Sei convinto che stai usando il potere dei social nel modo giusto? Questa è una domanda che devi porti se vuoi lanciare un progetto ecommerce realmente efficace che sia in grado non solo di individuare potenziali clienti, ma anche di coinvolgerli aumentando in modo significativo il tasso di engagement. I social, nati come strumenti naturali di aggregazione e di condivisione di contenuti da parte degli utenti con amici e parenti, col tempo si sono trasformati per le aziende in una vetrina di straordinaria visibilità. Il cuore di ogni progetto di business è rappresentato dai clienti o potenziali clienti che per l’appunto popolano i social. Saperli intercettare in modo naturale e convertire le visite in vendite sono le nuove sfide per le aziende moderne e in questo processo il social selling può dare una grande mano. Social selling: cos’è e a cosa serve Iniziamo subito la nostra analisi partendo dal significato di social selling. Letteralmente significa vendita social, ma sarebbe una traduzione troppo semplicistica e fuorviante. Secondo il rapporto Global State of Sales di Linkedin il social selling consente di valorizzare il proprio brand e individuare le migliori opportunità di vendita offerte dai social, tramite la condivisione di contenuti pertinenti e la raccolta di dati preziosi degli utenti per proporre loro una shopping experience personalizzata e costruita secondo le loro esigenze. Nell’ottica della lead generation, una pratica che prevede di attirare naturalmente nuovi clienti senza attività invasive, fare social selling non significa rincorrere i lead inviando loro messaggi personali, né tanto meno aggiungerli come amici sui social con l’obiettivo di propinare loro qualche vendita. Queste sono attività obsolete che non portano alcun risultato. I social devono essere sfruttati per raccogliere informazioni utili a convertire il visitatore in cliente tramite un processo ben definito che consente di consolidare il rapporto con la clientela. 3 best practices per fare un social selling perfetto Il social selling prevede un processo che consente di interagire con il cliente, ma bisogna procedere per gradi. Pazienza è la parola d’ordine: non puoi pensare di contattare un utente a caso, senza neanche conoscere le sue preferenze e abitudini d’acquisto, e pretendere che compri subito o che diventi un cliente fidelizzato. Devi offrire prima qualcosa seguendo un percorso che si snoda in 3 fasi fondamentali: Avvicinare il cliente. L’approccio iniziale deve essere molto soft e invece di usare tecniche push, che sono molto invasive come messaggi privati che somigliano molto alle “cold call” o alle email simil-spam, devi adottare tecniche pull che sono molto più soft e discrete. L’interazione sui gruppi di interesse dei tuoi potenziali clienti è una buona mossa e in questo primo step può darti una grande mano un ecommerce CRM, come HubSpot, che ti aiuta a costruire relazione di valore con i lead; Interagire con il cliente. Il secondo step è l’interazione che può avvenire sulle “piazze pubbliche” digitali messe a disposizione dai social, come pagine o gruppi; Pubblicare contenuti di valore. Se vuoi attirare naturalmente il pubblico in target devi offrire contenuti di valore che siano pertinenti, utili e interessanti. Come comprendere le esigenze dei clienti in 5 step Per conoscere meglio i tuoi clienti devi sforzarti ancora di più. Per avere una panoramica completa devi comprendere le loro reali esigenze, conoscere i loro desideri, anticipare le loro domande e di conseguenza proporre prodotti e servizi che siano realmente in linea con le loro aspettative e necessità. Per essere sicuro di intraprendere la strada giusta ecco gli step che devi seguire per fare correttamente social selling. Focalizzati sulla buyer experience La buyer experience ti consente di definire il tuo pubblico e anche di comprendere qual è il social potenzialmente più redditizio e performante in base al tuo target e al tuo business. I social possono fornire utili informazioni come i dati demografici dei tuoi potenziali clienti, sui quali costruire la tua proposta di vendita per una shopping experience quanto più personalizzata possibile. Crea e valorizza il tuo brand Il tuo brand deve essere accattivante e professionale, così da aumentare la reputazione social. Il tuo profilo deve essere completo, chiaro ed esaustivo per dare una sensazione di maggiore credibilità e affidabilità. Parole chiave, hashtag, foto di qualità, una bio breve ma completa, un link al tuo sito e i contatti non possono mancare nel tuo profilo per dare tutte le informazioni utili ai visitatori. Effettua ricerche specifiche Conoscere i tuoi clienti non è sufficiente, devi fare qualcosa in più rispetto alla concorrenza e quindi capire in quale contesto si andranno a costruire i rapporti con loro per rendere più fluido e scorrevole il processo di vendita. Devi quindi effettuare ricerche specifiche che ti diano indicazioni chiare sulle preferenze e sulle abitudini dei tuoi clienti. Content is the king: sviluppa contenuti di qualità Un vecchio detto della SEO recita così: “content is the king”, cioè “il contenuto è il re”. Ed è vero, soprattutto considerando che oggi le strategie più efficaci sono quelle di inbound marketing, dove è il cliente che si avvicina all’azienda e non viceversa. Proponi ai tuoi lead contenuti di loro interesse, costruendo un rapporto “customer-centric” che avvicini in modo naturale i clienti. In questo modo non solo avrai un approccio poco invasivo, ma potrai raccogliere utili informazioni sui clienti per capire come lanciare la presentazione dei tuoi prodotti e dei tuoi servizi. Monitora i risultati Infine per capire se la tua strategia sta funzionando o meno devi monitorare i risultati. Gli stessi social ti mettono a disposizione strumenti avanzati in fase di analisi, grazie ai quali puoi monitorare KPI fondamentali come livello di engagement, conversioni e crescita della pagina in termini di follower. In base ai risultati potrai capire se e come aggiustare il tiro per rendere le tue strategie ancora più efficaci. 8 errori da non commettere nel fare social selling All’inizio dell’articolo abbiamo evidenziato che il social selling potrebbe avere un significato fuorviante se non si hanno le giuste competenze di base. Finora abbiamo analizzato cosa fare, mentre adesso ci concentriamo sugli errori da non commettere per evitare di fare “epic fail” che si trasformano in un boomerang e rendono il social selling inutile o addirittura controproducente. Ecco di seguito le 8 attività che il tuo team dovrebbe evitare: Trattare i social come canali promozionali. Puoi pubblicare un annuncio a pagamento sui social, ma non devi trattarli come meri canali promozionali di vendita. Se si chiamano social ci sarà un motivo e quindi impara a socializzare con i tuoi clienti come se ti stessi approcciando ad un evento di networking dal vivo per costruire relazioni reali. Non investire nella formazione dei team nella vendita social. Il tuo team ha la preparazione adatta per il social selling? Se la risposta è no non esitare e investi nella formazione del tuo team, altrimenti farai fatica a raggiungere risultati concreti. Non utilizzare strumenti digitali. Sfrutta bene gli strumenti digitali messi a disposizione dai social, come quelli che semplificano la condivisione dei contenuti su più piattaforme e in modo automatizzato. In questo modo recuperi tempo prezioso da dedicare al core business della tua attività. Non ottimizzare il tuo profilo. Già abbiamo accennato all’importanza di un profilo completo, che viene analizzato e studiato dai lead se pensano di fare un acquisto da te. Con un profilo social professionale e accattivante, in grado di riflettere l’identità del marchio e la qualità del tuo prodotto, aiuti gli utenti a prendere le loro decisioni d’acquisto. Vendere senza creare solide basi. Anche questo è un discorso in parte già affrontato: prima di provare a vendere devi presentare la tua azienda e i tuoi punti di forza, prima ancora di puntare sul prodotto e sui prezzi. Se ci riesci aumenterai la possibilità di raggiungere persone realmente interessate alla tua offerta. Non anticipare le esigenze dei clienti. Fornire ai tuoi clienti prodotti di loro interesse non basta, devi anticipare le loro esigenze e proporre soluzioni in grado di rispondere alle loro domande prima ancora che le facciano. Non considerare le problematiche del tuo target. I clienti sono più propensi a prendere una decisione d’acquisto favorevole se ritengono che il tuo prodotto sia in grado di risolvere le loro criticità e le loro problematiche. Crea contenuti unici e specifici finalizzati a fornire una risposta concreta ai tuoi clienti. Condividere casualmente contenuti irrilevanti. Risulta inutile condividere contenuti a casaccio che raggiungono un “mare magnum” di persone non in target col tuo business. Punta piuttosto a condividere i tuoi contenuti in un’area più ristretta, dove però hai la certezza che ci siano utenti realmente interessati a quello che offri. Conclusioni Il modo in cui metti in atto la tua strategia di social selling determinerà le tue possibilità di successo nella generazione di lead, che poi è il tuo obiettivo principale. Devi lavorare molto sul tuo team di vendita in termini di formazione e dotarti degli strumenti giusti per creare una presenza sui social efficace e una rete dove i potenziali clienti vogliono interagire. Se hai un progetto Shopify e non sai come sfruttarlo, ti consigliamo il nostro ebook gratuito su come aumentare le vendite del tuo ecommerce.
Negli ultimi anni, il mondo dell'eCommerce ha assistito a significativi progressi tecnologici, e uno di questi è l'introduzione dei temi 2.0 su piattaforme di eCommerce come Shopify. Ma cosa significa esattamente tema 2.0? In questo articolo, esploreremo in dettaglio le caratteristiche principali di un tema 2.0 in Shopify, scopriremo come si differenzia dalla sua controparte precedente, i temi 1.0, e analizzeremo i vantaggi di questa evoluzione. Se stai pensando di migliorare il tuo negozio online o stai considerando un passaggio al 2.0, questa guida ti fornirà tutte le informazioni che ti occorrono per iniziare a pensare a questo cambiamento. Le caratteristiche dei temi 2.0 di Shopify Le caratteristiche principali del tema 2.0 di Shopify lo descrivono come una versione rinnovata, veloce, maggiormente personalizzabile e con importanti miglioramenti dal punto di vista dello sviluppo. Approfondiamo ciascuna caratteristica nei prossimi punti: Rinnovata Interfaccia Utente: il tema Shopify 2.0 si distingue per una nuova interfaccia utente, ottimizzata per sfruttare appieno le ultime caratteristiche di Online Store 2.0. Questa interfaccia offre un design visivamente accattivante, con caratteristiche come un layout adattabile, compatibilità mobile, notifiche in evidenza e pagine di prodotto ottimizzate per i contenuti multimediali; Velocità di Caricamento Potenziata: Il tema 2.0 si fa notare per tempi di caricamento più rapidi rispetto alla versione 1.0. Il tema predefinito di Shopify (Dawn) offre un aumento del 35% di velocità di caricamento, grazie all'implementazione di nuove sezioni e modelli JSON. Inoltre, c'è un maggior utilizzo delle estensioni delle app per garantire una procedura di checkout più efficiente; Personalizzazione Avanzata: l'abilità di personalizzazione è stata estesa a tutte le pagine del sito grazie all'introduzione dei modelli JSON. Ora è possibile creare fino a 25 sezioni riutilizzabili su ciascuna pagina, il che consente una personalizzazione più ampia senza richiedere l'intervento di codice personalizzato o l'installazione di app aggiuntive; Metafield Integrati: Shopify 2.0 introduce la funzionalità dei metafield, permettendo di aggiungere e conservare informazioni relative alle risorse Shopify direttamente dall'editor del tema. Questo offre una soluzione più accattivante e personalizzabile per collegare dati alle risorse; Blocchi delle App: i blocchi delle app consentono l'aggiunta di elementi dinamici al sito web, come modelli di prodotti 3D o recensioni dei prodotti, garantendo che questi elementi rimangano sincronizzati con le loro fonti di dati; Strumenti per Sviluppatori Ottimizzati: Gli sviluppatori possono beneficiare di miglioramenti nell'editor del tema/admin, l'introduzione delle estensioni dei temi per una personalizzazione più avanzata senza la necessità di toccare il codice sorgente, l'integrazione con GitHub, un'interfaccia più potente per la linea di comando di Shopify (Shopify CLI) e molte altre funzionalità utili per semplificare il processo di sviluppo. Ma quali sono le principali differenze tra un tema Shopify 1.0 e uno 2.0? Scopriamolo nel prossimo paragrafo. Le differenze tra un tema 2.0 e 1.0 Le differenze principali tra le due versioni dei temi Shopify sono anche quelle che rappresentano le caratteristiche e i vantaggi della versione 2.0 e che oggi la rendono una delle migliori presenti sul mercato. Approfondiamole nello specifico. Velocità e Prestazioni. Una delle differenze più significative è la velocità e le prestazioni. Un tema 2.0 è più veloce ed efficiente, in grado di gestire un maggiore traffico e transazioni senza rallentamenti. Il tema predefinito 'Dawn' è il nuovo standard per lo sviluppo dei temi, ed è il 35% più veloce del tema predefinito precedente 'Debut'; Personalizzazione. I temi Shopify 2.0 offrono maggiori opzioni di personalizzazione rispetto a quelli 1.0. Gli utenti possono creare modelli e design personalizzati senza competenze di sviluppo, rendendo possibile la creazione di un negozio online unico e personalizzato senza necessità di conoscenze di sviluppo software; Strumenti di Marketing. I temi 2.0 includono integrazioni con strumenti di marketing avanzati, come quelle con i social media e ottimizzazione SEO. Questi strumenti semplificano la promozione dei prodotti e l'espansione dell'audience dei commercianti; Ottimizzazione Mobile. L'aumento del commercio mobile impone un conseguente miglioramento delle piattaforme di eCommerce, le quali devono essere pienamente ottimizzate per i dispositivi mobili. I temi 2.0 sono progettati per essere mobile friendly, semplificando la navigazione e l'acquisto da smartphone o tablet; Integrazioni delle App. Un tema 2.0 offre una vasta selezione di integrazioni delle app rispetto a Shopify 1.0. Ciò significa che i commercianti possono facilmente aggiungere nuove funzionalità al loro negozio online senza dover assumere uno sviluppatore. Ora che le caratteristiche di Shopify 2.0 sono chiare, approfondiamo nel prossimo paragrafo quali sono i vantaggi dei temi 2.0 in un progetto Shopify. I vantaggi di un tema 2.0 Shopify 2.0 dimostra essere una delle migliori piattaforme per e-commerce sul mercato. I vantaggi di questa scelta sono immediatamente definibili, anche considerando le caratteristiche di cui abbiamo parlato in questa breve guida. I vantaggi principali dei temi 2.0 di Shopify sono: Editor Migliorato: il personalizza del frontend semplifica la navigazione e offre la possibilità di apportare modifiche in modo più agevole al tuo negozio online. Questo significa che puoi personalizzare l'aspetto del tuo negozio in modo più efficiente, migliorando l'aspetto e l'esperienza complessiva per i tuoi clienti. Sezioni Disponibili su Tutte le Pagine: la possibilità di utilizzare sezioni su tutte le pagine del tuo negozio offre infinite opportunità per la creazione di contenuti personalizzati. Puoi progettare landing page mirate per le tue campagne di marketing, migliorando così la tua capacità di promuovere i prodotti e aumentare le vendite. Questa flessibilità aiuta anche a ottimizzare l'esperienza dell'utente, offrendo contenuti specifici per ciascuna pagina. Aggiornamento Massiccio ai Metafield di Shopify: la possibilità di aggiungere dettagli specifici ai prodotti, collezioni e al tuo negozio in generale è un vantaggio significativo. Ad esempio, se hai prodotti con varie caratteristiche o tempi di spedizione, puoi facilmente aggiungere queste informazioni utilizzando i nuovi campi Metafield. Questo ti consente di fornire dettagli più completi e utili ai tuoi clienti. Sistema di Filtraggio del Prodotto Migliorato: con il filtraggio dei prodotti integrato nativamente in Shopify, il tuo negozio beneficia di tempi di caricamento più veloci. Questo migliora notevolmente la velocità del tuo sito e riduce il tasso di abbandono dei visitatori. La gestione e l'utilizzo dei filtri diventano molto più semplici, offrendo un'esperienza di acquisto più fluida. Estensioni App Aggiornate: le estensioni delle app sono ora più facili da creare, mantenere, risolvere e rimuovere. Questo semplifica la gestione complessiva delle app nel tuo negozio. Inoltre, l'ottimizzazione delle app contribuisce a migliorare la fluidità del tuo sito, garantendo una migliore esperienza utente. Prestazioni del Sito Migliorate: grazie ai tempi di caricamento più rapidi, i tuoi clienti potranno accedere al tuo negozio online in modo più veloce e godere di un'esperienza di navigazione più scorrevole. Questo è essenziale per ridurre il tasso di abbandono e migliorare la soddisfazione del cliente. Nuove Funzionalità Multilingue Aggiunte: con l'introduzione delle nuove funzionalità multilingue, gestire un negozio online in più lingue diventa molto più semplice. Non è più necessario affidarsi a integrazioni esterne, poiché Shopify offre un'app ufficiale chiamata Translate & Adapt che ti consente di gestire facilmente negozi multilingue direttamente sulla piattaforma. Tutto questo per permettere ai merchant di vendere all'estero tramite ecommerce internazionali. Se vuoi conoscere tutte le possibilità che Shopify mette a disposizione nella parte frontend per il progetto ecommerce, ti consigliamo di leggere il nostro articolo sui temi di Shopify. Conclusioni L'introduzione di Shopify verso i temi 2.0 ha rivoluzionato il panorama dell'ecommerce, offrendo una piattaforma più veloce, personalizzabile e ricca di nuove funzionalità. Le differenze chiave rispetto ai temi 1.0 sono evidenti, con vantaggi significativi per i commercianti. Questa evoluzione consente una gestione più efficiente del negozio, un'esperienza utente migliorata e una maggiore facilità di personalizzazione. Se stai cercando di migliorare il tuo negozio online su Shopify o stai pianificando un progetto Shopify o uno su Shopify Plus, considera l'upgrade o di usare temi 2.0. I temi Shopify 2.0 stanno ridefinendo l'eCommerce per il futuro, e ora è il momento perfetto per unirti a questa rivoluzione. Ora non ti restano che due opzioni: valutare di contattare uno Shopify Expert per capire come partire con il tuo progetto ecommerce, oppure scaricare la nostra risorsa gratuita per approfondire ulteriormente il tema.
Se operi nel settore del marketing online sicuramente ti sarai imbattuto almeno una volta nel termine CRO, l’acronimo di Conversion Rate Optimization. In questo articolo analizziamo a fondo cos’è il CRO per ecommerce e come sfruttarlo al meglio per ottimizzare i risultati soprattutto in termini di conversione. Per prima cosa è importante sapere che il CRO interviene in una seconda fase del business, cioè quando il sito è già costruito e completato. Serve quindi un sito ben strutturato, user-friendly e intuitivo e in questa fase è una buona idea avviare un progetto Shopify, che consente di realizzare una piattaforma personalizzata secondo le proprie esigenze e preferenze. Fatta questa premessa possiamo concentrarci sull’ecommerce CRO, sulle strategie più efficaci e sulle fasi fondamentali. Cos’è il CRO negli ecommerce e come funziona? Il CRO è una via di mezzo tra arte e scienza e ha come obiettivo finale ottimizzare tutti i dettagli del sito per migliorare le prestazioni e aumentare il tasso di conversione. É un’arte perché sta alla bravura e al talento di chi gestisce il sito capire come e quali sono i punti da migliorare e implementare; è anche una scienza poiché si basa su dati empirici e concreti che danno chiare indicazioni da sfruttare con intelligenza per monitorare le prestazioni del sito e intervenire in maniera mirata. L’obiettivo del CRO è sicuramente aumentare il traffico, ma soprattutto il tasso di conversione, inteso come rapporto tra visitatori unici, ordini e azioni effettuate durante una visita sull’ecommerce. Il lavoro in ottica SEO, le campagne a pagamento con Google ADS o quelle sui social network possono facilmente aumentare il traffico, ma questo non significa incrementare automaticamente il tasso di conversione. Se sul tuo e-commerce arrivano 300 utenti, ma ci sono solo due conversioni, non puoi certo essere soddisfatto. Magari lavori bene per veicolare il traffico sul tuo sito, ma devi fare qualcosa in più per favorire la conversione. Il CRO punta principalmente a migliorare il tasso di conversione lavorando su alcuni aspetti del sito come il content marketing, la grafica, il design, i colori, la posizione delle CTA e dei pulsanti per l’acquisto e altro ancora. Il tutto deve essere supportato da un ottimo CRM, un sistema che consente di gestire i processi aziendali e soprattutto le relazioni con i clienti per rendere i flussi operativi più snelli e fluidi e fornire ai consumatori servizi costruiti su misura per loro. La formula esatta per calcolare il tasso di conversione nella CRO Per migliorare le prestazioni del tuo sito devi conoscere il tasso di conversione, che può essere ricavato con una semplice formula. Supponiamo che in un mese accedono 2.000 persone al tuo sito e che di queste 20 compiano un’azione desiderata, come effettuare un acquisto o iscriversi ad una newsletter. Per ottenere il tasso di conversione devi dividere le azioni, dette transazioni, con le visite uniche e poi moltiplicare per 100. La formula è la seguente: transazioni/visite per 100. In questo caso per calcolare il tasso di conversione la formula è la seguente: 20/2.000 per 100= 1% tasso di conversione del sito. Un sito che converte sopra l’1% sta ottenendo risultati abbastanza soddisfacenti. Se il tasso di conversione resta stabile o addirittura migliora con l’aumento dei visitatori, allora vuol dire che i processi di acquisto o le fasi che portano l’utente a completare l’azione desiderata sono ben strutturati. Se invece scende notevolmente sotto l’1%, c’è qualcosa che non funziona e quindi devi intervenire subito. Strategie di Conversion Rate Optimization (CRO) per ecommerce La CRO può darti una grande mano, ma devi applicare le giuste strategie e gli approcci corretti tenendo conto del tuo business, ma anche del tuo pubblico di riferimento. Per quanto le visite siano importanti, devi considerare anche altri fattori che hanno un impatto diretto sulla conversione. Una di queste è la durata media di permanenza sulla pagina: se un utente resta più a lungo su una pagina, è più probabile che venga convertito o che esegua l’azione desiderata. Hai notato invece che i tuoi utenti restano poco tempo sul tuo sito? Allora forse la landing page non offre subito le risposte che l’utente sta cercando. Cerca di migliorarla rendendola più intuitiva da un punto di vista grafico, più accattivante con video, foto di maggiore impatto e simpatiche animazioni e in generale offrendo una navigazione più fluida e scorrevole. Oggi i consumatori online sono pigri e poco pazienti e, se non trovano subito le informazioni di cui hanno bisogno, non si fanno problemi a cercare altrove. Come alternativa se vendi prodotti fisici puoi aggiungere più foto e di maggiore qualità: in questo modo non solo aumenti il tempo di durata media della permanenza sulla pagina, ma consenti al visitatore di avere una visione più ampia di quell’articolo. Questa è una strategia che funziona bene soprattutto per gli shop online di scarpe e di abbigliamento, ma in generale per chi vende prodotti fisici. Un altro problema è rappresentato invece dai carrelli abbandonati, un vero incubo per i titolari di ecommerce poiché si perde il cliente proprio all’ultimo miglio del funnel di vendita. I consumatori decidono di rinunciare all’acquisto all’ultimo momento poiché forse non sono convinti delle politiche di reso o non è presente la modalità d’acquisto a loro più congeniale. Sono davvero tanti gli aspetti da considerare per realizzare un progetto ecommerce efficace e il CRO consente proprio di ispezionare e vivisezionare ogni singolo aspetto del sito per migliorare le prestazioni. Le 6 fasi fondamentali per fare CRO nei negozi online Anche se le strategie possono essere personalizzate, il CRO si snoda in 6 fasi fondamentali che devono essere seguite attentamente per ottenere risultati concreti e dati tangibili dai quali estrapolare informazioni preziose. Nei seguenti paragrafi analizziamo quali sono gli step principali da seguire. L’analisi commerciale L’analisi commerciale riguarda gli aspetti legati soprattutto al business, come ad esempio i prezzi rispetto ai competitor e al mercato di riferimento, i fornitori, i cataloghi, le offerte, la logistica, le spedizioni, la customer care o le campagne promozionali. Talvolta basta limare uno solo di questi dettagli per vedere migliorare notevolmente le prestazioni del sito. La web analytics La web analytics è un’analisi più tecnica, in quanto analizza i dati che riguardano più strettamente la struttura del sito o dell’ecommerce. Tale analisi può concentrarsi sui percorsi di navigazione degli utenti, su quali aree del sito si soffermano maggiormente e dove invece tendono a interrompersi bruscamente. Puoi così comprendere quali sono le pagine ad alto traffico o al contrario a basso traffico per prendere le contromisure necessarie. L’analisi euristica L’analisi euristica è una tecnica che si pone come obiettivo migliorare specifiche pagine del web analizzando l’interfaccia e individuare eventuali minacce come virus e malware. Oltre a migliorare la fruibilità del sito si ottimizza notevolmente la user experience a beneficio della fidelizzazione. Tra l’altro l’analisi risulta abbastanza breve e in poco tempo può intercettare virus o programmi indesiderati. Inoltre è una tecnica dinamica e non statica, quindi si sviluppa e si evolve col tempo fino a costruire una memoria che raccoglie tutte le informazioni relative a un’intera famiglia di malware. Monitoraggio del comportamento degli utenti Un altro step fondamentale per il CRO è il monitoraggio dei comportamenti degli utenti e la relativa raccolta dei dati. Ci sono diversi strumenti a disposizione, come le mappe di calore che aiutano i proprietari dei siti web a capire cosa guardano gli utenti e dove si soffermano principalmente. Altri strumenti che possono essere utilizzati sono i sondaggi online, le analisi dei form, i questionari e le interviste telefoniche. Analisi delle buyer personas Monitorare il comportamento degli utenti è importantissimo, ma lo è anche stilare un identikit perfetto delle proprie buyer personas. In questo modo si possono creare campagne di marketing e di advertising costruite su misura per i propri clienti, ma si possono anche offrire e vendere prodotti maggiormente in linea con le tendenze del momento tenendo sempre conto delle preferenze del proprio pubblico. Test A/B Tra gli strumenti a tua disposizione ci sono i test A/B, che consentono di testare due versioni del sito, o alcuni dei suoi elementi, per capire chi offre le prestazioni migliori. I test A/B però hanno un senso solo se il tuo sito ha raggiunto un livello di traffico significativo, altrimenti sarebbe inutile cambiare radicalmente il layout se non hai dati a sufficienza. Inoltre i test devono raggiungere la cosiddetta statistica di significanza, arrivare ad un massimo di 2-4 settimane ed essere ripetuti in maniera ciclica. Conclusioni Il CRO è utilissimo per qualsiasi sito, indipendentemente che abbia poco traffico o che ne abbia parecchio. Il web è un mondo in costante movimento e quindi è necessario testare continuamente lo stato di salute del proprio sito e apportare le modifiche ai piccoli particolari che poi sono i dettagli che fanno la differenza. Nell’applicare le tue strategie non dimenticarti dell’importanza del marketing automation, una tecnologia che consente di automatizzare le mansioni ripetitive che aiutano a misurare gli obiettivi e le prestazioni. La tua strategia di CRO può partire proprio dal marketing automation e dalla lettura dell’ebook sottostante che puoi scaricare gratuitamente.
Per creare un progetto ecommerce vincente bisogna sfruttare le diverse strategie che offre il mercato per aumentare le vendite. Tra queste possiamo ricordare il cross-selling, che consente di vendere articoli complementari insieme al prodotto principale. Oppure possiamo fare riferimento all’up-selling, che invece prevede la vendita di un prodotto simile a quello che il cliente sta cercando, ma con un valore maggiore. In questo articolo ci concentriamo invece sui bundle e, nello specifico, sulla vendita di pacchetti bundle su Shopify. Il bundle è fondamentalmente la vendita di un pacchetto di prodotti o di servizi offerti, venduti però ad un prezzo scontato rispetto alla vendita singola di ogni articolo. Analizziamo nei seguenti paragrafi cosa vuol dire prodotto bundle, quali sono le varie tipologie e i vantaggi offerti da questa strategia. I bundle nell'ecommerce Cosa sono i prodotti bundle? In italiano bundle potrebbe essere tradotto con “pacchetto” oppure come “prodotti venduti insieme”. Ogni articolo venduto singolarmente ha un prezzo maggiore, ma in alcuni casi i clienti acquistano prodotti complementari. Facciamo un esempio per comprendere meglio: una persona che deve andare ad una cerimonia deve acquistare giacca, cravatta, camicia e pantalone. Questi prodotti, acquistati singolarmente, hanno un prezzo piuttosto elevato. La strategia bundle invece offre tutti questi articoli in un unico pacchetto ad un prezzo scontato, garantendo così un notevole risparmio. Il cliente dovrà comunque acquistare tutti quei prodotti, quindi tanto vale prenderli ad un prezzo scontato in un unico pacchetto. Il cliente dunque è felice poiché acquista ciò che gli serve ad un prezzo vantaggioso, mentre l’e-commerce può comunque aumentare le sue vendite e fidelizzare la clientela. Naturalmente il bundle deve essere mirato e il valore di ogni singolo prodotto deve aumentare proprio grazie alla presenza degli altri. Esempi frequenti di bundle ce ne sono nella beauty routine, dove vengono venduti insieme prodotti per i capelli, come shampoo e balsamo, o per la pelle come scrub viso, contorno occhi e crema idratante. Il bundling è invece quell’insieme di strategie di marketing che portano alla creazione di un bundle. Il prezzo, la convenienza ma anche la praticità sono gli elementi sulle quali gli e-commerce fanno leva per aumentare le vendite ma anche per smaltire prodotti difficili da vendere. Un altro elemento da non sottovalutare è il packaging, che può ulteriormente aumentare l’appetibilità del bundle agli occhi del cliente. Un buon packaging dà un’immagine positiva del brand, poiché anche l’estetica e la presentazione dei prodotti rappresentano fattori sui quali spingere per differenziarsi e proporsi sul mercato come una realtà innovativa. Le strategie di bundling nell'ecommerce Le strategie di bundling si possono dividere in due grandi tipologie: Bundling misto: è la forma più diffusa e prevede per l’appunto la creazione di un pacchetto per vendere un set di prodotti ad un prezzo scontato. Il cliente ha comunque la facoltà di acquistare un singolo prodotto del bundle, senza necessariamente dover comprare tutto il pacchetto; Bundling puro: questa è una strategia meno diffusa e il cliente in questo caso non può acquistare un singolo articolo, ma deve necessariamente comprare tutto il pacchetto. Le due tipologie di bundling vanno inserite all’interno di strategie mirate. Ne esistono diverse, ecco un elenco di quelle più gettonate: Bundle di prodotti complementari. Se vendi singolarmente prodotti complementari, puoi venderli insieme creando un bundle così da aumentare il valore medio di un ordine; Bundle di prodotti simili. I clienti potrebbero essere indecisi se acquistare questo o quel prodotto. Se sono simili puoi inserirli all’interno di un bundle, così i clienti saranno più invogliati ad acquistarli entrambi ad un prezzo vantaggioso; Bundle di co-branding. Questa è una strategia che funziona tantissimo e consente di vendere i tuoi prodotti insieme a quelli di un altro brand che ha un target simile al tuo; Bundle basati sugli eventi. Ogni anno ci sono tantissimi eventi: da quelli sportivi a quelli incentrati sulla moda fino a quelli dedicati alle festività. Sfrutta l’onda di questi eventi e crea bundle ad hoc; Bundle comportamentali. Questa è una delle strategie più interessanti poiché consente di creare offerte personalizzate. In questo caso il bundle è rivolto ad una nicchia della tua clientela che ha una necessità specifica, come chi ha una cucina nuova e deve acquistare pentole, posate e articoli differenti; Bundle di retention. Un tuo cliente è solito riacquistare un determinato prodotto a scadenza periodica? Allora crea un bundle che, insieme al prodotto classico, consente di acquistare altri articoli complementari a prezzi scontati. Oltre ad aumentare la vendita rafforzi anche la fidelizzazione; Bundle per nuovi clienti. Acquisire nuovi clienti è piuttosto complicato, ma il bundle può darti una grande mano per portare a termine questa missione. L’obiettivo è convincere l’utente ad acquistare prodotti utili per la sua routine, per poi convertirlo in cliente. Spiega bene ai nuovi utenti perché conviene acquistare i prodotti insieme piuttosto che singolarmente, spingendo soprattutto sulla convenienza. Sarebbe un’ottima idea dare ai clienti la possibilità di crearsi il loro bundle personalizzato per attirarti le loro simpatie. Shopify Bundles: tutto quello che bisogna sapere Ci sono diverse piattaforme ecommerce che consentono di creare bundle ad hoc e uno dei più efficaci è Shopify. Per avere un confronto o ricevere preziosi suggerimenti per le tue strategie puoi avvalerti della collaborazione del team di Shopify Expert che mette a disposizione la sua esperienza. All’occorrenza puoi anche utilizzare l’app Shopify bundles per gestire tutto comodamente da smartphone o da qualsiasi altro dispositivo. L’app gratuita si chiama Shopify Bundles, è disponibile per tutti i piani Shopify e ti consente di creare 2 tipi di pacchetto: Fisso: un pacchetto composto da una serie di prodotti predeterminati e che offre diverse varianti tra le quali il cliente può scegliere; Multipack: un pacchetto fisso con più di uno degli stessi prodotti; I passaggi per creare il tuo pacchetto sono i seguenti: Clicca su Pacchetti dal pannello di controllo Shopify; Clicca su Crea pacchetto; Una volta creato il pacchetto clicca su Titolo e inserisci il titolo scelto; Clicca su Selezione prodotti; Nella finestra di dialogo Aggiungi prodotti scegli i prodotti che vuoi inserire nel pacchetto, dopodiché clicca su Seleziona; Questo è un passaggio facoltativo ma, se lo desideri, puoi selezionare una delle seguenti azioni: Regola il numero nel campo quantità per aumentare le quantità di un prodotto nel pacchetto; Per rettificare le varianti incluse nel pacchetto, clicca sul nome della variante così da selezionarla o deselezionarla; Se vuoi aggiungere la quantità come opzione per un pacchetto, clicca sull’icona a forma di ingranaggio di fianco al prodotto e seleziona Aggiungi quantità come opzione; Se desideri creare un pacchetto multipack, premi sull’icona a forma di ingranaggio e poi seleziona Duplica prodotto; Clicca su Salva e continua; Una volta creato il pacchetto esso può essere modificato come un normale prodotto, possono essere aggiunte varianti e quantità, con i relativi prezzi. Vai nella pagina dei dettagli del prodotto e aggiungi tutti i dettagli prodotto applicabili; Altro passaggio facoltativo: alla voce Stato puoi selezionare Attivo dal menu a discesa per aggiornare lo stato del prodotto. Clicca su Salva. I bundle con Shopify: i vantaggi Shopify è un validissimo alleato che ti consente di creare pacchetti bundle specifici e di perfezionare le tue tecniche a seconda dei prodotti che vendi e del target di pubblico al quale ti rivolgi. Utilizzando i pacchetti bundle su Shopify puoi conseguire i seguenti vantaggi: Crei un’offerta vantaggiosa e innovativa per attirare i clienti. Le novità piacciono sempre alle persone, che sono quindi attratte da questa offerta innovativa. Se alla novità si aggiunge anche la convenienza economica, allora il gioco è fatto. Cerca quindi di preparare pacchetti studiati nei minimi dettagli e che siano in grado di suscitare la curiosità e l’interesse dei tuoi clienti o dei tuoi lead; Aumenti le vendite e l’AOV. Il bundle è una strategia che punta soprattutto sulla quantità delle vendite e che aumenta l’AOV (Average Order Value), cioè il valore medio di un ordine; Acquisto personalizzato. La personalizzazione dell’esperienza d’acquisto è una delle chiavi della fidelizzazione. Al di là del prezzo, che ha sicuramente la sua importanza, i clienti oggi vogliono vivere un’esperienza di shopping costruita intorno a loro. Il bundle dà questa possibilità, soprattutto se i clienti hanno la libertà di comporre i pacchetti desiderati secondo le loro esigenze e preferenze; Vendita di prodotti difficili da smaltire. Il bundle è un’ottima strategia per vendere quegli articoli che, per un motivo o per un altro, sono difficili da smaltire. Inseriti in un pacchetto invece possono essere venduti più facilmente. Conclusioni Utilizzando la fantasia, la creatività e la conoscenza approfondita dei tuoi clienti puoi creare strategie bundling davvero efficaci che possono far volare le tue vendite, contribuendo anche alla fidelizzazione e all’acquisizione di nuovi clienti. Considera però che il bundling non è una “scienza” esatta e che potresti aver bisogno di un po’ di tempo per familiarizzare con questa strategia e adattarla al tuo target di pubblico. Ecco perché dovresti usare Shopify, uno strumento che tra i tanti vantaggi offerti si propone anche come valido alleato per ottimizzare le tue strategie di bundling. Il bundling è spesso usato in un progetto Shopify per aumentare le vendite dell'ecommerce. Non c'è solo il bundling però: per questo puoi scaricare la nostra guida gratuita su come aumentare le vendite e far funzionare l'ecommerce.
Con la globalizzazione dei mercati e l’incremento del volume d’affari degli e-commerce si è sviluppato il concetto di MOQ, l’acronimo di Minimum Order Quantity (Ordine Minimo). Per comprendere questo concetto bisogna analizzare l’attuale mercato globalizzato, dove le aziende possono acquistare articoli da fornitori di tutto il mondo e concordare così accordi più vantaggiosi, a patto però di raggiungere una quantità minima d’ordine. Detto in altre parole il MOQ è la soglia d’acquisto sotto la quale non è possibile scendere. Non necessariamente però il MOQ è identificato con una quantità numerica, ma può rappresentare un valore monetario minimo. Tale concetto, diffuso soprattutto nell’ecommerce B2B, prevede che si riescono a coprire i costi legati ad un prodotto e quindi a conseguire un guadagno solo se si raggiunge o si supera una quantità minima. MOQ significato: cos’è e quali sono i fattori che lo determinano Iniziamo ad analizzare cosa si intende per MOQ e quali sono i fattori che lo determinano per creare un progetto ecommerce efficace e vincente. Ricapitolando il MOQ è la quantità minima d’ordine imposta dal venditore o dal fornitore per preparare l’ordine. I venditori/fornitori impongono tale quantità minima per essere sicuri di coprire i vari costi che possono riguardare la produzione, lo stoccaggio in magazzino, la manodopera e la spedizione per ottenere un profitto minimo. Le variabili da considerare che possono incidere sul MOQ sono tre: Materie prime. L’estrazione e la successiva lavorazione delle materie prime per la finitura finale del prodotto hanno dei costi, che devono essere coperti. Talvolta le materie prime vengono acquistate da un altro fornitore, che a sua volta impone il suo MOQ; Costo di produzione per unità. Ogni singolo prodotto ha un suo costo che però può calare in maniera significativa se viene effettuato un ordine molto ampio. Questa è una delle più note regole dell’economia di scala, dove i costi diminuiscono con l’aumentare del volume di produzione. Dinanzi ad un acquisto elevato di prodotti i fornitori sono più propensi ad abbassare il costo finale, poiché il loro profitto è garantito proprio da un ordine corposo; Gestione aziendale di ogni fornitore. I fornitori sono in grado di individuare quali sono i profitti generati per ogni quantità minima di ordine, ma allo stesso tempo possono tracciare il profilo del cliente con il quale si interfacciano e quindi stabilire le strategie da seguire per ottenere un vantaggio rispetto agli altri competitor. MOQ elevato o basso: perchè è importante saperlo? Il MOQ si divide in due tipologie: elevato o basso. Capire quali sono le differenze è fondamentale per impostare con oculatezza e lungimiranza le proprie strategie future. Esaminiamo di seguito quali sono le caratteristiche: MOQ elevato. In tal caso il fornitore/venditore deve conservare nel suo magazzino un elevato numero di prodotti, quindi aumentano i costi per quanto riguarda lo stoccaggio e aumentano anche i rischi per gli articoli che rischiano di deperire. Un MOQ elevato incrementa sicuramente i profitti sulle vendite; MOQ basso. Il numero di articoli da conservare è minore, quindi calano i costi per lo stoccaggio e anche i rischi di deperibilità e obsolescenza della merce. Il lavoro però aumenta soprattutto nelle fasi di reintegrazione e approvvigionamento della merce. Bisogna quindi fare molta attenzione alla gestione della merce per evitare criticità tipiche come l’out of stock, ossia l’esaurimento di un articolo in magazzino. Meglio un MOQ elevato o un MOQ basso? Dipende dalle esigenze e dalle dimensioni dell’azienda, che possono impostare strategie diverse a seconda degli obiettivi da raggiungere. Strategie per impostare MOQ efficaci Impostare delle strategie vincenti non è così semplice, dal momento che il MOQ è un parametro poco trattabile. Tuttavia, se il MOQ richiesto dal fornitore risulta davvero troppo elevato, si possono adottare comunque delle strategie per ridurre la quantità di ordine minimo mantenendo un prezzo competitivo. A proposito di strategie può essere molto utile capire cosa vuol dire MOQ su Alibaba, un sito per la vendita all’ingrosso dove è richiesto un quantitativo minimo d’ordine per ogni singolo acquisto. Alibaba non è un marketplace, ma semplicemente una piattaforma che mette in contatto le aziende con i fornitori. Una volta individuato il fornitore giusto, bisogna contattarlo e provare a concordare i termini dell’acquisto. Se il tuo MOQ è di gran lunga inferiore rispetto a quello indicato dalla pagina del prodotto di Alibaba, allora è meglio virare altrove senza perdere tempo poiché il MOQ è un parametro poco trattabile. Chiaramente è consigliabile valutare le offerte dei vari fornitori, che possono avere MOQ molto diversi. Su Alibaba ci sono principalmente fornitori cinesi che spesso lavorano a inventario zero, cioè cominciano la produzione solo dopo la conferma dell’ordine. Tra l’altro i fornitori cinesi hanno anche un margine di profitto molto basso, del 2-4% circa, anche per questo motivo risulta complicato trattare sul MOQ. Tuttavia alcuni fornitori sono disposti ad abbassare il loro MOQ in caso di collaborazione duratura e questa è sicuramente una strategia da prendere in considerazione. Se hai intenzione di fare un grosso ordinativo, che corrisponde ad un investimento importante, è consigliabile farti inviare prima un campione del prodotto per testarne la qualità. Se l’articolo non ti soddisfa puoi evitare una notevole spesa che si rivelerebbe inutile; se invece desideri ugualmente acquistare quel prodotto, che però non soddisfa in pieno le tue aspettative, ti metti in una posizione di forza nella trattativa e puoi strappare un prezzo più competitivo. Cerca però di non esagerare al ribasso altrimenti il fornitore, pur di non perderti come cliente, è disposto ad accettare un prezzo più basso ma andando a discapito della qualità, magari scegliendo materie prime scadenti. In alcuni casi puoi addirittura chiedere al fornitore di pagare un costo maggiore per ogni singola unità, così da ricevere la quantità esatta di articoli di cui hai bisogno. Una mossa intelligente per non occupare troppo spazio in magazzino e per evitare problemi di obsolescenza o deperibilità dei prodotti. In alternativa, se non hai un budget sufficiente o comunque non vuoi investirlo tutto in una volta, puoi comunque affidare ad un fornitore l’intero lotto, chiedendogli però di suddividere la consegna della merce e quindi anche il pagamento in due tranches. Il minimo d'ordine in Shopify Domanda: è possibile impostare un minimo d'ordine su un ecommerce Shopify? Sì, ci sono diverse strade che si possono seguire. La prima, riferita agli ecommerce B2B e solamente per i singoli prodotti, possono essere impostati dei minimi d'ordine e regole sulle quantità direttamente dal catalogo assegnato all'azienda. Pertanto un articolo sarà acquistabile solamente con una quantità minima già impostata. L'altra strada, valevole in generale, che si può percorrere per impostare un minimo d'ordine è quella di contattare uno Shopify Expert che, tramite programmazione a codice, troverà la soluzione ideale alle tue necessità. Vantaggi, svantaggi e sfide dell'applicazione del MOQ Perché è preferibile acquistare da un fornitore che applica un MOQ? Per un motivo semplice: acquistare da un fornitore che applica un MOQ significa comprare un prodotto ad un prezzo d’acquisto vantaggioso. Più compri e più si abbassa il costo unitario e questo è un grande vantaggio soprattutto se hai un volume d’affari molto dinamico e se concludi un numero di vendite elevato. Prima di effettuare un ordine elevato assicurati però di avere un magazzino sufficientemente ampio per stoccare tutta la merce acquistata. Oltre ad un budget significativo, serve anche un magazzino abbastanza ampio per acquistare da un fornitore che prevede un MOQ. Se hai bisogno di poche unità o se non hai un magazzino abbastanza grande, è sicuramente preferibile affidarsi a fornitori che non applicano il MOQ. Acquistare pochi prodotti non è molto conveniente, poiché il prezzo tende ad aumentare, ma è l’unica soluzione possibile se sei un e-commerce appena nato e quindi non hai la certezza di vendere tutti gli articoli acquistati o semplicemente se non hai un magazzino sufficientemente ampio. Un altro vantaggio da sottolineare è quello di poter confrontare facilmente l’offerta di tutti i fornitori, scegliendo così il miglior partner in ottica qualità/prezzo. E ancora, se si avvia una collaborazione continuativa, ne traggono beneficio sia il fornitore che l’acquirente. Il fornitore può fare maggiori investimenti per implementare il suo sistema di produzione, poiché ha la certezza di un’entrata fissa, quindi migliora la qualità finale del prodotto che va a beneficio dell’azienda che vede aumentare la sua competitività sul mercato. Si avvia in sostanza una collaborazione win-win, dove entrambi gli attori chiamati in causa ottengono notevoli benefici e di conseguenza anche i consumatori finali. Conclusioni Il MOQ è un concetto molto importante da comprendere sia per chi ha un ecommerce da molto tempo sia per chi sta muovendo i primi passi nello shop online. A seconda del proprio business, della tipologia di merce e del proprio target di pubblico si possono adottare strategie diverse che vanno scelte con estrema attenzione. Come già anticipato nel corso dell’articolo puoi lanciare un progetto Shopify non solo per la creazione o l’implementazione del sito, ma anche per scegliere e individuare i fornitori che applicano il MOQ più conveniente. Abbiamo anche accennato che il minimo d'ordine si può impostare sugli store B2B con Shopify Plus. Per questo ti lasciamo una risorsa gratuita su come vendere online all'ingrosso, replicando gli accordi di fornitura stipulati.
L'intelligenza artificiale per l'ecommerce è un argomento che in Shopify non hanno preso proprio alla leggera e hanno lavorato in modo pesante per un prodotto pervasivo, che tocca varie sezioni del software, a supporto di differenti operazioni per il merchant. L'AI per ecommerce, all'interno di Shopify e di Shopify Plus, si chiama Shopify Magic. Intelligenza artificiale nell'ecommerce per scrivere testi Shopify Magic utilizza l’intelligenza artificiale per generare testi e velocizzare il processo di scrittura. Il modello di AI utilizzato per generare automaticamente contenuti sono i Large Language Models (LLM), programmi informatici progettati per elaborare e comprendere il linguaggio umano. LLM analizza grandi quantità di dati di testo (ad esempio libri, articoli e pagine web) e utilizza gli algoritmi di analisi per imparare modelli e relazioni tra parole e frasi. Gli LLM possono rispondere alle domande, tradurre lingue, riassumere il testo e generare contenuti nuovi. Shopify Magic si può utilizzare in varie sezioni e strumenti interni di Shopify: Articoli del blog; Pagine; Descrizione prodotti; Shopify Email; Shopify Inbox; Editor del tema; Attualmente le lingue supportate sono: Inglese; Tedesco; Spagnolo; Francese; Italiano; Giapponese; Portoghese (Brasiliano); Cinese (semplificato); Per impostazione predefinita, la variante utilizzata per i suggerimenti in inglese è quella americana. I dati linguistici utilizzati dall'intelligenza artificiale sono in gran parte provenienti da fonti del Nord America, pertanto i contenuti generati potrebbero contenere vocaboli ed espressioni locali originari di quell'area geografica Scegli il tono per produrre contenuti con l'AI di Shopify Magic Quando produci dei testi puoi selezionare il tono che vuoi avere. Il tono è il modo in cui scrivi e parli alle persone, aiuta a trasmettere la personalità di chi parla (in questo caso il brand, il vostro negozio...). Ovviamente, quando si parla di Tone of Voice, il tutto è correlato con la brand identity, le aspettative che hanno i vostri clienti e quello che si vuole trasmettere di un'azienda. I toni predefiniti per le email, le descrizioni dei prodotti e le pagine sono: Esperto: cerca di dare fiducia, è deciso in quello che sa e fornisce dettagli precisi. Solidale: se cerchi di creare un legame empatico e solidarizzare con i tuoi clienti, questo è il mood che puoi scegliere. Persuasivo: quando ci credi e vuoi far capire che ci credi, mettendo in campo le passioni e vuoi trasmettere fiducia nei prodotti che presenti e in quello che dici. Nelle email questo è il tono preselezionato. Audace: sfida in qualche modo il cliente ad essere coraggioso, utilizza parole ed espressioni motivazionali e che ispirano. Giocoso: se non vuoi prendere te stesso e i prodotti che vendi in modo troppo serioso, questa è l'opzione che fa per te. Sofisticato: è un tono raffinato, che cerca parole e modalità espressive che richiamano qualità e buon gusto. Personalizzato: qui puoi selezionare sarcastico, fiducioso o spiritoso e creare una nuova modalità da selezionare nei vari strumenti dove viene messo a dispersione Shopify Magic. Ovviamente per sapere quale usare, il consiglio è: provare e prendete confidenza con tutti. Le funzioni dove si può usare Shopify Magic Articoli del blog Scrivere gli articoli del blog per tenere aggiornato e fresco uno dei principali canali di comunicazione non è più un'operazione che richiede ore di ricerche, avendo disposizione l'AI per agevolare questa produzione. Attenti ovviamente all'utilizzo corretto dell'AI, che non deve sostituirsi al lavoro di sintesi e capacità di presentazione umana, ma è un valido ed importante supporto per agevolare alcuni processi di acquisizione informazioni e sviluppo di frasi per presentarle. Pagine Il titolo e il contenuto di una pagina può essere creato in automatico da Shopify Magic, utilizzando i dati linguistici che l'AI raccoglie soprattutto dal Nord America. Le espressioni e i modi di dire che vengono presentati potrebbero quindi essere proprie degli USA ed è necessario monitorare ed intervenire per eventuali correzioni quando si dovesse rendere necessario. Descrizione prodotti Le descrizioni dei prodotti? Uno dei macigni sulle spalle di ogni ecommerce manager, ma che con Shopify Magic riusciamo ad alleggerire in maniera importante. Fornendo a Shopify Magic il titolo del prodotto o le parole chiave sui bisogni a cui risponde, otteniamo in maniera immediata un testo prodotto su misura. In più Shopify Magic può anche offrire suggerimenti per riscrivere il testo selezionato da una descrizione esistente. Shopify Email Fornendo alcuni dettagli come il tipo di campagna e le keyword associate ai prodotti, Shopify Magic è in grado di suggerirti i contenuti da utilizzare per oggetto e testi delle tue newsletter o email di marketing automation. Se hai già scritto l'oggetto, Shopify Magic potrà utilizzare quello per produrre il testo del corpo. Insomma, un assistente per poter produrre molto più velocemente i contenuti del tuo email marketing. Shopify Inbox L'attivazione di Shopify Inbox include anche la chat. La funzione legata alla produzione di contenuti automatica da parte di Shopify Magic, integrata con la chat di Shopify è quella delle Risposte Immediate suggerite. I suggerimenti vengono creati sulla base delle informazioni del negozio o sulla cronologia delle conversazioni. Se nelle informative del tuo negozio non ci sono abbastanza informazioni o se la cronologia delle conversazioni non è sufficiente, le risposte immediate suggerite si basano sulle domande più frequenti ricevute dai merchant. Al momento i suggerimenti di risposta immediata generati automaticamente sono disponibili solo in inglese. Avvertenza all'uso dell'AI per l'ecommerce Non si deve pensare che l'intelligenza artificiale sia una pancia per qualunque necessità di produzione testi... o almeno che basti l'AI per scrivere contenuti per l'ecommerce per pensare che l'intervento umano da oggi in avanti sia superfluo. Non sempre il testo che viene prodotto utilizzando l'intelligenza artificiale ha una qualità costante, ovvero potrebbe differire per prodotto e prodotto o a seconda delle istruzioni che vendono fornite. Alcune volte il testo potrebbe non avere senso o essere fuori contesto, potrebbe essere poco accurato e non rispettare gli standard che ti sei dato per la gestione del tuo ecommerce. Gli LLM sono in continuo miglioramento ed evoluzione ma il fatto che il testo venga prodotto in automatico non ti esonera dal controllarlo attentamente, se vuoi un lavoro di qualità. Shopify Stessa avverte: Sei responsabile dell'accuratezza di tutti i contenuti che pubblichi nel tuo negozio, anche quando utilizzi la generazione automatica di testo per crearli. Il testo generato può includere elementi come ad esempio i vantaggi del prodotto anche se non li hai elencati esplicitamente, oltre a informazioni basate su altri contenuti pubblicati relativi a prodotti simili. È importante leggere attentamente tutti i contenuti generati per garantire la massima precisione prima della loro pubblicazione. Alla fine sei tu il responsabile dei contenuti che pubblichi, indipendentemente da chi - o cosa - li abbia prodotti. Per qualsiasi altra informazione, puoi sempre contattare uno Shopify Expert o, se vuoi approfondire l'argomento Shopify, puoi sempre scaricare il nostro ebook gratuito.
ICT Sviluppo è Shopify Plus Partner agency, è una delle 8 aziende / agenzie / gruppi che si occupano di sviluppare ecommerce in Italia ad avere questo status che certifica il know how, le competenze, la collaborazione e la capacità di assistere i clienti per i progetti da realizzare con Shopify Plus. Il marketing autorefenziale non si fa. Ma se dobbiamo celebrare una tappa importante di un percorso di crescita aziendale, un po' di festa e di complimenti sono sempre ben voluti. Perché Shopify Plus Partner Spesso racconto una storia. Siamo partner di Shopify dal 2014 ma fino al 2017 utilizzavamo, soprattutto, altri sistemi ecommerce, in particolare Prestashop, di cui eravamo Gold partner (se non ricordo male, sapete... ad una certa). Una mattina di quell'anno mi sveglio e guardo sul CRM di HubSpot... un centinaio di ticket aperti su cui fare assistenza per bug fixing e problematiche legate al mondo opensource di questi software. Al che chiamo Diego Dal Lago da una parte e gli faccio Che ne dici se smettiamo di vendere tutto il resto e ci concentriamo su Shopify? Mi pare una buona soluzione che sta crescendo molto.... Ok, lo stavo guardando anche io fu la risposta semplice. Quella settimana ci firmarono due preventivi: uno per il nostro ultimo sito con altri sistemi, l'altro per il nostro primo Shopify. Sono passati 6 anni da allora e una miriade di progetti grandi e piccoli. Shopify, in questo tempo, è diventato forse il principale player del mercato #ecommerce mondiale. Sono milioni i siti che oggi girano su Shopify e su Shopify Plus. Siamo cresciuti assieme Ma siamo cresciuti anche noi... eravamo in 5-6 persone, oggi siamo in 16, l'anno scorso abbiamo superato in maniera decisa il milione di fatturato e ci apprestiamo a replicare verso nuovi traguardi, con un team che necessariamente dovrà crescere, sostenuto dalla spinta dell'innovazione e dalla voglia di costruire progetti di cui andare fieri. Negli ultimi due anni Shopify e Shopify Plus si sono arricchiti di moltissime nuove funzioni e la loro corsa nel mondo dell'innovazione pare inarrestabile, tanto che è entrato di prepotenza nell'area dei leader delle soluzioni ecommerce del quadrante Gartner e sono disposto a scommettere che ci rimarrà a lungo. Posizionato più alto di Adobe Commerce e Salesforce Commerce Cloud sull'asse verticale, vediamo quanto ci mette a superarli anche su quella orizzontale. Ma con l'arrivo dei mercati per l'internazionalizzazione con Shopify, Shopify Functions per lavorare sulle funzioni di backend, l'aumento delle chiamate API di default su Shopify Plus, tutte le funzioni B2B su Shopify Plus arrivate negli ultimi mesi (e che stanno arrivando) e le nuove app native di Shopify (traduzioni, filtri, bundle, abbonamenti...), come facciamo a non essere fiduciosi che le cose a venire saranno ancora più entusiasmanti? Un lavoro diverso Ma anche il nostro lavoro è cambiato: quando, nel 2017, proponevo Shopify a prospect o clienti attuali, spesso la risposta era qualcosa stile questo: Cosa? Come si Chiama? E cos'è?. Oggi, dal dover dover spiegare al mondo mi trovo nell'imbarazzo di dover sempre fare una piccola analisi per capire se il progetto di cui mi stanno parlando ha senso con Shopify perché viene richiesto indipendentemente dal contesto e dalla necessità; e per quanto io sia un grande fan, bisogna partire da queste, non dal software. 1. Migrazioni da altri sistemi a Shopify Oggi la maggior parte dei progetti ecommerce con Shopify Plus non sono nuovi siti ma migrazioni da altri software, opensource o enterprise, che stanno mostrando tutti i limiti delle vecchie impostazioni server-side, monolitiche o legacy. Oggi il lavoro sui nuovi clienti è soprattutto quello delle migrazioni da Adobe Commerce/ Magento, ma anche migrazioni da Prestashop e da WooCommerce verso Shopify. 2. Sostituzione del tema / realizzazione del tema custom Poi c'è la questione dei temi: spesso arrivano da noi aziende che, nonostante siano su Shopify, si portano dietro problemi legati allo sviluppo dei temi grafici utilizzati e modificati da più freelance o agenzie nel corso del tempo. In questi casi, per risolvere il problema, si va dalla sostituzione del tema attualmente utilizzato con uno vergine dallo store di Shopify, per arrivare alla realizzazione di un tema custom, per ridurre al minimo l'impatto di funzioni-codice sul frontend. La seconda soluzione, seppur più costosa, è quella che ci restituisce maggiori garanzie sul buon funzionamento di tutto il progetto, soprattutto se sorretto da investimenti e desideri di crescita del business 3. Realizzazione applicazioni per Shopify Un altro nuovo lavoro cresciuto in questi anni è quello relativo alla realizzazione di applicazioni private per Shopify Plus e di applicazioni pubbliche per lo store di Shopify. Le prime, le applicazioni private, per aziende che hanno bisogno di funzioni particolari nel loro negozio online, funzioni che non sono soddisfatte dalla (seppur grande) offerta di applicazioni presenti nello store di Shopify. Le seconde, le applicazioni pubbliche, sono richieste che arrivano da soluzioni che offrono servizi ai merchant di Shopify (recensioni, logistica, comparatori di prezzi, o altro...) e vogliono sviluppare una app da inserire nello store di Shopify, per un servizio comodo e click ready per i loro clienti. 4. Sviluppo di connettori / data integration La richiesta di integrare il software gestionale, il PIM, OMS o un altro asset dell'infrastruttura aziendale con il proprio ecommerce c'è sempre stata. Ma ora le richieste arrivano puntuali per Shopify Plus, da clienti e altre agenzie che hanno bisogno di sviluppare connettori tra negozi di Shopify e altri software dell'ecosistema aziendale. Proprio perché le richieste sono quotidiane (beh, non sempre il budget), abbiamo industrializzato il modello, costruendo una infrastruttura iaas su Microsoft Azure e l'abbiamo chiamata Total Data Hub, il modo di ICT Sviluppo di affrontare il tema della Data Integration. Complimenti a tutti E come concludere un post del blog che punta alla condivisione di un momento lieto e alla sua celebrazione? Facendo i complimenti anche agli altri plus partner, a quelli che ci sono arrivati l'anno scorso e alle new entry: in rigoroso ordine alfabetico Bitbull, Byte-Code S.p.A, Cooder, dAgency, Jakala Group, Sintra Digital Business e Triboo Group. E, non dimentichiamo il team italiano di Shopify, in grado di costruire un ecosistema di partner che supporta la crescita dei merchant sulla loro piattaforma!
Da una recente analisi del tuo e-commerce hai constatato che la frequenza di rimbalzo o bounce rate è alta? Se non sai da cosa potrebbe dipendere, proviamo ad aiutarti a capirlo in questo articolo. Le motivazioni di un bounce rate alto possono essere molteplici, in questo articolo proveremo a spiegartelo. Bounce rate nell'ecommerce: cos'è Tecnicamente indica la percentuale di visitatori che lasciano una pagina di un sito web, o di un e-commerce, poco dopo averla visitata. In linee generali: una frequenza di rimbalzo bassa, indica un apprezzamento da parte degli utenti verso contenuti e visual. Al contrario, una frequenza di rimbalzo alta, potrebbe indicare che i messaggi del sito non sono chiari, che la parte visual è troppo caotica o che il modulo di chekout è poco chiaro o lento. Queste sono solo alcune delle motivazioni principali. Approfondiamo nel prossimo paragrafo da cosa può dipendere il bounce rate alto in un progetto ecommerce. Da cosa può dipendere il bounce rate alto nel tuo ecommerce Un bounce rate alto non sempre è sinonimo di un parametro negativo, dipende anche molto dal sito che analizziamo. Ad esempio se il tuo sito è un contenitore di informazioni è assolutamente normale che il bounce rate sia alto, quindi non c’è da allarmarsi particolarmente. Se gestisci un e-commerce con Shopify e noti che il bounce rate è alto rispettivamente alla pagina del checkout, vuol dire che devi modificare qualcosa. Differentemente se il bounce rate è alto nella home page, non c’è molto da preoccuparsi in quanto è normale che un utente visiti la pagina dell’ecommerce che gli interessa, senza perdere tempo nella home page. D’altronde l’obiettivo di un ecommerce è quello di convertire i lead in acquirenti di un prodotto o servizio. Il bounce rate è un parametro da osservare soprattutto nelle landing page, ad esempio. In questo caso, una frequenza di rimbalzo alta può voler dire che il lavoro di contenuti e di design non è per niente chiaro a chi visita la pagina. Ergo, bisogna ristrutturarla. Riassumendo, una frequenza di rimbalzo nel tuo ecommerce alta può dipendere: dal caricamento delle pagine lento; dall’eccessiva presenza di pop-up; dalla presenza di plug-in non necessari; dalla scarsa usabilità; dalla mancanza di ottimizzazioni in title e meta description. Come si può comprendere, il motivo di una frequenza di rimbalzo alta è tutt’altro che semplice da capire. Approfondiamo nel prossimo paragrafo qual è la formula del bounce rate. Qual è la formula del bounce rate Il bounce rate si può tradurre con questa formula: Bounce rate = Numero totale di utenti che visitano una pagina: Numero totale di entries sulle pagine. In merito ai parametri migliori di bounce rate, quali sono quelli preoccupanti? Per avere un benchmark bisogna valutare più variabili: innanzitutto il dispositivo, infatti da mobile e desktop si avranno bouncerate diversi, poi a seconda dell'industria. Ci sono però anche altri parametri che determinano se un bounce rate può essere definito preoccupante o meno. A puro scopo indicativo ti lasciamo una fonte per vedere i bounce rate medi nell'ecommerce. --> (benchmark bounce rate ecommerce) Ma come si fa ad abbassare il bounce rate? Scopriamolo nel prossimo paragrafo. Come abbassare il bounce rate nell'ecommerce: strategie Abbassare il bounce rate di un progetto Shopify non è impossibile, l’importante è avere sempre il sito o l’e-commerce sotto controllo. In un progetto ecommerce il bounce rate non dovrebbe essere alto, ma mantenersi nella media. Questo risultato dipende dal seguire o meno alcuni consigli e strategie. Tra i consigli che andrebbero sempre seguiti vi sono: controllo del bounce rate per ogni pagina; verificare il bounce rate di ogni fonte di traffico; controllare in modo regolare la velocità di caricamento delle pagine; realizzare titoli e meta description lineari con il contenuto che si troverà nelle pagine; effettuare dei collegamenti interni utili per l’utente; rendere il design accattivante; rendere sempre il sito mobile friendly. In merito invece alle strategie per abbassare il bounce rate, cosa si può fare? rendere il design del sito più accattivante; inserire le call to action nei punti giusti della pagina; formattare bene le pagine; eliminare le informazioni superflue. In sostanza, per abbassare il bounce rate bisogna lavorare bene su ogni dettaglio del sito e renderlo user friendly e utile. Conclusioni Nell'era digitale, la presenza di un e-commerce ben strutturato e funzionale è fondamentale per raggiungere il successo. L'analisi del bounce rate, come abbiamo visto, è un indicatore prezioso per comprendere come viene percepito il tuo ecommerce dai tuoi utenti e come puoi ottimizzarlo per migliorare la loro esperienza. Se desideri avviare o rifinire un progetto e-commerce, piattaforme come Shopify offrono strumenti avanzati e personalizzabili. E per chi non ha competenze specifiche, rivolgersi a un Shopify Expert può fare la differenza. Un esperto conosce in profondità tutti gli aspetti della piattaforma e può aiutarti a realizzare un progetto Shopify che non solo abbia un basso bounce rate, ma che sia anche efficiente, accattivante e centrato sulle necessità dei tuoi clienti. Ogni dettaglio conta: dalla velocità di caricamento, al design, alla chiarezza dei contenuti. Investire tempo e risorse per ottimizzare questi aspetti significa costruire le fondamenta per un e-commerce di successo.