Come guadagnare di più con il tuo ecommerce...mentre fai dell'altro. Se stai leggendo questo articolo molto probabilmente pensi di poter ottenere di più dal tuo e-commerce. Siamo convinti che avrai dato il massimo per ottenere la massima redditività dal tuo negozio online. L’avrai ottimizzato per i motori di ricerca, avrai scelto immagini di ottima qualità, progettato minuziosamente l’architettura con filtri e categorie che fossero chiari anche per tua nonna e…hai fatto bene! Tuttavia, capita spesso che quando si ha un E-commerce ci si concentri sui dati positivi, tralasciando quelli che potrebbero essere migliorati. Ad esempio, perché dovresti limitarti a guadagnare 20.000 € e non puntare a 50.0000 €? Cosa ti separa dal farlo? Per esempio, il fatto che non riesci a fidelizzare i clienti, o che ti stai perdendo un sacco di vendite perché non mostri prodotti correlati rispetto a quelli che sta visualizzando l’utente, non lo coccoli con promozioni personalizzate e, forse, ti dimentichi degli utenti che hanno già acquistato. In aggiunta alle attività di marketing automation, per l'ecommerce, è essenziale curare con attenzione e costanza la comunicazione con il target. Il content marketing, inteso come blog, ma anche come tutte le attività affini (email marketing, copy per adv, landing page etc.), rappresenta l’elemento che crea coesione tra i vari passaggi. La giusta comunicazione è l’elemento che aiuta a generare conversione. L'obiettivo della marketing automation per l'ecommerce: il tasso di conversione Molti siti E-commerce fanno fatica a prendere il volo, nonostante abbiano un traffico mensile di tutto rispetto. Altri invece hanno un tasso di conversione stagnante, che si ripete di mese in mese. Secondo Marketo & Ascend2 “Marketing Automation Strategies for Sustaining Success” (2015), la misura più utile delle performance di marketing automation è il tasso di conversione, afferma il 70% degli utenti di marketing automation di successo. E, secondo PR20/20 “Marketingscore report” (2014), le attività molto produttive della marketing automation hanno una media più alta del 60% di tasso di conversione da lead a vendita, e il tasso di queste attività efficaci ha un costo di acquisizione del cliente dell’1,4% più potente. Facciamo un esempio: Antonio ha un e-commerce che vende sedie, i tassi di conversione (in seguito CR) del suo negozio online sono stabili, ha un traffico di circa 10.000 utenti al mese, un CR dell’1% con uno scontrino medio di 150 €. Quindi, 10.000 utenti X 1% = 100 sedie vendute al mese. Fatturato mensile = 15.000 € Antinio vorrebbe aumentare il fatturato. Come fare? Ci sono due soluzioni possibili che può attuare: o deve aumentare il traffico al suo sito, ma ormai il pubblico è saturo dopo aver fatto SEO e progettato campagne AdWords o deve alzare il tasso di conversione, portandolo ad esempio al 2%. Quindi 10.000 utenti X 2% = 200 sedie X 150 € = 30.000 € Come aumentare il tasso di conversione? Con la Marketing Automation. Apri Amazon o Booking e noti subito che sono un po’ diversi rispetto al tuo sito, ci navighi un po’, esci, ci ritorni e ti accorgi che i testi, i prodotti e forse anche la grafica che visualizzi sono diversi a distanza di qualche ora, è come se sapessero cosa ti interessa…magia? No. Spionaggio? Non proprio. Si chiama marketing automation. Cos’è la marketing automation per ecommerce? Volendo dare una definizione generica, possiamo dire che è una branca del digital marketing, dedicata alle vendite online. La marketing automation per ecommerce può essere semplice come davvero elaborata, può essere implementata da grandi aziende come da piccoli business e trova la sua massima espressione all’interno di un sito e-commerce. Le azioni automatizzate di marketing sono finalizzate a mantenere coinvolti gli utenti e alla vendita di prodotti e si traduce nel consegnare contenuti personalizzati interessanti al singolo utente (mail, banner e pop-up in real time) al fine di farlo avanzare lungo il funnel di vendita. In poche parole, con l’automazione è possibile creare dei flussi di alimentazione personalizzati (Workflow) con l’obiettivo di acquisire nuovi potenziali clienti, convertirli in clienti e nello scenario migliore, in clienti fidelizzati. Tramite l’utilizzo di un software di marketing automation si possono automatizzare azioni molto targettizzate in base al verificarsi di specifici eventi, come azioni compiute dagli utenti sul tuo e-commerce. Dal momento in cui si registrano, vengono inseriti nel CRM, e, in base alle azioni che compiranno, entreranno a far parte di specifici workflow che li profileranno progressivamente. Inoltre potrai personalizzare la navigazione dei visitatori che non sono ancora identificati. Quali sono gli obiettivi principali della marketing automation? Automatizzare i flussi; Snellire le attività ripetitive; Aumentare i contatti interessati; Aumentare il tasso di conversione; Un e-commerce, per essere performante, deve risultare veloce e pratico nell’utilizzo, ed è in tale ottica che va letta l’automatizzazione dei flussi (i Workflow), che consente una navigazione rapida e senza intoppi per gli utenti. A questa operazione è strettamente collegato lo snellimento delle attività ripetitive, che appunto diventano automatizzate, quindi non più soggetti a persone fisiche che devono compiere sempre la stessa azione “x” volte. L’automazione è un processo che aiuta anche a generare meno errori e falle nei processi di inbound marketing. Tutto il team che lavora su un e-commerce viene quindi liberato da gravose incombenze, quindi può concentrarsi maggiormente sul “core business” dell’azienda. È grazie ai processi di automazione e quindi alle relative piattaforme utilizzate, come ad esempio Hubspot, che diviene possibile intercettare quelli realmente interessati da coloro che, invece, si stanno solo informando su prezzi, spese di spedizione e resi. Una volta individuato un potenziale cliente già registrato (per farlo serve attuare strategie di lead generation) ed interessato al prodotto, che però non ha ancora acquistato, quello che solitamente si programma di fare con la marketing automation è, ad esempio, un’attività di email marketing il cui obiettivo è ricordare al cliente i termini ultimi entro i quali procedere con l’acquisto. Ma non solo, perché con la marketing automation è possibile sfruttare anche altri strumenti come i Pop Up pubblicitari, che ricordano al nostro prospect di dover concludere l’acquisto. Con la marketing automation per ecommerce inoltre possiamo programmare tutte quelle operazioni che altrimenti dovremo fare a mano. E ciò implicherebbe segnare dei promemoria. Invece, in un’unica volta, si preparano tutte le azioni di marketing e si lancia il workflow. Ciò che sicuramente però si deve fare, è monitorare le azioni degli utenti, valutando così quali altre attività di marketing è necessario aggiungere al processo. Le automazioni per ecommerce: il funnel del marketing Per comprendere meglio come funziona la marketing automation per e-commerce, dobbiamo spostare l’attenzione sul cosiddetto funnel marketing. Funnel in inglese significa imbuto e rappresenta il percorso che deve portare il visitatore a trasformarsi in cliente. Per essere più chiari ecco un esempio di funnel applicato ad un negozio fisico. Supponiamo che in un negozio di abbigliamento in un giorno entrino circa 100 persone. Alcuni visitatori acquisteranno e diventeranno clienti, mentre altri se ne andranno senza comprare. Lo stesso discorso vale per gli e-commerce: non tutti i visitatori che atterrano sul tuo sito acquisteranno. Il funnel è quindi un imbuto immaginario: all’ingresso giungono diversi visitatori, ma non tutti arrivano alla fine del percorso. Il tuo obiettivo è ridurre quanto più possibile l’abbandono e portare il maggior numero di visitatori fino alla fine del tunnel, che significa acquisizione e fidelizzazione del cliente. Il funnel inoltre è utile alla marketing automation per ecommerce per capire in che stadio si trova il potenziale cliente, in modo da fornirgli comunicazioni e contenuti dedicati. Di seguito ecco il percorso ideale del visitatore: Utente generico; Lead, un contatto potenzialmente interessato alla tua offerta; Prospect, una persona che mostra alto gradimento e interesse verso l’offerta; Cliente, il visitatore viene convertito; Ambassador, il cliente diventa un vero ambasciatore del tuo brand avviando un passaparola virtuoso sia nell’online che nell’offline. Non è tanto la vendita l’obiettivo principale del funnel marketing, quanto piuttosto la fidelizzazione del cliente. L’utente potrebbe non acquistare perché non è disponibile ciò che gli serve, o magari preferisce un prodotto di un colore attualmente non presente. L’importante è aver fidelizzato quel cliente, che conosce il brand ed è disposto ad acquistare quanto prima. Come creare un funnel per ecommerce: le fasi e i contenuti da sviluppare Una volta capito cos’è il funnel per e-commerce, è prioritario soffermarci sulle fasi principali e i contenuti da implementare. Come già anticipato devi prestare grande attenzione al tuo pubblico di riferimento, raccogliendo le caratteristiche e le abitudini dei tuoi clienti in un database per definire le azioni più efficaci in termini di contenuti. Per raggiungere questi obiettivi Shopify rappresenta un valido alleato, un software versatile ed estremamente avanzato che si adatta ad ogni tipologia di ecommerce. Per attirare i tuoi potenziali clienti devi creare una serie di contenuti attrattivi e coinvolgenti. Puoi usare diversi strumenti che, agendo a livello omnicanale, raggiungono una notevole quantità di utenti. Blog aziendale, ottimizzazione SEO, social media ed email marketing sono alcune delle frecce nel tuo arco che ti consentono di creare un percorso d’acquisto rapido. La creazione dei contenuti, quindi basarsi sui principi del content marketing, è uno step altrettanto delicato e prevede principalmente 3 fasi, ognuna delle quali merita un’attenzione diversa: TOFU (Top of Funnel): in questa prima fase si possono utilizzare contenuti non eccessivamente impegnativi, l’importante è catturare l’attenzione dell’utente; MOFU (Middle of Funnel): è la parte centrale del funnel che dovrebbe trasformare il lead in prospect. Qui puoi usare contenuti più specifici e approfonditi per fare breccia nel cuore dell’utente; BOFU (Bottom of Funnel): la parte finale dell’imbuto, cioè dove l’utente è finalmente diventato un cliente. Per non fartelo scappare puoi proporre contenuti molto interessanti, come coupon, sconti o ebook gratuiti. Progettare in modo sistemico e mirato queste fasi ti consente di realizzare contenuti mirati, concentrando i tuoi sforzi e limitando le perdite di tempo. Ragiona sempre dal lato del cliente e chiediti quali sono i servizi o i contenuti che vorresti trovare su un sito che vende prodotti e beni di tuo interesse. Vantaggi del marketing automation per l’e-commerce Una buona user experience si traduce quindi in massimizzazione dell’investimento. Il marketing automation migliora il tuo ecommerce e ti garantisce una serie di vantaggi tangibili. Analizziamoli di seguito. Segmentazione del pubblico Puoi conservare i dati dei tuoi clienti in un apposito database che contiene informazioni preziosissime. Con la marketing automation puoi ulteriormente segmentare il tuo pubblico, cioè inviare le email oppure organizzare le campagne pubblicitarie in modo ancora più mirato e oculato. Personalizzazione dell’esperienza d’acquisto La personalizzazione dell’esperienza d’acquisto del cliente è strettamente collegata alla segmentazione del pubblico. Il contenuto che gli proponi è tagliato su misura delle sue esigenze e delle sue abitudini. Diventa molto più facile accompagnare il cliente durante il funnel e-commerce e portarlo fino alla meta finale, cioè l’acquisto. Invii automatizzati e pianificati di email per risparmiare tempo e fatica Prima del marketing automation dovevi inviare le tue email manualmente, con un’enorme perdita di tempo e dispendio di energie. Con i nuovi strumenti puoi pianificare l’invio di email per una settimana, o addirittura per un mese, in modo completamente automatizzato. Puoi addirittura scegliere l’ora, selezionando quella in cui l’utente può leggerla più comodamente. Risparmi tempo preziosissimo da dedicare ad attività più complesse e pertinenti al tuo business. Anche i tuoi team di lavoro avranno più tempo a disposizione a beneficio della produttività e della qualità dei servizi offerti. Impostare i workflow per ecommerce: l'importanza dei comportamenti di acquisto Una volta ottenute le informazioni fondamentali che rendono un utente contatto, quello che più ti premerà sapere se sei un gestore di un e-commerce è il comportamento sul tuo sito, come: La frequenza di acquisto Il primo ordine effettuato I prodotti acquistati, l’ultimo ordine I prodotti all’interno del carrello I contenuti più visualizzati/preferiti Avere queste informazioni ti permette di comunicare in maniera più pertinente e significativa. E, un software di marketing automation integrato con il tuo e-commerce ti darà tutte le informazioni di cui hai bisogno. Inoltre, come abbiamo già accennato, puoi personalizzare l’esperienza di ogni visitatore che atterra sul tuo sito e-commerce, anche delle persone che non hanno mai effettuato la registrazione, che non sono ancora contatti, grazie ai dati comportamentali e alle informazioni che si portano dietro attraverso i cookie, di conseguenza puoi far loro visualizzare banner diversi in base: Alla nazione di provenienza; Il tipo di dispositivo utilizzato; La fonte di referral (come hanno trovato il tuo sito, da quale altro sito sono arrivati, che keyword hanno fatto attivare per arrivarci, o su quale annuncio hanno cliccato); I comportamenti sul sito che hanno avuto nelle sessioni precedenti e in quella attuale; Workflow per ecommerce off site e on site Come dicevamo, un workflow è un insieme di azioni automatizzate e finalizzate che vengono eseguite tempestivamente solo se si verificano determinate condizioni. Accompagnano l’utente in tutte le fasi del processo di acquisto. I workflow possono essere legati all’esperienza di navigazione dell’utente in tempo reale, cioè quando sta visitando il tuo sito (come la modifica dinamica dei contenuti in base al tipo di utente). Queste azioni devono andare in sinergia con quelle che manterranno gli utenti coinvolti anche off-site (email, sms, social media). La marketing automation nell'ecommerce riesce a massimizzare l’efficacia dell’email marketing e delle vendite online, permettendo una personalizzazione capillare e una segmentazioni molto accurata e pertinente. Per esempio, se un utente riceve un coupon per il suo compleanno con un codice sconto, quando entrerà nel sito dovrà visualizzare un banner/pop-up che gli ricorderà di tale comunicazione. Ora vogliamo farti venire l’acquolina in bocca mostrandoti degli esempi di workflow che puoi implementare con un software di marketing automation. I workflow si possono suddividere complessivamente in due macro-categorie: - workflow off site: seguono l’utente fuori dal sito, intercettandolo con un approccio multi-canale (via mail, attraverso i social media etc...); - workflow on site: interagiscono quando l’utente sta navigando sul sito; Alcuni esempi di Workflow per ecommerce off-site 1) Email di benvenuto Evento scatenante: registrazione al sito L’iscrizione è un evento di cui devi per forza approfittare, dal momento che il contatto è più propenso a ricevere informazioni da te, hai l’occasione di avvicinarti a lui/lei e creare un primo legame attraverso una email personalizzata di benvenuto al fine di trasmettere i valori della tua azienda e, soprattutto, stimolare e incentivare un primo acquisto. Come? Inviando un coupon di sconto, per esempio, o concedendogli la consegna gratuita per il primo ordine 2) Email per il carrello abbandonato Evento scatenante: abbandono del carrello prima della fase di acquisto Per gli utenti registrati che non hanno effettuato l’acquisto, ma ne hanno solo avviato il processo, l’email è essenziale per ricordare loro i prodotti che avevano suscitato interesse. Stimola nuovamente quell’interesse. Come? Ricorda loro che i prodotti nel carrello sono acquistabili facilmente, invia un incentivo economico che possa allettare l’utente e suscita in lui credibilità e fiducia verso quei prodotti, allegando recensioni e testimonianze di acquisto. 3) Email transazionali post acquisto Evento scatenante: acquisto di un prodotto Quando un cliente compra sul tuo sito devi inviare un’email, detta transazionale, che riepiloga tutti i dettagli dell’acquisto. A cosa serve? Fa capire all’acquirente che hai una struttura solida e sicura, rafforzando anche la tua brand awareness. Ovviamente ringrazialo per aver scelto te ed, eventualmente, proponi articoli di blog o prodotti correlati al suo acquisto. Il marketing automation è uno strumento finalizzato non solo alla vendita, ma soprattutto alla fidelizzazione del cliente. Trattenere un cliente acquisito è molto più economico e vantaggioso che conquistarne uno nuovo. 4) Email di up-selling/cross selling Evento scatenante: acquisti passati Conoscere gli acquisti passati, ti offre un enorme vantaggio per suggerire dei prodotti correlati che stuzzichino la fantasia dei clienti. Mostra e consiglia prodotti caratterizzati da una qualità maggiore, un valore più elevato o in qualche modo collegati a quelli già acquistati. Attraverso una email di up-selling fai capire loro i vantaggi di una versione più avanzata del prodotto o servizio e come quello riuscirà a rispondere ai suoi bisogni e con una di cross-selling offri qualcosa che completi l'offerta. Come? Ricordati di non spingere l'acceleratore sulla vendita, usa la sottigliezza come arma: sii delicato e sii abile nel suggerire il prodotto giusto al momento giusto. 5) Email di riattivazione Evento scatenante: mancata apertura comunicazioni o accesso al sito Mettere in atto delle comunicazioni che andranno a riattivare i contatti/clienti dormienti per un database efficiente e in caso eliminare i contatti inattivi. Ricorda: avere un database funzionale è importante perché in caso contrario potrebbe intaccare la tua reputazione di mittente. I contatti non attivi possono essere: utenti che non aprono più le tue comunicazioni utenti che le aprono ma non acquistano da molto tempo utenti registrati da poco ma che non hanno ancora effettuato il primo acquisto Come? I dati sugli acquisti passati sono fondamentali in questo tipo di workflow per stimolare nuovamente un interesse verso la tua azienda. Alcuni esempi di workflow per ecommerce on-site Quando un utente è sul tuo sito, il tempismo è l’elemento chiave che hai a disposizione per riuscire a offrire i contenuti a cui è più interessato e aver più occasione di concludere una vendita. Devi interagire con lui in tempo reale, attraverso delle azioni programmate con anticipo che saranno innescate quando si verificherà una determinata azione. Il limite dei workflow off site è determinato dal fatto che devi avere la mail del visitatore per poter creare dei flussi di alimentazione. I workflow onsite ti permettono di personalizzare la navigazione in base ai comportamento di ogni visitatori (in rapporto al tipo di dispositivo utilizzato, nazione di provenienza, fonte di referral, comportamenti sul sito). 1) Web personalization Evento scatenante: visualizzazione del sito Il sito può diventare elemento dinamico in costante evoluzione personalizzando l'esperienza di ogni utente con contenuti dinamici in base all'utente che li visualizza. Si rivela un ottimo sistema per incentivare la vendita e fidelizzare i clienti. Come? La marketing automation ti permette di riconoscere i visitatori e far visualizzare pagine e prodotti diversi, attraverso contenuti dinamici (banner, foto, pagine del sito..) che si adatteranno automaticamente a seconda della persona che li visualizza. 2) Pop-up/Banner codice sconto per contatti non identificati Evento scatenante: nuovo visitatore L'arrivo di un nuovo visitatore al tuo sito è un'occasione da non farsi sfuggire. Devi stabilire un primo legame per riuscire a convertirlo in contatto e iniziare a implementare tutte quelle attività che andranno a stimolare il processo di acquisto. Come? Fai apparire dei banner che invoglino lo scambio dei suoi dati fondamentali (nome, cognome, email) in cambio di un coupon promozionale con uno sconto speciale per i nuovi iscritti alla newsletter. 3) Pop-up/Banner con sconto per il primo acquisto Evento scatenante: contatto che deve ancora effettuare il primo acquisto Insieme alle email che opereranno una volta che l'utente sarà uscito dal tuo sito, devi programmare delle comunicazioni in tempo reale trasmesse tramite banner/pop-up che stimoleranno i visitatori. Come? Fai visualizzare un banner che offre un extra sconto per il primo acquisto, incentiva l'avvio del processo di vendita. 4) Pop-up/Banner di suggerimenti dinamici con prodotti correlati Evento scatenante: visualizzazione prodotti Mentre i tuoi visitatori stanno curiosando nel tuo E-commerce e visualizzando i prodotti a cui sono maggiormente interessati, aiuta la loro navigazione e tenta di apparire ai loro occhi autorevole e utile alla soddisfazione dei loro bisogni e desideri. Come? Mostra loro prodotti correlati a cui potrebbero essere interessati. Se stanno visualizzando delle scarpe con il tacco, fai apparite un Forse potrebbe interessarti. Strumenti per fare marketing automation nell'ecommerce (+conclusioni) La marketing automation, se fatta nel modo giusto, è una fantastica opportunità per aumentare i tuoi guadagni e per mantenere alta la soddisfazione dei tuoi clienti. L'unico consiglio che possiamo darti è di scegliere con cura la piattaforma che utilizzerai e di affidarti a degli esperti per aiutarti a prendere questa decisione. Pensa ai report di fine mese, proiettati già nel momento in cui visualizzerai quell'aumento del tuo tasso di conversione e vedrai con i tuoi occhi il fatturato mensile in crescita. Uno degli strumenti che consigliamo è senza dubbio HubSpot che possiede un'integrazione nativa con gli ecommerce Shopify mentre per quanto riguarda piattaforme come BigCommerce, per l'integrazione dei dati, è necessario lo sviluppo di un connettore custom. HubSpot inoltre permette la raccolta dei dati anche da altre piattaforme, come social network, Google ADS, piattaforme per la gestione di webinar, eventi ecc... Cosa significa questo? Che l'evento scatenante può essere un mix di queste cose, per una personalizzazione della comunicazione ancora più completa. Non ti piacerebbe sapere se i tuoi visitatori hanno già comprato da te o guardare all’interno dei loro carrelli abbandonati? E non ti piacerebbe inviare di conseguenza dei messaggi mirati in tempo reale, mentre stanno navigando sul tuo sito o dopo che l’hanno lasciato, in base a quello che hanno visualizzato e alle azioni compiute? Ti sembra ancora così utopico l’aumento delle performance di vendita e un e-commerce sullo stile di Amazon? Contatta degli esperti Hubspot per partire subito a integrare la marketing automation nel tuo ecommerce. Se vuoi approfondire ulteriormente il discorso e ricevere consigli per ottimizzare le attività di lead nurturing, puoi scaricare qui sotto l’ebook gratuito dedicato al marketing automation e all’analisi delle performance.
La personalizzazione della fase di checkout non è una cosa scontata in un progetto ecommerce, anche perché quando gli utenti arrivano al checkout, hai già fatto gran parte del lavoro! Con ogni probabilità sono visitatori altamente qualificati e forse pure coinvolti con il tuo brand, ma soprattutto pronti per l'acquisto. Riuscire ad ottimizzare al meglio questo ultimo passaggio del processo di acquisto può avere un impatto importante in termini di percentuale di conversione, e quindi delle vendite fatte! La personalizzazione del checkout di Shopify Plus Shopify Plus ha implementato le funzionalità relative al checkout con tutta una serie di personalizzazioni e ottimizzazioni possibili, con l'obiettivo di favorire al massimo le conversioni: dal processo di consegna, alle automazioni per incentivare un successivo acquisto, al miglioramento dell’esperienza dell’utente sul sito… e molte altre funzionalità di check-out altamente performanti per aiutare il tuo e-commerce a vendere di più. Perché personalizzare il checkout? Sebbene il processo e il design del checkout di Shopify sia ottimizzato per coinvolgere l’utente e portarlo con semplicità verso l’acquisto, non di rado può succedere che alcuni commercianti vogliano personalizzare ulteriormente il checkout per il loro brand e in relazione ai loro processi poi interni aziendali. Queste cose si possono fare con semplicità con Shopify Plus (come per esempio la personalizzazione della fase di pagamento o il processo stesso del pagamento). Questa, insieme a moltissime altre, è una caratteristica che rende Shopify Plus un vero partner per la crescita della tua azienda. Il checkout liquid di Shopify Plus (in dismissione) Se è vero che Shopify, di base, fornisce ad ogni negozio online un checkout ben ottimizzato ed efficiente, è altrettanto vero che, soprattutto per alcune realtà aziendali, poter personalizzare totalmente questa fase può fare davvero la differenza in termini di esperienza percepita dal cliente finale, quindi potenzialmente anche di vendite effettuate. Shopify Plus permette proprio questo: cioè personalizzare il layout, il design per ottimizzare il proprio brand e le esigenze specifiche del tuo e-commerce, come la one page checkout di Shopify. Ad esempio, si può operare sull'aspetto del checkout per renderlo coerente col brand, si può inserire una barra di avanzamento delle fasi di checkout per dare anche un riferimento visivo al visitatore nel suo processo di acquisto: può sembrare strano, ma per l’utente capire che gli mancano due o un solo passaggio per giungere al pagamento, lo mette nelle condizioni mentali di pensare di avere tutto sotto controllo e quindi di serenità. Il tutto sempre per facilitare il processo di checkout. Come? Attraverso la personalizzazione a codice e il checkout.liquid messo a disposizione da Shopify Plus per chi deve personalizzare il checkout. Checkout.liquid è un layout sviluppato con linguaggio Liquid, che permette di personalizzare completamente il checkout a livello di design ed user experience. Questo tipo di soluzione però necessita di conoscenze avanzate lato programmazione, pertanto per un merchant che non dovesse avere queste skill è bene affidarsi a degli esperti Shopify e spiegare le proprie necessità: ti sapranno sicuramente guidare verso la soluzione ottimale. Il codice liquid per la personalizzazione è ottenibile, una volta effettuato l'accesso all'account Shopify ed essere entrati all'interno del tema che si desidera modificare, cliccando su modifica codice. 13 agosto 2024: la data della fine del checkout liquid La notizia di Shopify è che dal 13 agosto 2024 non sarà più possibile operare sul checkout tramite codice liquid, nemmeno per gli sviluppatori di negozi Shopify Plus e sarà superato dal cosiddetto checkout estensibile (ne parliamo nel prossimo punto). Entro quella data pertanto tutti i negozi dovranno eseguire l'update delle loro pagine checkout. Questo perché Shopify, da sempre attento alla user experience degli utenti sui propri siti ecommerce, ha notato forti limitazioni per quanto riguarda questo metodo di personalizzazione della pagina di pagamento. Gli sviluppatori infatti erano chiamati ad apportare costanti aggiornamenti per rimanere al passo con le novità in termini di user experience e per accedere a nuove personalizzazioni. Inoltre, la mancanza di API diretti per la customizzazione del checkout era una lacuna certamente da colmare. Questo lato utente comportava inoltre limitazioni riguardo alla user experience e per le performance del checkout. Checkout extensibility: il nuovo modo di personalizzare gli store Shopify Plus Il nuovo checkout di Shopify Plus, con le sue personalizzazioni, è definito checkout extensibility, ossia un checkout che può essere esteso tramite il download o la creazione di applicazioni che consentono di inserire funzionalità all'interno della pagina di pagamento. Questo tipo di checkout, non solo permette costantemente il facile accesso a soluzioni aggiornate, che possono far incrementare il tasso di conversione all'interno del checkout, ma permettono allo stesso tempo agli sviluppatori di adottare soluzioni anche molto complesse e creative. Per consentire ciò, Shopify Plus mette a disposizione delle API per le funzionalità più varie finalizzate al miglioramento della customer experience dei clienti che acquistano su ecommerce Shopify. Queste API infatti servono anche per la creazione di applicazioni per il tracciamento degli eventi, in modo da poter toccare con mano dove ci siano difficoltà per gli utenti nella loro customer experience. Possono essere anche usati gli API di branding e customizzazioni a livello di design della pagina del checkout. Inoltre tutte le applicazioni del checkout estensibile sono dotate di certificati di sicurezza, sia lato sviluppo, sia lato usabilità all'interno del checkout. Con il checkout estensibile di Shopify Plus inoltre è possibile utilizzare le logiche di Shopify Function per creare esperienze di acquisto ancor più personalizzate e fluide, inserendo sconti su prodotti e spedizioni personalizzate in base a determinate condizioni. Ad esempio puoi offrire la possibilità di ottenere un codice sconto di 20€ in base se l'importo al checkout è maggiore a 200€. Il successo di questa tipologia di checkout è dimostrata da Shopify dai dati derivanti dall'app di Shop, nella quale questa tipologia di checkout è già stata testata ed adottata. Le personalizzazioni disponibili nel checkout extensibility di Shopify Plus La prima di queste è sicuramente legata alla possibilità di prevedere ulteriori possibilità di vendita all'interno del checkout, grazie alla possibilità di fare upselling e cross selling. Una delle prime applicazioni native in questo senso è Automizely Checkout Upsell, che consente ai merchant Shopify Plus di aggiungere offerte in upsell all'interno del carrello, della pagina di pagamento e della pagina post acquisto. Altra finalità è quella di aumentare il tasso di conversione al checkout. Ci sono molte applicazioni all'interno dell'app store di Shopify che consentono ai merchant di fare ciò. Come? Attraverso l'inserimento di: Trust badge; Opzioni regalo; Opzione relativa ad un periodo di prova del prodotto; Opzioni per l'invio di messaggi regalo al destinatario dei prodotti; Una delle app per la gestione del periodo di prova gratuita è TryOnfy, applicazione che consente la gestione della prova gratuita dei prodotti gestendo tempi di prova, modalità e l'incasso dell'ammontare alla fine del periodo di prova. Le app inoltre possono aiutare ad aumentare il tasso di engagement dei clienti, attraverso l'invio di SMS oppure email ai clienti, non solo relativi ad esempio ad una richiesta di recensioni, ma anche relative ai programmi di fedeltà sottoscritti. Una di queste applicazioni è Smile che consente ai merchant di gestire i programmi fedeltà per i clienti con delle facili integrazioni con altre piattaforme di email marketing e di servizio clienti. Ulteriori funzionalità delle applicazioni presenti nell'app store di Shopify è la creazione di promozioni esclusive e personalizzate per i clienti, la possibilità di creare pagine ringraziamento personalizzate, con al suo interno sondaggi, video o altro ancora. Per la gestione di promozioni in esclusiva c'è Discount Kit, con la quale i merchant possono offrire sconti sulle quantità, inserire regali all'interno dell'ordine oppure inserire degli obiettivi all'interno dell'ordine (esempio fai un ordine di 100€ e avrai uno sconto del 30%) Ci sono anche molte applicazione di tipo operativo, che consentono anche di inserire un timer entro il quale completare l'ordine oppure la possibilità di cambiare variante prodotto o la quantità direttamente all'interno del checkout. Quali API sono disponibili per personalizzare il checkout? Per personalizzare il checkout, tramite checkout estensibile di Shopify, la piattaforma ha messo a disposizione degli sviluppatori e dei merchant API per customizzare la pagina di pagamento all'interno dell'ecommerce. In seguito vedremo alcuni degli API disponibili per personalizzare il checkout. 1. API per codici sconto e buoni regalo Questa tipologia di API servono per aggiungere la possibilità, in fase di pagamento, di riscattare codici sconto e gift card, ottenendo così una scontistica dell'intero importo del carrello. Di seguito presentiamo un esempio dell'utilizzo di un codice sconto all'interno del checkout, tratto direttamente dall'articolo del blog di Shopify. 2. Session Token API Molto spesso capitava che con alcune estensioni, ad esempio le app per riscattare punti di premi fedeltà, si dovesse eseguire un doppio accesso, prima all'interno di Shopify e poi all'interno dell'applicazione. Con queste API può essere abilitato l'accesso ai token di sessione, in modo da garantire l'accesso a richieste di API o del back-end da parte di applicazioni o piattaforme di terze parti, ovviamente già configurate all'interno della piattaforma di Shopify. L'utilità che più salta all'occhio è quella di poter riscattare rapidamente i punti fedeltà, senza effettuare doppi accessi, grazie alla possibilità di sincronizzare l'importo del checkout con la fidelity app, in modo da calcolare rapidamente e riscattare altrettanto rapidamente il punteggio direttamente al checkout. 3. API di anteprima dell'editor In fase di editing della pagina di checkout, grazie alle API di anteprima dell'editor, è possibile in tempo reale le estensioni disponibili in fase di checkout, con la possibilità di aggiungerle tramite l'editor drag-and-drop e visualizzarne l'anteprima, senza apportare prima le modifiche necessarie. Per ulteriori informazioni riguardo le API disponibili per la checkout extensibility ti lasciamo il link alla pagina per sviluppatori di Shopify. Conclusione Shopify Plus ti offre davvero tutti gli strumenti per rendere piacevole e personalizzata l’esperienza di acquisto dei tuoi clienti, non solo da un punto di vista tecnico. Shopify Plus offre una serie di vantaggi davvero invidiabili per chi desidera avere un e-commerce capace di incrementare le vendite online. In fondo se un cliente è soddisfatto, in toto della sua esperienza di acquisto, hai buone probabilità che torni ad acquistare.
Quando realizzi un e-commerce devi pensare come se fossi proprio tu il consumatore finale. I clienti desiderano vivere un’esperienza cucita su misura per loro ma, soprattutto, non vogliono perdere tempo. Per capire se il tuo progetto ecommerce funziona ti basta fare un semplice esperimento e cioè simulare un acquisto sulla tua piattaforma. La navigazione è semplice? L’interfaccia è intuitiva? Riesci a trovare subito il prodotto di cui hai bisogno? La grafica è accattivante? Ponendoti queste domande capirai che alcune funzionalità sono essenziali per una navigazione semplice e intuitiva e tra queste rientra sicuramente il motore di ricerca e-commerce. Tutte le principali piattaforme online, da Amazon a Youtube fino a Google, sono dotate di un motore di ricerca dove digitare il contenuto che si sta cercando per accedervi rapidamente. Si stima che la maggior parte dei clienti che atterrano su un e-commerce vanno direttamente alla barra di ricerca, così da poter visionare, analizzare e studiare il prodotto, l’articolo o il servizio che stanno cercando. Nei seguenti paragrafi analizziamo perché il motore di ricerca in uno shop online è così importante e quali sono gli step necessari per ottimizzarne le prestazioni. Cos'è un motore di ricerca e perché è fondamentale per un e-commerce Il motore di ricerca interno di un e-commerce semplifica in modo straordinario la vita di un utente che sta navigando nel sito e che sta cercando un prodotto specifico. Invece di far “rimbalzare” il cliente da una pagina all’altra del sito, col rischio di farlo innervosire e farlo scappare a gambe levate, basta inserire un motore di ricerca, cioè una barra interna dell’e-commerce dove digitare il nome del prodotto o del servizio desiderato. Il cliente così ha già la “pappa pronta” e non deve scandagliare il sito per cercare ciò di cui ha bisogno. Un po’ come succede con Google dove, una volta inserite le parole chiavi per la ricerca, compaiono tutti i risultati pertinenti che interessano il navigatore. Si tratta di una scorciatoia che accompagna il cliente per mano verso il prodotto di suo interesse, così da poter completare facilmente e in breve tempo l’acquisto. Puoi realizzare il tuo e-commerce con Shopify, BigCommerce o qualsiasi altra piattaforma, ma il motore di ricerca è una funzionalità praticamente irrinunciabile se vuoi restare al passo con i tuoi competitor. Ecco, se il tuo e-commerce, sia sviluppato con Shopify sia con BigCommerce, non dispone di una barra di ricerca, devi provvedere subito a questa mancanza. Ci sono ovviamente delle strategie per ottimizzare il motore, che consentono di affinare ancora di più la ricerca e che analizziamo nei successivi paragrafi. Ottimizzare il motore di ricerca interna: le 3 caratteristiche fondamentali Ci sono delle ulteriori migliorie che puoi apportare per ottimizzare la ricerca dei prodotti e rendere ancora più intuitiva e rapida la navigazione dei tuoi clienti. Un motore di ricerca interna di un sito deve avere 3 caratteristiche fondamentali e deve essere: Immediatamente visibile. Non avrebbe senso nascondere il motore di ricerca in qualche anfratto del sito, ma deve essere subito visibile e riconoscibile. La cosa migliore sarebbe posizionarlo in alto, in modo che occupi quasi per intero la larghezza dello schermo. Fai in modo che la barra sia facilmente riconoscibile, dando al navigatore input chiari e specifici; Perfettamente funzionante. Affinché il tuo motore di ricerca abbia un’effettiva utilità, deve rispondere in modo coerente e pertinente alle ricerche dei clienti. Un motore di ricerca per certi versi deve essere “intelligente” e quindi comprendere le richieste degli utenti anche quando ci sono degli errori di digitazione che sono molto frequenti, oppure i sinonimi di varie parole. Prendiamo come esempio borsa, che potrebbe essere scritto erroneamente “brsa”, borso”, “brsa” ecc., oppure plurali e sinonimi come “borse”, “shopper” o “shopper bag”. Il motore di ricerca deve essere in grado di intercettare queste ricerche “imperfette” o alternative riuscendo a intercettare le intenzioni del cliente; Dotato dei filtri di ricerca. Nel tuo motore di ricerca devi inserire un sistema di filtri per permettere all’utente di portare a termine velocemente una ricerca avanzata. La ricerca per categoria è una delle modalità più efficienti per ottimizzare la navigazione del cliente, così come la ricerca per prezzo. Queste opzioni consentono ai consumatori di fare una selezione preliminare molto accurata, così da restringere la ricerca su quei pochi prodotti che meglio rispondono alle loro esigenze e necessità. Paradossalmente meno opzioni ci sono a disposizione e più è facile individuare il prodotto più idoneo alle proprie necessità. I vantaggi della barra di ricerca per ecommerce In parte abbiamo già analizzato alcuni dei principali vantaggi offerti dal motore di ricerca, sia che si tratti di un ecommerce b2b oppure di un ecommerce b2c. Nei seguenti paragrafi snoccioliamo tutti i benefici tangibili di avere una barra di ricerca ottimizzata per l’ecommerce. Una migliore user experience per gli utenti Come già ampiamente spiegato il motore di ricerca è uno strumento utilissimo per i clienti, che vanno a colpo sicuro sul prodotto di cui hanno bisogno risparmiando tempo prezioso. Perché dovrebbero sprecare tempo a sfogliare categorie e sottocategorie, quando potrebbero cercare direttamente in un motore di ricerca ciò che desiderano? Tutto questo processo porta ad un miglioramento del tasso di conversione e, in generale, rende molto più fluida e piacevole l’esperienza del consumatore. Come risultato finale ottieni una maggiore fidelizzazione dei clienti, ma consegui un altro risultato importante: il miglioramento del ranking della tua pagina web. Maggiori vendite Il motore di ricerca è uno straordinario strumento per aumentare le vendite a 360°. Supponiamo che il tuo cliente stia cercando un prodotto che però non è disponibile sulla tua piattaforma. Cosa si può fare? Potresti inserire una funzionalità tipo “avvisami quando il prodotto è disponibile”, ma pochi acquirenti lasceranno la loro email. Inoltre il consumatore moderno vuole subito soddisfare i suoi bisogni, quindi è probabile che vada a cercare altrove ciò che sta cercando. La barra di ricerca invece potrebbe mostrare prodotti correlati a ciò che sta cercando il cliente. Ipotizziamo che il tuo cliente stia cercando una scarpa sportiva della Nike che però è esaurita. In tal caso puoi proporre altre scarpe griffate Adidas, Puma o Diadora che soddisfano comunque i suoi criteri di ricerca. Oppure, se il prodotto è disponibile, puoi proporre tramite il motore articoli correlati. Il tutto finalizzato a soddisfare le esigenze del cliente e offrirgli un’esperienza d’acquisto costruita intorno a lui e alle sue necessità. Più dati per conoscere i tuoi clienti Il motore di ricerca è un validissimo alleato per un’altra funzione importante: conoscere le abitudini e le preferenze dei tuoi clienti. Tramite un’analisi delle ricerche interne infatti puoi conoscere meglio i tuoi clienti e raccogliere dati preziosissimi per le tue strategie future. Puoi capire quali prodotti vanno per la maggiore in un determinato periodo, e quali invece hanno una minore richiesta. In questo modo puoi ottimizzare l’ordine dei tuoi prodotti, evitando così il rischio di eccedenze, di invenduti o di ammanchi. Puoi controllare le parole digitate per la ricerca interna, quali sono le key più ricercate e come interagiscono i tuoi clienti con la piattaforma. I dati raccolti ti aiutano a conoscere le parole chiave più gettonate relative al tuo business e con i dati a disposizione puoi: creare contenuti più pertinenti rispetto al tuo target di riferimento; revisionare le categorie presenti nel tuo shop online se ritieni che possa migliorare la navigazione degli utenti; migliorare il collegamento tra le stesse pagine. Conoscere meglio i tuoi clienti dà una marcia in più al tuo e-commerce, sul quale puoi apportare tutte le migliorie per renderlo perfettamente fruibile per il tuo pubblico di riferimento. Conclusioni La barra di ricerca del sito Shopify oppure del tuo sito BigCommerce funge da filo diretto che collega l’azienda al cliente, mettendolo nelle condizioni di poter fare un acquisto secondo le sue preferenze e le sue attitudini. Se ti stai chiedendo come mettere un motore di ricerca nel proprio sito, sappi che la procedura non è particolarmente complessa ma servono comunque determinate conoscenze e competenze tecniche. Puoi quindi affidarti gli esperti di Shopify, che avranno cura della realizzazione del tuo e-commerce a 360°, compreso ovviamente l'inserimento del motore di ricerca interno. Del resto Shopify è una delle piattaforme più quotate e gettonate per creare un e-commerce moderno e personalizzabile secondo le proprie necessità. Se vuoi ulteriormente approfondire il discorso puoi scaricare gratuitamente la guida disponibile alla fine dell’articolo, che ti spiega in modo semplice e intuitivo come funziona dalla A alla Z Shopify. La guida ti illustra passo dopo passo come aprire il tuo store online, quali sono le impostazioni principali dalle più semplici alle più complesse e quali sono le singole sezioni della home di amministrazione per realizzare un e-commerce con i fiocchi.
L'ecommerce cresce di anno in anno, con volumi e ritmi sempre più importanti. Uno dei settori in decisa crescita è rappresentato dall'ecommerce di generi alimentari, ovvero i food ecommerce. Partiamo dai numeri sugli ecommerce food & wine Stando all'European ecommerce report 2022, il 15% di chi ha acquistato online nel 2021 ha comprato prodotti drink & food da un sito ecommerce. Si tratta di una cifra importante, ma se viene rapportata al 68% che han acquistato prodotti di abbigliamento, abbiamo metro e misura di quanto sia importante lo spazio di crescita di questo settore. Il momento di crescita attuale è, quindi, tutto destinato agli ecommerce alimentari food & wine. Il trend inizia qualche anno fa e i numeri ci dicono che le persone sono sempre più a loro agio nel comprare alimenti e bevande online. Altro dato interessante: nel 2022 il settore food nel mondo del commercio online ha registrato una crescita del 17% secondo il comunicato stampa di Netcomm in collaborazione con il Politecnico di Milano. Insomma, dovrebbero bastare queste proiezioni sulla crescita dell'ecommerce alimentare in questi ultimi anni per convincerti della necessità di esplorare questo tipo di business con un progetto ecommerce (le cifre sono in miliardi di $ e parlano solo del mercato USA): Le performance raggiunte in Italia nel periodo del lockdown dovuto al coronavirus, hanno comunque fatto scoprire un mondo a molti acquirenti che non erano così avvezzi agli acquisti online di generi alimentari: questi i tassi di crescita. Cos'è un food ecommerce? Le aziende alimentari che lavorano con e-commerce vendono cibo e bevande online, utilizzando dei sistemi che permettono la presentazione di un catalogo prodotti su internet e ai clienti di completare le vendite e di pagare con una transazione elettronica. I prodotti vanno da generi alimentari standard a specialità uniche, territoriali. Possono includere cibi freschi (pesce, panificati, prodotti refrigerati...) o secchi, che non hanno problemi di deperibilità. A differenza dei negozi online che vendono prodotti non deperibili, è assolutamente essenziale che i commercianti di e-commerce di alimenti gestiscano il tempo e consegnino in modo efficiente, soprattutto quando ci si riferisci a prodotti freschi. Che si tratti di un supermercato, di un famoso cioccolatiere o di un produttore di alcolici, tutti i commercianti con e-commerce possono trarre vantaggio dalle tendenze di crescita degli acquisti online di alimenti e bevande. Il settore è un panorama competitivo che, come qualsiasi altro mercato, richiede le giuste piattaforme di commercio e strategie di marketing per prosperare. Anche noi di ICT Sviluppo abbiamo seguito i nostro clienti nel campo alimentare che si sono affacciati al mondo di internet in questi anni e abbiamo assistito alla crescita dei volumi dell'e-commerce di alimenti e bevande. Ed è decisamente il settore che - forse - nella nostra esperienza, sta portando maggiori soddisfazioni a chi investe con un progetto concreto. Ecco perché siamo convinti che chi ha un'attività alimentare, B2B o B2C che sia, oggi non possa per lo meno non riflettere sull'opportunità di investire nello shop online. Ecco alcuni spunti legati al mondo ecommerce del food che potrebbero darvi degli spunti di riflessione. Il mercato con maggiore spinta? Il lusso. C'è sempre un pubblico che si aspetta e pretende le cose belle della vita, c'è sempre qualcuno con abbastanza soldi da spendere da spenderli per cose che i più reputano superflue. Questo di solito è il pubblico migliore a cui puntare - se i prodotti che hai possono soddisfare i loro palati - per i prodotti con cartellini dei prezzi elevati. Tuttavia, non è necessario che sia l'unico pubblico, ma è sicuramente una tipologia di acquirente che può portare ottimi introiti. Cibi e bevande di lusso, come liquori rari o cioccolatini unici, sono regali ideali per familiari e amici difficili da acquistare, soprattutto nei piccoli centri o da raggiungere senza i disagi del muoversi in una metropoli. Spiegare il tuo marchio, come vengono prodotti i cibi e le bevande che commercializzi e cosa li rende un bene di lusso così speciale, fa parte di una strategia di marketing di successo. Il nostro cliente Oliveri 1882 lo fa molto bene. Si separano dagli altri produttori di pandori e colombe di fascia alta concentrandosi su ciò che rende unico il loro prodotto, ovvero che viene creato utilizzando un processo e una ricetta che si tramanda da generazioni e puntando sui grandi riconoscimenti che sono stati in grado di ottenere grazie a questi processi. Le nicchie di mercato sono più facili da aggredire Alcuni clienti fanno acquisti in determinati negozi per motivi morali ed etici, ad esempio per sostenere le piccole imprese. Altri possono scegliere di farlo per ragioni più specifiche, come esigenze dietetiche, magari per intolleranze di qualche tipo, come per esempio quella al glutine. L'e-commerce alimentare è in una posizione unica qui, rispetto a tutti gli altri settori. Ci sono un sacco di esigenze specifiche che costruiscono pubblici di nicchia sui quali si può puntare con un progetto ecommerce. Il cibo è un affare che coinvolge tutte le persone e tutti i giorni, quindi c'è uno spazio incredibile. Offrire articoli non comuni, difficili da reperire nei negozi di alimenti e bevande convenzionali, può far risaltare il tuo negozio di e-commerce di food. Questo può includere prodotti senza glutine, articoli preparati senza perpetrare crudeltà sugli animali e prelibatezze vegane. Potrebbe essere anche una sezione dedicata all'interno di un sito, dando a questa sezione abbastanza spazio nella comunicazione e nel marketing e nelle scelte strabico-architetturali. Le e-mail di benvenuto sono ideali per mostrare prodotti speciali a tutti i clienti e lavorare sulla brand awareness. Inoltre, segmentando i clienti che hanno già acquistato un prodotto speciale, come un prodotto con il tag vegano, puoi inviare loro e-mail post-acquisto appositamente preparate. Insomma coinvolgere chi si sente eticamente, moralmente o per ragioni di salute, coinvolto, è una scorciatoia per far parlare del proprio ecommerce e trovare spazio nel mondo del web. Acquisti ripetuti e abbonamenti Il targeting dei clienti appena visto, che vuole prodotti di nicchia o di lusso non è una novità per chi mastica comunicazione o ha già provato esperienze di ecommerce: è la pietra miliare del marketing di fidelizzazione. Ma l'altra pietra miliare è senz'altro la possibilità di abbonarsi a dei rifornimenti di articoli prodotti o di rendere facile e di spingere sugli acquisti ripetuti. Entrambe queste proposte godono della natura stessa del prodotto alimentare: deperibile (quindi non posso fare grandi scorte, generalmente) e consumabile (si consuma mangiandolo o bevendolo, quindi deve essere ricomprato se fa parte della nostra dieta). In linea generale, i clienti consumano naturalmente i prodotti alimentari quando sono ancora freschi. Quanto più freschi sono, più vengono visti di qualità e salutari. I prodotti deperibili costringono i clienti a ripetere l'acquisto molto più rapidamente rispetto ad altri tipi di prodotti. Quindi, i negozi di e-commerce di cibi e bevande hanno un grande vantaggio nel trasformare i clienti in clienti abituali. L'abbonamento ha un vantaggio rispetto all'acquisto ripetuto: che si automatizza il processo e si riducono le variabili legate alla curiosità dell'acquirente che va, magari, velocemente alla ricerca di un prodotto alternativo. Personalizzazione del servizio e del prodotto Anni fa avevo programmato una vacanza a Vienna e mi sarei trovato a festeggiare il sesto compleanno di mia figlia lontano dalle sue amiche. Per rendere l'occasione speciale mi sono messo alla ricerca su web di una torta personalizzata da farmi consegnare in Hotel: ho trovato il sito ecommerce di una pasticceria che mi ha fatto scegliere il modello di torta, le personalizzazioni (scritte e colori) e luogo ed ora della consegna. Era un po' caro, ma come non farlo per una figlia e il suo compleanno? Molti commercianti, come il negozio di pasticceria che mi ha offerto questo servizio, conoscono il valore della personalizzazione del prodotto come pure dell'assistenza nella personalizzazione del prodotto (quanto grande devo prendere la torta? Devo tenerla in frigo? Per quante persone? Con quali alimenti viene prodotta?). Principali modelli di ecommerce alimentare Che tipo di ecommerce oggi permettono di acquistare online food & wine? Ho individuato, in linea di massima, 4 tipologie principali di ecommerce alimentare: Negozio online: adattamento 1:1 della spesa online e del modello di business attuale. I rivenditori - spesso già con la loro attività e magazzino fisico - vendono i prodotti anche nei loro negozi online. Marketplace: i rivenditori espandono il proprio catalogo prodotti inserendo prodotti di partner sulle loro piattaforme. Capita di farlo in modo strutturato (Amazon) o in maniera più semplice, inserendo nel proprio magazzino online quello che producono colleghi, partner, produttori. Consegna pasti: i fornitori vendono cibo preparato online e consegnano a domicilio con cadenze variabili - a seconda della deperibilità del prodotto. Abbonamento: i rivenditori consegnano ad es. drogheria preparata per cucinare sulla base di un abbonamento (che, come abbiamo visto, non è un ordine ricorrente). I benefici di un mercato internazionale L'internazionalizzazione degli ecommerce ha aperto le porte ai mercati esteri anche per piccole e medie realtà che si occupano di food, da negozianti ai produttori di generi alimentari, offrendo loro l'accesso a nuovi clienti e l'opportunità di espandersi in nicchie di mercato con prodotti regionali, facendosi conosce ovunque. I rivenditori di generi alimentari online belgi, ad esempio, ottengono un quarto dei loro acquisti da clienti stranieri. In questo caso i negozi online hanno il vantaggio di essere naturalmente multilingue. Altri esempi dagli Stati Uniti, come Amazon International Food Market e Global Food, dimostrano anche che gli alimenti durevoli sono adatti per la vendita al dettaglio online internazionale. Fondamentalmente, la drogheria online attraverso i confini nazionali tende a essere redditizia con specialità alimentari regionali che non sono disponibili nei negozi all'estero. Pertanto, i rivenditori di generi alimentari che intendono attraversare i confini online dovrebbero fornire una gamma di prodotti che attiri clienti internazionali. In Italia ci sono un sacco di specialità regionali che possono trovare spazio nel carrello degli acquisti di clienti da tutto il mondo: pensate alla vastità di prodotti (cibi e vini) che vengono osannati in tutto il mondo e godono del supporto di consorzi e promotori locali. Troppo spesso manca una traduzione in inglese o in tedesco per affrontare i mercati perché i siti web rispondono alle esigenze di trovare una sfogo oltre al territorio, nel mercato nazionale, ma non vengono sviluppati con visioni di business più complete. Le problematiche del food ecommerce Normative e sicurezza La filiera alimentare continua a richiedere a tutti gli attori di aderire a rigorose pratiche operative per garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti. Considerando le potenziali conseguenze della consegna ai consumatori di prodotti alimentari e bevande scaduti o contaminati, è improbabile che questo cambi in futuro. Consegne I clienti, dall'altro lato, chiedono consegne sempre più rapide in tutto il settore dell'e-commerce. Le grandi aziende tecnologiche come Amazon e Google stanno persino iniziando a offrire la consegna in giornata per soddisfare le aspettative dei clienti in continua crescita. Per il food è ancora più impellente questa necessità, soprattutto quando si parla di prodotti freschi. Catena dell'approvvigionamento e logistica La sfida per garantire consegne veloci è quella di mantenere l'accuratezza delle informazioni in ogni fase della catena di approvvigionamento, qualcosa che è difficile quando si ha a che fare con un sovraccarico di informazioni (quantità di prodotti, ordini, termini di scadenza, informazioni sulle consegne). Gli inventari sono l'aspetto più essenziale da considerare quando si crea la strategia di prezzo ottimale per i prodotti alimentari e delle bevande. In altre parole, il tuo inventario influisce direttamente sulle vendite perché alla fine è tutta una questione di tempo e gestione delle informazioni. Le informazioni sui prodotti Le informazioni sui prodotti e sugli acquirenti sono il carburante per un business online e il settore alimentare non fa eccezione. L'esperienza di acquisto e il successo delle vendite dipendono fortemente dalla qualità dei dati forniti dai rivenditori per le vendite online. I requisiti per la struttura e il contenuto dei dati sono più elevati rispetto alla vendita al dettaglio convenzionale (spedizioni, tempistiche, resi...). Inoltre, i requisiti sulla consegna e gestione del prodotto, possono variare anche nei diversi Paesi e regioni, il che è rilevante, ad esempio, nel commercio transfrontaliero. I dati sul prodotto qui hanno molte più sfaccettature rispetto alla semplice presentazione dei prodotti. Per quanto riguarda l'etichettatura degli alimenti, si applicano le stesse regole normative dei negozi fisici. Poiché gli acquirenti non possono toccare le merci online per ottenere informazioni dettagliate, i rivenditori dovrebbero rendere le informazioni sui prodotti il più trasparenti possibile. Più informazioni come informazioni dietetiche, data di scadenza e descrizione dettagliata del prodotto possono essere visualizzate dall'acquirente, più fiducia viene creata. Il mercato dell'e-food ha requisiti particolarmente elevati per fornire trasparenza delle informazioni ai consumatori, necessità intrinseca del mercato alimentare. Oltre a soddisfare i requisiti legali, i rivenditori devono fornire ai consumatori la garanzia di ottenere prodotti di alta qualità. Un modo per farlo è fornire agli acquirenti informazioni dettagliate sulla catena di approvvigionamento e raccontare storie sui partner di cui i clienti possono fidarsi. Oltre a informare gli acquirenti, i dati di prodotto abilitano importanti funzioni sulle piattaforme di vendita. I motori di ricerca dei prodotti, ad esempio, necessitano di metadati per interpretare le ricerche e trovare prodotti adatti. Insomma, lo sforzo legato alle informazioni è maggiore che per gli altri ecommerce. Poi magari ha meno problemi rispetto all'abbigliamento sul decadimento delle informazioni e del catalogo (che di fatto, nell'abbigliamento, diventa nuovo ogni 6 mesi), ma indubbiamente una riflessione sulle informazioni deve essere fatta, prima di partire con un progetto ecommerce food. Vuoi parlare del tuo progetto food? Fissati un appuntamento per una prima call senza impegno per analizzare e capire le necessità del tuo progetto ecommerce.
Nudge marketing: la spinta gentile o la forza gentile nei confronti del potenziale consumatore, al fine di portarlo ad assumere un preciso comportamento d’acquisto. Il verbo To nudge - dall’inglese - infatti, tradotto in Italiano, vuol dire “spingere” e nel marketing indica una piccola, leggera e gentile spinta di un brand per far compiere un’azione desiderata ai consumatori. Per fare un parallelismo pensiamo ad esempio alla tecnica del product placement nel cinema, ovvero l’azione d'inserire dei prodotti o claim di brand nel quadro scenografico o nella sceneggiatura di un film, al fine d'indurre il consumatore finale ad acquistarlo. Nel cinema questa tecnica è molto diffusa e l’obiettivo è far memorizzare attraverso l’esperienza dell’attore, un particolare brand o prodotto nella mente del target. Pensiamo ad esempio a una famiglia che fa colazione la mattina con i biscotti della Mulino Bianco, è un chiaro esempio di product placement, perché sebbene il prodotto sia al centro della narrazione, la sua presenza non risulta invadente agli occhi di chi guarda, anzi. Allo stesso modo si utilizza il nudge marketing, una strategia di economia comportamentale per direzionare gentilmente un potenziale cliente a compiere una specifica azione. Il nudge marketing, a differenza dell'inbound marketing, va ad agire sui bias cognitivi delle persone, i cui archetipi comportamentali d’acquisto sono facilmente destrutturabili. L’obiettivo è di far cambiare un comportamento in modo prevedibile, ovvero nella direzione desiderata dal brand. Ora la domanda è: il nudge marketing può essere applicato in un progetto ecommerce? La risposta è sì, ma bisogna prevedere alcune semplici ma efficaci azioni di cui parleremo più avanti in questo articolo. Cos’è la Teoria Nudge? La Teoria Nudge appartiene alla branca dell’economia comportamentale e la prima volta che se n’è sentito parlare è stato nel libro Nudge - La spinta gentile di Richard Thaler (Premio Nobel per l’economia) e Cass Sunstein. La loro teoria era basata sulla possibilità di modellare il comportamento delle persone in modo gentile, senza l’utilizzo di minacce, punizioni o premi. Il Nudge marketing si propone di ribaltare il paradigma secondo il quale bisogna influenzare i comportamenti dei consumatori a scopo di lucro, aiutando invece le persone a prendere decisioni che vadano tutto a beneficio loro e del mondo che li circondano. Quindi, come si può comprendere, molto ben lontano dalle teorie persuasive e manipolatorie del marketing dove l’obiettivo sembra essere solo quello di far acquistare solo i prodotti più cari, che non necessariamente siano i migliori. Il segreto di questa tecnica dell’economia comportamentale è quello di agire sulle azioni del consumatore non imponendogli un comportamento, ma portandolo a pensare che sia meglio fare una cosa anziché un’altra, al fine di migliorare la sua condizione di vita. Approfondiamo nel prossimo paragrafo come si può applicare la teoria del nudge marketing all’e-commerce. Nudge Marketing per il tuo ecommerce, come farlo Come riuscire ad applicare il nudge marketing a un e-commerce? Esistono degli escamotage molto interessanti che potresti iniziare a mettere in atto, vediamoli: Le recensioni - probabilmente la più banale delle tecniche, ma che funziona molto ma molto bene. Pensiamo ad esempio al funzionamento dell’app The Fork che si basa quasi esclusivamente sul ragionamento delle recensioni. In pratica l’app ti consiglia un ristorante in base a dei criteri specifici come ad esempio la distanza da casa, il tipo di cibo che desideri consumare, la grandezza del locale. Ma ciò che spinge davvero le persone a scegliere un locale sono le recensioni dei clienti e infatti, anche se il prezzo è alto, si è disposti a spendere tanto pur di mangiare bene. Straordinario esempio di come il nudge marketing influenzi il pensiero altrui ed è per questo che bisogna cercare di non avere (... o minimizzare) recensioni negative nel vostro ecommerce; I pop up - altra tecnica di nudge marketing che però deve essere utilizzata con criterio e correttamente. Puoi decidere di offrire un codice sconto nel Pop Up, avvisare i clienti potenziali di alcune novità in arrivo di una categoria di prodotti, offrire promozioni se i clienti si iscrivono alla newsletter del sito. L’importante è che questa tipologia di exit intent non interrompa mai la navigazione di un utente o si ottiene l’effetto contrario; Avvisi di scarsità - relativi per esempio a una categoria di prodotti che nel giro di pochi giorni potrebbe terminare, ad esempio. Una leva, questa della scarsità che funziona sempre benissimo perché anche se non nell’immediato, il consumatore agisce, ci pensa e arriva a prendere la decisione senza paura e con maggiore consapevolezza. Utilizzare queste tecniche destrutturando gli archetipi razionali delle persone, quindi ponendoli in una situazione d’urgenza, potrebbe essere un buon esempio di nudge marketing, anche se siamo già border line perché l’obiettivo della teoria è quello d'influenzare un comportamento in modo positivo, senza l’utilizzo di minacce o premi; Etichettatura dei prodotti - suddividere le etichette dei prodotti in benefici funzionali e trigger per rendere il compito dell’utente più semplice quando cerca un prodotto; Invisibilità del pagamento - una tecnica che Amazon e altri colossi simili hanno adottato subito. Anni fa il check out era previsto in almeno 3 o 4 finestre e anche i metodi di pagamenti erano strutturati in modo molto complesso, facendo proprio pesare l’azione di mettere mano al portafogli. Oggi, creando prima il proprio account e inserendo i dati della carta in fase di registrazione, il momento del pagamento è talmente rapido e autonomo che il cliente nemmeno se ne rende conto. I suoi sensi di colpa così sono tenuti molto a bada ed è sicuramente un incentivo all’acquisto. Quanto il Nudge Marketing riesce davvero a influenzare le persone? La risposta è molto, ma approfondiamo nel prossimo paragrafo. Quali sono le potenzialità del Nudge marketing da sfruttare Il Nudge Marketing agisce principalmente sulla psicologia delle persone, andando a condizionare - per quanto questo verbo possa sembrare brutto - i loro comportamenti. Si pensi per esempio al potere di questa tecnica di economia comportamentale nella creazione di contenuti e di come quest’ultimi siano capaci di entrare nella mente del lettore. Le parole hanno un potere enorme e possono rappresentare un ottimo strumento di Nudge Marketing da utilizzare, non essendo però mai troppo espliciti, né imponendo azioni o pensieri. Chiaramente, per sfruttare le potenzialità delle parole è necessario conoscere benissimo il target, nonché l’obiettivo preciso della nostra comunicazione, altrimenti non hanno l’effetto che desideriamo. Il nudge marketing in generale, come concetto, diviene efficace soltanto quando conosciamo bene i nostri clienti e quindi le loro abitudini, i loro interessi, i loro valori e le inclinazioni psicologiche. Vediamo 3 esempi di Nudge Marketing che dimostrano l’efficacia di questa teoria. Nudge Marketing: 3 esempi Portiamo all’attenzione 3 esempi di nudge marketing e di come applicarli. Amazon - utilizzo dell’etichettatura dei prodotti e della riprova sociale per spingere gli utenti a fare un acquisto, facilitandone il processo decisionale. Zalando - usa la leva dell’esclusività di un prodotto o della sostenibilità di esso per convincere le persone a fare i loro acquisti. IKEA - utilizza i trigger psicologici con le etichette del tipo “prezzo di coppia” o “prezzo di famiglia”, proprio per stimolare il target a rivolgere la sua attenzione all’offerta dedicata. E questa come tecnica si combina anche a quella della personalizzazione, di cui il brand conosce bene le potenzialità. Si pensi per esempio all’esperienza fisica di andare da IKEA e al percorso guidato ed etichettato che si deve seguire per vedere tutti i prodotti in vendita, quella per esempio è una strategia di spinta e un aiuto per il consumatore nel cercare ciò che gli occorre. Conclusioni Hai un ecommerce ma non sai ancora da dove partire per lanciare il tuo progetto? Potrebbe esserti utile sapere che devi iniziare dalla scelta della piattaforma, come ad esempio Shopify, ideale per chi non è ancora esperto del mercato. Scegliere la giusta piattaforma a cui affidarsi, divenendo poi bravi ad applicare strategie come il nudge marketing, vuol dire porre le basi per un progetto di successo. Vuoi saperne di più su Shopify? Leggi la nostra guida.
Un headless ecommerce è tutta una questione di impostazione di progetto e di sviluppo, che ha a che fare con il brand che vuole realizzarlo e gli sviluppatori che se ne occupano; per il navigatore non cambia nulla, quando lo sta navigando. Il potenziale acquirente gode di esperienze di omnicanalità che il sistema permette - e il brand propone, utilizzando un'unica gestione (un corpo, il backend) e molte possibili teste (frontend) diverse. Introduzione all'headless ecommerce Per il navigatore è un ecommerce “normale”, un sito da navigare con prodotti da acquistare, un carrello da pagare, di navigare quel sito in differenti lingue/nazioni o di cambiare al volo la divisa corrente. O una applicazione che l'utente si scarica sullo smartphone, una app ios o android, che fa il suo dovere di app mobile, ovvero di provare ad aumentare l’engagement, offrendo al cliente affezionato un'esperienza utente pensata per quel device e comoda da aprire. O di un totem all'interno del negozio fisico, che un avventore può utilizzare per scoprire il catalogo prodotti in maniera agevole, per poi farsi portare da un commesso quelli che più lo incuriosiscono, ad un punto stabilito del negozio, per provarli, prima di acquistarli. O, ancora una applicazione utilizzata dagli agenti che vanno dai dealer, per raccogliere gli ordini con il tablet. Oppure, per finire - ma solo questi esempi - un ecommerce prettamente dedicato al B2B, per rendere i propri clienti autonomi per l'acquisto dei prodotti. Un headless ecommerce può anche stare dietro a tutto ciò, con un unico backend, un unico canale da gestire: il corpo senza testa di un headless ecommerce, si porta dietro le funzionalità di ecommerce, tutte quelle che stanno dietro le quinte, che permettere agli sviluppatori di costruire un fronted (molti fronted, molte esperienze utente) adatti a scopi differenti. In un mondo di soluzioni e di offerte ecommerce ferocemente competitivo c’è un’apparente contraddizione, tra il desiderio di nuove soluzioni, completamente pensate per i proprio clienti, e il desiderio di utilizzare software stabili, non sviluppati da uno team di programmatori che detengono le chiavi della nuova macchina, per non essere da questi poi essere messi sulla graticola del codice sorgente proprietario. Da un lato quindi soluzioni standard e che sono consolidate, che non ti vincolano a manutenzioni senza fine e che scalano a seconda delle necessità di business (ad esempio soluzioni in SaaS come BigCommerce - con il 94% delle funzioni aperte alle API - o Shopify, per i progetti meno complessi dal punto di vista delle logiche di vendita, che non ha bisogno di presentazione), dall’altro la più totale libertà di sviluppare qualunque front end che si appoggiano ai loro backend di gestione, indipendentemente dalle funzioni native di questi canali che si andranno a sviluppare custom. Soluzioni come il framework proposto nativamente da Shopify con Hydrogen Storefront & Oxygen Shogun Fronted o Storyblok sono sicuramente tra le più interessanti per costruire i frontend, che si appoggiano alle API di queste piattaforme ecommerce SaaS, senza sfociare in soluzioni sviluppate ad hoc e finire nella trappola del software proprietario degli sviluppatori. Perché abbiamo bisogno di headless? Bene, nel mondo di oggi, i canali digitali regnano sovrani, e non si aspira alla monocanalità: sempre più abbiamo di fronte un pubblico segmentato, che ha percorsi di avvicinamento al brand tra i più diversi. L'aumento del mobile, dei social e dei contenuti ha cambiato drasticamente il commercio al dettaglio e ha cambiato il modo in cui i consumatori acquista tutto ciò che c'è di un brand, sia prodotti che servizi. C'è un appetito insaziabile per i contenuti, l’unico vero motore che fa girare il web: foto, testi, video… informazioni. C'è bisogno di velocità nel dare conoscenza e fiducia, di coerenza presentandosi sui vari canali, di personalizzazione quando ci troviamo a trattare ogni possibile acquirente come una persona speciale. Ci si aspetta che i brand e quello che vendono siano accessibili ovunque e attraverso qualsiasi dispositivo. Le imprese devono adattarsi, non sono più in grado da tempo di mettere un freno alla massa di utilizzatori di web che dettano, da tempo, le regole di comportamento. Oggi è tutto concentratosi sul raccontare storie, offrire esperienze digitali straordinarie per un mondo digitale che ha ancora bisogno di stupire. Non è un'impresa facile per un’azienda che vuole essere unica e riconoscibile in una vastità quasi interminabili di siti web e di proposte commerciale. Ma per arrivare ad offrire questo, offrirlo su più canali, garantirsi comunque soluzioni all’avanguardia (di società quotate in borsa, solide e presenti in tutto il mondo) c’è bisogno di un cambio di paradigma e questo cambio è, appunto, cambiare il modo in cui si pensano, si sviluppano e si realizzano soluzioni: questo modo è l’headless ecommerce. Cos'è un ecommerce headless È importante comprendere davvero cosa significa il termine headless ecommerce, perché, quando lo citiamo, entriamo nel regno del “chi sviluppa soluzioni”, che non è sempre un linguaggio semplice da capire. Il termine headless significa, letteralmente tradotto “senza testa” ovvero, in un primo livello molto semplice, che il frontend - il sito o l’app che si si sta navigando - è disaccoppiato dal backend, dal sistema di gestione del sito ecommerce (cioè la testa non è letteralmente lì, è separata dal corpo). Staccare il backend dal frontend significa che l’esperienza utente e le logiche con cui funzionano siti ed app, sono complementari ripensate ex novo per un progetto, che poi utilizzerà gli strumenti di gestione del sito, indipendentemente da quello su cui si trova a navigare l’utente. I sistemi headless permettono di arrivare a costruire dei progetti personalizzati dal punto di vista del front end grazie alle API. API è l'acronimo di Application Programming Interface, che è un intermediario software che consente a due applicazioni di comunicare tra loro: per esempio posso utilizzare le API di BigCommerce o di Shopify per scambiare le giacenze dei vari prodotti che vengono fornite dal programma gestionale, passare dall’ecommerce all’era le anagrafiche dei clienti che acquistano o e gli ordini….Insomma, posso utilizzare queste API per costruire connettori e fare data integration, che sta alla base filosofico-tecnologia della Digital Transformation. Proprio utilizzando le API gli sviluppatori possono ricordare ad una funzione comportamenti da esperienze utente diverse (il checkout di un sito o di una app, essere richiamata dal sistema per la raccolta degli ordini…) Ciò che sto dicendo è che il sistema diventa davvero flessibile, perché è in grado di supportare molte diverse esperienze dei clienti da un unico sistema Un sistema totalmente costruito in maniera personalizzata, con la piena libertà creativa, senza dover ricostruire la parte più delicata, quella che ha bisogno di stabilità, di funzioni, quella più difficile da sviluppare ogni volta ex novo: il sistema di gestione degli utenti, del carrello, di gestione catalogo e scorte, le scontistiche, i pagamenti, l’aggancio ai sistemi di trasporto e a molte soluzioni che si integrano facilmente con soluzioni già esistenti. Quindi abbiamo questo headless ecommerce che può avere “molte teste” Il frontend (ovvero la testa) può essere qualsiasi cosa che presenti informazioni al cliente, ad esempio vetrina web, app mobile, chiosco in negozio… Il backend (il corpo) è il contenuto e la funzionalità ecommerce che alimentano le teste. Ciò che è importante notare è che le funzioni frontend e backend sono completamente separate l'una dall'altra. Questa separazione sembra un problema, ma in realtà è la chiave per la flessibilità e l'agilità che gli approcci senza testa consentono. A titolo di confronto, in una piattaforma monolitica - come Magento - tutto viene connesso insieme (strettamente accoppiato), il che significa che bisogna arrivare a mettere mano su funzioni di backend per cambiare le logiche con cui funziona il frontend - che richiede tempo e complessità! Con i sistemi headless, tutte queste teste frontend possono essere sviluppate e gestite indipendentemente dal backend, che andrà a fare da punto di raccolta e da motore per tutte le funzioni che vengono sviluppate ad hoc, a seconda delle esperienze utente di cui c’è bisogno. Seppure sia ovviamente più oneroso - in termini di ore lavoro e di progetto iniziale - sviluppare un ecommerce headless, in realtà poi, a livello di gestione e visione del progetto dall’alto avremo una minore complessità, molta più agilità di intervento per sviluppi e modifiche sulle single “teste” e, in definitiva, libertà di innovare senza pensieri (se non quello del budget). Un limite dell'ecommerce headless (che non è un limite, ma naturale maturità del progetto) Partiamo subito da quello che, a prima vista, può sembrare uno svantaggio. Un limite, per molti, dell'ecommerce headless, è rappresentato dalla maggiore complessità architetturale e realizzativa, rispetto all'ecommerce monolitico. Mi verrebbe da dire: certo (ed è naturale che sia così). Ovviamente quando parliamo di sistemi più complessi, la facilità di realizzazione si allontana dall'end user per diventare appannaggio di sviluppatori e specialisti. Ma è come dire che il limite d BigCommerce è la maggiore complessità di sviluppo e settaggio rispetto a Shopify. E ci mancherebbe altro! Sono sistemi diversi che soddisfano necessità diverse. Mentre oggi, con una certa facilità, chi si arma di buona lena e voglia di studiare, riesce velocemente ad essere online con un progetto in Shopify autonomamente, lo stesso non si può dire per BigCommerce, che ha bisogno di specialisti e di conoscenze di sviluppo (anche frontend) decisamente più robuste. E se pensiamo a Salesforce Commerce Cloud la complessità del progetto aumenta a dismisura. Ma questo non significa che la semplicità di Shopify vada bene per ogni progetto: aziende con necessità strutturate o logiche complesse non possono quasi neppure considerarlo. E più le logiche complesse e le necessità aumentano più c'è bisogno di sviluppatori ed integratori capaci che mettono mano al progetto, anche quello sviluppato con Shopify. E così è per un sistema headless ecommerce: pensare che l'incapacità di poterlo sviluppare in house o con un freelance (ma di dover rivolgersi ad aziende come ICT Sviluppo per metterlo in piedi) sia un limite, significa che siete deviati da una visione distorta del web, data da anni di implementazioni di sistemi poveri che nascevano dal mondo del fai da te senza sapere nulla di programmazione, come appunto succede con Wordpress o Wix (o a livello basso, di primo approccio con Shopify). Il mondo enterprise è sempre rimasto lontano da soluzioni come queste, prediligendo soluzione anche complesse, ma robuste, scalabili e con soluzioni personalizzate sulla tipologia di business da sviluppare. Ma se si vogliono fare le cose seriamente e competere ad armi pari nel mercato del web, anche le piccole e medie aziende dovrebbero evolvere verso una mentalità da progetto, rifuggendo il mondo del pseudo fai da te. L'evoluzione del web verso un business miliardario globale, pervasivo e omnichannel, alza l'asticella dei bisogni delle aziende. E il freelance o l'agenzia di paese che - prima - faceva la grafica, i contenuti, lo sviluppo del sito e si occupava anche di sistemistica e campagne ADV, nonché di consulenza SEO e di copy persuasivo, è tramontato da un bel po', solo che molti (di loro) e alcune aziende non se ne sono ancora accorti. Il limite della complessità e difficoltà per mettere in piedi un sistema ecommerce headless c'è: ma è per questo che esistano aziende che si occupano di sviluppo e di data integration. Un sito ecommerce è una cosa seria e richiede investimenti - commisurati al bisogno di ogni progetto di business. Che costi è una condito qua non, perché senza capitali non si avvia un progetto imprenditoriale. Fine dello spippolone. Torniamo all'headless ecommerce. L’esperienza omnichannel spinge l’headless Ci sono tanti modi per interagire e per comunicare con tutti i tuoi clienti o i potenziali tali, lo abbiamo visto fin dall’inizio di questo articolo. Il tuo sito web, l’app mobile, i canali social, le email, le comunicazioni in-store, IoT, la gestione del B2B o degli agenti… è un infinito spazio di conquista di esperienze ed interazioni. Con questo universo di omnicanalità è nata la necessità di essere presente con la propria azienda in modo coerente, su tutti i punti di contatto. Non solo perché i clienti se lo aspettano e vogliono un'esperienza unificata, senza interruzioni, ovunque ti trovino e in qualunque canale acquistino. Ma anche perché devi centralizzare le operazioni interne, dalla logistica alla gestione del servizio clienti, per arrivare agli ordini, i pagamenti… insomma la macchina a mille teste che devi costruire ha bisogno di mandare tutto ad un unico punto per non dover creare decine di rami di azienda che ragionano in maniera autonoma. Non devi cercare di costruire un’esperienza unica per ogni canale e non devi cercare di costruire un sistema a se stante per ogni canale. Questo ti permette di essere coerente ed omogeneo e permette alla tua azienda di gestire tutto in maniera armonica Vantaggi competitivi e vantaggi gestionali messi assieme. Operatività… dicevamo Troppo da fare, troppo poco tempo. È il vecchio adagio, ma suona più vero che mai. Soprattutto con la crescita di questa omnicanalità che ti costringe a presidiare ogni interazione che il cliente comanda. Aumentano i punti di contatto con clienti e prospect, aumenta la necessità di produzione di contenuti, aumenta la necessità d’allineamento dei cani, delle persone e dell’intera struttura. I processi di lavoro interni devono essere efficienti e dovresti pensare di integrare la tua strategia headless con un CRM in cloud, quelli in grado - con strumenti e visione -di supportare la raccolta e la distribuzione delle informazioni. Uno strumento come HubSpot ci sposa perfettamente con questa strategia. API di collegamento tra i vari touchpoint e il CRM per gestire vendite e potenziali tali, abbinando marketing automation e raccogliendo informazioni a 360° sul comportamento dei tuoi clienti. Le performance del sito non possono che migliorare I clienti non aspettano, vogliono tutto e lo vogliono subito. E tutto ciò che è meno che perfetto quando si interagisce con i canali dell'azienda diventa un ostacolo all'acquisto. Non vogliono frustrazioni, tutte le esperienze devono essere veloci, fluide ed essere in grado di no fare attendere davanti al computer o allo smartphone. Ecco perché le prestazioni del tuo sito sono così importanti, quando parliamo di velocità di caricamento e di fluidità di navigazione. Se la velocità del tuo frontend è scarsa, ad esempio, non solo contribuirà a ridurre i tassi di conversione e a ridurre le vendite, ma ne risentirà a cascata anche la SEO (perché anche a Google piace che le cose funzionino velocemente). I volumi elevati che il tuo sito potrebbe avere in determinati periodi dell'anno (campagne, Black friday, riassortimenti...) hanno bisogno di un sistema performante e in grado di scalare le necessità. In questa ottica l'headless ecommerce è vincente. Headless significa velocità e scalabilità Un approccio headless significa che puoi apportare modifiche in tutta sicurezza e rilasciare versione in tempo reale molto più velocemente che mai. Questo grazie alle API e al fatto che tutti i tuoi punti di contato con il cliente finale sono collegati ad un unico backend di gestione. Puoi ottimizzare e provare la strada dell'innovazione con costi ridotti, una volta che hai messo in piedi il sistema; in questo modo puoi essere molto più reattivo per rispondere alle necessità del mercato prima dei tuoi concorrenti. Tutto viene fatto passando da un'unica integrazione che abbatte il tempo di intervento uomo, avendo un sistema coerente e centralizzato, seppur altamente personalizzato per ogni aspetto che ogni singolo canale richiede. Di fatto si lavora in un ambiente disaccoppiato dove posso lavorare centralmente sul dato e lo scambio di informazioni (per creare valore sui processi e automatismi) o sul singolo canale che può sperimentare in autonomia e con budget differenti. Siamo di fronte ad una visione che libera la fantasia e la facilità di implementazione. Anche quando si migra a sistemi differenti può avvenire tutto in modo progressivo, sostituendo un pezzo alla volta, non c'è mai la necessità di gettare tutto alle ortiche e ripartire da zero. Sono piccoli passi verso un grande cambiamento, dove puoi vedere il valore che si aggiunge al tuo progetto un po' alla volta. Il regno della personalizzazione Finalmente posiamo smettere di esser vincolati mani e piedi a strutture tecnologiche che fanno da gabbia alla necessità di espressione. Per il tuo brand oggi puoi chiedere di più! Senza avere una testa l'ecommerce headless ti consentirà di importare un frontend a misura delle tue necessità, lavorando sull'esperienza utente e sul design per rendere il tuo marchio unico. Utilizzare delle piattaforme CMS che si connettono nativamente alle API degli ecommerce SaaS (in particolare Shopify e BigCommerce), pensate per la testa di questi progetti, permettono al reparto marketing dell'azienda di essere autonomo dal lavoro degli sviluppatori quando si tratta di cambiare contenuti all'interno dei moduli pensati per quel sito. Utilizzare la soluzione di Shopify headless ecommerce Hydrogen, oppure Shogun Frontend o, ancora Vue Storefront, per esempio, per costruire le pagine dell'ecommerce, permette di sviluppare tutti i componenti che costituiscono la pagina (lo fa lo sviluppatore, cioè lo facciamo noi di ICT Sviluppo): si vanno quindi a costruire per ogni progetto, per esempio, il modulo delle foto della pagina prodotto, la descrizione, i prodotti più venduti etc... Moduli che, una volta costruiti, permetteranno all'utente azienda, che deve gestire quell'ecommerce, di poter cambiare semplicemente, immagini, testi, link, impostazioni... insomma ogni elemento che nello sviluppo del modulo si è pensato di permettere di personalizzare. Grossomodo è come funzionano anche i tempi per il CMS di HubSpot o quello di Storyblok, linguaggi di programmazione diversi per costruire sistemi armonici ad oggetti, senza dover installare plugin esterni che appesantiscono il sistema come invece succede nel mondo dell'opensource con Wordpress, la peggiore scelta per un sito web aziendale. Vantaggi dell'headless ecommerce 1. Headless ecommerce significa velocità di esecuzione Poiché il tuo back-end e il front-end non sono più strettamente collegati e la tua unica preoccupazione è quella di aggiornare graficamente il frontend, puoi apportare modifiche rapide senza influire sulla logica dell'eCommerce. Ciò significa che non appena la tecnologia utilizzata consumatori cambia, puoi stare al passo con la domanda e rilasciare rapidamente nuovi punti di contatto transazionali o aggiornamenti senza dover ridistribuire l'intera piattaforma di ecommerce. 2. Ecommerce headless significa una maggiore personalizzazione Molte piattaforme monolitiche ti limitano a modelli e temi per il frontend: anche quando ne fai creare di nuovi per il tuo progetto, l'infrastruttura architetturale del sistema ti obbliga a scelte dalle quali difficilmente puoi sottrarti. Come puoi costruire un sito come la Apple con dei software ecommerce e le logiche di design alle quali ti costringono? Semplice: disaccoppiando il frontend dal backend! Se vuoi vivere un'esperienza personalizzata che includa l'aspetto e la sensazione unici per il tuo brand, una soluzione di headless ecommerce rende molto più facile costruire quelle visioni creative del tuo designer, senza trovarti a dover imporre restrizioni in fase esecutiva. 3. Headless ecommerce significa libertà nella scelta del linguaggio o framework di programmazione Le piattaforme di ecommerce tradizionali impongono un linguaggio di programmazione specifico per sviluppare funzionalità e grafiche del sito; ovviamente l'headless ecommerce consente al team di ICT Sviluppo di creare il tuo progetto utilizzando linguaggio o framework adatto allo scopo e alla situazione. Che sia un fronted custom, utilizzando Shogun Frontend o Storyblock... saranno gli obiettivi che si pone la tua azienda e determinarlo. 4. Ecommerce headless significa investimento a lungo termine (e può essere più economico) Le soluzioni headless possono essere più economiche da eseguire su larga scala rispetto alle piattaforme tradizionali perché ogni microservizio è scalabile per soddisfare la specifica domanda. Oltre a questo, la necessità di intervenire nel tempo solo per cambiare la grafica del fronted, continuando a mantenere negli anni lo stesso motore in SaaS - aggiornato dal fornitore di servizio, senza preoccupazioni sistemistiche per la tua azienda - ti porta a non dover cambiare sito/sistema ogni x anni, permettendoti di lavorare sul frontend con facilità ed estrema libertà. 5.Headless ecommerce significa integrazione con qualsiasi strumento Essere in grado di adattare perfettamente la tua architettura per soddisfare le tue esigenze aziendali è spesso la chiave per una strategia di ecommerce di successo (sia a livello di pianificazione che di approccio). Proprio questo approccio headless - disaccoppiato - ti consente di scegliere gli strumenti migliori per le diverse parti del tuo progetto di ecommerce, metterli insieme e orchestrarli in modo che funzionino perfettamente. Avere strumenti separati per diverse parti dell'architettura complessiva rende più facile sostituire le singole parti e aggiornarle, senza dover apportare modifiche all'intero stack del sistema ecommerce. 6. Ecommerce headless significa semplificazione dell'ottimizzazione Con le piattaforme legacy e monolitiche (come Magento), spesso possono essere necessarie settimane o addirittura mesi per essere in grado di apportare aggiornamenti e modifiche importanti al tuo negozio online; il che significa che la capacità di reagire facilmente ai cambiamenti che arrivano nel panorama tecnologico dei consumatori è limitata dall'infrastruttura scelta. Il comportamento dei consumatori evolve rapidamente e se non riesci a tenere il passo con ciò che vogliono, la tua attività di ecommerce potrebbe risentirne. Testare e ottimizzare di continui l'esperienza del navigatore è la chiave per conquistare clienti. Amazon e Netflix sono due ottimi esempi di aziende che rinnovano costantemente la loro esperienza utente per vedere cosa funziona per il loro mercato e dovresti essere in grado di fare lo stesso per la tua attività. Il commercio headless semplifica l'implementazione delle modifiche. 7. Headless ecommerce significa miglioramento delle prestazioni Come conseguenza della separazione dell'architettura frontend e backend, le soluzioni di headless ecommerce riescono a funzionare più velocemente di quelle tradizionali, sono più reattive e, ovviamente, come già detto, più facili da mantenere o aggiornare. Quanto costa un ecommerce headless Un headless ecommerce è un progetto decisamente più strutturato e complesso rispetto alla semplice messa in linea di un ecommerce monolitico. Per capirci: con un ecommerce monolitico devo configurare e settare tutti i parametri per la vendita online (spedizionieri, pagamenti, tassazione...), applicare un tema esistente per la piattaforma scelta (o svilupparne uno di nuovo, personalizzato sulle esigenze di business dell'azienda che vuole andare online), impaginare la home, le pagine statiche... e grossomodo il lavoro è fatto. Basta a quel punto avere le foto dei prodotti, le descrizioni e ci siamo, si può - più o meno partire. Quanto costa un ecommerce monolitico Per avere un'idea di massima, il nostro progetto entry level con Shopify parte dai 15.000 €, per arrivare ad una media di 25/30.000 € nel caso di implementazione di funzioni costruire ad hoc, l'aggiunta di qualche mercato e lingua. Con BigCommerce si alza l'entry level a 25/28.000 € per fare le cose basilari, ma decisamente può andare verso l'alto perchè il sistema chiama personalizzazioni e logiche più avanzate e custom di Shopify. Il progetto medio con BigCommerce è sui 35/40.000 €. Ad entrambe le soluzioni possiamo aggiungere canali, data integration con ERP o CRM, applicazioni private per svolgere determinati compiti... insomma, si può alzare notevolmente l'asticella per venire incontro a quello che un determinato progetto necessita per funzionare come pensato dal brand/azienda che lo richiede. Quanto costa un headless ecommerce Ma stiamo parlando di un sistema monolitico. Con l'headless ecommerce si cambia campionato. Per quanto riguarda il corpo, ovvero il software ecommerce con tutte le sue funzioni, rimane quanto abbiamo detto, cioè le configurazioni, settaggi, implementazioni di funzioni particolari.... Tiriamo via lo sviluppo del tema sella stessa piattaforma. C'è poi bisogno di costruire la testa. Nell'ipotesi più semplice, quella di costruire un ecommerce headless solo per il sito web bisogna scegliere come verranno costruire le pagine che ospiteranno le funzioni dell'ecommerce. Abbiamo la strada del ti faccio le pagine HTML custom... ma poi significa che per qualunque modifica grafica, cambio di immagine che non sia direttamente presa dalla pagina prodotto dal connettore con l'ecommerce, bisogna passare per le forche caudine degli sviluppatori, cioè noi. Ora, non è che mi dispiacerebbe poter arricchirmi con continue implementazioni, anche di inezie, dopo aver consegnato il sito, ma è parecchio lontano dalla mia idea di quello che dovrebbe essere un lavoro a regola d'arte. La scelta di abbracciare lo sviluppo solo su sistemi SaaS è stata fatta per permettere alle aziende di essere autonome dopo la consegna del sito, di non dover dipendere da noi per assistenza, sistemistica, aggiornamenti e bugfixing, tutte voci che con i nostri progetti spariscono dai budget per la gestione dell'ecommerce. Ed è per questo che, come testa degli headless ecommerce, abbiamo scelto software come Hydrogen (essendo parte dell'ecosistema di Shopify), Shogun Fronted, Vue Storefront e Storyblok, che permettono di sviluppare le pagine dell'ecommerce in maniera disaccopiata rispetto al software per la vendita online, ma di far mantenere il controllo all'azienda per tutta la gestione grafico-contenutistica, successiva alla consegna del progetto. Per fare questo sviluppiamo custom tutti i moduli che poi andranno utilizzati all'interno delle pagine dell'ecommerce. Si potrà - per esempio - avere un modulo solo per la gestione delle foto aggiuntive della pagina prodotto, disposte sulla pagina come vogliamo, che poi si potrà aggiornare da un semplice menu che può aggiungere le varie foto, previste nelle varie posizioni. O - per fare un altro esempio - un modulo per le informazioni nella pagina delle categorie, che preveda testi, immagini e link impostati come vogliamo e che dona all'utente che deve gestire il negozio, la piena libertà sulla sostituzione dei contenuti. Insomma, con questi sistemi possiamo costruire tanti piccoli - o grandi - moduli, componenti o elementi, che poi, in maniera (più o meno) drag & drop, si potranno utilizzare per costruire le varie pagine. Le varie pagine nelle varie lingue, per i vari mercati. Quello che voglio dire è che possiamo avere un unico canale di gestione che, se prevede la possibilità di multipricing, multivaluta e multilingua, potrebbe essere disaccoppiato dalle pagine di presentazione prodotto, dalla home e da tutto quelle che servono, per ogni nazione del mondo. Lasciando piena libertà grafico e craetiva nell'impostazione grafica di tutto il sito Avete presente il sito della Apple, con tutte le pagine prodotto personalizzate, approfondite e la possibilità di proseguire nell'acquisto da vari touchpoint?? Ecco, con un sistema di headless ecommerce possiamo costruirlo. Tiriamo due somme per l'ecommerce headless Lo sviluppo di questo sistema grafico potrebbe richiedere, per fare il primo sito nella prima lingua, 50/60.000 €. A cui aggiungere le 10/20.000 € di impostazione ecommerce , che sia Shopify plus o BigCommerce. E lasciamo stare sviluppi ed impostazioni di funzionalità extra, non out of the box che potrebbero in qualche modo impattare, anche in maniera importante. Ovviamente le lingue e i canali successivi potrebbero portare ulteriore lavoro (10-15.000 € a lingua/canale? dipende dalla complessità e va analizzato caso per caso). Siamo comunque ad un costo di sviluppo, per avviare il sistema, che va dai 60 ai 90.000 e poi si sale con lingue, mercati e funzionalità aggiuntive. E poi i costi recurring di piattaforma. 1.000/2.000 € al mese di software ecommerce e poi il costo di serve e CMS, di mantenimento o di piattaforma SaaS... 30/60.000 € di abbonamenti non li toglie nessuno, a seconda della soluzione scelta. Per tirare le somme, senza essere troppo dipende da, è un progetto che di media si pone attorno ai 100.000 € di sviluppo e ai 40/50.000 € l'anno di abbonamenti. Che se poi vuoi andare in 50 stati con logiche diverse non riesco più neppure a quantificarlo su due piedi :-) Conclusione Insomma, se la tua azienda o il tuo brand vuole far vivere al visitatore esperienze straordinarie, mantenere il controllo dei contenuti creativi con il team interno, dotarsi di un sistema che fa della velocità uno dei suoi punti forti... e vuole investire in una architettura dell'informazione pronta ad accompagnarla nel tempo, scalando con i bisogni di un mercato mutevole, la scelta di una azienda come ICT Sviluppo per costruire un sistema headless ecommerce è una scelta che dovresti valutare molto seriamente.
Indubbiamente, il periodo storico che stiamo vivendo influisce notevolmente sul cambio di rotta degli e-commerce e dei nuovi trend ad essi associati. Basti solo pensare che nell’ultimo anno il fatturato del mondo e-commerce, in alcuni mercati in particolare come quelli dei settori food & delivery, tecnologia e interior design, è decisamente raddoppiato. Una tendenza facilmente intuibile, dato che la maggior parte delle persone si è dovuta adattare alla modalità dell’home working, trasformando gli spazi di vita casalinghi in uffici e palestre. Sono divenuti più frequenti gli acquisti di cuffie, microfoni, telecamere, PC e oggettistica per la casa. Si pensi soltanto a tutti coloro che hanno dovuto praticare la didattica a distanza. Per alunni e professori avere un’ottima connessione (da qui il potenziamento delle offerte legate al settore) e degli strumenti di lavoro efficaci è divenuto essenziale. Ma non è stato soltanto questo a cambiare, poiché il mondo e-commerce continua a potenziarsi e ad andare in una direzione sempre più evolutiva, fatta di video selling, app come Afterpay sul mercato Americano. A questi punti si aggiunge l’obiettivo di realizzare un servizio sempre più orientato alla cura del consumatore. E-commerce trend: mindset e strategie Tra il 2021 e il 2025 si prevedono grandi cambiamenti nel mondo dell’e-commerce, alcuni più meno acclarati, come ad esempio il live video selling. Altri un po’ sperimentati in Italia, ma comunque molto interessanti, come la formula dei pagamenti a posteriori, che sta andando fortissimo negli Stati Uniti. A quanto sembra, il 37% dei consumatori in USA ha già provato la formula “Buy Now, Pay Later”, restando molto soddisfatto. La crescita di questa tendenza pare aumentare del 28% sul mercato e-commerce internazionale. Sicuramente un trend interessante che potrebbe coinvolgere anche il mercato italiano e che vede il cliente molto più ingaggiato rispetto al classico “acquisto, saldo e saluto”. Infatti è provato che questa modalità di pagamento va ad incrementare il tasso di conversione. Le modalità di pagamento rappresentano una delle evoluzioni dei trend nel mondo e-commerce. Ma non solo quelle, in quanto anche il rapporto con il potenziale cliente diviene ancora più immediato e diretto, mediante l’utilizzo di bot. A differenza di due anni fa il consumatore attuale sembra preferire questa modalità conversazionale più diretta e immediata. Non predilige più di tanto il contatto diretto con una persona. Un’altra importante tendenza per il mondo e-commerce è rappresentata dal mercato sostenibile. I consumatori sarebbero disposti a pagare anche un prezzo maggiorato sul prodotto, se catalogato come sostenibile. Un esempio di e-commerce orientato alla sostenibilità sul mercato internazionale, che riporta un’importante crescita è Pura. Il core business di questo negozio online sono i prodotti biodegradabili e i prodotti per bambini senza plastica. In consumatori cercano la sostenibilità, prediligono il modello “business to consumer”, prodotti a filiera corta eco solidali. Sono sempre di più le persone che preferiscono il negozio online rispetto ai punti di vendita fisici. E questo perché va ad essere eliminato anche il concetto di doversi “recare al punto vendita”, evitando di contribuire così all’inquinamento ambientale. Questo trend fa comprendere quanto si stia modificando la tendenza di pensiero dei consumatori che, fino a 2 anni fa, prediligevano il contatto diretto con commessa e negozio fisico. Un’altra tendenza importante riguarda il packaging, ovvero l’eliminazione della plastica. Secondo una ricerca Netcomm, l’80% degli shopper italiani prediligono un packaging sostenibile. I settori cresciuti Ma quali sono gli specifici settori che hanno conquistato il mercato e-commerce a seguito della Pandemia? Interior design - Accessori da ufficio e oggetti di comfort Home decor - Oggetti di arredo Sport - Attrezzi da palestra Cucina - Strumenti di lavoro ed elettrodomestici Tecnologia - Elettronica di consumo Stiamo sicuramente assistendo a un cambiamendo dell’economia. Il consumatore concentra tutta la sua vita in un unico ambiente e desidera velocizzare i processi di acquisto, e di conseguenza le sue scelte d’acquisto sono orientate a delle nuove abitudini, più solitarie e meno inclusive. Ciò probabilmente vuol dire che i prodotti legati all’intrattenimento e alla cura della casa continueranno a crescere. Cosa invece continua a funzionare a livello di strategia? In questa panoramica di cambiamento restano stabili le strategie legate al social commerce e l’ultilizzo dei micro influencer per lanciare campagne pubblicitarie su nuovi prodotti. Entro il 2027 il social commerce potrebbe raggiungere i 604,5 miliardi di dollari. Secondo i dati condivisi da Ansa.it, solo negli Stati Uniti il social commerce dovrebbe valere 36 miliardi di dollari. A capitanare questa rapida ascesa c’è Facebook. I consumatori che acquistano direttamente dai social sono sempre più in aumento. Da qui la tendenza degli ecommerce a integrarsi sempre più con le piattaforme social. Ancora Leader nel mercato resta la Cina, da cui sicuramente abbiamo molto da prendere spunto. La personalizzazione dell’offerta e la relativa modalità di ingaggio che vede il customer first, sia per la vendita del prodotto in sé, che per la relazione che si viene a creare con esso, diviene sempre più fondamentale. In questa panoramica di evoluzione, il live video shopping è di sicuro un’altra modalità di vendita degli ecommerce che punta ad aumentare l’ingaggio del potenziale cliente. Il solo fatto che sia possibile mostrare il prodotto e il suo funzionamento, rappresenta una rassicurazione per il consumatore. Abbiamo fatto un breve punto di quelli che attualmente sono i paesi con ii mercato e-commerce più in crescita. È un dato di fatto che dal 2019 ad oggi, le abitudini d’acquisto dei consumatori siano cambiate, dirigendosi sempre di più verso i negozi online. Ma alcuni paesi più di altri registrano una crescita considerevole. Vediamo quali nel prossimo paragrafo. Trend degli e-commerce: quali sono i mercati più in crescita Il 2020 ha avuto un impatto impressionante per il mondo dell’e-commerce. I dati della ricerca di Ecommerce Europe, Associazione Europea del Commercio Digitale co-fondata da Netcomm, mostrano una crescita di 757 miliari di euro, il 10% in più rispetto al 2019. Il 2021 vede l’Europa occidentale come la più forte in termini di fatturato nell’Ecommerce B2C. Il consumatore, come affermavamo anche nel paragrafo precedente, è cambiato. Ha modificato i suoi valori e le sue esigenze. L’evoluzione sociale, dovuta chiaramente ai recenti avvenimenti, ma non solo, ha modificato del tutto il modo di vivere delle persone, portandole a fare scelte sempre più orientate alla salute e al benessere del mondo. Considerazioni che non si possono sicuramente mettere da parte in ottica futura. Ma quali sono i paesi che mostrano un’impennata del settore e-commerce nel settore delle vendite al dettaglio? I paesi che attualmente registrano un’importante crescita per il mondo e-commerce per le vendite al dettaglio sono: Cina Corea del Sud Regno Unito Danimarca Norvegia Stati Uniti Finlandia Svezia Francia Spagna In questi paesi il settore e-commerce di vendita al dettaglio è destinato ad aumentare ancora. Ciò fa comprendere quanto i mercati di prodotti alimentari, quello dei beni di consumo durevoli - come i prodotti per la casa - e quello dei beni di consumo classici, come il settore dell’abbigliamento e altri, siano fortemente in crescita. Un dato interessante che sicuramente aiuta a direzionare le nuove strategie dei nascenti e-commerce. A questo proposito citiamo una notizia recente che può interessare tutti coloro che sono interessati a investire nel settore e-commerce, pubblicata su Ansa.it Tra i paesi presi in considerazione rientrano Egitto, Marocco, Nigeria e Sudafrica in Africa; India in Asia; Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Messico, Paraguay, Perù e Uruguay in America Latina; e Turchia in Medio Oriente. Ecco alcune delle informazioni salienti contenute nel documento. Nel 2020 i principali 14 mercati emergenti hanno rappresentato pagamenti di un valore di 350 miliardi di dollari Il valore dei versamenti erogati dai venditori agli individui era equivalente a 812 miliardi di dollari nel 2020 I metodi di pagamento locali rappresentano l'83% della spesa totale per e-commerce nei 14 mercati principali Nonostante l'economia mondiale abbia segnato una contrazione del 3,5% nel 2020, il commercio elettronico ha continuato a crescere, in media del 27% su base annua nei 14 mercati principali Il commercio al dettaglio transfrontaliero è in crescita grazie ai nuovi marketplace internazionali in cerca di nuovi luoghi per la propria attività Si prevede l'inizio della ripresa per i viaggi turistici a livello internazionale nel 2022, con possibile ritorno ai livelli pre-pandemia nel 2024 Dati confortanti soprattutto per il settore del turismo che in questi ultimi due anni ha subito un calo di fatturato durissimo. Shopify al centro dei nuovi trend e-commerce Negli ultimi due anni il numero di negozi online lanciato con Shopify è cresciuto notevolmente. Questa crescita riflette probabilmente la ricerca diretta che si fa del marchio, che infatti è aumentata del 120% negli ultimi 5 anni. Shopify permette di entrare nel mercato eCommerce, senza necessariamente essere degli esperti del settore. Con Shopify è possibile gestire al meglio organizzazione e logistica. E allo stesso tempo curare il proprio marketing, oltre che il rapporto con i clienti in modo efficiente e immediato. Conclusioni I trend del settore e-commerce mostrano un nuovo modo di concepire gli acquisti, sempre più mirato all’immediatezza e alla personalizzazione dell’offerta. Decidere di lanciare un proprio negozio online oggi, deve sicuramente presupporre uno studio dei mercati emergenti. Quello che ieri in termini di business poteva apparire come una scelta vincente, oggi è considerato quasi obsoleto e questo perché le abitudini dei consumatori sono cambiate molto. Complici di questo nuovo “pensiero di business” sono i due anni di pandemia che abbiamo vissuto. Restano sempre però centrali concetti di personalizzazione dell’offerta, la necessità di avere un UX ottimale per il consumatore e soprattutto la capacità di mantenere rapporti costanti con il propri clienti. Vuoi scoprire come riuscire a creare il tuo ecommerce in modo efficiente? Scarica l'ebook gratuito:
In un mondo commerciale sempre più “cliente-centrico” sono nati i dark pattern, cioè “percorsi” o “sistemi” oscuri in grado di manipolare le azioni degli utenti del web, spingendoli a fare cose indesiderate. I dark pattern sono in netto contrasto con il concetto di privacy e in particolare con la tutela e la protezione dei dati personali degli utenti che navigano sul web. La normativa GDPR ha quindi introdotto strumenti per tutelare la riservatezza delle persone e impedire alle aziende di carpire dati sensibili con l’inganno. Magia nera? Psicologia inversa? Nulla di tutto questo, la spiegazione è molto più semplice. I dark pattern sfruttano la “pigrizia” dell’utente medio o, semplicemente, occultano o rendono poco visibili informazioni importanti relative al trattamento dei dati personali. Ogni sito web dovrebbe progettare un’interfaccia utente (UI o User Interface), che si frappone appunto tra la macchina e la persona, chiara e trasparente. Al contrario i dark patterns rendono la UI poco fluida e soprattutto per nulla cristallina. Cosa sono i dark pattern? I dark pattern rappresentano un neologismo coniato da Harry Brignull, ricercatore e UX designer statunitense, e fanno riferimento a interfacce o percorsi che guidano l’utente a compiere un’azione non desiderata. Come spiega lo stesso Brignull i dark pattern sono situazioni in cui è molto facile infilarsi, ma diventa estremamente difficile uscirne, come una sorta di labirinto. I dark pattern nel marketing sono molto utilizzati ma, al di là dell’aspetto etico, è opportuno sottolineare che sono in evidente contrasto con le norme del GDPR. Eppure alla base dei dark pattern ci sono addirittura studi di scienza cognitiva che monitorano attentamente il comportamento umano, tant’è che questi strumenti si sono sviluppati inizialmente in ambito psicologico o dell’economia comportamentale. Quali vantaggi traggono le aziende? Possono carpire fraudolentemente dei dati da utilizzare per ricerche senza il consenso degli utenti, oppure aumentare gli iscritti su una pagina Facebook che determina un aumento del fatturato. Non a caso il design di siti web o email in alcuni casi è molto approssimativo, proprio per nascondere all’utente informazioni importanti. In tale contesto si vanno ad inserire i cosiddetti bias cognitivi, un concetto decisamente interessante poiché fa credere agli utenti di avere il pieno controllo delle proprie scelte, quando in realtà non è così. Cosa si intende per bias cognitivi? Gli psicologi israeliani Tversky e Kahneman hanno introdotto il concetto di bias cognitivo, cioè errori che il cervello umano compie con una certa frequenza nei quali può incorrere chiunque indipendentemente dal sesso, dall’età, dall’estrazione sociale e dal livello culturale. Il cervello si basa su una serie di dati di partenza per prendere una decisione e formulare soluzioni, pensieri o idee con la convinzione teorica e inconscia di agire in modo logico e lucido. In realtà, secondo i due psicologi, si tratta di errori del pensiero poiché l’elaborazione delle informazioni iniziali vengono semplificate portando l’essere umano a fare errori di valutazione. Nella vita di tutti i giorni motivazioni individuali, emozioni o pressioni sociali possono spingere le persone a dare valutazioni sbagliate su determinati episodi o dinamiche. Sul web invece la fretta, il poco tempo o il desiderio di risolvere il proprio problema in fretta spingono le persone a compiere azioni non necessarie. Dark pattern e bias cognitivi: un mix “esplosivo” che influisce sulle scelte degli utenti I bias cognitivi, alleandosi con i dark pattern, spingono gli utenti a compiere azioni apparentemente sensate e logiche, ma in realtà condizionate. Il “segreto” dei dark pattern è proprio questo: convincere gli utenti di essere padroni delle loro azioni, quando invece ci sono dei fili invisibili che li muovono come se fossero dei burattini. Di seguito un elenco degli esempi di dark pattern o bias cognitivi più frequenti e diffusi nel web. Prezzi scontati sfruttando l’effetto scarsità e urgenza Uno degli esempi tipici di bias cognitivi si verifica quando le aziende promuovono lanciano un servizio o un prodotto sfruttando l’effetto scarsità e l’effetto urgenza. Il consumatore viene spinto ad acquistare un prodotto ad un prezzo scontato nell’immediato, poiché sta per esaurirsi o perché la promozione è limitata nel tempo. Probabilmente l’acquirente non ha bisogno di quel prodotto, ma decide ugualmente di comprarlo semplicemente perché gli sembra un buon affare. In realtà non c’è nulla di illegale, anzi sono parecchie le aziende che utilizzano questo sistema per aumentare le vendite in un determinato periodo. Promozioni simili si verificano quando ci sono eccedenze in magazzino o quando sta per essere lanciata una nuova collezione di prodotti, quindi la vecchia deve essere smaltita. Quando la disiscrizione da una newsletter diventa impossibile Iscriversi alla mailing list di un sito web è estremamente facile e richiede solo pochi passaggi. Le aziende ovviamente hanno tutto l’interesse che diversi utenti si iscrivono alla mailing list, così da poter inviare loro promozioni, sconti e offerte per aumentare le possibilità di vendita. Tuttavia dopo un po’ di tempo l’utente potrebbe decidere di disiscriversi, magari perché non è più interessato a quella tipologia di prodotti o perché la sua casella di posta viene quotidianamente inondata di email da parte di quell’azienda. Qui il discorso si fa molto più complicato, poiché le aziende fanno di tutto per non perdere i loro potenziali clienti. Ecco quindi che il percorso di disiscrizione diventa una vera odissea per l’utente, che si scoraggia e decide di rinunciarvi. Inserimento di dati personali non necessari In alcuni casi all’utente, quando sta per usufruire di un servizio, vengono richiesti dati non necessari. Dopo aver inserito username e password può essere richiesto il proprio indirizzo email per sincronizzare i contatti. In realtà l’inserimento dell’email non è obbligatorio e si può tranquillamente usufruire del servizio anche senza. Questo però non viene specificato, inducendo l’utente in inganno e costringendolo a lasciare l’email, dove ovviamente vengono inviati messaggi promozionali a raffica. I dark pattern sono inutili e dannosi: ecco soluzioni alternative Le aziende che fanno uso dei dark pattern possono pensare di trarre beneficio ingannando o comunque essendo poco chiari con i loro clienti. Forse in parte è così, ma solo sul breve periodo. Sul medio-lungo periodo il cliente capirà di essere stato raggirato e inizierà a provare una sorta di astio verso l’azienda, poiché a nessuno piace essere preso in giro. Non c’è bisogno di ricorrere a metodi spesso al limite della legalità, come i dark pattern, ma è sufficiente dotarsi dei giusti strumenti messi a disposizione dalla tecnologia. Shopify Plus, ad esempio, è uno dei migliori alleati per chi ha un e-commerce, poiché mette il cliente al centro del progetto instaurando un rapporto chiaro e trasparente e velocizzando tutte le operazioni inerenti al marketing. Oltre, alle importanti funzionalità che ti aiutano ad aumentare le vendite, con Shopify puoi raccogliere in modo chiaro e trasparente i dati dei clienti per tracciare il comportamento in linea con le normative GDPR. I principi del GDPR da rispettare I dark pattern sono strumenti che si muovono al limite della legalità, spesso oltrepassando i confini, e quindi possono essere puniti severamente con multe pesanti. A tal proposito vale sicuramente la pena ricordare 3 dei principi più importanti del GDPR: Trasparenza; Privacy by design; Consenso dell’interessato. Trasparenza Uno dei primi concetti evidenziato dalla normativa GDPR è quello della trasparenza, principio cardine del diritto europeo in termini di protezione dei dati personali. Non solo l’utente deve capire esattamente come sono usati i suoi dati, ma devono essere predisposti percorsi facilmente accessibili che gli consentono di leggere e capire la normativa. In questo modo può decidere quali dati rilasciare e quali no e in che modo vengono trattati. Le informazioni destinate al pubblico devono inoltre essere di facile comprensione, quindi accessibili e caratterizzate da un linguaggio chiaro e semplice. Privacy by design Secondo il principio della privacy by design la protezione dei dati deve essere integrata nell’intero ciclo di vita della tecnologia, cioè dalla fase di progettazione fino alla distribuzione, all’utilizzo e all’eliminazione finale. A questo concetto si affianca il principio della privacy by default, secondo il quale le impostazioni di tutela della vita privata, che riguardano servizi e prodotti, devono rispettare i principi generali della protezione dei dati, come la limitazione delle finalità e la loro minimizzazione. Consenso dell’interessato Un altro aspetto che le aziende spesso ignorano volutamente è il consenso dell’interessato. Secondo il Regolamento Europeo l’utente deve manifestare apertamente e liberamente il proprio assenso all’utilizzo dei suoi dati personali. “Estorcere” l’iscrizione ad una mailing list, ad esempio, risulta una pratica scorretta e anche controproducente, poiché a lungo andare l’utente se non è interessato procede alla disiscrizione e l’esperienza con quel brand non risulta certo positiva. Tra l’altro esistono oltre 23 modi per far crescere la propria mailing list in modo corretto e soprattutto produttivo, quindi non c’è bisogno di ricorrere a pratiche fraudolente o estorsive. Analisi finali Non esiste un vero vuoto legislativo sulla materia, ma quando si tratta di privacy il confine tra lecito e illecito è sempre molto sottile. In conclusione si può dire che strategie basate sui dark pattern sono destinate ad essere fallimentari, sia perché violano i principi del GDPR sia perché a lungo andare allontanano i clienti anziché fidelizzarli. Oltre a minare la fiducia dei consumatori, chi ne fa uso rischia sanzioni pesanti per violazioni dei principi sulla protezione dei dati personali. Meglio quindi rimanere sulla strada della legalità e dare impulso alle proprie idee sfruttando gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia. Per creare una strategia virtuosa e vincente puoi scaricare gratis l'ebook sulle tecniche per aumentare i ricavi grazie al marketing.