Di progetti ecommerce ce ne sono veramente tanti e per distinguersi dalla massa sono state rese necessarie strategie particolari che sappiano adattarsi al contesto in continua evoluzione. Alla luce dei cambiamenti sempre più schizofrenici e frenetici, raggiungere i consumatori sta diventando una vera sfida e i canali tradizionali di certo non sono sufficienti per vincerla. Stanno così nascendo canali innovativi e alternativi a quelli tradizionali, come il retail media, che sta in parte rivoluzionando il mercato online e che consente di raggiungere in maniera più fluida eventuali clienti o lead. I canali retail possono essere integrati con altri strumenti di marketing per trovare strade alternative, ottenere introiti e superare alcune delle difficoltà tipiche del momento, come l’aumento dei costi dell’advertising, il cambiamento nelle politiche di cookie di terze parti e il potere d’acquisto dei consumatori in calo. Cos’è il retail media network e come è nato? Il retail media marketing può essere considerato come un insieme di spazi, sia online che offline, che vanno dai social alle app, dalle newsletter ai siti web, realizzati appositamente da retailer e messi a disposizione dei brand inserzionisti, i quali possono acquistarli e sfruttarli per mostrare annunci ai clienti e lanciare delle sponsorizzazioni. Il fenomeno è nato circa 10 anni fa negli Stati Uniti e porta la firma di un colosso dell’e-commerce, Amazon, che ha fatto da scuola e che è diventato un modello da imitare. Il retail media ha avuto una vera impennata soprattutto durante il periodo della pandemia, quando era praticamente impossibile spostarsi e fare acquisti nei negozi fisici (fatta eccezione per i beni di prima necessità). La concorrenza ha iniziato a svilupparsi proprio sul web, dove gli ecommerce Shopify già consolidati hanno dovuto fronteggiare e competere con nuovi punti vendita online che hanno cominciato a spuntare come funghi. Da un lato c’era la necessità di trovare canali alternativi per reggere all’assalto dei nuovi competitor e raggiungere un pubblico molto ampio, fornendo contenuti sempre più personalizzati, d’altro lato però era sempre più difficile reperire dati provenienti da terze parti per studiare il proprio target. Le aziende online hanno così cominciato a sfruttare meglio i dati e le informazioni di prima parte, per conoscere meglio la loro clientela e fornire un servizio personalizzato, e allo stesso modo hanno messo a disposizione nuovi spazi per i brand, ma sempre tenendo conto del loro target di riferimento. Come funziona il retail media? Il funzionamento del retail media in realtà è più semplice di quanto possa sembrare. I clienti del retail, dopo aver creato un retail media network, possono conoscere nuovi prodotti oppure offerte di altri e-commerce, o progetti Shopify, per mezzo degli annunci che sono stati realizzati su misura per loro su piattaforme proprietarie, siti, newsletter o anche su spazi offline. In un certo senso i retail media network funzionano in parte come l’affiliate advertising, anche se con le dovute differenze. In pratica gli advertiser sponsorizzano prodotti e servizi di altri e-commerce su piattaforme offerte dai publisher, conseguendo comunque dei vantaggi in termini di conversioni. I retailer tra l’altro hanno la possibilità di creare il proprio retail media network in automatico e, se non hanno le capacità o le strumentazioni per farlo, possono comunque affidarsi a delle piattaforme apposite che rappresentano piazze virtuali dove i retailer si incontrano per avviare delle partnership vantaggiose per tutti. Quali sono i principali vantaggi dei retail media network? Molti marketplace, sull’esempio di Amazon, si stanno affidando ai retail media network che rappresentano una grande opportunità per le stesse aziende che possono personalizzate e ottimizzare le strategie di vendita e di marketing. Ogni retail media network fornisce opzioni e alternative diverse, tenendo conto dei dati raccolti, ma tutti conferiscono maggiore affidabilità alle attività pubblicitarie dei marchi che risultano anche più trasparenti. Aziende e marketplace possono infatti monitorare più facilmente i dati raccolti, così da avere un’idea più chiara sia delle spese che delle vendite. In questo modo risulta più facile anche personalizzare le proprie strategie di marketing in base agli obiettivi da perseguire. Analizziamo quindi quali sono i principali vantaggi tanto per i marketplace che per le aziende. Vantaggi per aziende Le aziende, sfruttando i retail media network, possono valorizzare e arricchire ulteriormente le loro strategie di vendita e di marketing. Al di là dell’aspetto economico, che sicuramente ha la sua importanza, le aziende vedono rafforzare in modo importante anche la loro brand awareness che, in un contesto così competitivo come è il mercato ideale, riveste un ruolo di primo piano. Sono sempre di più gli utenti che, invece di usare i classici motori di ricerca tradizionali, si affidano proprio ai retail media network per effettuare le loro ricerche e magari completare anche gli acquisti. Vantaggi per marketplace I marketplace, integrando il retail media sulle loro piattaforme, possono incrementare la loro redditività e i loro guadagni dal momento che possono aumentare le loro vendite. Questa rappresenta una nuova forma di business per i marketplace che, fornendo spazi digitali ai marchi, generano entrate piuttosto interessanti. Gli inserzionisti possono infatti acquistare annunci da presentare sotto forma di immagini e video. I retail media network, sfruttando i dati dei clienti e le informazioni relative alle loro preferenze e ai comportanti durante lo shopping online, offrono promozioni alternative efficaci e mirate. Esempi di retail media network Negli ultimi anni ci sono stati diversi retailer che hanno lanciato network di retail media dedicati. In alcuni casi si tratta di soluzioni interne, cioè sviluppate e realizzate dagli stessi retailer, mentre in altri casi sono soluzioni ibride che mixano diverse alternative di retail media presenti sul mercato. Diamo adesso uno sguardo agli esempi più efficaci di retail media network da cui eventualmente prendere ispirazione. Walmart Connect Oltre al già citato Amazon, un altro ottimo esempio di retail media network è Walmart Connect che serve più del 90% delle famiglie statunitensi e rappresenta quindi una straordinaria importanza per i brand che possono raggiungere una platea pressoché illimitata o comunque vastissima. In pratica Walmart Connect mette a disposizione delle agenzie pubblicitarie spazi comprensivi di annunci di ricerca, display e altre interazioni con il brand che aumentano anche l’engagement degli stessi acquirenti. Una delle principali innovazioni di Walmart Connect è stata il lancio di una DSP che, mixando i dati e l’inventario di Walmart, aiuta le agenzie pubblicitarie a raggiungere i clienti ovunque essi siano. La DSP comprende display, video in streaming, mobile e audio che rendono l’esperienza dell’acquirente ancora più coinvolgente. Carrefour Links Carrefour Links può essere considerato una sorta di esperimento di retail media network ibrido, tant’è vero che è stato sviluppato da colossi come Google, LiveRamp e Criteo, ognuna delle quali ha chiaramente sfruttato i suoi punti di forza: Google ha fornito la sua collaborazione in relazione al cloud; LiveRamp ha dato supporto per quanto riguarda l’analisi dei dati; Criteo ha dato assistenza per quanto riguarda la tecnologia per il marketing. Sfruttando le competenze e i punti di forza di questi 3 giganti Carrefour Links ha sviluppato le proprie strategie secondo le 4 C: catturare; convertire; conversare; comprendere. La piattaforma griffata Carrefour aumenta la visibilità dei brand che possono trovare più facilmente nuovi clienti, ottimizzare i loro acquisti e migliorare la shopping experience. In un certo senso questa forma di retail media network somiglia alla pubblicità tradizionale in televisione, con la differenza che può raggiungere quei consumatori che guardano poco la tv ma che utilizzano molto l’online per fare acquisti. Del resto anche durante le pubblicità in tv i telespettatori sono soliti dare uno sguardo allo smartphone e quello diventa un ottimo momento per attirare l’attenzione di nuovi clienti, catturarli e fidelizzarli. Come si sta evolvendo il fenomeno in Europa? Conclusioni finali A che punto è la strategia di retail media in Europa? Considerando che è nata negli Stati Uniti una decina d’anni fa e che è approdata nel Vecchio Continente solo da pochi anni, si tratta chiaramente di una forma di advertising ancora acerba e per certi versi embrionale. Benché ci siano ampi margini di miglioramento, il retail media ha però già dimostrato tutte le sue potenzialità e rappresenta una grande opportunità per i marchi che vogliono crescere rapidamente. I retail media network sono in grado di aumentare il traffico e di conseguenza le vendite, convertire i lead in clienti e raccogliere dati. Rappresentano quindi eccellenti canali pubblicitari per i brand e le aziende, che devono essere bravi a salire subito su questo treno. Bisogna comunque tener conto dei rischi di una strategia ancora non del tutto perfezionata, come l’assenza di una tecnologia “ad hoc”. In pratica non c’è una soluzione valida o praticabile per tutti, ma ogni brand deve trovare e perfezionare la sua strategia. Qualunque sia la strategia adottata comunque è importante sfruttare tutti i canali o comunque quelli ritenuti più idonei per il proprio marchio. A tal proposito per comprendere meglio il funzionamento dell’omnicanalità per i brand e i principali vantaggi puoi scaricare l’ebook disponibile alla fine dell’articolo, trovando gli spunti adatti per dare il giusto slancio al tuo business.
I merchant devono fare i conti con tante criticità e situazioni complesse, come ad esempio il reclamo sugli e-commerce. Può capitare, per qualsiasi motivo, che si verifichi qualche intoppo durante l’acquisto online, ciò che conta è risolverlo tempestivamente e rispondere adeguatamente ai reclami o alle lamentele dei consumatori. Nelle aziende moderne che vogliono aumentare la loro competitività la soddisfazione del cliente è uno degli obiettivi primari, soprattutto alla luce di una concorrenza sempre più agguerrita. Oggi i progetti ecommerce sono pensati per non vendere solo prodotti o servizi, ma vere esperienze che devono essere integrate con servizi di assistenza e di supporto a 360°. I reclami dei consumatori non devono quindi essere considerate come delle seccature, ma come contenitori di dati utili da cui estrapolare preziosi informazioni per capire come prevenire i problemi e garantire ai clienti un’esperienza fluida e godibile. Reclamo del consumatore online e l'assistenza post-vendita Partiamo dal presupposto che il post-vendita non è una fase a parte, ma è un servizio che rappresenta una parte integrante dell’intero processo di vendita. Se il prodotto acquistato non risolve il problema o non soddisfa il desiderio del cliente o magari presenta malfunzionamenti o elementi non congrui a quanto venduto online, allora devi intervenire tempestivamente e in modo pertinente per salvaguarda la fiducia del cliente e mantenere con lui un rapporto lungo e duraturo. Se non lo fai rischi di perdere quel cliente, che a sua volta innesca un passaparola negativo che si trasforma in un vero boomerang. Di conseguenza puoi perdere altri potenziali clienti, allontanati dalle recensioni negative rilasciate dai precedenti acquirenti. Per garantire un servizio post-vendita ottimale devi puntare su tre aspetti: Creazione di valore reale per il cliente; Analisi delle informazioni fondamentali relative ai clienti, come esigenze e abitudini d’acquisto, e sugli stessi prodotti, come caratteristiche, criticità o aspetti da migliorare; Tracciare tutte le iterazioni con un ecommerce CRM; Strategie efficaci per migliorare diminuire i reclami Aumentano le ricerche sui motori di ricerca su come scrivere un reclamo, a dimostrazione che gli utenti ormai siano sempre più informati ed esigenti. Devi quindi studiare delle strategie efficaci che migliorano l’esperienza di shopping plasmata sulle reali esigenze della clientela. Di seguito ecco alcune strategie efficaci che possono esserti di grande aiuto: Personalizzazione. Il primo step da compiere è creare un servizio di vendita, dall’inizio alla fine, che sia estremamente personalizzato e costruito su misura secondo le esigenze del cliente. Per prima cosa devi quindi conoscere il tuo target di pubblico, così da offrire prodotti e servizi in linea con le sue esigenze. In questo senso sono utili software come Hubspot, che ti permettono di tenere traccia di tutte le attività, migliorando la gestione del reclamo all'interno dell'ecommerce. Ma questo non è sufficiente. Per personalizzare ulteriormente la sua esperienza devi mettere a disposizione del cliente uno staff preparato e qualificato che, anche online, sia in grado di fornire il giusto supporto ad esempio dando consigli o informazioni sulle ultime tendenze del momento o sulla qualità dei materiali usati; Immersività. Per immersività si intende quella sensazione in cui l’utente si sente perfettamente calato all’interno di un ambiente. Oggi i clienti vogliono vivere negli shop online un’esperienza quanto più simile possibile a quella dei negozi fisici. Devi quindi creare un sito che, come design e struttura, sembri proprio un negozio, con tanto di reparti, aree camerini dove provare virtualmente i vestiti e cassa. Come già specificato non guasta un’assistente personale, come la chat o i chatbot, pronti a dare supporto se necessario; Coerenza. Sempre più negozi fisici decidono di aprire anche un sito web, così da raggiungere potenzialmente più clienti e aprire un doppio canale di vendita. É un’ottima soluzione, ma sia il sito che il negozio fisico, così come le pagine social, devono essere coerenti tra di loro e usare lo stesso linguaggio, le stesse grafiche e gli stessi design. In questo modo il tuo brand diventa subito riconoscibile e per certi versi iconico; Comunità. Viviamo nell’epoca dei social, quindi sarebbe un’ottima idea creare una comunità intorno al tuo brand dove i clienti possono interagire tra di loro per confrontarsi, scambiarsi consigli o anche promuovere uno stile di vita condiviso con altre persone. Identificare le cause delle delusioni nel negozio online Le recensioni negative sono killer silenziosi che “uccidono” le attività online, poiché sono pubbliche e possono generare il già citato e temuto passaparola negativo. La prima cosa da fare è quindi identificare le cause più comuni delle delusioni dei clienti che, dato sicuramente curioso, raramente riguarda la qualità del prodotto. Nella maggior parte dei casi i clienti si lamentano per i ritardi di consegna o per la consegna di prodotti sbagliati. I ritardi di consegna generalmente sono da attribuire alle ditte di spedizione, ma in alcuni casi è colpa dello stesso e-commerce che ha venduto un prodotto benché non fosse presente nel magazzino. In tal caso è utile avere un efficace gestionale che consente di tenere traccia degli articoli presenti in magazzino e di quelli venduti online. In ogni caso la cosa più importante è verificare quali sono le problematiche che si verificano più spesso, così da intervenire in modo mirato con le necessarie migliorie ed evitare o quanto meno ridurre le criticità più frequenti. Per ulteriori informazioni ti lasciamo il nostro articolo sulle recensioni negative e come trasformarle in opportunità. Creare canali di comunicazione aperti per i reclami dei consumatori Fino a poco tempo fa il telefono era l’unico canale di comunicazione tra azienda e cliente. Oggi il servizio clienti ha fatto passi da giganti e offre diversi canali di comunicazione, sempre nell’ottica della personalizzazione del servizio clienti. Diamo un’occhiata quindi alle principali tipologie di canali di comunicazione che puoi mettere a disposizione dei tuoi clienti. Offrire soluzioni personalizzate per soddisfare le aspettative dei clienti Benché il tuo pubblico sia targettizzato, ogni cliente può avere le sue preferenze quando si tratta di comunicazione. Ecco una serie di soluzioni personalizzate particolarmente apprezzate dai clienti: Chatbot. Sempre più merchant che hanno un progetto Shopify optano per le soluzioni “self service”, cioè preferiscono raccogliere da soli le informazioni di cui hanno bisogno senza perdere tempo. Ecco quindi che i chatbot sono soluzioni perfette per reperire dati e informazioni utili. I chatbot sono intelligenze artificiali che, tramite il machine learning, apprendono nuovi dati e migliorano giorno dopo giorno in seguito alle interazioni con i clienti. Magari non sono in grado di risolvere problemi particolarmente complessi, ma possono sicuramente essere utili per rispondere alle domande più frequenti alleggerendo il carico di lavoro per il servizio clienti; Social. Per chi invece preferisce interagire in modo più diretto con l’azienda, e magari confrontarsi anche con una community, i social sono la soluzione ideale. Devi garantire una presenza costante sui social, sia per rispondere tempestivamente alle domande sia per monitorare eventuali commenti o conversazioni fuori luogo che non depongono certo a favore dell’immagine del tuo brand; SMS. Potrebbe sembrare un canale obsoleto ma, paradossalmente, gli SMS sono amati soprattutto dai più giovani. Gli e-commerce in genere usano gli SMS per confermare l’ordine, la spedizione e la consegna o per rispondere a domande specifiche; E-mail. I clienti vecchio stampo generalmente preferiscono le email, dove possono esporre le loro problematiche o le loro lamentele in modo più completo. Può sembrare un servizio seccante per le aziende, poiché risulta sicuramente più lento, ma consente per l’appunto di dare una risposta più esaustiva. Monitoraggio e miglioramento continuo dell'esperienza di shopping online Per garantire un’esperienza gradevole e personalizzata ai tuoi consumatori, devi costantemente monitorare le prestazioni del tuo servizio clienti e migliorarlo. La parola d’ordine per il tuo servizio clienti deve essere scalabilità, intesa come capacità di adattarsi ad un aumento di domanda o di carico di lavoro. In tale ottica può esserti molto utile un CRM che, oltre a gestire e migliorare le relazioni con i clienti, fornisce una grande mano nella gestione di servizi di vendita o di post vendita. Prendiamo come esempio un e-commerce di costumi da bagno, che vedrà sicuramente aumentare gli acquisti e le richieste di informazioni in prossimità della stagione estiva. In tal caso devi potenziare il servizio clienti che, se eccessivamente stressato, rischia di fornire informazioni errate o peggio ancora di rispondere in modo sgarbato al cliente. Tieni sempre d’occhio le prestazioni del tuo servizio clienti e, anche in base alle lamentele o alle criticità emerse, intervieni in modo mirato per apportare i miglioramenti necessari. Trasformare i reclami in opportunità Il reclamo sugli ecommerce Shopify e le lamentele dei clienti non devono essere visti come noie o fastidi da nascondere o da cancellare, ma piuttosto come un’opportunità da prendere al volo per migliorarsi. Si dice che dalle crisi nascono sempre nuove opportunità e, ragionando con questa mentalità, devi trasformare gli aspetti negativi di reclami in aspetti positivi. Molti clienti si lamentano, ad esempio, del ritardo delle consegne? Allora potresti semplicemente affidarti ad una ditta di spedizione più affidabile. O magari molti clienti si lamentano di aver acquistato un prodotto di colore diverso da quello presente sul sito? Allora cambia le foto sull’e-commerce affinché non si faccia confusione tra i vari colori dei prodotti. Se stai cercando un modo per far funzionare e far vendere di più al tuo e-commerce, scarica l’ebook gratuito sottostante dove troverai una guida che ti aiuta a raggiungere i tuoi obiettivi di vendita e migliorare le prestazioni della tua attività.
Se vi state affacciando sul mercato delle vendite online di prodotti o servizi potreste aver sentito parlare dei marketplace. Molto probabilmente siete o siete stati clienti di uno di questi portali. Mai acquistato da terze parti su Amazon? Prenotato un volo aereo su Expedia o un hotel su Booking? Comperato abbigliamento su Asos? Venduto o comprato qualcosa su Ebay? Quindi, in realtà, sapete già cosa sono i marketplace e come funzionano. Ma se avete un’azienda e volete iniziare a vendere online, fanno al caso vostro? Tutto dipende dal tipo di risultati che volete ottenere dal vostro progetto e-commerce, dal tipo di prodotti e dal budget iniziale a disposizione. Potrebbe essere la soluzione ottimale di partenza, richiedendo poche risorse, con potenziali risultati nel breve periodo. Nel lungo periodo però vanno considerati altri aspetti quali il brand aziendale, la personalizzazione, il margine di profitto. Definiamo innanzitutto cosa sono i marketplace I marketplace sono siti web di intermediazione delle compravendite online che aggregano la vendita di prodotti o servizi di più aziende in cambio di commissioni sulle transazioni. Si occupano: Della gestione e manutenzione del sito web Della pubblicazione dei prodotti nel loro portale Del processo di registrazione dei dati degli acquirenti e dell’inoltro degli ordini alle aziende iscritte In alcuni casi, gestiscono anche: I contratti con le aziende di logistica per le spedizioni I portali per la gestione dei pagamenti Il servizio postvendita L’accesso al marketplace può essere vincolato da alcuni criteri di selezione dei prodotti o delle aziende che ne fanno richiesta, questo per assicurare una coerenza di tipologie di prodotto o di certi standard qualitativi. Anche vendere su Amazon è soggetto a limitazioni. Differenze tra e commerce e marketplace ECOMMERCE Pro controllo totale di tutte le operazioni marketing nelle mani dell’imprenditore possibilità di evidenziare i nostri punti forti per tenere testa alla concorrenza gestione del marketing Contro meno clienti, solo quelli strettamente interessati al prodotto, quindi senza possibilità di attrarne altri difficoltà e rischi di gestione marketing costi tutti a carico dell’imprenditore MARKETPLACE Pro no responsabilità di gestione marketing possibilità di lasciare la gestione di alcune fasi come logistica al marketplace presenza di elevato numero di negozi, con più possibilità di farsi conoscere e attrarre più clienti visibilità incredibile grazie alla vasto campo coperto dai marketplace Contro concorrenza interna molto forte rischio di incappare nell’anonimato se non si presentano prodotti personalizzati e unici imparzialità del marketplace nel fare marketing Perché vendere su un marketplace Semplificando ai minimi termini, perché tutto quello che le aziende devono fare è pubblicare il loro prodotto e gli ordini arrivano! I vantaggi di un marketplace sono infatti: Non ha costi iniziali di struttura o di terze parti; Poiché offrono un catalogo ampio e diversificato, sono in grado di raggiungere un pubblico vasto; Sono considerati affidabili dagli acquirenti e hanno, generalmente, tassi di conversione più alti rispetto gli e-shop mono-aziendali; Si delega, se previsto, la scelta e gestione tecnica dei sistemi di pagamento, di spedizione e di assistenza post-vendita; Genera profitti nel breve termine. Perché invece dovrei avere un mio sito di e-commerce? Perché affidandoci ai marketplace lasciamo nelle loro mani il marketing. Il cliente sarà fidelizzato al marketplace ma non necessariamente al vostro brand. Il marketing, infatti, è gestito dalla società che ospita i vostri prodotti che ha quindi l'incarico di promuoverli e di venderli. Ma non tratta solamente i vostri, ha un approccio neutrale rispetto ai brand. Le loro attività di upselling e cross-selling possono portare benefici tanto a voi quanto ai vostri concorrenti. Le opzioni di personalizzazione della pagina prodotti e delle descrizioni sono limitate quindi si rischia di restare anonimi, senza riuscire a trasmettere i valori unici della vostra offerta. Si perde la proprietà dell’esperienza del cliente, prima e dopo la vendita: non sappiamo a che tipo di prodotti è interessato, che abitudini di acquisto ha, ecc. Se il vostro prodotto è personalizzabile dall’acquirente o se si rivolge ad un pubblico esigente, le leve di marketing sono importantissime. La visibilità garantita dal marketplace potrebbe non portare risultati. Una soluzione basata su un proprio sito e-commerce è sicuramente più versatile. Ma allora è meglio vendere con un ecommerce o con un marketplace? Per le startup che non hanno elevati capitali da investire, o se non si vuole rischiare eccessivamente, partire vendendo su un marketplace può comunque essere un’ottima soluzione. È anche un modo per iniziare a capire quali sono le dinamiche e il flusso operativo di un sistema di vendita on-line. Se comunque trattiamo prodotti ad alta personalizzazione o se vogliamo puntare a dare valore al brand aziendale meglio valutare l’implementazione di un proprio e-commerce, magari utilizzando CMS ad alta scalabilità e con costi contenuti come Shopify. Così facendo ci si può concentrare, visto il prodotto, nella formulazione di un piano di marketing per pubblicizzare la nostra azienda e i nostri prodotti e servizi, attirare clienti e ottenere i dati di contatto per promuovere altre iniziative. Si può infine pensare ad un'opzione di co-marketing utilizzando soluzioni di e-commerce integrabili con alcuni marketplace per poter sfruttare la personalizzazione del proprio e-shop e in parallelo la visibilità garantita dai marketplace. Se si vuole vendere utilizzando il web, le scelte sono molteplici e tutte valide per ragioni diverse. Consigliamo di interpellare agenzie specializzate che possono sia indicarvi la soluzione tecnologica migliore per il vostro e-commerce, sia definire il piano di marketing più adatto ai vostri obiettivi. In relazione a ciò, è necessario analizzare bene la propria idea di business e i mercati, valutare tutte le opzioni e fare una scelta ben ponderata e adatta alla propria azienda. Un ecommerce lascia carta bianca per quanto riguarda il marketing e tutte le altre fasi. Ciò significa più controllo e gestione, che può rivelarsi sia positivo (perché abbiamo totale potere decisionale) sia negativo (perché la responsabilità è tutta nostra e se non siamo preparati potremmo sbagliare). Un marketplace, diversamente, si incarica del marketing e di alcune altre fasi come la logistica, ma rimane comunque imparziale con tutte le merci che ospita, rischiando di spedire nell’oblio dell’anonimato le aziende che non spiccano e non si differenziano per originalità. Bisogna anche considerare, però, che un marketplace offre migliaia se non milioni di prodotti diversi e grazie a ciò e alle proprie strategie riesce ad acquisire una popolarità e una visibilità completa, coprendo vaste aree di mercato. Quindi non significa che marketplace uguale anonimato, anzi, operare su una piattaforma come Amazon significa presentare il proprio prodotto a tantissimi occhi interessati, come in una vetrina, e ciò potrebbe rivelarsi vantaggioso per farci conoscere ed aumentare le vendite. Ecommerce o Marketplace? I casi Amazon e Eyewear by David Beckham Mettiamo ora a confronto due diverse strategie facendo due esempi di aziende che vendono tramite ecommerce oppure tramite marketplace (in questo caso prenderemo il caso Amazon per semplicità). Amazon La piattaforma marketplace per eccellenza, prima su tutti e famosa worldwide, non può che essere Amazon. Fondata nel 1994 da Jeff Bezos - che è stato per alcuni anni in vetta alla classifica degli uomini più ricchi del mondo, prima di essere superato da Elon Musk -, la piattaforma marketplace la conosciamo tutti e la utilizziamo pressoché ogni giorno. Come tutti ben sanno, si tratta letteralmente di un centro commerciale virtuale dove le aziende caricano i propri prodotti e lasciano ad Amazon stessa il compito di promuoverli e mostrarli ai clienti interessati. Questo può essere vantaggioso per i venditori, perché significa per loro una responsabilità in meno. Ma è anche vero che la piattaforma ospita tanti articoli dello stesso tipo, molte volte anche gli uni le copie degli altri senza alcun particolare unico che li caratterizza. Questo significa che è difficile tenere testa alla concorrenza, e bisogna dare un tocco personalizzato al proprio prodotto per rimanere visibili e non perdersi tra le migliaia di aziende anonime che vengono poco considerate. In un ecommerce i prodotti sono di una sola azienda, quindi non c’è concorrenza interna e i prodotti hanno già una personalizzazione sufficiente perché non si devono distinguere dagli altri. Come detto, però, il marketplace offre molta visibilità essendo presente in tanti se non praticamente in tutti i settori. David Beckham Eyewear David Beckham Eyewear produce occhiali da sole eleganti e di qualità. L’azienda, il cui fondatore è il famoso giocatore del Manchester United nonché trendsetter David Beckham, collabora con l’azienda padovana di occhiali e lenti Safilo e propone una collezione di occhiali di lusso per tutti i gusti. La sua strategia è ibrida: oltre a gestire un ecommerce sviluppato con Shopify Plus, l’azienda ha optato anche per il marketplace di lusso Farfetch; perde così facendo il controllo del marketing ma si posiziona comunque bene operando su un marketplace adatto alle caratteristiche del prodotto e al target dei clienti a cui vuole vendere. Conclusioni Non c’è un modello migliore in assoluto. Ogni azienda ha le sue caratteristiche e particolarità e richiede una forma di business diversa, a seconda delle strategie e del piano operativo. Non significa “sei una startup quindi marketplace” o “vuoi gestirti il marketing quindi ecommerce”, la scelta richiede molte valutazioni e analisi per comprendere al meglio ciò che si adatta di più e che può portare il business alle stelle. Cosa consigliamo di fare? È doveroso affidarsi a degli Shopify Expert che possono indirizzare l’imprenditore sulla strada migliore per il proprio ecommerce. In alternativa, se vuoi saperne di più su quali marketplace andare a vendere ti consigliamo il nostro ebook gratuito sui migliori marketplace nel settore della moda in cui andiamo nel dettaglio per ogni marketplace, facendo capire al lettore costi, vantaggi e possibilità di personalizzazione.
🔮 Ti sei mai chiesto quali saranno le prossime frontiere dell'eCommerce? 🎥 Condividiamo il nostro ultimo video in cui Paolo Picazio, Country Manager di Shopify per l'Italia, ci guida attraverso le tendenze emergenti nel mondo dell'eCommerce. 🔑 Nel video, Paolo sottolinea l'importanza dell'omnicanalità e del social commerce, due concetti che stanno rapidamente diventando fondamentali per i commercianti online. 🧠 Paolo sottolinea l'importanza del mindset e dell'agilità, sia dal punto di vista mentale che tecnologico. Il consumatore non si preoccupa dei limiti tecnologici delle aziende, vuole solo un'esperienza fluida e personalizzata. 📱 Il video mette in luce come le parole chiave di oggi siano il social commerce, l'omnicanalità e l'intelligenza artificiale. Ma chi sa di cosa parleremo domani? L'agilità, sia come mentalità che come possibilità reale di ottenere questa agilità grazie agli strumenti, è fondamentale. 🛍️ Paolo parla anche dell'importanza della personalizzazione nell'omnicanalità. L'esperienza di acquisto dovrebbe riconoscere il cliente e offrire consigli dedicati, indipendentemente dal canale utilizzato. 🌐 Infine, il video esplora il tema del social commerce, evidenziando come i social media abbiano un impatto enorme su ogni parte del funnel di acquisizione e ritenzione.
Per i negozianti e i merchant si avvicina un periodo “caldissimo” e non solo da un punto di vista climatologico: i saldi estivi. É una fase molto importante per tutti i progetti ecommerce, poiché hai la possibilità di aumentare le tue vendite e dare una bella impennata al tuo fatturato, purché ti muova per tempo, seguendo gli step giusti. Il periodo dei saldi non solo ti aiuta a vendere di più e a massimizzare le vendite, ma anche a fidelizzare i clienti e conquistarne di nuovi che potrebbero così conoscere il tuo brand. A tutti piace risparmiare, quindi devi preparare offerte allettanti che attirano lead per aumentare la tua base clienti. Quando iniziano i saldi estivi e come prepararsi al meglio? I saldi estivi solitamente iniziano il primo sabato di luglio e terminano in date diverse da regione a regione. (nel 2023 iniziano giovedì 6 luglio) Come prepararsi al meglio per i saldi online? Devi considerare che il tuo ecommerce Shopify probabilmente sarà preso d’assalto dai consumatori e ci saranno molti ordini, quindi per prima cosa devi effettuare un controllo generale dello shop online. L’esperienza d’acquisto deve essere fluida e intuitiva da qualsiasi dispositivo, soprattutto mobile, considerando che ormai buona parte degli acquisti viene effettuata da smartphone o tablet. Il caricamento del sito deve essere veloce, così come il passaggio da una pagina all’altra, e l’e-commerce deve essere in grado di sostenere un elevato flusso di traffico. Un altro aspetto importante è la comunicazione che deve essere chiara e trasparente. Tira fuori le “armi pesanti” per comunicare le offerte, gli sconti e le promozioni come social network, ads a pagamento, newsletter ecc. Tutta la tua strategia deve seguire un filo comunicativo logico, che indichi in modo chiaro i prezzi scontati lanciando post sui social al momento opportuno e inviando stabilmente le newsletter. In questa fase la concorrenza è altissima, ancora di più che negli altri periodi dell’anno, perciò devi spingere sulle ads sia su Google che sui social network per conquistarti un posto al sole nell’affollato mondo del web e aumentare la visibilità del tuo brand. Come scegliere la migliore strategia per i saldi estivi? Ci sono tantissime strategie per lanciare i saldi estivi e aumentare il fatturato. Usarle tutte può risultare complicato, quindi devi essere bravo a scegliere quelle più pertinenti per il tuo business, cercando di mixarle sapientemente tra di loro e tenendo conto anche del tuo target di pubblico. Diamo quindi uno sguardo alle strategie più gettonate, così puoi avere una panoramica più ampia e scegliere quelle che secondo te possono darti i risultati migliori. Effettua un’analisi di mercato Il primo passo da fare è condurre un’analisi di mercato per capire quali sono le tendenze del momento. Devi tenere conto chiaramente del periodo: se hai un negozio di abbigliamento online, è presumibile che i clienti vadano a caccia di costumi o di capi e vestiti leggeri. Tuttavia alcuni articoli, in base anche al trend della moda, potrebbero essere più ricercati di altri e quelli andrebbero sicuramente scontati per aumentare le vendite e attirare nuovo pubblico. Un’altra idea è quella di testare i social e preparare sondaggi online, chiedendo direttamente al pubblico quali sono le loro esigenze e su quali prodotti gradirebbero avere sconti. Dai uno sguardo agli articoli più venduti in questo periodo negli anni precedenti e “spia” i tuoi competitor, studiando le loro campagne di marketing per differenziarti e per migliorare le tue offerte. In questi casi, se hai un ecommerce, possono esserti utili gli ecommerce CRM, che ti consentono di immagazzinare tutti i dati dei tuoi contatti provenienti da più touchpoint e di utilizzarli per fare del marketing. Prepara sconti e offerte ad hoc per il tuo target di riferimento Non devi limitarti a lanciare offerte e sconti a caso, ma devi personalizzarli secondo le esigenze e le preferenze dei tuoi clienti. Puoi creare pacchetti di prodotti complementari, scegliendo tra quelli più venduti, così da aumentare le vendite in modo intelligente e fornire un’offerta sicuramente gradita al cliente. In alternativa puoi creare offerte limitate nel tempo, oppure offerte riservate ai clienti più fedeli che ottengono così una sorta di riconoscimento e si sentono realmente apprezzati. Potresti anche offrire la spedizione gratuita o una percentuale di sconto al raggiungimento di una determinata cifra. Fai un “refresh” del tuo ecommerce Hai notato che alcuni siti, in prossimità dell’estate, si rifanno il look con uno stile più estivo? Potresti farlo anche tu, sarebbe una buona idea dare una bella rinfrescata al tuo e-commerce. Non devi stravolgere la grafica del sito, sono sufficienti pochi e semplici accorgimenti che conferiscono quel tocco fresco e frizzante tipico dell’estate. L’esperienza cliente sarà ancora più immersiva e divertente e ne trarrà beneficio anche l’immagine del tuo brand, che si presenta fresco e brioso. Il refresh del tuo sito non deve intaccarne la funzionalità, che viene prima di tutto, e non deve essere eccessivamente invasivo perché, terminato il periodo dei saldi, l’e-commerce deve tornare alla sua veste grafica originaria. I ritocchi devono essere pochi e ben assestati. Per ulteriori info leggi il nostro articolo sulla personalizzazione del design di Shopify. Pianifica la strategia di marketing Addentriamoci maggiormente nel discorso di marketing e nello specifico tra gli strumenti da utilizzare per il proprio business e per massimizzare le campagne. In questa fase sarai chiamato a gestire un flusso molto elevato di offerte e richieste, che la semplice forza-lavoro umana difficilmente può sostenere. Devi quindi affidarti alla marketing automation, che automatizza i processi più noiosi e ripetitivi e snellisce le varie attività. L’email marketing, con messaggi, sconti e offerte personalizzate, può aumentare in modo considerevole il tasso di conversione. A tal proposito è importante segmentare il database dei tuoi clienti. All’interno del tuo stesso target di pubblico ci sono persone che potrebbero preferire questo o quel prodotto. Ecco perché devi studiare e analizzare i loro comportamenti d’acquisto, così da poter inviare messaggi personalizzati e utilizzare una call to action accattivante e persuasiva. Un’altra strategia di marketing molto efficace è l’affiliate marketing, grazie alla quale puoi promuovere i tuoi prodotti appoggiandoti a influencer o altri siti web che sponsorizzano il tuo brand in cambio di una commissione. Idee per sfruttare gli sms e le email A proposito di email, puoi anche potenziarle con gli sms per lanciare le tue promozioni e creare un workflow cross-canale che raggiunga più clienti contemporaneamente. Fornire offerte esclusive è sempre un buon metodo sia per potenziare la tua offerta, sia per valorizzare i tuoi clienti. Puoi ad esempio lanciare offerte speciali riservate esclusivamente agli utenti mobile. In estate la voglia di essere social e di condividere foto ed esperienze in vacanza aumenta sempre di più, quindi è il momento opportuno di organizzare contest, challenge o giochi estivi, da pubblicizzare anche con sms. E se oltre all’e-commerce hai anche un’attività fisica, può essere un’ottima idea geolocalizzare gli sms per aumentare il numero di clienti all’interno del negozio. Gli sms transazionali possono essere sfruttati ancora di più in chiave promozionale. Un esempio? Quando invii il messaggio di notifica “Grazie, il tuo ordine è andato a buon fine” puoi aggiungere un’ulteriore scritta come ad esempio “Ecco per te un codice sconto per il tuo prossimo acquisto”. Puoi inserire l’offerta che vuoi trasformando l’sms da transazionale in promozionale. Potenzia il tuo servizio di assistenza Con l’aumentare degli acquisti e dei clienti, inevitabilmente ci sono maggiori possibilità che si verifichino intoppi, problemi o criticità durante gli acquisti. Ecco perché in un progetto Shopify degno di questo nome, devi potenziare maggiormente il servizio assistenza per supportare nel migliore dei modi possibili i tuoi clienti. In questa fase i merchant potrebbero essere concentrati esclusivamente sulle vendite e sulle offerte, trascurando il servizio clienti. Un errore grave poiché i saldi passano, ma un’eventuale esperienza negativa resta nella mente del cliente che difficilmente tornerà a fare acquisti su quel sito e probabilmente ne parlerà male innescando un passaparola negativo. Se pensi che le tue risorse non siano sufficienti per gestire un elevato flusso di lavoro, potenzia il servizio clienti con altro personale. Implementa i canali di comunicazioni, dalle chat alle email fino al telefono, per consentire ai tuoi clienti di raggiungerti come preferiscono e prepara anche una sezione dedicata alle FAQ per snellire il lavoro del servizio assistenza e rendere i consumatori più autonomi. Regole dei saldi: le norme da rispettare I saldi rientrano nelle vendite straordinarie e sono regolamentati dal D.Lgs. n. 114/1998 e L. n. 248/2006. Tra le vendite straordinarie rientrano anche le vendite promozionali o sottocosto, che però non sono la stessa cosa e hanno regole diverse. Le vendite promozionali sono effettuate su tutti i prodotti, o alcuni di loro, per periodi limitati. I saldi invece riguardano solo prodotti di carattere stagionale o di moda, che possono subire un deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo. Le normative possono cambiare da regione a regione, quindi studia bene le regole anche in base all’area geografica in cui operi. Gli sconti devono essere reali, chiari e trasparenti e se ci sono infrazioni puoi andare incontro a multe salatissime. Conclusioni I saldi estivi rappresentano una straordinaria vetrina per il tuo brand, quindi prepara le tue strategie con largo anticipo in base anche al tuo target di pubblico. L’importante è proporre offerte personalizzate, imparando a integrare tutti i canali per un’esperienza d’acquisto gradevole che resti ben impressa nella mente del cliente anche alla conclusione del periodo di saldi, cosa che puoi fare con un buon CRM. La cosa migliore, quando si vuole aumentare le vendite di un ecommerce, si può contattare uno Shopify Expert per un'analisi, in alternativa abbiamo realizzato un contenuto apposito, scaricabile gratuitamente a fine articolo. L'ebook spiega come aumentare le vendite, una risorsa utile sia in tempi di saldi che in qualsiasi altro periodo dell’anno.
La varietà dei prodotti vendibili su Shopify e su Shopify Plus è sterminata. Ci sono però alcune limitazioni. La piattaforma canadese, in vita già da ormai 17 anni, consente di vendere praticamente di tutto, il che contribuisce chiaramente alla sempre più veloce diffusione e al grande successo dell’e-commerce. Tuttavia il team di Shopify - gestendo anche i pagamenti, tramite Shopify Payments - ha optato per la proibizione di una lista di merci non propriamente adatti alla vendita, lista che peraltro non tutti conoscono. È plausibile che in chi legge sia nato il dubbio: quali potrebbero mai essere dunque questi prodotti banditi? Cosa succede se si ignorano le regole? Ma soprattutto, è possibile vendere prodotti proibiti? È ora di scoprirlo. È possibile vendere prodotti vietati su Shopify? (Premessa) La risposta a questa domanda è dipende. Shopify infatti, di base, non vieta la vendita di articoli sulla propria piattaforma. Quello che invece fa Shopify è cercare di dettare delle regole base nell'utilizzo della piattaforma e la pubblicazione dei contenuti (nel prossimo paragrafo), che vanno a ricadere sui prodotti. Discorso diverso per chi nel proprio negozio online utilizza Shopify Payments. Questo gateway di pagamento ha delle limitazioni e vieta il suo uso per determinati prodotti, elencati in questo paragrafo. Pertanto lo sviluppo di uno store online su Shopify per la vendita degli articoli non è mai vietata di per sé perché la cosa da tenere in considerazione sono le politiche sui prodotti adottate da Shopify Payments e la policy generica di Shopify. Shopify e la sua policy Di seguito elenchiamo alcune regole base imposte da Shopify sull'utilizzo della sua piattaforma, che inevitabilmente va a ricadere sulla legalità o meno di determinati prodotti. Sono vietate infatti le attività, indirettamente anche la pubblicazione di prodotti, che abbiano a che fare con: Sfruttamento minorile; Molestie, bullismo, diffamazione e minacce; Incitamento all'odio (comprese: etnia, età, sesso, orientamento sessuale ecc...); Attività illegali (differenti per ogni paese in cui si va a vendere i prodotti); Proprietà intellettuale (violazione di copyright); Pratiche dannose o ingannevoli; Divulgazione di informazioni personali o protette; Autolesionismo; Spam; Terrorismo; Per ulteriori info ti consigliamo di leggere le policy di Shopify che possono avere un impatto notevole sul tuo progetto ecommerce: Termini e condizioni d'uso di Shopify; Perché Shopify e Shopify Payments vietano certi prodotti È logico che per mantenere la credibilità e l’autorevolezza sul mercato - per non incappare in bufere legali infinite e dannose - la piattaforma curi minuziosamente l’infinita lista dei prodotti vendibili. È stato ritenuto importante, chiaramente, bloccare la vendita di tutte le tipologie di prodotti illegali, quindi prodotti proibiti dalla legge e dai governi (prevalentemente per motivi di sicurezza). Si poteva evitare di bandire anche tutta la serie di merci contraffatte o false? Assolutamente no, infatti Shopify ha scelto di non lasciare spazio a qualsiasi prodotto che potrebbe violare la proprietà intellettuale. Il tutto ad interesse del consumatore finale. La piattaforma ha pensato anche alla sicurezza dei clienti, gli acquirenti dei merchant, bloccando la vendita sull'ecommerce di qualsiasi cosa che possa risultare nociva o dannosa per l’ambiente - prodotti chimici tossici, corrosivi o infiammabili - e per il consumatore finale. I rischi di vendere prodotti proibiti usando Shopify Nella pagina legale di Shopify, viene illustrato tutto il regolamento e le conseguenze in caso di violazione… e non si lascia ombra di dubbio: in caso un’azienda abbia la malsana idea di vendere uno o più prodotti vietati dalla piattaforma, il dipartimento interno che si occupa del rischio procederà immediatamente a togliere dalla vendita ogni articolo fuori regolamento e a chiudere l’account dello shop (anche senza alcun preavviso, nei casi più gravi). La piattaforma ricorda quindi che è un’importante responsabilità del merchant quella di dare un’occhiata rigorosa alle politiche della piattaforma per essere sempre al corrente della merce che non è consentito vendere. Tutto per evitare guai non solo a Shopify ma anche per il venditore stesso. Quali sono i prodotti banditi da Shopify Payments? Nella premessa che abbiamo fatto all'inizio dell'articolo abbiamo anche parlato del divieto di vendere determinati prodotti se si utilizza come gateway di pagamento Shopify Payments. I prodotti di Shopify che non possono essere venduti con il metodo di pagamento di Shopify Payments possono appartenere a diverse casistiche. Le elenchiamo di seguito. Pornografia: materiale di qualsiasi tipo (video, immagini, altri media e persino materiale letterario); raffigurante in tutto o in parte elementi correlati alla pornografia, alla nudità e a espliciti atti sessuali; siti che offrono servizi orientati alla sfera sessuale, come prostituzione, chat live per adulti o app di appuntamenti per adulti; giochi per adulti collegati alla sfera sessuale; stripclub e simili; Gioco d’azzardo: lotterie, schedine di partecipazione ai pronostici per eventi sportivi, gratta e vinci e simili, premi monetari, campionati di fantasport con premi in denaro; qualsiasi forma di gioco d’azzardo legale o illegale, concorsi con premi in denaro, lotterie di carità e lotterie con lo specifico scopo di raccolta fondi; Violazione della proprietà intellettuale: film, canzoni, software e altri materiali senza autorizzazione ad essere venduti da parte del soggetto ne che detiene i diritti; prodotti o servizi che infrangono diritti d’autore, brevetti, privacy e segreti aziendali di terze parti: uso del nome e del logo e violazione della proprietà intellettuale del brand Shopify, incluso l’uso del marchio in qualsiasi modo non rispetti le regole delle linee guida sull’uso del marchio Shopify; Illegalità e elementi regolati dalla legge: tabacco, sigarette elettroniche, cannabis; farmacie online, prodotti farmaceutici, prodotti che richiedono prescrizione medica, prodotti chimici ricercati; servizi che offrono documenti falsificati, false referenze e servizi di prestanome; armi e munizioni, esplosivi e polvere da sparo, anche coltelli; fuochi d’artificio, materiali tossici, radioattivi e infiammabili; servizi che hanno un diverso stato legale o sono regolati a seconda del paese; servizi o prodotti la cui vendita è illegale o ristretta nei paesi verso cui l’azienda mira a vendere; uso del servizio di pagamento di Shopify a vantaggio di paesi, organizzazioni o enti su cui è applicato un embargo o una restrizione, incluse entità o persone inserite dai governi nelle liste sanzioni; in certi paesi, anche videogiochi con limiti di età; Contraffazione e merce falsa: prodotti contraffatti, merce non autorizzata alla vendita e rivendita di prodotti di marca o servizi firmati; vendita di beni illegalmente importati o esportati; Droghe e alcol: alcol di qualsiasi tipo, elementi che contengono alcol; droghe di qualsiasi tipo, elementi che contengono droghe; sostanze legali che possono avere effetti simili alle droghe (come salvia, kratom…); strumentazione per creazione e consumo di droga (come bong, vaporizzatori…); nutraceutici e pseudo-medicinali, o altre sostanze relative alla salute che non sono state approvate dal corpo sanitario locale e/o nazionale; Valuta virtuale: qualsiasi valuta di videogiochi (a meno che non sia venduta dallo stesso creatore del gioco); Uso del sistema di pagamento di Shopify in modo illecito: uso del sistema di pagamento di Shopify come terminale virtuale; transazione in cui non è venduto nessun bene o servizio in buona fede, o una donazione non accettata; test delle carte, elusione dei programmi di monitoraggio del chargeback della rete delle carte, acquisizione transfrontaliera; condivisione delle informazioni del titolare della carta con un altro commerciante per il pagamento di prodotti o servizi di vendita incrociata; Attività dei social media: vendita di like di Facebook, visualizzazioni di Youtube, follower di Instagram e Twitter; Aggregazione: facilitazione dei pagamenti e impegnarsi in qualsiasi forma di aggregazione autorizzata o non autorizzata di fondi dovuti a terzi o altre attività volte a offuscare l'origine dei fondi; Multi-level marketing: schemi piramidali di network marketing e programmi di referral marketing; Business ad alto rischio: qualsiasi azienda o organizzazione che intraprende, incoraggia, promuove o celebra la violenza illegale nei confronti di qualsiasi gruppo in base a razza, religione, disabilità, genere, orientamento sessuale, origine nazionale o qualsiasi altra caratteristica immutabile; servizi psichici, supporto tecnico a distanza, catene di Sant'Antonio, pacchetti di benefici medici, vendite porta a porta, telemedicina e servizi di telemedicina; qualsiasi azienda o organizzazione che intraprende, incoraggia, promuove o celebra danni fisici o violenza illecita a persone o proprietà; servizi di prenotazione viaggi e club, compagnie aeree, crociere, multiproprietà, dispositivi di disturbo e interferenza, carte telefoniche prepagate, servizi telefonici, telemarketing; spedizionieri, abbonamenti superiori a un anno, garanzie estese, contributi pubblici; investimenti che promettono metodi per diventare ricchi in poco tempo; siti che secondo Shopify sono fraudolenti, sleali, ingannevoli o predatori; Servizi di credito e investimento: consulenza e riparazione di credito, riduzione del debito, servizi di investimento, broker di titoli e opportunità immobiliari; strumenti di prestito; Servizi monetari e legali: assicurazioni, crowdfunding, cambio valutario, servizi di pagamento del conto; Criptovalute: valute virtuali che possono essere vendute, usate e convertite in monete fisiche o prodotti e servizi (l’esempio più conosciuto è Bitcoin); strumentazione utilizzata per il mining delle criptovalute; wallet digitali; Cosa fare se i pagamenti vengono bloccati e ritenete che un prodotto non sia proibito? Una volta che verranno bloccati i pagamenti sul tuo account Shopify, se utilizzi Shopify Payments, apparirà un banner grande che ti segnalerà che i tuoi prodotti non rispettano le linee guida dettate da Shopify. Nel caso siate in disaccordo con quanto segnalato da Shopify la soluzione è contattare il supporto di Shopify Payments che si occuperà della risoluzione del problema in caso il blocco sia stato commesso per errore. Se il blocco verrà confermato si dovrà procedere alla rimozione dei prodotti problematici dallo store. Una volta che verranno bloccati i prodotti verrà inviata una mail al proprietario dell’account (da ricordarsi eventualmente di controllare quindi spam e archiviate). Rispondendo direttamente si entrerà in contatto con il team di supporto che aiuterà il merchant nella risoluzione dell’eventuale problema. Consigli su come aggirare i divieti e vendere su Shopify Ci sono però alcune soluzioni per vendere prodotti su Shopify. Se il vostro prodotto è bloccato a monte dalle condizioni d'uso di Shopify qui quello che resta da fare è ben poco perché si tratta di un prodotto che probabilmente non è legale. Per quanto riguarda invece il blocco dei prodotti previsto da Shopify Payments, in questo caso la soluzione è realizzare il proprio negozio Shopify con il controllo delle policy di altri gateway di pagamento e abilitare quello con le policy che meglio fanno al caso del merchant. In ogni caso quando vendi online puoi sempre affidarti ad uno Shopify Expert, che ti saprà sicuramente consigliare la strada migliore per evitare questo tipo di problematiche. Conclusioni La cosa che preme sottolineare quando si inizia a vendere su Shopify, è quella di verificare anticipatamente cosa è possibile vendere oppure no all'interno della piattaforma. Se stai decidendo di partire a vendere online con Shopify, ti lasciamo il nostro ebook gratuito che fornisce un'introduzione sulla piattaforma leader sul campo dello sviluppo di ecommerce.
Se qualcuno ancora non l'avesse capito, scriviamolo per bene e in modo semplice: Shopify Plus è la piattaforma e-commerce più avanzata in circolazione per realizzare il tuo sito per vendere online. Non ci sono limiti alla fantasie ed è nata apposta per supportare le esigenze di aziende con necessità enterprise o con molto traffico. Abbiamo scritto una serie di post per aiutarvi a capirne un po' di più, ad esempio: Differenze tra Shopify e Shopify Plus Cos'è Shopify Plus Le caratteristiche di Shopify Plus I vantaggi di Shopify Plus 9 vantaggi di Shopify Plus per l'utente Shopify plus Vs Magento Migrazione da Magento a Shopify Plus Prezzo di Shopify plus (i costi di un ecommerce enterprise) In questo post, invece, faremo una carrellata di alcuni e-commerce realizzati su Shopify Plus, senza tante chiacchiere, per farvi capire che non ci sono differenze, per l'utente finale che si trova ad usare un sito (tranne che difficilmente incontrerà dei problemi, la velocità sarà sempre al top e non ci saranno down del vostro server...). Per voi, invece, come spero sia chiaro dagli articoli che ho linkato qui sopra, cambia la vita. Gli esempi che abbiamo considerato variano e comprendono una molteplicità di settori merceologici e di prodotti venduti, a testimonianza della versatilità di Shopify Plus. Oltre a ciò in molti degli esempi troviamo brand che già avevano un ecommerce, realizzati con ecommerce fai da te o con piattaforme come Magento, WooCommerce ecc..., e che sono passati a Shopify Plus per via di molte problematiche emerse, che possono essere: Incapacità di scalare con la vecchia piattaforma; Alti costi di gestione della piattaforma in quelle non SaaS; Incapacità di creare un data lake tramite la data integration; Applicazioni con funzionalità insufficienti; Assenza di possibilità di adottare strategie omnicanale; Ma andiamo ora a vedere gli esempi: Alessi Pittarosso Enecta Oppo Store Italia Heinz to Home (mercato U.K.) Decathlon SEGA Shop Netflix Shop O'Neill David Beckham Eyewear Fashion Nova BAKblade Stussy Steve Madden Italy (e anche USA) Obey Red Bull Shop US LA Lakers Store Farer International AllBirds Stratia Mahabis Chubbies Shorts Death Wish Coffee Company Crabtree & Evelyn PuraVida Bracelets New York Times Store Peepers Campus Protein Altri esempi di siti realizzati con Shopify Plus: Di seguito presentiamo altri esempi di siti ecommerce realizzati con Shopify Plus, dal quale potrete prendere spunto per il vostro progetto Shopify. Outdoor Voices RainbowOPTX Cluse Iloveplum Rebecca Minkoff Fleo PiperWai Good American Denim Clare Urban Planet Trotten Childrenswear Makeup Geek Gaiam Drinks & Co. The Hundreds Journelle Tokyo Smoke Radio Shock Frame denim Bebe Mansur Gavriel Shore Projects NRML Canada Kith Vanity planet REN Skincare Morphe Campus Protein Knix Victoria Bekham Johnny Cupckes Pure Cycles Emma Bridgewater Dr Axe Kylie Cosmetics Skinnydip BlenderBottle BUBS Naturals Moltissimi brand hanno già fatto un passo avanti passando a Shopify Plus. Scopri perché può diventare anche il tuo partner di crescita perfetto scaricando il nostro e-book.
Tutti i siti online, indipendentemente dalle loro dimensioni e dai loro obiettivi, devono avere un respiro internazionale e quindi essere fruibili per utenti da tutto il mondo. Sono molti i casi di siti che, nati come progetti locali, hanno iniziato a ricevere richieste dall’estero e che quindi si sono dovuti adattare, traducendo i contenuti anche in lingue straniere. Ecco perché le traduzioni per ecommerce ricoprono, in un mondo online così globale e internazionale, un ruolo di primo piano. I marketer possono trovarsi di fronte a due problematiche: tradurre un sito già esistente, oppure lanciare un sito ex novo che però deve avere i contenuti in italiano ma anche in altre lingue straniere. Il problema è stato brillantemente risolto con Shopify Translate & Adapt, una soluzione nativa per la gestione delle traduzioni e del multilingua. Questo strumento consente di realizzare un progetto ecommerce dal respiro internazionale ed era richiesto da tempo dai partner e dai merchant che usavano Shopify per semplificare la gestione di più lingue nel proprio store online. Traduzione per ecommerce: perché è importante tradurre siti multi-lingue? Prima di approfondire il discorso su Shopify Translate & Adapt e sul suo funzionamento, è opportuno capire qual è l’importanza della traduzione nell’ecommerce. Nel processo di internazionalizzazione dell'ecommerce devi fare attenzione a due aspetti fondamentali: la traduzione e la localizzazione. Gli utenti del web chiaramente preferiscono acquistare su un sito dove sia presente la loro lingua madre. Se quindi traduci il tuo sito web nella lingua locale del tuo potenziale pubblico sicuramente garantirai una comunicazione più efficace. Tradurre però non è sufficiente, ma devi anche localizzare i contenuti. In pratica devi tener conto delle sfumature linguistiche, dei detti e dei proverbi intraducibili in altre lingue, del lessico e della semantica dell’area geografica dove intendi espandere il tuo business. Realizzare siti per vendere all’estero ti consente di ottenere i seguenti vantaggi: Aumento delle vendite. Comunicare col tuo target di pubblico nella sua lingua madre ti permette di raggiungere un numero maggiore di utenti e, potenzialmente, di aumentare quindi le vendite; Una migliore customer experience. Il mercato oggi è sempre più saturo e l’esperienza clienti è uno dei fattori che può far pendere l’ago della bilancia a favore di questo o quel sito. In sostanza gli utenti non vogliono solo acquistare, ma vivere uno shopping online altamente gratificante e costruito su misura per loro. Una migliore esperienza d’acquisto fidelizza anche i clienti, che vedono le loro necessità e i loro bisogni soddisfatti da quello specifico brand; Una marcia in più rispetto alla concorrenza. Anche se il tuo sito nasce come attività locale o per vendere esclusivamente in Italia, non devi mai porti limiti. Il tuo mercato potrebbe diventare così saturo da essere schiacciato dalla concorrenza e, in questi casi, la cosa migliore è cercare altri mercati oltre confine. E poi mai porsi limiti: anche se vendi prodotti nell’area locale, non è da escludere che clienti stranieri possano essere interessati alla tua attività. Creare un sito multilingue ti consente quindi di avere un vantaggio competitivo sulla concorrenza, offrendo un servizio extra, e anticipare possibili strategie future gettando le basi per un mercato globale; Consolidamento del brand. Un sito che si presenta tradotto in diverse lingue vede notevolmente rafforzare il suo brand a livello internazionale. Agli occhi dei partner e dei clienti il tuo e-commerce acquisisce ancora più pregio e valore, creando un positivo ritorno d’immagine. Infine un’ultima considerazione: l’inglese è generalmente la lingua più gettonata, essendo quella generalmente usata a livello internazionale, ma non è la più parlata in assoluto. Quando decidi di tradurre il tuo e-commerce al momento della scelta delle lingue tieni sempre presente a quale area geografica ti rivolgi. Cosa bisogna tradurre nel sito ecommerce? Un sito deve essere tradotto in tutte le sue parti, ma ce ne sono alcune che meritano un’attenzione particolare. Analizziamo di seguito quali sono i punti di un e-commerce che vanno tradotti con estrema scrupolosità e precisione per evitare errori e garantire ai clienti un’esperienza d’acquisto impeccabile. Titolo e descrizione del prodotto Il titolo di un prodotto deve essere tradotto in modo molto minuzioso e deve corrispondere alle ricerche che i clienti effettuano nei motori di ricerca, soprattutto se ci sono attribuiti più specifici. Lo stesso discorso vale per la descrizione del prodotto, che deve essere chiara e tradotta in modo preciso nella lingua nativa dei tuoi clienti. Questo è importante anche in chiave SEO, affinché il tuo sito possa indicizzarsi perfettamente e raggiungere le prime posizioni della SERP. Le FAQ Le pagine FAQ (Frequently Asked Questions) sono i quesiti che maggiormente i clienti pongono e, se predisponi un apposito box con domande e risposte, puoi risolvere tutti i dubbi degli utenti. Se non prepari un’area FAQ accurata e completa, o se la traduzione è sgangherata e non fornisce risposte adeguate, i tuoi clienti chiuderanno il sito e andranno a cercare altrove ciò di cui hanno bisogno. In questo modo regali clienti alla concorrenza e vedi alzarsi pericolosamente il tasso di rimbalzo, cosa che non deporrebbe certo a tuo favore e che sarebbe mal visto dai motori di ricerca. Plugin di terze parti I plugin sono alleati preziosissimi che rendono molto più fruibile un e-commerce. Tuttavia anche i plugin vanno tradotti in modo accurato per offrire una navigazione gradevole e scorrevole. Non sarebbe molto professionale presentare plugin in lingua originale e il resto del sito in un’altra lingua. Il processo di pagamento Un’altra parte importantissima da tradurre con grande attenzione è quella relativa al processo di pagamento che deve essere comprensibile in ogni punto. Il checkout è una fase importantissima per il tuo business, poiché è il momento in cui l’utente deposita i soldi per completare l’acquisto diventando di fatto cliente. (A testimonianza di questo gli utenti Shopify Plus hanno un checkout totalmente customizzabile) Ebbene buona parte dei carrelli vengono abbandonati proprio nella fase di checkout, magari perché ci sono errori nei processi di pagamento, come appunto le traduzioni che possono presentare incoerenze o aspetti poco chiari. Sarebbe davvero un peccato perdere un cliente all’ultimo miglio per una parola tradotta male o poco comprensibile. Poni quindi la massima attenzione alla traduzione delle varie parti del processo di pagamento per rassicurare i tuoi clienti e convincerli ad acquistare in un ambiente sicuro e affidabile. Shopify per vendere all’estero: quali sono le principali funzionalità dell’app? Eccoci arrivati a Shopify Translate & Adapt, lo strumento ideale per tradurre il proprio e-commerce in varie lingue. Da tempo Shopify sta studiando soluzioni per aiutare i suoi partner a vendere all’estero e per questo motivo ha rilasciato nel 2019 un’estensione API per gestire le traduzioni e favorire la navigazione in multilingua su un unico store Shopify. Benché questa soluzione abbia notevolmente migliorato la gestione dei siti multi-lingue, restava il problema di dover usare un plugin di terze parti per registrare le traduzioni, costringendo gli utenti a pagare un abbonamento aggiuntivo nel proprio piano Shopify. Il problema è stato risolto con l’app Translate & Adapt, perfettamente integrato con Shopify Markets e che consente di creare siti con traduzioni personalizzate in base al proprio business e all’area geografica. Di seguito ecco le principali funzionalità offerte dall’app: presenza di un editor intuitivo e facile da usare per le traduzioni manuali che affianca contemporaneamente il testo originale e la traduzione; possibilità di tradurre automaticamente e gratuitamente fino a due lingue sfruttando Google Translate; l’app consente di gestire le traduzioni per lingua, ma anche per i mercati registrati su Shopify Markets. In questo modo la traduzione risulta molto più lineare e precisa per chiarire ogni possibile dubbio degli utenti. Ogni lingua ha le sue sfumature ma, al di là della questione linguistica, bisogna tenere conto che alcuni aspetti possono variare da regione a regione, come ad esempio i metodi di spedizione; l’app è integrata perfettamente con il pannello di Shopify, quindi è possibile accedere direttamente alla parte da tradurre in modo semplice e con pochissimi clic; l’app presenta una funzione in grado di tradurre anche contenuti multimediali, come foto e video. Questa soluzione è utile per chi usa media con elementi di testo durante la comunicazione, come le infografiche, ma anche per rendere più briosa e alternativa la presentazione del sito che può adattarsi così ai vari mercati. Conclusioni Shopify Translate & Adapt è un prodotto ancora giovane, che sicuramente dovrà essere perfezionato e che sarà implementato per offrire altre funzionalità. In ogni caso al momento resta uno degli strumenti migliori per tradurre il proprio sito e provare così a solcare i confini nazionali e conquistare nuove fette di mercato anche all’estero. Ci sarebbe da affrontare anche il discorso del costo della traduzione del sito per ecommerce, ma ci sarebbero troppi aspetti da valutare. Il costo varia da diversi fattori, come le dimensioni del sito e gli elementi da tradurre, ma in ogni caso è accessibile per tutte le tasche e per una valutazione puntuale sarebbe sempre bene contattare degli Shopify Expert. Tieni presente che, sia per le traduzioni per ecommerce che per qualsiasi altro dubbio, puoi sempre rivolgerti agli esperti Shopify pronti a darti il loro supporto. Per saperne di più puoi tranquillamente scaricare la risorsa gratuita a fine articolo che ti spiega nel dettaglio come funziona Shopify, la piattaforma e-commerce per eccellenza.