Su internet, oggi, la concorrenza nel settore e-commerce si fa sempre più alta. I venditori che cercano di distribuire i loro prodotti o servizi online aumentano ogni giorno, e per questo per raggiungere i tuoi obiettivi di vendita c’è bisogno di offrire anche altro. Parlo di contenuti di valore per l’audience, che ti permettano di attrarre, intrattenere ed infine convertire (e quindi vendere), creando rapporti umani e di qualità, che possano fidelizzare i clienti. Per poter distribuire questi contenuti uno strumento indispensabile è senza dubbio il blog, il quale non ti permette solo di condividere i tuoi articoli, ma anche di mettere in campo delle vere e proprie strategie per aumentare le vendite: scopriamo di più insieme. Incrementare le vendite dell'e-commerce Quindi, se il tuo goal attuale è quello di aumentare le vendite del tuo e-commerce e non stai ancora utilizzando il blog, o non lo sfrutti ancora al massimo, è ora di passare in rassegna tutti i metodi in cui questo ti permette di far crescere gli acquisti e di raggiungere i tuoi obiettivi. 1. Content marketing per e-commerce Il content marketing è una strategia fondamentale per le attività che oggi lavorano su internet. È un approccio che si concentra sulla creazione e sulla distribuzione di contenuti utili e di valore, con l’obiettivo di accompagnare i visitatori lungo gli stage della Buyer’s Journey, e quindi verso la vendita. Le strategie di content marketing pongono le sue basi sul cliente, in quanto lo scopo è aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi, mettendo a disposizione mezzi per educarlo e farlo crescere. Grazie a questo potrai fidelizzare l’audience, passo fondamentale per poter convertire un visitatore in cliente. E quale piattaforma ti permette di mettere in campo strategie di content marketing meglio del blog? Non solo questo nasce con l’obiettivo di condividere materiale interessante con chi si relaziona con te, ma inoltre, secondo Hubspot, chi lo utilizza nelle proprie strategie di content marketing ottiene il 67% in più di lead (rispetto a chi non lo usa). Nessun dubbio, quindi. Se oggi sono i contenuti a permetterti di attirare le persone e trasformarle in clienti, è necessario iniziare ad utilizzare al meglio un blog per fornirli. Ma da dove partire? E cosa condividere? Per iniziare a fare content marketing con il blog è importante anzitutto definire una strategia, che ti permetta di mantenere la rotta e di capire se stai ottenendo i risultati desiderati. Per farlo è necessario: impostare i tuoi obiettivi, sia per avere una visione a lungo termine e sia per assicurarsi una motivazione giornaliera; raccogliere e valutare le idee e le iniziative, per organizzare nel tempo ciò che proporrai sul blog per attirare, intrattenere e convertire; identificare la buyer’s journey della tua buyer personas, così da comprendere a fondo sia cosa interessa al tuo pubblico sia come guidarlo da uno stage all’altro. Una volta stabilita la strategia, potrai iniziare man mano a creare i contenuti da condividere. Perché si tratti di content marketing e non di articoli fine a sé stessi, c’è bisogno di: scegliere il key-topic sulla quale sviluppare il blog. È uno step fondamentale, sia per far riconoscere la tua autorità su un determinato argomento, sia per non confondere l'audience o motori di ricerca scrivendo articoli su topic non correlati. Per capirsi, un key-topic potrebbe essere la salute dei cani, ed attorno a questo argomento si possono condividere contenuti tipo come prendersi cura del proprio cane, la giusta alimentazione per i cani ecc. - non si andrà a scrivere un articolo su perché il mio gatto si gratta; pensare a quale fase della customer journey ci stiamo rivolgendo quando scriviamo un articolo. Così sarai sia in grado di fornire del materiale rilevante per lo stage in cui il lettore si trova, sia in grado di guidare chi legge allo step successivo; inserire sempre una CTA “ad hoc” per l’articolo che stai scrivendo, coerente con il contenuto proposto e rilevante per chi vuole continuare ad arricchirsi in proposito. Aggiungere una CTA è fondamentale, perché senza i tuoi visitatori non avranno ne modo di restituirti valore ne modo di proseguire il loro percorso di arricchimento. Ma per far si che la CTA sia davvero efficacie, è importante che l’azione che inviti a fare offra valore a chi legge, ad esempio proponendo gratuitamente una checklist, delle video lezioni sull’argomento, una demo ecc. (scelta da fare in base allo stage a cui ti rivolgi). Seguendo questi passi content marketing e blog si uniscono, creando un potente mezzo per attirare, intrattenere e convertire sempre più persone, garantendo l'aumento delle vendite al tuo e-commerce. 2. Email marketing per e-commerce L’email marketing è quel processo che permette di creare e distribuire contenuti di valore tramite mail, e secondo le statistiche Hubspot oggi ben due terzi dei consumatori dichiarano a di aver effettuato un acquisto a seguito di mail di questo genere. Ma qual è il collegamento tra il blog e questa utilissima strategia per aumentare le vendite? Nel punto precedente abbiamo parlato dell’inserimento di CTA sui blog post. Ecco, è grazie a queste CTA che potrai iniziare a raccogliere gli indirizzi mail di chi è interessato a ricevere i contenuti che proponi, ponendo così le basi del tuo email marketing. Ma non solo. Se crei CTA diverse e su misura per ciascuna fase della buyer’s journey potrai anche segmentare immediatamente le mail raccolte in liste personalizzate. Così sarà possibile far partire campagne email automatiche, adattate sulle esigenze, gli interessi ed i bisogni di ciascuna lista. Per effettuare al meglio questi passaggi c’è tuttavia bisogno di collegare un CRM (Customer Relationship Management) al tuo e-commerce, in modo da poter appunto raccogliere e segmentare efficientemente i dati che il blog ti fornisce. Vale la pena approfondire l’argomento, in quanto il CRM fa parte di quegli strumenti che, se utilizzati bene, supportano l'incremento delle vendite: per questo abbiamo scritto un articolo sia su come sfruttare al meglio un CRM per fare email marketing, sia su come utilizzare un CRM per aumentare le vendite del tuo e-commerce. 3. Aumentare il posizionamento Posizionarsi in alto sulla Search Engine Results Page (SERP) è di estrema importanza per far si che i clienti trovino il tuo negozio su internet, e quindi per far si che le tue vendite aumentino. Ma sulla SERP la rivalità è estremamente alta, e limitarsi ad offrire i tuoi prodotti o servizi sullo shop non è sufficiente per scalare le classifiche. Per questo c’è bisogno di utilizzare uno strumento valido come il blog, che fornisce varie modalità per fare SEO per l’e-commerce, come ad esempio: mantenere il sito aggiornato, fattore importante per dimostrare sia a chi ti trova sia a Google che che sei attivo, permettendoti di salire sulla SERP; indicizzare le long tail keyword, con la quale potrai raggiungere un pubblico più qualificato ed avere meno concorrenza; fare link-building, che è la chiave per far crescere la tua autorità “agli occhi” di Google; dimostrare la tua esperienza, utile sia per creare rapporti di fiducia che per aumentare la rilevanza del tuo sito per Google; Questi sono in breve i modi in cui un blog ti permette di fare al meglio SEO, facendoti posizionare in alto ed aiutandoti ad aumentare le vendite. Se vuoi approfondire meglio l’argomento puoi leggere questo articolo. 4. Fare branding Costruire un brand forte ed autorevole è una strategia a lungo termine, ma utilissima per aumentare la notorietà del tuo e-commerce, il tuo successo e quindi le vendite. Fare attività di branding significa infatti lavorare per far si che il tuo prodotto o servizio venga riconosciuto come unico rispetto quelli presenti nel mercato, spingendo sempre più persone a volerlo acquistare. Per raggiungere questo risultato serve curare la percezione visiva, emotiva e culturale che l’e-commerce trasmette ai clienti. Ed utilizzare il blog è un ottimo modo per riuscirci: molti consumatori percepiscono infatti in maniera più affidabile ed autoritaria gli e-commerce che presentano un blog strutturato e ricco di contenuti di valore, rispetto a quelli che non lo presentano. Le ragioni per cui fare blogging aiuta a costruire l’immagine del brand, permettendoti di aumentare le vendite, sono principalmente due: anzitutto, la presenza di blog post ben scritti, mirati ed utili dimostrano l’esperienza del brand e la sua disponibilità ad aiutare il buyer, attraverso la condivisione di informazioni vantaggiose; in secondo luogo il blog permette di mostrare il lato umano del tuo e-commerce. Con uno store online non hai modo di accogliere i clienti in negozio, ma grazie al blog potrai delineare questo lato del tuo brand anche sul digitale. Questa familiarità farà crescere la fiducia verso il tuo business, migliorando le tue relazioni e portando quindi più persone all’acquisto. Grazie al blog potrai quindi far leva sul branding, aiutando le persone a crearsi un’immagine costruita e coerente del tuo brand e posizionandoti un passo avanti rispetto ai tuoi competitor. 5. Aumentare traffico sul sito Con il blog crei entrate al tuo sito e-commerce: tutti i nuovi blog post che pubblichi rappresentano nuove opportunità di accesso sul tuo shop online, e questo vuol dire costruire sempre più porte per accogliere traffico. Ma non solo. Ogni volta che pubblichi articoli e contenuti interessanti sul tuo blog dai anche modo a chi ti segue e ti trova utile di condividere il tuo materiale sui propri profili social, sulla loro newsletter oppure di nominarti sul proprio blog - oltre ovviamente avere modo tu stesso di promuovere questi contenuti sui tuoi diversi canali guidando nuovo traffico. Crescendo i punti d'accesso e le condivisioni, aumenteranno anche le visite sul tuo sito. E più crescono le visite più saranno le opportunità di trovare nuovi clienti. 6. Mettere in mostra i propri prodotti Sul blog hai l’occasione di mostrare in modo più approfondito o più coinvolgente i beni o i servizi che vendi. Ovviamente non tutti i blog post possono basarsi su questo, anzi. Come detto lungo l’articolo, è bene che i tuoi contenuti si concentrino principalmente sul fornire consigli utili all’audience senza essere prettamente promozionali: altrimenti mancherebbe quella dimostrazione di esperienza e di umanità che, come detto prima, un brand deve riuscire a trasmettere. Ciò non vuol dire però che nessuno dei tuoi articoli possa trattare nello specifico di ciò che vendi. D’altronde, come si scrivono articoli per chi si trova nel awareness stage (e cerca di comprendere qual è il suo problema/bisogno) e per chi si trova nel consideration stage (e si chiede come risolvere la questione), è opportuno dedicare contenuti anche a coloro che si trovano già nella fase di decisione, e che quindi sta cercando di individuare a chi rivolgersi per l'acquisto, facendo attenzione a compiere la scelta migliore. In questo modo potrai sia di aumentare le pagine dedicate ai tuoi prodotti sia di allacciarti a persone che sono già alla fine della buyer’s journey, e quindi a un passo dall’acquisto. Ma come promuovere al meglio i tuoi prodotti sul blog? La chiave è sempre concentrarsi sull’utilità, ad esempio: condividere le storie dei tuoi clienti esistenti, su come e perché utilizzano il tuo prodotto; scrivere di problemi con cui le persone si interfacciano e parlare dei modi in cui il tuo prodotto li risolve; intrecciare il tuo prodotto o servizio in racconti di vita quotidiana. 7. Attirare le persone all’inizio della buyer’s journey Per finire, grazie al blog è possibile aumentare le vendite in quanto questo ti permette di intercettare le persone sin dal momento in cui queste si immettono nella customer’s journey. Infatti, limitandoti esclusivamente ad offrire i tuoi prodotti sullo shop, permetterai al pubblico di interfacciarsi con te solo nell’ultimo step del processo di acquisto, senza aver creato l'opportuna fiducia a monte. E questo, a meno che tu non abbia un brand conosciuto, renderà più difficile la vendita. Creando invece contenuti per tutti gli stage della journey grazie al blog, attirando le persone in precedenza, ti garantirai un vantaggio nel momento in cui qualcuno passa alla decisione finale: ovvero da chi comprare. Come aggiungere un blog all’e-commerce Ora che è chiaro perché al tuo shop online serve un blog per aumentare le vendite, capiamo come come aprire, nella pratica, questa sezione sul tuo e-commerce. Esistono moltissime piattaforme che permettono di creare negozi online, ma su molte di queste per aggiungere un blog c’è bisogno di un plug-in. Tra queste però, una delle più importanti ed avanzate, ovvero Shopify, permette di farlo invece in maniera davvero intuitiva. Qui infatti si può aprire un blog in pochi step, senza ricorrere ad estensioni: basta andare sul pannello di controllo, cliccare su “Negozio Online”>“Articoli del blog”, fare clic su “Gestisci blog” e poi fare “Aggiungi blog”. Qui puoi trovare la guida completa fornita da Shopify. Conclusione Nonostante il blog sia, come visto, uno strumento di gran valore, molti e-commerce ancora non lo riconoscono come mezzo di supporto alle vendite. Ma ora che abbiamo scoperto tutti i modi in cui questo permette di iniziare ad aumentare le vendite, non ti rimane che mettere a punto la tua strategia e partire! Inoltre, se stai stai cercando altri metodi per sviluppare al meglio il tuo shop online e hai bisogno di supporto, puoi dare un’occhiata a tutti i modi in cui ICT Digital Think può affiancare la tua crescita. Ti lascio qui sotto anche un e-book gratuito ricco di ulteriori consigli per far funzionare al meglio il tuo e-commerce. Scaricalo per non perderti i segreti su come raggiungere gli obiettivi del tuo shop online.
Nel 2020, anno di domini post covid-19 le cose per chi fa e-commerce sembrano mettersi sempre meglio: ci sono piattaforme e-commerce come Shopify che permettono di non avere a che fare con le problematiche tecniche-tecnologiche e di concentrarsi sul business; ci sono un sacco di servizi che possono aiutare i commercianti; ci sono sempre più persone disposte -ed abituate - a comprare su internet. Ma non per questo le cose sono sempre semplici. Partire con un e-commerce è un'esperienza di new business affascinante ma sempre impegnativa. Quali sono le sfide principali su cui concentrarsi nel 2020 per far funzionare il proprio progetto e-commerce? Concorrenza diretta con i grandi marchi I grandi marchi online sono la prima sfida - e sicuramente una delle più difficili- che un nuovo arrivato con il suo nuovo e-commerce dovrà affrontare in questo business. Aziende come Walmart, Amazon ed eBay, che sono giganti nel settore della vendita al dettaglio online, faranno facilmente cadere una start-up dal mercato. Le statistiche mostrano che Amazon sta andando sempre meglio con il passare degli anni, superando ogni altro negozio al dettaglio online sia in termini di vendite che di popolarità. La soluzione a questo particolare problema è quella di evitare la concorrenza diretta con i giganti del settore, magari scegliendo una nicchia meno competitiva; oppure andare in un segmento iper-verticale (da esperti) e, in tutti i casi, di puntare a far crescere la propria attività un passo alla volta, senza megaprogetti con investimenti stratosferici che rischierebbero comunque di fallire, aggiungendo l'aggravante del disastro economico che ci si potrebbe portare dietro. Gestione di spedizioni, consegne e resi I nuovi arrivati e le start-up nel settore dell'e-commerce devono affrontare molte sfide quando inizia ad arrivare un flusso continuo di transazioni con gli ordini stati effettuati e pagati: si devono gestire le spese di spedizione, le consegne puntuali e precise e le restituzioni della merce dei clienti insoddisfatti... tutti elementi che possono rappresentare una seria minaccia per i tuoi affari. La maggior parte degli acquirenti si lamenta anche della qualità dei servizi che vengono forniti dopo il pagamento: per rimanere in attività a lungi, le aziende che si affacciano sul mondo delle vendite online, dovranno fare di tutto per offrire ai propri clienti i migliori servizi possibili. Il rischio è quello di non vederli tornare e di recensioni negative, elementi che affossano qualunque tipo di azienda. Esistono diversi modelli di evasione degli ordini collegati alla spedizione dei prodotti, è necessario effettuare ricerche approfondite, per accertare quale si adatta meglio alla tua attività e massimizzare la produttività. Marketing e pubblicità troppo costosi Non sono più gli anni 90, dove si poteva fare un progetto di business improvvisato e raggiungere la popolarità con una botta di culo! Con la crescente concorrenza, il marketing digitale e la pubblicità stanno diventando sempre costosi ogni giorno. La maggior parte delle start-up commette spesso l'errore di spendere l'intero budget per lo sviluppo di siti Web e fantastiche funzioni, ignorando completamente l'aspetto del marketing. Prima di iniziare, tutti gli investimenti che l'azienda dovrà sostenere per farsi conoscere devono essere ipotizzate, messe a budget e ne va verificate correttamente la copertura, per garantire le necessità di crescita e sviluppo del progetto. inoltre, non vuoi spendere troppo per lo sviluppo Web. Puoi iniziare Shopify, che ci permette di partire con un progetto base in startup di 8/10k. Se costa di più togli pezzi. Li aggiungerai quando vedrai che il business funziona. (PS: magari prevedi qualche migliaio di euro aggiuntivo per un connettore con il programma gestionale, se ne hai bisogno, per allineare giacenze e ordini) Insieme alle normali attività di marketing digitale, dovresti anche provare altre tattiche per far tornare i tuoi clienti, come premiare i clienti con punti fedeltà che possono essere riscattati e utilizzati negli acquisti futuri; anche gli sconti contribuiranno a far sì che i clienti tornino. Mantieni un legame con loro, offri continuamente contenuti di valore e non trattarli solo come vacche da mungere. Vabbeh, il concetto l'hai capito: fare l'e-commerce è solo una spesa, poi arrivano le cose serie, ovvero portare clienti all'interno, farli comprare e farli tornare. Rimanere aggiornati su quello che succede I trend setter sono - generalmente - i grandi marchi, sono quelli che tirano fuori le innovazioni, creano nuove idee, battono nuove strade e diventano il punto di riferimento per il grande pubblico. Le aziende più piccole devono quasi sempre recuperare il ritardo tecnologico e di innovazione-visione, che, il più delle volte, comporta un investimento ad alta intensità di capitale o comunque al di sopra della loro portata. Una nuova azienda - o un progetto di business online - che cerca non solo di far quadrare i conti, ma di affermarsi come una realtà che resiste alla prova del tempo nel settore dell'e-commerce, dovrà fare tutto il necessario per aggiornarsi e rimanere aggiornata con gli ultimi progressi tecnologici: parliamo di mobile, di omnicanalità e di marketing automation (a tal proposito, se hai un e-commerce potrebbe essere interessante una soluzione come Salesmanago) Uno dei modi per affrontare questa sfida sarà quello di collaborare con i giusti partner tecnologici che condividono la stessa visione della tua azienda e lavoreranno al tuo fianco per far funzionare il progetto (NDR: sì, si, stiamo parlando di noi, di ICTdigitalthink).
Vendere sul web non è più questione di farsi un'e-commerce, o forse non lo è mai stato: le persone, infatti, acquistano anche e soprattutto su Amazon, su eBay, su AliExpress, sui social... insomma, possono comprare utilizzando moltissimi canali diversi, dove tu dovresti farti trovare se vuoi aumentare le vendite! Ecco perché nasce eDock, la piattaforma amica di chi vuole gestire facilmente le vendite nei diversi marketplace e scalare il proprio business. In occasione della nuova partnership tra ICT Sviluppo e eDock, abbiamo fatto una chiacchierata con Pietro Tibaldeschi, Sales Director @ eDock, che ci ha detto la sua sul futuro della vendita online. Dal retail all'e-commerce online... ritieni che tutte le botteghe debbano andare online? PT - Certamente, perché lo vogliono prima di tutto i consumatori. Andare online, per una bottega, non significa però ambire a conquistare mercati internazionali o avere un negozio aperto 24/7/365 ma servire un touch point fondamentale. I consumatori si aspettano di essere serviti anche da li: si tratta di un bisogno implicito. Poi è giusto fare un riferimento alle risorse da mettere in campo. Per coloro i quali trattano prodotti a brand, i marketplace vanno gestiti considerando la competizione che già li presidia. Per quelle realtà che producono, anche prodotti artigianali, e per i quali la competizione si gioca su un altro piano - e certamente non quello della marca - allora ha senso che vengano presidiati con una visione internazionale. Mi vengono in mente tutti i prodotti dell'agroalimentare, del food, del design e delle altre molteplici categorie merceologiche in cui i nostri produttori italiani eccellono. Qual è la discriminante tra rinunciare a vendere online e farlo? PT - Il proprio e-commerce sempre. A mio modo di vedere è giusto parlare delle risorse messe in campo. Se hai una tua marca, allora fallo in modo strutturato. Se sei un retailer, vacci piano. Per vendere online bisogna avere un e-commerce? PT - Non è necessario. La presenza sui marketplace permette di conseguire una grandissima utenza anche senza possederne uno. Il focus, piuttosto, è possedere il proprio catalogo digitale. Parlo di un file che contenga dati strutturati con le informazioni sui prodotti, le immagini, gli attributi e tutto quanto si renda necessario per la distribuzione sui marketplace e sui social network. L'e-commerce è già omnichannel? PT - No, per nulla. Molti sono ancora gli imprenditori che presidiano i canali digitali senza gettare alcun ponte tra di essi. Una strategia omincanale dovrebbe suggerire unificazione, per prima cosa del catalogo digitale. Pricing e quantità disponibili a magazzino andrebbero governati in un modo univoco e sinergico. Per la mia esperienza questo avviene solo in una piccola percentuale dei casi. Qual è il futuro del retail al dettaglio in Italia? PT - Chi ha il know-how sufficiente per gestire la presenza fisica con un approccio omnicanale e capace di garantire una esperienza persistente, coerente tra canali, allora ha delle chance di sopravvivere e di prosperare. L'attenzione del retailer deve necessariamente essere sull'esperienza perché è tutto e solo ciò per cui può servire oggi un punto di vendita fisico. Il marketing tattile, gli eventi, i momenti di aggregazione se sono integrati e coerenti con i canali digitali possono offrire una chance enorme ai retailer. Perché è nato eDock? PT - Mancava una piattaforma che risolvesse il problema della gestione omnicanale, in particolare per ciò che concerne la presenza sui marketplace. Ciò di cui ci siamo resi conto, nel tragitto che ci ha portati fin dove siamo ora, è che esiste sempre una componente consulenziale perché - per certi tipi di scenario - i software non sono sufficienti ma sono da mettere in campo persone che abbiano esperienza e capacità nell'affrontarli. Quali sono i principali vantaggi della piattaforma? PT - Probabilmente il giusto mix tra l'applicazione e quella componente consulenziale che è maledettamente difficile da fornire. Andrebbe poi chiesto ai nostri clienti cosa davvero ne pensano :)
Costruire una relazione con il potenziale cliente sembra una delle cose più difficili da raggiungere online con un e-commerce. Eppure oggi con il web potrebbe essere, invece, una delle attività più semplici da realizzare. Quante volte sei stato sui siti dei tuoi concorrenti e hai notato, con sommo dispiacere, che erano migliori del tuo. Non solo per una questione estetica, ma soprattutto per la capacità di attirarti e di condurti all’interno del sito fino a farti fare un acquisto. Non deprimerti, non è una dote divina! Hanno semplicemente ascoltato i suggerimenti dei propri clienti realizzando azioni di customer engagement col proprio e-commerce e sulla base dei risultati ottenuti hanno sviluppato la user experience del sito. Il customer engagement è, nella sua accezione più pura, una (desiderabile) relazione intima di lungo periodo con i consumatori e clienti. Nel periodo storico in cui stiamo vivendo, l’acquisto funzionale non è più l’unica azione richiesta, ma è la condivisione di valori, esperienze, comportamenti ed emozioni che i brand devono instaurare con il proprio pubblico. Il consumatore moderno si è decisamente evoluto; non si accontenta più di acquistare un determinato prodotto o brand, ma vuole entrare a far parte di community, assumere un ruolo più attivo perché è alla ricerca di esperienze uniche e memorabili. Ogni azienda deve cercare la disponibilità dei consumatori a spendersi a favore dei propri brand in maniera non canonica, al di fuori degli schemi, secondo percorsi non preventivati e non preventivabili. Tutto questo è agevolato anche dall’evoluzione che hanno subito i media. Con i social network, i blog e gli influencer, i brand riescono a creare connessioni con i consumatori e li coinvolgono con varie forme di partecipazione, creatività e divertimento diventando parte attiva nella progettazione/creazione del prodotto. Esempi di efficaci strategie di customer relationship engagement Il fenomeno NikeId (ora NikeBy You), una nuova filosofia di prodotto, si basa sull’interazione con il consumatore finale: la pagina web dedicata a questo progetto propone una selezione di modelli di calzature sportive, personalizzabili con l’intervento attivo del fruitore, che può scegliere il colore delle suole e del tacco, delle stringhe e dell’interno della scarpa, modificando i materiali utilizzati e apponendo la propria “firma” a lavoro ultimato. Balenciaga, marchio di alta moda, ad aprile ha lanciato sul mercato una nuova borsa molto grande e molto costosa: è blu, con quattro maniglie, due più corte e due più lunghe. A molti, e senza che fosse necessario un grande sforzo di fantasia, la borsa di Balenciaga ha ricordato un’altra famosa borsa: la Frakta, quella che viene venduta all’IKEA per 60 centesimi di euro, circa 2.000 euro in meno di quanto costi la borsa di Balenciaga. Anche lei è blu, molto grande e con quattro maniglie, due lunghe e due corte. In molti hanno scherzato su questa buffa coincidenza, IKEA stessa ha diffuso una breve e scherzosa guida per “riconoscere una Frakta originale”, e più recentemente diverse persone hanno cominciato a postare su Instagram foto di oggetti e capi d’abbigliamento fatti usando le Frakta: ci sono cappelli, sandali, scarpe e maschere anti-smog tra le altre cose. Ikea, Nike ed in generale le imprese di fronte ad un pubblico sempre più evoluto, informato e attivo dovranno cercare di: aumentare la personalizzazione della propria relazione con i consumatori anche attraverso i propri canali. sfruttare strumenti propri diretti o altre situazioni che si creano spontaneamente nel pubblico. Siamo d’accordo che questi sono brand con milioni di follower e di clienti, che hanno team creativi che si occupano ogni giorno di trovare la migliore soluzione di customer engagement per quel particolare prodotto, ma siamo altrettanto sicuri che ogni azienda possa, una volta identificato il proprio pubblico di riferimento, sviluppare le migliori attività di coinvolgimento sfruttando i canali più idonei. Stop Targeting, start attracting Attrai consumatori con un’alta affinità basata su conoscenze, comportamenti, interessi e bisogni; Offri rilevanti e utili recensioni attraverso i nuovi media; Aumenta la brand awareness and loyalty, utilizzando sempre più punti di contatto nel buyer's journey dei tuoi consumatori; Genera un ambiente sicuro per il tuo marchio. Il customer engagement, quindi, può svilupparsi sui nuovi media, abbinandoli anche con i “vecchi” canali in modo trasversale per assicurarsi il maggior numero di opportunità di relazionarsi con i consumatori. E’ lo scambio di valore tra organizzazioni e consumatori che conduce al successo aziendale. Mantieni attivo il customer connesso I clienti di oggi hanno più potere che mai. Grazie all’engagement le aziende stanno ripensando al modo in cui interagiscono e si connettono con i propri clienti. Incoraggiando una comunicazione personalizzata, in tempo reale e coerente nel corso della customer experience, le aziende possono trovare nuovi modi per coinvolgere i propri clienti. Anche i valori aziendali fanno sempre più leva sul customer engagement perché, nell’immaginario del mercato, le aziende ricoprono un ruolo sempre più importante sia per le comunità in cui operano che per la costruzione di un futuro migliore. Conclusioni Il customer engagement è l’esperienza che i clienti vivono durante tutta la loro relazione con l’azienda: non solo shopping, dunque, ma un’interazione a vari livelli nei quali il cliente deve essere coinvolto emotivamente. Molti analisti sostengono che il successo di un’azienda non dipende più solo dal suo prodotto e servizio ma da come vengono “vissuti” dagli utenti, prima, durante e dopo l’acquisto. In questo nuovo approccio solo le aziende che raccolgono e interpretano i dati dei propri clienti sono in grado di migliorare la propria esperienza e hanno maggiori possibilità di aumentare la fiducia dei propri clienti e, in definitiva, di fidelizzarli.
Shopify Plus è la versione enterprise dedicata alle Aziende con grandi volumi di prodotti della piattaforma e-commerce Shopify. Questa piattaforma e-commerce infatti è disponibile in due versioni: Shopify dedicato a piccole e medie aziende e si distingue in 3 piani di abbonamento: Basic, Shopify e Advanced; Shopify Plus, appunto, dedicato alle aziende di grandi dimensioni e con necessità enterprise. La piattaforma Shopify Prima di vedere cos'è Shopify Plus, vediamo cos'è la piattaforma Shopify. La piattaforma Shopify è concepita per creare un negozio online in modo semplice e intuitivo, anche senza conoscere la programmazione a codice, ma contemporaneamente fornisce un sistema di e-commerce estremamente potente ed efficace per permettere di vendere online in tempi brevissimi. Tecnicamente Shopify è un software SaaS, cioè fornito di tutte le funzionalità e infrastrutture informatiche, compresi gli aggiornamenti, necessarie per attivare un e-commerce; a fronte di queste, viene chiesto un canone mensile e un fee sulle vendite effettuate che varia a seconda del piano di abbonamento scelto. Cos'è Shopify Plus La versione Plus di Shopify è appunto indicata alle Aziende che necessitano di funzionalità di vendita oltre gli standard tradizionali degli e-commerce, tanto che sempre più aziende, anche grandi Brand, stanno migrando su Shopify Plus per incrementare il loro business. Ma vediamo quali sono le caratteristiche che rendono Shopify Plus il partner ideale delle aziende con volumi importanti per vendere online senza preoccupazioni. Shopify Plus è sicurezza e potenza Tutti quelli che hanno già avuto a che fare con un e-commerce sanno che quando cominci a gestire un gran numero di ordini online, la pressione sui server in particolare cresce di conseguenza e se la tua infrastruttura tecnica non è idonea finisce per non reggere alla pressione. Ecco, con Shopify Plus non hai più bisogno di pensare a questo problema. Il tuo e-commerce viene hostato su un server altamente performante messo a disposizione dalla piattaforma. Tu devi semplicemente creare il tuo account e hai accesso a tutto il sistema software e tecnologico creato da Shopify per permetterti di creare il tuo e-commerce. A tutto il sistema di sicurezza e aggiornamento software, ci pensa Shopify. Hosting La piattaforma SaaS di Shopify è tra le più performanti in termini di uptime (tempi di funzionamento), ciò significa che il tuo e-commerce garantisce al tuo cliente un’esperienza di navigazione veloce e sicura. Non ci saranno problemi di caricamento lento delle pagine prodotto né di refresh automatici in fase di pagamento, che si sa sono un grosso problema perché si rischia l’abbandono del cliente. Soprattutto non dovrai preoccuparti di hardware o aggiornamenti software perché saranno fatti in automatico dai programmatori di Shopify, senza che tu ti accorga di nulla. Transazioni Con un’hosting potente e tecnologicamente avanzato che supporta Shopify Plus, il tuo e-commerce potrà gestire agevolmente migliaia di ordini al minuto in perfetta efficienza; può sostenere oltre un milione di visitatori al minuto e presentare un numero illimitato di prodotti (e idealmente di vendite) mantenendo una perfetta fruibilità per i tuoi clienti. Sicurezza Shopify Plus offre una sicurezza avanzata e in linea con le migliori pratiche web con le certificazioni SSL e la conformità PCI DSS di livello uno. Questo significa che i dati dei clienti e le informazioni relative alle carte di credito sono protetti dallo stesso livello di sicurezza e di privacy che applicano le banche per gli stessi dati. Inoltre la piattaforma viene continuamente aggiornata contro malfunzionamenti, frodi o i rischi di attacchi di hacker o informatici. Supporto 24/7 Shopify offre poi un servizio di assistenza e supporto attivo 24 ore su 24 e 7/7 dedicato ai gestori di e-commerce per aiutarli a risolvere eventuali inconveniente e problemi, o ad implementare funzionalità o integrazioni utili a migliorare il negozio online. Un team di esperti e programmatori risponde alle tue richieste via email o telefonicamente, gratuitamente e in tempi rapidi. In pratica hai a disposizione una linea diretta con un team di esperti qualora avessi necessità di supporto. Metodi di Pagamento I pagamenti quando si compra online sono per l’acquirente la nota più delicata perchè vuole la certezza che siano affidabili e senza inconvenienti. Shopify non solo usa sistemi di sicurezza avanzata, come detto in precedenza, ma permette di scegliere tra svariati metodi di pagamento, quelli che ritieni maggiormente utilizzati. Sono oltre 100 infatti i metodi di pagamento che puoi utilizzare, anche a seconda del Paese in cui operi, dai Bitcoin, PayPal, Stripe… ; con la possibilità anche di negoziare le tariffe delle carte di credito se accetti i pagamenti direttamente con Shopify Plus. Shopify Plus è enterprise Come dicevamo, la versione business di questa piattaforma è stata pensata per quelle aziende che vogliono esplorare tutte le possibilità offerte dai mercati online utilizzando vari canali e mezzi per raggiungere un pubblico sempre più ampio di possibili acquirenti. Così la piattaforma mette a disposizione un vasto numero di funzionalità pensate ad hoc per diventare il partner ideale per le aziende: puoi scoprire perché dando un'occhiata a tutte le caratteristiche che rendono Shopify Plus una piattaforma straordinaria. Vediamo intanto (alcune) delle possibilità implementabili con questa versione: Internazionalizzazione dell'e-commerce Con Shopify Plus puoi sviluppare fino a 9 e-commerce “cloni” aggiuntivi per far crescere la tua attività a livello internazionale. Questo significa che puoi avere per esempio il tuo eshop.com, ma anche il eshop.uk, eshop.fr e molti altri, con la possibilità quindi di gestire la lingua di visualizzazione, la valuta e anche i prodotti secondo le tendenze stagionali o di gusto, diversificando appunto a seconda del Paese in cui vuoi vendere. Vendite multicanale Anche la capacità di vendere su più canali è una caratteristica di Shopify Plus che lo rende particolarmente apprezzato. Attraverso delle Applicazioni che sono state sviluppate appositamente per la piattaforma, puoi decidere di vendere i tuoi prodotti sui marketplace che ritieni idonei al tuo e-commerce, da Ebay ad Amazon, a Facebook e altri ancora. Inoltre si possono utilizzare le API aperte di Shopify nel caso volessi far dialogare il tuo e-commerce con altri software che già usi in azienda, magari quelli di fatturazione, per esempio. Questa capacità di Shopify Plus di essere presente su quei canali dove i clienti si trovano, permette di espandere le possibilità di incontrare la propria clientela e nuovi gli acquirenti. Vendita B2B “all’ingrosso” Tra le grandi possibilità che offre Shopify Plus c'è quella di gestire anche la vendita B2B all'ingrosso. Le vendite di grandi volumi di prodotti, spesso, necessitano di vie preferenziali per questi acquirenti Business perché a loro sono riservati prezzi diversi rispetto all’acquirente consumer. Shopify Plus ti permette di gestire queste vendite attivando di fatto un secondo store Wholesale dedicato al B2B con un accesso personalizzato con password per questi rivenditori. Per loro puoi personalizzare le vendite con settaggi ad hoc come per esempio: scegliere i prodotti da inserire nel listino Wholesale (che possono essere diversi da quelli dell'e-commerce per consumer) scegliere quali listini, quindi quali prodotti, mostrare ad un cliente B2B piuttosto che ad un altro impostare incrementi minimi di quantitativi di prodotti acquistabili e numero massimo di prodotti applicando i relativi prezzario modificabile. Avrai quindi una dashboard dedicata alle vendite per i clienti Business diversa dalla dashboard per i clienti finali. Shopify Plus è custom L'impatto estetico/emotivo e l'esperienza di navigazione su un sito di e-commerce hanno risvolti importanti sulle vendite. Rendere questi elementi il più possibile fluidi e coerenti durante i percorsi che un utente compie all'interno del sito, possono stimolare e migliorare gli acquisti online. Design ad hoc Shopify Plus offre un controllo pressoché completo sull’aspetto estetico del tuo e-commerce per rendere maggiormente apprezzabile l’esperienza dell’utente e permette una personalizzazione delle funzionalità che desideri per il suo sito. La piattaforma è poi pensata che adattarsi, sia visivamente, che nelle funzioni, alle diverse visualizzazioni del tuo e-commerce a seconda che sia visto da desktop o da mobile, permettendo sempre una completa fruizione da parte del cliente. Campagne di vendita automatizzate Il LaunchPad è una funzionalità particolarmente apprezzata da chi vuole sfruttare tutte le opportunità della vendita online. In pratica ti permette di impostare le campagne vendita e farle partire in automatico, settando per esempio la data di inizio e di fine, i codici sconto da applicare su singoli prodotti o massivamente sulle collezioni; puoi perfino attivare un look personalizzato del tuo e-shop durante la campagna. Inoltre ti permette di programmare campagne ADS su Facebook e Google. Diciamo che ti dà la comodità di prepararti in tempo per le tue campagne promozionali e farle partire in automatico. Report Shopify Plus permette di ricavare analisi e report avanzate per aiutare il venditore a comprendere le dinamiche del suo e-commerce, per esempio i flussi di vendita relativi a particolari periodi o legati a certi prodotti piuttosto che altri. Si può ricavare i comportamenti di acquisto dei clienti e da questi dati studiare strategie di vendita per incrementare i guadagni. Conclusioni Scegliere Shopify Plus quindi significa avere a disposizione tutte le migliori funzionalità e-commerce necessarie alle aziende che hanno numeri di vendite importanti. La sua capacità di essere da un lato semplice nell'utilizzo ma potente nelle funzionalità spinte e nelle possibilità di personalizzazione, ne fanno un prodotto estremamente evoluto perché progettato con l'obiettivo di farti aumentare le tue vendite online. Insomma è l'ideale per chi non vuole perdere tempo a preoccuparsi della tecnologia o della progettazione software, ma vuole dedicarsi solo a studiare le migliori strategie per vendere e far crescere il business aziendale. Non è più il momento di stare a guardare, altrimenti rischi che la tua quota di mercato sia conquistata da qualche tuo competitor che ha visto più in là di te!
Mailchimp ha rimosso la sua app dall'App Store di Shopify il 22 marzo 2019 e non è più supportata. Questa frase ha gettato nel panico più di qualcuno, nel panorama di Shopify Italia. Mailchimp era il servizio che ormai molti italiani si erano abituati ad utilizzare. Come al solito, il middle management è impermeabile ai cambiamenti, per quanto piccoli possano sembrare. Il delirio ha, così, avuto inizio. Clienti nel panico, che mai avrebbero pensato potesse succedere, neanche fosse la terza venuta dell'Anticristo o il Diluvio Universale. Clienti che utilizzavano Mailchimp - rigorosamente con piano gratuito - da 5 anni, preoccupati per che fine faranno i miei dati e le mie statistiche quando avevano meno di 150 contatti tirati fuori dal diario delle medie e magari non spedivano una mail commerciale dalla scorsa apparizione di Maria a Medjugorie. Per continuare a pubblicare le tue campagne di marketing, ti consigliamo di passare da Mailchimp a un'altra app di email marketing. Ci sono ottime alternative che possono aiutarti a farlo, e la maggior parte fornisce strumenti e supporto per rendere il processo di migrazione senza soluzione di continuità. Ottime alternative di sicuro. Per esempio, Hubspot. Ma lasciate che vi racconti come sono andate veramente le cose: perché una società come Shopify - che si basa sull'e-commerce- ha deciso di interrompere così bruscamente il rapporto con Mailchimp? La verità, come si suol dire, sta nel business. È stata una scelta puramente commerciale infatti, data la partnership stretta con Hubspot - azienda che offre un software full stack per gestire il marketing, sales e customer service. Nel nuovo piano Free di Hubspot, infatti, sono comprese 2000 Email gratis al mese per il tuo store o la tua attività Form generati da Hubspot per raccogliere contatti e segmentarli automaticamente Dashboard per verificare vendite e ROI in tempo reale Database contatti infinito Collegamento agli Ads e alle campagne marketing Integrazione nativa con Shopify Forte, vero? Beh, la vera chicca è la completa integrazione fra Hubspot e Shopify. Anche nel piano free, infatti, è possibile agganciare Shopify store multipli per gestire e segmentare i contatti, tracciare i loro acquisti e avere in tempo reale un cruscotto del sales e del marketing. Perchè dovrei spedire email con Hubspot per il mio e-commerce Shopify? Innanzitutto perché così ti troverai ad avere due piattaforme perfettamente scalabili, che possono lavorare (e crescere) sincronicamente e armonicamente, in maniera da poter effettivamente scalare il tuo business nella maniera più organica possibile. Perché sono perfettamente integrati l'un con l'altro, con funzionalità interscambiabili e grande flessibilità nella gestione dei flussi di informazioni e reportistica. Posso fare tutto quello che facevo con Mailchimp? Si, e no. Si, nel senso che puoi editare, creare e spedire mail. Puoi segmentare i clienti in liste, etc. Ma puoi fare molto di più. Puoi associare ai contatti quello che hanno comprato, dividerli in liste per il loro volume di fatturato o per la quantità di ordini in un determinato periodo di tempo. Puoi creare form di contatto ad hoc che spediscano direttamente i contatti in una determinata lista. Con i piani superiori di HubSpot, oh, beh, ragazzi, qua viene il bello. Stiamo parlando di state-of-the-art Marketing automation, pianificazione di invio mail carrelli abbandonati, sconti fidelizzati, riordino, post del blog, ultimi prodotti che inserisci nello store che vengono recapitati nelle caselle di posta pochi minuti dopo l'inizio della vendita... Praticamente tutto quello che puoi pensare, lo puoi fare. È un po' più di roba delle quattro crocchette che ti dà Mailchimp, eh? Perciò, se hai bisogno di un software per spedire mail gratuite per il tuo e-commerce Shopify, perché non scaricare la nostra guida sulle funzioni gratuite di Hubspot CRM?
Migliorare le performance dell'e-commerce è uno degli obbiettivi fondamentali degli ecommerce manager e dei titolari di azienda che hanno deciso di espandere il business anche sui canali online. Tuttavia, al momento, la maggior parte dei proprietari di aziende utilizza solo lo 0,5% di tutti i big data in loro possesso. La parte più grande dei dati rimane invisibile nel software proprietario e negli strumenti esterni. Poiché le tecnologie di apprendimento automatico (Machine learning) stanno migliorando in modo significativo nel recupero e nella trasformazione di dati sparsi in informazioni fruibili, le aziende di e-commerce stanno finalmente iniziando a sbloccare la propria data pipeline. Di seguito sono riportati alcuni benefici che emergono come conseguenza di questa best practice, soprattutto nel settore e-commerce. Maggiori entrate da campagne di cross-sell e up-sell Il tipico percorso di acquisto dei clienti non è più lineare: passa da un sito all'altro, cerca i codici promozionali di Google e, secondo un post sul blog di Konstruct Digital, l'utente cerca fonti online attendibili di recensioni del prodotto prima di tornare sul sito web ed effettuare un acquisto tramite un altro dispositivo. Catturare e analizzare tutte quelle interazioni è un compito impegnativo per gli analisti umani, non lo è, invece, per un algoritmo intelligentemente progettato allo scopo. Misurando e analizzando tutti i comportamenti online, gli strumenti di analisi new-gen possono compilare profili utente completi: profili ricchi di dati di segmenti di pubblico diversi. La profondità di tali profili va oltre i dati demografici generali. Catturano tutte le interazioni che un utente aveva in precedenza con un marchio (prodotti visualizzati, clic, acquisti precedenti ecc.) E forniscono consigli personalizzati sui prodotti in base a tutto ciò che il sistema conosce su un determinato cliente. Le raccomandazioni di prodotti basate sull'intelligenza predittiva possono migliorare significativamente i profitti aziendali. Uomo Capannonico: NO, ENRICO. IO VOGLIO CHE MI INSTALLI UN'APPLICATIVO DOVE DECIDO IO QUALI PRODOTTI RACCOMANDARE PER OGNI SINGOLO PRODOTTO DEL MIO STORE. IL CAPANNONE È MIO E DECIDO IO DOVE VANNO LE COSE PERCHÈ UN COMPUTER NON POTRA MAI FARE MEGLIO DI ME. Io: Caro Uomo Capannonico con la passione del caps-lock, ma non capisci che alla lunga questa è una strategia perdente? Credi che il motore di raccomandazione sui prodotti di Amazon sia governato da degli esseri umani? Eppure guida il 35% delle entrate cumulative dell'azienda. Cosa ancora migliore, i risultati arrivano velocemente: le aziende che hanno già scelto di adottare una soluzione di intelligence predittiva hanno registrato un'influenza del 40,38% sulle entrate dopo soli 36 mesi dall'adozione. Ricerca sui prodotti guidata dai dati e sviluppo del prodotto Decidere i nuovi prodotti da vendere o da sviluppare non è mai un compito facile per i marchi di e-commerce. L'idea può sembrare buona su carta, ma alla fine molti fanno flop a causa della scarsa ricerca di mercato e del posizionamento del prodotto. Secondo Hubspot, il 66% dei prodotti fallisce entro i primi due anni e l'80% dei nuovi prodotti rimane sugli scaffali per meno di due anni. Il 66% dei prodotti fallisce entro i primi due anni e l'80% dei nuovi prodotti rimane sugli scaffali per meno di due anni Un sacco di nuovi imprenditori dell'e-commerce tendono a capitalizzare le tendenze del prodotto al momento, piuttosto che sviluppare una prospettiva industriale a 360 gradi e pianificare in anticipo, ha detto Nahar Geva, CEO di Zik Analytics , che sostiene che la sua azienda ha aiutato oltre 20.000 venditori eBay nell'ultimo anno. Ma ogni intuizione dovrebbe essere supportata da dati solidi, che mostrano esattamente ciò che le persone stanno comprando, quale prezzo sono pronti a pagare in media e così via. La maggior parte crede che sia necessario pagare almeno cinque cifre ad una società di consulenza per tale ricerca. Ma non è più così. Le piattaforme di analisi dei dati possono fornirti tutte queste informazioni per una frazione del costo. Hai solo bisogno di imparare come interpretare quei dati. I consumatori sono in linea con le loro richieste e preferenze, ha dichiarato Vlad Dobrynin, CEO di Humans.net , una comunità sociale di terza generazione che applica l'intelligenza artificiale (AI) per rivoluzionare il modo in cui i lavoratori e le imprese si connettono. I marchi che riescono a catturare tali dati e ad applicarli allo sviluppo del prodotto e al modo in cui assumono il personale, riescono meglio a lungo termine. Strategia prezzi migliorata L'analisi dei big data consente di accedere a informazioni più dettagliate, consentendo di aumentare o diminuire i prezzi in base alla tolleranza del singolo cliente, proprio come fa Uber. Le iniziative di gestione dei prezzi supportate dai dati portano risultati significativi nella prospettiva a breve termine: aumento del 2% -7% dei margini aziendali e una crescita media del 200-350% del ROI nell'arco di 12 mesi secondo i dati di Deloitte. Gli strumenti di automazione possono anche consentire un migliore processo decisionale, ad esempio mostrando ai team di vendita come l'attualizzazione di una determinata linea di prodotti influirà sulla redditività o su come il segmento di clienti A risponderà ad uno sconto del 15%. L'analisi dei big data consente alle aziende di diventare più agili e rispondere istantaneamente ai cambiamenti del mercato - aumentare il prezzo delle pale durante le abbondanti nevicate. Gli scrittori di Jerry Useem affermano che i grandi player e-commerce hanno già avuto successo nel creare strategie di prezzo elaborate e derivate dalle interazioni di acquisto dei clienti registrate dalle loro piattaforme. Il motore software [di Amazon] è progettato per gestire la percezione del prezzo da parte dei consumatori. Il software identifica i beni i cui prezzi incombono maggiormente nella percezione dei consumatori e mantiene i loro prezzi attentamente in linea con i prezzi della concorrenza, se non inferiore. Il prezzo di tutto il resto è permesso di andare verso l'alto. Chiaramente, non tutti gli acquirenti sono entusiasti di tali tattiche. Pertanto, i marchi che devono ancora avventurarsi nell'ottimizzazione dei prezzi algoritmica dovrebbero bilanciare attentamente il loro desiderio di massimizzare i ricavi con la crescente domanda dei clienti di trasparenza e corrette pratiche di mercato. I big data possono portare sostanziali vantaggi competitivi. Ma per ottenere i maggiori benefici a lungo termine, i tuoi dati dovrebbero essere raccolti solo con i migliori programmi, costruiti attorno al valore che potrebbero portare per i tuoi clienti (oltre alla tua bottom line) e ottimizzati con un programma di gestione dei log che organizza è il modo più utile per rilevare e comprendere i problemi che insorgono nel software e nell'infrastruttura.
Progettare un ecommerce non significa realizzare un ecommerce. Ma per realizzarlo nella maniera corretta è impossibile non partire da una progettualità complessiva, che implichi una pianificazione dei lavori per realizzarlo. Organizzazione non è mai stata la mia parola preferita. Lo ammetto molto umilmente, o quasi. Solo con il passare del tempo ho appreso quanto sia essenziale una precisa pianificazione per sviluppare il proprio (o l’altrui) sito ecommerce. Voler iniziare, con il proprio negozio, per vendere online al pubblico finale (ecommerce B2C) o ai propri clienti aziendali (ecommerce B2B) è una questione di progettazione e di conseguente pianificazione delle attività. Oggi ho alcuni piccoli consigli – e strategie – per pianificare il progetto per il tuo sito ecommerce. clicca sull'immagine per maggiori info sui nostri progetti ecommerce con Shopify L’obiettivo di un progetto ecommerce. Se pensate che l'obiettivo di un progetto ecommerce sia “aumentare le vendite”, vi posso già dire che non è del tutto corretto. Cioè, lo è di massima. Quello vero è avere un sito ecommerce che funziona, che sa attirare traffico e trasformare i visitatori in clienti, stimolare il passaparola, le recensioni, gli acquisti di ritorno e... molto altro ancora. Questo si riesce ad ottenere solamente con un progetto studiato molto attentamente, che ha chiaro gli obiettivi, la mission, che sia concentrato sulla customer experience e che abbia sempre chiaro quanto questa debba essere unica ed irripetibile, per ogni cliente, in ogni fase della relazione. Non è solo grafica, non è solo user experience, non è solo attenzione alla logistica e ai tempi di consegna, non è solo assistenza al cliente, non è solo il m miglior prezzo possibile...sono tutti questi elementi, o alcuno o molti altri non citati. Ecco perché parlo oggi di progettazione di un ecommerce, di pianificazione delle attività per avere un ecommerce che spacca: perché un ecommerce non è un mero sito internet. Risulta quindi fondamentale determinare il vero obiettivo del tuo sito ecommerce. Ricordiamoci comunque che ogni sito ha la sua personale potenzialità di crescere man mano che viene sviluppato. Perché dovresti pianificare All’inizio, non sempre le aziende progettano il piano in maniera iper professionale. Questo perché non ci si rende conto del lavoro che implica questa modalità: non tutti sanno cosa significa realmente realizzare un sito come Dio comanda e quanto tempo ci vuole. Senza contare le competenze e l’energia da utilizzare. Infatti, quando non si pianifica, ci si trova di fronte a certe conseguenze che prima o poi ti raggiungono. Come il povero sviluppatore web che non avrà così chiaro quanto e cosa potrebbe essere corretto nella sezione dei contenuti. Lo sviluppo del sito è influenzato inesorabilmente dal modo in cui le pagine vengono realizzate. Senza un’adeguata pianificazione, ti ritroverai catapultato in un contesto in stile post-apocalittico: un progetto governato dal caos, costellato di ritardi di consegna, costi non previsti, comunicazioni continue e sicuramente antiquate tra la tua azienda e il web designer. E questi sono solo alcuni degli aspetti più raccapriccianti. Come se non bastasse c’è il rischio che questo Teatro degli Orrori generi automaticamente insoddisfazione da parte dei tuoi clienti. In sostanza: investi sul tuo sito web pianificandolo con la dovuta cura e attenzione. Fare il contrario risulterebbe solo uno spreco dei tuoi soldi. La lista dei requisiti del progetto ecommerce Di fondamentale importanza è creare una lista dei requisiti primari per comprendere dove sta andando la tua azienda: step importantissimo per chiunque voglia sviluppare un sito aziendale. Ricorda che il tuo sito dovrebbe avere dei requisiti minimi: soddisfare le aspettative dei visitatori; essere il più flessibile possibile; rappresentare con chiarezza ciò che si propone; essere in linea con i competitor (cioè posizionarsi per lo meno allo stesso livello); offrire un'esperienza utente unica; lasciare un'esperienza positiva a chi lo visita; rendere facile la navigazione e la conversione; provare a convertire anche chi non è pronto ad acquistare; lasciare libertà al reparto marketing di personalizzare il sito senza ricorrere ogni volta agli sviluppatori; adottare un software che permetta di scalare in base alle necessità ed esigenze (che possono mutare nel tempo); ... e molti altri, dipende dal modello di business e dagli obiettivi prefissati :-) Il progetto ecommerce di ICT Sviluppo Quando ci apprestiamo sviluppare un progetto ecommerce con Shopify o sviluppare un progetto ecommerce con BigCommerce, occupandoci noi della realizzazione del sito web per vendere online, adottiamo un approccio metodologico a fasi, orientato a mettere online in sito in un tempo massimo di tre mesi, concentrandoci sui bisogni principali, per poi sviluppare il progetto con una visione growth driven, ovvero guidata da quelli che possono risultare gli elementi generatori di business online. Eccole, spiegate in punti. 1) KICKOFF & PRIMA ANALISI Verifica dell'esistente (AS IS) e dei desiderata del progetto (TO BE) con un'analisi preliminare atta a definire una dichiarazione di lavoro (SOW) che copra tutto ciò che si sta cercando di ottenere con il progetto e-commerce. 2) CONFIGURAZIONE Si procede successivamente all'attivazione account di Shopify e ad impostare i vari aspetti sulla piattaforma creazione categorie impostazione filtri configurazione dominio importazione eventuale popolazione catalogo con importazione prodotti da file o allineamento con sviluppo connettore data integration collegamento a canali / feed esterni (Google Merchant, Facebook Shop etc..) configurazione sistemi di pagamento configurazione sistemi e costi di trasporto formazione per gestione email transazionali formazione per gestione prodotto e ordini impostazione completa dello store 3) SVILUPPO TEMA Raccolta delle esigenze e desiderata Analisi e proposizione di una proposta grafica ideata su misura con produzione di file immagine Sviluppo o personalizzazione grafica del tema Installazione del tema ed impaginazione delle pagine del sito Impostazione di un primo store con la lingua iniziale. Se sono presenti lingue aggiuntive, in questa fase si prevede il loro sviluppo / declinazione 4) GO LIVE Test finali / Check Messa in linea Eventuali redirect Eventuale importazione delle lingue Ma torniamo agli elementi che possono aiutare la pianificazione della progettazione dell'ecommerce. Un project manager per seguire le fasi della realizzazione del sito Un project manager dedicato al progetto di ecommerce, recepisce ed allinea la strategia di business e gli obiettivi di vendita del cliente con la realizzazione del sito per vendere online. Si occupa dell’account continuo che raccorda il marketing /sales del cliente con la produzione per quanto concerne vari aspetti: prima verifica ed allineamento tra desiderata e progetto preventivato allineamento per interpretazione e produzione design del tema identificazione e valorizzazione degli elementi di comunicazione del progetto validazione dell’architettura dell’informazione verifica per il settings delle funzionalità base eventuale identificazione di feature ed elementi funzionali extra non quotati all'inizio del progetto, che potrebbero emergere da maturate esigenze durante lo sviluppo. raccolta del materiale necessario per la messa in linea del progetto e accounting continuativo con il cliente assistenza post messa in linea nelle fase di beta testing Il lavoro del project manager dedicato al progetto ecommerce inizia con il kickoff per la raccolta delle informazioni sulla situazione esistente e dei desiderata del progetto, per continuare con call ed incontri a scadenza settimanale (o più incontri settimanali, se le fasi del progetto lo richiedono), fino a quando il sito andrà in linea. Da qual momento il project manager dedicato si occuperà della raccolta e della sistemazione di eventuali bug fixing nel mese seguente. Il suo lavoro può trasformasi, su richiesta, in quello di un “Success Manager” per seguire il cliente una volta che il progetto ecommerce è terminato, al fine da supportare il cliente nel tempo, per valutare implementazioni e miglioramenti sul progetto esistente. La pianificazione con il modello a cascata Questo metodo viene utilizzato nei dipartimenti informatici che hanno a che fare con grandi progetti. Il risultato è riuscire a realizzare tutte le fasi (una per una) fino a completare l’intera creazione del sito. Con tale metodologia chiamata “modello a cascata”, ogni operazione è ben studiata ed influenzata dalla precedente. Per quanto buona però, anche questo modello può nascondere delle insidie: potrebbe richiedere dettagli ben precisi per ogni singolo step e, nella sostanza, un lavoro ulteriore. Tutto deve essere specificato, anche la lunghezza degli header, la dimensione del carattere e quale tipo di galleria risulta più funzionale rispetto ad un’altra. Diciamo che il modello a cascata è indispensabile per progetti in cui non c’è la possibilità di sbagliare o comunque quando ci sono determinate spese d’affrontare. Ripeto: se scegli questa modalità, è essenziale che tutto sia specificato nel minimo dettaglio, così da evitare intoppi nel processo di creazione. Tuttavia, i contenuti web sono intesi per esser cambiati nel tempo. Questo significa che usare il modello a cascata significa progettare tutto quanto in anticipo ma, allo stesso tempo, rimanere il più flessibili possibile. Saranno poi gli Editor del sito che dovranno avere la perspicacia di cambiare titoli, contenuti, foto chiave e tanto altro sia in fase iniziale che successivamente. Strategia Agile Recentemente, sempre più frequente è lo sviluppo del marketing Agile: una modalità di lavoro che richiede competenze specifiche e prontezza di riflessi. Per semplificare: significa che con poco si riesce a guadagnare tanto ( chiaramente questo “poco” deve essere coinciso e deve andare dritto al punto). L’esempio che posso fare è quello di una recente campagna di marketing di Wendy’s. Uno studente chiedeva quanti retweet doveva fare per ricevere chicken nuggets gratuiti. Successivamente, l’azienda, ha risposto “18 milioni”. Così realizzò (quasi) il suo intento di raggiungere più follower possibile con una sola risposta. Questo ovviamente è solo un’esempio di marketing Agile e bisogna capire se poi può essere integrato all’interno della strategia aziendale per la realizzazione tuo sito. Ma l'idea base rimane: se è la prima volta che realizzi un progetto ecommerce parti facile, rimani basilare, non andare a complicare le cose con idee delle quali non ha una validazione in termini di ritorno dell'investimento. Molto meglio partire con un progetto dimensionato sulle reali esigenze, per poi, eventualmente ampliarlo, se ci rendiamo conto che ci sono degli aspetti che potrebbero portarci un vantaggio competitivo e garantirci una migliore presenza sul mercato. Anche perché, comunque, gli elementi che vuoi inserire nella realizzazione di un ecommerce impattano nel costo del progetto. E quindi... vediamo quello. Il costo di un progetto ecommerce Nel momento in cui prendi la decisione di realizzare un sito di ecommerce per un'azienda, arriva il momento di capire a quanto ammonta il proprio budget. Sarà necessario preparare un bel po’ di domande da fare all'agenzia, partendo con idee chiare e proposte personali, andando sempre nel dettaglio per approfondire gli eventuali bisogni. Consiglio di partire una lista di 3 siti che potrebbero essere un benchmark o che valutiamo interessanti e altri 3 che non consideriamo al top, per capire ovviamente su quali elementi puntare. Quando parliamo di realizzare un progetto di un sito ecommerce le cose si fanno davvero complicate, perché molti sono gli elementi che dobbiamo valutare prima di buttarci a capofitto in questa impresa. Si parte dalla software selection: SaaS in abbonamento o sito installato su un proprio server? E nel caso del SaaS, che tipo di software? Qualcosa di semplice e con logiche standard o qualcosa di più complesso ed articolato? Nel primo caso la nostra soluzione chiavi in mano è per Shopify, nel secondo caso con BigCommerce. Il costo di partenza potrebbe essere attorno ai 15/20.000 €. Ci sono ovviamente strade meno costose (come quella di rivolgersi ad un freelance capace a svolgere tutte le mansioni legate alla realizzazione di un progetto ecommerce) e altre decisamente più costose. Un progetto con Salesforce Commerce cloud difficilmente costa meno di 100/150.000 €. Insomma, dipende molto dagli obiettivi e dalle necessità della vostra azienda. Ma poi le funzioni che si inseriscono possono impattare ed alzare i costi verso l'alto: un connettore per lo scambio dati con il gestionale è una voce da mettere in bilancio, per avere un magazzino sempre allineato e poter scaricare gli ordini dall'ecommerce al gestionale in modo automatico senza dover fare lunghe operazioni a mano. Si parla di 4/9.000 euro (ma poi bisogna fare un'analisi, che viene influenzata dalle regole e dai vincoli che questo connettore deve avere, ma anche dal software gestionale che si usa dall'altra parte). Ma anche la configurazione dei filtri per una comoda navigazione nelle categorie, il pick up in store, lo store locator, un programma di affiliazione e qualunque altra funzione deve essere valutata in fase di impostazione iniziale del progetto. Si fa presto, chiamando funzioni e applicazioni che riteniamo importanti, far volare il budget. Basti pensare alla marketing automation, funzione straordinaria da implementare per un ecommerce che vuole lavorare per far tornare i clienti a comprare e per spingere i tassi di conversione, ma bisogna dotarsi di piattaforme terze come Klavyo o HubSpot (che si pagano in proporzione al numero dei contatti9) Il consiglio è quello esposto nel capitolo precedente: rimaniamo con i piedi per terra ed implementiamo una cosa alla volta, quella che pensiamo serva e riteniamo utile per il nostro business e per la presenza online del nostro brand. Il marketing aziendale Quando invece parliamo dell'investimento in advertising (una delle principali tattiche di acquisizione clienti per un ecommerce) un’idea dalla quale partire è quella di considerare dal 5% al 15% del proprio budget totale da investire per la pubblicità sul sito (anche se poi dipende dai margini e dal valore del cliente). In questa maniera potreste avere una stima di massima di quello che potrebbe significare, in termini di impatto economico, la realizzazione di un progetto ecommerce. Gran parte delle compagnie non riconoscono che costruire un sito non è solo un “tecnicismo” informatico, ma deve andare mano nella mano con gli obiettivi di marketing. Il budget quindi da investire nel progetto - e la pianificazione che ne consegue - rocca Il tuo team marketing deve stabilire gli obiettivi da raggiungere all’interno del sito. I marketer sono intesi come comunicatori e necessitano di ideare il design, la struttura e i contenuti del sito. Devono quindi prendersi una certa responsabilità in questo senso, semplicemente perché comunicare con i clienti è la LORO competenza. Chi si occuperà della struttura funzionale dovrà solo aiutare a soddisfare tutti i requisiti tecnici per raggiungere gli obiettivi di marketing previsti dall’azienda. Se ciò non accade, sarà opportuno rivolgersi a comunicatori esperti per costruire il sito in maniera impeccabile. Conclusioni Abbiamo visto quanto sia necessario essere allineati su un metodo di pianificazione preciso. Ricapitolando: fai un esame profondo sui requisiti necessari, scegli una metodologia adeguata al tuo progetto, pensa bene al budget da utilizzare e il tempo che puoi dedicare, non sottovalutare la strategia di marketing. Tutti questi punti saranno essenziali per la realizzazione (e la riuscita) del tuo sito ecommerce. Il resto sono parole al vento.