Un marketplace online è un sito di e-commerce che apre le porte ad altri rivenditori / brand / produttori / privati ( a seconda della sua vocazione) per dare la possibilità a questi di vendere i loro prodotti attraverso le sue pagine e sezioni. Avete presente Ebay per le transazioni tra privati? E Amazon che invece si occupa di intascare soldi e redistribuirli? Ecco, queste sono le due punte dell'iceberg, modelli molto diversi e inserzionisti molto diversi che definiscono, nella mente di tutti che cos'è un marketplace online. Non sono gli unici ovviamente. Anche in Europa, sono fioriti e stanno nascendo un sacco di piattaforme dedicate all'e-commerce che si ispirano, in varie forme, a modelli di business esistenti o provano ad introdurne di nuovi. Vediamone alcuni. Allegro Allegro è il più grande marketplace polacco e al quarto posto nell'elenco dei marketplace online più visitati d'Europa. Con 13 milioni di utenti attivi, Allegro rappresenta una buona opportunità per i marchi B2C e i rivenditori professionisti per espandersi nel fiorente mercato online della Polonia, che vale 10 miliardi di euro. L'unico ostacolo è la lingua: Allegro opera solo in polacco, quindi la descrizione del prodotti e l'assistenza clienti devono essere localizzati. Che poi non è un problema: è normale, per i brand che vogliono entrare in una determinato mercato, parlare la lingua e adattarsi a quello che i consumatori di quel mercato chiedono. Asos ASOS è uno dei più grandi rivenditori di moda online al mondo con siti di e-commerce nel Regno Unito, Europa, Stati Uniti e Australia. L'azienda si rivolge a giovani venditori e ha intercettato la crescente tendenza dei marketplace di vendere abiti di stilisti emergenti e oggetti da boutique selezionati: la vocazione con cui ha aperto il marketplace è stata proprio questa. Asos presenta a catalogo oltre 80.000 prodotti e ogni settimana ne vengono aggiunti da 2.500 a 7.000 di nuovi. Spedisce in oltre 140 paesi dai centri logistici nel Regno Unito, Stati Uniti, Europa e Cina. Nel 2017, Asos.com fratturata quasi 2 miliardi di sterline ed è diventato il principale sito di abbigliamento online nel Regno Unito. Da marzo 2018 hanno anche introdotto la loro app mobile, che ha avuto 10 milioni di download. L'app consente agli utenti di caricare immagini di abbigliamento che preferiscono e di ricevere una gamma di articoli coordinati. ASOS afferma che nel Regno Unito il 58% degli acquisti avviene su dispositivi mobili. Bol.com Bol.com è il più grande marketplace generalista, che vende ogni tipo di prodotto, attivo nella regione del Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo). Ha oltre 6,5 milioni di clienti attivi e una media di oltre 1 milione di visitatori al giorno. Bol.com è il principale rivenditore online nei Paesi Bassi di libri, giocattoli ed elettronica, riuscendo a superare nei numeri di queste categorie merceologiche anche Amazon. La forte presenza del brand lo rende molto rispettato dai consumatori olandesi. Vendere su Bol.com è più semplice di molti altri grandi mercati. Bol associa tutti i prodotti attraverso il loro Global Trade Item Number (GTIN), quindi se hai un GTIN, non è necessario tradurre manualmente la tua inserzione - Bol lo fa per te. Non ci sono inoltre commissioni mensili fisse per il tuo account Bol.com, quindi paghi solo per ogni articolo venduto. Cdiscount Cdiscount è un marketplace francese con circa 8,6 milioni di clienti attivi e 19 milioni di visitatori unici al mese. Vende prodotti in 40 diverse categorie merceologiche con oltre 1 miliardo di euro di fatturato annuo. Fondato nel 1998, è una filiale del Groupe Casino, un gruppo di vendita al dettaglio francese creato oltre 100 anni fa. Il marketplace consente ai rivenditori online di elencare media, elettronica di consumo e altri prodotti. Cdiscount è il secondo sito di e-commerce in Francia (dopo Amazon) con 16 milioni di acquirenti registrati e oltre 1 miliardo di euro di vendite. I requisiti di entrata non sono onerosi per il venditore (non serve firmare un contratto o assumersi un impegno), ma i venditori debbano avere un numero di registrazione dell'azienda, le informazioni sui prodotti e la capacità di offrire il servizio clienti in francese. Dal 2018 Cdiscount ha iniziato a vendere e spedire alcuni prodotti in Belgio, Germania, Italia e Spagna, mossa che ha di fatto segnato l'inizio della sua espansione internazionale. La crescente presenza transfrontaliera di Cdiscount è il risultato della sua crescita annuale del 15% di entrate nette. Nel secondo trimestre del 2018, i clienti di Cdiscount hanno effettuato 5,8 milioni di ordini acquistano 11 milioni di articoli. Il marketplace di Cdiscount ha 10.000 venditori in continua ascesa. Emag Emag è il più grande sito di e-commerce della Romania con oltre 500.000 clienti unici che lo visitano ogni giorno. I venditori possono elencare i propri prodotti in oltre 1.600 categorie disponibili. La piattaforma ospita attualmente 3.500 venditori e oltre 1.4 milioni di prodotti, genera oltre 100 milioni di € di ricavi e oltre 1,9 milioni di ordini per i partner del marketplace. Le maggiori vendite sono quelle dei prodotti nelle categorie di accessori per auto, casa e arredamento, bambini e giocattoli, moda e sport. Fnac Originario della Francia, ma operante in gran parte dell'Europa, Fnac rappresenta un'enorme opportunità per chiunque già venda all'estero nell'area dell'euro. Inizialmente un rivenditore di elettronica ha recentemente aperto categorie di moda, sport e articoli per la casa. Come marchio affermato in Francia, Fnac ha costruito una solida base di clienti e la sua rete di negozi lo rende riconosciuto e autorevole per i navigatori. Fruugo Fruugo è un marketplace con sede nel Regno Unito che vende in 32 paesi e con oltre 25 milioni di utenti attivi. I venditori possono registrarsi una sola volta per poi vendere in tutti i mercati disponibili nel loro portafoglio. Il sito supporta 22 valute e 17 lingue. Il marketplace di Fruugo opera con centinaia di rivenditori e offre loro servizi di traduzione, assistenza clienti, marketing e supporto al cambio valuta: l'unico compito del rivenditore è l'evasione dell'ordine. Rispetto ai suoi concorrenti europei, Fruugo è un marketplace relativamente giovane, ma si prospetta una crescita del 200% nei prossimi anni. Flubit Flubit è il più grande marketplace del Regno Unito di proprietà nazionale. Ospita un catalogo di oltre 70 milioni di prodotti in categorie molto diverse, tra cui casa, giardino, giocattoli, libri ed elettronica; quindi, per la vastità del catalogo, si posiziona come un concorrente diretto di Amazon. Ha 1.500 venditori del Regno Unito e Irlandesi. Nel novembre 2017, Flubit è stata classificata la 10° più importante società di e-commerce in Europa e la seconda nel Regno Unito. Nel 2018, Flubit.com è stata acquisita dal noto gruppo tecnologico blockchain MonetaryUnit. La decisione, al momento dell'accordo, avrebbe reso Flubit.com il più grande marketplace al mondo che permette di visualizzare i prezzi in criptovalute. LaRedoute Con la sua attività iniziata nel 1837, La Redoute è un nome familiare in Francia ed è il secondo venditore di abbigliamento femminile d'oltralpe. È diventato il sito di e-commerce di moda e di riferimento in Francia con oltre 9,2 milioni di visitatori unici al mese e con migliaia di marchi famosi che vendono i loro prodotti, mettendoli a listino in questo marketplace. La Redoute ha una presenza internazionale significativa, operando in 26 paesi e con oltre 10 milioni di clienti attivi. Il marketplace di La Redoute ospita oltre 1.000 venditori. I venditori devono fornire il servizio clienti in francese e i prezzi devono essere in euro. Mobile.de Mobile.de è un marketplace tedesco per la vendita di veicoli ad aziende e consumatori privati. Il sito ha clienti da tutta Europa ed è il più grande marketplace automobilistico in Germania. La sua piattaforma consente di acquistare e vendere auto usate e nuove, motociclette, camper e roulotte, nonché camion e veicoli commerciali. La piattaforma consente inoltre agli utenti di cercare rivenditori, nonché di trovare offerte finanziarie e assicurative. La società è stata fondata nel 1996 e ha sede a Kleinmachnow, in Germania, ma dal 2004 opera come filiale di eBay Inc. OnBuy OnBuy è un marketplace online B2C in cui i venditori di aziende terze possono elencare prodotti nuovi, usati o ricondizionati e gli acquirenti possono sfogliare migliaia di categorie, confrontare e acquistare in modo sicuro con la Protezione acquirenti fornita da PayPal. Con migliaia di venditori e oltre 10 milioni di prodotti, gli acquirenti possono fare acquisti da più venditori in un'unica transazione con una soluzione di pagamento semplice e sicura, libera da molti rischi di frode online. Grazie alle sue ragionevoli commissioni di vendita e al pagamento immediato da parte di PayPal, i venditori godono della vendita senza rischi e dell'accesso a milioni di potenziali acquirenti, senza concorrenza diretta da parte di OnBuy. Il marketplace è stato lanciato nel 2016 e sta vivendo una crescita meteorica; pronto a essere lanciato a livello internazionale, con un piano che prevede di aprirsi a più di 140 paesi nei prossimi anni. PriceMinister PriceMinister è stata fondata nel 2001 ed è un marketplace francese leader in Francia con 22 milioni di membri e 9 milioni di visitatori al mese. Che equivale ad un terzo di tutti gli utenti di Internet francesi. Nel 2010, è stato acquistato da Rakuten e da allora è cresciuto costantemente. Ora opera in 20 paesi e ospita in media oltre 30.000 transazioni al giorno, il che la rende la seconda piattaforma di e-commerce più visitata in Francia (indovinate? Proprio dietro ad Amazon). PriceMinister ha 11 milioni di visitatori unici al mese, 130 milioni di prodotti elencati e 5.000 venditori attivi. Real.de Prima si chiamava Hitmeister, poi diventato Real.de ed affermatosi come il terzo marketplace online più grande della Germania. Vende milioni di prodotti in 5.000 diverse categorie tra cui mobili, media, musica, elettronica, articoli da cucina, articoli per la casa e da giardino, attrezzature sportive, cosmetici, articoli per bambini, auto e accessori per esterni. Real.de offre spedizioni in circa 30 paesi diversi, ha 10 milioni di visitatori mensili e 6,5 milioni di clienti. Spartoo Spartoo è una società di e-commerce francese specializzata in abbigliamento e calzature. Lanciato nel 2006 come venditore online di calzature, Spartoo ora vende oltre 1.000 marchi di abbigliamento in tutta Europa. Spartoo ha lanciato il proprio marketplace online nel 2014. Attualmente opera in 30 paesi e ospita oltre 350 commercianti. Spartoo è ottimo per i venditori di moda online, in particolare i rivenditori di scarpe, e riceve circa 14 milioni di visite al mese. Spartoo ha alcune condizioni specifiche per i venditori online, incluso l'impegno a consegnare i prodotti entro 2-3 giorni dall'ordine, con tracciabilità disponibile. I venditori devono anche avere un servizio clienti reattivo (sul quale vengono testati) e la modalità dei resi deve essere facile ed intuitiva. Zalando Zalando è un marketplace tedesco che si è esteso a più mercati nazionali europei. È particolarmente importante in Germania, dove vanta il 95% di riconoscimento del brand tra consumatori adulti, ma si è anche diffuso in altri paesi negli ultimi anni e ha aperto anche dei centri di distribuzione in Svezia e Belgio. Gli ultimi dati dicono che ha 20 milioni di acquirenti attivi e una quota del 7,4% del mercato della moda dell'Europa occidentale (il che, per fare 4 conti, ammonta a 42 miliardi di dollari). Zalando ha oltre 22 milioni di clienti e vende oltre 250.000 prodotti da 2.000 marchi commerciali. Conclusione Amazon ed eBay sono ottimi marketplace per la vendita di articoli di largo consumo in Europa, ma non sono privi di concorrenza. In alcuni paesi e categorie di prodotti, le loro vendite sono superate da siti Web locali più forti. Il mercato è particolarmente diversificato in Francia, Germania, Europa orientale e nel settore della moda. Quindi provare ad estendere la tua rete di vendita oltre Amazon e eBay può essere un modo molto efficace per raggiungere un maggior numero di clienti nel mercato europeo, con lo stesso inventario, risorse e processi che hai già messo a punto oggi. PS: spero che questo post ti abbia aiutato a identificare nuovi canali per far crescere la tua attività in Europa!
I siti web di e-commerce esistono per un motivo: fare soldi. Ciò significa che tutto ciò che ha a che fare con il sito dovrebbe essere progettato per convincere i visitatori ad acquistare. Oggi vi parlo di una possibilità in più, che non state utilizzando, per avere più conversioni di acquirenti: una landing page post-click per un e-commerce. Che cos'è una landing page post click L'ottimizzazione post clic è il processo che viene costruito per garantire che il click sull'annuncio generi la massima conversione possibile, indirizzando i visitatori ad una landing page (pagina di destinazione) che corrisponda al messaggio dell'annuncio, che sia più aderente e vicino possibile alle aspettative di chi ha cliccato sull'annuncio. Per esempio, nelle AdWords, alla query inbound marketing B2B abbiamo associato questo annuncio a pagamento: Che punta su una landing page ad hoc che parla di inbound marketing B2B: Quando si ottimizza l'esperienza post clic, si motiva l'utente che ha già fatto clic sull'annuncio a fare clic anche sul pulsante CTA della pagina di destinazione. Sebbene quasi 1 acquirente online su 4 inizi il percorso di acquisto sulla pagina di un prodotto, circa il 96% dei visitatori non è ancora pronto per acquistare quando arriva su una pagina (altrimenti le vostre percentuali di conversione sarebbero le 25%). Questi visitatori hanno maggiori probabilità di rimbalzo rispetto a quelle che atterrano su una landing page post-clic effettiva, indipendentemente dal canale in cui la inseriamo: La ricerca mostra anche che le pagine dei prodotti sottoperformano rispetto alle pagine di destinazione post clic per l'e-commerce anche in altri modi. Non ci credi? Stando ai dati di quasi 2 miliardi di sessioni di shopping avvenute nel primo trimestre del 2018, le pagine dei prodotti non riescono a coinvolgere i clienti: I visitatori che arrivano alla pagina di un prodotto visualizzano il 42% in meno di pagine (8,8 per sessione di acquisto) rispetto a quelli che vedono landing page di destinazione post clic (12,5 per sessione di acquisto); I visitatori della pagina del prodotto convertono a circa la metà del tasso di visitatori della pagina di destinazione post clic (rispettivamente 1,5% e 2,9%) Le entrate per sessione nelle pagine dei prodotti ($ 1,72) sono circa la metà di quelle per sessione delle landing page post clic ($ 3,43) Quindi ora che vedi la differenza nei dati, riesci ad immaginarti la differenza delle pagine? Landing page post click Vs pagine dei prodotti La principale differenza tra una pagina di destinazione post click e una pagina di prodotto è il suo scopo. Nonostante ciò che pensano in molti, le pagine di destinazione post click non sono semplicemente la pagina su cui atterri. Una landing post click è una pagina web autonoma, creata al solo scopo di convincere i visitatori ad agire ( registrati, acquista, scarica, ecc.). Queste pagine vengono utilizzate per indirizzare il traffico mirato verso una conversione specifica, concentrandosi su un solo messaggio con un obiettivo in mente (completamente allineato con l'annuncio che ha spinto a cliccare) Lo scopo di una pagina di prodotto, invece, è fare appello indiscriminatamente a tutti i visitatori che ci capitano sopra. È progettata per presentare il tuo marchio / brand e informare al massimo i visitatori sul prodotto o servizio che la pagina propone di acquistare. Inoltre fornisce tutti i collegamenti necessari per visitare altre pagine e sezioni del tuo sito web in modo da non limitare la volontà di scoperta dei potenziali clienti. Perché utilizzare le landing page post-click in un e-commerce? Man mano che le aziende diventano pronte e preparate a farsi guidare dai dati (data driven decision), le pagine di destinazione post-click stanno diventando la scelta preferita, grazie alla loro capacità di generare più conversioni, generare più lead e, alla fine, generare un ROI elevato. In effetti, il famoso rapporto di HubSpot mostra che i brand che utilizzano 40 o più landing page post click generano il 120% di lead in più rispetto alle aziende che utilizzano meno di 5 pagine di destinazione post click. La ragione di ciò è che ogni cliente è unico e richiede attenzione e impegno personalizzati per essere convinto all'acquisto. Le migliori landing page post-clic per e-commerce (ovvero pagine di destinazione che puntano alla conversione pre-carrello) ti consentono di fare questo: adattare la tua offerta di business ai singoli clienti attraverso vetrine digitali specializzate, che a loro volta aumentano il coinvolgimento e aumentano le vendite. Le le migliori landing page post-clic per l'e-commerce includono: Iscrizione agli aggiornamenti via e-mail; Effettuare un acquisto; Download di contenuti premium gratuiti; Aggiornamento a un prodotto migliore o un livello di servizio superiore. Esempi (e migliori pratiche) per le landing page per un e-commerce Oltre a spiegare le migliori pratiche da utilizzare sulle landing page di aziende che vendono online, questa sezione mostra alcuni esempi di landing page post-clic che puoi prendere come ispirazione per il tuo prossimo progetto. 1. Elimina la navigazione del sito Poiché una pagina di destinazione post-click è una pagina autonoma dal tuo sito Web, non deve includere una barra di navigazione da nessuna parte; né dovrebbe includere altre opportunità di click-through oltre alla Call-To-Action principale. Includere eventuali collegamenti aggiuntivi consentirebbe alle persone di allontanarsi facilmente dalla tua offerta senza prima compiere l'azione per la quale le abbiamo portate in questa pagina. Doodly ci presenta una buona idea per una landing page: Dalla pagina è stata omessa tutta la navigazione (a parte i pochi collegamenti presenti nella parte inferiore della pagina, nel footer), quindi i visitatori si concentrano solo sull'offerta della landing page dopo essere arrivati da un annuncio. Esistono numerosi collegamenti di ancoraggio in tutto il contenuto che indirizzano i visitatori nella parte inferiore della pagina dove possono cliccare per acquistare. La rimozione dei collegamenti a piè di pagina renderebbe ancora più forte il focus della pagina, anche se si perderebbe un certo inquadramento istituzionale Rimuovendo i collegamenti di navigazione e altre distrazioni di una normale pagina Web, le landing page post-clic di e-commerce si concentrano al 100% sull'attività da svolgere: ottenere prospect coinvolte con il tuo marchio. 2. Includi l'ovvia CtA Non puoi presumere che tutti siano allineati con i tuoi percorsi mentali e che sappiano esattamente cosa fare una volta arrivati sulla tua pagina. Per evitare qualsiasi dubbio, motivi di confusione (e frequenze di rimbalzo più elevate) includi sempre un invito all'azione (una CtA) chiara e specifica, come fa Grace Lever sulla sua landing page post click: Non c'è dubbio che facendo click sul pulsante della CtA rosa in questa pagina si permetta ai visitatori di ordinare il libro nella pagina successiva. Un pulsante della CtA chiaro, pertinente e realizzato ad hoc per questa pagina aiuta a mantenere chiaro, per il visitatore, l'obiettivo della pagina, e gli consente di concentrarsi su questo obiettivo. 3. Incorpora più CtA La differenza tra CtA di pagine prodotto e CtA di landing page post click è che queste ultime dovrebbero avere un solo obiettivo. Ciò non significa però solo un pulsante di CtA. I pulsanti CtA multipli sono accettabili nelle pagine di destinazione post-click per un e-commerce, purché cooperino tra loro. Hearst Magazines utilizzava più pulsanti CTA nella landing page, tutti con lo stesso obiettivo, per aumentare le iscrizioni alle riviste per Eat for Abs: Aumentando le opportunità di cliccare Ordina ora in tutta la pagina, è più probabile che i visitatori facciano click su uno dei pulsanti, vengano indirizzati in fondo alla pagina e completino il modulo per l'iscrizione, qui pensato in più passaggi. Questa è la chiave per una landing page post-click per un e-commerce di successo - un unico scopo senza inserire non hanno dubbi per completare l'obiettivo da te desiderato. 4. Aggiungi una descrizione specifica del prodotto o del servizio Sebbene sia le landing page post-click sia le pagine dei prodotti debbano includere un testo descrittivo del prodotto o del servizio, la landing dovrebbe essere più specifica per il pubblico che pensiamo di catturare sulla pagina, rispetto al testo più generico che si trova nelle pagine di quel prodotto, che avrà lo stesso format standard di tutte le altre pagine prodotto del sito. Invece di fare in modo che i visitatori desiderino di andare in cerca di una descrizione più completa del prodotto o servizio presentato, assicurati che sia presente una ricca e completa descrizione, distribuendo i pesi di comunicazione nel modo più corretto (non troppo piccola o nascosta nella parte inferiore della pagina, per esempio). HelloFresh rende la descrizione della sua offerta molto chiara e visibile, above the folder (ovvero nella prima parte della pagina, quella che è visibile dal visitatore quando ci arriva, senza dover scorrere il mouse) direttamente sopra il pulsante CTA: Il resto della landing descrive il funzionamento di HelloFresh, elenca i principali vantaggi e condivide le migliori recensioni ricevute. Include anche un secondo pulsante CtA nella parte inferiore della pagina, cge ha lo stesso obiettivo di conversione. La pratica dimostra che le conversioni possono aumentare anche del 124%, incorporando immagini per integrare le descrizioni dei prodotti, come è successo a Strategyn: 5. Concentrati esclusivamente sulle conversioni Le pagine dei prodotti sono fortemente ottimizzate per la SEO poiché uno dei loro obiettivi principali è attrarre traffico organico in modo diretto, per abbattere il costo delle inserzioni su Google o su altri circuiti di pubblicità. Le landing page post click possono anche essere ottimizzate per il SEO; tuttavia, non è una necessità, perché le pagine di destinazione post clic sono pensate e sviluppate proprio per la pubblicità, non per il traffico organico. Pertanto, anche se le landing page post-click possono potenzialmente essere ottimizzate per la SEO, per posizionarsi più in alto sulle SERP e ottenere più visibilità e traffico dagli utenti che stanno effettuando ricerche, dovrebbero essere principalmente pensate per la conversione. 6. Ottimizza per dispositivi mobili Avere una landing page post-clic in un e-commerce, quindi pensata in logica pre-carrello, per non averla ottimizzata perfettamente per i dispositivi mobile significa darsi la zappa sui piedi dia soli, perché molti dei clienti che fanno acquisti utilizzano dispositivi mobili. Crea pagine e moduli allineati verticalmente, formatta correttamente immagini e video per adattarli perfettamente al dispositivo e includi pulsanti che siano facili da cliccare con il dito. The Honest Company sta attenta a tutte queste indicazioni per realizzare la sua landing page post-click per il suo e-commerce: L'ottimizzazione mobile degli elementi della landing consente agli utenti che utilizzano uno smartphone di accedere comodamente ai tuoi contenuti, offrendo loro un'esperienza utente ideale e maggiori possibilità di conversione.
Sei pronto per vendere online, giocandoti tutte le tue carte con un negozio di e-commerce. Ma, che tua una negoziante o un produttore, dovrai scegliere in che marketplace essere presente. Un marketplace è un sito o una applicazione in cui molti altri produttori o commercianti si trovano a venere gli stessi prodotti o prodotti simili. per approfondire il tema puoi leggere il post che cos'è un marketplace. Sul fatto poi che sia caldamente consigliato, oggi, avere una strategia di vendita online che abbraccia anche i marketplace, è una questione di opportunità o numeri, quindi, se non sei ancora convinto di farlo, leggiti il posto perché vendere nei marketplace. A questo punto, se sei arrivato fino a qui, è perché sei convinto dell'importanza di essere online con il tuo sito e-commerce ma, nel contempo, non vuoi tralasciare le grandi opportunità che offre il sistema dei marketplace online. Scegliere un marketplace non è semplice come trovare il sito più usato e dedicarsi a vendere al suo interno. Hai bisogno di una piattaforma adatta alle tue esigenze e ogni opzione ha i suoi pro e contro. Un marketplace online è un tuo negozio virtuale: i tuoi clienti potranno sfogliare i tuoi prodotti qui ed effettuare acquisti. Ciò che fanno i canali di vendita online è assistertu in questo processo nei seguenti modi: Ti consentono di creare cataloghi di prodotti ed elencarli sul loro negozio virtuale Ti forniscono una base di clienti, i clienti del loro marketplace Agiscono come intermediari durante la transazione Ti assistono (o ti possono assistere) nella parte logistica del process In cambio del loro supporto, prendono una certa percentuale di commissione su ogni vendita o un mix tra fisso e percentuale. Se scegli di vendere in cada loro sevi anche aderire alle loro regole e politiche e hanno il potere (dovere) di penalizzarti se non lo fai. In sostanza, il negozio potrebbe essere tuo, ma è il loro centro commerciale. Al contrario, avere il tuo negozio online ti restituisce la tua sovranità nel mondo virtuale, promuove il tuo brand, ti permette di vendere direttamente... ed è proprio per questo che la scelta di vendere in uno o più marketplace è complementare / parallela alla scelta di aprire il proprio e-commerce online. C'è una domanda dalla quale partire: Cosa sto vendendo e a chi sto vendendo? Il tuo prodotto determinerà quale direzione prendere con i marketplace e il tuo pubblico di destinazione determinerà il tipo di sito di cui avrai bisogno. Se il tuo cliente tipico è, per esempio, un millennial, potresti aver bisogno di un sito mobile forte con grafica accattivante e una grande narrazione. Dovrebbe essere alla moda, minimalista e di stile, sia ricco che accattivante, con un marchio lucido. Un sito web del genere può costare più soldi e richiedere un occhio attento ed esperto per gli elementi visivi: un forte team creativo, con esperienza consolidata, si traduce in un maggior costo a monte. D'altra parte, se il tuo cliente target è più vecchio o meno esperto di tecnologia, potresti concentrarti molto di più su un sistema di carrello tradizionale semplice. Mantenerlo semplice e non preoccuparsi tanto della grafica chic o di un aspetto calcolato o raffinato, è un'opzione comune quando dall'altra parte si ha un potenziale cliente poco. Questo percorso dovrebbe costare meno e richiedere meno attenzione al design, ma raggiungerà meglio i tuoi clienti e li aiuterà attraverso l'esperienza di shopping e-commerce tradizionale e semplice. Un ragionamento simile va fatto quando scegli il marketplace: la principale domanda a cui deve risponde è se quel canale sarà quello giusto per il prodotto che vendi. Ci sono diverse tipologie di marketplace: B2B, B2C e C2C e ognuno di questi può essere verticale (concentrandosi su una specifica categoria di prodotti), orizzontale (con diverse categorie ma un quid, un minimo comune denominatore che li accomuna) o generalista. Partire dal pubblico e dal prodotto è quindi il primo ragionamento da fare (con il quale poi riuscirai a trovare risposte) sia per la realizzazione del tuo sito di e-commerce che per la scelta del marketplace. Quindi, ecco una serie di punti da cui partire per scegliere in quale marketplace essere presente (il SE essere presente, per me è già smarcato). 1. Il tuo prodotto Se sei solo un rivenditore, aprire il tuo negozio online ha un senso se lo combini con una certa dose di attività di marketing online per la promozione anche della tua attività di rivendita; soprattutto nelle categorie di prodotti più popolari come l'elettronica e l'abbigliamento è difficile emergere con il proprio negozio online e trovare clienti. Quindi se l'idea è di trasformare rapidamente il tuo investimento per il sito di commerce in un business redditizio dal canale web, se vendi elettronica ed abbigliamento, per esempio, potrebbe essere più difficile di quanto pensi. Non significa non tentare, ma, consci della difficoltà, partire con strategie alternative per monetizzare più velocemente. Se si tratta di mercati ad alto volume, con una domanda enorme e un'offerta che difficilmente risponde al bisogno (come l'inventario di un singolo negozio) , opta innegabilmente per essere presente almeno in un marketplace, allineando la tua offerta con i marketplace esistenti, trovando quello che fa al casa tuo. Al contrario, se anche tu sei un produttore / brand o vendi un prodotto di nicchia, puoi davvero sviluppare il tuo marchio da zero nel mondo online. Anche in questo caso la scelta non è obbligatoriamente a senso unico: puoi comunque essere presente in alcuni marketplace e lavorare per la tua supremazia di brand all'interno del marketplace, proprio in virtù del fatto che sei il produttore. 2. Il supporto logistico Pensa alla logistica prima di iscriverti ad un marketplace. Se un particolare canale di vendita non è in grado di fornire assistenza logistica nell'area in cui si trovano i tuoi prodotti / magazzino, potresti trovarti in una situazione difficile. Se hai intenzione di avviare il tuo mercato, studia attentamente i fornitori di servizi logistici e come possono interfacciarsi con a tua attività. Le scelte possono andare verso un marketplace che offre supporto logistico. Il caso scuola è quello di Amazon che con il suo servizio di logistica, si occupa di stoccaggio, imballaggio e delle spedizioni per i prodotti venduti all'interno del suo marketplace. In questo caso, quello del servizio di Amazon, si pagano le tariffe di gestione e le tariffe di stoccaggio in magazzino, che si sommano alle percentuali sulla vendita del prodotto. Per molti venditori il problema della logistica e delle spedizioni può diventare pesante, perché obbliga qualcuno ad occuparsi dei rapporti con i corrieri, dell'imballaggio, delle difficoltà di consegna e di resi... insomma, per brand che sono abituati a vendere ai distributori o, al contrario, per negozianti che hanno sempre lavorato come commessi, un'attività nuova, per la quale bisogna calcolare attentamente i costi interni (pacchi, tempistiche di imballaggio, costo della spedizione...). 3. La popolarità del marketplace I canali di vendita come Amazon e Ebay sono praticamente sinonimo di vendita al dettaglio online nel mercato di oggi. I canali di vendita, in generale, sono la prima scelta dei consumatori quando si tratta di acquisti online. Iscriversi a uno o più di questi significa avere accesso a quella grande base di clienti potenziali. Ma la popolarità potrebbe non essere l'unico parametro per scegliere il marketplace nel quale essere presente. Potresti optare per dei marketplace con meno nome, magari interessanti per la tua base di utenti, ma con un affollamento decisamente meno ingombrante. Oppure dedicati ad una nicchia specifica, sempre ragionando sul prodotto che proponi. 4. L'immagine del tuo brand L'iscrizione a un canale di vendita online non ti dà molto spazio in termini di crescita del brand. Qui, le persone non acquistano prodotti da seller123 (sostituisci con il nome del tuo negozio o brand); acquistano prodotti da Ebay o Amazon. Sei ridotto a un fornitore senza nome. Questo è il lato negativo, non essendoci spazio per il tuo marchio e una reputazione / autorità che ha sempre bisogno di crescere. D'altro canto, nel tuo negozio personale, puoi personalizzare con cura l'immagine del tuo brand, sfruttando appieno il potere dei social e del marketing online. Ma la difficoltà di attirare un pubblico che acquisto sul tuo store è palese: autorità, SEO, brand awareness... oltre al fatto che molti navigatori scelgono direttamente i marketplace. Conclusione Questi spunti per alcune riflessioni per scegliere il giusto marketplace per vendere i tuoi prodotti online non è complementare alla decisione di avere il proprio e-commerce online, magari sviluppato con un sistema smart e innovativo come Shopify (per piccole aziende o rivenditori) o Shopify Plus (per aziende con necessità enterprise). Risulta facile, al tuo store online, in questo caso, attivare un connettore per gestire le tue vendite sui marketplace direttamente da Shopify. Le indicazioni di massima, da valutare caso per caso spingono per: Amazon: Beauty Electronics & Tech Toys Pets Home and Household Fashion Books Ebay: Automotive Elettronica Abbigliamento unbranded Oggetti unici per collezionisti Etsy: Oggetti unici fatti a mano / artigianali E se vuoi saperne di più... siamo qui :-)
Vendere online con il proprio e-commerce è certamente affascinante e rappresenta uno sviluppo del business importante, sia che tu sia un brand che un rivenditore. E, con un budget alla portata di tutti, si può realizzare un progetto e-commerce, agganciandolo con i marketplace per proporre i propri prodotti su più canali di vendita. Un marketplace online è un sito o una app online che ti permette di rivendere i tuoi prodotti al tuo potenziale cliente. Puoi approfondire sul post cos'è un marketplace online Perché portare i propri prodotti all'interno di un marketplace? Provo a convincerti con 3 motivi. 1. I marketplace stanno crescendo (e puoi crescere al loro interno) Il primo motivo per il quale dovresti scegliere di vendere in un marketplace è estremamente semplice e ha a che fare con il tuo fatturato: i marketplace stanno crescendo. Già nel 2016, la metà delle vendite dell'online è passata attraverso i marketplace. La percentuale salirà al 66% nel 2022, visto che stiamo parlando di una crescita continua, che non puoi arrestare con il tuo e-commerce, da solo. Se oggi non sei su un marketplace significa, per rendere la questione in modo molto banale, che ti stai perdendo la metà degli acquirenti online, che potrebbero essere tuoi potenziali clienti. Certo, potresti anche fare di tutto per portarli sul tuo sito web. Ma come pensi di farlo non lo so (ovvero si che lo so, fa parte del lavoro di uno che si occupa di queste cose, ma non li porterai mai tutti, è troppo dispendioso e poco efficace). Uno dei motivi per cui le persone adorano comprare nei marketplace online è la vasta selezione di prodotti e la possibilità di confrontare velocemente le offerte per tutti questi prodotti. I grandi marketplace hanno milioni di visitatori giornalieri. Il 38% dei viaggi di shopping online, per esempio, inizia osservando i marketplace perché hanno una buona reputazione, le persone li conoscono e sanno cosa possono trovare lì. Inoltre milioni di questi visitatori sono clienti abituali. Hanno esperienza con questi negozi e sanno cosa otterranno e quale sarà la qualità dei prodotto e del servizio che riceveranno. Perché passare a un negozio diverso, sconosciuto quando il tuo negozio ha tutto ciò di cui hai bisogno? Quando però non trovano il prodotto o non riescono a desumerne la qualità questi utenti abituali di marketplace, cominceranno a cercare fuori... ed è lì che troveranno il tuo negozio. Bisogna esserci con il proprio negozio online? Certamente, rappresenti sempre una valida alternativa per qualcuno che non ha trovato quello che si aspettava nel marketplace o per quel 50% (o 40% a tendere) di acquirenti che non li usa. Ma non esserci significa tarparsi delle grosse possibilità di business. Vendere sui mercati significa raggiungere un grande pubblico senza troppi sforzi. Molto probabilmente le tue vendite aumenteranno, il che significa che puoi acquistare lotti più grandi e, contemporaneamente, contrattare sconti per aumentare i tuoi margini. 2. La concorrenza Battere la concorrenza è un altro importante motivo per cui dovresti iniziare a vendere sui marketplace. La quantità di negozi online in Europa è enorme. Una ricerca presentata su ecommercenews.com, afferma che ci sono oltre 800.000 negozi online in Europa, di cui il 21,2% in Germania, il 13,1% nel Regno Unito e il 10% in Olanda. Nel 2016 c'erano 335 markeplace in Europa. Potrebbe essere difficile distinguersi tra tutti questi negozi online e un'offerta che continua a crescere in maniera impetuosa. In che modo qualcuno troverà il tuo negozio tra tutti gli altri negozi che offrono gli stessi prodotti? E, come abbiamo detto prima, perdi già metà dei potenziali clienti che vanno diretti a comprare sui marketplace. Ciò significa che l'altro 50% dei clienti si sposterà e sceglierà di comprare tra 799.665 negozi online rimanenti, solo, Europa (anche se mentre scriviamo e passano i giorni e i mesi da quando scrivo questo, il numero continuerà ad aumentare). Quindi, oltre a competere con quegli enormi mercati, devi competere con tutti quei negozi online per l'altra metà dei clienti. Ma perché competere con i marketplace? Almeno quelli, togliamoli dall'orizzonte della concorrenza, trasformandoli in un'opportunità di business. 3. La vendita internazionale viene facilitata I marketplace sono un ottimo modo per migliorare le vendite all'estero, senza dover tradurre l'intero sito web e senza attivare dei percorsi (dispendiosi) di marketing in molte lingue diverse o su differenti nazioni, senza entrare nelle questioni legate ai sistemi di pagamento preferiti in un determinato stato, metriche di misura differenti e fiducia su un player straniero sconosciuto. Ti bastano come motivi scoraggianti? :-) Quindi, oltre a raggiungere i milioni di clienti dai mercati nel tuo paese, puoi raggiungerne altri milioni che utilizzano il marketplace all'estero. Come la mettiamo con il mio brand? Potresti essere preoccupato di cosa significherà, per la tua immagine, il fatto che metti a tua disposizione i tuoi prodotti all'interno di un marketplace, diventando uno dei tanti rivenditori, in un contesto che non tiene minimamente conto della tua brand identity. La maggior parte dei marketplace richiede prestazioni di qualità dai propri venditori di terze parti e il modo migliore per testarlo è far valutare le esperienze di acquisto ai clienti. I venditori con un punteggio elevato avranno maggiori probabilità di essere le prime proposte visibili per i navigatori... e questo aiuta a migliorare direttamente le tue vendite. Ma anche se non sei il primo venditore visibile nell'elenco di chi propone quel determinato prodotto, le persone potrebbero confrontare diversi venditori in base alle recensioni (cioè, no potrebbero... lo fanno!). Anche quando il prezzo non è il più basso, le persone spesso sono disposte a pagare un extra per il servizio o la velocità di consegna. Quindi, più clienti soddisfatti avrai all'interno dei marketplace, più persone ti troveranno e più persone si fideranno di te. Il tuo nome non è sarà mai così visibile come quando vendi dal tuo negozio di e-commerce, ma il tuo nome è comunque importante. Inoltre, i clienti potrebbero ricordare il tuo buon servizio e, la prossima volta, decidere di cercare direttamente il tuo negozio online anziché il marketplace. Conclusione E se la tua preoccupazione è quella di diventare dipendente dal marketplace che ti sta facendo vendere i prodotti, aumentando il fatturato, mettendoti di fatto con le spalle scoperte nei confronti delle politiche del marketplace di aumento delle percentuali richieste ai venditori o altro... pensa ad una cosa: nessuno ha mai detto che devi puntare ad un unico marketplace.
Cos'è un marketplace? Li usiamo tutti i giorni ma spesso non ci pensiamo troppo, lo facciamo perché è diventata un'abitudine e i loro nomi sono di uso così comune da non interrogarci in maniera più approfondita sulla natura di questi e-commerce. Sono i marketplace... e sono sempre di più. Cos'è un marketplace Un marketplace online è un sito web o un'applicazione che rende più facile e comodo lo shopping di oggetti che provengono da differenti fonti. Di fatto un marketplace è un sito internet / luogo di scambio e di intermediazione per l'acquisto e la vendita di beni o servizi, un luogo dove sono raggruppate le merci di diversi venditori (spesso altri siti e-commerce) a cui accedono acquirenti che non sono interessati - in prima battuta - al chi vende, ma al prodotto da trovare. Il marketplace non possiede un inventario, il suo lavoro è quello di presentare l'inventario di altra gente ai visitatori / utenti e quello di favorire le transazioni. Ebay è un capolavoro in questo senso, la summa della definizione di questa tipologia di negozi perché vende qualunque cosa a chiunque. Ma ce ne sono di molti altri tipi. Visto che offrono una reale convenienza e comodità ai consumatori, negli ultimi anni il numero dei marketplace è esploso. Se ti fosse venuta voglia di apre un grande magazzino già 7-8 anni fa, molto probabilmente sarebbe già stato aperto online e non di sicuro in maniera fisica. Definiti come Department Store 2.0, gli utenti accedono all'inventario dei fornitori elettronicamente... quindi il marketplace non è obbligato a possedere il bene prima di venderlo ai consumatori: tutti i prodotti venduti dai fornitori sono disponibili per i consumatori e ci sono tutte le informazioni in real time sui prodotti, che vengo presentate ai consumatori da un sito online o da una applicazione. Proprio perché rappresenta la somma di molti altri negozi, il marketplace, generalmente, offre un assortimento molto più ampio di qualsiasi negozio online. Abbiamo capito una cosa, negli ultimi anni, per esempio: ai consumatori non piace usare applicazioni di singoli rivenditori; è molto più probabile che scarichino un'app sul loro smartphone che offre una gamma di prodotto più ampia di quella che può offrire il singolo negozio. Ed è proprio questa una delle maggiori attrattive del marketplace. Questi tipi di mercati online hanno anche alcuni aspetti negativi: poiché i prodotti vengono offerti da molti rivenditori differenti, le informazioni sugli stessi sono spesso difficilmente comparabili e la velocità di consegna dei venditori non sono sempre uniformi. Ciò può essere disturbante per chi cerca un'esperienza di acquisto. Un marketplace che funziona senza intoppi attinge contemporaneamente da molti fornitori in modo chiaro e trasparente per gli utenti: non sempre è facile da fare. Le tipologie di marketplace Ci sono tre tipi di marketplace, a seconda del modello di business che propone: Verticali Orizzontali Globali 1. Marketplace verticali Un marketplace verticale vende prodotti da molte fonti e fornitori ma sono tutti prodotti di un solo tipo. Ad esempio, TrueFacet.com vende solo gioielli e prodotti correlati. Il sito svolge l'importante compito di garantire l'autenticità e poiché la gioielleria è un articolo costoso, è un valore aggiunto importante. Tirath Kamdar, fondatore e CEO di TrueFacet, ritiene che TrueFacet stia creando una sorta sovrastruttura di garanzia dell'industria della gioielleria e fa un paragone con il VIN (numero di identificazione di un veicolo) introdotto nel 1954 ma standardizzato dall'amministrazione pubblica americana solo nel 1981. Fornendo a ciascun gioiello un identificativo univoco quando è elencato sul sito, TrueFacet aggiunge del valore al processo verificando l'autenticità di un prodotto. 2. Marketplace orizzontali Un marketplace orizzontale vende prodotti di molti tipi ma condividono tutti una caratteristica importante. Ad esempio, Panjo è un mercato online per veri appassionati. Secondo Chad Billmyer, CEO di Panjo, gli appassionati di danza del ventre si comportano allo stesso modo degli appassionati di Porsche. Fornendo a differenti comunità di appassionati infrastrutture e dati, Billmyer crede che Panjo diventerà un driver di traffico sempre più grande, perché le persone perseguiranno sempre le proprie passioni e, nel farlo, troveranno comodo comprare e vendere. Un altro mercato orizzontale è Dote, che offre alle donne che non desiderano scaricare singole app di rivenditori la possibilità di fare acquisti presso più brand contemporaneamente; Dote include prodotti di Zara, Ann Taylor, Madewell, Free People e molti molti altri. Gli utenti possono vedere i prodotti di differenti produttori, tutti insieme nella stessa applicazione. 3. Marketplace globali Un marketplace globale vende tutto. L'esempio per eccellenza è sicuramente Ebay, con quasi 200 milioni di utenti, un miliardo e passa di oggetti in vendita, l'80% dei prodotti presentati sono nuovi e si assesta sui 80 miliardi di € di prodotti venduti. Bob Kupbens, VP of Seller Experience at eBay di che La scala ti offre prezzi trasparenti, se ci sono abbastanza cose da acquistare e vendere, gli utenti possono vedere quali vengono presentate ad un prezzo equo e si aggiustano sul giusto valore. Possiamo anche suddividere questa tipologia di mercato online in base al tipo di clienti finali a cui si rivolgono e possono essere: C2C B2C B2B 1. Consumer to consumer Il marketplace C2C è popolato da utenti privati che interagiscono tra loro ed effettuano transazioni commerciali. Il privato è che vende e il privato è anche chi compra (Es. Etsy). 2. Business to consumer B2C è il tipo di mercato in cui ci sono una serie di aziende che propongono il loro catalogo dei prodotti o servizi ai navigatori. Sono i markeplace più simili ai centri commerciali, in quanto luoghi dove delle attività economiche vengono i loro beni ai consumatori (Es. Amazon). 3. Business to business Il marketplace B2B ha lo scopo di mettere in contatto aziende manifatturiere o industriali con altre aziende, in genere commerciali. La merce trattata è in genere per grandi stock, soprattutto container. È il canale alternativo principale per le transazioni commerciali internazionali (Es. Alibaba). I marketplace motivanti Oggi, in quasi tutti i tipi di progetti e-commerce, c'è una cosa che rende tutti più veloci ed efficienti: Amazon. Niente è così motivante come avere un enorme concorrente con risorse, capacità tecnologiche e potenziale praticamente illimitato. Amazon è un marketplace ibrido, che offre prodotti propri e di altre società, fornendo al contempo una piattaforma per acquirenti e venditori per effettuare transazioni attraverso Amazon in autonomia o con l'assistenza di Amazon (assistenza di vario tipo). Esistono molti altri mercati ibridi. Numerose aziende grandi e piccole, tra cui Walmart, il secondo sito di e-commerce più grande degli USA, stanno consentendo agli utenti di offrire i propri prodotti nei marketplace che stanno spuntando. Lo stanno facendo moltissimi negozi: partono agili realizzando un e-commerce su Shopify e poi si agganciano ai marketplace per aumentare le loro possibilità di business. Se funziona bene, questo tipo di negozio riceve prodotti da una vasta gamma di singoli siti di e-commerce, ricevendo un aumento del traffico e offrendo una gamma più ampia di prodotti che permette ai consumatori di rimanere sul sito / app del marketplace e non dovere uscire per trovare quello che stanno cercando. I marketplace si alimenta e riceve nuova linfa per il successo dai singoli negozi che gli apportano prodotti. Per funzionare un mercato online deve: ridurre l'attrito sia nella vendita che nell'acquisto e creare una liquidità sufficiente su entrambi i lati sul mercato (deve essere un affare per chi compra e per chi vende); generare un maggior livello di fiducia e trasparenza (in primis per gli acquirenti) per incoraggiare la partecipazione dei venditori; creare meccanismi sia proattivi che reattivi per affrontare le inevitabili dispute che sorgono tra i partecipanti al mercato. Come vendere su più marketplace Quando sviluppiamo un progetto ecommerce spesso ci capita di dover pensare anche alla parte di implementazione del sistema di vendita su vari marketplace. L'approccio migliore che abbiamo individuato in questi anni è quello di allineare, sviluppando un connettore per fare un progetto di data integration, l'erp/software gestionale dell'azienda con un PIM, un software di Product Information Management: significa che l'erp/gestionale - generalmente ospitato su un server - invierà prodotti e giacenze all'interno di un software SaaS, il PIM, per l'appunto. Da questo software si invieranno - allineeranno prodotti, prezzi e giacenze dei prodotti su vari marketplace (Amazon, Ebay, Minto, Zalando..) o canali ecommerce (Shopify o BigCommerce); sistemi ecommerce e marketplace sono trattati dal PIM alla stesa stregua, canali a cui inviare prodotti e le informazioni sul magazzino e dai quali recuperare ordini ed anagrafiche per gestire l'ordine. L'erp/gestionale, di solito, comanda sulle giacenze, perché ci possono essere vendite anche offline, fuori dal sistema, che vanno ad influire sulle disponibilità in magazzino. Per implementare un sistema simile utilizziamo ChannelEngine e sviluppiamo un connettore per allinearlo con l'erp/gestionale. Un sistema efficace per non raccogliere ordini di prodotti non più disponibili e lavorare con la massima sicurezza nell'allestimento di un sistema per fare business online.
Shopify ha decisamente rivoluzionato il mercato: il colosso operante nel settore dell'e-commerce (ma che non è un e-commerce) ha recentemente superato eBay, e punta l'occhio verso Amazon. Il successo di Shopify è presto spiegato: si tratta di una piattaforma che consente a tutti i propri clienti di creare un negozio digitale in cui vendere i propri prodotti con pochissimi click. La semplicità di Shopify è indubbiamente il suo valore aggiunto, e ne è testimone anche la crescita che sta vivendo in Italia. Nonostante fino a maggio 2018 Shopify fosse completamente in inglese, infatti, era già molto utilizzato, ma la recente realizzazione della versione in italiano è uno dei fattori che hanno contribuito alla sua costante adozione nel nostro paese. Tuttavia, è solo uno dei elementi che ne giustificano il successo. Una piattaforma scalabile Shopify è una piattaforma molto eclettica che permette un entry level diffuso (e sta proprio per questo contribuendo alla diffusione dell'esperienza e-commerce in Italia), ma che può arrivare, con Shopify Plus, a rispondere alle esigenze di e-commerce enterprise o con grandi numeri (fino a 10.000 casse e due milioni di visitatori al minuto sul tuo store, completamente personalizzabile, partendo da circa 20.000 € l'anno). Si tratta di una piattaforma scalabile, con una facilità di implementazione alta, ma con enormi potenzialità da sfruttare. Il pricing di Shopify, per i piani standard, è misto, ovvero prende un fisso e un parte percentuale che dipende dal volume d'affari che viene fatto girare su Shopify. Partendo da un piano di tariffario di 29$ al mese e un 2% sul fatturato che passa su Shopify, si arriva a Shopify plus, senza fisso - che fa pagare lo 0,25% sul fatturato, con un minimale di 2.000 $ al mese di tariffa. Ma proprio questo strizzare l'occhio verso un mercato ampio e diffuso sta, per l'appunto, contribuendo a questa rivoluzione dell'e-commerce, che diventa accessibile anche alle piccole botteghe. Quali sono gli e-commerce che usano Shopify in Italia? La maggior parte dei siti che attualmente utilizzando Shopify, e lo fanno con successo, appartengono a piccoli commercianti e possono sembrare, apparentemente poco profittevoli, con un seguito non elevatissimo. In realtà non bisogna lasciarsi ingannare dall'apparenza: l'esistenza di questi piccoli e-commerce, che comunque possono contare su una clientela piuttosto fedele e propensa all'acquisto, dimostra proprio come Shopify stia lentamente ma in maniera incessante impadronendosi della scena attuale. Si tratta di un'affermazione audace, rischiosa e non condivisa da tutti i tradizionalisti esperti di marketing, ma che rappresenta un dato di fatto, in quanto testimonia la tendenza di tutti i piccoli influencer e i freelance di lanciarsi nella realizzazione di un e-commerce forse poco pretenzioso, ma allo stesso tempo profittevole. Un esempio è l'e-commerce The Outlierman, che si rivolge a una nicchia ben definita e propone prodotti appartenenti a una specifica categoria, acquistando l'attenzione di clienti fedeli e affezionati, che rappresentano una buona fonte di profitto per i proprietari. Un altro esempio potrebbe essere Non Solo Giocattoli, un negozi di Riva del Garda che vende cibi, bibite e materiali di importazione dagli USA e dal Giappone. O, ancora Onyou, un negozio di abbigliamento che, dopo aver affiancato allo store fisco quello online, fa numeri di un certo rilievo. O, per finire, ma l'elenco potrebbe essere lunghissimo, Cartoleria 2000, che ha visto impennare le sue vendite con il connettore con i marketplace. E come questi siti, corredati di tutti gli strumenti necessari per garantire una user experience eccellente grazie agli strumenti offerti da Shopify, ne esistono centinaia. È la loro somma che fa la forza di Shopify. Dopotutto, il fenomeno si riflette anche in un altro contesto social, come quello di Instagram: sono in crescita, infatti, le aziende che si rivolgono a micro o nano-influencer, personalità con poche centinaia o migliaia di follower ma in grado di condizionarne realmente le preferenze d'acquisto e i bisogni. I punti forti di Shopify per il mercato Italiano Perché alcuni freelance e influencer, presumibilmente con possibilità economiche non particolarmente importanti, scelgano Shopify per portare a compimento il loro progetto è presto detto. Innanzitutto, i servizi offerti da Shopify hanno un costo tutt'altro che proibitivo: si ha un prezzo base di 9 dollari al mese (esclusi alcuni componenti aggiuntivi opzionali, da acquistare a parte). Certamente, la soluzione è meno conveniente - economicamente parlando - rispetto a una piattaforma gratuita, ma il prezzo viene immediatamente compensato dai vantaggi che Shopify offre. La piattaforma, infatti, consente a tutti i suoi utenti di utilizzare certificati SSL a 256 bit per i pagamenti, i quali garantiscono la massima sicurezza per i clienti. La sicurezza, a sua volta, si traduce in affidabilità e in un aspetto professionale, che spinge l'utente alla conversione. Infine, ma non per importanza, non serve alcun tipo di competenza informatica in termini di programmazione per poter gestire un e-commerce con Shopify: basta solamente acquisire qualche concetto di base in materia di informatica e internet per una discreta gestione del proprio e-commerce. Prospettive future: le novità annunciate di Shopify In una conferenza tenutasi nel giugno scorso, Shopify ha annunciato quali sono le novità che attendono la sua ampia schiera di clienti. È già attiva la possibilità di utilizzare Shopify POS uno dei software POS più rapidi, efficaci e versatili al mondo, il quale si caratterizzerà per la sua semplicità, sia lato utente che lato rivenditore. Sembra inoltre che verranno introdotti nuovi strumenti di personalizzazione, grazie ai quali gli utenti potranno rendere i propri e-commerce unici e accattivanti allo stesso tempo, tutto ciò è grazie al fatto che Shopify è un ecommerce headless. Le nuove frontiere di Shopify aprono, tuttavia, le porte alle nuove tecnologie. A breve, infatti, verrà offerta ai rivenditori la possibilità di mostrare i prodotti disponibili sull'e-commerce in 3D, consentendo agli utenti di ruotarli e visionarli in tutte le loro parti. Tuttavia, al di là delle novità che verranno introdotte relative alle funzioni della piattaforma, tutte utili per migliorare l'esperienza di utilizzo, vi è un importante aspetto che chiarisce le intenzioni di Shopify. In particolare, sono state aggiunte nuove lingue alla piattaforma, e a breve i rivenditori potranno proporre i loro prodotti in valute diverse, ricevendo i pagamenti nella propria. Cosa aspettarsi nell'immediato futuro È chiaro che Shopify vuole aprire le porte a una vendita internazionale, per favorire l'esportazione degli e-commerce più interessanti e per offrire nuove opportunità di successo a quelli più piccoli che non riescono a prendere il volo. Si tratta di una apertura interessante, che può potenzialmente evolvere in una situazione in cui e-commerce attivi in stati diversi collaborano tra loro, creando una vera e propria rete di vendite internazionale anche se su piccola scala. Probabilmente, però, questo processo richiederà molto tempo. Nell'immediato futuro, invece, ci si può attendere una continua crescita dei piccoli e-commerce italiani specializzati, con un picco tra quelli che propongono prodotti di qualità e il Made in Italy (ad esempio i capi di sartoria). Il trend attuale, anche grazie a Shopify, sta dunque invertendo quello che a suo tempo fu instaurato da Amazon: invece di un solo luogo in cui è possibile trovare qualunque cosa, si stanno sviluppando tanti piccoli canali di vendita altamente specializzati nel proprio settore. La situazione nel mondo degli e-commerce sta dunque cambiando, ed è interessante vedere come evolverà nell'immediato futuro.
Entro qualche anno l'eCommerce coprirà il 20% di tutte le vendite retail negli USA. il resto del mondo seguirà, come sempre, a ruota. Esserci e trovare il proprio spazio nel mondo del web, se hai un prodotto che vendi direttamente al publico, è una necessità. Ogni giorno di più. Ma non devi trasformati in uno smanettone del computer per vendere online: certo, devi capire come funzionano le dinamiche della comunicazione e pubblicità su web, decisamente diverse da quelle fisiche. Ma se sei un bravo venditore, alla fine, non puoi che vincere. Ovviamente nessuno nasce imparato ed è importante iniziare bene, magari assistito da professionisti del web in grado di aiutarti senza raccontarti troppe frottole, ma che ti aiutino ad entrare nella ruota ed iniziare a correre. La prima cosa dalla quale devi partire è la piattaforma: Shopify è un software per poter vendere online che non ha bisogno di investimenti infrastrutturali di peso, ma ti permette di iniziare a vendere online limitando, all'inizio, l'investimento in software, configurazioni e ore lavoro (interne o esterne). Ecco un personale elenco dei 15 migliori eCommerce sviluppati con Shopify negli ultimi tempi. 1. UgMonk Nel chi siamo c'è un concetto chiave, espresso con una domanda: Perché era così difficile trovare degli oggetti con un'estetica moderna, freschi, di alta qualità. Il sito in Shopify di UgMonk è semplice, leggero e mostra abiti, oggetti legati al lavoro, borse e stampe con lo stesso stile che ha ispirato Jeff Sheldon quando ha creato quegli oggetti. 2. Pipcorn Quando pensiamo ai popcorn, una delle prime cose che pensiamo è sì buono ma quanto male fa mangiare sta roba?. Ovviamente Pipcorn lo sa e nella loro home si presentano con uno slogan per abbattere il pregiudizio: I più teneri, croccanti e deliziosi popcorn...che non spaccheranno i tuoi dentro come tutti gli altri. I migliori siti web partono dalle difficoltà e dalle preoccupazioni del loro cliente, in questo caso dal gusto dei popcorn e dalla preoccupazione dei chicchi nei denti, cercando di vendere quelle soluzioni in anticipo. Spulciando nella loro pagina Chi siamo si trova che Pipcorn sono anche senza OGM, vegani, senza glutine ed integrali. Tutte cose però che sono state tenute fuori dallo slogan, che si è concentrato su quella che, evidentemente, preoccupa di più il loro consumatore: hanno un buon sapore? 3. Taylor Stitch Il sito di Taylor Stitch è proprio ben realizzato, con tutte le immagini di indossati che si sostituiscono alla foto prodotto quando passi con il mouse sull'immagine, permettendoti di gustarti il mood e di farti un'idea di come calza quell'abito nella realtà. Il sito poi richiama spesso l'attenzione sul suo valore principale: non si limita a realizzare vestiti di alta qualità ma mira a ridurre gli sprechi e aiutare l'ambiente creando vestiti con prodotti riciclati o naturali al 100%. Sul loro sito web non puoi non notare i loro sforzi ambientali e questo, indubbiamente, è un fattore di differenziazione per la maggior parte degli acquirenti che si imbattono nel loro sito. 4. Happiness Abscissa La maggior parte dei miei siti preferiti è molto pulita e lineare. Happiness Abscissa è invece qualcosa di unico, mostrando un lato giocoso con immagine astratte, brillanti e prodotti che pendono da varie angolazioni. Il logo aziendale, una Ha storta attira l'attenzione del navigatore. Interessante notare che non spiegano cosa significhi la Ha, stimolando quel minimo la curiosità per capire che sono le iniziali del loro nome. La sensazione che non si prendano troppo sul serio, aiuta il navigatore e gustarsi un'esperienza allegra e divertente. 5. Skinny Teatox Siamo di fronte a quei prodotti che quando li incontri ti viene voglia di provarli. Non sarà il primo e neppure l'ultimo sito che mi convince... opps... ma sto parlando d'altro. L'homepage di Skinny Teatox prova a rispondere alla due grandi preoccupazioni che ti trovi davanti: è naturale? funzionerà? E poi usa colori pastello, icone carine e tazze che creano una bella atmosfera. Molti siti sviluppati in Shopify portano i creativi a posizionare i prodotti in homepage con un semplice invito all'azione: compra ora. Per un'azienda non troppo complessa da capire come questa, che offre tutto il tè naturale per la perdita di peso disintossicante, elevato quasi al ruolo di payoff, proporre in modo semplice i prodotti ha molto senso 6. Helm Boots I nostri scarponi danno agli uomini attivi la sicurezza di fare passi che non hanno mai fatto prima. Si punta subito sulle emozioni con il sito di Helm. Sicuramente potrebbe imbattersi nel sito solo un ragazzo che cerca degli scarponi, ma un po' di confidenza e di stimolo, di infusione di coraggio non può che fare bene anche a lui. Il sito web è elegante e progettato per convertire i navigatori nelle varie farsi del buyer's journey, rispondendo ad eventuali dubbi che potrebbero sorgere. 7.BioLite Se anche tu ami i dettagli, i piccoli dettagli nelle grandi cose, quando guarderai le immagini dei prodotti BioLite non potrai fare a meno di farti venire la voglia di comprare qualcosa (sembrano quasi tridimensionali da quanto sono illuminate bene). Dato che il punto di forza principale di BioLite è il suo impatto umanitario (i proventi sui prodotti portano una percentuale in alcuni luoghi di India e Africa), lo slogan che stanno usando ora è Impatto per ogni acquisto, snocciolando i numeri delle persone aiutate, delle tonnellate di Co2 risparmiate e l'energia elettrica generata. 8. Pop Chart Lab Riesce a far capire subito che si tratta di un negozio che vende stampe vintage e di tendenza di diverse categorie, che permette una navigazione dell'utente a seconda delle preferenze. Il negozio Pop Chart Lab ha una navigazione in sottocategorie che vanno da NYC a Bambini, da Hip Pop a Vino. Uno showreel delle migliori stampe in mostra aiuta i visitatori che ancora non sanno ciò che vogliono. Nonostante la vasta gamma di prodotti di stampa diversi, tuti colorati e con stili diversi, il negozio online riesce a mantenersi semplice e di facile navigazione, cosa non scontata per un catalogo simile. 9. Luca and Danni C'è qualcosa di avvincente in un eCommerce che cambia mano a mano che lo navighi. La pagina principale di Luca and Danni ha le immagini che si ingrandiscono mentre scorri, altre che diventano più piccole, scatole di braccialetti che si aprono... molti movimenti nella pagina che potrebbero sfociare in un caos, mentre qui sono bilanciati con sapienza e perizia, per farti rimanere sul sito con la voglia di scoprire di più. 10. Harris Farm Markets Questa è un'azienda a conduzione familiare e si capisce anche dalla home. L'impatto con il sito di Harris Farm Markets è casual e nel contempo giocoso, con testi scritti con la calligrafia di un bambino e i disegni di frutta (e un'ape con le ali che si muovono). Anche la Call-to-Action è pensata bene: cosa può fare la natura per te?. Il sito da l'idea di essere proprio genuino e che sia stato costruito da tutta la famiglia assieme. 11. So Worth Loving A volte essere evasivi paga. Anche se, generalmente, non è proprio una buona idea nascondere i tuoi prodotti al visitatore, può essere una buona idea se il tuo prodotto non può essere compreso senza capire tutto il contesto che ci sta attorno. Nel sito So Worth Loving non vedi le magliette che vendono prima di arrivare minimo ad un terzo della pagina. Quando vedi la prima maglietta ha già letto lo slogan, una biografia del fondatore e una narrazione che racconta come tutto è iniziato. Senza queste informazioni le magliette perdono quasi completamente il loro valore. Il sito richiama tocchi personali, con citazioni scritte a mano e scarabocchiate sulle immagini. Infrangere le regole, come fa questo brand lo fai solamente se conosci molto bene i tuoi buyer persona e sai cosa stai facendo. 12. Great George Watches Non essendo un esperto di orologi non ho colto subito la particolarità di quello che propongono, fino a che diventa chiaro che la loro mission è quella di non produrre orologi rotondi, perché, di quelli, è già pieno il mondo. Tutto questo rende il prodotto di Great George Watches unico ancora prima di mostrarlo. Ma poi la grafica dona a questo sito un aspetto raffinato e chic, con un pulsante della Call-to-Action che riesce ad attirare l'attenzione senza uscire dagli schemi. 13. Choose Muse Choose Muse utilizza in homepage dei grandi video dei uomini o donne che stanno usando un loro prodotto. Il video attira gli occhi ma poi non lo lasciano solo, incorporando tonnellate di immagini e testo per dare informazioni, riuscendo a rimanere con un design pulito e offrendo un'esperienza di navigazione gradevole. 14. Brilliant Brilliant è estremamente facile da navigare, a dispetto degli argomenti trattati, parecchio ostici, come matematica e scienze. Presenta dei grandi pulsanti colorati che portano verso gli argomenti di matematica che sei desideroso di imparare: una navigazione super facile. Anche la chiamata all'azione per comprare o per registrarsi è giocata in modo saggio, con un semplice iscriviti gratuitamente. 15. Holstee Holstee presenta un lavoro fantastico di progettazione del sito web, lavorando sull'approfondimento dei livelli a seconda dell'interesse del navigatore per il prodotto. Ispirazione e strumenti per aiutarti a vivere consapevolmente. CtA sotto: inizia oggi. Cosa serve di più per convincerti? Ok, se ancora non lo sei puoi scorrere verso i basso per approfondire e capire perché potresti essere interessato all'argomento: puoi leggere il manifesto, consultare le testimonianze e trovare le pubblicazioni. In tutta la pagina ci sono degli inviti all'azione, da Scegli un piano adatto a te per arrivare a Diventa un membro oggi. Questo sito riesce a condurti in un viaggio e ad essere sempre più convincente mano a mano che scorri ed approfondisci. Conclusione Shopify è un ottimo strumento per cominciare a vendere online e non pone limiti alle personalizzazioni grafiche. Si può impostare il sito utilizzando uno dei template presenti sul sito (con un certosino lavoro di configurazione e di impaginazione) o di realizzare un modello grafico solo per il tuo negozio di eCommerce (come hanno fatto quelli presentati in questo post). Spero quindi di averti dato qualche prima idea utili per pensare al progetto del tuo sito per vendere online. In bocca al lupo!
[aggiornato a NOV 2019] I software per realizzare siti di eCommerce più utilizzati si contano su poche dita. La situazione è completamente differente tra l'Italia e il resto del mondo, dove abbiamo una classifica completamente rivoluzionata. Le statistiche sugli eCommerce più usati software eCommerce più usati (statistica mondiale) software eCommerce più usati (statistica Italiana) La situazione si commenta da sola, credo. La prima volta che ho scritto questo articolo era ad inizio 2019, a febbraio. Lo aggiorno a Novembre e il dato è ancora più evidente Nel mondo il software eCommerce più usato è Shopify con il 41% (era al 34% 10 mesi fa) degli eCommerce che lo utilizzano, seguito da Magento che si piazza al secondo posto con il 31% dell'installato (era a 34% a febbraio). In terza pozione staccato dai primi, Prestashop, con un 17% (era 18%) delle installazioni. Seguono OpenCart con il 12% (stabile), BigCommerce con il 3% (era al 4%) e OsCommerce che resiste all'1% (era allo 0,5%), In Italia la classifica dei software eCommerce più usati è completamente rivoluzionata: Prestashop domina il mercato in modo assoluto, con il 51% (era al 52% dei siti); seguono Magento con il 31% (era al 35%) e Shopify al 9% (era al 7,5%); seguono OpenCart con al 7,5% (stabile) e BigCommerce quasi non pervenuto. Se guardiamo Google Trends, nonostante in Italia Shopify scala, a dimostrazione dell'interesse: mentre a febbraio di quest'anno restavano davanti i due big Italia (Magento e Prestashop) una cosa è accaduto a metà anno: Shopify ha preso il volo sugli interessi nelle ricerche. L'interesse verso soluzioni che permettono di approcciare la digital transformation dell'azienda cresce... ancora poco, come dimostra l'installato, ma intanto la tendenza sull'informazione è palese Nel mondo le ricerche non fanno che rispecchiare il totale accentramento dell'interesse negli ultimi tre anni sulla soluzione SaaS più innovativa, Shopify, che ha un numero di query decisamente superiore a tutti gli altri, oggi come a febbraio. L'Italia fanalino di coda della digital transformation Cosa dice questa classifica? Che il resto del mondo va verso modelli di adozione software SaaS (Software as a Service, sia con Shopify al 34% che con BigCommerce al 4%), modelli che vanno verso aziende snelle, bassi investimenti in infrastruttura e azzeramento delle spese tecnologiche; l'Italia è, per ora, ancorata al vecchio modello di software scaricato, installato su un server e mantenuto con costi di assistenza tecnica, aggiornamenti, interventi di esperti. Due mondi molto lontani, l'Italia e i paesi anglosassoni (che guidano e traino il cambiamento verso modelli SaaS): il primo, l'Italia, legato ad un mondo ancorato a prassi e consuetudini che appartengono, oramai sempre di più, al secolo scorso. Il secondo, il resto del mondo, con gli USA in testa, che hanno abbracciato modelli che portano le aziende verso la trasformazione digitale del business. E tutto questo si ripercuote anche sulla scelta delle soluzioni software: un trend in crescita costante, negli ultimi anni per Shopify, un software che propone un modello di distribuzione completamente SaaS. Ma questo domina solo nel resto del mondo. L'Italia con il suo Prestashop, il suo Magento, scaricati, installati, modificati, tenuti su su server più o meno dedicati, continuamente implementati, aggiornati e corretti (quando si incontrano bug). Una visione del mondo del business destinata anche in Italia a cambiare a prendere la strada della digital transformation? Vedremo. Io la mia scelta l'ho fatta qualche anno fa, quando, come agenzia, abbiamo gettato alle ortiche l'opensource (eravamo partner Prestashop) e tutti i mal di testa derivanti da plugin e moduli comprati che non funzionavano, scoperta di bug durante la realizzazione di un progetto che affossavano tempi e marginalità, costi di gestione che lievitavano nel tempo... Insomma: passare alla realizzazione di progetti con Shopify è stato un toccasana per la nostra salute mentale e quella dei clienti :-) I software eCommerce più usati Shopify Shopify è un cosiddetto “SaaS” (Software as a Service), ovvero un portale che offre dei servizi a pagamento che permettono di creare il proprio negozio online e di personalizzare il proprio e-commerce: il procedimento è semplice ed intuitivo, e consiste essenzialmente nel fornire i dati di base al sistema; a tutto il resto penserà Shopify stesso. Creando un account sulla piattaforma, il proprio e-commerce è ospitato all'interno e non ha bisogno di installazione di software in locale, né, tantomeno, su server terzi, che richiedono poi operazioni di settaggio e di manutenzione. La soluzione Shopify appare, già qui, intuitiva e veloce. Per saperne di più puoi leggere i vantaggi di Shopify, post del blog che si concentra su quali sono i vantaggi nell'usare Shopify, anziché le soluzioni software opensource come Magento, PrestaShop o WooCommerce). Sicuramente il primo grosso vantaggio rispetto a tante altre piattaforme di e-commerce è che Shopify è ready to go, pronto a farti partire con la vendita online in tempi molto rapidi... e questo proprio grazie alla sua natura, quella di essere una piattaforma in cloud che non richiede un'installazione su un server. Dal punto di vista di chi deve sviluppare il sito web, Shopify è una manna: ci si dimentica che esiste una tecnologia alle spalle. Cosa significa per il cliente che sceglie Shopify? Che, anche lui, si dimentica che esiste una tecnologia alle spalle e può concentrarsi sul business e sulla parte marketing! Per le grosse aziende, per soluzioni di vendita B2B o per le realtà con necessità enterprise c'è una soluzioni da pelle d'oca: Shopify plus. PrestaShop Prestashop è una soluzione eCommerce nata nel 2005 in Francia e utilizzata da più di 250 mila negozi online. La piattaforma è gratuita (non lo sono, invece, i moduli da installare per implementare una specifica funzionalità) e l’interfaccia si presenta piuttosto intuitiva. PrestaShop è un software che necessita di un hosting esterno su cui essere installato, che si traduce in una grande libertà operativa (che è una cosa positiva e negativa al contempo, dipende dalla vostra esperienza). Tuttavia, in quanto opensource, richiede anche di manutenzioni ed aggiornamenti continui da parte dell'azienda che lo utilizza per il proprio negozio online. La nostra azienda è stata partner di PrestaShop e per anni abbiamo proposto e sviluppato siti eCommerce con questo software. Ma di fronte a problemi che si presentavano in fase di sviluppo (ad esempio la scoperta di bug poco conosciuti o mai rilevati) o a problematiche con moduli/funzionalità acquistate sullo store con assistenza, da parte degli sviluppatori, vicino allo zero, quasi inesistente. Questo si ripercuoteva sui costi del progetto, oltre ad avere la timeline dei ticket continuamente intasata da piccoli problemi tecnici quotidiani riscontrati dai nostri clienti. La nostra timeline dei ticket, da quando siamo passati a Shopify è praticamente vuota. Magento La compagnia californiana Varien ha iniziato a lavorare su Magento agli inizi del 2007, producendo una versione beta il 31 agosto dello stesso anno: questa rimase attiva per 7 mesi, prima di essere sostituita dalla prima versione ufficiale, che si presentava come un CMS open source. La piattaforma Magento è una delle più complete ed efficienti su tutto il web: dà accesso a gestione e personalizzazione pressoché assolute del catalogo online dei prodotti, dei metodi di pagamento e dell'aspetto estetico del tuo e-commerce, il tutto in modo impeccabile e professionale. Per contro, è una soluzione complessa e costosa nella gestione, pensata sopratutto per le grandi aziende. Un grosso gigante la cui complessità, molto probabilmente, non vale più il gioco, nel momento in cui ci sono sul mercato soluzioni come Shopify plus ... Conclusioni Qualcuno mi ha detto: Sarai felice che siete tra i pochi in Italia che da qualche anno puntano su Shopify e Shopify plus! Sai quanti clienti troverai quando anche qui da noi si accorgeranno di quanti vantaggi porti il software SaaS in abbonamento, e di quanto avanti sia Shopify con le sue proposte su questo! In realtà non sono proprio felicissimo di come sono messe le cose nella penisola italica. Egoisticamente è vero: continuo a guardare agenzie e guru che non si muovono a 10 anni dalle soluzioni che li avevano folgorati sulla via di Damasco e, penso, che ho sempre avuto la fortuna di non innamorarmi troppo delle cose che faccio, visto che le rimetto continuamente in discussione. Ma un paese che coglie le opportunità e gli aspetti della digital transformation è un paese che riesce a crescere più rapidamente e distribuisce a tutti migliori opportunità per vivere felici. Shopify e il software SaaS (quello fatto bene) hanno a che fare con questo: la felicità. Degli imprenditori, di chi lavora sull'eCommerce, delle agenzie che lo propongono. C'è solo - solo... - bisogno di un drastico cambio di mentalità. PS Se qualcuno si dovesse chiedere perché non ho incluso il plugin di Wordpress, WooCommerce, tra i software eCommerce, la risposta sta nel non averlo incluso. Fonte dati: https://whatcms.org/Tech_Reports