La checkout page è la pagina del negozio online che viene mostrata alla fine del percorso d’acquisto, ovvero quando il cliente o potenziale tale è arrivato al momento del pagamento. In questa fase si verificano la maggior parte degli abbandoni del carrello e questo può dipendere da una molteplicità di fattori, ma primo fra tutti c’è sicuramente quello legato a una checkout page poco ottimizzata e utile per il cliente. Per comprendere l’importanza di una pagina di pagamento, dobbiamo pensare al valore che ha quest’ultimo per noi in un normalissimo negozio fisico. Cos’è che ci porta a tornare? La gentilezza e l’efficienza dei commessi, nonché la rapidità con cui effettuiamo il nostro acquisto. Allo stesso modo su di un ecommerce, ciò che conta è la velocità e l’efficienza del modulo di checkout. In aggiunta a queste due caratteristiche c’è poi l’esigenza di rassicurare il cliente, con il servizio di tracciamento del pacco e con le altre politiche in cui ci si rende disponibili per risolvere un qualsiasi problema, qualora si presenti. Queste sono alcune delle motivazioni che portano il cliente ad abbandonare il checkout, se non curate adeguatamente. Approfondiamole nel prossimo paragrafo. Abbandono del checkout: perché si verifica Cos’è l’abbandono del checkout e perché si verifica? In sostanza, si parla di abbandono del checkout, quando il potenziale cliente - nonostante abbia trascorso diverso tempo su di un ecommerce -, decide di non proseguire con l’acquisto. Da cosa può dipendere un alto tasso di abbandono del checkout in un progetto Shopify? Dai prezzi non chiari che al momento del pagamento aumentano in modo importante per via della spedizione; Da un’interfaccia poco curata e chiara; Dalla tipologia di checkout page; Dal rimorso del compratore, molto frequente al momento del pagamento. Prezzi non chiari. Molti e-commerce hanno la cattiva abitudine di non mostrare il prezzo, sin dall’inizio, nella sua interezza e di avere costi nascosti che si palesano solamente alla chiusura dell'acquisto. I prezzi aumentano al momento del pagamento, per via della spedizione. Errore grave, che porta il consumatore a lasciar incompiuto il processo di acquisto del prodotti. Interfaccia poco curata. Un altro errore comune è quello di pensare che per la pagina di checkout del sito Shopify non ci sia bisogno di troppe cure di design, perché è quella meno importante. In realtà la pagina del pagamento è quella fondamentale, quella che determina la conversione dell’utente e che lo porterà a tornare su quel negozio online. La pagina quindi deve essere molto ben strutturata, chiara in merito a quello che bisogna fare per procedere con il pagamento. Non ci devono essere pop up o banner che escono all’improvviso e che bloccano il pagamento. Tutto deve procedere liscio come l’olio in questa fase. Più è breve la procedura di pagamento, più si facilita la conversione. Tipologia di checkout page. Vi sono checkout page singole o a più livelli. La prima, detta anche one page checkout, è sicuramente la preferita degli utenti, in quanto essi non vogliono perdere tempo al momento del pagamento. Non vogliono registrarsi a nulla, vogliono solo pagare e anche in fretta. Ha però alcuni contro sotto il punto di vista del design, del caricamento della pagina e dell'ammassarsi di informazioni in essa. Per approfondimenti ti consigliamo di leggere il nostro articolo sulla one page checkout. Rimorso del compratore. La maggior parte dei compratori soffre del rimorso di aver speso soldi, nell’esatto istante in cui compra. Si domanda sempre dopo se ciò che ha acquistato gli sarà davvero utile. Ma fino a un momento prima l’esaltazione dell’acquisto è alta, infatti bisogna essere bravi a mantenere questo stato fino al momento dell’acquisto. Un modo per far sì che questa fase sia più indolore possibile, è quella di rendere il pagamento quasi “invisibile”. L’utente non si deve rendere conto che sta spendendo soldi, ecco perché gli si deve chiedere una sola volta i dati della carta di pagamento e poi automatizzare tutto. Con un solo click si deve procedere al pagamento. Ottimizzare il checkout di pagamento: alcune strategie Se dall’analisi dei dati si nota un netto calo proprio al momento del checkout, indubbiamente è quello il pain che bisogna curare nel tuo progetto ecommerce. Come dicevamo poco prima, l’abbandono del carrello può dipendere da vari fattori, alcuni dei quali comprendono una difficoltà nell’acquisto al momento clou. Quest’ultimo per esempio può dipendere dalla richiesta obbligatoria del sito ecommerce di effettuare il login prima di procedere con la compera online. Migliorare la user experience del cliente, non chiedergli di perdere tempo con complesse registrazioni. Un modo veloce con cui questa cosa si può risolvere, è di richiedere l’accesso utilizzando l’account social o quello di gmail. Un altro motivo che induce un utente ad abbandonare il carrello può essere quello di non avere ben chiara la procedura di avanzamento. Se durante il percorso di acquisto si mostra lo stato della procedura, il cliente avverte maggiore sicurezza. L’offerta di più metodi di pagamento anche è fondamentale. Se si offre solo un modo di pagare all’utente, il risultato è che quest’ultimo se non possiede una carta di debito per i pagamenti online, ma solo l’account paypal, per dirne una, abbandonerà il carrello. La mancata ottimizzazione per i dispositivi mobile anche è un altro possibile problema, in quanto la maggioranza delle persone fa acquisti da cellulare e se una checkout page appare sballata e non ottimizzata per i dispositivi mobili, l’abbandono del carrello è dietro l’angolo. Un ultimo motivo che portiamo all’attenzione in questa sede è il salvataggio del checkout. Accade spesso che il cliente torni indietro proprio poco prima dell’acquisto, magari per rivedere il colore o la taglia di un abito o ancora le caratteristiche di un prodotto. Il salvataggio del checkout permette di tornare indietro senza perdere tutti i dati e procedere così tranquillamente con la compera. La fiducia nei confronti delle aziende più note, per i pagamenti, anche rispecchia un altro valore che i clienti tengono a mente. Ad esempio chi vede come possibilità di pagamento Shop pay, acquista con molta più sicurezza. Shop pay è un vero e proprio metodo di check out rapido che permette ai clienti di salvare in una sola volta: indirizzo mail carta di credito dati di spedizione e fatturazione …E di procedere poi nelle successive volte al pagamento senza dover lasciare più nuovamente i dati. Shop Pay è un servizio attivo su tutti gli ecommerce Shopify. È un ottimo modo per velocizzare i pagamenti, rassicurando i clienti. Premesso quindi che la pagina di pagamento deve essere costruita in modo tutt’altro che scontato e superficiale, cosa si prevede per il futuro della chekcout page? Scopriamolo nel prossimo paragrafo. Checkout e pagamento: evoluzioni e rivoluzioni L’esperienza dell’utente deve sempre essere positiva lungo il percorso d’acquisto di un ecommerce. Questa di certo è la base dalla quale bisogna partire, ma chiaramente non è sufficiente. Per far sì che una checkout page sia realmente efficace, bisogna indubbiamente investire nell’innovazione e migliorare l’esperienza dell’utente e quindi fornire assistenza, magari con l’utilizzo dei chatbot. Quest’ultimi permettono di rispondere a ogni domanda, senza necessariamente dedicare il tempo di una risorsa fisica ogni volta. Un’altra innovazione che è possibile introdurre sono i sistemi di pagamento digitali e biometrici. Il futuro vede sempre più il mondo ecommerce connesso alla realtà virtuale, tramite la quale sarà possibile rendere il momento dell’acquisto dell’utente unico. I clienti prediligeranno gli ecommerce che offrono metodi di pagamento innovativi e modalità di acquisto sempre più personalizzate. Il futuro degli ecommerce è sempre più orientato alla soddisfazione del cliente. Conclusioni La checkout page, come si può capire, è una delle pagine più importanti lato utente, che deve essere sempre ben ottimizzata ed efficace. Se hai un progetto ecommerce, ma continui a vedere episodi di abbandono del carrello, probabilmente c’è qualcosa che non va e bisognai indagare. Puoi sempre affidarti ad un partner Shopify per risolvere le problematiche al checkout e avere chiaro quali siano i problemi all'interno del tuo ecommerce.
Vuoi costruire una strategia di marketing vincente? Il modello BOPIS è ciò che ti occorre per una customer experience positiva, che resti impressa nella mente del consumatore. Uno dei problemi maggiori degli ecommerce oggi è Amazon, il Re incontrastato del commercio online, che permette di avere un prodotto direttamente a casa in meno in massimo 24/48 ore. Come fare per tenere testa ad Amazon? Offrendo al cliente una customer experience straordinaria, personalizzata, veloce ed efficiente. Chiaramente Amazon si basa su di un modello di business molto ben settato, quindi riuscire a superare questo colosso è impossibile, ma cercare di raggiungerlo è fattibile. Nel prossimo paragrafo ci soffermiamo sul significato di BOPIS e cerchiamo di capire come questo modello può aiutare chi ha attivo un proprio progetto ecommerce. Cosa significa BOPIS BOPIS è l’acronimo dell’espressione inglese “buy online, pickup in store” e molti ecommerce, dotati anche di negozio fisico, hanno iniziato a seguire questa filosofia, ovvero del comprare online e di ritirare il prodotto direttamente in negozio. In realtà questa modalità di acquisto non è completamente nuova, poiché già da qualche anno è possibile acquistare online un prodotto e andarlo a ritirare in un punto vicino casa, comodo per l’acquirente. L’ottica omnichannel ad esempio ha sempre dato la possibilità di unire mondo fisico e mondo digitale, implementando un modo di fare acquisti completamente differente dal solito. Il modello BOPIS rappresenta un ulteriore passo verso il mondo dei compratori online, sempre più esigenti e sempre meno disposti ad andare in giro per negozi. Le persone oggi vogliono tutto e lo vogliono subito e questo anche perché è stato il mercato a consentirgli queste “pretese”. L’ecommerce oggi, quindi, fa un passo avanti. Un prodotto puoi trovarlo sul negozio online e decidere di andare a ritirarlo al punto vendita direttamente. Ma qual è lo scopo del buy online pickup in store? Promuove l’acquisto di prodotti correlati in negozio ed offrire al cliente un'esperienza di acquisto personalizzata rendendola più comoda a lui possibile. Chiaramente un commesso sa bene che nel momento in cui entra il cliente a ritirare il suo pacco, deve già fargli trovare dei prodotti correlati. L’obiettivo è a promuovere acquisti sempre più importanti. Ad esempio se il cliente acquista un paio di scarpe da ginnastica online e decide di ritirarle in negozio, il commesso sa che una volta lì, bisogna proporgli anche magliette o tute o ancora borse correlate alle scarpe. In questo modo il brand trarrà profitti sia dall’online che dall’offline. In ottica cliente, il BOPIS aumenta la soddisfazione dei clienti, poiché gli offre un’esperienza personalizzata, veloce ed efficiente. Vediamo nel prossimo paragrafo meglio come funziona il futuro del retail. Quali sono i vantaggi del BOPIS? Il modello BOPIS funziona in modo molto semplice: compri un prodotto online e lo ritiri in negozio. Sembra semplice ma chiaramente non è mai così come appare, perché per realizzare il buy online, pickup in store bisogna essere molto ben organizzati, sia in termini logistici che organizzativi. Tutto ciò porta a numerosi vantaggi per gli ecommerce, specialmente per gli ecommerce Shopify, che possono essere sintetizzati in: Non vi sono costi di spedizione; Non vi è l’esigenza di tracciare il pacco; Il cliente si sente rassicurato, in quanto sa dove troverà il suo pacco; Vi è la possibilità di acquistare anche altri prodotti correlati, se i commessi sono adeguatamente preparati; Possibile aumento del fatturato. Ma cosa occorre per realizzare il modello Bopis? Scopriamolo nel prossimo paragrafo. Buy online pickup in store: cosa serve per farlo? Come dicevamo prima, bisogna impegnarsi per ottenere risultati, certo l’idea non basta. Ecco cosa bisogna fare: costruisci un sito shopify in grado di generare l’ordine in modo semplice e veloce; dotati di almeno un punto di ritiro, ma studia bene dove. È fondamentale scegliere un punto strategico, soprattutto a livello logistico, fondamentale per garantire un ulteriore miglioramento dell'esperienza di acquisto; amplia le modalità di pagamento del tuo store online; dotati di un magazzino molto ampio, che sia in grado si soddisfare sempre la richiesta del cliente; prepara i commessi del negozio a ricevere una clientela diversa. Probabilmente i clienti che hanno acquistato online, non hanno voglia di parlare o di fare file. I commessi devono essere veloci ed efficienti, ma soprattutto rendere la consegna del pacco un’esperienza unica; amplia le capacità tecnologiche; comunica adeguatamente il nuovo servizio, cercando prima di raggiungere i clienti fidelizzati e poi quelli che ancora non conoscono bene il brand. Come tutte le cose ci vuole organizzazione e attenzione ai dettagli, poiché sono quest’ultimi che fanno la differenza in un percorso di acquisto. È fondamentale, ad esempio, rendere il momento del ritiro del pacco un’esperienza positiva nella mente del cliente. Ad esempio in uno store sarebbe il caso di dotare uno spazio solo per coloro che ritirano i loro pacchi, in questo modo si eviterà caos e confusione. I commessi devono essere sorridenti, accoglienti e soprattutto molto svegli. Il packaging deve essere particolare e unico solo per chi acquista online - leva dell’unicità-, magari dotato di gadget e piccoli campioncini di prodotti correlati. La preparazione del commesso è la chiave vincente che porta la persona a fare altri acquisti in store. Chiaramente, vi deve poi essere un commesso dedito solo all’acquisto di prodotti correlati, ancora differente da quello specializzato solo per le persone che amano investire tempo nello shopping. Come si può ben immaginare, un negozio fisico deve avere un’organizzazione impeccabile e uno staff molto ben formato sulle tipologie di clienti. Un altro trucco per aumentare la possibilità di acquisti è riuscire a prendere appuntamento per la consegna, studiandosi adeguatamente il profilo del cliente e proponendogli quello di cui potrebbe aver bisogno. Questa è una strategia che vale solo per i clienti fidelizzati, che conoscono il brand. Per i clienti nuovi, chiaramente bisogna pensare ad altre strategie per mantenerli coinvolti. Di sicuro iniziare dall’offerta di un’esperienza di acquisto positiva è già un buon punto d'inizio. Conclusioni Il mondo del business online è in continua e netta crescita, il modello Bopis ne è una prova. Ma per applicare una logica di business così ben strutturata c’è anche bisogno di progetto ecommerce molto organizzato. In particolare un ecommerce Shopify è la soluzione ideale per chi vuole vendere online. Per saperne di più puoi scaricare la nostra risorsa gratuita che ti darà una panoramica generale di una delle piattaforme migliori per costruire ecommerce B2C ma dotata anche di tutte le funzionalità per avere un ecommerce B2B con Shopify.
L'ecommerce cresce di anno in anno, con volumi e ritmi sempre più importanti. Uno dei settori in decisa crescita è rappresentato dall'ecommerce di generi alimentari, ovvero i food ecommerce. Partiamo dai numeri sugli ecommerce food & wine Stando all'European ecommerce report 2022, il 15% di chi ha acquistato online nel 2021 ha comprato prodotti drink & food da un sito ecommerce. Si tratta di una cifra importante, ma se viene rapportata al 68% che han acquistato prodotti di abbigliamento, abbiamo metro e misura di quanto sia importante lo spazio di crescita di questo settore. Il momento di crescita attuale è, quindi, tutto destinato agli ecommerce alimentari food & wine. Il trend inizia qualche anno fa e i numeri ci dicono che le persone sono sempre più a loro agio nel comprare alimenti e bevande online. Altro dato interessante: nel 2022 il settore food nel mondo del commercio online ha registrato una crescita del 17% secondo il comunicato stampa di Netcomm in collaborazione con il Politecnico di Milano. Insomma, dovrebbero bastare queste proiezioni sulla crescita dell'ecommerce alimentare in questi ultimi anni per convincerti della necessità di esplorare questo tipo di business con un progetto ecommerce (le cifre sono in miliardi di $ e parlano solo del mercato USA): Le performance raggiunte in Italia nel periodo del lockdown dovuto al coronavirus, hanno comunque fatto scoprire un mondo a molti acquirenti che non erano così avvezzi agli acquisti online di generi alimentari: questi i tassi di crescita. Cos'è un food ecommerce? Le aziende alimentari che lavorano con e-commerce vendono cibo e bevande online, utilizzando dei sistemi che permettono la presentazione di un catalogo prodotti su internet e ai clienti di completare le vendite e di pagare con una transazione elettronica. I prodotti vanno da generi alimentari standard a specialità uniche, territoriali. Possono includere cibi freschi (pesce, panificati, prodotti refrigerati...) o secchi, che non hanno problemi di deperibilità. A differenza dei negozi online che vendono prodotti non deperibili, è assolutamente essenziale che i commercianti di e-commerce di alimenti gestiscano il tempo e consegnino in modo efficiente, soprattutto quando ci si riferisci a prodotti freschi. Che si tratti di un supermercato, di un famoso cioccolatiere o di un produttore di alcolici, tutti i commercianti con e-commerce possono trarre vantaggio dalle tendenze di crescita degli acquisti online di alimenti e bevande. Il settore è un panorama competitivo che, come qualsiasi altro mercato, richiede le giuste piattaforme di commercio e strategie di marketing per prosperare. Anche noi di ICT Sviluppo abbiamo seguito i nostro clienti nel campo alimentare che si sono affacciati al mondo di internet in questi anni e abbiamo assistito alla crescita dei volumi dell'e-commerce di alimenti e bevande. Ed è decisamente il settore che - forse - nella nostra esperienza, sta portando maggiori soddisfazioni a chi investe con un progetto concreto. Ecco perché siamo convinti che chi ha un'attività alimentare, B2B o B2C che sia, oggi non possa per lo meno non riflettere sull'opportunità di investire nello shop online. Ecco alcuni spunti legati al mondo ecommerce del food che potrebbero darvi degli spunti di riflessione. Il mercato con maggiore spinta? Il lusso. C'è sempre un pubblico che si aspetta e pretende le cose belle della vita, c'è sempre qualcuno con abbastanza soldi da spendere da spenderli per cose che i più reputano superflue. Questo di solito è il pubblico migliore a cui puntare - se i prodotti che hai possono soddisfare i loro palati - per i prodotti con cartellini dei prezzi elevati. Tuttavia, non è necessario che sia l'unico pubblico, ma è sicuramente una tipologia di acquirente che può portare ottimi introiti. Cibi e bevande di lusso, come liquori rari o cioccolatini unici, sono regali ideali per familiari e amici difficili da acquistare, soprattutto nei piccoli centri o da raggiungere senza i disagi del muoversi in una metropoli. Spiegare il tuo marchio, come vengono prodotti i cibi e le bevande che commercializzi e cosa li rende un bene di lusso così speciale, fa parte di una strategia di marketing di successo. Il nostro cliente Oliveri 1882 lo fa molto bene. Si separano dagli altri produttori di pandori e colombe di fascia alta concentrandosi su ciò che rende unico il loro prodotto, ovvero che viene creato utilizzando un processo e una ricetta che si tramanda da generazioni e puntando sui grandi riconoscimenti che sono stati in grado di ottenere grazie a questi processi. Le nicchie di mercato sono più facili da aggredire Alcuni clienti fanno acquisti in determinati negozi per motivi morali ed etici, ad esempio per sostenere le piccole imprese. Altri possono scegliere di farlo per ragioni più specifiche, come esigenze dietetiche, magari per intolleranze di qualche tipo, come per esempio quella al glutine. L'e-commerce alimentare è in una posizione unica qui, rispetto a tutti gli altri settori. Ci sono un sacco di esigenze specifiche che costruiscono pubblici di nicchia sui quali si può puntare con un progetto ecommerce. Il cibo è un affare che coinvolge tutte le persone e tutti i giorni, quindi c'è uno spazio incredibile. Offrire articoli non comuni, difficili da reperire nei negozi di alimenti e bevande convenzionali, può far risaltare il tuo negozio di e-commerce di food. Questo può includere prodotti senza glutine, articoli preparati senza perpetrare crudeltà sugli animali e prelibatezze vegane. Potrebbe essere anche una sezione dedicata all'interno di un sito, dando a questa sezione abbastanza spazio nella comunicazione e nel marketing e nelle scelte strabico-architetturali. Le e-mail di benvenuto sono ideali per mostrare prodotti speciali a tutti i clienti e lavorare sulla brand awareness. Inoltre, segmentando i clienti che hanno già acquistato un prodotto speciale, come un prodotto con il tag vegano, puoi inviare loro e-mail post-acquisto appositamente preparate. Insomma coinvolgere chi si sente eticamente, moralmente o per ragioni di salute, coinvolto, è una scorciatoia per far parlare del proprio ecommerce e trovare spazio nel mondo del web. Acquisti ripetuti e abbonamenti Il targeting dei clienti appena visto, che vuole prodotti di nicchia o di lusso non è una novità per chi mastica comunicazione o ha già provato esperienze di ecommerce: è la pietra miliare del marketing di fidelizzazione. Ma l'altra pietra miliare è senz'altro la possibilità di abbonarsi a dei rifornimenti di articoli prodotti o di rendere facile e di spingere sugli acquisti ripetuti. Entrambe queste proposte godono della natura stessa del prodotto alimentare: deperibile (quindi non posso fare grandi scorte, generalmente) e consumabile (si consuma mangiandolo o bevendolo, quindi deve essere ricomprato se fa parte della nostra dieta). In linea generale, i clienti consumano naturalmente i prodotti alimentari quando sono ancora freschi. Quanto più freschi sono, più vengono visti di qualità e salutari. I prodotti deperibili costringono i clienti a ripetere l'acquisto molto più rapidamente rispetto ad altri tipi di prodotti. Quindi, i negozi di e-commerce di cibi e bevande hanno un grande vantaggio nel trasformare i clienti in clienti abituali. L'abbonamento ha un vantaggio rispetto all'acquisto ripetuto: che si automatizza il processo e si riducono le variabili legate alla curiosità dell'acquirente che va, magari, velocemente alla ricerca di un prodotto alternativo. Personalizzazione del servizio e del prodotto Anni fa avevo programmato una vacanza a Vienna e mi sarei trovato a festeggiare il sesto compleanno di mia figlia lontano dalle sue amiche. Per rendere l'occasione speciale mi sono messo alla ricerca su web di una torta personalizzata da farmi consegnare in Hotel: ho trovato il sito ecommerce di una pasticceria che mi ha fatto scegliere il modello di torta, le personalizzazioni (scritte e colori) e luogo ed ora della consegna. Era un po' caro, ma come non farlo per una figlia e il suo compleanno? Molti commercianti, come il negozio di pasticceria che mi ha offerto questo servizio, conoscono il valore della personalizzazione del prodotto come pure dell'assistenza nella personalizzazione del prodotto (quanto grande devo prendere la torta? Devo tenerla in frigo? Per quante persone? Con quali alimenti viene prodotta?). Principali modelli di ecommerce alimentare Che tipo di ecommerce oggi permettono di acquistare online food & wine? Ho individuato, in linea di massima, 4 tipologie principali di ecommerce alimentare: Negozio online: adattamento 1:1 della spesa online e del modello di business attuale. I rivenditori - spesso già con la loro attività e magazzino fisico - vendono i prodotti anche nei loro negozi online. Marketplace: i rivenditori espandono il proprio catalogo prodotti inserendo prodotti di partner sulle loro piattaforme. Capita di farlo in modo strutturato (Amazon) o in maniera più semplice, inserendo nel proprio magazzino online quello che producono colleghi, partner, produttori. Consegna pasti: i fornitori vendono cibo preparato online e consegnano a domicilio con cadenze variabili - a seconda della deperibilità del prodotto. Abbonamento: i rivenditori consegnano ad es. drogheria preparata per cucinare sulla base di un abbonamento (che, come abbiamo visto, non è un ordine ricorrente). I benefici di un mercato internazionale L'internazionalizzazione degli ecommerce ha aperto le porte ai mercati esteri anche per piccole e medie realtà che si occupano di food, da negozianti ai produttori di generi alimentari, offrendo loro l'accesso a nuovi clienti e l'opportunità di espandersi in nicchie di mercato con prodotti regionali, facendosi conosce ovunque. I rivenditori di generi alimentari online belgi, ad esempio, ottengono un quarto dei loro acquisti da clienti stranieri. In questo caso i negozi online hanno il vantaggio di essere naturalmente multilingue. Altri esempi dagli Stati Uniti, come Amazon International Food Market e Global Food, dimostrano anche che gli alimenti durevoli sono adatti per la vendita al dettaglio online internazionale. Fondamentalmente, la drogheria online attraverso i confini nazionali tende a essere redditizia con specialità alimentari regionali che non sono disponibili nei negozi all'estero. Pertanto, i rivenditori di generi alimentari che intendono attraversare i confini online dovrebbero fornire una gamma di prodotti che attiri clienti internazionali. In Italia ci sono un sacco di specialità regionali che possono trovare spazio nel carrello degli acquisti di clienti da tutto il mondo: pensate alla vastità di prodotti (cibi e vini) che vengono osannati in tutto il mondo e godono del supporto di consorzi e promotori locali. Troppo spesso manca una traduzione in inglese o in tedesco per affrontare i mercati perché i siti web rispondono alle esigenze di trovare una sfogo oltre al territorio, nel mercato nazionale, ma non vengono sviluppati con visioni di business più complete. Le problematiche del food ecommerce Normative e sicurezza La filiera alimentare continua a richiedere a tutti gli attori di aderire a rigorose pratiche operative per garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti. Considerando le potenziali conseguenze della consegna ai consumatori di prodotti alimentari e bevande scaduti o contaminati, è improbabile che questo cambi in futuro. Consegne I clienti, dall'altro lato, chiedono consegne sempre più rapide in tutto il settore dell'e-commerce. Le grandi aziende tecnologiche come Amazon e Google stanno persino iniziando a offrire la consegna in giornata per soddisfare le aspettative dei clienti in continua crescita. Per il food è ancora più impellente questa necessità, soprattutto quando si parla di prodotti freschi. Catena dell'approvvigionamento e logistica La sfida per garantire consegne veloci è quella di mantenere l'accuratezza delle informazioni in ogni fase della catena di approvvigionamento, qualcosa che è difficile quando si ha a che fare con un sovraccarico di informazioni (quantità di prodotti, ordini, termini di scadenza, informazioni sulle consegne). Gli inventari sono l'aspetto più essenziale da considerare quando si crea la strategia di prezzo ottimale per i prodotti alimentari e delle bevande. In altre parole, il tuo inventario influisce direttamente sulle vendite perché alla fine è tutta una questione di tempo e gestione delle informazioni. Le informazioni sui prodotti Le informazioni sui prodotti e sugli acquirenti sono il carburante per un business online e il settore alimentare non fa eccezione. L'esperienza di acquisto e il successo delle vendite dipendono fortemente dalla qualità dei dati forniti dai rivenditori per le vendite online. I requisiti per la struttura e il contenuto dei dati sono più elevati rispetto alla vendita al dettaglio convenzionale (spedizioni, tempistiche, resi...). Inoltre, i requisiti sulla consegna e gestione del prodotto, possono variare anche nei diversi Paesi e regioni, il che è rilevante, ad esempio, nel commercio transfrontaliero. I dati sul prodotto qui hanno molte più sfaccettature rispetto alla semplice presentazione dei prodotti. Per quanto riguarda l'etichettatura degli alimenti, si applicano le stesse regole normative dei negozi fisici. Poiché gli acquirenti non possono toccare le merci online per ottenere informazioni dettagliate, i rivenditori dovrebbero rendere le informazioni sui prodotti il più trasparenti possibile. Più informazioni come informazioni dietetiche, data di scadenza e descrizione dettagliata del prodotto possono essere visualizzate dall'acquirente, più fiducia viene creata. Il mercato dell'e-food ha requisiti particolarmente elevati per fornire trasparenza delle informazioni ai consumatori, necessità intrinseca del mercato alimentare. Oltre a soddisfare i requisiti legali, i rivenditori devono fornire ai consumatori la garanzia di ottenere prodotti di alta qualità. Un modo per farlo è fornire agli acquirenti informazioni dettagliate sulla catena di approvvigionamento e raccontare storie sui partner di cui i clienti possono fidarsi. Oltre a informare gli acquirenti, i dati di prodotto abilitano importanti funzioni sulle piattaforme di vendita. I motori di ricerca dei prodotti, ad esempio, necessitano di metadati per interpretare le ricerche e trovare prodotti adatti. Insomma, lo sforzo legato alle informazioni è maggiore che per gli altri ecommerce. Poi magari ha meno problemi rispetto all'abbigliamento sul decadimento delle informazioni e del catalogo (che di fatto, nell'abbigliamento, diventa nuovo ogni 6 mesi), ma indubbiamente una riflessione sulle informazioni deve essere fatta, prima di partire con un progetto ecommerce food. Vuoi parlare del tuo progetto food? Fissati un appuntamento per una prima call senza impegno per analizzare e capire le necessità del tuo progetto ecommerce.
Shopify Components fornisce uno Stack di strumento per il business enterprise, che ha come target di azienda di riferimento quelle che fatturano almeno 500 milioni di dollari. Questo per un duplice motivo: in primis, il costo di un progetto che si basa sull'aggregazione dei componenti, come dice il nome stesso; il secondo è legato alla necessità... cioè per avere davvero aver bisogno di un ecommerce composable i volumi di vendita del business devono essere davvero elevati. Cos'è un Composable Ecommerce Components by Shopify si basa sul concetto di Composable Ecommerce, ovvero l'ecommerce componibile, è un approccio di sviluppo che consiste nella selezione dei migliori componenti disponibili e nella loro combinazione o composizione in un'applicazione personalizzata, che viene creata quindi custom per esigenze aziendali specifiche. Questo approccio porta ad un risultato che combinando diversi Packaged Business Capabilities (PBC). Ogni PBC è una caratteristica o capacità di un'app specifica: di solito è un componente software completamente autonomo rispetto agli altri che viene integrato con gli altri via API. Ad esempio, un PBC potrebbe essere il carrello degli acquisti e il checkout, un altro le le promozioni o la gestione del login degli utenti aziendali. Un approccio composable, ovvero componibile, utilizza vari elementi software, di uno o più fornitori, che possiedono funzionalità robuste e complete per l'unica cosa che fanno: tante applicazioni (per l'appunto PBC) che fanno bene una cosa e, quindi, una volta messi insieme, restituiscono un sistema che fa benissimo tutte le parti, perché si è preso il meglio da ogni dove. I microservizi sono una maniera in cui un'applicazione è (o può essere) suddivisa in piccole funzioni o caratteristiche. Le PBC sono un set aggregato di microservizi che servono ad una specifica funzione. Ad esempio: la gestione delle promozioni può essere un microservizio. La gestione degli ordini necessita anche della gestione del carrello quindi Carrello e Checkout sono due microservizi che vengono aggregati in una PBC Un progetto ecommerce sviluppato con un approccio composable mette insieme differenti PBC per restituire una applicazione unica. Il commercio elettronico componibile dovrebbe avere una architettura cosiddetta MACH, che sta per: Microservzi API-first Cloud Native Headless Microservizi: l'architettura basata su microservizi è la caratteristica base che consente ai PBC di essere componibili. Infatti le applicazioni monolitiche hanno le funzionalità legate l'una all'altra e troppo difficilmente disacoppiabili. Risulta che con le piattaforme monolitiche è impossibile - o quasi - sviluppare in armonia sistemi che conciliano soluzioni per i singoli microservizi o PBC da diversi produttori. Con la piattaforma monolitica si prende il pacchetto. D'altro canto, le applicazioni monolitiche sono accoppiate troppo strettamente e le funzionalità non possono essere implementate in modo indipendente. API-First: ovviamente tutte queste microapplicazioni-servizi devono poter dialogare e scambiarsi informazioni di continuo e senza API è impossibile pensare a costruire un sistema composable ecommerce. Cloud native: sfruttare le funzionalità offerte da una piattaforma in cloud (proprio dei sistemi SaaS) garantisce la scalabilità e la flessibilità alle applicazioni che vengono coinvolte nel processo di realizzazione dell'ecommerce componibile. Ogni singola funzione gode degli aggiornamenti e dell'assistenza del fornitore di riferimento e non si deve mantenere una infrastruttura proprietaria in house, con un ovvio risparmio sui tempi, costi ed efficienza del sistema. Headless: Avere un approccio senza testa per tutti questi microservizi, significa che vengono progettati per funzionare con altri sistemi e solo la natura disaccoppiata delle applicazioni headless può garantire il funzionamento e il miglioramento continuo dell'interfaccia del cliente, consentendo di estendere l'applicazione a qualsiasi numero di endpoint. Perché in un approccio composable possono essere veramente molti. Con una architettura MACH, il composable ecommerce consente di selezionare e distribuire le migliori applicazioni modulari. Puoi facilmente aggiungere, sostituire o rimuovere varie funzionalità man mano che le tue esigenze crescono e cambiano. Per ulteriori informazioni ti invitiamo a leggere il nostro articolo sull'ecommerce headless. Cos'è Shopify Commerce Components Shopify Commerce Components darà alle aziende l'accesso solo ai componenti di Shopify di cui hanno bisogno, con la possibilità di non utilizzare quello di cui non necessitano e di integrarlo con altri servizi terzi via API. È ottimizzato per i venditori che hanno bisogno di costruire una applicazione ecommerce utilizzando singoli componenti di Shopify à la carte, integrando tali componenti con il resto del loro stack commerciale. Il suo prezzo è basato sull'utilizzo e dipende dai componenti utilizzati da un venditore. I componenti di Shopify Commerce Components STOREFRONT Headless API; Low-code storefronts: per costruire negozi enterprise con Liquid, il linguaggio di Shopify per costruire template; Content: si può utilizzare il data model di Shopify o altri CMS per offrire la possibilità di distribuire contenuti formattatati ed impaginati; Headless SDK: se serve, si può utilizzare il framework basato su reca, Hydrogen, in combinata con Oxigen, il server dedicato di Shopify, per costure esperienze di ecommerce immersivi con l'SDK headless di Shopify; Headless Hosting; Storefront Search; CARRELLO E CHECKOUT Carrello: puoi utilizzare un unico carrello per l'attività del tuo negozio online, sfruttando le API di Shopify e tutte le estensioni dell'app cart. Piattaforma di checkout: Quello di Shopify è il checkout con le migliori conversioni al mondo. Evita il lavoro, il costo e il rischio di costruirne uno tuo da zero. Piattaforma di pagamenti: puoi utilizzare il tuo gateway di pagamenti preferito oppure integrare Shopify Payments o uno degli oltre 100 principali fornitori di pagamenti già presenti. Piattaforma fiscale: Le impostazioni sulle tassazioni si integrano a servizi fiscali attualmente sul mercato (dalle tasse doganali a Shopify POS con l'emissione dello scontrino fiscale). Protezione dalle frodi: Utilizzando il modulo di Shopify hai una protezione dai tentativi di frode che si basa sui dati di milioni di rivenditori in tutto il mondo. FUNZIONALITA' ECOMMERCE Catalogo dei prodotti: si possono integrare e sincronizzare le informazioni sui prodotti, i prezzi e le collezioni da qualsiasi fonte, ERP, PIM, DAM... Modelli di dati personalizzati: Si possono campi e oggetti personalizzati che modellano i tuoi dati aziendali univoci ed estendono i flussi di lavoro aziendali principali. Vendita transfrontaliera: Puoi gestire l'espansione globale in nuovi mercati (o negli esistenti) con un unico sistema che ti consente di vendere, spedire e scalare a livello internazionale. Abbonamenti: con questo modulo si creano soluzioni di abbonamento personalizzate che promuovono entrate certe e fidelizzazione dei clienti, grazie alla formula degli abbonamenti. Dati dei clienti: Potenzia la crescita e la fidelizzazione con dati accurati sui clienti, integrati con il tuo database clienti centralizzato. Sconti: Puoi integrare il componente che gestisce gli sconti e le promozioni personalizzati tramite Shopify o la tua piattaforma di marketing esistente per indirizzare la promozione giusta al cliente giusto. Estendibilità delle funzioni: Estendi la logica aziendale di back-end di Shopify per personalizzare il checkout, l'instradamento degli ordini e altro ancora. B2B: è possibile vendere all'ingrosso e direttamente da un unico store con integrazioni flessibili, API aperte ed elaborazione degli ordini automatizzata, utilizzando i listini personalizzati per le aziende. SICUREZZA DEI DATI E CONFORMITA' Analisi dei dati: è possibile utilizzare il linguaggio ShopifyQL per generare informazioni commerciali oppure esportare i dati direttamente nel tuo database. Marketing insight: è possibile la costruzione di data layer con eventi sicuri che consentono di avere dati dei clienti da vari dispositivi; Dati delle carte di pagamento e depositi: si può usare il deposito di Shopify, con tutta la sua sicurezza, oppure integrare la soluzione esistente per aumentare la velocità di elaborazione dei pagamenti e del numero di autorizzazioni. Sicurezza e conformità agli obblighi di legge per privacy: c'è la possibilità di gestire la privacy e la sicurezza tramite autorizzazioni personalizzate, controlli di sicurezza e standard di conformità SOC 2. SPEDIZIONE E LOGISTICA Fulfillment: puoi offrire una logistica completa, dall'inventario e logistica in entrata, al trasporto fino ad arrivare alla logistica dell'ultimo miglio; Inventario: è possibile collegare il proprio sistema di gestione dell'inventario e sincronizzare in tempo reale i dati, in modo da vendere in modo più tranquillo; Gestione degli ordini: oltre ai sistemi di gestione dell'inventario è possibile integrare anche il sistema di gestione degli ordini, in modo da poter definire regole personalizzate; Gestione dei resi: è possibile avere il controllo di tutta la politica di ritorno tramite un sistema centralizzato per la sua gestione; API per etichette: puoi selezionare le tariffe più basse sulle etichette di spedizione con la API label, in modo da integrarti con la piattaforma di spedizioni che preferisci. OMNICANALITA' POS: è possibile l'integrazione personalizzata delle vendite online oppure offline nei vari sistemi Point Of Sale, incluso Shopify POS; Social commerce: è possibile la vendita dei prodotti nei vari social network e nei marketplace più famosi, tutto con Shopify; Chat e supporto: è possibile integrare chat e tutto ciò che è utile al supporto cliente per la creazione di workflow personalizzati. Come Shopify presenta Components Strategicamente il posizionamento di Components by Shopify è chiaro. Nelle parole del presidente Harley Finkelstein, c'è tutto quello che l'azienda ha messo in campo per arrivare a questo prodotto di punta dell'offerta Shopify si basa su componenti che costituiscono la piattaforma di vendita al dettaglio più potente al mondo. Abbiamo trascorso quasi due decenni a costruire, ottimizzare e ridimensionare quell'infrastruttura, che oggi alimenta oltre il 10% dell'e-commerce statunitense e ha elaborato oltre mezzo trilione di dollari, il tutto dando a milioni di aziende il pieno controllo dell'identità del proprio marchio, delle relazioni con i clienti, e dati. Ora stiamo aprendo quell'infrastruttura per alimentare i più grandi rivenditori del mondo con Commerce Components di Shopify (CCS), lo stack moderno e componibile per la vendita al dettaglio aziendale. Per i rivenditori aziendali di oggi, sfide come il rapido ritmo dell'evoluzione tecnologica e le mutevoli aspettative dei clienti significano che devono raggiungere l'innovazione in tempo reale solo per rimanere competitivi. Per fare ciò, hanno bisogno di una soluzione commerciale che dia la priorità alla scelta, con la flessibilità necessaria per integrare e innovare senza restrizioni, offrendo al contempo componenti di infrastruttura affidabili che aiutino i loro team a muoversi più velocemente. Questi elementi insieme non sono negoziabili e non sono mai esistiti in un'unica offerta per le imprese, fino ad ora. Abbiamo sempre affrontato l'innovazione in Shopify anticipando ciò di cui i rivenditori hanno bisogno, quindi fornendo quelle soluzioni. Commerce Components di Shopify apre la nostra infrastruttura in modo che i rivenditori aziendali non debbano sprecare tempo, potenza ingegneristica e denaro costruendo basi fondamentali che Shopify ha già perfezionato e invece li libera per personalizzare, differenziare e ridimensionare. Insomma la sfida al mondo dominato da Salsforce Commerce Cloud e altre piattaforme dichiaratamente enterprise, è lanciata. Se pensate che sia la vostra soluzione, affidati a noi, siamo degli esperti Shopify che possono darti una mano per quello :-)
In alcuni nostri articoli vi abbiamo parlato di due sistemi: il PIM, acronimo di Product Information Management, e il DAM, acronimo di Digital Asset Management. In questo articolo andremo ad analizzare le differenze tra le due piattaforme, riuscendo così a capire per chi è utile l'una e l'altra. PIM e DAM: una breve presentazione Cos'è il Product Information Management Il PIM è un sistema per la gestione centralizzata delle informazioni relative ai prodotti di un'impresa. Queste informazioni possono riguardare vari aspetti relativi al prodotto: dalle caratteristiche fisiche, come il peso e le misure, alle caratteristiche utili per il team marketing (esempio le keyword relative alla SEO, meta description o altre informazioni utili), a tutto ciò che è utile al team sales, quindi prezzo, modalità di consegna ecc... Una volta inserite le informazioni all'interno del PIM esse sono condivise al suo interno e disponibili a chiunque abbia l'accesso alla piattaforma. Le informazioni poi possono essere distribuite all'interno dei canali commerciali dell'impresa, sia online, con siti web o ecommerce, sia offline, ad esempio con la creazione di cataloghi prodotti e brochure aziendali. Per ulteriori approfondimenti su cosa sia e come funzioni, ti consigliamo di leggere il nostro articolo in cui parliamo del PIM (Product Information Management). Cos'è il Digital Asset Management Il DAM invece è un sistema per archiviare, condividere e distribuire risorse digitali, come foto, video, animazioni o altri file su cui si ha una proprietà legale. Questi file possono essere utilizzati da tutti i membri del team per le più svariate finalità: campagne di marketing, creazione di presentazioni aziendali e molto altro. Le risorse multimediali possono anche essere distribuite all'interno dei touchpoint in cui l'azienda è presente. I file inoltre vengono automaticamente aggiornati all'interno dei canali grazie al fatto che i DAM possono essere integrati con applicazioni per la creazione di file multimediali, come Photoshop o Canva, in modo da sincronizzarne eventuali modifiche o nuove versioni. Per ulteriori approfondimenti abbiamo scritto un articolo sul DAM (Digital Asset Management) in cui spieghiamo cosa sia e come funzioni. Le differenze tra PIM e DAM In questo paragrafo andremo ad analizzare tutte le differenze tra le due piattaforme, che spesso vengono confuse. 1- Tipologia di informazioni La prima grande differenza riguarda la tipologia di informazioni contenute nei due sistemi: I PIM infatti si occupano di immagazzinare informazioni di prodotto, tra tutte nomi prodotto, SKU, EAN, descrizione prodotto, peso. Quindi tutte le info che possono riguardare marketing, logistica, info utili al team sales ecc... I DAM invece sono sistemi per l'archiviazione di risorse digitali come immagini, video, grafiche ecc... Principalmente questo tipo di informazioni sono rivolte ai team creativi e di marketing. 2- Obiettivo dei sistemi PIM e DAM sono due sistemi diversi che hanno quindi obiettivi e utilità diverse: I PIM infatti hanno l'obiettivo di mantenere, tramite la collaborazione tra i vari team, il più possibile aggiornate e complete le informazioni del prodotto, semplificandone la gestione in tutti i canali commerciali. Il vantaggio sarà quello di avere informazioni aggiornate in tempo reale evitando errori di duplicazione; I DAM invece ha l'obiettivo di mantenere la brand image coerente e migliorare la customer experience all'interno dei vari touchpoint. Tutto ciò grazie alla possibilità di gestire le risorse all'interno dei vari canali da un'unica piattaforma, diventando così l'unica fonte da cui prendere i file multimediali; 3- Tipologia di azienda che lo ritiene utile Una delle differenze fondamentali è la tipologia di azienda che può richiedere l'uso di uno o l'altro sistema. I PIM sono utili ad aziende che: Hanno un grande quantitativo di prodotti da gestire nei vari canali commerciali; Vendono o vogliono vendere su mercati internazionali; Cercano la riduzione del numero di resi nei suoi canali di vendita; I DAM invece sono utili ad aziende che: Hanno una grande quantità di file digitali da gestire; Non hanno un'organizzazione interna dei file digitali e presentano errori di duplicazione degli stessi; Perdono frequentemente tempo nella ricreazione o sistemazioni dei file danneggiati o persi; Hanno difficoltà di scambiare le risorse sia all'interno sia all'esterno dell'azienda; Tutto ciò può anche essere sintetizzato nel seguente modo: i PIM sono più utili ad aziende che hanno prodotti da vendere in vari canali commerciali mentre i DAM sono utili anche ad aziende che non hanno prodotti da vendere online ma che hanno un grande quantitativo di file digitali da gestire. 4- Tipologia di utenti della piattaforma Altra differenza chiave per la distinzione tra un sistema PIM e un sistema DAM è data dalla tipologia di utente che solitamente accede alla piattaforma per effettuare modifiche o consultare i dati: Nei PIM solitamente si registrano accessi da parte di: Ecommerce manager; Product manager; Personale del team marketing; Personale del team sales; Nei DAM invece, a differenza dei PIM, registrano accessi da parte di: Personale del team marketing; Personale del team legale; Personale del team sales; Content designer; Graphic designer; Agenzie e partner esterni; Le similitudini tra il PIM e il DAM I due sistemi, oltre a presentare differenze, presentano anche molti punti in comune. In particolare si riferiscono a: Centralizzazione delle informazioni: Tutti e due i sistemi si caratterizzano per la centralizzazione delle informazioni: gli attributi relativi ai prodotti sia i file multimediali sono archiviati all'interno di un'unica piattaforma. Il grande vantaggio di avere un unico sistema centralizzato è la riduzione della possibilità di errori in fase di inserimento dei dati e delle risorse in più piattaforme, da cui solitamente deriva un problema di ridondanza dei dati. Piattaforme SaaS basati sul cloud: Tutte e due le piattaforme archiviano dati in cloud e sono piattaforme SaaS. Ciò permette di non avere costi di manutenzione o di aggiornamento della piattaforma, senza dimenticare che il cloud permette di avere uno spazio di archiviazione pressoché illimitato. Scalabilità: Il fatto di essere piattaforme scalabili è una delle caratteristiche derivanti dal punto precedente. Con questo tipo di sistemi si può partire da zero e successivamente andare ad aumentare prodotti e risorse digitali, diminuendo l'effort della loro gestione man mano che questi vengono inseriti. Integrazioni omnicanale: Tutte e due le piattaforme possono essere integrate, tramite data integration, con applicazioni di terze parti e altre piattaforme come CRM, CMS, ERP, marketplace, salesforce automation o qualsiasi altro sistema necessiti di dati relativi ai prodotti oppure di file multimediali. In aggiunta non è da dimenticare che le due piattaforme possono integrarsi l'una con l'altra e dei vantaggi derivanti dalla loro integrazione ne parleremo nel prossimo paragrafo. Perché integrare un PIM e un DAM? Come punto finale di questo articolo parliamo brevemente dell'integrazione tra un PIM e un DAM. Per un'azienda che opta per una strategia multicanale e ha una grande quantità di prodotti e risorse digitali correlate, integrare i due sistemi diventa fondamentale per velocizzare tutta la gestione del prodotto. In particolar modo l'integrazione garantisce: Miglioramento dell'organizzazione del dato: Integrare le due piattaforme significa avere un'unica fonte di provenienza del dato, evitando problemi di ridondanze o di esperienze legate al brand completamente incoerenti nei vari touchpoint. Avere per risorse e prodotti integrate significa poter associare i metadati agli attributi del prodotto, migliorando la ricerca all'interno dei due sistemi. Si ha così la possibilità di: Ricercare ogni prodotto e avere anche i suoi relativi asset, quindi immagini, video ecc... Effettuare ricerche di file multimediali inserendo le caratteristiche del prodotto; Migliorare la compilazione degli attributi per classificare in modo più organizzato asset e prodotti; Miglioramento del time to market: PIM e DAM integrati aiutano a migliorare la velocità di compilazione di tutti i dati necessari per andare online con siti internet o progetti ecommerce, oppure offline tramite la stampa di cataloghi aggiornati, con nuovi prodotti. Alcune azioni possono essere automatizzate, tra cui anche l'approvazione di tutti i dati necessari da parte degli amministratori, in modo da avere una maggiore velocità di pubblicazione di tutti i dati e file relativi ai prodotti. Semplificazione della tecnologia Avere un unico software su cui lavorare è importante per lavorare in maniera fluida, specialmente se si ha a che fare con una grande quantità di dati e risorse da gestire. Tutto ciò inoltre riduce il rischio di duplicazione dei dati ed errori derivanti dall'inserimento degli stessi dati in più sistemi. Un altro dei vantaggi da questo punto di vista è legato alla riduzione dei tempi di aggiornamenti dei vari touchpoint. Accessibilità a 360° Rendere i dati di prodotti accessibili non solo a membri interni ma anche quelli esterni può aiutare ad avere dati sempre più completi e di qualità maggiore. L'integrazione tra PIM e DAM può essere utile in caso di prodotti che necessitano di foto e indicazioni su specifiche tecniche che possono essere fornite direttamente dai fornitori. Tutto questo grazie al fatto che le informazioni sono archiviate in cloud. Miglioramento della customer experience: Ulteriore vantaggio derivante dall'integrazione dei sistemi PIM e DAM è data dal miglioramento della customer experience all'interno dei touchpoint in cui è presente l'impresa. Specialmente per quanto riguarda l'ecommerce e tutti i canali che necessitano di informazioni e file multimediali del prodotto costantemente aggiornate: questo tipo di sistemi aiuta a raggiungere questo obiettivo. Conclusioni Abbiamo parlato sia di PIM sia di DAM, e per questo ti consigliamo altri due articoli che abbiamo scritto, uno sui vantaggi dei PIM e uno sui vantaggi del DAM. Ora che hai chiara la differenza tra queste tipologie di piattaforme, scegli quella che fa al caso tuo e contattaci per capire come possiamo aiutarti con l'integrazione per creare il tuo ecosistema di dati, base fondamentale per tutte le aziende che vogliono essere al passo con tempi e che vogliono far crescere il loro business su solide basi.
La piena soddisfazione del cliente è ormai riconosciuta come uno dei principali obiettivi ai quali un’azienda deve ambire. Il cliente è il fulcro di ogni attività e attorno a lui devono muoversi tutte le operazioni aziendali per fare in modo che la sua esperienza prima, durante e dopo un acquisto o comunque nell’interazione col brand sia totalmente soddisfacente. Oggi i clienti sono sempre più esigenti e quindi, per realizzare un progetto ecommerce vincente con il tuo negozio Shopify, devi regalare loro un’esperienza di navigazione fluida e coinvolgente. Un piccolo disguido, come ad esempio un tempo di caricamento delle pagine del sito troppo elevato, potenzialmente può farti perdere migliaia di clienti. C’è poi da fare un’altra considerazione: l’online e l’offline ormai sono totalmente interconnessi tra di loro ed esistono decine di canali a disposizione dei clienti che naturalmente utilizzano quello che maggiormente preferiscono. Ed è proprio qui che si inseriscono due nuovi approcci alla vendita o comunque nel rapporto col cliente: il supporto omnichannel e multichannel. Questi due termini, benché facciano entrambi riferimento alla molteplicità dei canali disponibili, in realtà presentano delle differenze importanti che è opportuno conoscere. Cosa si intende per omnichannel? L’omnichannel, noto anche come omnicanalità, fa riferimento ad una gestione sinergica di tutti i canali e i touchpoint fisici e digitali di un’impresa per ottimizzare l’esperienza dei clienti con un brand. Offrire un’esperienza omnicanale significa quindi dare la possibilità al cliente di raggiungere il brand da qualsiasi dispositivo e in qualsiasi luogo si trovi, assicurando un’esperienza fluida, continuativa e senza intervalli. E questo è esattamente quello che vuole il consumatore moderno, cioè acquistare un prodotto o reperire informazioni utili in tempi brevi ovunque si trovi utilizzando il canale che preferisce o quello a sua disposizione in quel momento. L’approccio omnichannel infatti porta una serie di vantaggi non solo per il cliente, ma anche per l’azienda e in generale per i vari team che possono così conoscere meglio le abitudini e le preferenze dei consumatori, riuscendo addirittura ad anticipare i loro problemi o le loro domande. In sostanza l’omnichannel integra tutti i canali di comunicazione di un’azienda per trasmettere un messaggio coerente e preciso, velocizzando e snellendo tutti i passaggi che si verificano nell’interazione tra clienti e brand. Omnichannel e multichannel: la differenza Analizziamo più in profondità le differenze tra omnichannel e multichannel, che possono sembrare sottili ma che invece sono decisamente profonde. Per comprendere le differenze bisogna un attimo soffermarci sulle modalità di interazione tra clienti e aziende e come sono mutate negli ultimi tempi. Si sono moltiplicati i canali tramite i quali i consumatori possono entrare in contatto con un brand: un negozio fisico, una pubblicità online, un sito web, un’app, un ecommerce, una pagina social e tanti altri ancora. I consumatori, a seconda delle loro preferenze, possono decidere di usare questo o quel canale per arrivare all’acquisto finale. Per prima cosa è quindi importantissimo per le aziende essere raggiungibili sempre e comunque, sia online che offline. Con il multichannel si fa quindi riferimento ad una pluralità di canali offerti ai clienti, che possono comodamente scegliere quello che preferiscono per completare il loro percorso. Attenzione però: con il multichannel ogni canale è slegato dall’altro, segue strategie e in alcuni casi anche comunicazioni diverse e non c’è alcuna integrazione tra di loro. Benché tutti i canali siano collegati ad un brand, l’esperienza del cliente è confinata esclusivamente al canale che ha scelto in quel momento. L’omnichannel rappresenta invece uno step in più, poiché integra tutti i canali consentendo al cliente di passare indistintamente da un canale all’altro in modo fluido riprendendo il percorso ogni volta dallo stesso punto in cui si era fermato. In pratica il cliente può iniziare il suo viaggio su un canale e concluderlo su un altro, senza subire alcun intoppo. In questo modo i clienti hanno molta più libertà e non sono confinati in un unico canale, ma possono scegliere comodamente quello che preferiscono secondo le loro abitudini. Una customer journey, ad esempio, può iniziare su un social e concludersi con un’e-mail, oppure iniziare per telefono e concludersi in un punto vendita fisico. Teoricamente ci sarebbe un terzo approccio, il cross-channel, una via di mezzo tra il supporto multichannel e omnichannel. Il cross-channel è una strategia che mette a disposizione del cliente vari canali complementari tra di loro. Un esempio di cross-channel è il “Click & Collect”, tramite il quale il cliente può acquistare il prodotto online e ritirarlo in negozio o in un punto fisico per risparmiare sui costi di spedizione. In ogni caso, qualunque sia la strategia adottata, è fondamentale avere a disposizione i dati sui clienti che racchiudono informazioni preziosissime. Ecco perché è opportuno integrare i dati delle varie piattaforme aziendali richiedendo a degli esperti lo sviluppo di un connettore che metta assieme i dati delle varie fonti. Tutto ciò aiuta ad avere una qualità del dato molto alta in modo da definire metodologie e processi per una customer experience sempre più orientata verso il cliente. Come costruire un’esperienza omnichannel in un ecommerce: le soluzioni Su quale strategia è basata l’omnicanalità? Benché siano tante le strade percorribili, l’obiettivo principale di un approccio omnicanale è quello di creare un percorso coerente e intercambiabile per il cliente che vive così un’esperienza anche più personalizzata. Per adottare una strategia omnichannel vincente è necessario per prima cosa cambiare il proprio approccio da un punto di vista mentale. Va rivista l’intera organizzazione di un’azienda, dal rapporto finale con i clienti fino alle operazioni di logistica. I vari dati provenienti dai diversi canali e touchpoint devono poi essere raccolti con l’aiuto di un ecommerce CRM. Gli ecommerce CRM non garantiscono solamente all'azienda di immagazzinare dati da diversi touchpoint ma consentono di ottimizzare le relazioni con tutti i contatti, fornendo esperienze personalizzate e fidelizzando il cliente. Avviare un progetto CRM significa dare importanza al dato dell'ecommerce, dei singoli canali di vendita e dei touchpoint, arricchendolo e utilizzandolo per migliorare le vendite complessive. Ecco alcune delle soluzioni da mettere a disposizione del cliente per garantire l'omnicanalità: Possibilità di verificare online la disponibilità dei prodotti in un punto vendita fisico; Opzione di effettuare i resi di prodotti acquistati online direttamente in negozio; Possibilità di acquistare i prodotti dal sito online o dall’e-commerce direttamente dal negozio. Di soluzioni percorribili ce ne sono tante, tutte personalizzabili secondo le strategie e gli obiettivi di un brand, ma ciò che conta è creare un ambiente interconnesso che fidelizza il cliente e che allo stesso tempo lo spinge all’acquisto fornendo opzioni vantaggiose, come ad esempio l’up-selling e il cross-selling. Possiamo così riassumere i vantaggi di un approccio omnichannel su un e-commerce: Messaggio coerente inviato al pubblico tramite tutti i canali; Personalizzazione della customer journey del cliente su ogni canale; Fidelizzazione dei clienti nei confronti del brand; Consapevolezza della fase in cui si trova il cliente durante il processo decisionale; Conoscenza più approfondita delle preferenze e delle abitudini dei clienti; È smart, poiché interagisce col cliente e fornisce le informazioni desiderate al momento giusto; Integrazione delle vendite fisiche e online. Come migliorare l’esperienza dei clienti in post-vendita su un negozio Shopify: gli strumenti Shopify è l’alleato migliore per ottimizzare la tua strategia multichannel oppure omnichannel. La piattaforma ti consente di gestire oltre 20 canali di vendita e puoi collegare qualsiasi canale al tuo store Shopify per monitorare e visualizzare quando vuoi prodotti, ordini e clienti in un unico pannello di controllo. Tra i canali di vendita supportati da Shopify ci sono: Negozio online: puoi realizzare il tuo e-commerce secondo le tue preferenze e quelle dei tuoi clienti; Shop: puoi gestire tutte le tue attività e contemporaneamente interagire con i clienti direttamente dall’app Shop; Facebook: puoi vendere i servizi e i prodotti nella sezione Negozio della tua pagina Facebook; Instagram: puoi vendere i servizi e i prodotti inserendo i tag nei tuoi post; Buy Button: puoi inserire in qualsiasi sito web dei pulsanti collegati direttamente al check-out di Shopify; Commercio all’ingrosso: puoi vendere all’ingrosso i prodotti esposti in una vetrina virtuale separata dal tuo e-commerce; Handshake: puoi vendere i tuoi prodotti all’ingrosso nel marketplace Handshake. All’occorrenza puoi anche aggiungere ulteriori canali di vendita online di terze parti grazie all’app Store di Shopify. Se invece preferisci optare per un approccio omnichannel, eccoti alcune soluzioni molto utili soprattutto nella gestione delle spedizioni: Email di tracking: sono e-mail personalizzate che tengono costantemente informato il cliente sullo stato della spedizione, affinché la tua venga percepita come un’azienda attenta e affidabile; Pagina di tracking: puoi inserire banner con offerte speciali, reindirizzamenti alle tue pagine social o iscrizioni alle tue newsletter, trasformando la pagina in un potente strumento di marketing; Form di reso: puoi indicare tutte le regole relative ai resi per evitare qualsiasi frizione o fraintendimento con i clienti; Etichetta di reso del pacco: ti consente di facilitare il processo di reso, così il cliente è soddisfatto e tu hai un prodotto da rimettere subito in vendita; Offrire resi dai punti di ritiro: i clienti, anziché recarsi in un ufficio postale, possono scegliere il punto più vicino a loro per una comoda consegna. Conclusioni Il supporto omnichannel e multichannel è fondamentale per creare un’esperienza positiva e interconnessa per i clienti, che possono saltellare da un canale all’altro senza alcun problema. I vantaggi sono evidenti anche per le aziende, che possono gestire con maggiore serenità e fluidità tutti i processi di vendita. Se vuoi approfondire maggiormente il discorso sull’omnicanalità puoi tranquillamente scaricare il contenuto gratuito a fine articolo, una sorta di vademecum per integrare il tuo negozio fisico con l’e-commerce per conoscere meglio i tuoi clienti e sviluppare le strategie future più adeguate.
Il re-commerce è un business dedicato alla rivendita online di beni usati, mediante l’ausilio di piattaforme specifiche esterne al brand o grazie a sistemi interni, promossi stesso da quest’ultimo, come accade ad esempio in Levi’s, H&M ed altri. L'obiettivo finale è quello di ridurre l’impatto ambientale, favorendo il riuso di abiti e oggetti in buono stato. Inoltre, un altro degli obiettivi di questa nuova tendenza è di allungare il ciclo di vita di un prodotto. Il recommerce difatti è un ulteriore radice dell’e-commerce. Oggi sono in tanti anche i marketplace che lo sponsorizzano e i brand che hanno già adottato questa politica, un esempio è Zalando che promuove una categoria specifica “Zalando Second Hand”. La vendita dell’usato online è un trend fortemente in espansione di cui è bene informarsi, in quanto già molti brand hanno adottato questa filosofia. Hai un progetto ecommerce e vuoi anticipare le mosse dei tuoi competitor? Continua a leggere l’articolo e scopri di più sul mondo del Recommerce. eCommerce Vs Recommerce: differenze Partiamo dalle differenze basiche. L'ecommerce è la vendita di prodotti online su una piattaforma o un CMS come Shopify ad esempio. L'ecommerce in realtà è la base dalla quale parte questo nuovo trend, in quanto in realtà si parla di rivendere un prodotto già utilizzato. Il re-commerce invece è la rivendita di prodotti online già utilizzati mediante piattaforme specifiche esterne al brand o mediante strumenti stesso di quest’ultimo. Sull’ecommerce non ci soffermiamo più di tanto, mentre per il re-commerce è necessario approfondire, in quanto è sempre più una pratica affermata nel mondo del business online. La pratica di rivendere prodotti o articoli usati può riguardare qualsivoglia categoria, anche se quella dell’abbigliamento è attualmente tra le più ricercate visti ad esempio il caso dell'ecommerce C2C (consumer to consumer) Vinted. Anche il settore dell’arredamento con mobili e oggetti d’arte è in costante crescita. Un esempio attivo nel settore dell’ecommerce resta eBay per esempio. Pertanto il recommerce abbina la normale vendita, ad esempio su un sito Shopify, a tutto il mondo della sostenibilità e del riutilizzo. Ma perché il recommerce va così di moda? O almeno è iniziato ad avere una certa importanza nel business online? Scopriamolo nel prossimo paragrafo in cui analizziamo i tre vantaggi principali di questa scelta. Vantaggi della strategia recommerce Di vantaggi nel tempo, probabilmente, ne vedremo ancora tanti, ma per il momento elenchiamo i quattro principali, grazie ai quali il recommerce è una pratica così apprezzata dai brand e in fortissima crescita. Innanzitutto è un pratica che va ad allungare il ciclo di vita di un prodotto, rendendolo effettivamente riutilizzabile, chiaramente l’articolo deve essere mantenuto in ottime condizioni. Ciò che viene richiesto al brand o al marketplace che vuol vendere questo tipo di prodotti è serietà e trasparenza, tutto questo per evitare comportamenti opportunistici che possono danneggiare il consumatore finale. In secondo luogo il recommerce permette dal lato del consumatore di risparmiare sull’acquisto di un prodotto, venduto chiaramente non al suo prezzo originario. Dal lato del venditore di generare guadagno senza impiegare mezzi produttivi e materie prime per la produzione di un nuovo prodotto. In terzo luogo il recommerce incoraggia alla vendita di un consumo migliore, ovvero i consumatori comprano e/o vendono capi d’abbigliamento ben tenuti, non utilizzati troppo in precedenza. Nel mondo degli ecommerce sostenibili, questo può essere una mossa molto apprezzata da parte dei consumatori che cercano costantemente prodotti a zero emissioni oppure ecologici. Le aziende che adottano questo modo di vendere spesso registrano vantaggi anche dal punto di vista del marketing, con tassi di affidabilità e fedeltà più elevati, proprio per il motivo citato nel precedente paragrafo, ossia quello di una vision comune e un grande senso, da parte dell'impresa, di corporate social responsability. Nel prossimo paragrafo andremo a raccontare i casi di brand che hanno avuto successo con questa modalità di vendita e per i quali il recommerce funziona bene. Casi di successo del recommerce Tra i casi di successo che hanno adottato il recommerce come nuovo trend per le vendite online, ci sono: Vinted - già citato precedentemente, è un ecommerce C2C che aiuta a vendere, acquistare o scambiare prodotti di abbigliamento, scarpe e accessori di seconda mano. Vestiaire Collective - una piattaforma francese che permette di vendere e acquistare prodotti di lusso, appartenenti a brand noti come Gucci, Prada ed altri. Lampoo - piattaforma dove è possibile vendere capi firmati usati, acquistarli così come accessori e oggettistica. Oltre a queste piattaforme esterne vi sono anche quelle strettamente connesse al brand, come nel caso di H&M che permette la vendita di articoli di seconda mano tramite Sellpy - Second Hand Online, il negozio di vendita online dei prodotti di seconda mano di H&M. Vi sono poi altri due casi di grande successo che hanno saputo fare del recommerce un punto fortemente a favore della strategia di marketing. Come Decathlon rivende prodotti usati Nolhtaced ovvero Decathlon scritto al contrario. Decathlon ha modificato sulle sue insegne blu e bianche il nome del brand, al fine di promuovere un'idea di reverse shopping, dove appunto l'obiettivo è quello di vendere articoli sportivi vecchi o precedentemente utilizzati che rispettino comunque dei canoni di qualità e che siano venduti normalmente dal negozio. I consumatori che vendono a Decathlon i loro prodotti usati ottengono uno sconto sui futuri acquisti. Il buono può avere anche una valenza di due anni. L'obiettivo di Decathlon è quello di aumentare il concetto di riutilizzo degli articoli, implementando i servizi di riparazione e noleggio. Ma più di tutto il brand vuole sostenere l'ambiente limitando il più possibile gli sprechi e andando incontro alle esigenze dei consumatori. Come Ikea rivende prodotti usati Ikea, altresì ha promosso il servizio di buy back o riporta e rivendi, il cui obiettivo è quello di riprendere indietro i suoi mobili usati, offrendo un buono spesa che varia dal 30% al 50%. Il consumatore che vuole rivendere il suo mobile Ikea usato, non modificato, ha la possibilità di utilizzare un tool di valutazione interna per capirne l'effettivo guadagno. Al cliente che usufruisce di questo servizio viene poi regalata una Carta reso per fare nuovi acquisti online, valida anch'essa due anni. Ikea si propone di utilizzare la strategia del re-commerce per entrare nel business circolare entro il 2030. Un progetto a favore dell'ambiente e dei portafogli dei consumatori. Il recommerce promuove la riduzione degli sprechi, i consumi eccessivi ed è a favore dei servizi di riparazione e confezionamento in ogni negozio. I vantaggi di questa tendenza - in realtà tutt’altro che nuova - delle vendite online è facilmente riconducibile a un ottica di risparmio per il consumatore finale. In ottica ecommerce è sicuramente un trend che conviene adottare alla svelta per sbaragliare la concorrenza. Conclusioni Se hai un tuo ecommerce o aspiri a crearne uno, di sicuro potrebbe essere per te interessante promuovere la politica del recommerce, prima dei tuoi competitor. Essendo un trend in rapida espansione può essere veramente un'arma in più per aumentare le vendite e riuscendo inoltre a fidelizzare la clientela. Durante questo articolo abbiamo menzionato anche la piattaforma di Shopify e se non sai ancora cos'è, ti consigliamo di scaricare il nostro ebook gratuito sull'introduzione a Shopify.
L'ecommerce al giorno d’oggi non è più un’eccezione, ma una realtà consolidata! Tutti coloro che desiderano sopravvivere al cambiamento del mercato, hanno compreso l’importanza dell’avere anche un negozio e-commerce, oltre quello fisico. E questo soprattutto perché, oggi come oggi, il consumatore finale vuole fare compere rapidamente, senza intoppi e ancora di più, vuole ritirare o essere consegnato il suo pacco nel più breve tempo possibile. “Il tempo è denaro” e mai più affermazione si è rivelata vera negli anni. Questa condizione pone però un problema importante tra i competitor, ovvero come fare per differenziarsi? La personalizzazione del servizio è la risposta. Più si è bravi a rendersi unici nel modo di “servire” online il target, più sarà facile che quest’ultimo ritorni da noi. Chiaramente tutto ciò non è possibile farlo one to one con risorse dedicate, ecco perché i chatbot rappresentano un validissimo strumento di comunicazione. Ok, ma come fare per realizzare una shopping experience efficace? Approfondiamo nei prossimi paragrafi. Come fare shopping experience in modo efficace Quando si parla di shopping experience si fa riferimento all’esperienza d’acquisto del cliente su di un negozio online. Per comprendere meglio il concetto di shopping experience, è bene fare riferimento a casi reali con i quali abbiamo sicuramente confidenza. Poniamo l’esempio di un negozio fisico, in particolar modo quando vi entriamo per fare un acquisto. La prima cosa che facciamo qual è? Guardarci intorno e individuare cosa ci serve o può fare al caso nostro. Nella maggior parte dei casi ci viene incontro una commessa o un commesso e ci domanda se può rendersi utile. Il nostro giudizio verso il servizio parte da come veniamo accolti nel negozio e quindi se con sorrisi e carinerie o se con indifferenza. Già questo ci predispone bene o male verso un possibile acquisto. All’opposto se le carinerie divengono stalkeraggio e il commesso ci segue per tutto il negozio non lasciandoci mai soli, molto spesso non ci fa piacere. Ci deve essere il giusto equilibrio. Altrettanto fondamentale è l’ordine del negozio, quindi se troviamo tutto rapidamente e in ordine o meno. Allo stesso modo su un sito ecommerce ciò che notiamo subito, non appena iniziamo la navigazione, è il modo in cui è strutturato, ovvero: se troviamo la categoria che ci occorre, se la scheda prodotto è completa di tutte le info di cui abbiamo bisogno e se è fornita assistenza al cliente tramite chat. Ciò che davvero fa la differenza per un e-commerce è il modo in cui viene trattato il cliente, ovvero come viene assistito in fase pre, durante e post acquisto. Se è vero che in un negozio fisico quando la commessa o il commesso iniziano a seguirci ovunque ci infastidiamo, allo stesso modo se in un negozio online compare ogni 2 minuti un pop-up o un banner pubblicitario che dobbiamo chiudere mentre stiamo scegliendo un prodotto, non va bene. I banner pubblicitari e i pop-up rappresentano un tema molto sentito, in quanto se compaiono spesso non va bene, ma allo stesso tempo sono necessari per aiutare il cliente a venire a conoscenza di una promozione o uno sconto sul prossimo acquisto. Molto importanti poi, sono le comunicazioni che dovrebbero seguire alla compera online e quindi per esempio mail dove viene chiesto se si è soddisfatti del prodotto o meno, oppure una condivisione d'informazioni - sempre tramite mail - su come utilizzare, pulire ed eventualmente riparare un articolo. Ad esempio se si tratta di un negozio di abbigliamento, potrebbe essere un plus quello di offrire una convezione con un servizio di sartoria locale. O ancora la possibilità di usufruire di una consulenza gratuita con un shopping assistant per come indossare al meglio un capo. Indubbiamente sono tutte idee strutturate, ma che potrebbero fare - e di molto - la differenza con i competitor. Un altro modo per migliorare la shopping experience è quello di ascoltare i feedback dei clienti e quindi leggere le loro recensioni sul servizio. A volte quest’ultime possono essere dure da accogliere, ma fanno crescere molto la fiducia verso il brand. Il consiglio che diamo per ultimo, ma che non è il meno importante per un progetto e-commerce, è quello d’imparare a costruire una relazione tra negozio e cliente. Quest’ultima deve essere nutrita e deve divenire stabile per far sì che il cliente preferisca il nostro negozio online a un altro con prezzi più bassi. Quanto è importante la Shopping experience La shopping experience per un ecommerce è importantissima, perché è ciò che davvero fa la differenza tra un negozio online e un competitor. L’obiettivo di un progetto ecommerce B2B o B2C deve sempre e comunque essere quello di aumentare il customer retention rate, ovvero la percentuale di clienti che continua ad acquistare su di un negozio online. Più questo dato è alto, più vuol dire che stiamo facendo bene il nostro lavoro. Le aspettative dei clienti devono sempre essere pienamente soddisfatte e ciò vuol dire offrire un pieno supporto e assistenza al cliente. Un cliente soddisfatto è anche uno che è in grado di diminuire i costi del marketing e della promozione. Come? Con il famoso passa parola o con le recensioni che ci lascia. Se uno o più clienti parlano bene di noi, online e offline, sarà più facile per il nostro ecommerce aumentarne il valore. Da qui chiaramente, sarà anche più semplice attivare un costante processo di fidelizzazione. Altro aspetto molto importante rispetto alla shopping experience è la cura del cliente, come affermavamo nel paragrafo precedente. Se ci affidiamo ad un ecommerce CRM, possiamo avere una panoramica completa dei dati che ci interessano e in base a questi finalizzare meglio i nostri workflow o flussi di lavoro. Non solo però perché con questo tipo di strumenti si possono trarre importanti dati derivanti non solo dal proprio ecommerce ma anche dagli altri touchpoint con cui un contatto si interfaccia. I CRM pertanto servono a dare tutto ciò che serve ai merchant in termini di dati per creare una shopping experience di alto livello. Se siamo in grado di curare bene tutti questi aspetti integrando dati provenienti da più fonti, possiamo costruire una strategia di marketing per e-commerce efficace. 3 esempi di shopping experience online e offline efficace In questo caso prenderemo ad esempio 3 grandi brand online e offline che hanno fatto della shopping experience la base del loro successo, ovvero: Nike Zara RS Components C’è da premettere che indubbiamente questi, in quanto grandi brand, hanno fatto importanti investimenti in tecnologia e innovazione e il risultato per il fatturato è stato sorprendente. Se il tuo è un ecommerce piccolo, chiaramente dovrai adottare soluzioni diverse, in base al tuo budget. Nike Le presentazioni del brand in questo caso sono superflue. Un perfetto esempio sia per l’online che per l’offline. Nel caso di Nike due sono le cose in cui ha investito e che si sono rivelate vincenti per la shopping experience, ovvero: la personalizzazione dell'acquisto in store. Presso i negozi fisici Nike permette di personalizzare le scarpe scelte, indicando colore, materiali e suola. Vantaggio: unicità del prodotto acquistato; la possibilità che viene data ai clienti, tramite la scansione dei QR code delle scarpe scelte, di acquistare il paio di scarpe non presente nello store fisico online tramite l’App dedicata. Ergo non bisogna ritornare per l’acquisto e il cliente resta fidelizzato. Nike sa bene come trattare i clienti e come utilizzare la tecnologia a suo vantaggio. Zara Zara è un altro brand che ha capito come ottimizzare l’esperienza del cliente, ovvero favorisce l’acquisto tramite il sito online mediante l’ausilio dell’App dedicata, anche mentre si è nello store fisico. E il tutto per evitare al cliente di subire lunghe ore di attesa alle casse. Inoltre, all’interno di ogni camerino, Zara offre la possibilità di usufruire di una tecnologia d'identificazione delle onde radio RFID. Quest’ultima aiuta i clienti ad abbinare i capi scelti con altri presenti in store. Un vero esempio di upselling e cross selling insieme. RS components Rs components è un distributore mondiale di prodotti per l’elettronica e la manutenzione. Ecco cosa ha fatto quando si è reso conto che i clienti iniziavano a mostrare dubbi verso il brand e diminuivano gli acquisti online. Ha corretto le chiavi di ricerca; Ha migliorato la categorizzazione dei risultati di ricerca; Ha migliorato la ricerca tramite mobile; Ha migliorato il checkout dei clienti; Ha facilitato il servizio di acquisto dei clienti. In questo modo ha reso la shopping experience del cliente molto più veloce, facile e affidabile. Conclusioni La shopping experience come avrai potuto comprendere è fondamentale da curare per garantire al proprio negozio online e offline un buon ritorno dell’investimento fatto, ma è anche vero che bisogna innanzitutto partire da un CMS affidabile, come lo è appunto Shopify per costruire il proprio progetto ecommerce.