Oggi qualsiasi azienda moderna non può fare a meno di un software e di un’applicazione per la gestione clienti per interagire con loro e analizzare tutti i dati raccolti. I cosiddetti CRM, cioè Customer Relationship Management, sono nati proprio con l'obiettivo di migliorare le relazioni con i clienti, i lead e i prospect, tenendo conto dei loro comportamenti e delle loro preferenze. In questo modo ogni azienda, avendo come riferimento il suo target di pubblico, il mercato in cui opera e i prodotti che commercializza, può personalizzare e ottimizzare la sua strategia comunicativa e di marketing. Proprio per questo motivo il CRM è un elemento fondamentale al servizio del reparto commerciale e del reparto di marketing. Ci sono software per la gestione dei clienti gratis, che hanno funzionalità ridotte, e software a pagamento che offrono invece più funzioni ma per prima cosa è opportuno comprendere bene il concetto di CRM e come sfruttarlo al meglio a seconda delle proprie necessità. Cos’è il CRM? Il CRM è una sorta di database dove confluiscono tutti i dati e le informazioni relative ad un cliente ma anche ad un lead, cioè un visitatore che ha mostrato interesse verso un tuo prodotto o comunque verso la tua azienda. Pensa a quante interazioni hai con clienti o prospect ogni giorno sui social, sul sito web, sul blog o sull’e-commerce: centinaia, forse migliaia. Sarebbe delittuoso perdere tutti questi dati che contengono informazioni preziosissime per il tuo business, ecco perché dovresti raccoglierli in un apposito CRM. Il CRM, proprio perché si rivolge tanto ai clienti già fidelizzati quanto ai lead, opera su due piani: tramite una strutturata strategia di lead generation attira, incuriosisce e inserisce i lead nel proprio database, con l’obiettivo di convertirli in clienti; punta a fidelizzare i clienti già acquisiti per migliorare la loro user experience e fornire servizi sempre innovativi e all’avanguardia per soddisfare ogni loro necessità. Quando lanci un progetto CRM non devi pensare esclusivamente all’aspetto tecnologico, inteso come software, ma ragionare in un contesto più ampio di cultura digitale. Ormai viviamo nell’epoca della digital transformation e, per restare al passo con i nuovi cambiamenti, devi adeguarti a tutti i processi organizzativi e aziendali che richiedono nuove applicazioni. Un CRM quindi da un lato ti aiuta a raccogliere e reperire un quantitativo enorme di dati per poi “tradurli” in informazioni, e dall’altro avvia quel processo di trasformazione digitale che aiuta a snellire e velocizzare i processi per essere competitivi nel proprio mercato di riferimento. App per la gestione clienti Ai software CRM si affiancano e si integrano spesso delle app che contribuiscono a migliorare notevolmente le relazioni con clienti e prospect. Sono disponibili app per la gestione di clienti gratis, molto apprezzati dalle piccole aziende che magari non hanno grandi risorse economiche ma che giustamente vogliono sfruttare tutti i vantaggi messi a disposizione della tecnologia. Tramite le app le aziende possono comunicare rapidamente con i clienti, informarli sulle ultime novità o semplicemente rispondere alle loro domande. Per fare un ulteriore esempio a chi ha attivo un progetto ecommerce, sono disponibili molte applicazioni che si integrano perfettamente con un CRM, come può essere Hubspot, relativi a programmi di loyalty. Queste applicazioni permettono ai clienti di acquisire determinati punteggi in base alle azioni effettuate all'interno dello shop online ottenendo poi dei premi, che possono consistere in prodotti in esclusiva oppure scontistiche personalizzate. Sono piccoli dettagli che però fanno davvero la differenza poiché, in un mercato così livellato e competitivo, sono i particolari che possono determinare il successo oppure l’insuccesso di un’attività. Come sfruttare il CRM nelle vendite online Conviene approfondire il discorso sugli ecommerce CRM, considerando che le vendite online da un paio d’anni a questa parte hanno subito un vero e proprio boom. I CRM pensati per gli shop online gestiscono tutti i flussi di vendita e contribuiscono a trasformare un lead in un cliente, operazione complessa ma fondamentale per aumentare le vendite. Il team di vendita, tramite il CRM, ha la possibilità di monitorare i comportamenti di clienti e lead per poi indirizzarli verso l’acquisto, oppure capire quali frizioni o criticità ci sono state durante il processo di vendita. Tutti i dati raccolti consentono così di creare una reportistica completa e accurata, da sfruttare per comprendere se una data strategia sta dando i risultati sperati o se, al contrario, non ha permesso di raggiungere gli obiettivi e quindi va cambiata. Il team di vendita e il team di marketing possono consultare e utilizzare il CRM contemporaneamente, lavorando così fianco a fianco e remando nella stessa direzione a beneficio naturalmente dell’attività. Lead generation e lead nurturing: come sfruttare il CRM nel modo corretto Oggi è profondamente cambiato il modo di comunicare con i clienti e soprattutto di sponsorizzare i propri prodotti. Fino a qualche decennio fa la comunicazione era unilaterale: il brand proponeva il prodotto al cliente che non aveva altri canali per informarsi. Adesso invece la situazione si è capovolta: il cliente ha a disposizione una moltitudine di canali per reperire informazioni sul prodotto, sull’azienda e in generale sulle proposte disponibili in quel tipo di mercato. La pubblicità invadente e martellante non è più efficiente, come magari poteva essere prima, anzi è deleteria poiché rischia solo di infastidire e irritare il consumatore. Qual è la soluzione allora? L'inbound marketing, che con l'uso di un CRM diventa molto più semplice. In particolar modo, applicando le caratteristiche di questa tipologia di marketing, è utile pianificare la così detta lead generation: questa strategia mira ad avvicinare in modo naturale e non invasivo un utente per poi acquisire la sua email o un suo contatto. L’utente, se rilascia il suo contatto, ha mostrato interesse verso il brand o verso il prodotto. Molte aziende commettono l’errore di considerare quel lead già acquisito e trasformato in cliente, ma non sempre è così. Se quindi intraprendi una comunicazione finalizzata esclusivamente alla vendita, rischi di perdere il potenziale cliente. Perché succede questo? Perché evidentemente l’utente non è ancora pronto per l’acquisto e ha bisogno di ulteriori dati e informazioni per essere convinto al 100%. O magari in quel momento non può sostenere quella tipologia di investimento o semplicemente, ad esempio in un e-commerce di abbigliamento, non è ancora presente in vetrina il colore del vestito che preferisce. Ed è qui che entra in gioco la lead nurturing che “nutre” il potenziale cliente fornendogli altri dati e informazioni. Con i social puoi ad esempio aumentare il livello di engagement, permettendo al lead di conoscere meglio la filosofia aziendale; o magari puoi personalizzare la comunicazione secondo le preferenze, le abitudini o anche l’età del lead. Un’offerta personalizzata, magari un coupon o uno sconto, è un’ottima idea per abbattere le ormai deboli resistenze del potenziale cliente. Ma come fare a sapere quando un utente è pronto all’acquisto o quando è meglio aspettare e perseguire strategie di lead nurturing? Proprio con i CRM, che danno utilissime indicazioni sulla propensione dell’utente all’acquisto. L'importanza di creare relazioni con i clienti Il moderno marketing impone che le aziende creino relazioni con i loro clienti, che devono essere mantenute e coltivate nel tempo. Non pensare che un cliente, solo perché ha fatto un acquisto sul tuo e-commerce, può ritenersi fidelizzato per sempre. Anzi, in un mercato così volatile e in continuo movimento, i clienti sono sempre meno “fedeli” e tendono a spendere dove conviene o dove si sentono maggiormente soddisfatti e apprezzati. Se quindi non crei relazioni con i tuoi clienti, stai certo che lo faranno i tuoi competitor. I clienti hanno aspettative sempre più alte, per questo motivo devi offrire loro un’assistenza multicanale. Questo significa che la tua azienda deve essere raggiungibile tramite vari canali: telefono, sms, chatbot, chat, social ecc. La sopravvivenza di un’azienda dipende proprio dalle relazioni create con i clienti, che vanno coltivate e nutrite sul medio-lungo periodo. Ecco perché il cloud è il luogo perfetto per intessere relazioni con i clienti, che desiderano comunicare tramite social, email o altri canali. Lo stesso canale usato per comunicare dai consumatori è una chiave di lettura che i brand devono usare e sfruttare per capire come personalizzare l’interazione con lead e clienti. Il CRM “filtra” i dati raccolti e li trasforma in informazioni, messi a disposizione delle multinazionali ma anche delle piccole aziende che possono offrire un’assistenza personale e su misura per i loro clienti. Conclusioni In commercio esistono numerosi software CRM che, pur avendo spesso funzionalità simili, sono specializzati in particolari attività. Tra i migliori in assoluto c’è HubSpot, che offre una visione completa sulla gestione dei clienti e offre funzioni specifiche per l’integrazione con l’email marketing e la marketing automation. Poiché il CRM è un elemento centrale per tutte le aziende, che siano piccole, medie o grandi, ti consiglio di scaricare l’ebook gratuito a fondo pagina. Si un ebook informativo che ti saprà dare importanti indicazioni su cos'è Hubspot e perché può essere utile al tuo business. Image by 8photo on Freepik
Stai pensando di avviare una strategia di influencer marketing per rilanciare la tua attività ma non hai idea di come muoverti? Nessun problema, in questo articolo analizziamo da cima a fondo tutto quello che c’è da sapere sull’influencer marketing e quali sono gli step necessari per metterlo in pratica correttamente. Per prima bisogna capire chi sono gli influencer, che possono essere amati oppure odiati, ma di certo sono tra le figure più rilevanti del nuovo millennio in chiave marketing. L’influencer può essere una persona famosa, un blogger o uno youtuber che ha acquisito una certa autorevolezza sul web fino a conquistarsi la fiducia del pubblico. Un influencer con un buon seguito di pubblico che parla bene di un tuo prodotto farà sicuramente schizzare alle stelle la tua brand awareness. Naturalmente l’influencer non deve essere scelto a caso, ma deve rispecchiare la filosofia della tua azienda ed essere in target con il tuo pubblico. Dopo questa breve infarinatura concentriamoci sull’influencer marketing in Italia e sui risvolti che può avere in termini di marketing. Influencer marketing: come funziona? Dai brand più famosi alle piccole attività, tutti sono pazzi per gli influencer che hanno gradualmente sostituito i personaggi famosi nelle campagne pubblicitarie. Cos’è esattamente l’influencer marketing? Si potrebbe definire come una strategia di mercato che sfrutta la popolarità di un personaggio con un buon seguito sui social per sponsorizzare e presentare prodotti e servizi. Perché l’influencer marketing ha fatto irruzione così prepotentemente? Il tutto può essere riconducibile all’esplosione della tecnologia e in particolare dei dispositivi tecnologici, che ci fanno essere sempre più connessi e interattivi. Buona parte della generazione dei Millennials, così come la Generazione Z, è cresciuta a pane e video pubblicitari, quindi ha sviluppato una straordinaria attenzione verso i dettagli e i particolari dei prodotti sponsorizzati dai brand. Fino a 20-30 anni fa aveva un senso ingaggiare un attore o un personaggio famoso per promuovere un prodotto. Oggi però questa strategia non funziona più, non basta che un attore famoso dica che un prodotto è buono per convincere i consumatori ad acquistare. I clienti oggi sono molto più attenti e selettivi negli acquisti e, se vuoi davvero convincerli della bontà della tua proposta, devi ingaggiare persone in cui potersi identificare: gli influencer appunto. Gli influencer non nascono come star (anche se magari poi le diventano), ma come persone normali esperte in un determinato settore, che mettono a disposizione dei followers la loro conoscenza. Individua la giusta figura per la tua azienda e vedrai che ne trarrà beneficio anche il tuo brand, soprattutto se supportato da un efficace progetto CRM in grado di gestire al meglio tutte le relazioni con i clienti. Influencer marketing e inbound marketing: due strategie che camminano di pari passo La tua strategia di influencer marketing avrà ancora più successo se affiancata dall’inbound marketing, basato su contenuti rivolti ad una determinata cerchia di consumatori in target con il tuo pubblico. L’obiettivo dell’inbound marketing è proprio quello di attrarre il consumatore, ma in modo assolutamente naturale e non invasivo. L’utente è stufo delle pubblicità invasive, che magari fanno capolino nel momento clou di un film o che rendono fastidiosa e quasi impossibile la lettura di un articolo su un blog. L’utente oggi vuole scegliere in autonomia quando vedere la pubblicità, così da raccogliere elementi utili su un prodotto che gli interessa realmente. Ed è ancora meglio se il protagonista di quella pubblicità è una persona fidata, un influencer esperto del settore, che come un amico sforna i suoi consigli disinteressati. Questa è la strada del futuro: una pubblicità non invasiva raccontata agli utenti da una persona esperta, per l’appunto l’influencer. Influencer marketing: i 5 step fondamentali per una strategia vincente Prima di avviare la tua strategia di marketing, devi chiederti qual è il tuo obiettivo principale. Vuoi spingere i tuoi utenti verso una determinata landing page? Vuoi promuovere un prodotto specifico? Vuoi rafforzare la brand awareness? Vuoi aumentare le conversioni di un e-commerce? Rispondi a queste domande così da impostare la strategia più adeguata e scegliere anche l’influencer più idoneo alle tue necessità e alla tua azienda. Dopo aver fatto questo puoi impostare la tua strategia che si basa su 4 step fondamentali: La scelta del canale più indicato; Stabilire un budget; La scelta dell’influencer perfetto; Valutazione delle prestazioni. Scegli il canale migliore per fare influencer marketing? L’influencer marketing su Instagram trova terreno fertile, poiché è proprio su questo social che è nato e che si è sviluppato. Instagram sicuramente è un ottimo canale per diffondere e promuovere i propri prodotti, ma la scelta finale dipende da una serie di fattori. Se il tuo target principale è la Generazione Z, la scelta dovrebbe ricadere preferibilmente su TikTok popolato da tanti adolescenti e giovanissimi. Il tuo obiettivo è migliorare il sentiment del brand? Allora meglio virare su Youtube dove magari puoi realizzare delle recensioni di prodotto e tutorial accattivanti e coinvolgenti. Puoi sfruttare anche più canali, ma alcuni influencer preferiscono lavorare solo su determinati social. Stabilire un budget Prima di partire in quarta nella pianificazione della strategia e nella scelta dell’influencer devi stabilire un budget, tenendo conto gli obiettivi che vuoi raggiungere e i prodotti che intendi promuovere. Tra gli esempi di influencer marketing in Italia c’è Chiara Ferragni, mentre negli Stati Uniti c’è Kim Kardashian. Se però hai un budget limitato non puoi certo ambire ai macro-influencer, che hanno al seguito una schiera di oltre 500.000 followers. Non sottovalutare però i micro influencer, che vantano un numero di followers compreso tra 10.000 e 100.000. Se hai un’agenzia di viaggi puoi collaborare ad esempio con un travel blogger abituato a viaggiare, così come se vendi pentole da cucina puoi affidarti ad un food influencer. Non badare tanto al numero di seguaci, quanto piuttosto al peso che un determinato influencer ha in un determinato settore. Insomma se il tuo budget è limitato, punta alla qualità piuttosto che alla quantità. La scelta dell’influencer perfetto Hai fatto una cernita in base al budget e la tua scelta è ristretta ad un numero di 5-6 influencer: come scegliere quello più adatto? Chiaramente il tuo influencer deve essere in linea con la tua filosofia aziendale e con i prodotti che vendi. Se hai una piccola azienda di famiglia che produce birra artigianale, non puoi certo affidare la campagna promozionale ad un influencer astemio o che non ama gli alcolici. Allo stesso modo non devi essere troppo esigente, né tanto meno imporre un determinato stile o una specifica comunicazione all’influencer. Se ad esempio scegli un influencer esperto nel mondo dello sport e vendi scarpette da calcio, non devi pretendere che conosca a memoria le formazioni titolari di tutte le squadre della serie A e della serie B o che sia informato sul numero di scarpe di Messi! L’importante è che presenti il prodotto in modo persuasivo e convincente, sposando la filosofia dell’azienda ma senza snaturare il suo stile e il suo modo di essere. Valutazione delle prestazioni Al termine della campagna promozionale devi chiaramente valutare le prestazioni, anche per capire se il tuo investimento è stato mirato o se magari hai sbagliato qualcosa durante la strategia. La valutazione va fatta in base agli obiettivi che ti eri prefissato. Se il tuo obiettivo era fare lead generation, devi verificare il numero e le tipologie di lead che hai ottenuto. I numeri non mentono mai e possono darti utili indicazioni sulla pianificazione delle strategie future. Quali sono i vantaggi di affidarti ad un influencer Non sei ancora convinto del tutto che una strategia di influencer marketing possa davvero rilanciare la tua azienda? Eccoti allora 3 motivi che probabilmente ti convinceranno ad adottare questa strategia il prima possibile: Consolidamento della brand awareness. La reputazione online, nota anche come web reputation, per un brand ha un’importanza straordinaria. Per rafforzare la reputazione della tua azienda devi quindi affidarti ad un influencer che rispecchia in pieno la filosofia del brand. Impara a conoscerlo: monitora cosa pubblica e come si rapporta con i followers e pensa a come potrebbe presentare il tuo prodotto. I followers, che si fidano di lui, inizieranno ad avere fiducia anche nel tuo marchio e diventeranno probabilmente a loro volta tuoi seguaci e magari tuoi clienti; Pubblicità indirizza ad un target realmente interessato ai tuoi prodotti. Non è importante tanto la quantità del pubblico che raggiungi, quanto la qualità. Se ad esempio vendi prodotti per bambini, devi rivolgerti ad un pubblico relativamente giovane con un’età compresa tra i 25 ed i 40 anni circa. Non importa il numero di clienti che raggiungi, ciò che conta è che siano realmente interessati al prodotto. Sarebbe ad esempio uno spreco di risorse economiche e di energie se la tua campagna raggiungesse esclusivamente ragazzi tra i 13 e i 16 anni, anche se dovessero essere 1.000, 2.000 o 3.000 poiché semplicemente non sono in target con quello che offri; Potenza virale del web. Uno dei grandissimi vantaggi dell’online è la sua forza virale. Se un video piace e coglie nel segno sarà condiviso dagli utenti, che tenderanno a fidarsi di più di un influencer affermato e affidabile. Conclusioni Nella pianificazione della tua strategia e nella scelta dell’influencer hai la massima libertà, ma agisci sempre in modo oculato in modo da dare una continuità comunicativa al tuo brand. Nel corso dell’articolo abbiamo fatto riferimento all’inbound marketing, una strategia fondamentale per essere competitivi nel mercato di oggi. Per ulteriori approfondimenti puoi scaricare la risorsa gratuita a fondo pagina, che ti spiega come sfruttare l’inbound marketing soprattutto nell’ambito del B2B. 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I blog, gli e-commerce e i siti aziendali devono soddisfare i requisiti imposti da “sua maestà” SEO. In caso contrario puoi dire addio al posizionamento nei primi post della Serp di Google, e in generale dei motori di ricerca, e anche alla visibilità online, che rappresenta la fonte da cui le attività sul web traggono linfa vitale. La SEO è un mondo vastissimo, praticamente senza confini, e sono tanti gli aspetti da valutare e da considerare con la massima attenzione. In questo articolo ti spiego come ottimizzare le immagini SEO, una pratica fondamentale che spesso viene erroneamente ignorata. Prima di capire come ottimizzare il rendimento con le immagini di un sito, vale sicuramente la pena soffermarci un attimo sul concetto stesso di immagine che oggi ha assunto un ruolo fondamentale. L’importanza delle immagini Quando devi costruire il tuo sito, devi tenere in considerazione tutta la parte visiva, fondamentale per far capire all'utente un concetto, delle caratteristiche dei tuoi prodotti o semplicemente per argomentare concretamente quello che volete dire. Ebbene i tuoi sforzi rischiano di risultare vani senza un’adeguata ottimizzazione SEO di un sito. Pensi che sia eccessivo? Allora forse non hai ben chiara l’importanza che rivestono le immagini soprattutto nel mondo del web. L’immagine vale più di mille parole e un utente potrebbe decidere di cliccare o meno sulla foto di un post, un blog o un ecommerce a seconda del suo appeal. Del resto l’utente medio va subito al punto: preferisce guardare una foto piuttosto che leggere un’introduzione per risparmiare quanti più secondi possibile. Se quella foto attira la sua attenzione, è probabile che ci cliccherà su; in caso contrario, scorrerà e andrà altrove, rendendo tutti i tuoi sforzi inutili. Ecco perché è di fondamentale importanza ottimizzare le immagini in chiave SEO e nei seguenti paragrafi ti spiego come fare. Ottimizzazione SEO delle immagini: i 4 step fondamentali L’ottimizzazione delle immagini ti porta via solo qualche secondo e le operazioni non sono particolarmente complicate. Ecco quali sono: Rinominare il file; Inserire il testo alternativo alt text; Inserire il titolo dell’immagine; Scegliere la qualità, le dimensioni e il formato migliori dell’immagine. Rinominare il file Per rinominare le immagini SEO la prima cosa da fare è inserire la descrizione del file, utilizzando parole chiave senza articoli da separare con il simbolo “-”, il classico trattino. Se la foto raffigura una ciotola di un cane, basta inserire come descrizione del file “ciotola-cane”. Andrebbero evitati anche caratteri speciali, lettere accentate o altri simboli grafici, concentrati piuttosto su ciò che raffigura la foto e descrivila in modo semplice e diretto senza troppe aggiunte. Inserire il testo alternativo alt text Il secondo step da fare, il passaggio più importante, è ottimizzare l’attributo alt dell’immagine SEO, cioè l’alt text, che rappresenta il testo alternativo e che aiuta i robot di Google a scansionare il tuo sito. I robot di Google infatti non sono in grado di “leggere” le immagini e, per capire qual è il loro contenuto e che cosa rappresentano, possono appunto visionare l’alt text. Devi in pratica inserire un testo descrittivo contenente le parole chiave principali utili per identificare l’immagine. Occhio però a non esagerare, altrimenti una quantità eccessiva di parole chiave e di informazioni manderebbe in confusione i robot di Google che farebbero fatica a decifrare il contenuto del file. L'alt text inoltre è utilissima non solo per l'indicizzazione di Google ma è utile anche per le persone ipovedenti. In caso di accesso ad internet queste persone possono capire il contenuto dell'immagine tramite l'alt text. Inserire il titolo delle immagini Per la SEO delle immagini su Hubspot CMS, o su qualsiasi altra piattaforma, è consigliabile inserire il titolo dell’immagine. A dirla tutta questa operazione non è così prioritaria come quelle indicate finora, almeno non quanto il testo alternativo, ma fornisce maggiori indicazioni all’utente che può avere una descrizione migliore delle immagini e ottenere informazioni aggiuntive. In pratica quando il visitatore scorre col mouse appare appunto il titolo dell’immagine, che descrive esattamente cosa contiene quella foto e dà un’indicazione di quello che può trovare aprendo quell’articolo o quella scheda prodotto. Scegliere la qualità, le dimensioni e il formato migliori dell’immagine Nell’ottimizzazione delle immagini, devi prestare attenzione alla qualità che di fatto riflette l’affidabilità del sito stesso. Una foto sgranata o poco visibile darà un’idea di approssimazione e superficialità; al contrario una foto nitida e perfettamente visibile aumenterà l’appeal e l’autorevolezza del sito. Le foto devono quindi essere di buona qualità ma, allo stesso tempo, non risultare eccessivamente pesanti, la velocità di caricamento dei contenuti è uno dei fattori di ranking dei principali motori di ricerca. Potresti ad esempio scegliere una foto perfetta esteticamente e di grande qualità, ma con un peso eccessivo che rischia di rallentare il tuo sito. Sai qual è il tempo medio di attesa per il caricamento di una pagina di un utente? Tre secondi! Questo significa che se la tua pagina impiega più di tre secondi per caricarsi completamente, quasi sicuramente perderai il visitatore. Nell'ottica dell'user experience è proprio per questo che i motori di ricerca penalizzano siti con caricamento lento. La qualità quindi è importante, ma la foto non deve essere necessariamente perfetta. Trova il giusto equilibrio tra peso della foto e resa estetica affinché l’immagine sia di buona qualità ma non troppo pesante. Infine scegli accuratamente il formato, generalmente quello più utilizzato è il JPG che, oltre ad essere piuttosto leggero, è compatibile con il 99% dei dispositivi. In alternativa c’è il PNG, di buona qualità ma leggermente più pesante. Perché è importante ottimizzare le foto in ottica SEO? Analizziamo nello specifico come possono impattare le immagini su Google e come influiscono sulle prestazioni del tuo sito web o del tuo ecommerce. Gli spider di Google e in generale dei motori di ricerca sono stati progettati per leggere testi HTML, ma non per decifrare foto. L’ottimizzazione delle immagini è finalizzata a fornire a Google delle indicazioni specifiche sul tuo contenuto, una sorta di “faro” che consente agli spider di individuarti e quindi indicizzarti nella Serp. Come già specificato l’uso di immagini pesanti rallenta il sito e, oltre ad allontanare i visitatori e i potenziali clienti, penalizzando la user experience, ha un impatto negativo in chiave SEO. Un sito pesante sarà poco appetibile tanto a Google quanto ai visitatori e determinerà un alto tasso di rimbalzo. Ciò significa che gli utenti, una volta atterrati sul tuo sito, se ne andranno quasi subito. Una cosa che non piace affatto a Google che di fatto penalizza il tuo sito. Hubspot in questo senso di aiuta mettendoti a disposizione tutti gli strumenti possibili per ottimizzare la SEO dandoti reportistiche, best practise da seguire per migliorare il ranking dei tuoi contenuti sui motori di ricerca. Tutto questo perché il tuo fine ultimo è quello di ottenere il maggior numero possibile di visitatori sul tuo sito per poi convertirli in lead, immagazzinarli all'interno di un CRM per poi applicare campagne di nurturing e portarli all'acquisto dei tuoi prodotti, oppure a qualsiasi obiettivo che ti sei preposto. Come ottimizzare le immagini di un e-commerce L’ottimizzazione delle immagini in ottica SEO è fondamentale per qualsiasi attività ma, per un e-commerce, può essere considerato addirittura vitale. Ridurre il tempo di caricamento delle pagine, soprattutto in un e-commerce, migliora notevolmente la user experience dei potenziali clienti e, di conseguenza, aumenta le vendite. Un e-commerce va inteso come un negozio online, dove le persone amano curiosare tra i vari reparti per cercare e trovare il prodotto più adatto alle proprie necessità. Il passaggio da una pagina all’altra, o da una scheda prodotto all’altra, deve quindi essere decisamente veloce per aumentare il tasso di conversione. Avere immagini ottimizzate e più leggere, oltre a migliorare il posizionamento su Google, libera anche più spazio nel tuo hosting. Un sito veloce e reattivo è quindi la base di partenza per realizzare un e-commerce di qualità. Come già specificato nel corso dell’articolo è importante completare il titolo dell’immagine non solo e non tanto per una questione SEO, ma soprattutto per facilitare la navigazione dell’utente. Scorrendo col mouse sopra un prodotto l’utente può rapidamente apprendere nuove nozioni ed è maggiormente invogliato a cliccarci su. Consigli extra per l’ottimizzazione delle immagini Per concludere ecco una serie di consigli utili, da abbinare alle “best practices” finora indicate, per ottimizzare le immagini del tuo sito o del tuo e-commerce: Crea una sitemap, una pratica efficace soprattutto se hai molte foto sul tuo sito e intendi ordinarle. Una sitemap di immagini fornisce a Google ancora più dettagli sui contenuti caricati, senza alcuna restrizione; Aggiungi dati strutturati alle immagini così, oltre a dare ancora più informazioni a Google, puoi intercettare con maggiore facilità il pubblico in target con il tuo shop online. Google Immagini è in grado di mostrare i badge in evidenza vicino le tue foto, come video, prodotti o ricette; Usare il più possibile le CDN (Content Delivery Network) per evitare di sovraccaricare eccessivamente il sito con ripercussioni negative in chiave SEO. Conclusioni Siamo ai saluti finali e possiamo concludere che ottimizzare le immagini in ottica SEO migliora la velocità del sito, rendendolo molto più fluido e fruibile, e garantisce un ottimo posizionamento nei motori di ricerca. In generale avere delle belle immagini migliora la lettura e la navigazione, invogliando l’utente a “sfogliare” tutte le altre pagine del sito, a beneficio della frequenza di rimbalzo. Nel corso dell'articolo abbiamo parlato dell'ottimizzazione delle immagini sulla SEO. Molte però sono le leggende che ruotano attorno a questo argomento e noi di ICT abbiamo riassunto 21 miti SEO, a cui smettere di credere, in un unico ebook. Image by rawpixel.com on Freepik
Tra i tanti neologismi nati in ambito marketing uno dei più gettonati è il webinar: cos’è? Come può essere utilizzato dalle aziende? Il webinar nasce dalla fusione di due parole: “web” e “seminar”, in pratica un seminario digitale perché si tiene online. Il webinar inizialmente è nato con finalità educative e informazionali, trasformandosi poi in un potente strumento di marketing. I webinar consentono di recuperare contatti, fidelizzare clienti e conquistarne di nuovi, rafforzare la brand awareness di un marchio, aumentarne la visibilità ecc. Insomma sono strumenti davvero potentissimi in chiave marketing, quindi facciamo una vera “radiografia” ai webinar per conoscerli meglio e capire come sfruttare le principali potenzialità. Webinar: significato e sinonimi Sono diversi i sinonimi di webinar: seminario digitale, web seminar o meeting online. Il suo significato però è uno solo e sostanzialmente può essere definito come un evento online che chiunque può seguire in diretta. Chi intende partecipare non deve avere competenze specifiche, né essere un esperto del settore. Come ci si collega ad un webinar? Semplice: è sufficiente iscriversi compilando un form di registrazione o ricevere direttamente un invito da parte dell’azienda che tiene il seminario. Il webinar è una presentazione o un corso online che si tiene in diretta e consente a più persone di partecipare collegate da ogni angolo del mondo. Già questa caratteristica lo rende un ottimo strumento in chiave di marketing, poiché consente di abbattere le barriere fisiche e raggiungere un pubblico potenzialmente illimitato sia quantitativamente che geograficamente. Proprio nel periodo del lockdown, quando gli eventi fisici erano tabù, il webinar ha cominciato a diffondersi rapidamente per la sua capacità di raggiungere tantissime persone contemporaneamente senza limiti di spazio. Differenza tra webinar e videoconferenza Prima di passare alle caratteristiche e alle peculiarità del webinar in chiave marketing, vale la pena fare una piccola distinzione. Il webinar e la videoconferenza, pur avendo molti punti di contatto, presentano piccole differenze che però bisogna conoscere. Il webinar è un seminario online con uno o più relatori e diversi partecipanti collegati in diretta, ultimamente vengono inoltre registrati, in cui però le interazioni sono limitate alle domande di routine. Il flusso di comunicazione è sostanzialmente unidirezionale. Tra i webinar quindi rientrano anche altri eventi come convegni, workshop, training ecc... La videoconferenza è un evento generalmente in cui la partecipazione delle persone è maggiore con la possibilità di instaurare una vera e propria discussione riguardo all'argomento in questione. Per raggiungere tutti i partecipanti è necessario inviare l’audio e il video contemporaneamente in una comunicazione bidirezionale. Chiarito questo punto, possiamo concentrarci adesso sui vantaggi di un webinar. I vantaggi del webinar Il webinar rappresenta una soluzione molto interessante nell’ambito dell’inbound marketing, cioè una comunicazione naturale che l’azienda instaura con il cliente per attirarlo senza forzature verso i prodotti e i servizi forniti. In pratica non è il brand che va verso il potenziale cliente, ma viceversa. L’utente, interessato ai servizi e ai prodotti offerti dal brand, si avvicina gradualmente per reperire informazioni e dati utili, cosa che può essere garantita con il webinar. Quali sono i vantaggi? Ecco un elenco completo: Interattività. I partecipanti possono fare domande, ricevere e inviare informazioni utili in tempo reale con la semplice condivisione dello schermo. Inoltre gli eventi possono essere registrati e visionati in un secondo momento per prendere appunti e approfondire meglio alcuni concetti che possono essere sfuggiti; Contenimento dei costi. Prova solo per un momento a pensare alle differenze di costi esistenti tra un evento dal vivo e un webinar. Nel primo caso hai bisogno di una location, di un servizio di catering, di tante attrezzature da spostare e montare, della logistica ecc. Nel secondo caso devi semplicemente scegliere la piattaforma webinar più indicata alle tue necessità, riducendo in maniera significativa le spese economiche ma anche il dispendio di energie; Una maggiore platea. In un evento fisico i posti sono inevitabilmente limitati. Anche se scegli una location molto ampia, la capienza sarà comunque limitata. In un webinar invece non ci sono limiti e puoi quindi raggiungere un pubblico ancora più ampio; Maggiore partecipazione. In un webinar il pubblico è molto più coinvolto e partecipativo. In un evento dal vivo i più timidi, ad esempio, proverebbero un certo imbarazzo ad alzarsi in piedi e fare una domanda; in un webinar invece a telecamera spenta diventa molto più semplice fare domande da remoto senza sentirsi tutti gli occhi puntati addosso. Perché e-commerce, shop online e siti web dovrebbero puntare sui webinar? Il web rappresenta un oceano di opportunità che vanno assolutamente sfruttate. Titolari di e-commerce, shop online e siti web, anche quelli alle prime armi e con poca familiarità con gli strumenti di Internet, devono sfruttare il webinar, una freccia appuntita nel proprio arco da usare per centrare gli obiettivi prefissati in chiave di marketing online. Il webinar offre grande visibilità, uno degli elementi chiave per emergere in un mercato sempre più saturo e competitivo. Se da una parte è vero che il pubblico è sempre più vasto, è anche vero che l’offerta si è quintuplicata sul mercato. I consumatori devono quindi scegliere tra una moltitudine di brand che, se non hanno caratteristiche distintive, risultano tutti uguali. Internet oggi propone diversi canali dove promuovere la propria attività, come i siti web o le piattaforme social. Pur trattandosi di strumenti essenziali presentano una criticità, e cioè che l’utente può facilmente distrarsi. Questo significa che un potenziale cliente mentre guarda una pagina web, un post sui social o un video può essere facilmente distratto, abbandonando quindi l’ambiente web. Al contrario fare marketing con un webinar assicura un’attenzione molto elevata, per tutta la durata del tempo, proprio perché si parla di argomenti che interessano direttamente il fruitore del servizio. Cosa possono fare le aziende durante un webinar? Tante cose. Oltre a formare le persone e insegnare loro alcune nozioni pratiche, possono presentare un progetto, un’idea o un servizio oppure parlare del proprio lavoro per catturare l’attenzione dei partecipanti e raggiungere così nuovi potenziali clienti. C’è poi da considerare un altro aspetto in chiave marketing: al webinar partecipano persone realmente interessate all’argomento trattato, dal momento che vengono fornite nozioni e informazioni molto utili nell’ambito del proprio lavoro o comunque secondo i propri interessi. Il lato pratico del marketing con il webinar Un’idea, per applicare concretamente la tua strategia di marketing con il webinar, è quella di collegare la piattaforma con un CRM, come HubSpot, che offre tante altre funzionalità utili. HubSpot è compatibile con tante piattaforme di webinar, tra cui Zoom e GoToWebinar, e offre un funzionamento molto semplice e intuitivo. Con Hubspot CRM, tramite apposite proprietà generate automaticamente tramite l'integrazione ad esempio con Zoom, puoi conoscere la durata media della partecipazione al webinar, che ti dà utili indicazioni sul successo dell’iniziativa. Un valore del 100% significherebbe quindi che il contatto ha partecipato per tutta la durata dell’evento. E ancora puoi registrare il numero totale di registrazioni ad un webinar, oppure il numero totale di webinar ai quali ha partecipato un singolo contatto. Puoi così stilare una sorta di bilancio per capire il livello di soddisfazione dei partecipanti e quindi la bontà del tuo webinar. Tutti i dati raccolti tramite webinar e inseriti all'interno di Hubspot, possono essere usati per segmentare i propri lead in base agli interessi manifestati costruendo successivamente campagne di lead nurturing personalizzate, cercando così di trasformare il lead in cliente . Come organizzare un webinar Per concludere ecco qualche utile consiglio per organizzare il tuo webinar. Per prima cosa non improvvisare, scegli con cura il tema che vuoi trattare e informati a 360° per fornire risposte pertinenti e professionali a tutte le possibili domande che il pubblico potrebbe rivolgerti. Non deporrebbe a favore dell’autorità del tuo brand fornire una risposta poco convincente o inesatta oppure, peggio ancora, non saper rispondere a quella domanda. Prepara la scaletta dell’evento, aiutandoti magari con delle slides che tengono alta la soglia dell’attenzione del pubblico che, dopo i primi 15-20 minuti, potrebbe calare. Valuta poi con attenzione la piattaforma che meglio soddisfa i tuoi interessi, informandoti sulla modalità di condivisione dello schermo, sul numero di partecipanti, sul costo, sulla presenza della chat e sulla registrazione. Quale obiettivo intendi raggiungere con un webinar? Un’altra domanda che devi porti per organizzare in maniera strutturata l’evento. Potrebbe servire per fare formazione, per farti conoscere e importi come un brand autorevole nel tuo settore, per raccogliere contatti e trasformarli in clienti o per lanciare nuovi prodotti e promuoverne la vendita. Conclusioni Il webinar ti consente di avviare una comunicazione professionale, diretta e rapida, puntando sull’interattività e sul dinamismo che stimolano gli stessi partecipanti rendendoli parte attiva dell’evento. Un ottimo strumento per fare lead generation che crea connessione con gli utenti, aumentando di fatto la possibilità di convertirli in clienti fidelizzati. Scegliere la piattaforma da utilizzare per i tuoi webinar è la prima cosa da fare, magari facendo attenzione alla sua integrabilità con un CRM in modo da migliorare la gestione del contatto e trasformarlo in un potenziale cliente. Se ti stai chiedendo come usare i webinar, ti consiglio di scaricare il contenuto gratuito digitale presente a fondo pagina, che ti spiega come organizzare, promuovere e gestire i tuoi eventi online per restare sempre in contatto con i tuoi potenziali clienti. Diventerai in poco tempo un esperto di webinar, che ti consentono realmente di cambiare marcia e raccogliere i frutti del tuo lavoro grazie all’aumento del fatturato! Image by Freepik
Hai notato che, nonostante tutti i tuoi sforzi, le campagne di marketing finalizzate a fidelizzare i clienti danno risultati molto scarsi? Allora è evidente che stai sbagliando qualcosa e probabilmente dovresti approfondire meglio il concetto di nurturing mail. Perché le tue campagne di email marketing non funzionano? Probabilmente non riesci a fare una corretta segmentazione del tuo target di pubblico, o magari non riesci a cogliere le necessità dei tuoi contatti. Vuoi creare email persuasive e capaci di incuriosire e attirare i tuoi potenziali clienti? Allora approfondiamo meglio il discorso sull'email nurturing nel marketing per capire cos’è, come funziona e come sfruttare al massimo tutte le potenzialità. Email nurturing: il significato Per capire il significato di email nurturing, bisogna partire dal concetto di lead nurturing, che spesso sfugge a chi si occupa di fare marketing all'interno delle aziende e che in alcuni casi viene del tutto bypassato o ignorato. La lead nurturing è invece un passaggio fondamentale per arrivare alla fidelizzazione del cliente e per spingerlo verso attività di up selling e cross selling. Molti merchant cercano di vendere i loro prodotti o i loro servizi agli acquirenti senza avere la minima conoscenza del contesto in cui stanno operando. La lead nurturing, in particolare con l'email nurturing, invece mira innanzitutto a costruire una relazione col lead, con l’obiettivo di trasformarlo in cliente fidelizzato e seguirlo in tutto il suo rapporto con il brand. Le campagne di email marketing per fare lead nurturing prevedono quindi la creazione di una comunicazione plasmata e costruita sulle esigenze e sui bisogni dei potenziali clienti, fornendo un valore aggiunto che consente di differenziarsi dai competitor. La differenza tra una marketing email e una nurturing email? L’email rappresenta un canale tradizionale, ma ancora estremamente efficace nel catturare nuovi clienti. I tempi però cambiano, così come le esigenze dei consumatori. Ecco quindi che una normale strategia di email marketing appare ormai obsoleta. Perché? Molto semplice. Le email di marketing tradizionali comprendono un testo basato principalmente sul prodotto o sul servizio, che però, nella maggior parte dei casi, non tiene conto delle reali esigenze del consumatore. Se ad esempio una persona non ha mai sentito parlare di trading, né ha intenzione di conoscerlo, quante possibilità ci sono che apra un’email di trading? Zero! Le strategie di nurturing email ragionano invece in senso diametralmente opposto. Il consumatore non è la destinazione finale, ma il punto di partenza. In tale ottica le email per fare lead nurturing mirano a costruire relazioni con persone che magari non sono ancora pronte o disponibili per un acquisto, ma in prospettiva futura se correttamente “nutrite” con le giuste informazioni potrebbero diventare dei prospetti interessati e dei clienti in futuro. Da non sottovalutare inoltre i clienti attuali che, anzi, vanno coccolati e fidelizzati costantemente. Il processo di fidelizzazione non è facile e richiede impegno e abnegazione ma, senza strategie di lead nurturing, ogni attività sarebbe inutile. Proprio per questo motivo è importante dotarsi di un efficace CRM, che consente di restare continuamente in contatto con clienti, lead e prospect per fornire una comunicazione personalizzata e cucita su misura per loro. Cos’è la nurturing email sequence? L’intero processo di email nurturing si basa sulla creazione di flussi di lavoro automatici, o workflow, che prevedono l’invio di messaggi di posta elettronica personalizzati a cadenza periodica. Prima di convincere un consumatore ad acquistare da te, devi presentare la tua azienda, fargli capire chi sei, cosa vendi e qual è la tua filosofia aziendale. Le sequenze di email nurturing sono quindi una presentazione del tuo brand. A chi indirizzare le email? A tutte quelle persone che hanno avuto un contatto con la tua azienda e che hanno mostrato un certo interesse, ma che hanno bisogno di ulteriori dati e informazioni per poi passare all’acquisto finale. Durante l’invio dei messaggi devi dimostrarti un brand affidabile, capace di gestire le eventuali obiezioni e di chiarire ogni dubbio. Così facendo rafforzi la brand awareness dell’azienda, che appare affidabile e credibile agli occhi del potenziale cliente. Email nurturing: esempi di successo Nella conferenza annuale tenuta da HubSpot nel 2022, uno dei tanti temi analizzati è stato proprio l’email lead nurturing. In quell’occasione furono dati consigli molto preziosi per creare delle strategie vincenti: analizziamoli nei seguenti paragrafi. L’importanza dell’oggetto Quando si crea un’email promozionale generalmente si commette un errore di fondo: si dà poca importanza all’oggetto. Magari si lavora molto sui testi, sulle immagini o sulle CTA. Sai però su quale elemento l’occhio di una persona cade quando arriva un’email? Proprio l’oggetto! Se non usi un oggetto accattivante o che riesca comunque a solleticare la curiosità del destinatario, tutto il lavoro dell’email risulta inutile dal momento che non sarà mai aperta. L’oggetto è quindi il primo elemento da realizzare con la massima cura e attenzione. Chiarito questo punto, quali parole usare? Ci sono alcuni termini che risultano un richiamo irresistibile per chiunque. Eccoli: Free: a tutti interessa qualcosa di gratuito, quindi perché non dare quanto meno un’occhiata? Termini che trasmettono la necessità di affrettarsi per non perdere un’occasione limitata nel tempo. Parole come “ultima possibilità”, “solo per oggi”, “ultima offerta” o “scade domani” si sono rivelate molto efficaci. Occhio però a non usare termini troppo spinti. “Urgente” ad esempio darebbe quasi un senso di emergenza, ottenendo di fatto l’effetto opposto; Nuovo: così come la gratuità, anche le novità che possono essere promozioni, offerte o sconti attirano sempre il pubblico. Infine usa un oggetto con pochi caratteri, in alcuni casi una singola parola risulta addirittura più attraente di 4-5 parole. Oppure, al contrario, usa un oggetto piuttosto lungo anche oltre i 65 caratteri. Nell’uno o nell’altro caso la tua email si distinguerà dalle altre, che invece utilizzano un numero di caratteri standard negli oggetti. Quando inviare l’email lead nurturing? Per costruire le tue mail di nurturing, uno degli strumenti che di consigliamo è Hubspot che mette a disposizione una serie di strumenti, come l'editor drag and drop, molto simili a quelli che sono presenti in Hubspot CMS, strumento perfetto per la costruzione di siti internet. Con Hubspot inoltre hai la possibilità di sfruttare la marketing automation per programmare i giorni e l'ora di pubblicazione, stabilendo quindi il periodo più proficuo affinché la tua mail venga letta e non buttata nel cestino. In alternativa, ci sono sempre i workflow per la creazione di campagne di nurturing email automatiche in base alle azioni compiute dai lead. Le promozioni risultano essere particolarmente gradite nei primi giorni della settimana. In questo periodo i tassi di apertura sono piuttosto elevati, per poi calare verso il fine settimana. Probabilmente il lunedì o il martedì le persone non hanno acquisti o investimenti in programma, quindi sono più propense a sfruttare promozioni. Verso il weekend, quando magari in programma c’è un’uscita, una gita in famiglia fuori porta o un acquisto, non c’è questa grande voglia di sfruttare le promozioni e spendere soldi. Altro quesito: con quale frequenza inviare le email? Fino a poco tempo fa il numero massimo consigliato era di 2-3 email al mese. Recentemente però, in seguito ad una maggiore fruizione dei servizi e dei contenuti digitali dettata forse dalla pandemia, il tasso di apertura e di risposta ai messaggi è cresciuta notevolmente. Teoricamente si possono inviare anche 1-2 email a settimana o comunque con una distanza temporale piuttosto breve tra un messaggio e l’altro. Si tratta comunque di indicazioni generali e le varie strategie vanno sempre impostate in base al proprio target di pubblico, alle loro reazioni, alle loro abitudini d’acquisto e alla propria azienda. Da tenere in considerazione che le tendenze cambiano continuamente, quindi bisogna sempre restare sul pezzo e tenersi informati sui nuovi trend. Conclusioni Considera nurturing email è una strategia successiva da applicare alla lead generation. L'obiettivo dell'inbound marketing è quello di offrire una soluzione ad un problema che un cliente ha e l'email nurturing rappresenta un'ottima strategia in questo senso. Per sapere di più sull'email marketing, puoi trovare risposte a tutte le tue domande nell’ebook gratuito sottostante che ti spiegherà passo passo come pianificare le mail. Ti basterà cliccare la CTA sottostante per scaricarlo. Image by jcomp on Freepik
Il web marketing può essere anche divertente? Assolutamente sì! Anzi, creare un modello di comunicazione commerciale basato sui giochi è una strategia che sta avendo un grande successo e che ha un nome: gamification marketing. Il marketing sul web sta cambiando profondamente e bisogna essere reattivi ai cambiamenti per non restare fermi al palo. Sicuramente alcune strategie come l’inbound marketing, il content marketing e l’advertising continuano ad essere veri pilastri per chi ha un e-commerce o un sito web. Tuttavia c’è da considerare un aspetto: per quanto tu possa lavorare bene, devi comunque confrontarti con competitor agguerriti in un mercato sempre più saturo e aggressivo. Come fare quindi per emergere e farsi notare dal tuo target di riferimento? Devi rompere gli schemi e soprattutto innovare. Come? Con il gamification marketing. Analizziamo meglio come funziona il nuovo trend della gamification marketing e come sfruttarne tutte le potenzialità. Gamification marketing: la definizione Con il termine gamification si fa riferimento all’utilizzo delle dinamiche tipiche dei giochi con l’obiettivo di aumentare l’engagement degli utenti verso il prodotto, o meglio ancora, verso il brand. Gli utenti vivono così un’esperienza sicuramente originale e coinvolgente. Si raggiungono tre importanti vantaggi: La fidelizzazione dei clienti a costi ridotti; La raccolta di dati e informazioni preziose; L’aumento delle vendite. Tantissime aziende hanno già sperimentato con successo la gamification marketing. Giochi a punti, sfide con obiettivi e battaglie tutti contro tutti sono solo alcune delle strategie adottate che assicurano interessanti premi, come sconti, punti fedeltà oppure accesso a promozioni riservate. Il desiderio di vincere e di primeggiare sugli altri, la competizione e il senso di appagamento dopo aver raggiunto determinati obiettivi fanno parte della naturale indole umana. La gamification marketing non fa altro che cavalcare questi naturali desideri e ambizioni, affiancati magari da campagne emozionali ad alto impatto e storytelling coinvolgenti. Questo nuovo trend è da ricercare nel fatto che le tradizionali tecniche di vendita stanno cadendo in disuso. Gli esponenti della Generazione Z o i Millennials sono molto più esperti di giochi virtuali rispetto alle precedenti generazioni, quindi la gamification marketing sfrutta le nuove tendenze per offrire servizi ed esperienze innovative e coinvolgenti. Come attuare la gamification nel marketing Per comprendere meglio il discorso fatto finora, ecco alcune strategie da adottare per sfruttare le normali meccaniche presenti nei giochi: Punti: puoi assegnare dei punti che premiano determinati comportamenti degli utenti, come, ad esempio, visitare l’e-commerce per diversi giorni consecutivi, oppure condividere un certo numero di volte gli articoli di un blog. Sono tutti comportamenti positivi che rafforzano la brand loyalty e sviluppano un senso di appartenenza del cliente verso l’azienda; Missioni: nei videogame i giocatori per andare avanti nel gioco e sbloccare successivi premi devono superare determinate missioni. Puoi fare la stessa cosa nell’ambito del marketing, assegnando missioni sempre nuove ai tuoi clienti e, al loro raggiungimento, regalando sconti, promozioni o altri bonus. Una strategia molto gettonata soprattutto tra gli e-commerce per fidelizzare i clienti; Leaderboard: puoi stilare una classifica, in base alle missioni compiute o agli obiettivi conseguiti, tra i tuoi clienti. In questo modo, oltre a sviluppare in loro un forte senso di appartenenza verso il brand, scateni una sana competizione, a tutto beneficio della tua azienda. Volendo fare un esempio ancora più specifico, diversi brand in occasioni speciali organizzano una caccia al tesoro. Come funziona? Esattamente come una caccia al tesoro, con la differenza che si svolge nell’online. Gli utenti vengono invitati a navigare tra le pagine dell’e-commerce, del sito o del blog per trovare un personaggio nascosto che ogni giorno è in una posizione diversa. Può trovarsi nella landing page, nella scheda prodotto o in un contenuto del blog. Il premio finale può essere un coupon da 20 euro o uno sconto del 30% su un prodotto. Naturalmente non tutti possono vincere questo premio, ma bisogna limitarlo ai primi 30, 40 o 50 utenti per incentivare la competizione. Gamification nel marketing B2B La gamification può essere utilizzata nel B2B marketing? Assolutamente sì! Anzi proprio in questo settore risulta ancora più efficiente, se utilizzata correttamente. Il processo di vendita nel B2B è decisamente più lungo e tortuoso rispetto al B2C. Nel mercato destinato ai clienti risulta molto più facile sfruttare elementi come l’emotività o appunto l’effetto scarsità. Nel mercato B2B tutto si complica. In tal caso bisogna conquistare la fiducia di aziende, che prima di procedere all’acquisto devono considerare molti più aspetti legati al budget, ai costi, ai rischi, all’adattabilità del prodotto o del servizio alle proprie necessità ecc. Il “corteggiamento” verso un lead può essere lungo e costoso, col rischio di beccare addirittura il più classico “due di picche”. Per trasformare il lead in cliente, oltre a coccolarlo e fornirgli contenuti di qualità e valore, devi adottare strategie più aggressive e innovative come appunto la gamification. Puoi adottare la strategia che ritieni più opportuna e, una delle più efficaci, riguarda ad esempio la fornitura di un servizio o un prodotto per un mese di prova. Investendo sulla user experience, diventa più facile aumentare il tasso di conversione. Supponiamo che tu commercializzi un software di elaborazione di immagini. Puoi decidere di rilasciare il software gratuitamente, magari per un mese, abbinando strategie di gamification. L’utente ha l’obiettivo di superare delle missioni e, per farlo, deve testare un tot di funzioni entro la fine del mese di prova. Così facendo può scoprire meglio tutte le funzionalità a disposizione, le testa e ne apprezza i vantaggi. A chi completa le missioni può essere assegnato un premio, come un ulteriore periodo di prova o uno sconto sull’acquisto del software. Un mezzo ingegnoso per fidelizzare i clienti a costi contenuti e invogliarli all’acquisto finale. Quali sono i vantaggi? Per le aziende, gli e-commerce e i siti web le innovative strategie della gamification marketing portano ad una serie di vantaggi che, come un effetto domino, innescano altri benefici. Ecco i vantaggi conseguiti: Maggiore engagement. Coinvolgere il proprio pubblico di riferimento è una delle attività più importanti, ma anche più difficili da portare a termine per l’estrema competitività dei mercati. La strategia di gamification deve quindi adattarsi al tuo target di pubblico e al canale utilizzato per fare aumentare il livello di interazione, generando un sentimento positivo verso il brand; Competizione stimolante. La componente ludica può essere sfruttata anche in ambito lavorativo. Anzi, il gioco rende molto più stimolante e creativo il lavoro. Come già anticipato la competizione fa parte naturalmente dell’essere umano, che prova un senso di gratificazione dopo aver raggiunto un obiettivo o dopo aver primeggiato su altri rivali; Raccolta di dati sugli utenti. Sulla base delle interazioni degli utenti, puoi segmentare i differenti target di pubblico, identificare i clienti più attivi e creare offerte personalizzate per loro; Un importante ritorno d’immagine. I clienti hanno una percezione molto positiva del tuo brand, di cui apprezzano la forte carica innovativa. Esempi di gamification da cui prendere spunto Esempi di strategie di gamification adottate delle imprese se ne trovano molti vista la capacità di questa strategia di marketing di migliorare i tassi di conversione, rendendo la campagna più coinvolgente, aumentando inoltre la capacità di lead generation delle imprese. Un primo esempio ci è fornito da Coca-Cola che, ogni giorno, lanciava uno spot pubblicitario alle 22 ad Hong Kong. Gli utenti potevano interagire con lo spot tramite l’app, scuotendo il telefono per vincere premi casuali. Altro esempio è stato Nike, che nel 2019, con il lancio del Nike Sneaker Day, in cui consentiva agli utenti di accedere alla propria app e cercare delle immagini con una targhetta da grattare. Nel caso in cui qualcuno avesse trovato la targhetta dorata, si sarebbe dovuto localizzarsi in uno dei luoghi misteriosi indicati dall'app (Parigi, Londra, Berlino) e geolocalizzarsi prima che le scorte arrivassero a 0, indicate all'interno dell'app. Alla fine si vinceva la possibilità di acquistare sneakers uniche al mondo. Altri brand hanno invece sfruttato i video interattivi, proiettando gli utenti al centro del gioco e facendoli diventare protagonisti con la possibilità di interagire con i messaggi ricevuti. L’interazione garantisce un maggior engagement, migliora la customer experience e consente di raccogliere dati preziosi degli utenti che possono essere immagazzinati in un efficace CRM, tracciando le scelte più gettonate durante la customer journey. Conclusioni La gamification marketing è in uno stato embrionale, ma già nelle prime fasi ha dato risultati straordinari che le aziende moderne non devono assolutamente ignorare. Determinate tecniche, come il content marketing e l’inbound marketing, vanno coltivate e ottimizzate ma, con l’ausilio del gamification marketing, le loro prestazioni non possono fare altro che migliorare. Se vuoi creare un sito moderno con cui progettare fisicamente la strategia di gamification devi dotarti innanzitutto di un efficiente CMS, come HubSpot CMS. Se invece hai bisogno di immagazzinare i dati dei tuoi contatti arrivati grazie alla gamification, automatizzare, snellire i processi e creare una relazione diretta con i clienti, puoi dotarti di un CRM. Il processo non sarà facile, ma con il giusto mix di queste strategie potrai toglierti belle soddisfazioni e vedere la tua attività crescere costantemente giorno dopo giorno. Per iniziare ti consiglio di leggere l’ebook a fondo pagina, scaricabile gratuitamente, che ti illustra come iniziare le tue campagne di lead generation, vero vantaggio del gamification marketing. Image by Freepik
L’unione fa la forza, soprattutto quando si parla di co-marketing! Questa particolare strategia di collaborazione, nota anche come marketing cooperativo, prevede un’alleanza generalmente a carattere temporaneo tra due aziende che conseguono rispettivi e reciproci benefici. Le azioni di co-marketing possono essere usate per arricchire la propria proposta di beni o servizi, per soddisfare una gamma più ampia di consumatori, per aumentare le vendite, per fidelizzare i clienti e conquistarne di nuovi e anche per rafforzare il proprio brand, soprattutto se si sceglie un partner importante. Nel mercato moderno esistono diversi esempi di co-marketing, ma le collaborazioni vanno scelte secondo determinati criteri e requisiti per ottenere un vantaggio reale e tangibile. Co-marketing: cos’è e quali sono le principali caratteristiche L’accordo di co-marketing, abbreviazione del termine inglese “cooperative marketing”, prevede una collaborazione tra due aziende che, pur trattando prodotti e servizi diversi, decidono di unire le forze per avviare un’azione strategica comune sul mercato. L’obiettivo principale è realizzare campagne di comunicazione efficaci e dal grande impatto, finalizzate a ridurre i costi per entrambi i brand e condividere il rispettivo know-how. Il co-marketing deve essere un accordo realmente vantaggioso per entrambe le parti. Se i benefici sono unilaterali o eccessivamente sproporzionati a beneficio di una sola azienda, allora questa strategia non funzionerà, oppure funzionerà solo per una delle parti in causa. Una volta chiarito cos’è il co-marketing, analizziamo meglio le sue caratteristiche principali. La durata dell’accordo Il co-marketing generalmente è una forma di collaborazione temporanea, che prevede la condivisione di informazioni e risorse per un periodo limitato nel tempo. Proprio per questo motivo tale strategia si differenzia dalla partnership marketing, cioè una collaborazione decisamente più duratura nel corso del tempo. Tuttavia non sono rari i casi in cui collaborazioni di co-marketing durano per un periodo indeterminato, o comunque per un periodo di media-lunga durata. La percezione del cliente Un altro aspetto da considerare è il ritorno d’immagine positivo agli occhi dei clienti. Se la tua azienda collabora con un brand importante, naturalmente ne beneficia in termini di marketing. Il tuo marchio acquista ulteriore valore e prestigio, purché la scelta del partner deve essere oculata. L’azienda con la quale lavori non necessariamente deve operare nel tuo stesso settore, ma deve quanto meno condividere gli obiettivi e gli interessi. Le 3 fasi del marketing in cui si sviluppa l’accordo La collaborazione con un’azienda può nascere in tre diverse fasi del marketing: Marketing analitico; Marketing strategico; Marketing operativo. Nel marketing analitico le aziende sono solite stringere accordi per ridurre i costi delle campagne pubblicitarie e delle ricerche di mercato, così da condividere le spese e raccogliere informazioni preziose. Il co-marketing strategico prevede un maggior impegno dei due partner e si basa su una forma di collaborazione continuativa. I due brand sono chiamati ad utilizzare in sinergia le risorse manageriali, fisiche ed economiche per conseguire reciproci vantaggi competitivi. Infine il co-marketing operativo consente di unire le forze per individuare i canali più indicati per sponsorizzarsi, i contenuti più “caldi” sui quali battere, gli influencer ai quali rivolgersi e tutte quelle altre attività che consentono di mettere in pratica quanto teorizzato nella fase strategica. In questo step può darti una grande mano un CRM, capace di farti snellire tutte le operazioni e darti una conoscenza migliore dei tuoi clienti, così da poter fornire un servizio di assistenza personalizzato che apre le porte alla fidelizzazione. Cos’è il co-branding? Prima di concentrarci sulle categorie e sui vantaggi offerti dal co-marketing, è opportuno soffermarci un attimo sul co-branding. Oggi esistono tantissimi esempi di co-branding, che può essere considerato una forma particolare di co-marketing. In tal caso due o più brand abbastanza noti uniscono le forze per realizzare un unico prodotto e avviare attività di marketing congiunte. In questo modo entrambe le aziende rafforzano la loro notorietà e generano un notevole incremento delle vendite. Benché si tratti di una forma di collaborazione molto interessante, va usata con le molle. Se infatti scegli un’azienda molto più grande e nota della tua, rischi di venirne schiacciato. Sarà solo il brand partner ad ottenere vantaggi, mentre tu raccoglierai le briciole. Vale anche il discorso contrario. Non scegliere come partner un brand totalmente sconosciuto, o peggio ancora con una brutta reputazione, poiché avresti un pessimo ritorno d’immagine. A proposito di percezione del brand da parte dei clienti, scegli un partner con il quale hai comunque delle affinità. Non avrebbe senso collaborare con un marchio che ha valori, filosofie e strategie aziendali diametralmente opposti rispetto ai tuoi. Le 4 categorie di co-marketing Il co-marketing può essere suddiviso in 4 categorie principali: Co-marketing di prodotto o di servizio. I due brand stringono un’alleanza per lanciare sul mercato un prodotto o un servizio condiviso, con l’obiettivo di aumentarne la competitività in commercio; Co-marketing di promozione. Si verifica quando un’azienda accetta di pubblicizzare i prodotti o i servizi di un altro marchio. Nella mente del consumatore si crea un’associazione positiva tra i due brand e quindi anche il messaggio pubblicitario ha un maggiore impatto. Una strategia particolarmente efficace nell’ambito dell’inbound marketing, una metodologia di business che attira i clienti in modo naturale con la creazione di contenuti di valore ed esperienze su misura per loro; Co-marketing di distribuzione. In questo caso un’impresa distribuisce i suoi prodotti tramite i canali di marketing di un altro brand. Una collaborazione del genere solitamente si verifica tra le imprese produttrici e le imprese distributrici: le prime sfruttano i servizi logistici delle seconde per ottimizzare la distribuzione e aumentare la customer satisfaction dei propri clienti; Co-marketing di prezzo. Infine le alleanze di prezzo consentono di vendere i prodotti a costi più contenuti. Ad esempio l’acquisto congiunto di due beni, rispettivamente prodotti dalle due aziende partner, dà possibilità di accesso ai prodotti a prezzi più calmierati. I clienti possono quindi acquistare prodotti a costi vantaggiosi, mentre i due brand vedono aumentare notevolmente le vendite e di conseguenza il profitto. Quali sono i vantaggi del co-marketing Questa forma di collaborazione garantisce una serie di vantaggi importanti, che vanno dall’acquisizione di nuovi clienti ad una maggiore visibilità fino all’aumento delle vendite. Possiamo così riassumere i benefici principali: Sfruttare la visibilità del brand partner e offrire ai suoi clienti i tuoi prodotti; Ridurre le spese grazie ad investimenti comuni e alla collaborazione in sinergia delle risorse umane; Condividere un pubblico qualificato e targettizzato di potenziali clienti, ottenuto tramite una campagna pubblicitaria realizzata insieme; Sfruttare i canali social, il blog, la landing page del sito e le campagne di e-mail marketing del partner; Avviare un rapporto di lunga durata che può rivelarsi fruttuoso per entrambi; Aumentare il livello di soddisfazione dei propri clienti, mettendo a loro disposizione un ventaglio di offerte molto ampio. Il co-marketing, se sfruttato oculatamente, consente di conseguire una serie di vantaggi e obiettivi difficilmente raggiungibili se i due brand operassero singolarmente. La collaborazione tra due brand, anche di settori diversi, è la strada giusta per avviare una strategia di business alternativa e originale. Come avviare una strategia di co-marketing vincente? Ti sei convinto ad avviare una strategia di co-marketing? Perfetto! A questo punto c’è solo una domanda da porsi: come scegliere il partner ideale? Domanda tutt’altro che banale, considerando che il successo della strategia di co-marketing dipende proprio dalla giusta scelta dell’azienda alleata. Per prima cosa devi scegliere un’azienda non competitiva, altrimenti rischiate di pestarvi i piedi a vicenda. La soluzione ideale sarebbe scegliere un’attività complementare alla tua. Secondariamente devi scegliere un brand che abbia un pubblico piuttosto vasto, da raggiungere facilmente tramite campagne di e-mail marketing, social ecc. Come già anticipato precedentemente scegli un’azienda che, come notorietà e reputazione, sia più o meno simile alla tua. Hai individuato il partner ideale? Ottimo! A questo punto però devi convincerlo con un’idea originale e soprattutto ben strutturata. Se la tua proposta è troppo generica, rischi di fare un buco nell’acqua. Puoi contattare il potenziale partner inviando una mail dove ti presenti e illustri la tua idea di co-marketing, enfatizzando i vantaggi per lui e per te. Se il partner risponde positivamente alla tua proposta, non resta che accordarsi sulle modalità di collaborazione. Ecco cosa bisogna fare: Decidere come avviare la collaborazione e quali saranno i vantaggi per entrambi; Stabilire le responsabilità e le attività da assegnare a ciascuna delle due aziende, affinché non ci siano rischi di sovrapposizione o di lacune durante i processi di marketing; Definire i risultati da perseguire per entrambi. Questi sono per grandi linee i principali accordi da stabilire ma, in base alla tipologia di collaborazione, puoi tranquillamente concordare secondo altri criteri. Conclusioni Sono tantissime le aziende, di piccole, medie e grandi dimensioni, che stanno guardando con interesse sempre maggiore alle grandi opportunità di co-marketing. Misurare le prestazioni delle collaborazioni, come ad esempio le campagne di marketing, è fondamentale per capire se la tua strategia di co-branding sta funzionando. A tal proposito può esserti utilissimo HubSpot CRM e, per comprendere meglio il funzionamento del software e sfruttarne tutte le potenzialità, ti suggerisco di scaricare e leggere l’ebook gratuito alla fine dell’articolo. Image by pressfoto on Freepik
Grazie alla tecnologia contemporanea abbiamo a disposizione una serie di strumentazioni che facilitano la gestione di ecommerce e siti web. Uno degli aspetti più importanti da gestire riguarda la relazione tra azienda e clienti, o lead, cioè utenti che hanno manifestato interesse verso i tuoi prodotti, i tuoi servizi o il tuo marchio in generale. HubSpot per ecommerce rappresenta uno degli alleati più preziosi per uno shop online, soprattutto nella relazione con i clienti. Dobbiamo entrare nell’ottica che il rapporto con un cliente non si esaurisce assolutamente con la vendita. Quello non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Ebbene HubSpot aiuta a “nutrire” il cliente in ogni fase (prima, durante e dopo l’acquisto) con una serie d'informazioni, messaggi, email, offerte e promozioni che favoriscono la fidelizzazione. In un mercato sempre più saturo e competitivo è necessario adeguarsi alle esigenze del pubblico, per fornire realmente un valore aggiunto e differenziarsi dalla concorrenza. HubSpot sa adattarsi ad ogni necessità, dallo sviluppo dell’ecommerce B2B allo sviluppo dell’ecommerce B2C, fornendo di volta in volta gli strumenti più adeguati per perseguire i propri obiettivi e snellire i processi. HubSpot è il miglior CRM per ecommerce? Il tuo ecommerce è in costante crescita e i vecchi fogli Excel non sono più sufficienti per gestire le tue attività e le relazioni con i contatti? Allora hai bisogno di un efficace CRM, l’acronimo di Customer Relationship Management ovvero Gestione delle Relazioni con i Clienti. Con un ottimo CRM puoi restare in contatto con i tuoi clienti, semplificare tutti i processi e migliorare la redditività del tuo ecommerce. Secondo molti il miglior CRM attualmente disponibile in commercio è HubSpot. É davvero così? Sicuramente oggi esistono diversi CRM, molti dei quali ben fatti e altamente performanti. A seconda delle preferenze e degli obiettivi da raggiungere, ognuno potrebbe optare per questo o per quel CRM. Una cosa però è innegabile: oggi in Italia sono tantissimi gli ecommerce che usano HubSpot come CRM. Secondariamente, gli esperti del settore hanno selezionato HubSpot come miglior CRM per l’inbound marketing; infine sono sempre di più gli esempi di HubSpot case study che raccontano storie di successo di ecommerce e brand che hanno usato questo CRM. Tre indizi fanno una prova e quindi, su queste basi, possiamo dire senza timore di smentita che sicuramente HubSpot rappresenta uno dei migliori CRM in commercio, se non il migliore. O meglio, Hubspot rappresenta uno dei migliori ecommerce CRM perché riesce ad integrare perfettamente il mondo ecommerce con il mondo CRM. Quali sono le funzionalità di HubSpot? Cosa puoi fare con HubSpot CRM? Dipende dai tuoi obiettivi, ma questo software di marketing automation “all-in-one”, ti mette a disposizione tutti gli strumenti e le funzionalità necessarie per creare un e-commerce altamente performante. Analizziamo di seguito alcune delle funzionalità disponibili su HubSpot. I contatti con i clienti Se hai un ecommerce, necessiti dei contatti dei clienti come il pane. Il cuore della tua attività sono proprio i clienti, che a loro volta possono diventare ambasciatori del tuo brand e innescare un passaparola positivo. Cosa può fare HubSpot per il tuo ecommerce nella relazione con i clienti? Ti consente di conservare le informazioni del tuo contatto, come il numero di volte che ha avuto accesso sul tuo sito o che ha aperto le tue email. E ancora puoi avere una relazione dettagliata di tutte le attività di un contatto sul web, come contenuti scaricati, articoli letti o prodotti maggiormente monitorati o acquistati. In questo modo puoi raccogliere informazioni preziosissime, per poi avviare una comunicazione personalizzata con quel cliente inviando promozioni e offerte su misura. Il tutto avviene in maniera perfettamente automatizzata, così da snellire e velocizzare ogni processo. Le attività del cliente utili per la profilazione del target Altra funzionalità che rende Hubspot il migliore CRM integrabile con l'ecommerce, è il fatto di poter tracciare tutta l'attività che un cliente compie sul vostro ecommerce. Tramite il tracciamento dei cookies sarà possibile vedere quali pagine del sito web ha visitato e per quanto tempo. L'utilità di questo tool è enorme perché permette alle aziende di mirare la comunicazione verso prodotti apprezzati dall'utente. Per esempio, se il vostro ecommerce ha come core business la vendita di abbigliamento e il contatto visiterà in breve tempo solamente pagine relative a calzatura per lavoro, potrai inviare una comunicazione ad hoc su eventuali offerte relativo al tipo di prodotto visitato dal cliente. Ciò significa un notevole risparmio di tempo e, fattore non trascurabile, un risparmio di fastidio nel vedere una comunicazione non pertinente lato cliente. Le trattative Ogni volta che un utente entra in contatto con il tuo marchio, che sia sui social, sull’ecommerce o su qualsiasi altro canale, inizia una trattativa che ha l’obiettivo di trasformarlo in cliente. Ogni utente effettua un percorso di vendita e, a ogni tappa, avanzerà anche la trattativa. In pratica puoi osservare e monitorare le varie fasi della trattativa che dovranno trasformare il contatto in cliente. Noti che a una determinata tappa il percorso del contatto si interrompe, si blocca o si rallenta? In tal caso puoi intervenire tempestivamente e porre rimedio alla criticità che sta ostacolando la trattativa. Gli obiettivi Porsi degli obiettivi è un ottimo sistema per far crescere la propria attività ed essere sempre “sul pezzo”. Dopo aver conseguito dei buoni risultati, c’è il rischio di sedersi sugli allori. Con degli obiettivi invece si alza sempre di più l’asticella, in modo che l’attività abbia una crescita costante. Puoi creare tu gli obiettivi all’inizio di un progetto, oppure assegnarli automaticamente dopo che un tuo contatto è passato a uno stage successivo. Se lo desideri puoi creare un obiettivo specifico per un singolo contatto, così da poterlo seguire con maggiore attenzione. Gestisci tutti i tuoi impegni Alle 9:00 hai una call con dei clienti; alle 10:30 devi consegnare un progetto; alle 12:00 devi contattare i fornitori; alle 15:00 bisogna inviare le fatture. Tra tutti questi impegni c’è il rischio che ti sfugga qualcosa o, peggio ancora, fissare due diverse call allo stesso orario. Come risolvere allora questi problemi? Con la funzione “meeting” di HubSpot che, collegandosi al tuo calendario Outlook o Google, sincronizza in automatico tutti i tuoi impegni. In questo modo non c’è il rischio di dimenticare qualcosa o fissare due impegni agli stessi orari. Naturalmente ricevi delle notifiche che tengono traccia di tutti gli impegni quotidiani, settimanali o mensili. Queste sono solo alcune delle funzionalità che HubSpot mette a tua disposizione, ma ce ne sono davvero tante che puoi sfruttare a seconda delle tue necessità. Quali sono i vantaggi di HubSpot in chiave ecommerce? Anche se HubSpot fornisce funzionalità che si adattano a ogni tipologia di e-commerce, i vantaggi garantiti sono gli stessi per tutti. Innanzitutto puoi fornire un’esperienza personalizzata al tuo cliente, proponendogli sconti, offerte e promozioni su misura. La fidelizzazione dei clienti passa proprio per il rapporto costruito con loro, che deve essere plasmato secondo le loro preferenze. Questo è il punto di partenza per costruire una relazione solida e duratura con gli acquirenti. Ti sei mai chiesto quanto tempo perdono i tuoi team nel registrare manualmente tutti i processi amministrativi? Tanto, troppo tempo. Mai come in questo mondo così frenetico e convulso il tempo è denaro. Con HubSpot puoi tranquillamente automatizzare tutti i processi amministrativi, che liberano i tuoi team da operazioni lunghe e noiose, consentendo loro di concentrarsi su altre attività più impegnative. Tutto questo ovviamente si traduce in una maggiore produttività della tua azienda. Il processo di vendita diventa molto più snello e fluido sia per il cliente, ma anche per il team di assistenza chiamato in causa per fornire supporto. Un operatore addetto all’assistenza, che ha a disposizione tutti i dati e le informazioni di un determinato cliente, può fornire un supporto molto più dettagliato, preciso e personalizzato. Ecommerce integration HubSpot: le integrazioni con le piattaforme I marketer hanno a disposizione molti strumenti preziosi per la loro attività di ecommerce: dal blog alla SEO, dai social alle campagne di marketing. Tuttavia questi strumenti sono scollegati dal database dei contatti e, in alcuni casi, addirittura tra di loro. Rischi quindi di perdere una serie di dati preziosi, o comunque di non riuscire a confrontarli tra di loro per capire come stanno performando gli strumenti a tua disposizione. Cosa fa quindi HubSpot? Raccoglie tutti i dati dei suddetti strumenti, mettendoli in relazione tra di loro e custodendoli in un database affinché possano agire in sinergia tra di loro. Le interazioni degli strumenti vengono appositamente registrate nel CRM e puoi tenerne traccia in ogni momento. Considera che alcuni visitatori atterrano sul tuo sito partendo da una pagina social, da un sms, da una campagna pubblicitaria o direttamente dai motori di ricerca. Con HubSpot puoi conoscere i comportamenti di ogni singolo utente, intercettarne i bisogni e fornire proposte e offerte tarate e personalizzate sulle sue esigenze. Allo stesso tempo puoi individuare le aree carenti nel processo di vendita che necessitano di essere rafforzate, oppure i punti di forza che vanno ulteriormente implementati e valorizzati. Con quali software di ecommerce può integrarsi HubSpot? Ne sono tanti. Da tempo ormai è disponibile un’integrazione nativa con Shopify che consente alle due piattaforme di dialogare perfettamente tra di loro. Grazie a questo “dialogo” sempre aperto, puoi trasferire da Shopify i dati relativi alle transazioni dei clienti su HubSpot. Questa integrazione consente di fare molto di più e per avere maggiori informazioni puoi tranquillamente contattare gli esperti Shopify del servizio assistenza. Ed ancora puoi integrare HubSpot con i marketplace e altre piattaforme come WooCommerce, Magento 2.0 e BigCommerce. Conclusioni Sono sempre di più gli ecommerce che non possono fare a meno di HubSpot. Se anche tu desideri dare una svolta alla tua attività, ti conviene utilizzare questo preziosissimo CRM. Vuoi approfondire la conoscenza su HubSpot? Allora per prendere confidenza con il software ti suggerisco di scaricare l’ebook a tua disposizione gratuitamente. Si tratta di un libro che ti svela tutte le funzioni gratuite di HubSpot e ti consente di organizzare al meglio i tuoi contatti e i tuoi clienti. Image by master1305 on Freepik