Stai pensando di vendere all’estero tramite un marketplace? Sappi che non solo è un’ottima idea per dare nuovo slancio alla tua attività, ma è fortemente consigliabile soprattutto se vuoi allargare i tuoi confini geografici e digitali. In questo articolo ti spiegheremo proprio come vendere all’estero prodotti italiani, un’operazione che può essere molto redditizia ma solo se usi gli strumenti adatti e ti muovi verso la giusta direzione. Puoi decidere di vendere all’estero se: Hai creato un sito “ex novo” e vuoi raggiungere un pubblico molto ampio e variegato che superi i confini nazionali; Hai già un e-commerce ma vuoi ampliare i confini e quindi rivolgerti ad una platea più ampia per dare maggiore sfogo alla tua attività oltreconfine. Commercializzare all’estero può darti grandi soddisfazioni, ma sappi che il percorso non è così semplice proprio per l’alta competitività dei mercati. Prima ancora di scegliere la piattaforma dove lanciare i tuoi prodotti dovresti affidarti ad un team competente e qualificato, a partire da un ecommerce marketplace manager, una figura professionale che si occupa di gestire l’operatività e la strategia di vendita su un marketplace. Vendere all’estero online tramite marketplace: vantaggi e svantaggi É una buona pratica, prima di avviare qualsiasi attività, soppesare i pro e i contro per capire dove pende l’ago della bilancia. Analizziamo quindi quali sono i vantaggi e gli svantaggi di vendere online su mercati esteri tramite marketplace. I vantaggi Perché usare un marketplace per vendere i propri prodotti all’estero? Innanzitutto per una questione pratica ed economica, dal momento che molte delle operazioni più noiose vengono sbrigate direttamente dai marketplace. Non dovrai quindi perdere tempo tra lungaggini burocratiche e tortuosi iter legali per avviare e gestire la tua attività, recuperando tempo prezioso e senza sprecare troppe risorse economiche. Un altro grande vantaggio dei grandi marketplace europei è la visibilità: non dovrai sgomitare con i siti competitor per guadagnare un posto al sole nella Serp dei principali motori di ricerca, poiché le piattaforme dove sono venduti i tuoi prodotti già sono perfettamente posizionate. Considera che, quotidianamente, sono milioni gli utenti sparsi in tutto il mondo che navigano sui marketplace, dove c’è quindi un notevole “affollamento” che può facilmente tradursi in molte visite sulle schede dei tuoi prodotti. Inoltre i marketplace sono percepiti come piattaforme autorevoli e sicure, quindi gli utenti spendono e inseriscono i loro dati senza troppi timori. E ancora i marketplace ti alleggeriscono tutto il lavoro relativo alla gestione del magazzino e alla preparazione degli ordini, facilitando la penetrazione nei mercati grazie ad una trafila burocratica più snella. A tal proposito può essere utile capire cos’è e come funziona il dropshipping all’estero, di cui parleremo più avanti. Gli svantaggi Non c’è rosa senza spine e quindi, guardando l’altra faccia della medaglia, si registra inevitabilmente qualche criticità. Ad un’elevata visibilità fa da contraltare una grande concorrenza. Ci sono tantissimi altri competitor che vendono i tuoi stessi prodotti, quindi devi trovare delle soluzioni alternative per differenziarti. Potresti quindi crearti il tuo pubblico in una nicchia di mercato ancora “vergine”, oppure valorizzare i tuoi prodotti facendo emergere le loro caratteristiche peculiari. Se ad esempio vendi pezzi unici nel loro genere, puoi sottolineare proprio l’esclusività della merce. Per quanto riguarda le commissioni sugli annunci e sulle transazioni sulle quali le piattaforme guadagnano, non hai margine di movimento: per entrare nell’arena dei marketplace devi necessariamente accettare le regole del gioco, senza possibilità di modificarle. Dopo aver venduto un prodotto su un marketplace, i tempi per incassare il denaro potrebbero essere molto lunghi e dipendere dalle politiche fiscali adottate nel paese dove hai venduto. Infine su un marketplace il livello di personalizzazione del tuo shop online è molto limitato, quindi non puoi adottare specifiche strategie di brand identity per differenziarti con originalità dai tuoi competitor. Vendita tramite marketplace e vendita tramite e-commerce a confronto Oltre ai marketplace, naturalmente hai la possibilità di vendere i tuoi prodotti all’estero direttamente tramite il tuo e-commerce. Conviene? Quale delle due soluzioni è la migliore? Per rispondere a questa domanda mettiamo a confronto i marketplace con gli e-commerce per capire come funzionano e quali sono le loro caratteristiche principali. Il marketplace è una piattaforma “aggregatrice” che favorisce l’incontro dei brand con i clienti e che offre in vetrina prodotti di qualsiasi categoria. Non richiede costi iniziali particolarmente pesanti e gestisce in proprio tutte le attività legate alla logistica, alla fatturazione, alla spedizione, al reso, alle tipologie di pagamento e alla sponsorizzazione. A disposizione del brand viene messo un spazio definito che non può essere modificato né personalizzato, ma in compenso garantisce una grande visibilità. L’e-commerce è invece il sito di un’azienda che vende i suoi prodotti. Generalmente si vende un’unica categoria di prodotti, quindi è più facile rivolgersi ad un pubblico targettizzato e non generico. I costi iniziali sono più sostenuti rispetto ad un marketplace, sia per la creazione che per la sua ottimizzazione in chiave SEO. In compenso hai la massima libertà nella personalizzazione dell’interfaccia del sito, potendo creare una veste più accattivante e in linea con il tuo target di pubblico e il settore in cui operi. L'ecommerce rappresenta un valido strumento solamente se si è disposti ad investire in advertising e in tutto quello che è necessario per aumentare la brand awareness. Solo così l'ecommerce potrà avere visite e vendite. Con i marketplace la storia cambia perché per vendere si sfrutta la brand awareness del marketplace stesso. Non sai se vendere all’estero tramite marketplace o un sito proprietario? C’è una terza opzione: avere un e-commerce e contemporaneamente vendere i tuoi prodotti anche tramite un marketplace. In questo modo puoi sfruttare i due canali di vendita, valutando se riesci a gestire entrambe le spese o se preferisci in futuro puntare su uno o sull’altro. Perché scegliere Shopify per vendere all’estero? Se stai pensando di vendere all’estero, ti consiglio di prendere seriamente in considerazione l’idea di lanciare un progetto Shopify. Una volta creato il tuo sito e dopo aver scelto il mercato di riferimento, devi impostare e configurare i pagamenti multi-valuta, operazione che puoi fare in modo veloce e intuitivo con il sistema che ti mette a disposizione Shopify. Oltre ad un supporto continuo, puoi visionare tutorial molto pratici che ti spiegano come vendere sui mercati esteri. Vendere all’estero senza IVA: cosa bisogna sapere? Per vendere all’estero la tua merce devi comprendere bene la normativa che riguarda l’applicazione dell’IVA. Non conta il paese dove risiede il cliente, privato o azienda che sia, ma piuttosto il paese dove la merce sarà inviata. Per quanto riguarda il commercio elettronico indiretto, che comprende la cessione fisica di beni materiali in seguito ad un pagamento, bisogna fare una distinzione tra: paesi extra-UE che sono esenti dall’IVA secondo l’art. 8 del DPR 633/1972. L’IVA rappresenta una tassa sul consumo, quindi va incassata dallo Stato dove il bene viene materialmente consumato e fruito. Quando la merce arriva a destinazione il cliente deve pagare in dogana i dazi e l’IVA previsti nel paese di destinazione; paesi UE. In tal caso le cose sono più complicate. Il punto fondamentale è che gli importi non sono imponibili se il cliente è un “soggetto passivo”. Quindi se il cliente è una partita IVA, non viene applicata alcuna aliquota IVA. Se invece il cliente è un privato, allora va aggiunta l’IVA. Da ricordare inoltre è che vige il principio di destinazione: se ad esempio devi spedire dal tuo sito che opera in Italia un prodotto in Francia ad un cliente francese devi applicare l’aliquota francese e non quella italiana. Dropshipping: cos’è e come funziona Precedentemente abbiamo fatto accenno al dropshipping, una pratica diffusa sia nei marketplace sia negli e-commerce, soprattutto se rivolti all’estero. Il dropshipping è una soluzione flessibile e molto pratica: non hai bisogno di un magazzino dove stoccare i prodotti da rivendere, ma puoi acquistarli solo dopo averli venduti. Anche in questo caso però i prodotti da te acquistati non devono passare per il magazzino, poiché sarà direttamente il fornitore a spedire l’articolo ordinato al cliente finale. In poche parole non hai bisogno di un magazzino fisico e puoi tagliare un bel po’ di spese e di criticità per quanto riguarda la logistica, il packaging, la spedizione, i resi ecc. Puoi dire addio anche alle giacenze, che spesso si traducono in perdite economiche piuttosto significative determinate dal reperimento o l’obsolescenza dei prodotti. Il dropshipping ti consente di focalizzarti unicamente sulle strategie di vendita, sulla comunicazione e sulle attività di marketing più redditizie per la tua attività. Conclusioni Adesso hai maggiori nozioni sulla vendita all’estero online, quindi devi semplicemente scegliere come “aggredire” il tuo mercato di riferimento e quali sono i canali più idonei alle tue necessità e strategie di marketing. Nel corso dell’articolo abbiamo parlato dei marketplace come uno strumento utilissimo per vendere all'estero. Sono strumenti differenti dagli ecommerce ma sono altrettanto utili per riuscire ad incrementare vendite e fatturato. Se ancora non conosci quali sono i principali marketplace nel settore moda, scarica l’ebook gratuito a fondo pagina, una guida che compara le caratteristiche dei principali marketplace su cui andare a vendere.
I marketplace sono una grandissima opportunità di business sia per chi ha già un e-commerce sia per chi vuole iniziare a vendere online. Si tratta di una realtà in grandissima crescita (le stime di Casaleggio Associati del 2020 rivelano che il 79% delle persone che hanno acquistato online hanno utilizzato queste piattaforme) e ciò non può che significare che starne fuori vuol dire, in molti casi, bruciare delle opportunità di crescita. I vantaggi sono vari e redditizi (ne abbiamo parlato nell’articolo “perché vendere nei marketplace online”), ma non sono tuttavia da sottovalutare l’impegno e la costanza necessari per ottenere i risultati desiderati. Per questo nasce la figura del marketplace manager, colui che si occupa della gestione e del funzionamento dei diversi marketplace di un e-commerce. Vediamo insieme chi è il marketplace manager, cosa fa e perché agli e-commerce ne serve uno. Chi è l’e-commerce marketplace manager? Il marketplace manager di un e-commerce è quella figura professionale che si occupa di gestire la strategia e l’operatività della vendita nei marketplace. Il suo obiettivo principale è quello di ottimizzare nel modo più efficace possibile gli investimenti che l’e-commerce fa su questi canali di vendita, in modo da massimizzare i risultati. Per chiarirci, l’e-commerce marketplace manager si distingue dall’e-commerce manager (di cui abbiamo già parlato in questo articolo) in quanto: il primo si concentra prettamente sul successo dei marketplace su cui lo shop approda; il secondo si occupa della gestione e del successo dello shop online “proprio” dell’e-commerce. Marketplace Manager ed E-commerce Manager condividono però il fatto di ricoprire un ruolo complesso, che prevede diverse responsabilità. Cosa fa il marketplace manager (job description) Come figura specializzata per ottenere i miglior risultati di vendita sui marketplace, il marketplace manager si occupa di: 1. Analisi e valutazione di mercato Prima di aprire le porte dell’e-commerce al mondo dei marketplace, è necessaria una attenta analisi del mercato e dei competitor su questi canali di vendita: questo è il primo tra i compiti del marketplace manager. Con le idee più chiare sul campo in cui l’e-commerce si muoverà, il marketplace manager redige, insieme alla direzione, un business plan, definendo i contenuti e le caratteristiche del progetto imprenditoriale. Sulla base di questo, il marketplace manager valuta i marketplace più adeguati in cui approdare per garantire i risultati al business. L’analisi e la valutazione dei marketplace però, per questa figura, non si conclude qui. Sono necessari infatti approfondimenti e raccomandazioni periodiche su eventuali nuovi canali di vendita, per andare di pari passo con la crescita dell’e-commerce. Riassumendo dunque, i principali punti dell’area d’analisi sono: analisi del mercato e dei competitors nei canali di vendita; identificazione delle opportunità di business; creazione del business plan; scelta dei marketplace adatti; studio regolare del mercato per valutare l’apertura di nuovi marketplace. 2. Strategia, apertura e configurazione dei marketplace Svolte le analisi e decisi i marketplace, prima di passare all’apertura dei canali, il compito del marketplace manager è quello di pianificare un’efficace strategia multicanale. Per strutturare una strategia di questo tipo, che coinvolge non uno ma diversi canali, questa figura chiarisce anzitutto gli obiettivi e gli investimenti di ogni singolo canale, definendo il lavoro da svolgere su ciascuno di questi, ed infine accorda il tutto nell’ottica di una strategia complessiva. Nel strutturare questa strategia si considereranno anche punti come l’espansione delle vendite in altri paesi e le tattiche SEO da usare per indicizzare lo shop ed i prodotti. Questa strategia è necessaria soprattutto per andare incontro ai bisogni degli utenti di oggi, che prima di effettuare un acquisto potrebbero passare attraverso diversi canali. Infatti in questo modo l’e-commerce potrà intercettare e catturare la loro attenzione nei diversi touchpoint. A questo punto il marketplace manager, con la strategia sotto mano, ha la responsabilità di aprire gli account sui diversi marketplace e procedere con i diversi setup, assicurandosi che ogni canale venga configurato al meglio. Ciò vuol dire rivedere le politiche di spedizione, dei pagamenti, dei resi, i termini e le condizioni ecc. Da qui in poi si passerà al lato maggiormente operativo, ma senza dimenticare che, per garantire una crescita sostenibile, la strategia utilizzata va rivista periodicamente, compito che spetta a questo professionista. Ricapitolando quindi, i key-tasks del marketplace manager per quanto riguarda questa sezione sono: progettare, fare eseguire e monitorare la strategia multicanale; pianificare eventuali espansioni all’estero; integrare una strategia SEO; apertura dei canali sui marketplace; configurazione e setup iniziali. 3. Gestione della presenza sui marketplace Eccoci dunque alla parte più operativa. Aperti e configurati gli account sui canali di vendita, l’e-commerce marketplace manager gestisce la presenza del brand sulle diverse piattaforme. Si parla ad esempio di attività come: creazione ed ottimizzazione delle schede prodotto; traduzione delle schede prodotti per i marketplace esteri; sincronizzazione della quantità e dei prezzi sui diversi marketplace (o del marketplace ed il proprio sito e-commerce); insieme agli altri reparti dedicati, il marketplace manager sviluppa ed implementa l’assortimento e l’inventario, in modo da raggiungere e massimizzare gli obiettivi di vendita; manutenzione dei canali, per assicurare che la presenza e l’operatività del brand incontrino (o superino) le aspettative. Ciò vuol dire ad esempio fare check delle descrizioni dei prodotti, della loro categorizzazione, aggiungere nuovi prodotti o rimuovere quelli sold-out. 4. Gestione dei prezzi e delle promozioni Essere presenti su diversi canali di vendita fa crescere il business, si - ma fa crescere anche l’impegno da dedicare alla gestione dei prezzi. Anche qui interviene il marketplace manager, per dare consulenza sulle politiche e le logiche di prezzo nei canali di vendita. Le sfide che questa figura gestisce in quest’ambito non sono solo la gestione dei prezzi in modo da realizzare i migliori margini di guadagno, ma anche l’adempimento fiscale (ragionando sia sul proprio paese che internazionalmente), la differenziazione dei ricarichi e delle logiche a seconda del canale di vendita e la gestione completa delle eventuali promozioni. Periodicamente chi ricopre questo ruolo compie delle analisi commerciali, visionando le vendite ed i profitti, con l’obiettivo di ottimizzare l’andamento in futuro. Se vogliamo riassumere in punti, le attività svolte dal marketplace manager sono: gestire le politiche e le logiche di prezzo dei marketplace, per ottenere il miglior profitto possibile; dare consulenza fiscale agli e-commerce che si affacciano sui marketplace, gestendo sia gli adempimenti nazionali che quelli internazionali; fare le analisi commerciali e pensare ad eventuali revisioni per massimizzare i risultati futuri. 5. Strategia e gestione dell’advertisement Anche in ambito marketplace si possono (e si dovrebbero) mettere in campo delle campagne pubblicitarie. Grazie a queste infatti il business dà un boost alle vendite ed alla visibilità dei propri canali. Perché l’advertisement funzioni, il marketplace manager ha il compito anzitutto di pianificare la strategia di advertisement tenendo in considerazione quelli che sono gli obiettivi aziendali, di scegliere poi quali mezzi utilizzare per pubblicizzarsi (social, google, direttamente sul marketplace oppure su più canali insieme), ed infine di far partire le campagne. L'altra importante responsabilità è quella di tenere d’occhio le performance delle campagne, utilizzando strumenti di analisi e valutando le diverse metriche. Se qualcosa non funziona (o potrebbe funzionare meglio) farà le dovute ottimizzazioni per aumentare il tasso di conversione. Quindi: pianificare una strategia basata sugli obiettivi; scegliere i canali per le campagne; creare le sponsorizzazioni; monitorare le performance dei risultati; ottimizzare le campagne per massimizzare il successo. 6. Analisi, ottimizzazione e report dell’andamento sui marketplace Per crescere è necessario non solo saper fare strategia ed eseguire. Ma anche, e soprattutto, saper raccogliere i dati, analizzarli e fare delle ottimizzazioni sulle mosse future. Così, è chiaro, una volta che la vendita sui marketplace è in corsa il lavoro del marketplace manager non si conclude, anzi: qui inizia la sua responsabilità maggiore, quella di far crescere il business basandosi sul dato. Questa fase di analisi, ottimizzazione e report delle performance si traduce, per il marketplace manager, in questa serie di attività: gestione e report periodici delle performance di vendita e delle performance complessive del business. Quest’attività si svolge tenendo in considerazione obiettivi aziendali sia a breve che a lungo termine; rendiconto delle spese e dell’efficacia di queste; sviluppare, sulla base dei dati raccolti, un calendario delle azioni da compiere (possibilmente con workflow di come procedere con successo); monitoraggio ed analisi del ranking del business; assicurarsi che il copy ed i meta tag siano correttamente ottimizzati per massimizzare il traffico. 7. Customer service Il marketplace manager si occupa anche della gestione e dell’ottimizzazione della customer service. Gestire la relazione con i clienti è di fatale importanza per le attività commerciali di oggi. Come suggerisce il metodo inbound (ovvero il miglior modo per trovare e fidelizzare i clienti oggi), soddisfare i clienti vuol dire dare nuova energia al ciclo di vendita del business, in quanto c’è una buona possibilità che chi compra ed ha una buona esperienza diventi promotore dei tuoi prodotti/servizi. Al contrario, generare passaparola o recensioni negativi lo rallenta, ed è per questo che l’opinione di chi ha già comprato vale più di ogni altra cosa. fonte: HubSpot Per questo motivo è responsabilità del marketplace manager quella di gestire il lato del customer service, occupandosi dei mezzi di supporto che vengono forniti agli utenti, revisionando l’andamento delle relazioni con i clienti ed il grado di soddisfazione e prendendo le misure adatte anche per coloro che non sono stati contenti. Visionando i report del servizio clienti questa figura decide, grazie ai dati, quali azioni intraprendere per fare miglioramenti in futuro (ad esempio ottimizzando la scheda prodotto basandosi sulle domande frequenti, approfondire la sezione faq, ottimizzare i chatbot e via dicendo). Brevemente quindi le mansioni sono: gestione del servizio clienti; ottimizzazione della customer service per migliorare i rapporti con la clientela. Perché avere un marketplace manager? Il mondo dei marketplace può essere una fantastica piattaforma di lancio (o slancio) per un business, ma per ottenere dei buoni risultati, come abbiamo visto, le cose a cui pensare non sono solo varie e complesse, ma richiedono anche costanza e competenza in materia. C’è bisogno di conoscenze riguardo l’ecosistema dei marketplace, la capacità di analizzare, di fare strategia, di compiere e delegare azioni specifiche, serve saper monitorare le performance grazie ai dati e fare ottimizzazione continua. Bisogna poi conoscere le questioni fiscali dei marketplace, sapere come gestire e sincronizzare i canali… Insomma, una lista complessa. È proprio per questo che serve un marketplace manager: per guidare lungo questa strada l’e-commerce grazie alla sua specializzazione, occupandosi in prima persona di gestire il lancio, l’approdo e la permanenza sui canali di vendita dando all’e-commerce i migliori risultati possibili. Conclusione I marketplace stanno crescendo ed i business possono decidere ora di iniziare a crescere insieme a loro. In questo articolo abbiamo visto come per farlo serva una figura professionale come il marketplace manager. Un ruolo che ha già assunto moltissima rilevanza nel mondo del lavoro digital, pur essendo una novità degli ultimi anni, e che continuerà ad assumerne. Per tante altre novità ed interessanti spunti sull'innovazione digitale, scarica ora l'ultima edizione del nostro magazine gratuito DigitalThink.
Un marketplace online è un sito di e-commerce che apre le porte ad altri rivenditori / brand / produttori / privati ( a seconda della sua vocazione) per dare la possibilità a questi di vendere i loro prodotti attraverso le sue pagine e sezioni. Avete presente Ebay per le transazioni tra privati? E Amazon che invece si occupa di intascare soldi e redistribuirli? Ecco, queste sono le due punte dell'iceberg, modelli molto diversi e inserzionisti molto diversi che definiscono, nella mente di tutti che cos'è un marketplace online. Non sono gli unici ovviamente. Anche in Europa, sono fioriti e stanno nascendo un sacco di piattaforme dedicate all'e-commerce che si ispirano, in varie forme, a modelli di business esistenti o provano ad introdurne di nuovi. Vediamone alcuni. Allegro Allegro è il più grande marketplace polacco e al quarto posto nell'elenco dei marketplace online più visitati d'Europa. Con 13 milioni di utenti attivi, Allegro rappresenta una buona opportunità per i marchi B2C e i rivenditori professionisti per espandersi nel fiorente mercato online della Polonia, che vale 10 miliardi di euro. L'unico ostacolo è la lingua: Allegro opera solo in polacco, quindi la descrizione del prodotti e l'assistenza clienti devono essere localizzati. Che poi non è un problema: è normale, per i brand che vogliono entrare in una determinato mercato, parlare la lingua e adattarsi a quello che i consumatori di quel mercato chiedono. Asos ASOS è uno dei più grandi rivenditori di moda online al mondo con siti di e-commerce nel Regno Unito, Europa, Stati Uniti e Australia. L'azienda si rivolge a giovani venditori e ha intercettato la crescente tendenza dei marketplace di vendere abiti di stilisti emergenti e oggetti da boutique selezionati: la vocazione con cui ha aperto il marketplace è stata proprio questa. Asos presenta a catalogo oltre 80.000 prodotti e ogni settimana ne vengono aggiunti da 2.500 a 7.000 di nuovi. Spedisce in oltre 140 paesi dai centri logistici nel Regno Unito, Stati Uniti, Europa e Cina. Nel 2017, Asos.com fratturata quasi 2 miliardi di sterline ed è diventato il principale sito di abbigliamento online nel Regno Unito. Da marzo 2018 hanno anche introdotto la loro app mobile, che ha avuto 10 milioni di download. L'app consente agli utenti di caricare immagini di abbigliamento che preferiscono e di ricevere una gamma di articoli coordinati. ASOS afferma che nel Regno Unito il 58% degli acquisti avviene su dispositivi mobili. Bol.com Bol.com è il più grande marketplace generalista, che vende ogni tipo di prodotto, attivo nella regione del Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo). Ha oltre 6,5 milioni di clienti attivi e una media di oltre 1 milione di visitatori al giorno. Bol.com è il principale rivenditore online nei Paesi Bassi di libri, giocattoli ed elettronica, riuscendo a superare nei numeri di queste categorie merceologiche anche Amazon. La forte presenza del brand lo rende molto rispettato dai consumatori olandesi. Vendere su Bol.com è più semplice di molti altri grandi mercati. Bol associa tutti i prodotti attraverso il loro Global Trade Item Number (GTIN), quindi se hai un GTIN, non è necessario tradurre manualmente la tua inserzione - Bol lo fa per te. Non ci sono inoltre commissioni mensili fisse per il tuo account Bol.com, quindi paghi solo per ogni articolo venduto. Cdiscount Cdiscount è un marketplace francese con circa 8,6 milioni di clienti attivi e 19 milioni di visitatori unici al mese. Vende prodotti in 40 diverse categorie merceologiche con oltre 1 miliardo di euro di fatturato annuo. Fondato nel 1998, è una filiale del Groupe Casino, un gruppo di vendita al dettaglio francese creato oltre 100 anni fa. Il marketplace consente ai rivenditori online di elencare media, elettronica di consumo e altri prodotti. Cdiscount è il secondo sito di e-commerce in Francia (dopo Amazon) con 16 milioni di acquirenti registrati e oltre 1 miliardo di euro di vendite. I requisiti di entrata non sono onerosi per il venditore (non serve firmare un contratto o assumersi un impegno), ma i venditori debbano avere un numero di registrazione dell'azienda, le informazioni sui prodotti e la capacità di offrire il servizio clienti in francese. Dal 2018 Cdiscount ha iniziato a vendere e spedire alcuni prodotti in Belgio, Germania, Italia e Spagna, mossa che ha di fatto segnato l'inizio della sua espansione internazionale. La crescente presenza transfrontaliera di Cdiscount è il risultato della sua crescita annuale del 15% di entrate nette. Nel secondo trimestre del 2018, i clienti di Cdiscount hanno effettuato 5,8 milioni di ordini acquistano 11 milioni di articoli. Il marketplace di Cdiscount ha 10.000 venditori in continua ascesa. Emag Emag è il più grande sito di e-commerce della Romania con oltre 500.000 clienti unici che lo visitano ogni giorno. I venditori possono elencare i propri prodotti in oltre 1.600 categorie disponibili. La piattaforma ospita attualmente 3.500 venditori e oltre 1.4 milioni di prodotti, genera oltre 100 milioni di € di ricavi e oltre 1,9 milioni di ordini per i partner del marketplace. Le maggiori vendite sono quelle dei prodotti nelle categorie di accessori per auto, casa e arredamento, bambini e giocattoli, moda e sport. Fnac Originario della Francia, ma operante in gran parte dell'Europa, Fnac rappresenta un'enorme opportunità per chiunque già venda all'estero nell'area dell'euro. Inizialmente un rivenditore di elettronica ha recentemente aperto categorie di moda, sport e articoli per la casa. Come marchio affermato in Francia, Fnac ha costruito una solida base di clienti e la sua rete di negozi lo rende riconosciuto e autorevole per i navigatori. Fruugo Fruugo è un marketplace con sede nel Regno Unito che vende in 32 paesi e con oltre 25 milioni di utenti attivi. I venditori possono registrarsi una sola volta per poi vendere in tutti i mercati disponibili nel loro portafoglio. Il sito supporta 22 valute e 17 lingue. Il marketplace di Fruugo opera con centinaia di rivenditori e offre loro servizi di traduzione, assistenza clienti, marketing e supporto al cambio valuta: l'unico compito del rivenditore è l'evasione dell'ordine. Rispetto ai suoi concorrenti europei, Fruugo è un marketplace relativamente giovane, ma si prospetta una crescita del 200% nei prossimi anni. Flubit Flubit è il più grande marketplace del Regno Unito di proprietà nazionale. Ospita un catalogo di oltre 70 milioni di prodotti in categorie molto diverse, tra cui casa, giardino, giocattoli, libri ed elettronica; quindi, per la vastità del catalogo, si posiziona come un concorrente diretto di Amazon. Ha 1.500 venditori del Regno Unito e Irlandesi. Nel novembre 2017, Flubit è stata classificata la 10° più importante società di e-commerce in Europa e la seconda nel Regno Unito. Nel 2018, Flubit.com è stata acquisita dal noto gruppo tecnologico blockchain MonetaryUnit. La decisione, al momento dell'accordo, avrebbe reso Flubit.com il più grande marketplace al mondo che permette di visualizzare i prezzi in criptovalute. LaRedoute Con la sua attività iniziata nel 1837, La Redoute è un nome familiare in Francia ed è il secondo venditore di abbigliamento femminile d'oltralpe. È diventato il sito di e-commerce di moda e di riferimento in Francia con oltre 9,2 milioni di visitatori unici al mese e con migliaia di marchi famosi che vendono i loro prodotti, mettendoli a listino in questo marketplace. La Redoute ha una presenza internazionale significativa, operando in 26 paesi e con oltre 10 milioni di clienti attivi. Il marketplace di La Redoute ospita oltre 1.000 venditori. I venditori devono fornire il servizio clienti in francese e i prezzi devono essere in euro. Mobile.de Mobile.de è un marketplace tedesco per la vendita di veicoli ad aziende e consumatori privati. Il sito ha clienti da tutta Europa ed è il più grande marketplace automobilistico in Germania. La sua piattaforma consente di acquistare e vendere auto usate e nuove, motociclette, camper e roulotte, nonché camion e veicoli commerciali. La piattaforma consente inoltre agli utenti di cercare rivenditori, nonché di trovare offerte finanziarie e assicurative. La società è stata fondata nel 1996 e ha sede a Kleinmachnow, in Germania, ma dal 2004 opera come filiale di eBay Inc. OnBuy OnBuy è un marketplace online B2C in cui i venditori di aziende terze possono elencare prodotti nuovi, usati o ricondizionati e gli acquirenti possono sfogliare migliaia di categorie, confrontare e acquistare in modo sicuro con la Protezione acquirenti fornita da PayPal. Con migliaia di venditori e oltre 10 milioni di prodotti, gli acquirenti possono fare acquisti da più venditori in un'unica transazione con una soluzione di pagamento semplice e sicura, libera da molti rischi di frode online. Grazie alle sue ragionevoli commissioni di vendita e al pagamento immediato da parte di PayPal, i venditori godono della vendita senza rischi e dell'accesso a milioni di potenziali acquirenti, senza concorrenza diretta da parte di OnBuy. Il marketplace è stato lanciato nel 2016 e sta vivendo una crescita meteorica; pronto a essere lanciato a livello internazionale, con un piano che prevede di aprirsi a più di 140 paesi nei prossimi anni. PriceMinister PriceMinister è stata fondata nel 2001 ed è un marketplace francese leader in Francia con 22 milioni di membri e 9 milioni di visitatori al mese. Che equivale ad un terzo di tutti gli utenti di Internet francesi. Nel 2010, è stato acquistato da Rakuten e da allora è cresciuto costantemente. Ora opera in 20 paesi e ospita in media oltre 30.000 transazioni al giorno, il che la rende la seconda piattaforma di e-commerce più visitata in Francia (indovinate? Proprio dietro ad Amazon). PriceMinister ha 11 milioni di visitatori unici al mese, 130 milioni di prodotti elencati e 5.000 venditori attivi. Real.de Prima si chiamava Hitmeister, poi diventato Real.de ed affermatosi come il terzo marketplace online più grande della Germania. Vende milioni di prodotti in 5.000 diverse categorie tra cui mobili, media, musica, elettronica, articoli da cucina, articoli per la casa e da giardino, attrezzature sportive, cosmetici, articoli per bambini, auto e accessori per esterni. Real.de offre spedizioni in circa 30 paesi diversi, ha 10 milioni di visitatori mensili e 6,5 milioni di clienti. Spartoo Spartoo è una società di e-commerce francese specializzata in abbigliamento e calzature. Lanciato nel 2006 come venditore online di calzature, Spartoo ora vende oltre 1.000 marchi di abbigliamento in tutta Europa. Spartoo ha lanciato il proprio marketplace online nel 2014. Attualmente opera in 30 paesi e ospita oltre 350 commercianti. Spartoo è ottimo per i venditori di moda online, in particolare i rivenditori di scarpe, e riceve circa 14 milioni di visite al mese. Spartoo ha alcune condizioni specifiche per i venditori online, incluso l'impegno a consegnare i prodotti entro 2-3 giorni dall'ordine, con tracciabilità disponibile. I venditori devono anche avere un servizio clienti reattivo (sul quale vengono testati) e la modalità dei resi deve essere facile ed intuitiva. Zalando Zalando è un marketplace tedesco che si è esteso a più mercati nazionali europei. È particolarmente importante in Germania, dove vanta il 95% di riconoscimento del brand tra consumatori adulti, ma si è anche diffuso in altri paesi negli ultimi anni e ha aperto anche dei centri di distribuzione in Svezia e Belgio. Gli ultimi dati dicono che ha 20 milioni di acquirenti attivi e una quota del 7,4% del mercato della moda dell'Europa occidentale (il che, per fare 4 conti, ammonta a 42 miliardi di dollari). Zalando ha oltre 22 milioni di clienti e vende oltre 250.000 prodotti da 2.000 marchi commerciali. Conclusione Amazon ed eBay sono ottimi marketplace per la vendita di articoli di largo consumo in Europa, ma non sono privi di concorrenza. In alcuni paesi e categorie di prodotti, le loro vendite sono superate da siti Web locali più forti. Il mercato è particolarmente diversificato in Francia, Germania, Europa orientale e nel settore della moda. Quindi provare ad estendere la tua rete di vendita oltre Amazon e eBay può essere un modo molto efficace per raggiungere un maggior numero di clienti nel mercato europeo, con lo stesso inventario, risorse e processi che hai già messo a punto oggi. PS: spero che questo post ti abbia aiutato a identificare nuovi canali per far crescere la tua attività in Europa!
Sei pronto per vendere online, giocandoti tutte le tue carte con un negozio di e-commerce. Ma, che tua una negoziante o un produttore, dovrai scegliere in che marketplace essere presente. Un marketplace è un sito o una applicazione in cui molti altri produttori o commercianti si trovano a venere gli stessi prodotti o prodotti simili. per approfondire il tema puoi leggere il post che cos'è un marketplace. Sul fatto poi che sia caldamente consigliato, oggi, avere una strategia di vendita online che abbraccia anche i marketplace, è una questione di opportunità o numeri, quindi, se non sei ancora convinto di farlo, leggiti il posto perché vendere nei marketplace. A questo punto, se sei arrivato fino a qui, è perché sei convinto dell'importanza di essere online con il tuo sito e-commerce ma, nel contempo, non vuoi tralasciare le grandi opportunità che offre il sistema dei marketplace online. Scegliere un marketplace non è semplice come trovare il sito più usato e dedicarsi a vendere al suo interno. Hai bisogno di una piattaforma adatta alle tue esigenze e ogni opzione ha i suoi pro e contro. Un marketplace online è un tuo negozio virtuale: i tuoi clienti potranno sfogliare i tuoi prodotti qui ed effettuare acquisti. Ciò che fanno i canali di vendita online è assistertu in questo processo nei seguenti modi: Ti consentono di creare cataloghi di prodotti ed elencarli sul loro negozio virtuale Ti forniscono una base di clienti, i clienti del loro marketplace Agiscono come intermediari durante la transazione Ti assistono (o ti possono assistere) nella parte logistica del process In cambio del loro supporto, prendono una certa percentuale di commissione su ogni vendita o un mix tra fisso e percentuale. Se scegli di vendere in cada loro sevi anche aderire alle loro regole e politiche e hanno il potere (dovere) di penalizzarti se non lo fai. In sostanza, il negozio potrebbe essere tuo, ma è il loro centro commerciale. Al contrario, avere il tuo negozio online ti restituisce la tua sovranità nel mondo virtuale, promuove il tuo brand, ti permette di vendere direttamente... ed è proprio per questo che la scelta di vendere in uno o più marketplace è complementare / parallela alla scelta di aprire il proprio e-commerce online. C'è una domanda dalla quale partire: Cosa sto vendendo e a chi sto vendendo? Il tuo prodotto determinerà quale direzione prendere con i marketplace e il tuo pubblico di destinazione determinerà il tipo di sito di cui avrai bisogno. Se il tuo cliente tipico è, per esempio, un millennial, potresti aver bisogno di un sito mobile forte con grafica accattivante e una grande narrazione. Dovrebbe essere alla moda, minimalista e di stile, sia ricco che accattivante, con un marchio lucido. Un sito web del genere può costare più soldi e richiedere un occhio attento ed esperto per gli elementi visivi: un forte team creativo, con esperienza consolidata, si traduce in un maggior costo a monte. D'altra parte, se il tuo cliente target è più vecchio o meno esperto di tecnologia, potresti concentrarti molto di più su un sistema di carrello tradizionale semplice. Mantenerlo semplice e non preoccuparsi tanto della grafica chic o di un aspetto calcolato o raffinato, è un'opzione comune quando dall'altra parte si ha un potenziale cliente poco. Questo percorso dovrebbe costare meno e richiedere meno attenzione al design, ma raggiungerà meglio i tuoi clienti e li aiuterà attraverso l'esperienza di shopping e-commerce tradizionale e semplice. Un ragionamento simile va fatto quando scegli il marketplace: la principale domanda a cui deve risponde è se quel canale sarà quello giusto per il prodotto che vendi. Ci sono diverse tipologie di marketplace: B2B, B2C e C2C e ognuno di questi può essere verticale (concentrandosi su una specifica categoria di prodotti), orizzontale (con diverse categorie ma un quid, un minimo comune denominatore che li accomuna) o generalista. Partire dal pubblico e dal prodotto è quindi il primo ragionamento da fare (con il quale poi riuscirai a trovare risposte) sia per la realizzazione del tuo sito di e-commerce che per la scelta del marketplace. Quindi, ecco una serie di punti da cui partire per scegliere in quale marketplace essere presente (il SE essere presente, per me è già smarcato). 1. Il tuo prodotto Se sei solo un rivenditore, aprire il tuo negozio online ha un senso se lo combini con una certa dose di attività di marketing online per la promozione anche della tua attività di rivendita; soprattutto nelle categorie di prodotti più popolari come l'elettronica e l'abbigliamento è difficile emergere con il proprio negozio online e trovare clienti. Quindi se l'idea è di trasformare rapidamente il tuo investimento per il sito di commerce in un business redditizio dal canale web, se vendi elettronica ed abbigliamento, per esempio, potrebbe essere più difficile di quanto pensi. Non significa non tentare, ma, consci della difficoltà, partire con strategie alternative per monetizzare più velocemente. Se si tratta di mercati ad alto volume, con una domanda enorme e un'offerta che difficilmente risponde al bisogno (come l'inventario di un singolo negozio) , opta innegabilmente per essere presente almeno in un marketplace, allineando la tua offerta con i marketplace esistenti, trovando quello che fa al casa tuo. Al contrario, se anche tu sei un produttore / brand o vendi un prodotto di nicchia, puoi davvero sviluppare il tuo marchio da zero nel mondo online. Anche in questo caso la scelta non è obbligatoriamente a senso unico: puoi comunque essere presente in alcuni marketplace e lavorare per la tua supremazia di brand all'interno del marketplace, proprio in virtù del fatto che sei il produttore. 2. Il supporto logistico Pensa alla logistica prima di iscriverti ad un marketplace. Se un particolare canale di vendita non è in grado di fornire assistenza logistica nell'area in cui si trovano i tuoi prodotti / magazzino, potresti trovarti in una situazione difficile. Se hai intenzione di avviare il tuo mercato, studia attentamente i fornitori di servizi logistici e come possono interfacciarsi con a tua attività. Le scelte possono andare verso un marketplace che offre supporto logistico. Il caso scuola è quello di Amazon che con il suo servizio di logistica, si occupa di stoccaggio, imballaggio e delle spedizioni per i prodotti venduti all'interno del suo marketplace. In questo caso, quello del servizio di Amazon, si pagano le tariffe di gestione e le tariffe di stoccaggio in magazzino, che si sommano alle percentuali sulla vendita del prodotto. Per molti venditori il problema della logistica e delle spedizioni può diventare pesante, perché obbliga qualcuno ad occuparsi dei rapporti con i corrieri, dell'imballaggio, delle difficoltà di consegna e di resi... insomma, per brand che sono abituati a vendere ai distributori o, al contrario, per negozianti che hanno sempre lavorato come commessi, un'attività nuova, per la quale bisogna calcolare attentamente i costi interni (pacchi, tempistiche di imballaggio, costo della spedizione...). 3. La popolarità del marketplace I canali di vendita come Amazon e Ebay sono praticamente sinonimo di vendita al dettaglio online nel mercato di oggi. I canali di vendita, in generale, sono la prima scelta dei consumatori quando si tratta di acquisti online. Iscriversi a uno o più di questi significa avere accesso a quella grande base di clienti potenziali. Ma la popolarità potrebbe non essere l'unico parametro per scegliere il marketplace nel quale essere presente. Potresti optare per dei marketplace con meno nome, magari interessanti per la tua base di utenti, ma con un affollamento decisamente meno ingombrante. Oppure dedicati ad una nicchia specifica, sempre ragionando sul prodotto che proponi. 4. L'immagine del tuo brand L'iscrizione a un canale di vendita online non ti dà molto spazio in termini di crescita del brand. Qui, le persone non acquistano prodotti da seller123 (sostituisci con il nome del tuo negozio o brand); acquistano prodotti da Ebay o Amazon. Sei ridotto a un fornitore senza nome. Questo è il lato negativo, non essendoci spazio per il tuo marchio e una reputazione / autorità che ha sempre bisogno di crescere. D'altro canto, nel tuo negozio personale, puoi personalizzare con cura l'immagine del tuo brand, sfruttando appieno il potere dei social e del marketing online. Ma la difficoltà di attirare un pubblico che acquisto sul tuo store è palese: autorità, SEO, brand awareness... oltre al fatto che molti navigatori scelgono direttamente i marketplace. Conclusione Questi spunti per alcune riflessioni per scegliere il giusto marketplace per vendere i tuoi prodotti online non è complementare alla decisione di avere il proprio e-commerce online, magari sviluppato con un sistema smart e innovativo come Shopify (per piccole aziende o rivenditori) o Shopify Plus (per aziende con necessità enterprise). Risulta facile, al tuo store online, in questo caso, attivare un connettore per gestire le tue vendite sui marketplace direttamente da Shopify. Le indicazioni di massima, da valutare caso per caso spingono per: Amazon: Beauty Electronics & Tech Toys Pets Home and Household Fashion Books Ebay: Automotive Elettronica Abbigliamento unbranded Oggetti unici per collezionisti Etsy: Oggetti unici fatti a mano / artigianali E se vuoi saperne di più... siamo qui :-)
Vendere online con il proprio e-commerce è certamente affascinante e rappresenta uno sviluppo del business importante, sia che tu sia un brand che un rivenditore. E, con un budget alla portata di tutti, si può realizzare un progetto e-commerce, agganciandolo con i marketplace per proporre i propri prodotti su più canali di vendita. Un marketplace online è un sito o una app online che ti permette di rivendere i tuoi prodotti al tuo potenziale cliente. Puoi approfondire sul post cos'è un marketplace online Perché portare i propri prodotti all'interno di un marketplace? Provo a convincerti con 3 motivi. 1. I marketplace stanno crescendo (e puoi crescere al loro interno) Il primo motivo per il quale dovresti scegliere di vendere in un marketplace è estremamente semplice e ha a che fare con il tuo fatturato: i marketplace stanno crescendo. Già nel 2016, la metà delle vendite dell'online è passata attraverso i marketplace. La percentuale salirà al 66% nel 2022, visto che stiamo parlando di una crescita continua, che non puoi arrestare con il tuo e-commerce, da solo. Se oggi non sei su un marketplace significa, per rendere la questione in modo molto banale, che ti stai perdendo la metà degli acquirenti online, che potrebbero essere tuoi potenziali clienti. Certo, potresti anche fare di tutto per portarli sul tuo sito web. Ma come pensi di farlo non lo so (ovvero si che lo so, fa parte del lavoro di uno che si occupa di queste cose, ma non li porterai mai tutti, è troppo dispendioso e poco efficace). Uno dei motivi per cui le persone adorano comprare nei marketplace online è la vasta selezione di prodotti e la possibilità di confrontare velocemente le offerte per tutti questi prodotti. I grandi marketplace hanno milioni di visitatori giornalieri. Il 38% dei viaggi di shopping online, per esempio, inizia osservando i marketplace perché hanno una buona reputazione, le persone li conoscono e sanno cosa possono trovare lì. Inoltre milioni di questi visitatori sono clienti abituali. Hanno esperienza con questi negozi e sanno cosa otterranno e quale sarà la qualità dei prodotto e del servizio che riceveranno. Perché passare a un negozio diverso, sconosciuto quando il tuo negozio ha tutto ciò di cui hai bisogno? Quando però non trovano il prodotto o non riescono a desumerne la qualità questi utenti abituali di marketplace, cominceranno a cercare fuori... ed è lì che troveranno il tuo negozio. Bisogna esserci con il proprio negozio online? Certamente, rappresenti sempre una valida alternativa per qualcuno che non ha trovato quello che si aspettava nel marketplace o per quel 50% (o 40% a tendere) di acquirenti che non li usa. Ma non esserci significa tarparsi delle grosse possibilità di business. Vendere sui mercati significa raggiungere un grande pubblico senza troppi sforzi. Molto probabilmente le tue vendite aumenteranno, il che significa che puoi acquistare lotti più grandi e, contemporaneamente, contrattare sconti per aumentare i tuoi margini. 2. La concorrenza Battere la concorrenza è un altro importante motivo per cui dovresti iniziare a vendere sui marketplace. La quantità di negozi online in Europa è enorme. Una ricerca presentata su ecommercenews.com, afferma che ci sono oltre 800.000 negozi online in Europa, di cui il 21,2% in Germania, il 13,1% nel Regno Unito e il 10% in Olanda. Nel 2016 c'erano 335 markeplace in Europa. Potrebbe essere difficile distinguersi tra tutti questi negozi online e un'offerta che continua a crescere in maniera impetuosa. In che modo qualcuno troverà il tuo negozio tra tutti gli altri negozi che offrono gli stessi prodotti? E, come abbiamo detto prima, perdi già metà dei potenziali clienti che vanno diretti a comprare sui marketplace. Ciò significa che l'altro 50% dei clienti si sposterà e sceglierà di comprare tra 799.665 negozi online rimanenti, solo, Europa (anche se mentre scriviamo e passano i giorni e i mesi da quando scrivo questo, il numero continuerà ad aumentare). Quindi, oltre a competere con quegli enormi mercati, devi competere con tutti quei negozi online per l'altra metà dei clienti. Ma perché competere con i marketplace? Almeno quelli, togliamoli dall'orizzonte della concorrenza, trasformandoli in un'opportunità di business. 3. La vendita internazionale viene facilitata I marketplace sono un ottimo modo per migliorare le vendite all'estero, senza dover tradurre l'intero sito web e senza attivare dei percorsi (dispendiosi) di marketing in molte lingue diverse o su differenti nazioni, senza entrare nelle questioni legate ai sistemi di pagamento preferiti in un determinato stato, metriche di misura differenti e fiducia su un player straniero sconosciuto. Ti bastano come motivi scoraggianti? :-) Quindi, oltre a raggiungere i milioni di clienti dai mercati nel tuo paese, puoi raggiungerne altri milioni che utilizzano il marketplace all'estero. Come la mettiamo con il mio brand? Potresti essere preoccupato di cosa significherà, per la tua immagine, il fatto che metti a tua disposizione i tuoi prodotti all'interno di un marketplace, diventando uno dei tanti rivenditori, in un contesto che non tiene minimamente conto della tua brand identity. La maggior parte dei marketplace richiede prestazioni di qualità dai propri venditori di terze parti e il modo migliore per testarlo è far valutare le esperienze di acquisto ai clienti. I venditori con un punteggio elevato avranno maggiori probabilità di essere le prime proposte visibili per i navigatori... e questo aiuta a migliorare direttamente le tue vendite. Ma anche se non sei il primo venditore visibile nell'elenco di chi propone quel determinato prodotto, le persone potrebbero confrontare diversi venditori in base alle recensioni (cioè, no potrebbero... lo fanno!). Anche quando il prezzo non è il più basso, le persone spesso sono disposte a pagare un extra per il servizio o la velocità di consegna. Quindi, più clienti soddisfatti avrai all'interno dei marketplace, più persone ti troveranno e più persone si fideranno di te. Il tuo nome non è sarà mai così visibile come quando vendi dal tuo negozio di e-commerce, ma il tuo nome è comunque importante. Inoltre, i clienti potrebbero ricordare il tuo buon servizio e, la prossima volta, decidere di cercare direttamente il tuo negozio online anziché il marketplace. Conclusione E se la tua preoccupazione è quella di diventare dipendente dal marketplace che ti sta facendo vendere i prodotti, aumentando il fatturato, mettendoti di fatto con le spalle scoperte nei confronti delle politiche del marketplace di aumento delle percentuali richieste ai venditori o altro... pensa ad una cosa: nessuno ha mai detto che devi puntare ad un unico marketplace.
Cos'è un marketplace? Li usiamo tutti i giorni ma spesso non ci pensiamo troppo, lo facciamo perché è diventata un'abitudine e i loro nomi sono di uso così comune da non interrogarci in maniera più approfondita sulla natura di questi e-commerce. Sono i marketplace... e sono sempre di più. Cos'è un marketplace Un marketplace online è un sito web o un'applicazione che rende più facile e comodo lo shopping di oggetti che provengono da differenti fonti. Di fatto un marketplace è un sito internet / luogo di scambio e di intermediazione per l'acquisto e la vendita di beni o servizi, un luogo dove sono raggruppate le merci di diversi venditori (spesso altri siti e-commerce) a cui accedono acquirenti che non sono interessati - in prima battuta - al chi vende, ma al prodotto da trovare. Il marketplace non possiede un inventario, il suo lavoro è quello di presentare l'inventario di altra gente ai visitatori / utenti e quello di favorire le transazioni. Ebay è un capolavoro in questo senso, la summa della definizione di marketplace perché vende qualunque cosa a chiunque. Ma ce ne sono di molti altri tipi. Visto che offrono una reale convenienza e comodità ai consumatori, negli ultimi anni il numero dei marketplace è esploso. Se ti fosse venuta voglia di apre un grande magazzino già 7-8 anni fa, molto probabilmente sarebbe già stato un marketplace online e non certamente uno fisico. Definiti come Department Store 2.0, gli utenti accedono all'inventario dei fornitori elettronicamente... quindi il marketplace non è obbligato a possedere il bene prima di venderlo ai consumatori: tutti i prodotti venduti dai fornitori sono disponibili per i consumatori e ci sono tutte le informazioni in real time sui prodotti, che vengo presentate ai consumatori da un sito online o da una applicazione. Proprio perché rappresenta la somma di molti altri negozi, il marketplace, generalmente, offre un assortimento molto più ampio di qualsiasi negozio online. Abbiamo capito una cosa, negli ultimi anni, per esempio: ai consumatori non piace usare applicazioni di singoli rivenditori; è molto più probabile che scarichino un'app sul loro smartphone che offre una gamma di prodotto più ampia di quella che può offrire il singolo negozio. Ed è proprio questa una delle maggiori attrattive del marketplace. I marketplace hanno anche alcuni aspetti negativi: poiché i prodotti vengono offerti da molti rivenditori differenti, le informazioni sugli stessi sono spesso difficilmente comparabili e la velocità di consegna dei venditori non sono sempre uniformi. Ciò può essere disturbante per chi cerca un'esperienza di acquisto. Un marketplace che funziona senza intoppi attinge contemporaneamente da molti fornitori in modo chiaro e trasparente per gli utenti: non sempre è facile da fare. Le tipologie di marketplace Ci sono tre tipi di marketplace, a seconda del modello di business che propone: Verticali Orizzontali Globali 1. Marketplace verticali Un marketplace verticale vende prodotti da molte fonti e fornitori ma sono tutti prodotti di un solo tipo. Ad esempio, TrueFacet.com vende solo gioielli e prodotti correlati. Il sito svolge l'importante compito di garantire l'autenticità e poiché la gioielleria è un articolo costoso, è un valore aggiunto importante. Tirath Kamdar, fondatore e CEO di TrueFacet, ritiene che TrueFacet stia creando una sorta sovrastruttura di garanzia dell'industria della gioielleria e fa un paragone con il VIN (numero di identificazione di un veicolo) introdotto nel 1954 ma standardizzato dall'amministrazione pubblica americana solo nel 1981. Fornendo a ciascun gioiello un identificativo univoco quando è elencato sul sito, TrueFacet aggiunge del valore al processo verificando l'autenticità di un prodotto. 2. Marketplace orizzontali Un marketplace orizzontale vende prodotti di molti tipi ma condividono tutti una caratteristica importante. Ad esempio, Panjo è un marketplace per veri appassionati. Secondo Chad Billmyer, CEO di Panjo, gli appassionati di danza del ventre si comportano allo stesso modo degli appassionati di Porsche. Fornendo a differenti comunità di appassionati infrastrutture e dati, Billmyer crede che Panjo diventerà un driver di traffico sempre più grande, perché le persone perseguiranno sempre le proprie passioni e, nel farlo, troveranno comodo comprare e vendere. Un altro mercato orizzontale è Dote, che offre alle donne che non desiderano scaricare singole app di rivenditori la possibilità di fare acquisti presso più brand contemporaneamente; Dote include prodotti di Zara, Ann Taylor, Madewell, Free People e molti molti altri. Gli utenti possono vedere i prodotti di differenti produttori, tutti insieme nella stessa applicazione. 3. Marketplace globali Un marketplace globale vende tutto.L'esempio per eccellenza è sicuramente Ebay, con quasi 200 milioni di utenti, un miliardo e passa di oggetti in vendita, l'80% dei prodotti presentati sono nuovi e si assesta sui 80 miliardi di € di prodotti venduti. Bob Kupbens, VP of Seller Experience at eBay di che La scala ti offre prezzi trasparenti, se ci sono abbastanza cose da acquistare e vendere, gli utenti possono vedere quali vengono presentate ad un prezzo equo e si aggiustano sul giusto valore. Possiamo anche suddividere i marketplace in base al tipo di mercato a cui si rivolgono e possono essere: C2C B2C B2B 1. Consumer to consumer Il marketplace C2C è popolato da utenti privati che interagiscono tra loro ed effettuano transazioni commerciali. Il privato è che vende e il privato è anche chi compra (Es. Etsy) 2. Business to consumer B2C è il tipo di marketplace in cui ci sono una serie di aziende che propongono il loro catalogo dei prodotti o servizi ai navigatori. Sono i markeplace più simili ai centri commerciali, in quanto luoghi dove delle attività economiche vengono i loro beni ai consumatori (Es. Amazon) 3. Business to business Il marketplace B2B ha lo scopo di mettere in contatto aziende manifatturiere o industriali con altre aziende, in genere commerciali. La merce trattata è in genere per grandi stock, soprattutto container. È il canale alternativo principale per le transazioni commerciali internazionali (Es. Alibaba) I marketplace motivanti Oggi, in quasi tutti i tipi di e-commerce, c'è una cosa che rende tutti più veloci ed efficienti: Amazon. Niente è così motivante come avere un enorme concorrente con risorse, capacità tecnologiche e potenziale praticamente illimitato. Amazon è un marketplace ibrido, che offre prodotti propri e di altre società, fornendo al contempo una piattaforma per acquirenti e venditori per effettuare transazioni attraverso Amazon in autonomia o con l'assistenza di Amazon (assistenza di vario tipo). Esistono molti altri mercati ibridi. Numerose aziende grandi e piccole, tra cui Walmart, il secondo sito di e-commerce più grande degli USA, stanno consentendo agli utenti di offrire i propri prodotti nei marketplace che stanno spuntando. Lo stanno facendo moltissimi negozi: partono agili realizzando un e-commerce su Shopify e poi si agganciano ai marketplace per aumentare le loro possibilità di business. Se funziona bene, il marketplace riceve prodotti da una vasta gamma di singoli siti di e-commerce, ricevendo un aumento del traffico e offrendo una gamma più ampia di prodotti che permette ai consumatori di rimanere sul sito / app del marketplace e non dovere uscire per trovare quello che stanno cercando. I marketplace si alimenta e riceve nuova linfa per il successo dai singoli negozi che gli apportano prodotti. Per funzionare un marketplace deve: ridurre l'attrito sia nella vendita che nell'acquisto e creare una liquidità sufficiente su entrambi i lati sul mercato (deve essere un affare per chi compra e per chi vende); generare un maggior livello di fiducia e trasparenza (in primis per gli acquirenti) per incoraggiare la partecipazione dei venditori; creare meccanismi sia proattivi che reattivi per affrontare le inevitabili dispute che sorgono tra i partecipanti al mercato. Come vendere su più marketplace Quando sviluppiamo un progetto ecommerce spesso ci capita di dover pensare anche alla parte di implementazione del sistema di vendita su vari marketplace. L'approccio migliore che abbiamo individuato in questi anni è quello di allineare, sviluppando un connettore per fare un progetto di data integration, l'erp/software gestionale dell'azienda con un PIM, un software di Product Information Management: significa che l'erp/gestionale - generalmente ospitato su un server - invierà prodotti e giacenze all'interno di un software SaaS, il PIM, per l'appunto. Da questo software si invieranno - allineeranno prodotti, prezzi e giacenze dei prodotti su vari marketplace (Amazon, Ebay, Minto, Zalando..) o canali ecommerce (Shopify o BigCommerce); sistemi ecommerce e marketplace sono trattati dal PIM alla stesa stregua, canali a cui inviare prodotti e le informazioni sul magazzino e dai quali recuperaare ordini ed anagrafiche per gestire l'ordine. L'erp/gestionale, di solito, comanda sulle giacenze, perché ci possono essere vendite anche offline, fuori dal sistema, che vanno ad influire sulle disponibilità in magazzino. Per implementare un sistema simile utilizziamo ChannelEngine e sviluppiamo un connettore per allinearlo con l'erp/gestionale. Un sistema efficace per non raccogliere ordini di prodotti non più disponibili e lavorare con la massima sicurezza nell'allestimento di un sistema per fare business online.
Se vi state affacciando sul mercato delle vendite online di prodotti o servizi potreste aver sentito parlare dei marketplace. Molto probabilmente siete o siete stati clienti di uno di questi portali. Mai acquistato da terze parti su Amazon? Prenotato un volo areo su Expedia o un hotel su Booking? Comprato abbigliamento su Asos? Venduto o comprato qualcosa su Ebay? Quindi, in realtà, sapete già cosa sono i marketplace e come funzionano. Ma se avete un’azienda e volete iniziare a vendere on-line, fanno al caso vostro? Tutto dipende dal tipo di risultati che volete ottenere dal vostro e-commerce, dal tipo di prodotti e dal budget iniziale a disposizione. Potrebbe essere la soluzione ottimale di partenza, richiedendo poche risorse, con potenziali risultati nel breve periodo. Nel lungo periodo però vanno considerati altri aspetti quali il brand aziendale, la personalizzazione, il margine di profitto. Definiamo innanzitutto cosa sono i marketplace. I marketplace sono siti web di intermediazione delle compravendite online che aggregano la vendita di prodotti o servizi di più aziende in cambio di commissioni sulle transazioni. Si occupano: Della gestione e manutenzione del sito web Della pubblicazione dei prodotti nel loro portale Del processo di registrazione dei dati degli acquirenti e dell’inoltro degli ordini alle aziende iscritte In alcuni casi, gestiscono anche: I contratti con le aziende di logistica per le spedizioni I portali per la gestione dei pagamenti Il servizio postvendita L’accesso al marketplace può essere vincolato da alcuni criteri di selezione dei prodotti o delle aziende che ne fanno richiesta, questo per assicurare una coerenza di tipologie di prodotto o di certi standard qualitativi. Anche vendere su Amazon è soggetto a limitazioni. Perché vendere sui marketplace? Semplificando ai minimi termini, perché tutto quello che le aziende devono fare è pubblicare il loro prodotto e gli ordini arrivano! I vantaggi di un marketplace sono infatti: Non ha costi iniziali di struttura o di terze parti; Poiché offrono un catalogo ampio e diversificato, sono in grado di raggiungere un pubblico vasto; Sono considerati affidabili dagli acquirenti e hanno, generalmente, tassi di conversione più alti rispetto gli e-shop mono-aziendali; Si delega, se previsto, la scelta e gestione tecnica dei sistemi di pagamento, di spedizione e di assistenza post-vendita; Genera profitti nel breve termine. Perché invece dovrei avere un mio sito di e-commerce? Perché affidandoci ai marketplace lasciamo nelle loro mani il marketing. Il cliente sarà fidelizzato al marketplace ma non necessariamente al vostro brand. Il marketing, infatti, è gestito dalla società che ospita i vostri prodotti che ha quindi l'incarico di promuoverli e di venderli. Ma non tratta solamente i vostri, ha un approccio neutrale rispetto ai brand. Le loro attività di upselling e cross-selling possono portare benefici tanto a voi quanto ai vostri concorrenti. Le opzioni di personalizzazione della pagina prodotti e delle descrizioni sono limitate quindi si rischia di restare anonimi, senza riuscire a trasmettere i valori unici della vostra offerta. Si perde la proprietà dell’esperienza del cliente, prima e dopo la vendita: non sappiamo a che tipo di prodotti è interessato, che abitudini di acquisto ha, ecc. Se il vostro prodotto è personalizzabile dall’acquirente o se si rivolge ad un pubblico esigente, le leve di marketing sono importantissime. La visibilità garantita dal marketplace potrebbe non portare risultati. Una soluzione basata su un proprio sito e-commerce è sicuramente più versatile. Ma allora cosa è meglio fare? Per le startup che non hanno elevati capitali da investire, o se non si vuole rischiare eccessivamente, partire vendendo su un marketplace può comunque essere un’ottima soluzione. È anche un modo per iniziare a capire quali sono le dinamiche e il flusso operativo di un sistema di vendita on-line. Se comunque trattiamo prodotti ad alta personalizzazione o se vogliamo puntare a dare valore al brand aziendale meglio valutare l’implementazione di un proprio e-commerce, magari utilizzando CSM gratuiti o con costi contenuti come Prestashop e Shopify. E concentrarsi, visto il prodotto, nella formulazione di un piano di marketing per publicizare la nostra azienda e i nostri prodotti e servizi, attirare clienti e ottenere i dati di contatto per promuovere altre iniziative. Si può infine pensare ad un'opzione di co-marketing utilizzando soluzioni di e-commerce integrabili con alcuni marketplace per poter sfruttare la personalizzazione del proprio e-shop e in parallelo la visibilità garantita dai marketplace. Se si vuole vendere utilizzando il web, le scelte sono molteplici e tutte valide per ragioni diverse. Consigliamo di interpellare agenzie specializzate che possono sia indicarvi la soluzione tecnologica migliore per il vostro e-commerce, sia definire il piano di marketing più adatto ai vostri obiettivi.