni, poi su Notifiche e infine su Resi. In base alla tua scelta, puoi personalizzare le notifiche in questo modo: Ricezione della richiesta di reso confermata: il cliente riceve in automatico la notifica dopo aver richiesto un reso usando i resi self service; Approvazione della richiesta di reso: viene inviata una notifica al cliente per comunicargli che la sua richiesta è stata approvata e comprende anche tutte le informazioni relative alla spedizione del reso; Rifiuto della richiesta di reso: viene inviata al cliente una notifica in cui si comunica il perché la sua richiesta non è stata accettata. Puoi anche modificare il messaggio prima di inviare l’email. Come creare una politica di rimborso Quando si pianifica un progetto Shopify è da tenere in considerazione che ogniuno è libero di personalizzare la politica di rimborso come ritiene più opportuno ma, la cosa importante, è che tutto sia perfettamente chiaro e trasparente affinché non ci siano fraintendimenti o equivoci che possono dare adito a frizioni e antipatiche liti che non depongono a favore del tuo e-commerce. I clienti possono annullare gli ordini di Shopify, richiedere un cambio poiché è stato inviato un prodotto con caratteristiche diverse da quelle richieste o pretendere un rimborso poiché non soddisfatti dell’articolo. Assicurati quindi di rendere chiaro: Le modalità di rimborso, specificando se restituirai ai clienti il denaro o se invierai loro un buono acquisto dello stesso valore; Quali articoli possono essere restituiti e rimborsati e quali no; Il tempo massimo entro il quale è possibile effettuare il reso; In quali condizioni possono essere restituiti i prodotti acquistati, indicando ad esempio se possono essere stati usati o se devono essere ancora nella loro confezione originale. Non essere superficiale su questa parte e cerca di essere quanto più preciso e trasparente possibile, senza creare coni d’ombra che possono essere interpretati in modi diversi. Il rapporto di fiducia è importante tra azienda e cliente, anzi essenziale, quindi fai in modo di comunicare ai consumatori tutte le informazioni necessarie in maniera chiara e trasparente. Oltre a fidelizzare i clienti, ti metterai al riparo da eventuali controversie legali. Crea un’area dedicata alle modalità di rimborso su Shopify Hai creato la tua politica di resi e rimborsi del tuo progetto ecommerce? Perfetto! A questo punto devi renderla visibile ai tuoi clienti in diverse aree del sito. Alcuni consumatori potrebbero infatti obiettare che le politiche di reso o rimborso siano volutamente nascoste per rendere l’accesso complicato. Ecco perché le politiche di reso devono essere disponibili in diversi punti del sito, come ad esempio: FAQ. Sono le cosiddette Frequently Asked Questions, cioè le domande poste frequentemente dagli utenti. I clienti moderni amano i servizi self service, cioè preferiscono risolvere da soli i problemi e trovare in totale autonomia le risposte alle loro domande. Ecco perché nella sezione FAQ dovresti inserire una spiegazione dettagliata sul funzionamento della politica dei resi e dei rimborsi; Pagine articoli. Nella scheda prodotto vengono indicati tutti i dettagli tecnici e le informazioni relative a quell’articolo, ma sarebbe un’ottima idea aggiungere anche qui una parte che spiega come funziona la politica dei resi e dei rimborsi; Carrello. Nel carrello i clienti aggiungono i prodotti che intendono acquistare, quindi è un’area tenuta sotto stretta osservazione dagli acquirenti; Pagina di checkout. Questa è la pagina dove i clienti inseriscono i loro dati personali e quelli di spedizione per procedere col pagamento e completare l’acquisto. Trattandosi di un’area attenzionata e monitorata con grande cura, vale la pena certamente inserire anche qui le specifiche relative alle politiche di reso e rimborso. Conclusioni Come specificato all’inizio dell’articolo i resi sono una bella gatta da pelare per i merchant, che per ridurli possono adottare strategie specifiche come un attento monitoraggio delle recensioni dei clienti, per scovare le problematiche più ricorrenti, o una specifica segmentazione degli acquirenti e dei prodotti per un’offerta più personalizzata. I resi con Shopify risultano sicuramente più efficienti ed efficaci con i servizi messi a disposizione dalla piattaforma e consentono ai merchant di personalizzare le loro strategie. A disposizione dei titolari degli e-commerce c’è il servizio di assistenza Shopify per chiarire ogni dubbio o per avere supporto ma, per saperne di più, è consigliabile leggere l’ebook disponibile gratuitamente alla fine dell’articolo.
Shopify Edition, è la rassegna semestrale sulle novità nel mondo di Shopify. Siamo alla terza edizione e per questa Summer Edition 2023 Shopify ha annunciato più di 100 nuove caratteristiche. E, veramente, spaziano in tutti gli ambiti, della realizzazione, passando per la gestione, arrivando alla promozione di un progetto ecommerce. Se volete fare un ripasso veloce di quello che è successo nelle due edizioni precedenti questi sono i link agli articoli che presentano tutte le novità della SHOPIFY SUMMER EDITION 2022 e SHOPIFY WINTER EDITION 2023. E ora che abbiamo fatto le dovute presentazioni del caso... spazio alle novità della SHOPIFY SUMMER EDITION 2023 che ha come sottotitolo Imagine my business, ad indicare il filo conduttore di queste novità, che da spazio alla creatività e alla fantasia per liberare l'immaginazione e potenziare al massimo i progetti ecommerce realizzati con Shopify e Shopify Plus. Conversioni ottimizzate con il checkout di Shopify Partiamo non dalla presentazione di una nuova funzione ma da uno studio sul checkout di Shopify. Tutti dicono che il loro prodotto è il migliore, quindi quando si dice Shopify ha il checkout con le migliori conversioni al mondo, perché crederci? Ecco perché Shopify ha collaborato con una delle tre grandi società di consulenza di gestionale globale, fornendo tutti i dati in possesso, con lo scopo di studiare i checkout e i rendimenti di tutte le principali piattaforme di ecommerce del mondo. Dopo mesi di studi indipendenti la scoperta è che il tasso di conversione complessivo di Shopify supera la concorrenza, in un caso di ben il 36% e in media del 15%. Questo studio ha anche mostrato le potenzialità di Shop Pay, l'offerta di pagamento accelerato di Shopify. Se utilizzato, può aumentare la conversione fino al 50% rispetto al checkout degli ospiti, superando altri checkout accelerati di almeno il 10%. La sola presenza di Shop Pay, secondo lo studio, può aumentare del 5% la conversione di chi entra nel funnel di vendita. Shopify attualmente (luglio 2023) alimenta circa il 10% dell'ecommerce negli Stati Uniti, ha elaborato oltre mezzo trilione di dollari di entrate e ha supportato 561 milioni di acquirenti online unici solo nel 2022 negli USA. Il checkout di Shopify permette Checkout rapidi Ritiro in negozio Completamento e convalida automatico dell'indirizzo Mostrare le date di consegna Selezionare la consegna locale Gestire le tariffe in base alla località Offrire più modalità di pagamento Gestire opzioni di pagamento locali Opzioni per le mance Installare app che estendono le funzioni del checkout Aggiungere banner e messaggi personalizzazioni Aggiungere campi aggiuntivi per raccogliere informazioni extra Mostrare prodotti per upsell, campioni gratuiti o donazioni Si possono altresì, con Shopify Plus, operare delle personalizzazioni visive di base grazie alle funzioni del Checkout Branding API Sidekick Partiamo da Sidekick, presentato con largo anticipo dal CEO di Shopify, Tobias Lütke: un assistente virtuale, con un motore AI che supporta il merchant nella gestione del negozio. Cosa significa? Che si impartiscono con voce umana delle richieste e Sidekick, come un vero e proprio ecommerce manager, le esegue. Gli si può chiedere di produrre dei report per i prodotti più venduti sugli sconti più utilizzati e altre informazioni utili per prendere decisioni strategiche. Gli si può dire di impostare e rimuovere promozioni e sconti. Oppure gli si possono chiedere dei consigli su promozioni o altre strategie. E molto altro. Ovviamente è uno strumento appena nato e destinato a crescere, ma potenzialmente potrebbe intervenire per sistemare foto, testi, descrizioni, traduzioni, grafica del sito, impostazioni ed impaginazione di sezioni... quando metti una AI dietro al motore della gestione di un ecommerce, quali saranno i limiti da varcare? Shopify Magic L'intelligenza artificiale entra in modo prepotente anche nella produzione di contenuti e testi grazie a Shopify Magic: dalle risposte automatiche nella live chat (utilizzando Shopify Inbox), alla creazione di contenuti con il tono di voce desiderato, passando per la creazione di email più efficaci, arrivando ai suggerimenti per la produzione di FAQ in base alle domande più frequenti che arrivano. Personalizzazione del canale Shop Da oggi puoi configurare il canale Shop per gestire il modo in cui il tuo negozio su Shop viene visualizzato dai clienti nell'app Shop e per gestire le tue impostazioni di shopping. L'utilizzo del canale Shop ti permette di gestire nell'app Shop le impostazioni che migliorano l'esperienza di acquisto dei tuoi clienti. I check-out di Shop Pay vengono effettuati su un dispositivo mobile in tre casi su quattro: questo è un'ottima ragione per dedicarci del tempo e presentarti al meglio. Progettazione grafica dei temi 2.0 La riprogettazione del pannello di controllo per il design dei temi di Shopify permette di avere a portata di mano un sistema snello, mirato e funzionale, che permette di concentrarsi sugli elementi importanti senza distrazione. Aggiornamenti del design: i dati e i contenuti sono più chiari e l’interattività è più evidente nel pannello di controllo. Con icone e font migliorati e una maggiore densità delle informazioni, il nuovo design è più pratico, efficiente, espressivo e accessibile. Sistema di impostazioni migliorato: la riprogettazione del sistema delle impostazioni permette di spostarsi semplicemente all'interno del pannello di controllo e trovare i contenuti che servono. Feed di avvisi: è stato aggiornato il feed di avvisi per semplificarne la comprensione e rendere più facilmente identificabili gli avvisi non visualizzati. Sezioni flessibili nei temi Potrebbe sembrare una cosa da poco, di quelle poco importanti da citare nella presentazione di nuove funzionalità ma wow... la possibilità di allargare con il mouse una sezione in modo semplice e naturale, senza preoccuparsi di come poi questo impatterà sul tema, non è cosa da poco per chi cerca un layout aderente alle proprie necessità di presentazione. È sufficiente trascinare le sezioni, ridimensionarle, raggrupparle, modificarle e così via per ottenere un negozio distintamente tuo. Nuove funzionalità per B2B on Shopify Plus Le funzioni B2B di Shopify Plus sono state una delle grandi novità del 2022. Nel 2023 il prodotto è diventato veramente maturo per progetti anche di dimensioni Enterprise, andando ad incorporare tute le funzionalità che servono ad un merchant che fa acquistare i suoi beni dai clienti contrattualizzati, direttamente online. B2B: Il prezzo basato sui volumi di acquisto Finalmente è possibile impostare delle riduzioni di prezzo per quantità grazie alla funzione regole sulla quantità. Puoi utilizzare le regole sulla quantità e i prezzi basati sui volumi per impostare determinati requisiti di quantità o riduzioni di prezzo per gli ordini B2B su Shopify. Ad esempio, se vuoi vendere un prodotto in determinate quantità ai tuoi clienti B2B o devi limitare la quantità di un prodotto che i clienti possono acquistare contemporaneamente, puoi impostare delle regole. Le regole sulla quantità si applicano ad un catalogo e si possono modificare nelle sezioni Prodotti-Cataloghi, scegliendo il catalogo che si intende modificare. QUI puoi trovare le informazioni su come gestire i prezzi basati sui volumi di acquisto con le regole sulla quantità. B2B: Elenchi per gli ordini rapidi Una funzione di frontend sempre apprezzata dai nostri clienti B2B è quella di poter esplodere a tabella, nella pagina prodotto, le varianti di quel prodotto, per poter aggiungere a carrello velocemente quantità di ogni variante, senza frizioni. Ovviamente una personalizzazione del tema che portavamo senza problema e che ora, con le nuove funzioni di Shopify Plus, si può facilmente adottare, con la quick order list B2B: memorizzazione della carta di credito Al momento del check-out o del pagamento di una fattura, ora i clienti aziendali possono utilizzare una carta di credito memorizzata in precedenza. La funzione su chiama Vault. Il vaulting della carta di credito salva in modo sicuro i dati della carta di credito in modo che gli addebiti possano essere effettuati senza dover inserire nuovamente i dati della carta. Il vaulting delle carte di credito è disponibile solo per i commercianti che utilizzano Shopify Payments. Al momento del check-out, i clienti B2B possono fare clic su una casella di controllo per salvare i dati della propria carta di credito oppure possono accedere al proprio account per aggiungere una carta protetta. Dopo che i dati della carta di credito sono stati archiviati, i clienti B2B possono scegliere di utilizzare la carta archiviata per i pagamenti futuri. Le carte Vaulted sono associate a una sede aziendale e possono essere utilizzate per ordini futuri solo per la stessa sede. Tutti i clienti associati a quella posizione possono utilizzare e gestire le tessere archiviate. Se una sede dispone di più carte archiviate, un cliente associato a tale sede può scegliere quale carta utilizzare per un ordine al momento del pagamento. I clienti B2B possono accedere al proprio account per gestire le carte di credito depositate. B2B: pagamenti tramite Paypal Ora i clienti aziendali possono pagare ordini e fatture in tutta comodità con PayPal. Tu potrai riconciliare facilmente i pagamenti nel pannello di controllo. Il collegamento tra Paypal e Shopify consente di avere: Riepilogo degli ordini; Annullamento automatico degli ordini con il rimborso diretto sull'account Paypal; Possibilità di registrazione su PayPal in un secondo momento e di ricevere subito pagamenti; Checkout accelerato per il cliente, con la possibilità di pagare direttamente con un click e di loggarsi all'account paypal senza dover inserire informazioni particolari. A questo si uniscono ulteriori vantaggi nel caso si utilizzi Shopify Payment. Per ulteriori informazioni ti lasciamo il link alla pagina assistenza di Shopify dove puoi trovare tutto sull'integrazione Paypal - Shopify. B2B: richiesta registrazione aziende Si può permettere ai visitatori del tuo negozio di registrarsi come azienda utilizzando l'app Shopify Forms per creare un popup o un modulo in linea. Possono essere aggiunti campi personalizzati previa creazione di metafield che possono essere di vario tipo (es. singole righe di testo, booleani ecc..) come avviene già per i prodotti. La creazione dell'azienda però non viene creata in modo automatico ma è necessaria l'approvazione dal pannello di controllo dell'applicazione Su QUESTA pagina le informazioni per impostare la funzione. App Shopify Subscriptions I tuoi prodotti ora possono essere offerti in abbonamento direttamente con la nuova app Shopify Subscriptions: una customer experience integrata che funziona perfettamente con i nuovi account cliente. I clienti potranno accedere facilmente al proprio account dopo aver acquistato l’abbonamento per gestire le informazioni di pagamento, i dettagli di consegna e altre impostazioni. App Shopify Bundles Era sicuramente una delle funzionalità native più attese, assieme alla possibilità di gestire gli abbonamenti con un'app nativa. L'applicazione di Shopify per gestire i bundle fa esattamente quello che vi aspettate: permette di creare dei bundle, permette di gestire un'offerta legata al bundle e porta al checkout i prodotti compresi nel bundle, senza la possibilità, per i clienti, di rimuovere dei prodotti. Ma si fa prima a provarla che a descriverla. Potete trovarla in QUESTA pagina dello store di Shopify. App Shopify Marketplace Connect Fino ad oggi per poter utilizzare il catalogo caricato su Shopify sui marketplace si doveva ricorrere ad una applicazione / servizio esterno, anche per delle funzionalità base. Ora, per chi vuole provare ad essere presente su Amazon, Ebay o Walmart, è possibile testare una presenza dei propri prodotti sui marketplace direttamente da Shopify, senza dove pagare servizi esterni. Si possono impostare contenuti ed eccezioni ai prezzi solo per determinati marketplace e gestire in blocco tutte le inserzioni senza uscire da Shopify. Anche in questo caso si può facilmente installare e provare direttamente dallo store di Shopify cliccando QUI. Creazione Landing page personalizzate basate sui metaobject In arrivo una nuova soluzione per sviluppare e gestire le landing page personalizzate: potrai aggiungere contenuti strutturati come profili di influencer, domande frequenti e sedi del negozio... semplicemente utilizzando i metaobject. Puoi creare automaticamente nuove landing page per ogni voce, con modelli di pagina dedicati per i vari tipi di metaobject. Un caso pratico è quello di avere vari ambassador del prodotto e dove realizzare una pagina per ognuno di loro. Codificando una serie di informazioni come foto, nome, cognome, descrizione, link dei canali social...all'interno della definizione di un metaobject, si può poi richiamare il metaobject in un template del tema per la creazione del modello di pagina che poi si declinerà per ogni ambassador. Tutte le info sul come utilizzare i metaobject per creare landing page QUI. IN AGGIORNAMENTO Stiamo integrando tutte le informazioni sulla Summer Edition 2023 di Shopify in questo post! Con un po' di pazienza raccogliamo informazioni da più fonti e le inseriamo tutte all'interno della pagina.
Nel periodo del Covid è letteralmente esplosa la voglia da parte dei merchant di partire con dei progetti e-commerce e questa tendenza è proseguita anche dopo la fine della pandemia. Chi abitualmente acquistava online ha consolidato questa pratica, mentre chi non lo aveva mai fatto prima si è trovato talmente bene da continuare a comprare sul web anche dopo la riapertura dei negozi fisici. Questo significa che i vecchi punti vendita tradizionali, dove le persone si recano fisicamente per fare acquisti, scompariranno entro breve? La risposta è no per almeno due motivi. Innanzitutto i clienti apprezzano ancora, fortunatamente, il rapporto umano e preferiscono avere il consulto e il parere di personale esperto della materia. Questo succede, ad esempio, nei negozi di abbigliamento o di tecnologia dove è preferibile avere un consiglio professionale. I titolari di negozi fisici inoltre hanno “accusato” gli e-commerce di averli tagliati fuori dal mercato, ma le cose non stanno esattamente così. La vendita online non deve essere vista come una nemica dei negozi fisici ma, al contrario, come un partner con cui allearsi. La commistione tra online e offline ha dato vita a fenomeni nuovi, come webrooming e showrooming. Con webrooming si fa riferimento alla pratica di cercare online il prodotto desiderato per poi acquistarlo in un negozio fisico ad un prezzo più basso; lo showrooming è esattamente il contrario e consiste nella pratica di visionare e provare prima i prodotti nei negozi fisici per poi completare l’acquisto negli shop online. L’e-commerce non è quindi un nemico ma, anzi, opportunamente integrato con i negozi fisici (grazie a piattaforme come Shopify, che vedremo in seguito) aiuta ad aumentare in modo significativo le vendite e fornire ai clienti un’esperienza sempre più personalizzata e cucita su misura per loro. Nei seguenti paragrafi analizziamo questi due fenomeni, come funzionano e come sfruttarli al meglio. Showrooming: cos'è e come funziona Lo showrooming, così come il webrooming, è un fenomeno che ha iniziato a svilupparsi poco dopo l’avvento degli e-commerce. I clienti si recano prima in negozio per visionare e toccare con mano l’oggetto desiderato, per essere sicuri di cercare lo stesso sul web. Le motivazioni che spingono i consumatori ad adottare questa pratica sono differenti e li possiamo così elencare: non sempre nel negozio fisico c’è la taglia o il colore desiderato; la consegna è veloce e spesso gratuita; è possibile accedere a maggiori sconti e non si pagano tasse. La motivazione che spinge i clienti allo showrooming è principalmente di natura economica, poiché generalmente online i costi tendono ad essere minori dal momento che gli e-commerce devono sostenere meno spese fisse rispetto ai negozi fisici. Inoltre sul web è possibile confrontare lo stesso prodotto su siti diversi, individuando più facilmente quello che costa di meno o che ha i requisiti richiesti, come colori o misure. Tra gli stessi e-commerce gli acquirenti possono scegliere comodamente seduti sul divano e con pochi clic lo shop online che offre le condizioni più convenienti di vendita e anche, eventualmente, di cambio o di reso. Webrooming: definizione e funzionalità Il webrooming è un fenomeno in base al quale un acquirente cerca sulla rete tutte le informazioni possibili su un prodotto, confrontando i prezzi e leggendo le recensioni, per poi completare l’acquisto nei negozi fisici. Il procedimento è quindi inversamente opposto allo showrooming, dove l’esperienza d’acquisto inizia nei negozi fisici e si conclude nell’online. Con il webrooming succede l’esatto opposto. Il fenomeno è letteralmente esploso proprio grazie alla diffusione dei dispositivi online, che consentono in qualsiasi momento e in qualsiasi posto di accedere ad ogni tipo di informazione relativa ad un articolo in vendita. Sono tantissimi i canali offerti dal web per reperire dati e per informarsi: motori di ricerca, social, app, siti ecc. I consumatori, comodamente dal web, possono confrontare i prezzi e le caratteristiche dei vari prodotti per individuare quello più indicato secondo le loro necessità. Una volta individuato l’articolo desiderato, si recano in negozio e concludono rapidamente l’acquisto. Questa è una soluzione ideale per chi non ha tempo per fare shopping e quindi si reca nel negozio fisico semplicemente per acquistare “a colpo sicuro” senza ulteriori perdite di tempo. C’è da sottolineare un altro aspetto che ha favorito la diffusione del webrooming: la possibilità di leggere sui marketplace le recensioni di altri clienti per avere un’idea dell’efficacia del prodotto. Anche le piattaforme di video tutorial, Youtube in primis, hanno contribuito a diffondere il fenomeno del webrooming. Gli utenti infatti tramite i video tutorial possono conoscere non solo le caratteristiche di un prodotto, ma anche come utilizzarlo nel modo migliore. Infine hanno giocato un ruolo importante anche i social network, dove gli utenti possono informarsi sulla reputazione di un brand leggendo i commenti o le discussioni. Strategie di webrooming e showrooming: due facce della stessa medaglia Una volta compreso cos’è il webrooming e cos’è lo showrooming, è importante capire che entrambi i fenomeni rappresentano la volontà crescente degli acquirenti di intraprendere percorsi multicanali e personalizzati. Tali fenomeni dimostrano che ogni cliente ha un suo canale privilegiato per completare un acquisto, ma preferisce comunque sfruttare vari punti di contatto sia online sia offline per raccogliere informazioni preziose sull’articolo da acquistare e anche sul brand. Webrooming e showrooming sono due facce della stessa medaglia e rappresentano due delle ultime tendenze degli acquirenti che, in un mercato sempre più tecnologico e digitalizzato, cambiano frequentemente abitudini e preferenze. Proprio perché sono tra i principali trend d’acquisto, i merchant che si apprestano a pianificare un progetto Shopify non possono certo ignorarli. Anche una piccola azienda deve adottare strategie multicanale per provare ad ampliare la sua clientela che, altrimenti, rimarrebbe sempre quella. Dalla multicanalità all’omnicanalità poi il passo è breve e i clienti devono avere la possibilità di interfacciarsi con il brand sfruttando i vari touchpoint disponibili: dai social ai video Youtube, dagli shop online ai negozi fisici che devono comunicare ed essere collegati tra di loro per garantire continuità all’esperienza d’acquisto. Sono disponibili ad esempio delle web app che inviano dei messaggi push al cliente quando si trova in prossimità del punto vendita. Questo sorta di promemoria ricorda al cliente che si trova vicino ad un negozio dove spesso fa acquisti, così da attirarlo in negozio e convincerlo a comprare. In ogni caso i titolari di negozi e di e-commerce devono adottare tutte le strategie che ritengono più opportune per aumentare gli acquisti in negozio con un approccio multicanale e omnicanale. Le “best practices” che i negozianti devono adottare Cosa devono fare i negozianti per sfruttare al massimo le opportunità offerte dallo showrooming e dal webrooming? Il primo passo, se non l’hanno già fatto, è sicuramente affiancare un sito web al punto vendita fisico. Ormai tutti gli acquirenti, indipendentemente dal prodotto che devono comprare, cercano online il sito del negozio o dell’azienda dove stanno pensando di fare shopping. Essere presenti online con un sito ben curato e ben strutturato è un eccellente biglietto da visita. Al contrario, non essere presenti online non depone certo a favore del negozio che rischia di apparire antiquato e non al passo dei tempi. I negozianti devono quindi seguire determinate “best practices” che analizziamo nei seguenti paragrafi: Essere multicanali e omnicanali. Come ribadito più volte nel corso dell’articolo, i negozi devono fornire touchpoint intercambiabili sia online sia offline che consentono ai clienti di seguire il percorso preferito secondo le loro abitudini d’acquisto. Social, app, aree fisiche, e-commerce e siti web devono essere perfettamente interconnessi tra di loro per offrire una shopping experience piacevole e cucita su misura per loro; Adottare soluzioni come Shopify POS. Questo punto si aggancia con il precedente perché se si parla di ominanalità, se si ha un ecommerce Shopify, è d'obbligo menzionare Shopify POS, la soluzione di Shopify che integra negozio online e negozio fisico. In questo modo un cliente che arriva in negozio, visualizza il prodotto e vuole acquistare online, è possibile inviargli il carrello tramite email. Viceversa un cliente che vede il prodotto online, può essere impostata l'opzione del ritiro in negozio. Per non parlare delle integrazioni anche con i programmi di fedeltà (ti invitiamo a riprendere il nostro articolo su Shopify POS); Offrire incentivi e servizi eccellenti ai clienti. Le relazioni continuano ad essere importanti per i clienti, sia per avere un’interazione umana sia per ricevere assistenza da personale esperto e qualificato. Questa è una situazione che i venditori devono sfruttare a loro vantaggio, aumentando proprio il livello di interazione tra commessi e clienti e fornendo servizi personalizzati che possono riguardare le modalità di ritiro, cambio o rimborso. Sconti e promozioni nei negozi fisici sono ancora ottimi strumenti per fidelizzare il cliente; Chiedere recensioni ai clienti. Ogni cliente che entra in negozio ha sicuramente in tasca o in borsa uno smartphone e anche questa è una situazione che va assolutamente sfruttata. Come? Ad esempio chiedendo di mettere un like alla propria pagina social, o di scattare una foto simpatica nel negozio o del prodotto acquistato e condividerla sui social con tanto di hashtag, o semplicemente di rilasciare una recensioni sull’esperienza avuta. E ancora puoi realizzare contest coinvolgenti, avviare campagne di giveaway o lanciare idee promozionali innovative e creative che tanto piacciono ai clienti moderni. Meglio potenziare il negozio fisico o l’e-commerce? Abbiamo chiarito che i negozi fisici e gli e-commerce non sono rivali, resta da capire dove indirizzare le proprie energie e le proprie finanze. Sicuramente bisogna investire nella digitalizzazione, uno step fondamentale per consolidare la propria attività e restare al passo coi tempi, senza rischiare di essere superati dai competitor. Ognuno quindi deve capire come muoversi, in base alla propria mission aziendale e al proprio target, per potenziare maggiormente il negozio fisico o l’e-commerce. Sicuramente serve coraggio e per offrire un processo di vendita fluido e piacevole è necessario unire e integrare l’esperienza fisica e l’esperienza virtuale. Anche i piccoli negozi di quartiere hanno deciso di fare il grande passo verso l’online, così da aumentare la visibilità, la fidelizzazione, i clienti e di conseguenza le vendite. Ti consigliamo in ogni caso di affidarti ad uno Shopify Expert che saprà indirizzarti in maniera migliore verso la soluzione più in linea con le tue esigenze. Poiché nel corso dell’articolo abbiamo parlato spesso di integrazioni e di piattaforme, ti consigliamo di scaricare l’ebook gratuito a fine articolo dove puoi conoscere come far funzionare il tuo progetto ecommerce e vendere di più anche nel retail.