Le persone che navigano in Internet, su ecommerce, landing page o siti informativi, hanno la necessità di trovare subito quello che cercano, senza perdere tempo. Questo non vuol dire essere svogliati o pigri, ma semplicemente essere abituati alla velocità del mondo virtuale e alle nuove tecnologie che spesso sembrano leggerci nel pensiero. In questo contesto i microcopy hanno un ruolo fondamentale: catturare l’utente, spingerlo a fare delle azioni, migliorare la sua User Experience e implementare le strategie di inbound marketing. I microcopy possono riguardare call to action, bottoni di conferma, messaggi guida e tanto altro. Questi contenuti devono far capire subito cosa fare e rendere la navigazione all'interno del sito agevole per l’utente. Per fare un esempio semplice, se in una pagina trovo il pulsante con scritto “compila il form”, è chiaro che cliccando finirò su una scheda da compilare con dei dati. In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa sono i microcopy e come costruirli tenendo presente l’usabilità da un lato e le conversioni dall’altro. Scopri come solo poche parole possono fare la differenza. Cos’è il micro-copywriting e perché lascia il segno? Poche parole indispensabili: così potrebbe essere definito il micro copywriting. Ma questo non l’unico aspetto che caratterizza un copy efficace sul web. Un sito web accattivante esteticamente, può di certo attrarre gli utenti. Ameranno il tuo sito, ma se si perderanno tra le pagine senza trovare quello che cercano lo abbandoneranno immediatamente (anche se si tratta della pagina più bella del web). Attraverso il microcopy una pagina web diventa intuitiva e gli utenti riescono ad orientarsi senza mai perdere la strada. Il microcopy, quindi, si riferisce a frasi pensate per guidare l’utente, semplificare il suo percorso, creare fiducia, convincere a fare qualcosa e raccontare il brand o il prodotto. Se ti chiedi come farlo efficacemente, ecco alcune caratteristiche da tenere in considerazione: Breve e coinciso: deve contenere solo le informazioni fondamentali ed utili per raggiungere l’obiettivo, che nella maggior parte dei casi è un click o ottenere dati; Puntuale e immediato: le parole devono essere posizionate in modo da essere facilmente trovate (deve essere impossibile non vederle); Essere originale: un pulsante “invia” è in grado di stupire, far sorridere o emozionare? Per far funzionare un microcopy bisogna usare creatività e saper osare; Formattato alla perfezione: non devono esserci errori e deve seguire lo stile e la formattazione della pagina; Deve parlare agli utenti: non basta dare delle indicazioni, un microcopy deve rivolgersi all’utente aggiungendo un tocco personale e diretto. Una stringa di parole, usata nel modo giusto, può fare la differenza e portare un potenziale cliente a concludere un acquisto, continuare a leggere, iscriversi ad una newsletter, oppure abbandonare la tua pagina per un tuo concorrente. Il Microcopy è conosciuto anche come UX Writing, che rappresenta il completamento della UX Design: nonostante una grafica perfetta, se le parole non sono giuste le conversioni crolleranno. I microcopy si usano in diversi casi, di seguito abbiamo cercato di riassumere gli utilizzi più frequenti: Messaggi di conferma: un’acquisto andato a buon fine o la conferma di un'iscrizione ad una newsletter; Istruzioni per l’uso: cosa fare e come utilizzare una piattaforma, un'app o altro; Voci del menù: indicare con esattezza cosa trovare e dove; Caricamenti di pagina: messaggio che compare nelle pagine di attesa; Campi di form: indicazioni di riempimento di una scheda da compilare con i dati; Pagine con errori 404: indicare cosa fare se si apre questa pagina; Pulsanti e Call To Action: usare le parole giuste per convertire gli utenti in clienti. In tutti questi casi è di fondamentale importanza usare un testo che sia in grado di spiegare all’utente cosa sta accadendo e cosa deve fare. L’utente non si sentirà mai abbandonato, ma sarà guidato ad interagire con il sito web. Altro aspetto importante, da non sottovalutare, è l'attinenza con la grafica e le immagini. Una foto o un’immagine deve supportare il messaggio che stai comunicando. Per fare un esempio, la pagina di errore del sito di Hubspot è accompagnata da un cuore spezzato. Questa immagine, senza troppe spiegazioni, sostiene il copy, comunicandoci che la pagina non esiste. Tutto questo può sembrare facile, ma in realtà non lo è. Trovare le parole giuste può essere complicato. I microtesti sono piccoli e preziosi poiché spesso sono proprio loro i protagonisti delle decisioni che le persone prendono. Microcopy per migliorare l’usabilità e le conversioni Come abbiamo sottolineato in precedenza i microtesti possono trovarsi ovunque in un sito web. La loro creazione deve essere pensata durante lo studio dell’interfaccia utente per realizzare un prodotto omogeneo e funzionale. Ecco qualche suggerimento per migliorare l'usabilità e aumentare le conversioni con poche parole al posto giusto: Anticipa i bisogni degli utenti e elimina le loro ansie: fai dei test e verifica se nel sito ci sono dei messaggi che confondono i visitatori; Il tuo linguaggio deve essere umano, anche se usi l’intelligenza artificiale: se usi un chatbot le sue risposte devono essere il più possibile umane. Crea empatia e stimola la fiducia verso l’azienda; Crea percorsi semplici e non annoiare gli utenti: se per raggiungere il tuo obiettivo ci sono più step da fare, semplificali il più possibile con microcontenuti che invitano a proseguire; Scegli un Tone of Voice e attieniti a quello: conosci i tuoi utenti e parla il loro linguaggio; Personalizza i messaggi: l’utente che si trova sul tuo sito devi pensare che stai parlando proprio a lui. Fallo sentire unico e speciale; Associa il testo all’immagine giusta: la sinergia con l'immagine può rendere ancora più forte il messaggio. Lo scopo di un buon copy è ovviamente aumentare le conversioni, quindi spingere l’utente ad una determinata azione. Le parole devono aiutarlo a seguire il giusto percorso e a compiere l’azione che vogliamo. Per scrivere il testo giusto e ottenere risultati, occorre fare molta attenzione e conoscere bene gli utenti ai quali ci rivolgiamo. Nel web esistono microcopy che nascondono insidie, celando costi nascosti, proponendo prove gratuite che si trasformano a pagamento oppure spingendo l'utente verso iscrizioni inconsapevoli. Questo porta gli utenti ad essere diffidenti: la sfida dei microcopy è conquistare la fiducia delle persone con pochi caratteri. Esempi di microcopy Se apri per la prima volta Netflix, cosa comunica la pagina a chi non è ancora abbonato? Il messaggio è breve, diretto e conciso: senza limiti, ovunque e puoi disdire quando vuoi. Due semplici frasi che sottolineano la qualità del servizio e l’assenza di brutte sorprese. Questo è un esempio di microcopy che funziona. Uno dei segreti per realizzare microtesti efficaci è immedesimarsi negli utenti: se fossi io a navigare in quel sito cosa vorrei sapere? Cosa mi farebbe sentire sicuro? Un ruolo importante, infatti, è giocato anche dall’empatia: mettersi nei panni degli altri e comprendere i loro bisogni. Questo ci fa capire che le paroline magiche sono fondamentali quando stiamo per concludere un acquisto oppure quando siamo finiti in una pagina che non esiste più. Per misurare la validità, anche nei microcopy, si utilizzano i test A/B, che permettono di testare simultaneamente due versioni (o anche di più) di un testo per determinare quale è più efficace nel raggiungimento dell’obiettivo, anche in riferimento ai dati demografici e all’impatto a breve e lungo termine. Se hai attivo un progetto Hubspot puoi analizzare in qualsiasi momento le conversioni e il rendimento di una pagina, così da apportare le modifiche necessarie, capendo inoltre quale variante del tuo A/B test funziona meglio. Se cerchi qualche esempio di utilizzo di microcopy, di seguito ne indiremo alcuni: Far scaricare un app o vendere qualcosa (senza troppi giri di parole). Satispay va subito al sodo e dice che usare la sua app è una scelta intelligente, anche se non lo scrive fa intuire che non usarla sarebbe da stupidi; Eliminare l’ansia post acquisto, anche con ironia. Privalia, dopo la conclusione di un acquisto invia una mail spiritosa, sottolineando la scelta giusta con applausi; Call To Action semplice e diretta. “PayPal ti semplifica la vita”: questo è il messaggio che l’azienda usa per far compiere l’azione; Iscrizioni senza stress. Trello, invita a registrarsi sottolineando sin da subito che è GRATIS! Questo elimina ogni dubbio. Questi sono solo alcuni esempi, di come aziende importanti sono riuscite a catturare utenti e a rassicurarli creando una User Experience senza problemi. Per conoscere tutti i segreti per realizzare contenuti efficaci scarica l’ebook gratuito che trovi a fondo pagina e inizia a creare la tua strategia. Image by jcomp on Freepik
Uno dei passatempi preferiti degli utenti è scorrere i video Instagram, i cosiddetti Reels, per svagarsi per qualche minuto e magari farsi due risate. I Reels furono lanciati nell’agosto del 2020 e cavalcarono l’onda del successo straordinario raggiunto dai video TikTok. Alla luce della popolarità dei Reels di Instagram, anche le aziende piccole, medie o grandi hanno iniziato a rivolgere le loro attenzioni verso un contenuto nato fondamentalmente per scopi goliardici e per essere condiviso tra amici o tra i propri follower. I video di Instagram piacciono così tanto al pubblico poiché sono spontanei e creativi, al di fuori delle logiche strettamente promozionali che rischiano di essere fredde e poco coinvolgenti. Un aspetto tutt’altro da sottovalutare soprattutto in considerazione del boom dell’inbound marketing, cioè una tipologia di marketing che mira ad attirare i clienti tramite esperienze e contenuti di valore costruiti, realizzati su misura per loro. Tutto questo senza essere invasivi tramite strategie push. Se stai pensando ad un modo per modernizzare la tua azienda secondo gli attuali canoni del marketing, questa guida ai video su Instagram sicuramente saprà fornirti indicazioni e spunti molto interessanti. Cosa sono gli Instagram Reels? I Reels sono brevi video che possono essere combinati con una musica e poi condivisi nelle Stories, nel feed Esplora e nella scheda Reels del profilo utente. La durata dei video Instagram inizialmente era di 15 secondi, poi è stata estesa fino a 90 secondi. Ciò che conta però non è tanto la durata, quanto il contenuto che deve essere fresco, immediato e d’impatto, caratteristiche molto apprezzate dagli utenti moderni. Una volta creato il video puoi personalizzarlo con filtri ed effetti creativi, anche in realtà aumentata, per renderli ancora più originali e accattivanti da un punto di vista visivo. Puoi aggiungere la musica presente nella libreria o da un contenuto originale, con la possibilità di accelerare o rallentare il video per enfatizzare alcuni aspetti di un prodotto, un servizio o semplicemente di un brand. Il social predilige il caricamento di contenuti che si visualizzano a schermo interno, quindi il formato dei video Instagram ideale dovrebbe avere una dimensione di 1080 px per 1920 px con un rapporto di 9:16. Le proporzioni vengono applicate ai video verticali, mentre i video orizzontali possono essere caricati con le medesime dimensioni. Come caricare un video su Instagram Prima di addentrarci nei vantaggi che offrono i video Instagram alle aziende e conoscere le strategie da mettere in atto, analizziamo come caricarli sul social. Per prima cosa devi accedere al formato di Instagram Reels presente nella sezione Stories, toccando l’angolo in alto a sinistra della home page. Per accedere ti basta quindi aprire la telecamera Instagram Stories e trovare l’icona Reels. Per creare il tuo video devi effettuare i seguenti passaggi: Accedi alla sezione Stories dell’applicazione Instagram; Clicca su Reels. Una volta eseguite queste operazioni puoi selezionare le diverse funzioni: Aggiungere audio. Puoi cercare una canzone già presente nella tua libreria Instagram oppure, se preferisci, registrare un Reel con un brano originale a tua scelta. Se il tuo account è pubblico, gli altri utenti possono utilizzare quel brano musicale nel loro Reel; Effetti di Realtà Aumentata. Vuoi dare un tocco estroverso e ancora più accattivante al tuo video? Allora puoi scegliere uno dei tanti effetti presenti nella galleria, che possono essere realizzati da Instagram o dalla community di creatori; Allineamento. A volte un solo Reel non è sufficiente e magari ne devi creare di più per dare continuità al messaggio che intendi inviare. Basta pensare alle fashion blogger che desiderano presentare in serie diversi outfit senza perdere il filo del discorso. In questi casi puoi fare affidamento alla funzionalità Allineamento, che consente di allineare gli oggetti nelle clip precedenti prima di registrare quelle successive. Il passaggio da un video all’altro è molto più fluido e puoi dare continuità alla comunicazione; Velocità. Puoi rallentare o velocizzare i video a seconda degli aspetti che vuoi sottolineare. Per dare un maggior senso di spettacolarità puoi registrare i video in Slow Motion, oppure creare video a ritmo di musica per rendere il contenuto particolarmente dinamico e coinvolgente. Prima di caricare un video dai un’occhiata ai competitor, sia per prendere ispirazione sia per provare a differenziarti. Valuta anche quale canzone utilizzano gli altri brand e quali sono i trend del momento, così da cavalcarne l’onda. Infine puoi anche usare gli strumenti di disegno e di testo forniti da Instagram oppure aggiungere uno Sticker per un ulteriore tocco personale. I benefici dei video Instagram per la crescita dell’azienda Differenziarsi in un mercato sempre più competitivo non è facile ma i Reels rappresentano una soluzione molto efficace per emergere dalla massa ed è uno dei mezzi chiave per strategie di video marketing. Perché? Semplicemente perché i video Instagram sono goliardici e simpatici, quindi consentono di mostrare il volto umano dell’azienda che non vuole necessariamente vendere ma farsi conoscere e intrattenere gli utenti in modo divertente. Gli IG Reels sono strumenti molto utili per conoscere a fondo la tua community e capire eventualmente se e come modificare la tua strategia. Le visualizzazioni dei video Instagram, i commenti e i like sono tutte metriche fondamentali che ti forniscono utili indicazioni sulle loro prestazioni e sulla bontà delle strategie adottate. Considera che se pubblichi differenti tipologie di contenuti nella sezione Esplora aumenta la visibilità della tua pagina, soprattutto se l’algoritmo IG contrassegna il contenuto nella sezione “In primo piano”. L’aumento di visibilità si traduce in una notevole beneficio a livello di brand awareness e inoltre fa crescere la community di followers. I reel sono altresì utili per le aziende anche per fare lead generation. Essendo che un reel in evidenza è visibile ad una larga fetta di pubblico, se studiato bene e senza farlo diventare una mera pubblicità, può essere usato per rimandare l'utente su un sito o su una landing page tramite un link ad esempio nella bio. Sarà poi importante dotarsi di strumenti, come possono essere i CRM, che consentano di fare una lead generation perfetta, susseguita da strategie di nurturing. Come funziona l’algoritmo di Instagram Reels Per sfruttare al meglio i video Instagram devi conoscere il funzionamento dell’algoritmo, che opera esattamente come quello di Tik Tok. Possiamo definirlo un algoritmo “intelligente”, poiché mostra agli utenti i video di persone già seguite e con le quali interagiscono, ma anche in base alla geolocalizzazione. Tuttavia scorrendo gli utenti possono imbattersi anche in Reels di tendenza o che risultano particolarmente popolari in quel momento. Alcuni Reels possono essere contrassegnati da un’etichetta “Featured”, cioè In Primo piano, sopra la didascalia. Se il tuo Reel ottiene l’etichetta Featured riceverai una notifica che sarà poi inserita nel feed Esplora in evidenza. Questa funzione aiuta gli utenti a scoprire i contenuti originali e il tuo obiettivo è proprio ricevere l’etichetta Featured per aumentare la visibilità dei tuoi contenuti. L’algoritmo dà, l’algoritmo toglie: quali sono i contenuti premiati e quelli penalizzati? L’algoritmo è sicuramente influenzato dalle persone seguite dai followers e dai luoghi da dove interagiscono, ma svolge un ruolo ancora più importante in quanto decide chi premiare e chi invece penalizzare per garantire un’esperienza quanto più immersiva e coinvolgente possibile agli utenti. Innanzitutto vengono premiati quei video capaci di catturare l’attenzione di una fetta molto ampia di pubblico, di coinvolgere e di intrattenere. Puoi creare Reels che fanno ridere, che fanno piangere o che fanno riflettere, l’importante è che arrivino dritto al cuore degli utenti. L’algoritmo premia i video innovativi, che creano tendenze nuove e che in generale attirano molti utenti. Un maggiore engagement degli utenti significa maggiore visibilità del brand, una community che cresce e più tempo passato dall’utente sul social. Usa con saggezza i filtri, gli effetti, le musiche, gli audio e in generale tutti quegli strumenti che donano brio, vivacità e originalità ai tuoi contenuti. Il formato video verticale è in assoluto quello più consigliato poiché è facilmente fruibile sugli smartphone, che rappresentano i dispositivi più utilizzati dal popolo del web. Infine l’algoritmo crea una corsia preferenziale per quei video che hanno hashtag e descrizioni coerenti e che quindi offrono un’esperienza di navigazione ottimizzata e personalizzata per i vari utenti. L’algoritmo dà ma l’algoritmo toglie anche, soprattutto se non segui le linee guida per creare un Reel perfetto. I video devono essere nitidi e perfettamente fruibili, quindi vengono penalizzati contenuti con bordi e sfocature derivanti da una risoluzione troppo bassa. Considera che Instagram nasce fondamentalmente come social di foto, per poi evolversi in social anche di video. Non utilizzare quindi troppo testo che rischia di compromettere la visibilità dell’immagine. Alcuni brand, per risparmiare tempo e lavoro, riciclano contenuti da altre app. Una mossa sbagliata poiché viene meno il concetto di originalità, che è invece alla base dei Reels. A tal proposito rispetta le linee guida della community IG se non vuoi vedere penalizzati i tuoi contenuti e quindi la tua pagina. Conclusioni Riassumendo i capisaldi che devi tenere a mente per creare Reels di successo per la tua azienda sono 4: Creatività; Engagement; Originalità; Immediatezza. Se assolvi a questi 4 imperativi mostrerai il volto umano del brand e riuscirai a scardinare più facilmente le resistenze degli utenti che si rispecchiano nella tua azienda. Condividere i momenti ludici e goliardici con video autentici che raccontano cosa succede dietro le quinte del tuo brand è un ottimo modo per avvicinarsi agli utenti e costruire un rapporto di fiducia. Durante questo articolo abbiamo accennato del CRM come strumento che permette alle aziende di immagazzinare dati dei clienti. Menzione in questo campo va fatta per HubSpot CRM, per saperne di più ti basta scaricare il contenuto gratuito presente a fondo pagina che ti spiega quali sono le funzioni a tua disposizione nella versione gratuita del software. Image by senivpetro on Freepik
Le aziende moderne si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse tenendo presente che il cliente, il fulcro di ogni strategia, è sempre più iperstimolato e informato e risulta difficile da fidelizzare. Per prima cosa quindi è necessario essere onnipresenti e farsi trovare ovunque dai clienti, indipendentemente dai canali e dai touchpoint utilizzati. Ed è qui che entra in gioco l’omnichannel marketing, vale a dire una gestione sinergica di tutti i canali a propria disposizione. Questo è sufficiente? Naturalmente no. Non basta comparire ogni volta che il cliente lo desidera, ma è necessario offrire una customer experience omnichannel perfettamente integrata e soddisfacente, in grado di regalare un’esperienza d’acquisto piacevole e che resta impressa nella mente. Se il cliente mantiene un buon ricordo di quel brand, indipendentemente che abbia concluso o meno il suo acquisto, hai raggiunto il tuo obiettivo poiché in futuro si rivolgerà a te e con ogni probabilità acquisterà o comunque parlerà bene del tuo brand. Ogni manager omnichannel, prima di impostare la sua strategia, dovrebbe dotarsi di un apposito CRM per immagazzinare dati per avere la conoscenza perfetta della tipologia di pubblico che si interfaccia con il brand. Approfondiamo il discorso per capire meglio cos’è l’omnichannel marketing e come metterlo in pratica. Omnichannel marketing: definizione e significato L’omnichannel marketing, noto anche come omnicanalità, fa riferimento alla gestione di tutti i canali fisici e digitali a disposizione di un’azienda, che possono essere email, telefono, social, siti ecc. In pratica si tratta di tutti i touchpoint usati per entrare in contatto con gli utenti e comunicare con loro per offrire un’ottima esperienza con il brand. Per comprendere meglio questo concetto bisogna partire dal presupposto che per il consumatore non esiste più distinzione tra spazio fisico e spazio online, tant’è che oggi si parla di phygital, cioè un insieme di funzionalità che integrano il mondo fisico e quello digitale. I brand e le aziende utilizzano una molteplicità di canali per comunicare e restare in contatto con i clienti, in ogni momento e in ogni luogo. Adottare una strategia omnichannel significa quindi essere raggiungibili da qualsiasi dispositivo, ma la comunicazione deve essere comunque omogenea qualunque sia il canale usato per dare un’idea di continuità e offrire un’esperienza lineare all’utente. Questo significa che i reparti marketing, vendite e customer service devono interagire tra di loro e lavorare sinergicamente insieme per offrire un’esperienza altamente gratificante. Omnichannel vs multichannel: quali sono le differenze? Per mettere correttamente in pratica questa strategia è necessario fare una distinzione tra omnichannel e multichannel che vengono erroneamente usati come sinonimi, ma che presentano differenze significative che bisogna conoscere. Il marketing omnichannel parte dalla necessità di offrire un’esperienza d’acquisto personalizzata e piacevole per ogni cliente, qualunque sia il canale e il dispositivo utilizzato. La comunicazione deve quindi essere quanto più semplice possibile per il potenziale acquirente che deve potersi muovere liberamente da un canale all’altro senza avvertire alcuna differenza. Anche il marketing multichannel si basa su una serie di canali che possono essere i social, lo smartphone, l’email o anche la sede fisica aziendale. C’è però una differenza sostanziale: ogni canale opera indipendentemente e separatamente dagli altri con la propria strategia e i propri obiettivi, quindi non c’è una sinergia né una comunicazione interna tra di loro. L’approccio multicanale mira a diffondere i messaggi di marketing tramite il maggior numero possibile di canali, quindi è un po’ come sparare nel mucchio nel tentativo di raggiungere una quantità elevata di contatti ma non in maniera mirata. Al contrario l’approccio omnicanale prevede strategie studiate per ogni singolo canale, ma tutte legate da un sottile filo invisibile che conferisce continuità e linearità alla comunicazione. Un’altra caratteristica tipica dell’omnichannel è proprio la coerenza, poiché i clienti ricevono la stessa esperienza e la stessa comunicazione su qualsiasi canale utilizzato. Infine l’approccio multichannel considera i canali come semplici opzioni per comunicare con i clienti, mentre l’approccio omnichannel va ben oltre e sfrutta i dati raccolti per capire come migliorare la customer experience e risolvere le criticità. Per raccogliere ed elaborare la grande mole di dati derivanti dall'approccio omnicanale, è importantissimo anche aver previsto una strategia di implementazione CRM. Come mettere in pratica una strategia omnichannel? Analizziamo adesso alcuni semplici esempi di omnichannel che consentono di mettere in pratica la propria strategia omnicanale. La prima cosa da fare è stabilire degli obiettivi, che devono essere effettivamente raggiungibili e realistici. Se sei un progetto ecommerce nato da un mese non puoi pensare di raggiungere 100.000 vendite mensili o di raccogliere subito 10.000 followers sui social. Nessuno ti vieta di arrivarci, ma puoi farlo solo seguendo la politica dei piccoli passi. Poniti di volta in volta obiettivi raggiungibili per avvicinarti pian piano al risultato prefissato. Può sembrare una banalità, ma affinché la tua strategia omnicanale sia vincente devi conoscere i tuoi clienti. Individua il tuo target, scopri dove è maggiormente attivo e crea una buyer persona per capire chi sono i tuoi clienti e come personalizzare la loro esperienza d’acquisto. Una volta scoperto chi sono i tuoi buyer personas devi tracciare il cosiddetto customer journey, focalizzandoti sul percorso seguito dai clienti prima di procedere all’acquisto, sui canali usati, sugli eventuali carrelli abbandonati e in generale su tutti i dati che possono tornarti utili. Se è vero che devi farti trovare su tutti i canali, è anche vero che per il tuo tipo di business un canale può funzionare meglio di un altro. Devi quindi ottimizzare il canale o i canali maggiormente frequentati dalle tue buyer personas. Idealmente dovresti ottimizzare tutti i canali, per poi fare delle scelte mirate per capire quale implementare maggiormente. Il tuo pubblico è molto giovane? Allora punta su TikTok. Il tuo è un pubblico più adulto? Allora Instagram e Facebook sembrano essere le soluzioni migliori. I video hanno un alto potere d’impatto sui tuoi clienti? In tal caso l’alternativa migliore sembra essere Youtube. Per concludere misura sempre i risultati ottenuti per capire se hai intrapreso la strada giusta, oppure se devi cambiare qualcosa nella tua strategia per restare al passo con il tuo mercato. Vantaggi dell’omnichannel Creare un’esperienza omnichannel richiede tempo, impegno e fatica ma ne vale davvero la pena se si considerano i vantaggi conseguiti. Eccone alcuni: Maggiore soddisfazione dei clienti. I clienti possono vivere l’esperienza come preferiscono, innanzitutto poiché possono scegliere liberamente il canale che vogliono. I più tradizionalisti possono affidarsi al telefono o all’email, mentre i più giovani generalmente amano soluzioni più sbrigative come i social o le chat. La presenza fisica del tuo brand su tutti i canali rappresenta inoltre una rassicurazione per gli utenti, che hanno la percezione di poter contare su un’azienda affidabile e sempre presente. Di conseguenza si sviluppa una maggiore connessione tra cliente e aziende che si trasforma automaticamente in fidelizzazione. Risulta quindi più facile mantenere i clienti già acquisiti, ma anche conquistarne di nuovi che generalmente è un’operazione piuttosto complessa e dispendiosa; Addio alle perdite di tempo. Adottando una strategia omnichannel puoi tagliare quei tempi morti che rischiano di farti perdere clienti e denaro. I consumatori possono infatti reperire le informazioni necessarie in ogni momento e su qualsiasi canale, quindi non c’è il rischio che cerchino altrove ciò che stanno cercando. Un esempio perfetto di strategia omnichannel è il click and collect, che rende soddisfatti i tuoi utenti ed elimina perdite di tempo. Con il click and collect i consumatori possono acquistare online il prodotto che desiderano e poi ritirarlo direttamente presso un punto vendita, eliminando così anche le spese di spedizione. Inoltre se non sono soddisfatti del prodotto possono anche cambiarlo all’istante, bypassando a monte il processo di reso che allunga i tempi e rende l’esperienza poco gratificante; Maggiori conversioni. Grazie alle informazioni reperibili su diversi canali, gli utenti raccolgono molti più dati utili e sono quindi più inclini ad acquistare il prodotto. Visitando i diversi canali, che offrono informazioni omogenee e lineari, i consumatori acquisiscono un maggior senso di sicurezza e quindi vengono convertiti più facilmente in clienti fidelizzati. Consigli finali Prima di salutarci eccoti alcuni consigli che possono tornarti utili nell’applicazione delle strategie omnichannel che intendi mettere in pratica per la tua azienda. La stragrande maggioranza della popolazione italiana oggi usa gli smartphone per navigare, comunicare, cercare informazioni e anche acquistare. Assicurati quindi che ogni canale sia visualizzato correttamente su tutti i dispositivi mobile, soprattutto smartphone. Molte aziende puntano ad essere presenti su tutti i canali ma, come già accennato, è importante farsi trovare soprattutto sui canali dove è maggiormente attivo il tuo target di pubblico. In questo modo potenzi i tuoi punti di forza e ottimizzi le tue risorse. Se hai un punto vendita fisico non trascurarlo, anzi integralo con l’online per offrire ai tuoi clienti un’esperienza gratificante a 360° e aumentare il loro livello di soddisfazione. Qualunque sia la strategia che hai deciso di adottare, può darti una grande mano HubSpot, capace di attrarre visitatori sul tuo sito, convertirli in lead e segmentarli al fine di costruire relazioni prolungate e durature nel tempo ma, soprattutto, anche di integrare numerosi touchpoints del customer journey del cliente. Tutto ciò porta, a chi fa una campagna marketing, la conoscenza del cliente completa con la possibilità di programmare strategie ad hoc in ogni canale in cui è presente il lead. Alla fine dell’articolo troverai un link dove poter scaricare gratuitamente un eBook dedicato all'omnicanalità. Questa risorsa ti darà le linee guida per attuare una strategia di omnicanalità, facendo capire al lettore l'importanza del dato e della sua integrazione tra mondo online e offline. Image by creativeart on Freepik
Pensi che il tempo è relativo? Vallo a dire ad un atleta che per un decimo di secondo ha perso la medaglia d’oro, oppure ad un papà che dopo un mese di lavoro fuori deve aspettare altre 2 ore prima di vedere i suoi figli per un ritardo dell’aereo. Questa premessa serve per introdurre il concetto di micro momento, cioè istanti nel corso della giornata tutt’altro che relativi in cui un utente manifesta un desiderio, un bisogno o uno sfizio che può essere soddisfatto con una consultazione online. Secondo le nuove direttive di Google le aziende devono saper intercettare i micro momenti dei loro potenziali clienti per accrescere il loro business. In pratica i micro momenti, a seconda della loro gestione e analisi, possono determinare il successo o l’insuccesso di un’azienda. I micro momenti Google, che sono tutt’altro relativi, prevedono che i marketer debbano intercettare e presidiare tutti i potenziali punti di contatto durante il processo decisionale dell’utente, il cosiddetto buyer’s journey, in ogni istante della giornata. Un altro aspetto da sottolineare è che i momenti web trovano il loro massimo “sfogo” sugli smartphone, in assoluto tra i device preferiti dalla cosiddetta Generazione C, fascia di pubblico perennemente connessa, sempre pronta all’acquisto e al contatto con un nuovo brand. Perché i web moment sono così importanti nell’ambito del marketing? Oggi viviamo in un mercato sempre più saturo e competitivo, dove è davvero complicato emergere. Ecco quindi che la cura dei dettagli fa la differenza, come ad esempio la corretta gestione dei micro momenti che cambiano completamente le carte in gioco. Fino a poco tempo fa gli utenti, per soddisfare un bisogno o una necessità, puntavano ad occhi chiusi su brand rinomati e conosciuti. Sicuramente oggi la tendenza è quella di fidarsi di marchi già affermati, ma sono sempre di più gli utenti che danno delle chance ad aziende meno rinomate che però hanno ottime recensioni e che si presentano con grande professionalità agli occhi dei consumatori. Proprio quei momenti devono essere “cavalcati” per raggiungere subito gli utenti che, essendo molto volubili a causa delle molteplici offerte disponibili in un mercato così ampio e voluminoso, devono essere immediatamente intercettati e conquistati quando hanno bisogno di qualcosa. Il marketing del micro momento assume quindi un ruolo fondamentale, poiché rappresenta un cambio di prospettiva che impone ai marketer di adottare strategie diversificate di volta in volta a seconda delle necessità e delle richieste del pubblico. Nell’analisi di micro moments è opportuno sapere che gli intervalli dell’attenzione delle persone sono brevi, quindi non solo devi arrivare al target di pubblico giusto ma farlo anche nel momento più opportuno e con un messaggio mirato e di facile comprensione. Questo è il punto principale dell’inbound marketing, cioè un approccio al marketing che mira ad attrarre i clienti fornendo loro del valore, senza adottare strategie push. I contenuti proposti ai potenziali clienti devono per l’appunto generare valore per gli utenti, fornendo loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno per indirizzare le loro scelte. I 4 micro momenti indicati da Google Per spiegare meglio questo concetto Google ha creato un video denominato “Micro Moments”, dove viene sottolineata l’importanza degli attimi che possono riguardare episodi nella vita quotidiana oppure eventi speciali come la nascita di un figlio o il goal della propria squadra del cuore in una finale. Prendendo come esempio proprio un micro momento indicato nel video, cosa farà una ragazza se l’asciugacapelli si rompe proprio mentre sta asciugando la sua fluente chioma? Sicuramente si metterà alla ricerca immediata di un asciugacapelli e non rimanderà l’acquisto di un giorno, una settimana o un mese proprio perché ne ha urgentemente bisogno. Ecco, se tu vendi prodotti per la beauty routine come appunto un asciugacapelli devi essere bravo a farti trovare da quella ragazza e offrire esattamente quello che sta cercando. Per chiarire il concetto Google ha individuato 4 tipi di micro momenti: Voglio sapere; Voglio andare; Voglio acquistare; Voglio fare. Voglio sapere L’utente è in una fase esplorativa: non necessariamente vuole acquistare, ma desidera comunque raccogliere ulteriori informazioni su un prodotto o un servizio che potenzialmente potrebbe interessargli. Quando può manifestarsi questo micro momento? In qualsiasi attimo della giornata: la mattina, il pomeriggio o la sera. Basta vedere uno spot pubblicitario o chiacchierare con un amico per innescare in lui il desiderio di approfondire la conoscenza su un argomento e quindi, teoricamente, su un prodotto o un servizio. Quella che nasce come una semplice curiosità potrebbe trasformarsi da lì a poco in un acquisto. In questo senso può essere utile avere un blog su un sito creato con Hubspot CMS, in modo da coniugare contenuto da offrire all'utente e un livello elevato di user experience. Voglio andare Questo micro momento rientra nella cosiddetta ricerca di prossimità e indica un’intenzione più marcata di acquisto dell’utente che magari vuole recarsi in un negozio o magari in un locale per mangiare. Se riesci a intercettare l’utente in questo momento, che è particolarmente predisposto all’acquisto, aumenterai le tue possibilità di essere preso in considerazione. Funzione utile in questo caso è quella di Shopify, con cui hai la possibilità di integrare i tuoi prodotti con l'inventario locale di Google. Questa funzionalità rende visualizzabili, una volta che l'utente ricerca un prodotto o un brand nelle vicinanze, i tuoi prodotti tra i risultati di Google. Importante è da sottolineare anche che un prodotto disponibile nel negozio fisico viene evidenziato incentivando la visita dell'utente nello store. Voglio acquistare Se il “voglio andare” è un desiderio già piuttosto evidente di comprare, il “voglio acquistare” rappresenta una certezza di comprare. In questi casi devi solo assecondare la voglia di acquistare dell’utente facendo la proposta migliore e utilizzando la comunicazione più adeguata. Voglio fare Gli utenti non sempre fanno ricerche per acquistare, ma anche per cercare informazioni utili a risolvere i loro problemi o per imparare come fare, i cosiddetti “how to moments”. Non sai in che fase del funnel si trova il tuo potenziale utente né se ha bisogno di acquistare, ma è comunque importante farti trovare per fornire utili informazioni e dare risposte alle sue domande. L’utente potrebbe trovare interessante il tuo tutorial e iniziare a seguirti, fino ad acquistare sul tuo negozio e diventare un cliente fidelizzato. Le 5 W di Google Puoi commercializzare i micro momenti concentrandoti su quelle che nel giornalismo sono conosciute come le 5 W: Who: capire chi è il tuo target di pubblico; What: le persone cercano le stesse cose, ma magari lo fanno in modo diverso; Where: dove cercano le persone e in quale aree vanno in un sito web durante le loro ricerche; When: quando le persone fanno le loro ricerche, domanda che può comprendere il mese, il giorno della settimana o l’ora del giorno; Why: un utente potrebbe chiedersi perché dovrebbe spendere presso un e-shop o un locale piuttosto che in un altro. Andando più nello specifico delle 5 W, il “chi” può aiutare a reperire i dati demografici del proprio target di pubblico, le loro esigenze e le abitudini d’acquisto; il “cosa” aiuta a capire per l’appunto cos’è che stanno cercando in quel determinato frangente; il “dove” individua il momento in cui si vuole andare da qualche parte specifica; il “quando” indica il momento preciso di un micro momento, che può essere un periodo dell’anno, un momento specifico della giornata, un giorno della settimana ecc. Dalla valutazione di queste 4 W diventa più facile capire il “perché” e quindi creare una campagna capace di indirizzare per mano il potenziale cliente verso il proprio brand, rispondendo a dubbi e domande e fornendo tutte le informazioni necessarie per risolvere un problema. Le strategie per sfruttare i micro momenti Ora sai tutto dei micro momenti, ma come impostare la tua strategia per conquistare i potenziali clienti? Naturalmente devi valutare il tuo target di pubblico e il mercato in cui operi, ma ci sono delle tecniche universalmente valide per tutte le tipologie di business. Tanto per iniziare dovresti capire quali sono i micro momenti che vuoi intercettare. Sarebbe preferibile intercettarli tutti, ma chiaramente non è possibile, quindi devi individuare quelli che contano per te e per la tua azienda e che davvero possono fare la differenza per il tuo business. Se ad esempio hai un ristorante, dovresti concentrarti sul “voglio andare”; se invece hai un’azienda e vendi prodotti i momenti sui quali concentrarti sono il “voglio sapere” e il “voglio fare”. Esserci per gli utenti è importante, ma lo è ancora di più esserci in modo intelligente e consapevole. Più nello specifico devi capire come rispondere efficacemente alle domande che gli utenti si pongono. Le tue risposte devono essere per prima cosa pertinenti, ma non basta. Anche i tuoi competitor infatti proveranno a rispondere in modo pertinente alle domande di quel target di pubblico. Cosa fare allora? Per creare contenuti vincenti affidati alla creatività e all’empatia, creando un rapporto diretto con gli utenti e offrendo soluzioni differenti capaci di esaudire ogni desiderio tramite una user experience piacevole. Infine ricordati di tracciare e monitorare il percorso degli utenti e misurare i risultati ottenuti con le varie strategie di micro moments secondo gli obiettivi che ti sei prefissato. Così facendo puoi trarre utili spunti non solo sull’efficacia delle strategie adottate, ma anche sull’evoluzione dei bisogni dei tuoi momenti. In questo senso è molto utile Hubspot CRM, che ti permette di monitorare i risultati delle tue campagne e di pianificare le fasi successive della tua strategia di marketing. Considerazioni finali Lo slogan ideale delle strategie di micro moments è “carpe diem”, detto latino che significa “cogli l’attimo” e che ancora oggi è più attuale che mai. Tale strategia va inserita nell’ottica dell’inbound marketing che attrae i clienti con contenuti di valore e, se vuoi saperne di più, ti consiglio di scaricare l’ebook gratuito a fondo pagina per padroneggiare alla perfezione questa particolare tecnica. Image by mdjaff on Freepik
I social e la Digital Transformation hanno cambiato il modo di approcciarsi agli utenti, oggi i contenuti sono diventati i protagonisti delle interazioni. I nuovi followers e clienti devono essere catturati attraverso le piattaforme digitali e con contenuti che fanno da calamita. In questo contesto è nata la figura del Digital Content Creator: uno specialista dei canali di comunicazione web. In quest’articolo ti sveleremo nel dettaglio cosa fa il Digital Content Creator e per quale motivo tutte le aziende devono avere questa figura nello staff. Il Content creator si occupa principalmente di sviluppo, creazione e messa a punto di contenuti che si trovano su varie piattaforme: siti web aziendali, blog, social media, e qualsiasi altro progetto web. Quindi il Content Creator è solo la persona che scrive? In realtà non è così. Relegare la figura del Web Content Creator ad un semplice copy del Web è riduttivo. Le sue competenze non riguardano solo creare contenuti originali, scrivere in maniera corretta e ideare frasi accattivanti per una landing page. Il suo lavoro si basa sulla costruzione di una strategia che può pregiudicare il successo dell’intero business. Se vuoi sapere come si costruisce la strategia dei contenuti vincenti, continua a leggere l’articolo, e scoprirai cosa fare e soprattutto cosa non fare. Digital content creator cos’è: Basta entrare nel web per trovare una miriade di corsi, tenuti da professionisti del settore, per chi ambisce a diventare Digital Content Creator. L’importanza dei contenuti è stata sottolineata dai più grandi, come il fondatore di Microsoft, Bill Gates che nel 1996 in un suo saggio usò la frase Content is king. Gates descrive il futuro di Internet come un mercato per i contenuti. In effetti, la centralità del contenuto digitale nella comunicazione e nella costruzione di un rapporto tra azienda e clienti è ormai accertata, poiché è il modo con cui l’impresa comunica con il suo pubblico. Negli ultimi anni, il mondo dell’inbound marketing ha fatto nascere nuove figure professionali, sempre più indispensabili. Il content creator è una di queste ed è fondamentale per la comunicazione dei brand. Per spiegare bene cosa sia il digital content creator bisogna partire da cosa vuol dire “saper scrivere per il web”. Produrre buoni contenuti per il web significa scrivere testi che siano accessibili a tutti e abbiano un linguaggio attraente, chiaro e più efficace possibile. Quali sono le caratteristiche di un buon DIgital Content Creator: Creatività e capacità di sperimentare nuove idee; Capire quando caricare un contenuto piuttosto che un altro; Conoscere il pubblico da colpire; Sviluppare contenuti attuali e saper narrare un contenuto per coinvolgere e attirare l’attenzione; Saper utilizzare le tecniche SEO per essere tra i primi risultati nei motori di ricerca. In definitiva il content creator è la mente creativa che struttura i progetti di comunicazione per il web. Con Digital Content Creator, si comprendono tutte le professionalità che scrivono contenuti online: blog, siti web, pagine linkedin e altri social, ma anche quelle che producono video per YouTube, Twitch e Tik Tok. Quindi tra i Content Creator possiamo annoverare: I content writer, come blogger o copywriter; Chi produce video per YouTube, Twitch, Tik Tok, o video editor; I professionisti di Instagram, Twitter o altri social come Snapchat; Chi cura i contenuti di pagine e gruppi Facebook o LinkedIn, o per siti web; Ipodcaster o audio editor. Il contenuto creato ha l’obiettivo di raggiungere e stabilire delle relazioni con i clienti/utenti durante il loro customer journey. Come sapere se un contenuto ha raggiunto l’obiettivo? Il riscontro positivo è testimoniato dall'ottenimento di lead, dalla fidelizzazione dei clienti e l’aumento di visualizzazioni ai contenuti creati. Come diventare content creator e perché è una figura indispensabile La figura del social media content creator o del Digital Content Creator è diventata fondamentale per le aziende di tutti i settori (anche non digitali). Senza contenuti di qualità un brand non è possibile attuare strategie di inbound marketing, compromettendo anche le strategie di lead generation eventualmente pianificate. Un sito web o una pagina social rappresentano il biglietto da visita di un’azienda e il luogo dove gli utenti cercano informazioni per capire se acquistare o meno il prodotto/servizio. Ovviamente un ruolo così importante richiede una formazione impegnativa che possa fornire delle competenze specifiche. Ecco cosa deve necessariamente conoscere un Digital Content Creator: Conoscere il mondo del marketing e della comunicazione; Utilizzare i principali software e strumenti informatici, tra cui i CRM; Conoscere in maniera approfondita i vari canali e piattaforme social, in modo da scegliere il formato e il tipo di contenuto più adatto in base alla piattaforma utilizzata; Avere competenze SEO, i contenuti accattivanti valgono per gli utenti, ma anche per Google; Doti di scrittura creativa; Propensione alla sperimentazione e curiosità verso diverse tematiche; Sapersi adattare allo stile comunicativo e agli obiettivi posti dall’azienda; Conoscere il target di riferimento e saper approcciarsi ai clienti, anche se in modo virtuale. Essere Content creator non si impara sui libri di scuola, ma occorre tanta pratica e voglia di mettersi in giorno realizzando contenuti. 7 punti per creare la tua strategia di contenuti Nei progetti vincenti nulla è casuale, ma esistono degli step da seguire per realizzare una strategia di successo di creazione di contenuti. In realtà non esiste una regola fissa, perché i prodotti sul mercato sono molto diversi tra loro e di conseguenza è diverso anche il target di riferimento e il modo di comunicare. Un content creator dovrà creare la propria strategia che vale per il suo prodotto e per il suo pubblico. Detto questo, ci sono delle fasi imprescindibili che un Content Creator deve seguire, per costruire il suo progetto digitale. Definire gli obiettivi da raggiungere: Ogni content strategy ha un traguardo e tutte le azioni di marketing devono mirare allo stesso fine, compresi i contenuti. Per fare qualche esempio i contenuti possono riguardare: l’awareness, l’engagement del consumatore, la lead generation, la credibilità o la fidelizzazione. Individuare il proprio pubblico: La costruzione delle buyer persona è il primo passo per individuare il proprio target e conoscere i suoi bisogni. Ideazione dei contenuti da pubblicare per i diversi canali: La comunicazione con il pubblico può avvenire in diversi modi: newsletters, post sui social, infografica, webinar, articoli blog, landing page. Una volta individuate le tematiche e i canali per veicolare i messaggi si passa alla pianificazione attraverso un Piano Editoriale. I risultati derivanti dalla pubblicazione dei contenuti, in termini di lead generation, possono essere raccolti all'interno del tuo progetto Crm, capendo così sia la provenienza dei nuovi contatti sia quali contenuti hanno avuto una performance migliore delle altre. Produzione dei contenuti: Ecco il vero significato del content creator: la creazione dei contenuti. In questa fase occorre tener presente le regole SEO e mettere in pratica tutta la propria creatività. Diffusione e condivisione dei contenuti: Pubblicazione dei contenuti creati per i diversi canali, organizzandoli, se necessario, con i media giusti. Analisi delle performance: Report e controllo dei risultati ottenuti. Questa fase ha l’obiettivo di misurare in che modo i consumatori hanno interagito con i contenuti del brand e se questo ha impattato positivamente sul customer journey. Ottimizzazione o conferma della strategia: Se i risultati non sono stati ottimali, si correggono eventuali azioni. L’ideale è intervenire in tempo reale per essere più efficaci ed efficienti rispetto agli obiettivi aziendali. Social media content creator: cosa pubblicare sui social Qual è la prima cosa che noti sui canali social e che ti spinge a seguire un’azienda? Quello che pubblica sui social! Curare i contenuti delle proprie pagine social è diventato fondamentale: tutto quello che un utente vede online può condizionare il processo d’acquisto. In base a cosa pubblichi, un utente può scegliere di acquistare o abbandonarti per sempre. Che si tratti di un annuncio sponsorizzato su Facebook o di un post sul blog aziendale, i contenuti devono essere in grado di attirare i visitatori e trasformarli in fedeli followers, oltre che in potenziali clienti che acquisteranno i tuoi prodotti e servizi. Attraverso i tuoi canali social gli utenti devono vivere un’esperienza memorabile, per questo, oggi, è sempre più fondamentale la figura del content creator: una persona, o un team, in grado di occuparsi dei contenuti della tua azienda dalla A alla Z. Senza i giusti contenuti la tua strategia comunicativa è destinata a fallire inesorabilmente. Se vuoi sapere come realizzare una strategia di contenuti da urlo, scarica l’ebook gratis e inizia a produrre contenuti efficaci. 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Rispetto al passato le relazioni con i clienti si sono evolute: si parla, si acquista e si fanno resi tramite app, chat o sito web. Il Digital ormai è la parola d’ordine per facilitare il rapporto con i clienti, per questo si è affermato il Digital Customer Experience. Partiamo subito con il capire di cosa si tratta. Secondo la definizione di Meyer e Schwager del 2007 in Understanding Customer Experience, quest’ultima è “la reazione interiore e soggettiva del cliente di fronte a qualsiasi contatto diretto o indiretto con un’impresa”. Con Customer Experience si intende il modo in cui l'azienda interagisce con i clienti nelle varie fasi del processo d’acquisto e come gli utenti percepiscono l’azienda dopo averci interagito. Unendo la parola Digital a Customer Experience, si aggiunge l’attenzione a tutti i canali digitali attraverso i quali il customer journey si snoda, vale a dire il percorso che ogni consumatore compie dal momento in cui si interessa ad un prodotto o ad un servizio fino a quando si relazionerà con i servizi post vendita. Questo percorso è fondamentale per un’azienda e può essere la discriminante tra successo o fallimento. Se i clienti avranno un’esperienza positiva daranno il via ad un circolo virtuoso in termini di passaparola e si trasformeranno in brand ambassador per l’azienda. Al contrario se l’esperienza è negativa, non solo non consiglieranno il prodotto, ma scoraggeranno gli altri ad acquistarlo, facendo una pessima pubblicità. Da questo si evince che il segreto per un inbound marketing che funzioni e che generi nuovi contatti è una Customer Experience su misura, cucita sul cliente. Vediamo come creare una Customer Experience Digitale che coinvolga i clienti risolvendo in breve tempo i loro problemi e che li faccia sentire unici. Le regole d'oro per una Customer experience di successo La rivoluzione digitale ha portato un ribaltamento di prospettiva: l’attività di marketing è passata da essere orientata al prodotto ad essere orientata al cliente. La Customer Experience è soddisfacente quanto il customer journey, vale a dire il percorso dell’utente che porta all’acquisto di un prodotto o un servizio, risulta un’esperienza piacevole e priva di complicazioni (per il cliente). Il percorso del cliente si divide in cinque tappe, ognuna deve essere curata attentamente per ottenere la soddisfazione del cliente. Le tappe del customer journey sono: Awareness: il cliente deve venire a conoscenza del tuo prodotto; Familiarity: il prodotto diviene familiare e quindi riconoscibile; Consideration: valutazione all’acquisto e ricerca delle informazioni; Purchase: il cliente acquista il prodotto; Loyalty: il cliente diventa fedele al brand. In questo percorso del cliente l’utilizzo del digitale consente di attivare un rapporto diretto, tramite il sito, app, chatbot e altre tecnologie. Inoltre, i clienti, sono ormai abituati ad avere prodotti personalizzati, che vengono proposti a seconda dei loro gusti. Le aziende, quindi, devono essere in grado di muoversi in questo mondo digitale e consumer centric. Questo si traduce nella consapevolezza che tutte le interazioni, fisiche o virtuali, concorrono a creare un’esperienza unica, che porterà ad un rapporto stabile e continuo. Per questo tutte le strategie di vendita e di promozione dovranno mettere al primo posto cosa pensa il cliente e di cosa ha bisogno. Come abbiamo detto, gli strumenti al servizio della Customer Experience sono vari, dai chatbot a tutta la gestione con il crm ma, nonostante le loro grandi potenzialità, bisogna saperli usare nel modo giusto per farli funzionare al meglio. Ecco alcuni consigli per migliorare la Digital Customer Experience: 1. Dare solo informazioni chiare e puntuali Gli utenti che usano le nuove tecnologie vogliono ricevere informazioni precise in maniera rapida. Insomma, non amano perdere tempo, e si aspettano che tu capisca esattamente il loro problema. Per elaborare risposte adeguate occorre monitorare i comportamenti degli utenti online e personalizzare la loro esperienza. 2. Essere omnicanale I consumatori possono effettuare acquisti da casa, per strada o in ufficio da pc, tablet, smartphone ecc. Il percorso dei clienti varia da soggetto a soggetto e da momento a momento. Per questo un’azienda deve dotarsi degli strumenti giusti e formare il suo team di assistenza clienti per essere pronto a rispondere alle domande dei consumatori su tutti i canali disponibili. 3. Usare il giusto linguaggio di comunicazione a seconda del canale Ogni piattaforma digitale ha modalità comunicative diverse, è importante per ciascuna di esse sapere veicolare i messaggi nel modo corretto. Gli stili comunicativi dell’azienda devono essere uniformi, ma bisogna considerare che ogni canale avrà un target diverso e bisogna saper parlare la loro lingua. 4. Risolvere i problemi in modalità self-service Se un sito web di un’azienda possiede una buona knowledge base, nella quale sono raccolte domande frequenti, articoli, video, guide, schede tecniche, i clienti sono in grado di risolvere da soli problemi semplici, ricevendo una risposta rapida e pertinente ai loro bisogni. Il cliente si rivolge all’assistenza solo in caso di problematiche più complesse, riducendo in questo modo le attività time consuming. 5. Regalare esperienze uniche I clienti sono sempre più esigenti e pretendono un servizio plasmato e tarato sulle loro necessità. Questa esigenza non riguarda solo la fase di acquisto, ma anche il supporto di pre e post vendita. Durante tutto il processo di acquisto i consumatori si aspettano un servizio di supporto perfetto. 6. Arrivare prima dei clienti Un atteggiamento proattivo che mira a risolvere esigenze specifiche rappresenta un ulteriore salto in avanti per la qualità dell’offerta aziendale e del rapporto cliente-azienda. Intelligenza artificiale e machine learning sono in grado di fornire azioni automatiche mirate a soddisfare le aspettative dei clienti. Questo permette di evolvere e rispondere a più richieste durante tutto il percorso del cliente, rapidamente e soprattutto in tempo reale. Gli strumenti tecnologici per una buona Customer Experience Gli utenti ricercano una risposta immediata per i loro problemi, anzi il più delle volte si aspettano che le aziende già conoscano i loro problemi. Questa sfida di velocità viene affidata ai chatbot e voicebot, strumenti basati sull’intelligenza artificiale. I chatbot sono software informatici programmati per comunicare e interagire con gli esseri umani. I più recenti progressi in tecnologia e intelligenza artificiale hanno consentito ai chatbot di essere scambiati per esseri umani. I chatbot sono in grado di rispondere in modo coerente, comprendere il linguaggio umano e il testo e dare risposta in modo appropriato. Per questo motivo sono molto utilizzati nel settore del servizio clienti. I chatbot sono in grado di assistere immediatamente i clienti e ridurre il numero di tickets che gli operatori del servizio clienti devono sbrigare. Inoltre, possono anche migliorare l’esperienza di servizio coinvolgendo costantemente i clienti e avviando una conversazione. Tuttavia, questo non è l’unico uso possibile dei chatbot di intelligenza artificiale. Questi strumenti, infatti, possono anche aiutare ad analizzare le richieste dei clienti e raccogliere dati. Le aziende ottengono molte informazioni dalle metriche fornite dai chatbot. Inoltre, se si desidera fornire servizio clienti 24/7, allora questi chatbot rappresentano una buona opzione poco costosa. Fa parte del macrocosmo dell’intelligenza artificiale anche la sentiment analysis, che analizzando le conversazioni comprende l’approccio emotivo del cliente rispetto al brand e permette ulteriori indagini, come previsioni di comportamenti futuri. Nel caso avessi iniziato un progetto Hubspot, puoi prevedere anticipatamente la presenza dei chatbot, facilitando quelli che sono le interazioni tra utente e azienda. Come si misura la Customer Experience Se “il cliente ha sempre ragione”, è ormai una frase vecchia ed obsoleta, è pur vero che i feedback dei clienti hanno un grandissimo peso nella credibilità di un marchio. Fino a qualche anno fa la customer experience era importante solo per le grandi aziende, ma oggi in un mercato sempre più competitivo diventa un aspetto fondamentale anche per piccole e medie imprese. Un misuratore della customer experience non esiste, ma sono disponibili vari mezzi e tecnologie per capire se l’attività sta andando nella direzione giusta o la strategia sta fallendo. La prima regola è dotarsi di sistemi digitali che raccolgono le informazioni ed i dati, così da poterli analizzare e adottare le giuste contromisure e strategie. La condivisione dei dati raccolti tramite tecnologie permette alle piccole e medie imprese di migliorare i servizi offerti. In un mondo così interconnesso aumenta esponenzialmente la quantità di dati, che devono essere analizzati per aumentare la propria competitività. Realizzare un sito con Hubspot CMS permette di creare siti ad alta Customer experience, con la possibilità di raccogliere tutti i dati in un CRM con la possibilità di accedere a preziosi insights. Se vuoi conoscere di più a riguardo dell'inbound marketing e come Hubspot può aiutarti a creare una customer digital experience unica per riuscire a fidelizzare i tuoi contatti, scarica il nostro ebook gratuito. Image by rawpixel.com on Freepik
Viviamo in un mondo dominato dalla tecnologia, su cui si basano tutte le aziende indipendentemente dal settore in cui operano. In tale contesto c’è stata una vera commistione tra marketing e digitale, che camminano di pari passo e non possono fare a meno l’uno dell’altro, tant’è vero che si parla di Tech Marketing, MarTech o Marketing Technology. Questa nuova tendenza può essere chiamata in vari modi, ma l’obiettivo finale è uno solo: sfruttare i canali digitali e velocizzare i processi di digital marketing per intercettare le nuove esigenze dei clienti, facendo un uso corretto delle tecnologie a disposizione. La maggior parte delle interazioni tra azienda e cliente avviene online, dove confluiscono e vengono scambiati una serie di dati che contengono informazioni preziosissime. L’utilizzo di un adeguato CRM, che raccoglie e “traduce” i dati in informazioni e rafforza le relazioni tra clienti e aziende, supportato da valide strategie di marketing technology rende il business molto più fluido e veloce, come impone il mercato attuale. Cos’è la marketing technology? La marketing technology è quell’insieme di tecnologie usate nel marketing digitale ma anche per ottimizzare i canali di marketing offline. Il settore ha iniziato a svilupparsi dal 2011 e negli ultimi anni ha fatto passi da gigante. Il MarTech ha raccolto grande consenso tra le aziende poiché rende tutte le organizzazioni interne più efficaci e più efficienti. Nello specifico ha portato a tre importanti benefici: Le laboriose attività di marketing, che fino a pochi anni fa venivano svolte manualmente dall'uomo richiedendo un enorme dispendio in termini di risorse umane e di tempo, oggi vengono automatizzate. In pratica l’azienda ottiene di più ma investendo di meno; La tecnologia di marketing può fornire informazioni preziose sul ROI, dando quindi utili indicazioni per gestire e investire le risorse economiche in modo oculato. Una volta identificato il ROI, puoi decidere se aumentare o ridurre i tuoi investimenti massimizzando così i costi; La MarTech aiuta i team di marketing ad essere più efficaci nell’acquisizione e nella fidelizzazione dei clienti, un vantaggio non da poco in un’epoca dove la strategia sovrana è l’inbound marketing. In generale il Tech Marketing, tramite l’utilizzo di strumenti specifici, aiuta a progettare, creare e ottimizzare campagne di marketing sfruttando diversi canali e garantendo una customer experience piacevole e personalizzata secondo le preferenze dei vari clienti. Le strategie MarTech inizialmente sono nate proprio per profilare meglio i clienti fidelizzati, ma col tempo sono state impiegate e sfruttate in altri ambiti come il monitoraggio dei commenti social, delle interazioni con i chatbot o la lettura di un’email. Quali sono gli strumenti utilizzati nella Marketing Technology? Per sfruttare al massimo i benefici della Marketing Technology per prima cosa è opportuno scegliere un ottimo CRM per gestire le relazioni con i clienti e sfruttare alla perfezione i dati a disposizione. In tale ottica HubSpot CRM è uno dei migliori alleati per consolidare i rapporti con i clienti sia nell’ambito del B2B che del B2C. Naturalmente bisogna conoscere anche gli strumenti a disposizione per sfruttarne nel modo giusto tutte le potenzialità. Ecco un elenco delle tecnologie più diffuse per snellire e velocizzare i tuoi processi: Advertising. Il MarTech in ambito pubblicitario ti dà la possibilità di accedere ad una fetta di pubblico che altrimenti resterebbe fuori dalla tua portata. Utilizzando specifici strumenti, come quelli della mobile marketing technology, puoi promuovere prodotti o servizi sfruttando i dispositivi mobile. In questo modo i clienti in target accedono a contenuti personalizzati, ma anche contestualizzati nel tempo e nello spazio. Le tue promozioni risultano così estremamente mirate e aumentano in modo significativo il tasso di conversione. Puoi sfruttare gli annunci di ricerca tramite Google, gli annunci di remarketing tramite Facebook o ancora ricerche di lavoro su LinkedIn; Analytics. Gli strumenti di web analytics, marketing analytics, customer intelligence e gestione dei dati dei clienti sono la pietra angolare del tuo team di marketing. Oltre a reperire dati preziosi, con questi strumenti puoi ottenere analisi approfondite sulle prestazioni dei contenuti e sull’andamento del ROI; Gestione dei contenuti. Per gestire al meglio le campagne di content marketing e videomarketing o le strategie di remarketing e retargeting hai bisogno di software specifici che consentano di fare arrivare tali contenuti alle persone giuste ed entro i tempi stabiliti. I marketer producono contenuti ben studiati per vendere i loro beni e servizi ma, se non vengono distribuiti tempestivamente, sono tutte risorse che vanno in fumo. Per ottenere un valore aggiunto dai contenuti brandizzati è di fondamentale importanza gestire efficacemente le risorse digitali a propria disposizione; CRM. Pianificare un progetto CRM efficace e ben strutturato aiuta a generare ulteriore valore dalla base clienti già esistente, così da aumentare il ROI delle attività di acquisizione. Il CRM migliore va scelto a seconda del numero dei tuoi clienti e della tipologia di business; social media. Il mondo dei social è talmente ampio e variegato che, per sfruttarne tutti i vantaggi, devi necessariamente usare soluzioni specifiche di social media marketing. CRM, chat, webinar e meeting sono alcuni degli strumenti messi a disposizione delle aziende; email marketing. Un altro strumento da non sottovalutare, che invece tende ad essere snobbato, è l’email marketing. L’email è un modo assolutamente efficace per raggiungere i clienti, che mediamente controllano la loro posta elettronica almeno una o due volte al giorno. Basta quindi usare i giusti strumenti che consentono di automatizzare l’invio dei messaggi di posta elettronica, così da avviare efficaci strategie di email marketing. Quali sono i vantaggi? Sfruttando le tecnologie e le strategie messe a disposizione dalla marketing technology, i commercianti online ottengono una serie di benefici tangibili a partire da una migliore comunicazione con i clienti. Marketing prima di tutto significa comunicazione, che risulta estremamente personalizzata anche perché veicolata tramite le piattaforme e i canali preferiti dallo stesso target di pubblico. Sempre in tale ottica è possibile mettere in atto una strategia di marketing omnichannel, in grado di toccare e presidiare tutti i touch point della comunicazione ma anche della stessa vendita. Tramite un’adeguata strategia di technology marketing research, cioè una ricerca di mercato finalizzata a raccogliere le informazioni sugli aggiornamenti delle strategie di marketing, i commercianti online possono adottare le decisioni più adeguate secondo gli obiettivi che intendono perseguire. Le ricerche di mercato servono anche per reperire informazioni preziose sui clienti e sui lead, monitorando costantemente il loro customer journey per valutare comportamenti, preferenze e criticità durante i vari step. Con l’aumento dei clienti e il perfezionamento delle strategie di vendita, come il cross-selling e l’up-selling, cresce significativamente anche il fatturato. Più risorse hai a disposizione e più sono gli investimenti che puoi fare per migliorare e modernizzare la tua attività. Le attività di Marketing Technology ti consentono di migliorare il ROI, quindi anche se hai un budget limitato puoi ottenere il massimo dalle risorse a disposizione senza investimenti inutili. I tuoi team di marketing e di vendita riescono a lavorare in perfetta sinergia, potendo contare su informazioni dettagliate e sempre aggiornate e trovando strategie comuni. Quali cambiamenti ha apportato l’ingresso della Marketing Technology nella vita aziendale? La Marketing Technology ha apportato numerosi cambiamenti all’interno della vita aziendale, a partire dall’ottimizzazione e dell’automatizzazione di diverse attività che, altrimenti, sarebbero state poco performanti. Tutti i team possono così migliorare il loro approccio data-driven, cioè un utilizzo intelligente dei dati raccolti per poi adottare le decisioni strategiche più in linea con le risorse e i mezzi a disposizione e gli obiettivi da conseguire. Viene così consolidata la crescita dell’azienda, che può costruire relazioni durature con i suoi clienti e mantenerle nel corso del tempo. In tale ottica il MarTech contribuisce a formare aziende data-driven, che cioè considerano la gestione dei dati non un semplice fattore tecnico, ma un pilastro fondante e strategico della loro intera attività. Con il termine data-driven si fa riferimento ad un approccio basato sui numeri e quindi su dati oggettivi, sui quali prendere decisioni strategiche per il futuro. Si riducono notevolmente i margini di errori poiché le future iniziative e strategie non si basano su intuizioni o considerazioni personali, ma su dati certi ed empirici che rappresentano una solida base dalla quale partire. Si avvia così quel processo virtuoso di change management che porta la cultura del dato a tutti i livelli aziendali. La cultura aziendale moderna basata sulla MarTech mira proprio a sradicare vecchi pregiudizi e diffondere nuovi concetti tangibili e misurabili come obiettivi e strategie che poggiano su dati certi e inconfutabili. Conclusioni La cultura aziendale è un paradigma valido più che mai per valutare il successo di un’azienda e, per essere messa in pratica, ha necessariamente bisogno della Marketing Technology che non si sostituisce all’uomo, ma anzi rappresenta un validissimo alleato per velocizzare i processi e facilitarlo in tutte le attività, da quelle più semplici a quelle più complesse. Nel corso dell’articolo abbiamo più volte sottolineato l’importanza del CRM, in particolar modo di Hubspot, software completo per pianificare le tue campagne di marketing. Per saperne di più scarica l’ebook gratuito a fondo pagina. Image by DCStudio on Freepik
Nell’epoca digitale che stiamo vivendo la comunicazione rischia di essere veloce e automatizzata, trasformando i consumatori in automi che devono esclusivamente acquistare. Tutto questo è profondamente sbagliato poiché, anche se il periodo attuale rappresenta l’apice della digital transformation, le persone continuano ad essere appunto esseri umani che vivono e si nutrono di emozioni. Ecco perché dobbiamo parlare di marketing esperienziale, noto anche come experiential marketing, in grado di toccare le giuste corde emotive del consumatore per andare al di là della semplice e fredda vendita. Nei seguenti paragrafi ti illustro una serie di esempi di marketing esperienziale capaci di coinvolgere, stimolare e risvegliare la curiosità del cliente, suscitando in lui reazioni forti. Il marketing esperienziale funziona anche perché pone il cliente al centro delle campagne di marketing, un fattore tutt’altro da sottovalutare in un mercato fortemente “cliente-centrico”. Cos’è il marketing esperienziale? Prima di analizzare gli esempi, è opportuno spendere due parole sul marketing esperienziale per capire esattamente cosa sia. L’obiettivo è creare una connessione unica e irripetibile tra il brand e il cliente che, a differenza di quanto si possa pensare, al momento dell’acquisto è spinto principalmente dall’inconscio e dall’impulso piuttosto che dalla razionalità. Questo succede proprio perché il consumatore, durante la navigazione online o lo shopping tra i negozi fisici, può “innamorarsi” di un prodotto che magari non è di fondamentale importanza, ma consente di soddisfare un suo desiderio o un suo bisogno primario. Il marketing esperienziale si basa quindi su un’offerta personalizzata per il cliente dall’alto impatto emotivo, che lo spinge verso l’acquisto e di conseguenza verso la fidelizzazione. Una campagna di marketing esperienziale non necessariamente deve condurre l’utente all’acquisto, quanto piuttosto alla conoscenza del brand nel quale può rispecchiarsi e identificarsi completamente. Una volta conosciuto meglio il concetto di marketing esperienziale, possiamo concentrarci maggiormente sugli esempi che ci offre il mercato. Marketing esperienziali digitali: gli esempi nel mondo dell’online Per comprendere meglio cos’è l’experiential marketing vale la pena fare la conoscenze di due persone: Joseph Pine II e James Gilmore, i fondatori di Strategic Horizons LLP, società nata per sviluppare e progettare nuove attività imprenditoriali e spingere i manager ad adottare una visione creativa e innovativa del marketing e del mondo in generale. Pine e Gilmore in breve sostengono che abbiamo vissuto 4 epoche dell’economia: Economia delle materie prime; Economia della produzione di beni; Economia della produzione dei servizi; Economia della produzione esperienziale. Quest’ultima è l’era che stiamo vivendo in questo preciso istante e che impone la produzione di esperienze coinvolgenti. A tal proposito secondo Pine e Gilmore le esperienze prodotte possono essere di 4 tipi: Di intrattenimento. Le persone assorbono passivamente ciò che capita intorno attraverso i sensi, come l’ascolto della musica; Educative. Le persone vivono gli eventi attivamente sia con il corpo che con la mente, come i corsi di formazione; Estetiche. In tal caso ci si immerge totalmente in un evento ma restando passivi, come una mostra artistica; Di evasione. Si partecipa in modo attivo ma solo per “evadere” dalla realtà, come può essere una partita di carte tra gli amici. Il marketing esperienziale online può realizzarsi sotto diverse forme, quindi analizziamo due dei “volti” più gettonati: lo storytelling e i social. Marketing esperienziale online: lo storytelling Oggi sono sempre di più le aziende che si affidano allo storytelling per abbattere qualsiasi filtro con i clienti e raggiungere direttamente il loro cuore e la loro mente. Tutti amano le storie, soprattutto se coinvolgono direttamente lo spettatore. Le tue storytelling devono per l’appunto catturare lo spettatore, facendolo sentire non solo parte attiva ma il protagonista principale della storia che sta osservando. Quando un visitatore si immedesima in un personaggio fa il tifo per lui, perché sa che potrebbe trovarsi al suo posto. Una storytelling ben strutturata, con un inizio e una fine, dimostra l'autenticità del brand e ne svela il volto umano che si cela dietro la produzione di beni o servizi. Lo stesso visitatore entra più facilmente in sintonia con il brand, nel quale si identifica totalmente. I clienti oggi sono sempre più consapevoli di quello che vogliono ma anche del mercato in cui si muovono, quindi se vuoi conquistarli devi percorrere strade alternative che sappiano toccare le giuste corde emotive. Le persone si ritrovano a comprare prodotti di brand diversi, ma con caratteristiche e prezzi più o meno simili. Cos’è che può fare la differenza? L’esperienza emozionale appunto! Emoziona i consumatori e stai certo che diventeranno tuoi fedeli clienti. Il marketing esperienziale tra l’altro si inserisce perfettamente nelle strategie di inbound marketing, poiché i potenziali clienti amano immedesimarsi nelle storie, soprattutto se toccano aspetti che li interessano da vicino, quindi sono invogliati a conoscere meglio la tua azienda se li riesci ad attrarre con i giusti argomenti. Marketing esperienziale nei social Quando parliamo di marketing esperienziale non possiamo fare a meno di parlare di social dove è possibile trovare di tutto, soprattutto emozioni! Tra gli esempi di marketing esperienziali applicati ai social più famosi c’è la campagna “Because Yum” di Kellogg’s. Le modalità sono tanto semplici quanto coinvolgenti: si tratta di una serie di 18 brevi filmati, diffusi sui principali social da Facebook a Youtube, da Twitter ad Instagram, che spingono gli utenti a pensare ai cereali non solo come un semplice snack, ma come un pasto da assumere nei più svariati momenti della giornata. Seguendo le ricette suggerite i followers possono così realizzare semplici ricette per gustarle in ogni momento della giornata: dopo la palestra, durante una pausa lavoro o anche dopo cena. Anche il cibo è emozione e così la campagna dall’alto impatto emotivo ha avuto un grande successo. Driver utilizzati in questo caso? Divertimento, social experience e esperienza pratica su quel prodotto. Marketing esperienziali: casi aziendali di successo Il marketing esperienziale per avere successo deve creare un’esperienza memorabile, capace di coinvolgere lo spettatore e regalargli emozioni uniche e indimenticabili. Ed è stata sicuramente memorabile la campagna di marketing denominata Stratos griffata Red Bull, che è sempre stata in prima linea nella copertura degli sport estremi per regalare emozioni forti ai suoi clienti. Del resto Red Bull è una bevanda energetica, quindi il suo target di pubblico è composto principalmente da persone che fanno sport, anche estremi. Ritorniamo alla campagna: in cosa consisteva Stratos? In pratica un paracadutista austriaco, Felix Baumgartner, si è lanciato da un’altezza record di 128.000 piedi da un grande pallone riempito di elio. La cosa notevole è che l’intero evento è stato trasmesso in streaming dal vivo, raggiungendo un altro record di visualizzazioni: oltre 8 milioni di spettatori! Un altro esempio altamente coinvolgente di marketing esperienziale porta la firma di Coca-Cola, colosso che non ha bisogno di presentazioni e che ha sempre saputo toccare le giuste corde emotive. A Zurigo, durante la Coppa del Mondo, Coca-Cola ha posizionato un’esperienza VR davanti ad una stazione ferroviaria, dove i passanti potevano tranquillamente interagire, giocare e fare anche qualche azione con un popolare calciatore proiettato sullo schermo. Anche in questo caso i driver utilizzati sono quelli del divertimento, dell'esperienza provata in prima persona e dell'emozione di giocare con il proprio idolo. L’esperienza ebbe uno straordinario successo anche perché fu organizzata in concomitanza con un evento di grandissimo fascino e richiamo come appunto un Mondiale di calcio. Le campagne devono essere studiate tenendo conto il proprio target di pubblico, ma anche sfruttando eventi importanti che riguardano il proprio brand. In tal caso la Coca-Cola è sempre stata associata al mondo dello sport, quindi niente di meglio di una campagna basata sui Mondiali di calcio. Marketing esperienziali: esempi nella moda Come già accennato, sono pochi gli acquisti che possiamo definire razionali, anzi molti di essi si basano sulla necessità di affermare la propria identità, sentirsi parte di un gruppo o di un appagamento personale. Il settore che probabilmente meglio di tutti gli altri soddisfa queste necessità è la moda. Nulla è più istintivo dell’acquisto di un capo d'abbigliamento, un cappello o un paio di scarpe e non è un caso che il marketing esperienziale abbia fornito i risultati più interessanti proprio nell’ambito della moda. Lo shopping online destinato ad acquistare capi d’abbigliamento, esattamente come nei negozi fisici, viene percepito dai consumatori come un divertente passatempo che ha bisogno di sussulti emotivi per raggiungere il suo picco massimo. Pinko ad esempio, fashion brand italiano, regolarmente invita i suoi clienti nei suoi punti vendita e presenta le nuove collezioni accompagnando l’intero evento con aperitivo e dj set, trasformandolo in una vera festa. Una strategia piuttosto simile a quella di AW LAB, che organizza spesso cene e concerti dove sono invitati principalmente giovani, che rappresentano anche il target di riferimento del brand. Molte di queste esperienze possono aiutare a trovare nuovi lead per le imprese. Se quest'ultime hanno già avviato un progetto CRM, hanno tutte le carte in regola per accompagnare l'utente all'acquisto oppure a farlo partecipare ad altre emozionanti esperienze. Nessuno degli esempi di marketing esperienziale citati infatti è fine a se stesso: il fine ultimo delle imprese è la crescita del business e delle vendite. Conclusioni Affinché la tua campagna di marketing esperienziale abbia successo parti dall’idea che, prima ancora di un prodotto, devi vendere esperienze. Il pubblico, soprattutto quello under 35 che è anche quello più attivo online, è più interessato a vivere un’esperienza memorabile e destinata a restare impressa nella memoria, piuttosto che a portarsi a casa un prodotto di qualità ma anonimo. Se sei in cerca di ispirazione puoi scaricare gratuitamente l’e-book a fondo pagina, che ti spiega come trovare più clienti online e aumentare il fatturato con la lead generation. Image by Kireyonok_Yuliya on Freepik