Chi apre un ecommerce con Shopify, non sempre lo fa per un progetto coerente di business aziendale, ma spesso può essere mosso dalla curiosità o dalla voglia di esplorare. Diverso è quando parliamo della versione enterprise di Shopify, ovvero Shopify Plus, pensato per brand ed aziende con necessità di costruire progetti di business per scalare e trovare un posizionamento nel mondo dell’ecommerce. O che già lo hanno, ma vogliono migrare da soluzioni che fanno venire il mal di testa, con approcci decisamente legati ad un mondo diverso dal SaaS e dalle logiche semplici della digital transformation, un mondo di server, sistemistica, aggiornamenti, bug, siti in down ed assistenza continua. Quindi, se rappresenti un brand, una azienda enterprise o una agenzia che ha bisogno del nostro supporto per proporre al tuo cliente un progetto con Shopify Plus, leggendo questo post capirai come puoi definire il costo - di massima - di una messa in linea dell'ecommerce, chiavi in mano. Sì sì, hai letto bene: anche se sei un'agenzia che propone soluzioni ecommerce: collaboriamo con un sacco di partner Shopify che hanno bisogno di esperti e specialisti per sviluppare soluzioni personalizzate... e Shopify Plus ha proprio bisogno di visioni e messe a terra di sviluppo custom. Il budget per sviluppare l’ecommerce enterprise con Shopify Plus Ci possono essere, fondamentalmente 3 possibili strade al progetto ecommerce con Shopify Plus, con la metodologia di ICT Sviluppo, che determinano differenti fasce di costo, per inquadrare il budget. Queste tre strade non hanno a che fare con le impostazioni di base del negozio (pagamenti, spedizioni, tasse, privacy…) e neppure con tutti gli elementi extra - che vanno quantificati a parte su bisogni specifici, visto che questi elementi si affrontano sempre con gli stessi paradigmi, in startup. Si basano sulla scelta dell’approccio al tema della grafica, che può variare molto, in prima battuta. Questo perché, nella definizione del costo per avere un budget di un progetto ecommerce con Shopify Plus ci sono 2 livelli su cui si lavora a) Il primo livello è il tema grafico. E qui è semplice, differenti modi di intendere il risultato, determinano progetti distinti anche per la quantificazione. b) Il secondo livello è quello legato a tutti gli aspetti che non c’entrano con la grafica, ovvero il supporto per CONFIGURAZIONI e allo sviluppo di FUNZIONI, in pagina o con app terze. Parliamo, per il secondo caso, dell’eventuale necessità di quantificare lingue aggiuntive, di sostenere una migrazione dei clienti e degli ordini dal vecchio ecommerce, di un allineamento per gestire molti mercati (scegliendo per ognuno se abbiamo bisogno di un Expansion Store di Shopify Plus o di lavorare con la funzione integrata dei “mercati”) il bisogno di integrare uno store locator….e così via, tutte quelle altre funzioni di cui necessita il progetto - alcune delle quali potrebbero aver bisogno anche di uno sviluppo di app private, non presenti nello store. NOTA BENE: Quindi, i budget che andrò ad esporre hanno tutti la premessa che il supporto per configurazione e sviluppo di funzioni più complesse possono incidere in modo impattante sul costo finale. Quindi si consideri come un BUDGET DI MINIMA. Le tre possibili strade per il progetto enterprise con Shopify Plus di ICT SVILUPPO 1. Startup Theme con Shopify Plus Sviluppare l’ecommerce utilizzando tema di Shopify dallo store ufficiale, uno di quelli senza troppe magagne, da scegliere con il cliente, senza apportare modifiche grafiche e strutturali. Su questo andiamo ad impaginare e settare tutto.. Immaginiamo che, mediamente, questo approccio, porta ad un progetto che, sulla base di progetti precedenti, possiamo stimare con un range tra i 15/25k €*. 2. Custom Theme con Shopify Plus Sviluppare lo store con sviluppo di un tema custom, fatto su misura. Ne beneficia la velocità (ci sono solo i codici che ci servono) e la possibilità di “lavorare” in futuro sul tema riducendo la possibilità di incontrare difficoltà nello sviluppo (non essendoci codici extra che non usiamo inseriti nel tema dallo sviluppatore). Questo permette di essere anche più aderenti alle linee guida del brand e nel “pensare da zero” il sito. Fermo restando tutte le possibilità di costi extra che possono sopraggiungere, per i progetti con grafica custom, e, in base alla nostra esperienza, l’azienda deve considerare un accantonamento di budget di almeno 25-35k €*. 3. Customized theme con Shopify Plus La via di mezzo è quella di scegliere un tema dallo store, molto simile al risultato finale che si vuole ottenere come funzionalità (ad esempio un tema con megamenu, un tema con con l’anteprima dell’acquista in pagina listino… insomma, con le funzioni che grossomodo voglio) e lavorare su un mockup su questo per cambiare la grafica e farla “più personalizzata”. Potremmo definirla una personalizzazione di un tema acquistato dallo store. Su progetti di questo genere, generalmente andiamo su budget di massima di 20/30k €*. . * Perché poi il progetto potrebbe necessitare di un budget più alto? Su questo budget spesso capita di dover aggiungere, come premesso, il supporto per configurazioni o sviluppi extra (come app private, per soddisfare requisiti specifici, o per l’apertura di altri canali di Shopify (come nel caso di differenti cataloghi su nazioni diverse, con sistemi di pagamento differenti e logiche di scoutistiche e promozioni distinte, ovvero per tutti i casi in cui la funzione “Mercati” integrata in Shopify non dovesse bastare). Ma qui è impossibile dare un range, perché dipende dalle applicazioni che si installano, dalle applicazioni che si sviluppano, dalla quantità di espansione store (nuovi canali) che si attivano. Ci sono inoltre tre variabili, valide per ognuno delle tre strade, che vanno a costituire dei COSTI ADDIZIONALI ma spesso NECESSARI: i. Data Integration Oltre allo sviluppo dell’ecommerce, bisogna (quasi) sempre mettere nel budget un connettore, ovvero la parte di data integration tra Shopify e l’ERP / il software gestionale. A corredo del sistema informativo, ci possono essere altri flussi di scambio dati necessari tra Shopify plus e altri software, come con un PIM, un DAM o un software per la gestione del catalogo e delle vendite sui marketplace (alla Channelengine o Langow, per fare un esempio). Ma, almeno per la parte di scambio anagrafiche, ordini e di allineamento giacenze con il gestionale, il connettore con il gestionale è un “sine qua non” difficilmente non ipotizzabile in un progetto ecommerce. Per andare incontro a questa necessità, ICT SVILUPPO propone una soluzione testata da decine e decine di siti online, chiamata Total Data Hub (TDH). TDH è una sistema IAAS (Infrastructure As a Service) di scambio dati tra sistemi software, altamente adattabile e scalabile, sviluppato all’interno del Cloud Microsoft Azure, con un sistema di micro servizi altamente scalabile. TDH si occupa dell’interscambio dati tra diverse fonti e destinazioni, in modo bidirezionale, tramite vari tipi di collegamenti via API, webservice, etc. resi disponibili dai vari software specialistici, per costruire un’infrastruttura che si rifà ai principi essenziali della Digital Transformation. Per stimare il costo di una soluzione di data integration è necessaria un’analisi preliminare, senza la quale è impossibile definire SE (si può) e QUANTO (costa). Ma visto che stiamo parlando di budget di massima, proviamo ad invidiare un primo range, sempre di partenza: se si tratta di un connettore “semplice”, ovvero dove, senza particolari complicazioni e che utilizza uno dei sistemi standard diffusi nelle PMI italiane - alla TeamSystem, Zucchetti, Atelier, Moda, Stealth o software di pari livello - in 15 anni di sviluppo di soluzioni di data integration, possiamo con una certa sicurezza, indicare sui 10 k € un'idea di budget. Se fosse invece un connettore con un sistema più enterprise, come SAP o Oracle, ci è capitato spesso di aggirarci su cifre che variano tra i 15-30k € di budget. La cifra dipende molto dalla tipologia di database, dalla sua dimensione (quanti prodotti) e dalle necessità architetturali più o meno complesse (punti vendita, marketplace e altri canali di distribuzione da tenere aggiornati, allineando le giacenze, con grandi quantitativi di codici ean da gestire). Il tutto, ovviamente (non mi stanco di ripeterlo) subordinato ad una analisi preventiva. ii. I canali aggiuntivi di Shopify Plus Non sempre si riesce a gestire tutto con la funzione dei mercati di Shopify, per gestire l’internazionalizzazione del proprio business online. Spesso è necessario disaccoppiare su differenti canali paralleli i vari listi, cataloghi, forme di pagamento, proposte commerciali… Impostare e configurare un nuovo canale, applicargli il tema selezionato è un lavoro che si fa per ogni mercato e che ha peculiarità specifiche, quelle stesse che lo rendono inassimilabile su un’unica istanza di Shopify plus. Anche qui, dipendendo dai casi, potremmo immaginare un budget di minima 4/5.000 € per ogni canale aggiuntivo. iii. Il progetto Headless Ecommerce C'è una quarta strada sul tema dell'impostazione grafica, che è quella dell'HEADLESS ecommerce con Shopify, Shopify propone una soluzione completa per la realizzazione degli ecommerce headless. Cosa significa headless? Il disaccoppiamento del software per la gestione dell'ecommerce dalla pagine che vengono navigate, il frontend. In questo modo abbiamo due sistemi, uno che gestisce l'ecommerce e uno sul quale si sviluppano esperienze utente di navigazione, che dialogano tra loro tramite API. Se volete approfondire il tema, ho scritto questo articolo su che cos'è un ecommerce headless. Dato che il backend per le operazioni è sempre Shopify, le pagine dello store, il frontend, viene invece sviluppato, all'interno di questa soluzione nativa con un framework basato su React che si chiama Hydrogen. Hydrogen è la piattaforma per lo sviluppo ufficiale proposta da Shopify per costruire gli storefront (le teste dell'ecommerce headless, ovvero le pagine che vengono viste dal pubblico) personalizzati. Viene promossa sul sito di Shopify come la soluzione a Framework completo che permette di supportare l'azienda che lo vuole implementare sotto diversi aspetti: Permette di accelerare lo sviluppo dell'ecommerce, grazie a dei template da cui partire, incluso un completo store di demo e a dei componenti già pronti, hook ed utility che rendono più facile il lavoro con le API di Shopify. Si presenta completo e flessibile: si appoggia a tecnologie moderne e avanzate ma nel contempo diffuse e collaudate come Typescript, React e Tailwind. (ma soprattutto questo) E' ottimizzato per aver performance eccellenti, grazie al rendering in streaming lato server (server side rendering) con Suspense e le politiche di memorizzazione nella cache, che sbloccano i primi rendering veloci e permettono l'immissione dei dati in maniera progressiva. E poi anche perché è uno dei primi framework costruiti su React 18. Per sviluppare un progetto headless con Shopify Plus, visto che bisogna produrre moduli e funzionalità da zero, sulle richieste specifiche del progetto, a seconda della dimensione del progetto, potremmo ipotizzare un budget dai 70.000 € ai 150.000 €. Anche qui, tutto da definire in fase di analisi. Shopify Plus, un PROGETTO ecommerce enterprise Mettere in piedi un sito ecommerce enterprise con Shopify Plus, non è quindi aprire un account sulla piattaforma, caricare i prodotti, fare due configurazioni e andare in linea, sperando di vendere qualcosa. Un’azienda e un brand, che decidono di migrare - o di iniziare con un nuovo progetto - con la soluzione enterprise di Shopify Plus, lo devono dare con un approccio progettuale. Ed è questo che facciamo qui da noi, in ICT SVILUPPO: progetti ecommerce per aziende che vogliono affrontare il mondo dell’online in maniera organica e completa, progetti integrati nell’architettura informatica ed informativa dell’azienda, che scambiano dati con ERP, PIM, CRM e con i touchpoint che possono essere necessari. Nel fare questo, abbracciamo una filosofia che votata alla semplicità: “make it easier” è la nostra ricerca della soluzione più semplice per risolvere questioni spesso complesse. Si scala su qualcosa di “più complesso” solo quando la soluzione più semplice non soddisfa completamente i requisiti. Un approccio che mescola il Growth Drive Design, i paradigmi Lean e una vocazione ai dettami della Digital Transformation. Ma come coniugare la soddisfazione dei requisiti di realtà molto complessi con un approccio votato alla semplicità? Beh, premessa: dovrebbe sempre essere una questione di riduzione ai minimi termini di problematiche complesse 😀 (e non di complicare l’esitante ancora di più, come accade scegliendo certi software blasonati e sviluppatori che hanno fatto le loro fortune su questo). Un progetto ha bisogno di essere redatto e quantificato in seguito alla analisi delle esigenze di business specifiche, per poterlo quantificare. Il nostro esercizio, con questo post, è poter dare un minimo di visione per iniziare a comprendere dei budget da cui partire. E, detto questo, in ICT SVILUPPO facciamo questo con un metodo, un metodo che deriva da un’esperienza di lunga data sul mondo ecommerce. Il METODO di ICT SVILUPPO ICT SVILUPPO è stato uno dei primissimi partner di Shopify italiani, dal 2016, e Shopify Experts, con un know how che si è consolidato, negli ultimi 5 anni, su decine di progetti. Ma il team interno ha messo in piedi, sviluppato e venduto progetti di ecommerce fin dal 1998. Parliamo di quei 25 anni di know how sul tema. Il CEO di ICT Sviluppo, Diego Dal Lago, sviluppava gestiva i suoi ecommerce dalla fine degli anni 90. Lo stesso faceva il COO Giovanni Fracasso. Con esperienze diverse (quella di Diego più tecnologia, quella di Giovanni più votata al marketing) ma in un ambito che, all’epoca, era pionieristico. E oramai, inutile nasconderlo con falsa modestia, quando ci troviamo di fronte ad un progetto ecommerce da sviluppare, le idee sul “come” andrebbe fatto, le abbiamo spesso molto chiare fin dalle prime chiacchiere con il cliente. Negli anni abbiamo costruito un metodo per realizzare i nostri progetti ecommerce, che semplifica e fluidifica i processi per arrivare ad un risultato in tempi ragionevoli e con costi proporzionati alla grandezza ed importanza del progetto che il cliente vuole avviare. Il Project Ecommerce Manager Il metodo di ICT SVILUPPO passa attraverso l’utilizzo di una risorsa senior che, da project manager, affianca costantemente il cliente in ogni fase, non solo con lo scopo di accounting, ma di vero e proprio supporto consulenziale, per trovare le migliori soluzioni con la piattaforma scelta. I 4 team per il progetto Shopify Plus E poi ci sono 4 team distinti, per seguire le varie fasi del progetto, coordinati dal manager affidato al progetto per i diversi aspetti sviluppo front end (grafica/tema); sviluppo core (connettori, app private); configurazioni, impostazioni ed impaginazioni; supporto per. Implementazioni tattiche di marketing (popup, marketing automation, fidelity…). I 4 team e il Project Manager lavorano sul progetto, partendo da un kick-off, con l’obiettivo di trovare la strada “più semplice” (e che lasci la massima libertà di intervento successiva al team marketing del cliente) per soddisfare tutti i requisiti del cliente. Conclusione: ma insomma, quanto costa un progetto con Shopify Plus? Spero lo abbiate capito: definire un budget per un progetto di Shopify plus senza analizzare nel dettaglio ogni esigenze è praticamente impossibile. Pesa la scelta dell’approccio alla grafica. Pesa la scelta della gestione dei mercati differenti. Pesa il connettore con gli altri sistemi aziendali e la complessità dell’architettura. Pesa la necessità di sviluppare o configurare soluzioni specifiche per necessità di business particolari. Resta quindi una considerazione da progetto, proprio come ricordato prima: e un progetto ha bisogno di essere redatto e quantificato in seguito alla analisi delle esigenze di business specifiche. Ma intanto, se volete giocare con un budget e con le voci inserite in questo post, potete creare uno scenario aziendale per poter affrontare il tema con il metodo di ICT Sviluppo. Di base direi che, a secondo delle complessità da risolvere a livello di data integration, come gestire la questione dei vari mercati e qualche funzionalità aggiuntiva, è un progetto che - se non si sceglie la strada dell'headless ecommerce - si aggira, sulla base del nostro storico e tipologia di gestione dei progetti, tra i 50.000 € e i 100.000 €. E davvero, se pensate che il fatto che costi meno rispetto a Salesforce Commerce Cloud o ad Adobe/Magento sia un minus per un ecommerce enterprise... forse dovreste riconsiderare e ritarare i parametri di giudizio, alla luce della veloce progressione tecnologia e alla spinta dell'innovazione che abbiamo visto negli ultimi anni, che ha abbattuto i costi di soluzioni all'avanguardia. Perché con l'approccio di Shopify Plus si può avere molto di più a decisamente meno, grazie ad una piattaforma che rende facile la gestione, l'implementazione e lo sviluppo. Ulteriori approfondimenti li trovi nel nostro articolo sul prezzo di Shopify Plus. Per approfondire il tema, per capire come ICT Sviluppo potrebbe aiutarvi con il vostro progetto con Shopify Plus, questo il link al mio calendario per fissare una call di presentazione: CALENDARIO GIOVANNI.
Per una qualsiasi attività online è importantissima la fase di lead generation, essa consente ad un ecommerce di dotarsi di una schiera di potenziali clienti, che se adeguatamente alimentati possono acquistare all'interno degli shop online. Ma cos’è la lead generation? Se volessimo definire questo concetto cosa potremmo dire? La parola inglese “Lead” vuol dire contatto e “generation” vuol dire appunto generazione, va da sé che per lead generation si intende l’insieme di attività di marketing preposte a generare nuovi contatti. Ma come fa un’azienda, ed in particolare un ecommerce, a prendere nuovi contatti? Mediante un insieme di azioni come la SEO, il blogging, l’advertising, la pianificazione di una strategia sui social network e tutta la parte di content marketing con relative landing page - ovvero le attività di marketing base. Ok. Ora la domanda potrebbe essere: ma basta fare questo per generare nuovi contatti? Beh no. Queste citate sono quelle attività senza le quali non si arriva molto lontano con un business online, ma è vero anche che devono essere costruite strategicamente, secondo un’idea di funnel marketing molto precisa. Ma non sempre tutte le attività di marketing base sono necessarie per un funnel marketing. A volte quest’ultimo funziona benissimo anche senza il blog per esempio e si riescono a raccogliere nuovi contatti anche con una landing page fatta bene. Insomma, la lead generation è un insieme di strategie e creatività di marketing costruite ad arte per un obiettivo preciso. Per strutturare un funnel marketing efficace è importante conoscere molto bene le buyer persona, ergo studiare attentamente il profilo del target per proporre azioni mirate ed efficaci. Andiamo ora ad approfondire come funzionano le strategie di lead generation nel caso di progetti ecommerce, inoltre analizzeremo come fare pianificarle nel modo migliore possibile. Usare il funnel per fare lead generation per l'ecommerce Prima di tutto è importante soffermarsi sulla definizione della parola inglese “Lead”. Cosa si intende per Lead? I lead rappresentano i clienti potenziali, che potrebbero quindi essere interessati al prodotto o servizio e che dobbiamo convertire in clienti, tramite le strategie di lead nurturing. Fatta questa doverosa premessa che ci sarà utile, nel corso di questo articolo, per meglio comprendere come si struttura una strategia di lead generation per l'ecommerce, andiamo ora ad approfondire i 3 golden point da osservare per generare contatti. Offri ai contatti un lead magnet per attirarli - un contenuto di approfondimento gratuito scaricabile solo previo riempimento di un form contatti; Costruisci delle Call To Action (CTA) parlanti ovvero che invoglino i contatti a compiere un’azione. Sfrutta eventuali landing page per convertire i visitatori anonimi in lead; Questi 3 punti base sono fondamentali per raggiungere almeno il primo obiettivo, ovvero quello di ottenere contatti. Ottenere contatti però non è sufficiente e per trasformarli in clienti è necessario essere costanti. Ad esempio se abbiamo a nostra disposizione i dati del contatto, lasciati spontaneamente, possiamo intraprendere azioni specifiche, come la condivisione di articoli di blog, l’invio di newsletter settimanali o mensili per aggiornarli su nuovi contenuti da leggere, promozioni e offerte. A questi golden point si aggiunge poi, soprattutto se si parla di e-commerce, un servizio molto efficiente di customer care, con live chat e chatbot dedicati sempre disponibili. Come si può vedere sono attività a prima vista banali, ma che hanno un grande riscontro per una strategia di lead generation. Ma una volta acquisito il contatto, quanto è importante la fase di monitoraggio? Qui ci viene in aiuto l’utilizzo di un CRM efficace, come può essere appunto Hubspot CRM. Approfondiamo nel prossimo paragrafo di cosa si tratta. L'importanza della fase di monitoraggio Per un ecommerce è molto importante monitorare attentamente i movimenti dei contatti sul negozio online, è infatti importante dotarsi di un ecommerce CRM, perché ti dà la possibilità di avere una visione completa dei touchpoint dei tuoi clienti attuali. I dati derivanti dalle analisi, sono molto importanti per capire come strutturare una buona strategia di lead generation, sia per avere un'idea dei touchpoint su cui essere presenti, sia per avere chiara la strategia da un punto di vista del contenuto da adottare. L'analisi inoltre è utilissima per capire cosa sta funzionando nella strategia attuale di lead generation e cosa invece c'è da migliorare. Solitamente un report trimestrale ci dà l’idea reale di quanti contatti nuovi abbiamo acquisito e di quanti dormienti abbiamo “svegliato”, grazie per esempio a una landing page o un flusso di re-engagement. Monitorare le conseguenze delle nostre decisioni di marketing, ci aiuta a capire cosa possiamo riproporre e cosa no in futuro nella strategia di acquisizione di contatti per l'ecommerce. Ma quali sono le metriche più importanti che dobbiamo tenere sotto occhio nella fase di monitoraggio per una strategia di lead generation? CPL - Costo Per Lead - quanto si è speso per acquisire ogni lead? Conversion rate - percentuale degli utenti che hanno convertito; Leads per Channel - quali canali di marketing hanno funzionato meglio; Sales Cycle Time - quanto tempo è servito per generare una vendita; CPA - Costo per acquisizione - quanto è costata l’acquisizione di un cliente. Tenendo sott'occhio questi parametri possiamo dedurre se la nostra strategia di lead generation per l'ecommerce funziona o meno. Ma quali possono essere 3 idee vincenti per l’acquisizione di contatti? 9 Idee per fare lead generation per e-commerce Andiamo ora ad approfondire quali sono 9 idee per fare lead generation che ti possono essere utili per generare nuovi contatti. Fai pubblicità mirata Crea preziosi lead magnet Struttura una SEO e Content strategy per rispondere alle domande degli utenti Offri sconti o promozioni in cambio dei dati di contatto Utilizza il principio di scarsità nella tua strategia Aggiungi sempre una scadenza all’offerta Scegli bene le CTA Cerca di essere presente su quanti touchpoint possibili Sfrutta il potere delle recensioni Queste sono 9 idee che possono costituire la base di una buona strategia di lead generation, ma ciò che devi tenere a mente è che è la costanza la vera chiave del successo per un ecommerce. Pertanto per tenersi in contatto con i clienti mensilmente, puoi offrire scontistiche o prodotti in anteprima, condividere contenuti utili per i loro acquisti, avere sempre un controllo degli ordini sul negozio online ed essere sempre a loro disposizione in caso di problemi. Da segnalare inoltre, una volta fatta lead generation, è il fatto che alcune piattaforme, come Shopify o Bigcommerce, mettono a disposizione un app store dove è possibile acquistare applicazioni dedicate alle più svariate finalità. Abbiamo nel corso di questo articolo parlato anche di flussi di re-engagement e lead nurturing e in questo senso Shopify permette ai propri merchant, tramite l'app di Shopify Email, la creazione di email per risvegliare contatti dormienti e la creazione di workflow per automatizzare l'invio delle email. Quello che consigliamo è quello sì di dotarsi della piattaforma ecommerce che permetta di avere la più ampia possibilità di trasformare i contatti in clienti, ma anche quella di dotarsi di un CRM per migliorare tutta la fase di lead generation. Perché la lead generation è importante per un e-commerce Fare lead generation è fondamentale per un ecommerce, così come per qualsiasi altra attività online. Perché? La risposta è semplice, senza nuovi contatti non si avranno a disposizione potenziali clienti. Di conseguenza diventa pressoché impossibile cercare di vendere i propri prodotti online, vista l'iper-competitività che alberga nel mondo degli ecommerce. Per passare successivamente da contatto a cliente, così come nella vita per conquistare una persona, ci vorrà attenzione, pazienza e strategia. Non si passa da contatto a cliente immediatamente. Tutto richiede tempo e programmazione. Bisogna mantenere a mente l’obiettivo e il target con cui parliamo per avere successo nel marketing. Conclusioni Come hai potuto comprendere fare bene lead generation per gli ecommerce conviene, ma è anche necessario avere in mente chiara la strategia da seguire, motivo per cui è fondamentale affidarsi a una piattaforma che possa aiutare nella creazione di un workflow mirato e allo stesso tempo nel monitoraggio dei dati. Se rappresenti un grande ecommerce e avere sotto controllo più parametri per te è importante, sicuramente Hubspot è la piattaforma che fa per le tue esigenze.
Quando parliamo di post vendita facciamo riferimento ad un servizio essenziale per le aziende, anche se la sua importanza non viene percepita nella maniera corretta. Possiamo dividere le aziende in due grandi gruppi: quelle che si occupano quasi esclusivamente della vendita e della consegna del prodotto e quelle invece che si concentrano particolarmente anche sul servizio di post vendita. Tra le prime rientrano i grossi marchi, mentre tra le seconde ci sono soprattutto brand giovani che sentono il bisogno di fidelizzare il pubblico e costruire un rapporto di fiducia con i clienti. Che tu abbia un’azienda affermata o una startup, non puoi ignorare il servizio di post vendita che contribuisce a differenziarsi dalla concorrenza. Tra l’altro oggi esistono strumenti innovativi di marketing automation che consentono di seguire il cliente tramite un apposito servizio di follow-up automatizzando i vari step per snellire i processi di supporto e assistenza. Gestione post vendita: quali sono gli obiettivi principali? Una corretta gestione del post vendita ha almeno 3 obiettivi principali: Migliorare la user experience del cliente; Ottimizzare la qualità dei prodotti e dei servizi; Fidelizzare i clienti Migliorare la user experience del cliente Un cliente che riceve un disservizio o che si vede recapitare un prodotto guasto o malfunzionante è giustamente irritato e stressato. Quando si rivolge al centro di assistenza potrebbe quindi usare toni molto accesi e la prima cosa da fare è calmarlo e ascoltarlo con empatia. Il cliente viene così rassicurato sul fatto che il suo problema è stato preso in carico e che sarà risolto nel minor tempo possibile. Si inizia così a rilassare e il suo tono è più pacato, una condizione che fa lavorare meglio anche il tuo team di assistenza. Per migliorare e velocizzare il servizio di post vendita il tuo team potrebbe usare HubSpot per l'ecommerce che consente di integrare il tuo ecommerce, Shopify o BigCommerce, con un CRM, con tutti i vantaggi che esso comporta. Riguardo a ciò abbiamo scritto un approfondimento sull'ecommerce CRM. Ottimizzare la qualità dei prodotti e dei servizi Non sempre i clienti insoddisfatti di un prodotto o di un servizio lo fanno presente, ma questo per te rappresenta un danno. Un cliente insoddisfatto per prima cosa non acquisterà più dal tuo ecommerce, ma soprattutto parlerà male del tuo brand provocando un pericoloso ritorno di immagine. Con un valido servizio di post vendita puoi invece raccogliere informazioni utili su guasti, malfunzionamenti o criticità di un prodotto o di un servizio così da adottare tutte le contromisure necessarie per migliorare la qualità di quanto offerto. Fidelizzare i clienti Infine la fidelizzazione dei clienti più che un obiettivo diventa una logica conseguenza del tuo lavoro, se svolto correttamente e con grande cura dei dettagli. Gli utenti non si aspettano che la tua azienda sia perfetta in tutto e per tutto, ma sicuramente le loro aspettative sono molto alte quando si parla di servizio post vendita. In poche parole se si verifica un problema con il prodotto ordinato vogliono che sia risolto in modo tempestivo e definitivo, così i tuoi clienti diventano essi stessi ambasciatori del tuo brand. Come gestire il post vendita? Gli step fondamentali La tipologia di gestione di post vendita può variare e dipende dal progetto ecommerce. Abbiamo già fatto accenno al follow-up e alla marketing automation per testare il livello di soddisfazione del pubblico, ma cosa significa? Il termine follow-up è nato in ambito medico e indica quell’insieme di visite di controllo al quale il paziente deve sottoporsi dopo un’operazione o un trattamento. La parola è stata sdoganata anche nel marketing ma naturalmente con un’accezione diversa, cioè con l’intenzione di capire se un cliente è soddisfatto e se si trova bene con il prodotto o il servizio acquistato. Altro step fondamentale è la risoluzione di un problema, che può essere di qualsiasi tipo. La cosa essenziale è che la problematica venga risolta in breve tempo e in modo professionale. Quando si parla di e-commerce è opportuno verificare che tutto sia in ordine dopo la consegna ed eventualmente seguire attentamente le operazioni di reso. Tra gli step di post vendita rientrano altre tipologie di servizi come assistenza fisica e online, formazione e consulenza. Ogni servizio deve essere indirizzato verso il cliente e devi valutare bene la tipologia di attività in cui operi per fornire un’assistenza adeguata e pertinente al tuo target. Caratteristiche essenziali di un post vendita vincente Un servizio di post vendita per essere efficace deve avere determinate caratteristiche. Per prima cosa deve essere veloce, poiché in un mondo così frenetico e convulso la pazienza è merce rara. Cerca quindi di procurarti tutti gli strumenti necessari per risolvere tempestivamente le problematiche più frequenti. In ogni caso non mentire al cliente e non promettere di risolvere il problema in un’ora, se magari hai bisogno di almeno un giorno. Il cliente non gradirà dover attendere molto tempo, ma gradirà ancora meno se si sente preso in giro. La sincerità paga sempre e, una volta risolto il problema in modo ottimale, il cliente si dimenticherà del tempo di attesa piuttosto lungo. Altra caratteristica importante è la personalizzazione del tipo di assistenza. Ogni cliente è un mondo a sé, quindi devi calibrare i servizi di assistenza secondo le specifiche esigenze. Magari c’è chi preferisce ricevere supporto telefonico, chi tramite email e chi tramite messaggi. A proposito dell'importanza della personalizzazione, il tuo team dovrebbe essere bravo ad empatizzare col cliente e adottare di volta in volta il linguaggio più adeguato. Sempre restando fedele al tone of voice aziendale, sarebbe opportuno utilizzare una comunicazione più fresca con giovani e adolescenti oppure una più sobria e formale con aziende e professionisti. Infine la tua assistenza deve essere di qualità e cioè affidata a personale competente, opportunamente formato, per risolvere professionalmente le problematiche che si presentano, e in possesso di tutte le informazioni necessarie per rispondere alle domande dei clienti e dare le giuste indicazioni. I vantaggi Come un effetto domino, un eccellente servizio di post vendita crea una serie di vantaggi concatenati l’uno con l’altro a beneficio dell’azienda e dell'ecommerce. Il primo concreto vantaggio in termini di marketing è il positivo ritorno d’immagine. Se offri un valido servizio di post vendita darai un’immagine vincente del tuo ecommerce a 360°, che viene quindi percepita agli occhi del pubblico come seria e affidabile. Si rafforza così la brand identity del tuo marchio. C’è poi da fare un’ultima considerazione: il servizio di post vendita è di fatto l’ultimo contatto che c’è tra un’azienda e un cliente e che quindi resta maggiormente impresso nella sua mente. Se il rapporto con il cliente non inizia nel migliore dei modi, magari a causa di un disservizio o di un ritardo nella consegna, cerca di rimediare e lasciagli un bel ricordo con un servizio di post vendita impeccabile e assolutamente indimenticabile. C’è poi da fare un discorso su tutto l’“indotto” positivo in termini di passaparola online e offline. Oggi ormai qualunque consumatore prima di ordinare un prodotto, prenotare un albergo o fare qualsiasi acquisto online legge le recensioni e i feedback dei precedenti acquirenti per avere un’idea. Naturalmente un numero elevato di commenti positivi, tanto nella vendita quanto nella post vendita, non fa altro che aumentare l’appetibilità del tuo brand che si traduce in più vendite. Aumenta la fidelizzazione dei clienti e con essa di conseguenza il tasso di conversione. Come si è evoluta l’assistenza post vendita negli ultimi anni Per comprendere quanto sia importante l’assistenza post vendita e la sua evoluzione negli ultimi tempi, bisogna fare un salto indietro di 10 o 20 anni. Questa tipologia di servizio quasi non esisteva, poiché l’azienda vendeva il suo prodotto al cliente e il rapporto praticamente finiva lì. Oggi invece il cliente, grazie al sempre più ampio mondo dell'ecommerce, è molto più esigente e soprattutto ha gli strumenti per raccontare e pubblicizzare la sua esperienza dall’acquisto fino al post vendita. Il post vendita tra l’altro non serve solo per risolvere un problema, ma anche per rispondere alle domande dei clienti e dare informazioni sul corretto utilizzo del prodotto acquistato. Il post vendita quindi rappresenta per l’azienda stessa un valido strumento per differenziarsi dalla concorrenza in un mercato sempre più saturo e competitivo e perfezionare i suoi servizi per assecondare le richieste e le esigenze del proprio target di pubblico. Conclusioni Un cliente che riceve un ottimo sistema di post vendita si affeziona all’azienda che lo valorizza e lo fa sentire realmente ascoltato, un aspetto tutt’altro da sottovalutare in un periodo in cui la clientela è poco “fedele” ad un brand. Come già spiegato nel corso dell’articolo hai a disposizione diversi strumenti per ottimizzare il servizio in questione e la scelta di un esperto Hubspot per integrare il tuo ecommerce con un CRM per migliorare la gestione dei tuoi clienti, specialmente nella fase del post vendita, è fondamentale per fidelizzare la clientela. Se vuoi sapere di più su questa piattaforma e sul suo funzionamento puoi scaricare la risorsa gratuita direttamente a fondo pagina che ti spiega come impostare le funzioni principali del tuo negozio online.
Nudge marketing: la spinta gentile o la forza gentile nei confronti del potenziale consumatore, al fine di portarlo ad assumere un preciso comportamento d’acquisto. Il verbo To nudge - dall’inglese - infatti, tradotto in Italiano, vuol dire “spingere” e nel marketing indica una piccola, leggera e gentile spinta di un brand per far compiere un’azione desiderata ai consumatori. Per fare un parallelismo pensiamo ad esempio alla tecnica del product placement nel cinema, ovvero l’azione d'inserire dei prodotti o claim di brand nel quadro scenografico o nella sceneggiatura di un film, al fine d'indurre il consumatore finale ad acquistarlo. Nel cinema questa tecnica è molto diffusa e l’obiettivo è far memorizzare attraverso l’esperienza dell’attore, un particolare brand o prodotto nella mente del target. Pensiamo ad esempio a una famiglia che fa colazione la mattina con i biscotti della Mulino Bianco, è un chiaro esempio di product placement, perché sebbene il prodotto sia al centro della narrazione, la sua presenza non risulta invadente agli occhi di chi guarda, anzi. Allo stesso modo si utilizza il nudge marketing, una strategia di economia comportamentale per direzionare gentilmente un potenziale cliente a compiere una specifica azione. Il nudge marketing, a differenza dell'inbound marketing, va ad agire sui bias cognitivi delle persone, i cui archetipi comportamentali d’acquisto sono facilmente destrutturabili. L’obiettivo è di far cambiare un comportamento in modo prevedibile, ovvero nella direzione desiderata dal brand. Ora la domanda è: il nudge marketing può essere applicato in un progetto ecommerce? La risposta è sì, ma bisogna prevedere alcune semplici ma efficaci azioni di cui parleremo più avanti in questo articolo. Cos’è la Teoria Nudge? La Teoria Nudge appartiene alla branca dell’economia comportamentale e la prima volta che se n’è sentito parlare è stato nel libro Nudge - La spinta gentile di Richard Thaler (Premio Nobel per l’economia) e Cass Sunstein. La loro teoria era basata sulla possibilità di modellare il comportamento delle persone in modo gentile, senza l’utilizzo di minacce, punizioni o premi. Il Nudge marketing si propone di ribaltare il paradigma secondo il quale bisogna influenzare i comportamenti dei consumatori a scopo di lucro, aiutando invece le persone a prendere decisioni che vadano tutto a beneficio loro e del mondo che li circondano. Quindi, come si può comprendere, molto ben lontano dalle teorie persuasive e manipolatorie del marketing dove l’obiettivo sembra essere solo quello di far acquistare solo i prodotti più cari, che non necessariamente siano i migliori. Il segreto di questa tecnica dell’economia comportamentale è quello di agire sulle azioni del consumatore non imponendogli un comportamento, ma portandolo a pensare che sia meglio fare una cosa anziché un’altra, al fine di migliorare la sua condizione di vita. Approfondiamo nel prossimo paragrafo come si può applicare la teoria del nudge marketing all’e-commerce. Nudge Marketing per il tuo ecommerce, come farlo Come riuscire ad applicare il nudge marketing a un e-commerce? Esistono degli escamotage molto interessanti che potresti iniziare a mettere in atto, vediamoli: Le recensioni - probabilmente la più banale delle tecniche, ma che funziona molto ma molto bene. Pensiamo ad esempio al funzionamento dell’app The Fork che si basa quasi esclusivamente sul ragionamento delle recensioni. In pratica l’app ti consiglia un ristorante in base a dei criteri specifici come ad esempio la distanza da casa, il tipo di cibo che desideri consumare, la grandezza del locale. Ma ciò che spinge davvero le persone a scegliere un locale sono le recensioni dei clienti e infatti, anche se il prezzo è alto, si è disposti a spendere tanto pur di mangiare bene. Straordinario esempio di come il nudge marketing influenzi il pensiero altrui ed è per questo che bisogna cercare di non avere (... o minimizzare) recensioni negative nel vostro ecommerce; I pop up - altra tecnica di nudge marketing che però deve essere utilizzata con criterio e correttamente. Puoi decidere di offrire un codice sconto nel Pop Up, avvisare i clienti potenziali di alcune novità in arrivo di una categoria di prodotti, offrire promozioni se i clienti si iscrivono alla newsletter del sito. L’importante è che questa tipologia di exit intent non interrompa mai la navigazione di un utente o si ottiene l’effetto contrario; Avvisi di scarsità - relativi per esempio a una categoria di prodotti che nel giro di pochi giorni potrebbe terminare, ad esempio. Una leva, questa della scarsità che funziona sempre benissimo perché anche se non nell’immediato, il consumatore agisce, ci pensa e arriva a prendere la decisione senza paura e con maggiore consapevolezza. Utilizzare queste tecniche destrutturando gli archetipi razionali delle persone, quindi ponendoli in una situazione d’urgenza, potrebbe essere un buon esempio di nudge marketing, anche se siamo già border line perché l’obiettivo della teoria è quello d'influenzare un comportamento in modo positivo, senza l’utilizzo di minacce o premi; Etichettatura dei prodotti - suddividere le etichette dei prodotti in benefici funzionali e trigger per rendere il compito dell’utente più semplice quando cerca un prodotto; Invisibilità del pagamento - una tecnica che Amazon e altri colossi simili hanno adottato subito. Anni fa il check out era previsto in almeno 3 o 4 finestre e anche i metodi di pagamenti erano strutturati in modo molto complesso, facendo proprio pesare l’azione di mettere mano al portafogli. Oggi, creando prima il proprio account e inserendo i dati della carta in fase di registrazione, il momento del pagamento è talmente rapido e autonomo che il cliente nemmeno se ne rende conto. I suoi sensi di colpa così sono tenuti molto a bada ed è sicuramente un incentivo all’acquisto. Quanto il Nudge Marketing riesce davvero a influenzare le persone? La risposta è molto, ma approfondiamo nel prossimo paragrafo. Quali sono le potenzialità del Nudge marketing da sfruttare Il Nudge Marketing agisce principalmente sulla psicologia delle persone, andando a condizionare - per quanto questo verbo possa sembrare brutto - i loro comportamenti. Si pensi per esempio al potere di questa tecnica di economia comportamentale nella creazione di contenuti e di come quest’ultimi siano capaci di entrare nella mente del lettore. Le parole hanno un potere enorme e possono rappresentare un ottimo strumento di Nudge Marketing da utilizzare, non essendo però mai troppo espliciti, né imponendo azioni o pensieri. Chiaramente, per sfruttare le potenzialità delle parole è necessario conoscere benissimo il target, nonché l’obiettivo preciso della nostra comunicazione, altrimenti non hanno l’effetto che desideriamo. Il nudge marketing in generale, come concetto, diviene efficace soltanto quando conosciamo bene i nostri clienti e quindi le loro abitudini, i loro interessi, i loro valori e le inclinazioni psicologiche. Vediamo 3 esempi di Nudge Marketing che dimostrano l’efficacia di questa teoria. Nudge Marketing: 3 esempi Portiamo all’attenzione 3 esempi di nudge marketing e di come applicarli. Amazon - utilizzo dell’etichettatura dei prodotti e della riprova sociale per spingere gli utenti a fare un acquisto, facilitandone il processo decisionale. Zalando - usa la leva dell’esclusività di un prodotto o della sostenibilità di esso per convincere le persone a fare i loro acquisti. IKEA - utilizza i trigger psicologici con le etichette del tipo “prezzo di coppia” o “prezzo di famiglia”, proprio per stimolare il target a rivolgere la sua attenzione all’offerta dedicata. E questa come tecnica si combina anche a quella della personalizzazione, di cui il brand conosce bene le potenzialità. Si pensi per esempio all’esperienza fisica di andare da IKEA e al percorso guidato ed etichettato che si deve seguire per vedere tutti i prodotti in vendita, quella per esempio è una strategia di spinta e un aiuto per il consumatore nel cercare ciò che gli occorre. Conclusioni Hai un ecommerce ma non sai ancora da dove partire per lanciare il tuo progetto? Potrebbe esserti utile sapere che devi iniziare dalla scelta della piattaforma, come ad esempio Shopify, ideale per chi non è ancora esperto del mercato. Scegliere la giusta piattaforma a cui affidarsi, divenendo poi bravi ad applicare strategie come il nudge marketing, vuol dire porre le basi per un progetto di successo. Vuoi saperne di più su Shopify? Leggi la nostra guida.
Spesso il concetto di realtà aumentata viene confuso con quello di realtà virtuale, questo succede perché la differenza tra i due termini è molto sottile e si tende quindi ad invertire i due concetti. Andiamo quindi a definire il concetto di realtà aumentata e di realtà virtuale, approfondendo poi come poter utilizzare la realtà aumentata a vantaggio dell'ecommerce. Realtà aumentata - si riferisce a una versione aumentata e arricchita della realtà, creata grazie all’ausilio della tecnologia, che tende quindi ad aggiungere informazioni all’ambiente fisico e reale in cui viviamo, alla nostra percezione sensoriale. Un'integrazione tra la realtà fisica e quella digitale. Realtà virtuale - una tecnologia che è capace di portarci in un’altra realtà, un universo parallelo al nostro in cui possiamo vivere nuove ed emozionanti avventure, solitamente avviene attraverso l'uso di visori. E ora la domanda che sicuramente interessa a chi ha un e-commerce: può la realtà aumentata aiutare le vendite del mio ecommerce? Come riuscire a farlo? Tipologie di realtà aumentata applicate all’e-commerce, conosciamole Contrariamente a quel che si pensa, quando parliamo di realtà aumentata non facciamo riferimento ad una sola ed unica tipologia. Probabilmente questo è un dettaglio che in molti trascurano per mancanza di conoscenza dell’argomento. Il concetto di realtà aumentata ha diverse “sotto realtà”, ciascuna importante a seconda del prodotto che vendiamo, delle possibilità e dell’obiettivo che vogliamo raggiungere con l'implementazione della realtà aumentata: Realtà aumentata sui marcatori - questo tipo di realtà funziona a riconoscimento dell’immagine. Rileva un oggetto posto dinanzi alla telecamera e fornisce tutte le informazioni a esso relativo. Nella pratica si ha davanti una versione 3D dell’oggetto che può essere visto “da vicino” e da diverse angolazioni; Realtà aumentata senza marcatore - in questo caso si può posizionare un oggetto virtuale ovunque si voglia e vedere come si trova nell’ambiente. Pensiamo ad esempio ai negozi online di arredamento, in questo caso è possibile vedere se un mobile o un vaso o una stampa possono andar bene per il proprio salotto; Realtà aumentata sulla posizione - questo è un tipo di realtà che utilizza la posizione geografica e che può far visualizzare dei contenuti digitali negli ambienti reali; Realtà aumentata sulla proiezione - proiezione di luce sintetica su superfici fisiche, come ad esempio gli ologrammi. Ora che abbiamo visto quante tipologie di realtà aumentata esistono pensiamo a quanto potrebbero essere utili per l'e-commerce. Immaginiamo per esempio, nel caso dei negozi di abbigliamento, quanto possa essere comodo provare un abito in un camerino virtuale. Di sicuro la realtà aumentata applicata al mondo della vendita online ha degli indubbi vantaggi, approfondiamoli nel prossimo paragrafo. I vantaggi dell'utilizzo della realtà aumentata per il mondo e-commerce La realtà aumentata indubbiamente comporta dei vantaggi considerevoli per un e-commerce, vediamo nello specifico quali: aumenta il grado di coinvolgimento del cliente; fidelizza il cliente perché si sente più vicino al brand e perché quest’ultimo fa provare un’esperienza unica; aiuta a rafforzare l’identità di brand proponendo innovazione al cliente; può portare alla riduzione dell'abbandono del carrello e le richieste di reso. Aumenta il grado di coinvolgimento del cliente La possibilità stessa di poter vedere da vicino un oggetto o un prodotto che si desidera acquistare, pone il potenziale cliente in uno stato di maggiore coinvolgimento nell'esperienza d'acquisto, che per lui diviene quindi indimenticabile. Immaginiamo di dover comprare un elettrodomestico, come ad esempio la tv e di poter verificare prima che effetto fa averlo in salotto. Non sarebbe un'esperienza unica da vivere? Di sicuro sì e aumenterebbe anche il grado di soddisfazione nell'acquisto. Fidelizza il cliente Fidelizzare il cliente vuol dire aumentare il suo grado fiducia verso il brand e questo lo si ottiene solo, garantendo al cliente potenziale affidabilità, disponibilità e precisione. Rafforza l'identità del brand Innovazione, voglia di crescere, ma soprattutto la prova che un brand è disposto a investire per garantire al cliente la miglior esperienza di acquisto possibile, pongono un'azienda in un'ottica molto positiva agli occhi del mercato, dei clienti potenziali e soprattutto dei competitor. Riduce l’abbandono del carrello e le richieste di reso Il principio secondo il quale l'abbandono del carrello e le richieste di reso diminuiscono è dovuta a un maggiore coinvolgimento del cliente nella prova di prodotto. Rassicurare una persona che quell'acquisto fa al caso suo, eliminando ogni dubbio prima ancora che il prodotto arrivi a casa, aumenta le possibilità d'acquisto. Andiamo ora a vedere ora quali brand ecommerce attualmente già usufruiscono della realtà aumentata. Brand e-commerce che utilizzano la realtà aumentata Ci sono diversi brand che attualmente utilizzano la realtà aumentata per l’e-commerce e che hanno mostrato un aumento delle vendite da parte dei clienti. Ikea è stato tra i primi brand a comprendere l’importanza della realtà aumentata. Il brand offre la possibilità, previo download dell’APP, di selezionare un qualsiasi prodotto e capire se si adatti o meno all’arredamento della propria casa. Amazon allo stesso modo, previo download dell’APP, dà la possibilità di collocare elettrodomestici come può essere la televisione nel salotto di casa, verificando che gli spazi si adattino. Asos grazie a uno speciale algoritmo permette di utilizzare degli avatar con diverse corporature e forme per vedere come vestono gli abiti scelti. Un altro brand che utilizza la realtà aumentata è Sephora, che sempre tramite l’utilizzo dell’APP permette di provare su se stessi i diversi prodotti make up. Nike ha sperimentato l’utilizzo della realtà aumentata già da diversi anni, monitorando un importante incremento delle vendite. Scansionando il piede della persona interessata e misurandone la forma, tramite APP, è possibile filtrare le misure delle scarpe e consigliare al cliente quelle migliori per lui. Indubbiamente abbiamo fatto l’esempio di veri e propri colossi, ma ciò non vuol dire che anche e-commerce di minore entità non possano sperimentare con la realtà aumentata. Se hai un progetto e-commerce da lanciare con Shopify, l’idea di provare l’esperienza della realtà aumentata potrebbe esserti molto di aiuto per rendere il tuo negozio online unico. Andiamo ora ad approfondire altri aspetti della realtà aumentata che possono aiutarti ad aumentare il fatturato, come il miglioramento della customer experience. Realtà aumentata e customer experience Il problema maggiore di chi acquista online è da sempre legato all’impossibilità di verificare se un prodotto possa o meno fare al caso proprio. Pensiamo ad esempio a tutti coloro che decidono di fare i loro acquisti d’abbigliamento online: i dubbi che un vestito, visto esclusivamente in foto, abbia lo stesso effetto su di noi sono moltissimi. Questo è un discorso che vale sia al femminile che al maschile e che aumenta di molto il mancato acquisto. Ancora di più se a indossarlo sono modelle o modelli dal fisico statuario a cui starebbe bene ogni cosa. Ecco, la realtà aumentata può aiutare a risolvere questo problema, andando incontro alle esigenze di chi ha bisogno di maggiori rassicurazioni e che non siano soltanto legate a una chat dove c’è una commessa digitale che condivide consigli, sebbene anche questa sia una soluzione da adottare per un ecommerce. Si parla di una vera e propria shopping experience, che coinvolge le persone al 100%, andando a placare tutte le insicurezze e i dubbi di comprare solo online per comodità. Conclusioni La realtà aumentata rappresenta un importante spunto per tutti coloro che desiderano lanciarsi nel mondo delle vendite online. Il mercato però si mostra da sempre molto competitivo e indubbiamente è necessario fare degli importanti investimenti per sbaragliare la concorrenza e offrire qualcosa di unico al proprio target. Se vuoi sperimentare con un progetto e-commerce, ma non sai ancora da dove partire, scarica la nostra guida su Shopify e realizza il tuo progetto ecommerce innovativo con anche l’ausilio della realtà aumentata.
Il carrello abbandonato nell’e-commerce, sia da un punto dal punto di vista di marketing che di vendita, rappresenta un punto dolente per il venditore online. La pagina carrello dell’e-commerce rappresenta l’ultimo step che serve per convertire un utente in acquirente e quindi in consumatore. Eppure proprio in questa fase possono verificarsi casi di abbandono del carrello. C’è da preoccuparsi? Dipende. Se il tasso di abbandono del carrello è basso allora non è il caso di allarmarsi. Talvolta i clienti riempiono il loro carrello per avere un promemoria dei prodotti desiderati, per poi acquistarli con calma quando hanno più tempo a disposizione o una maggiore disponibilità economica. Altre volte invece i clienti si dimenticano completamente di aver riempito il carrello, quindi avresti bisogno di creare un efficace flusso di comunicazioni legate al tuo progetto ecommerce che invii email “reminder” o notifiche sull’app per ricordare di completare l’acquisto. Se invece il tasso di abbandono del carrello raggiunge percentuali alte, allora deve scattare un campanello d'allarme. Evidentemente c’è qualche criticità che frena gli utenti proprio al momento della conversione, cioè dell’acquisto, e sulla quale devi intervenire energicamente. Abbandono carrello ecommerce: che cosa significa? Prima di capire come ridurre il tasso di abbandono del carrello, è opportuno comprendere di che cosa si tratta. Il carrello ecommerce, ovvero il carrello acquisti, è un contenitore virtuale dove gli utenti online ripongono i prodotti che intendono acquistare. Concettualmente è simile al carrello fisico della spesa, dove i consumatori ripongono gli articoli che pagheranno poi alla cassa. Tuttavia arrivati alla cassa gli utenti a volte ripongono sugli scaffali virtuali i prodotti, senza procedere all’acquisto. Perché succede? É esattamente quello che devi capire, poiché se un utente al momento di pagare decide di rinunciare all’acquisto tutto il lavoro fatto precedentemente va in fumo. Le cause possono essere diverse e le analizziamo nel successivo paragrafo per capire dove e come intervenire tempestivamente. Carrello abbandonato ecommerce: quali sono le principali cause? Tanto per gli ecommerce b2b che per quelli b2c il carrello abbandonato equivale ad una perdita economica direttamente proporzionale al numero degli utenti che rinunciano all’acquisto proprio al momento finale. Analizziamo quindi quali sono le cause che frenano l’utente al momento decisivo dell’acquisto, spingendolo ad uscire dal sito senza compiere l’azione desiderata. Spese impreviste e condizioni troppo stringenti Ogni consumatore, come è logico che sia, punta al risparmio o quanto meno ad acquistare un prodotto ad un ottimo rapporto qualità/prezzo. Magari è convinto della qualità del prodotto che vendi e ritiene che anche il costo sia ragionevole ma, al momento di completare l’acquisto, si trova un prezzo maggiorato da spese impreviste. Nella maggior parte dei casi può trattarsi delle spese di spedizione, o magari di tasse e commissioni che non sono state specificate precedentemente. Questa brutta sorpresa non piacerà al consumatore che probabilmente abbandonerà il carrello e che inoltre percepirà il tuo atteggiamento come poco trasparente. Un doppio passo falso che non solo non porterà alla vendita, ma determinerà anche un cattivo ritorno d’immagine per il tuo brand. La prima cosa da fare quindi è essere sempre trasparenti. In altri casi il prezzo finale è ben accettato dagli utenti, ma le condizioni di acquisto sono troppo stringenti. Magari la spedizione è garantita solo in determinati orari, non ci sono sufficienti opzioni di pagamento o le politiche di reso risultano poco trasparenti. Problemi del sito web Talvolta il problema non è da ricercare nei costi troppo alti o in politiche di reso troppo stringenti, ma nel sito stesso. Un tempo di caricamento troppo elevato delle pagine potrebbe annoiare o infastidire il potenziale cliente, quindi assicurati di usare video e immagini leggeri che non appesantiscano troppo l’e-commerce. Tieni a mente che la maggior parte delle persone usa lo smartphone per completare gli acquisti, quindi è prioritario che il tuo sito sia mobile-friendly. A tal proposito assicurati di utilizzare una piattaforma all’avanguardia per la realizzazione del tuo sito, come Shopify, che ti offre tutti gli strumenti necessari per personalizzarlo come preferisci. Mancanza di fiducia Benché lo shopping online sia stato sdoganato a tutte le latitudini, gli utenti hanno ancora un po’ di paura a fare acquisti sul web soprattutto se si interfacciano con un brand nuovo e che non conoscono. Per convincere gli utenti dell’affidabilità del tuo sito aggiungi tutte le certificazioni relative alla sicurezza e metti in evidenza i commenti e i feedback positivi dei tuoi precedenti clienti. Crea delle pagine social e tienile sempre aggiornate, così i potenziali clienti si renderanno conto che la tua è una realtà affermata e ben consolidata. Carrello abbandonato: i 4 step fondamentali per ridurre il tasso di abbandono Se desideri ridurre il tasso di abbandono e di conseguenza aumentare il carrello medio del tuo ecommerce, per prima cosa devi focalizzarti sulla singola pagina carrello. Valutando e analizzando il traffico su questa pagina, la percentuale di carrelli abbandonati o quanti utenti completano l’acquisto puoi avere una panoramica più ampia della situazione e avere una base dalla quale partire. Con alcuni specifici strumenti puoi anche capire dove gli utenti si soffermano maggiormente, individuando così gli elementi e le informazioni che potrebbero bloccare la conversione. Fatta questa operazione ci sono poi delle best practices da seguire per ottimizzare la pagina carrello: analizziamole. Inserisci solo i campi necessari per l’acquisto Partendo dal concetto che “less is more”, il procedimento che porta all’acquisto deve essere quanto più semplice possibile. Magari il form presenta troppi campi da compilare, alcuni dei quali inutili o solo finalizzati a carpire dati che poco o nulla hanno a che fare con l’acquisto. Ogni informazione in più richiede un impegno maggiore all’acquirente, quindi scegli form semplici e design facilmente intuitivi. Se proprio vuoi ampliare il tuo form assicurati di inserire campi realmente utili per ottimizzare l’esperienza d’acquisto e per poter instaurare con il cliente un rapporto continuativo e di valore. Migliora la user interface (UI) e user experience (UX) Hai bisogno di una buona user interface, cioè un’interfaccia che accolga il cliente nel migliore dei modi. Come farlo? Ottimizzando i testi, le immagini, i campi di immissione del testo e tutti quegli elementi presenti sul tuo sito con cui gli utenti interagiscono. La user experience non è meno importante, viene determinata da quanto è facile o difficile interagire con i diversi elementi che compongono la nostra interfaccia. Usa CTA accattivanti e pertinenti Non sottovalutare mai l’efficacia e l’importanza delle CTA, che rappresentano il trampolino di lancio per gli utenti verso l’acquisto. I bottoni delle CTA devono essere ben visibili e spiccare rispetto agli altri elementi con un colore diverso e subito riconoscibile. Il messaggio da usare deve essere breve e coinciso, composto da una fino ad un massimo di 4 parole. Come aumentare il valore del carrello medio dei clienti Il tuo obiettivo finale deve essere quello di aumentare il valore medio del carrello e-commerce, ottimizzando gli investimenti fatti e ottenendo il massimo da ogni singolo ordine ricevuto online. Nei precedenti paragrafi ti ho indicato alcuni consigli pratici per ridurre il tasso di abbandono. Adesso ti fornisco altre dritte che hanno a che fare principalmente con l’aspetto strategico e che puntano ad aumentare il valore medio dei carrelli. La spedizione gratuita Gli utenti adorano la spedizione gratuita, per il semplice fatto che la parola “gratis” accende sempre una lampadina nella testa dei consumatori che puntano al risparmio. La spedizione gratuita però inevitabilmente richiede maggiori costi per l’azienda. Come procedere? Hai due opzioni. Puoi alzare leggermente il prezzo di vendita, accollandoti la spedizione gratuita che verrà percepita positivamente dai clienti. Oppure puoi proporre la spedizione gratuita al raggiungimento di una determinata soglia di spesa, aumentando così il valore medio del carrello. Usa strategie incrociate di up-selling e cross-selling Puoi fare up-selling e cross-selling in diverse aree del tuo e-commerce e una di queste è proprio la pagina carrello. Con strategie ben studiate non solo convincerai l’utente della bontà dell’acquisto che sta per fare, ma puoi vendere anche altri articoli correlati o prodotti più costosi aumentando quindi il valore medio del carrello. Come fare cross-selling? Mettendo in evidenza un prodotto secondario che può essere abbinato con quello primario. Se hai un e-commerce di abbigliamento e il tuo cliente acquista un pantalone, puoi inserire tra le opzioni di acquisto una cintura. In caso di up-selling puoi invece proporre, prima di completare l’acquisto, la possibilità di comprare un prodotto ad un prezzo più alto e di qualità migliore. Previeni l’effetto rimorso Nello shopping online si creano delle dinamiche davvero molto curiose e tra queste c’è il cosiddetto effetto rimorso. Di cosa si tratta? Un cliente, pochi giorni dopo l’acquisto di un prodotto, si pente perché magari trova un articolo simile di qualità migliore o ad un prezzo più basso. Si pente quindi di essere stato precipitoso nell’acquisto e chiede il reso ancor prima che il prodotto acquistato arrivi. Cerca quindi di consegnare il prodotto nel più breve tempo possibile, così il cliente lo usa e non ha il tempo di paragonarlo o confrontarlo con altri oggetti simili. Un’altra opzione per prevenire l’effetto rimorso è quella di inserire l’opzione “Soddisfatti o rimborsati” che rende il cliente più tranquillo e gli consente di completare l’acquisto con maggiore relax. Conclusioni Riducendo il tasso di abbandono del carrello aumenterai le vendite e di conseguenza il profitto. Per ottimizzare ulteriormente le tue vendite online e garantire ai tuoi clienti una user experience ottimale, faresti bene ad affidarti all’agenzia Shopify che è diventata un punto di riferimento per tutti gli e-commerce e gli shop online. Vuoi saperne di più? Scarica la risorsa gratuita che ti introduce al mondo di Shopify.
La user experience è un concetto basilare e alla base di qualsiasi azienda, sia online che offline, che mette al centro il cliente. Oggi il mercato è saturo ed estremamente competitivo, quindi la sola qualità del prodotto offerto o la convenienza dei prezzi non sono elementi sufficienti per differenziarsi dai competitor o per conquistare e fidelizzare clienti. L’acquisto va visto come un’esperienza da vivere a 360° e non come un’operazione meccanica di compravendita. Bisogna mettere l’utente in grado di poter accedere a tutti i contenuti e i servizi in modo rapido e senza alcun intoppo, permettendogli di trovare subito risposte alle sue domande e una soluzione ai suoi problemi. In questo contesto è nata la user experience, elemento fondante e fondamentale di qualsiasi progetto ecommerce. Analizziamo più nel dettaglio nei seguenti paragrafi cosa si intende per user experience e come applicarla nel marketing. Qual è il significato di UX La user experience, che può essere abbreviata in UX, rappresenta l’esperienza che una persona vive quando acquista un prodotto o un servizio o semplicemente quando interagisce con un’azienda. Se ci riferiamo all’online, la UX rappresenta l’esperienza vissuta dall’utente durante la navigazione su un sito o su un e-commerce, che può comprendere anche l’acquisto di un prodotto o di un servizio. In base ai risultati ottenuti, che possono essere le vendite o semplicemente l’acquisizione di nuovi fan sulle pagine social, è possibile capire che si sta adottando la giusta strategia. Per un sito online multiprodotto di ampie dimensioni o per un marketplace il processo di UX è decisamente più complesso, poiché bisogna interfacciarsi con una moltitudine di clienti molto diversi tra di loro, ognuno dei quali con specifiche preferenze o abitudini d’acquisto. Diversamente per un piccolo e-commerce o per un sito verticalizzato è molto più facile costruire un’esperienza tarata e plasmata secondo le necessità dei clienti, poiché il target è più piccolo e mirato. In entrambi i casi è necessario fornire un’esperienza moderna e quanto più gratificante possibile per l’utente. Il punto di partenza per un ecommerce è lo sviluppo del proprio sito Shopify, in questo step è fondamentale prevedere un livello di user experience elevato e Shopify è la piattaforma perfetta per sviluppare il proprio ecommerce. Come ottimizzare la user experience nell'ecommerce Per costruire una user experience di successo bisogna partire dall’approccio iniziale del cliente fino alla conclusione della sua esperienza, che può essere l’iscrizione ad una newsletter o un acquisto, tenendo presente tutti i micro-momenti all’interno di questo viaggio ideale. Ognuno può personalizzare la UX come ritiene più opportuno secondo il proprio business e le proprie buyer personas. Ci sono però delle regole d’oro che bisogna seguire sempre e comunque, indipendentemente dalla tipologia di attività. Di seguito esaminiamo gli step necessari per creare un’esperienza piacevole e coinvolgente per i clienti. In questo senso può essere utile un headless ecommerce, che con la separazione del backend e del frontend, garantisce un elevato livello di user experience lato utente. Per saperne di più abbiamo scritto alcuni articoli come argomento l'headless ecommerce. Un processo d’acquisto fluido e piacevole Il tuo obiettivo è convincere gli utenti a svolgere le azioni che desideri, ma in modo fluido e non assolutamente forzato. I comandi, i contenuti e gli altri elementi multimediali devono essere disposti in modo tale da creare un percorso chiaro e mirato. Le persone devono avere la possibilità di navigare sul tuo sito in modo veloce e intuitivo e trovare ciò che desiderano rapidamente, senza dover vagare tra i meandri della piattaforma. L’utente medio è poco paziente e quindi, se non trova le informazioni che desidera in pochi secondi, stai certo che chiuderà il tuo sito e continuerà la sua ricerca altrove. Fai in modo che le informazioni principali siano facilmente raggiungibili, senza che l’utente sia costretto ad un lungo percorso ad ostacoli, e adotta una comunicazione semplice e accessibile per tutti. Questo è sicuramente il primo step imprescindibile per creare una UX piacevole e divertente. L’utente durante la navigazione ha così a disposizione tutti gli elementi principali per scegliere esattamente il prodotto che desidera e raccogliere le informazioni necessarie per completare l’acquisto senza dubbi o domande rimaste senza risposta che potrebbero generare il tanto temuto carrello abbandonato. Una navigazione veloce e scattante I siti e gli e-commerce devono essere “user-friendly”, cioè facilmente utilizzabili anche da chi non ha particolare dimestichezza con la tecnologia. In questo concetto rientra anche la velocità della navigazione, un elemento fondamentale per una piacevole UX. Abbiamo già evidenziato che il cliente moderno ha poca pazienza e non vuole aspettare, quindi pretende di poter spostarsi da una pagina all’altra del sito senza attese bibliche. Se le tue pagine fanno fatica a caricare la pazienza dell’utente si esaurirà presto e non esiterà a “tradirti” per un competitor che si fa preferire semplicemente perché offre una navigazione più veloce e scattante. Assicurati che non ci siano plugin in conflitto tra di loro, foto e video troppo pesanti o qualsiasi altro elemento che possa rallentare la navigazione, altrimenti c’è il rischio elevato di perdere molti clienti e regalarli alla concorrenza. Pagamenti personalizzati Prima abbiamo fatto accenno al carrello abbandonato, una vera disdetta per i marketer che perdono i clienti proprio all’ultimo step. Perché i clienti rinunciano all’acquisto proprio al momento del pagamento? I motivi sono tanti ma, generalmente, la mancanza dell’opzione di pagamento desiderata è quella più frequente. Per prima cosa devi quindi fornire diverse opzioni di pagamento, dalle classiche carte di credito e prepagate fino al bonifico bancario e ai più moderni wallet digitali. Per i local e-commerce può essere un’ottima idea quella del Click and Collect, una soluzione che consente al cliente di acquistare il prodotto online e ritirarlo in un punto vendita specifico. Così facendo il cliente, ma anche l’azienda, può risparmiare sulle spese di spedizione e si riducono i rischi di reso. Un’altra opzione, prevista per spese più importanti, è quella di dilazionare il pagamento in più rate. Questa strategia si chiama Buy Now, Pay Later e permette al cliente di affrontare acquisti piuttosto elevati spezzettando il pagamento che altrimenti non avrebbe potuto sostenere in un’unica soluzione. Una perfetta user experience anche da mobile Forse è anche scontato sottolinearlo, ma per garantire una user experience gradevole il tuo e-commerce deve essere mobile-friendly, cioè perfettamente fruibile anche da smartphone. Si stima che proprio lo smartphone sia in assoluto il dispositivo più utilizzato per fare acquisti online, quindi non puoi ignorare questa tendenza in atto ormai da tempo e che sembra destinata a perdurare per molti anni ancora. Il tuo sito mobile-friendly deve quindi dare la possibilità di zoomare le foto dei prodotti, acquistare senza necessariamente registrarsi e adattarsi perfettamente a qualsiasi sistema, sia iOS che Android. In breve deve consentire di fare qualsiasi operazione con pochi clic e senza ostacoli anche da smartphone. User experience design: cos’è Dobbiamo aprire una parentesi sulla user experience design, un processo valido nello sviluppo ecommerce b2b e b2c finalizzato ad innalzare la soddisfazione e la fedeltà dell’utente, migliorando l’esperienza di navigazione e aumentando il piacere dato dall’interazione tra il cliente e il prodotto stesso. Il concetto fu introdotto negli anni ‘90 da Donald Norman, che come riporta Wikipedia spiegò perché coniò questo neologismo: “Ho inventato il termine perché pensavo che i termini User Interface e Usability fossero troppo stretti. Volevo coprire tutti gli aspetti della persona che si interfaccia con il sistema, incluso il design industriale, l’interfaccia, l’interazione fisica e manuale. Da allora il termine si è diffuso ampiamente, tanto da rischiare di perdere significato”. La user experience design, detta anche UXD, spiega nei dettagli come implementare e ottimizzare tutti quegli elementi di un sito finalizzati a rendere più piacevole e semplice la navigazione dell’utente. Sono componenti molto variegati che vanno dalla SEO alla qualità dei contenuti, dal social media marketing alla grafica del sito. La UXD è fondamentale poiché la prima impressione che si ha quando si accede ad un sito può incrementare o al contrario ridurre la possibilità di conversione. In questo caso quindi “l’abito fa il monaco”, poiché anche la grafica, il design e l’estetica sono elementi che contribuiscono al successo di un sito. Se usi un design accattivante riuscirai a superare il primo step, convincendo il cliente a continuare la navigazione e conoscere tutti i servizi offerti dal tuo e-commerce. Non dimenticare sempre la regola d’oro del “less is more”, quindi la grafica del tuo e-commerce deve essere accattivante ma sempre estremamente semplice e intuitiva per i naviganti. Soprattutto in un e-commerce è importante che gli utenti trovino una risposta alle loro domande nel minor tempo possibile, come schede prodotto degli articoli in vendita, prezzi o area informazioni. Riassumendo la UXD comprende 3 discipline principali: Psicologia: intesa come tutti quegli elementi psicologici che hanno un peso sulla scelta finale di un cliente; Interaction design: la disciplina che si occupa dell’interazione tra l’uomo e i sistemi meccanici e informatici; Comprensione del cliente e delle modalità secondo le quali interagisce con il prodotto o servizio. Conclusioni Se i tuoi clienti dopo l’esperienza avuta con il tuo e-commerce hanno ancora voglia di tornarci, allora puoi essere soddisfatto poiché evidentemente hai creato una user experience appagante e divertente. Solo chi si è trovato bene in un posto vi fa ritorno, quindi devi creare tutte le condizioni richieste per rendere piacevole l’esperienza d’acquisto del cliente che a sua volta diventerà “ambasciatore” del tuo brand poiché ne parlerà bene e il suo passaparola si diffonderà online e offline. Come spiegato nel corso dell’articolo Shopify può essere un ottimo alleato per creare un sito su misura per i tuoi clienti. Se vuoi approfondire l’argomento sullo sviluppo Shopify di uno shop online ti basta scaricare gratuitamente l’ebook che trovi alla fine dell’articolo.
La scelta del tema per il proprio e-commerce è delicata e deve comprendere differenti valutazioni, a prescindere da quanto un design o i colori siano belli e originali. Solitamente il pensiero di chi deve scegliere il template per il proprio sito è legato molto al gusto personale, ma non c’è criterio più errato se non questo quando si deve competere online con altri e-commerce. Prendiamo l’esempio di un ecommerce che vende abiti sportivi, di certo un tema classico non andrebbe bene, anche se a primo impatto potrebbe incontrare di più i propri gusti. Bisognerebbe optare per uno che comunichi dinamicità, che faccia immergere il target nel mondo dello sport. L’obiettivo di un negozio online deve essere quello di vendere prodotti, regalando però un’ottima esperienza di navigazione. Un sito lento, con immagini poco chiare o che si caricano con difficoltà è destinato all’abbandono da parte degli utenti. Ma addentriamoci nel discorso della scelta di un tema per un sito Shopify. Quali sono le caratteristiche che dovrebbero avere i temi Shopify? Design molto moderni e intuitivi; possibilità di personalizzare i temi scelti; ottima compatibilità con il browser. A queste 3 caratteristiche, si aggiunge anche la disponibilità degli esperti shopify in caso di modifiche necessarie al codice. È necessario però soffermarci anche sulla differenza che sussiste tra i temi gratuiti di Shopify e quelli a pagamento, prima però è opportuno fare una premessa. Ecommerce design: le possibilità su Shopify oltre ai temi (premessa) Quando si inizia con un progetto ecommerce è bene conoscere tutte le possibilità a tua disposizione dal punto di vista di design dello store, in particolare è bene che tu sappia che puoi scegliere tra: Download del tema dallo store: la prima possibilità, quella più utilizzata dai merchant e di cui parleremo in questo articolo, riguarda il download di un tema dallo store. È sicuramente l'opzione più comoda perché permette in pochi passaggi di avere un ecommerce operativo. È però anche l'opzione che non permette una personalizzazione a 360° dello store ma richiede al merchant di adattare la sua idea di ecommerce alle specifiche del tema. I temi inoltre si suddividono in gratuiti e a pagamento. Sviluppo di un tema custom: altra opzione è quella di affidarsi ad un esperto Shopify e farsi sviluppare un tema di Shopify partendo da zero, procedendo con la modifica a codice. Oltre a partire da zero, Shopify mette a disposizione il tema Dawn, il punto di partenza base per chi deve sviluppare i temi. Questa opzione è sicuramente preferibile per chi necessita di personalizzazioni del proprio store. Soluzione headless: è sicuramente la soluzione che permette tra le tre il maggior grado di personalizzazione. Avere un headless ecommerce significa avere la parte di fontend e backend separata. Alla gestione dei prodotti di Shopify, si abbina la possibilità di avere un design totalmente personalizzato e adatto alle proprie esigenze, il tutto grazie all'integrazione tramite API. La soluzione che prevede di partire con uno Shopify headless è sicuramente la più impegnativa ma dal punto di vista della user experience dell'utente è sicuramente la soluzione che garantisce maggiori soddisfazioni. Differenza tra i temi gratuiti di Shopify e quelli a pagamento La differenza principale che sussiste tra i temi gratuiti e quelli a pagamento è relativa alla possibilità di pubblicarli. Ovvero è possibile scaricare tutti i temi nel proprio store, ma i temi non possono essere pubblicati e non possono essere fatte modifiche al codice, fino a che non si acquista la licenza del tema. A questo proposito un altro quesito che spesso interessa i futuri proprietari di un negozio online è il seguente: come si fa a scegliere il tema migliore per il proprio sito? Il dubbio che il tema desiderato possa non essere performante è lecito. Per questo motivo, grazie ad alcuni plugin e tool è possibile verificare quali template sono stati utilizzati per i siti dei competitor che ci interessano. Parliamo di Wappalyzer, Koala Inspector, Shopistores, Shopify Spy. In particolare quest’ultimo, ti consente di ricercare siti Shopify tramite keywords specifiche, inerenti al tuo business d’interesse. Ciò che è importante tenere a mente è che tutti i temi di Shopify gratuiti sono pensati per rispondere a esigenze e obiettivi specifici. La scelta di un template non vale l’altra. Ogni template è costruito pensando a uno specifico obiettivo. L’altro punto da tenere in considerazione quando si decide se installare un template standard gratuito o uno a pagamento, è che ovviamente nel secondo caso le possibilità di caratterizzazione sono maggiori. Un esempio è il menu. In un template a pagamento se ne può scegliere uno più strutturato e dinamico, che preveda quindi un alberatura più complessa per siti ecommerce di dimensioni importanti. Una volta fatte queste valutazioni, è necessario considerare il template da installare in base all’obiettivo da raggiungere per lo sviluppo ecommerce. Spieghiamo meglio questo concetto nel prossimo paragrafo. Quanto è importante scegliere il tema di shopify in base a cosa vende l'ecommerce Prima di acquistare un tema o la licenza di pubblicazione di un tema shopify - nel caso di quelli gratuiti - è necessario riflettere attentamente su cosa venderà l’e-commerce e quindi anche sul target che navigherà il sito. In questo caso ci viene in aiuto l’analisi dei siti competitor, perché possiamo scoprire, senza troppi investimenti, cosa funziona e cosa no. L’importante è non scegliere mai e poi mai un template basandosi solo sul gusto personale o su quanto sia in grado di lasciare sorpreso chi lo naviga per la prima volta. Il miglior tema di Shopify per il proprio sito è quello che aiuta a generare conversione. Per comprendere quindi quale template shopify sarà il migliore per noi, dobbiamo essere in grado di rispondere a queste domande: Quanti saranno i prodotti sull’ecommerce? L’impostazione del menu sarà su più livelli? Il menu desktop e quello mobile dovranno essere differenti? Quante informazioni si inseriranno nella pagina prodotto? Ci sarà bisogno di una struttura tab o accordation? Serviranno dei filtri nella scelta menu? Occorrerà un pulsante di aggiunta veloce al carrello? Ci saranno sezioni specifiche dedicate ai video, alle immagini, alle testimonianze o recensioni? Queste sono alcune delle domande che bisognerebbe porsi prima di scegliere un template di Shopify. Indubbiamente bisogna avere le idee molto chiare in merito a cosa venderà il nostro ecommerce, perché ovviamente se i nostri prodotti saranno per esempio inerenti al settore dell’abbigliamento, molto probabilmente dovremo prevedere una struttura di menu più complessa. Allo stesso modo, se l’e-commerce venderà prodotti legati al settore del food. Differente è la questione se il negozio online venderà prodotti appartenenti a una nicchia, come ad esempio cuscini d’arredo realizzati artigianalmente. In questo caso non dovremo dare spazio alla quantità, ma al prodotto in sé per sé. Sarà importante costruire una scheda prodotto più strutturata, con immagini di altissima qualità e magari uno spazio dedicato ai consigli di arredo. In pratica ogni scheda prodotto dovrebbe essere equiparata quasi a una sorta di pagina di vendita, perché quest’ultima da un lato deve informare e dall’altro deve far vendere. Ergo, per forza di cose, dovrà essere differente da una normale scheda prodotto di un grande negozio online. Ogni shop online deve avere la sua struttura e deve seguire una linea specifica di sviluppo. Qualsiasi sia il tuo progetto ecommerce è importante valutare questi aspetti e non darli mai per scontati. 3 migliori temi gratuiti shopify: quale scegliere se hai poco budget Hai fatto tutte le valutazioni del caso ma la verità è che hai poco budget? Non preoccuparti, scegliendo di realizzare un sito Shopify, avrai la possibilità di scegliere un’alternativa comoda, in grado di liberarti da molti pensieri gestionali e amministrativi, ma soprattutto avrai molte alternative in merito ai temi standard gratuiti da poter adottare per il tuo negozio online. Solitamente, il primo pensiero che viene in mente è che un tema gratuito, seppur proveniente dal catalogo Shopify, non potrà mai avere le stesse potenzialità di uno a pagamento. E qui si cade in errore, perché i template gratuiti di Shopify sono costruiti con lo stesso criterio di quelli a pagamento, infatti alcuni temi gratuiti sono particolarmente apprezzati. Vediamone 3 dei più considerati. Debut: Uno dei migliori temi Shopify gratuiti per le seguenti caratteristiche: personalizzabile; veloce; molto facile da navigare. Ideale per ogni tipo di negozio, al di là delle dimensioni dell’inventario. Perfetto per dare spazio e visibilità ai prodotti. Adattabile perfettamente sia al desktop che alla versione mobile. Tema distribuito e supportato da Shopify stesso. Simple: Se il desiderio è quello di avere un tema minimal, questa di Shopify è la scelta più giusta. Simple offre tutte le funzionalità di base per iniziare a vendere online. I prodotti sono posti ben in vista con questo tema, anche grazie alla funzionalità dello zoom che permette di osservare più da vicino i dettagli dell’articolo. Inoltre, con Simple c’è anche la funzionalità dei prodotti consigliati, in modo tale che i clienti possano consultare tutto il catalogo. Colorblock: Tra i temi gratuiti di Shopify Colorblock è l'ideale per il settore fashion di fascia medio alta. Le sue caratteristiche principali sono velocità di caricamento, presenza del mega menu e intestazioni fisse durante la navigazione. Un design colorato e dettagli di stile particolari, rendono questo tema l'ideale come scelta per chi vende articoli di moda trendy che devono subito colpire l'attenzione del target. Tema personalizzabile senza necessariamente modificare il codice, una caratteristica del template molto importante per chi entra ora nel mondo ecommerce. 7 migliori temi di shopify a seconda di quello che vende l'ecommerce Che cosa vende o venderà il tuo ecommerce? In base ai prodotti che ci saranno, vi sono specifici temi da prendere in considerazione tra quelli del catalogo shopify. Modular - template ideale per la vendita di accessori uomo/donna grazie al focus sulla griglia di prodotti. La griglia permette di mostrare con attenzione tutti i prodotti, sia le collezioni che quelli singoli. Costo 160$. District - tema ideale per la vendita di prodotti specifici, che hanno necessità di essere messi in risalto. I banner e la finestra pop-up sono di grande aiuto per attrarre lo sguardo dei clienti. 220$. Minion - tema ideale per ecommerce del settore Pets, proprio per la sua adattabilità a più nicchie. Costo 250$ Icon - uno dei temi di shopify preferito per gli ecommerce di gioielli e bijoux. Le immagini in questo template rivestono un ruolo molto importante. Costo 240$ Prestige - template perfetto per brand di fascia alta. Include lo store locator, il contatore che indica quanti prodotti sono rimasti, le promozioni da porre nel menu e mega menù. Design minimal e fashion, offre un'ottima esperienza di navigazione. Costo 320$. Foodie - tema perfetto per il settore food, presenza del mega menu, intestazioni fisse nel menu, immagini ad alta risoluzione, possibilità d'inserire video. Costo 250$. Context - tema pensato per tutti quegli ecommerce che hanno un catalogo molto ampio di prodotti. Opzione stock counter per verificare le disponibilità, mega menu e localizzatore negozio. 280$ Galleria - tema perfetto per i negozi online con moltissimi prodotti. Ha una funzionalità che permette di cercare più rapidamente i prodotti. Include il menu con le collezioni e l’opzione quick-view per visualizzare rapidamente gli articoli. Costo 180$. Conclusioni Ora che abbiamo analizzato quali sono i temi migliori di Shopify in base a obiettivi, funzionalità e ovviamente business, non ti resta che scegliere quello ideale per te. Come puoi notare tutti possono scegliere di avviare il proprio negozio online e non è necessario partire con un grosso budget. Si può anche decidere di scegliere un tema standard gratuito e poi investire in uno a pagamento, quando si inizia a percepire un ritorno dell’investimento. Ciò che è importante sapere è che un tema Shopify, che sia gratuito o a pagamento, ha l’obiettivo di aiutare a vendere, migliorando le capacità di conversione del sito. Il criterio più importante in base al quale valutare le tue opzioni di template dovrà sempre essere legato alle performance che potresti ottenere. Se stai pensando di aprire un ecommerce, affidati ad un'agenzia Shopify per lo sviluppo del tuo ecommerce oppure, se hai bisogno di maggiori info, scopri come gestire il tuo negozio e le funzionalità principali scaricando l'ebook gratuito che trovi in seguito.