Shop second hand: il successo dell'ecommerce come scelta sostenibile

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In termini di mercato e di produzione stiamo vivendo un periodo piuttosto complesso e particolare. Da un lato bisogna soddisfare le richieste sempre più esigenti di un pubblico vasto ed eterogeneo, d’altro lato è necessario ridurre i consumi dettati dalla produzione di massa che equivalgono a costi maggiori per le aziende e determinano un maggior inquinamento.

Così sono nati gli shop second hand, cioè negozi online dove vendere prodotti usati e di seconda mano, ma di ottima qualità. Il nuovo contesto mondiale, che prevede un’economia circolare per limitare i consumi energetici e di materie prime e che si basa su un riciclo green e virtuoso, ha notevolmente cambiato le prospettive. I prodotti di seconda mano fino a qualche anno fa venivano acquistati solo dalle persone che avevano poche disponibilità economiche. 

Oggi invece sono apprezzati da tutti e persino i grandi marchi stanno declinando la loro produzione in chiave second hand per contenere i costi e accontentare le richieste dei loro clienti, che vogliono prodotti di marca e di qualità, ma senza spendere cifre eccessive.

L’offerta naturalmente va sempre declinata in base al proprio business e soprattutto al proprio target di pubblico, perciò è opportuno affidarsi a piattaforme specifiche come Shopify che consente di conoscere meglio i propri clienti, le loro preferenze e le loro abitudini d’acquisto.

Cosa si intende per second hand shopping online e perché piace così tanto?

Per comprendere meglio come e perché si è sviluppato il fenomeno della second hand economy dobbiamo fare un piccolo passo indietro, ai tempi della pandemia. In quel periodo l’intera produzione mondiale, o quasi, era ferma e quindi le persone, volenti o nolenti, hanno dovuto utilizzare articoli e prodotti usati, per l’appunto di seconda mano.

Molto ha influito la crisi dei microchip, ma anche l’impennata dei costi energetici e delle materie prime che ha costretto le aziende e le imprese a rivedere i loro modelli di produzione. Piuttosto che produrre di più, si è ritenuto più opportuno riciclare e reimmettere sul mercato prodotti già usati, ma in buone condizioni.

Tutto questo va letto nell’ottica dell’economia circolare, poiché bisogna fare i conti anche con un pianeta sempre più malconcio e inquinato. La produzione di massa non è più un modello sostenibile e così il second hand rappresenta la chiave per ridurre i consumi, limitare l’utilizzo di energia e di materie prime e contenere l’inquinamento a beneficio di un minor impatto ambientale.

Come ha evidenziato l’Osservatorio Second Hand Economy di Bva Doxa per Subito l’Italia è uno dei paesi che meglio ha recepito questo nuovo trend di mercato. Nel 2023 ben 24 milioni di italiani hanno scelto i second hand online shop per un valore economico generato pari a 25 miliardi di euro, cioè l’1,3% del Pil nazionale. Si è ormai abbattuto il pregiudizio che permeava il mercato di seconda mano e, anzi, è diventato una grande opportunità sia per i consumatori che per le aziende stesse.

Gli aspetti peculiari del second hand nell’abbigliamento

Secondo il report dell’Osservatorio Second Hand Economy tra i settori più gettonati dell’economia di seconda mano ci sono gli sport e hobby, l’elettronica e i motori. A fare la parte del leone però sono soprattutto gli e-commerce di abbigliamento, come testimonia la nascita di tantissimi second hand shop online che per l’appunto vendono vestiti e accessori di seconda mano.

Sono nati molti ecommerce second hand mobile dopo la pandemia che, non dovendo gestire i costi di un negozio fisico, possono tagliare molte spese di gestione. In alternativa molti commercianti hanno affiancato ai loro negozi fisici gli shop online, sfruttando il doppio canale di vendita. In entrambi i casi basta avviare un progetto Shopify, una piattaforma estremamente performante per negozi online e offline, oppure integrati con entrambi i canali di vendita.

Comprare abbigliamento di seconda mano allunga la vita di un oggetto che può essere ancora utilizzato. Il livello di usura tra l’altro è soggettivo: alcuni ritengono necessario scartare un prodotto se presenta un difetto impercettibile, mentre per altri piccole imperfezioni non rappresentano un problema, anzi addirittura un valore aggiunto che dona esclusività e originalità all’articolo. La compravendita di abbigliamento usato contribuisce quindi a creare una cultura collettiva basata sul riciclo.

Generalmente i capi d’abbigliamento second hand sono più economici, ma questo non significa che siano scadenti. Anzi, i capi usati possono essere addirittura di qualità migliore soprattutto se rapportati ai prodotti della fast fashion, realizzati spesso con materiali scadenti che deperiscono in breve tempo.

C’è poi da fare un discorso relativo ai capi vintage, che hanno un’età di 15-20 anni e che col tempo acquisiscono ancora più valore. Basti pensare ai jeans Levi’s degli anni 80 che, se tenuti bene, possono valere anche centinaia di euro. In ogni caso tutti i capi dei brand iconici che hanno fatto la storia della moda diventano “must have” da avere nel proprio armadio, purché tenuti in buone condizioni.

Second hand mobile: una nuova opportunità nell’ottica di un e-commerce circolare

Fino a qualche anno fa erano soprattutto le vecchie generazioni che, forgiate da anni duri e difficili, pensavano a conservare e riutilizzare tutto o quasi. Le nuove generazioni, forti di un discreto benessere economico, non hanno mai prestato grande attenzione al riciclo e al risparmio.

La pandemia, la crisi energetica e le guerre hanno costretto anche le nuove generazioni a cambiare prospettiva e soprattutto ad adottare comportamenti più virtuosi, a partire proprio dagli acquisti. L’economia circolare è stata sdoganata in tutti gli ambiti e si basa su 3 capisaldi principali:

  • Reimmettere in commercio prodotti di seconda mano e favorire il riuso;
  • Ridurre i consumi;
  • Riciclare le materie.

Secondo le direttive europee, che prevedono il raggiungimento di specifici obiettivi da centrare entro il 2030 per ridurre l’inquinamento, l’economia circolare si basa su un approccio dinamico al mercato per eliminare il punto di fine vita del prodotto o dei suoi materiali.

E così un prodotto che altrimenti sarebbe finito nella discarica viene ripreso, migliorato e reimmesso sul mercato per essere riciclato, noleggiato o rivenduto. Oltre ai capi di abbigliamento, altri esempi di riciclo virtuoso nel settore dell’elettronica sono i dispositivi ricondizionati come tablet o smartphone, cioè riportati a nuova vita dopo approfonditi controlli per verificare che tutte le componenti funzionano perfettamente. Vengono così venduti come nuovi, ma ad un prezzo più contenuto, senza necessariamente utilizzare nuovi materiali. Questo discorso si può ovviare allargare a tutti quei mercati dove è possibile rivendere merce e prodotti riciclabili e riutilizzabili.

Quali sono i vantaggi?

In parte abbiamo già tracciato i principali benefici dell’economia circolare, ma li elenchiamo in questo paragrafo per avere una panoramica più ampia. I second hand shop, per sviluppare la loro attività commerciale e raggiungere gli obiettivi prefissati in minor tempo, possono affidarsi ad agenzie Shopify Expert che aiutano i merchant a far crescere il loro negozio fornendo servizi di alta qualità. Elenchiamo adesso i vantaggi derivanti da un mercato second hand:

  • Minor impatto ambientale. Vendere prodotti di second hand dà una grande mano al pianeta, pervaso da sconvolgimenti climatici come siccità, trombe d’aria, cicloni e tempeste devastanti che stanno sconvolgendo l’ecosistema mondiale, fenomeni che hanno visto protagonista la nostra stessa nazione. Adottare quindi una produzione più virtuosa ha un minor impatto ambientale e consente di consegnare alle generazioni future un mondo più vivibile. Proprio perché la salvaguardia del pianeta è un tema sempre più centrale nell’opinione pubblica, non bisogna ignorare il positivo ritorno d’immagine per i brand che adottano politiche ambientaliste ed eco-friendly e che guadagnano punti agli occhi dei consumatori;
  • Meno costi. Ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo è il principio di Pareto al quale si ispirano aziende, imprese, e-commerce e qualsiasi altro tipo di attività. Ebbene l’economia seconda hand sembra assolvere in pieno a questo principio, poiché consente di ridurre molti costi inutili e di ottimizzare i materiali e gli articoli già in proprio possesso;
  • Offerta completa e variegata. Vendere articoli vintage e ormai fuori produzione consente agli e-commerce di ottenere un vantaggio competitivo. Alcuni prodotti sono davvero unici e originali, quindi gli e-commerce hanno la possibilità di proporre qualcosa di esclusivo per differenziarsi nei mercati che risultano spesso fin troppo anonimi e appiattiti. Lo shopping diventa anche più divertente per i clienti che possono esaltare le loro individualità acquistando prodotti unici;
  • Qualità. Seconda mano non significa seconda scelta, anzi, i prodotti second hand prima di essere messi sul mercato vengono accuratamente controllati e selezionati. I clienti hanno la certezza di risparmiare, ma anche di acquistare prodotti di qualità che durano a lungo nel tempo.

Conclusioni

Ormai il percorso è tracciato: è finito il tempo degli sprechi ed è iniziato quello del risparmio, del riciclo e soprattutto dell’economia circolare. Una lezione che i titolari devono apprendere quanto prima per essere competitivi sul mercato e per non lasciarsi sfuggire le nuove opportunità offerte dal mercato.

Se hai un e-commerce che vende all’ingrosso può darti una grande mano Shopify Plus e, per conoscere le caratteristiche peculiari, puoi scaricare l’ebook a fine articolo che ti spiega come gestire prezzi e listini personalizzati e le sedi per ogni cliente al fine di ottimizzare i processi della tua attività.

Redazione

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