La ricerca di ogni utente inizia con la digitazione di determinate parole chiave nel motore di ricerca che fornisce una serie di risultati tra i quali scegliere. Ecco perché scegliere le parole chiave giuste è il primo step necessario per far arrivare i clienti sul tuo ecommerce, intercettando i loro intenti di ricerca. Molte persone vengono a conoscenza di nuove aziende ed ecommerce (di cui magari non avevano mai sentito parlare prima) proprio tramite ricerche web. Questo significa che devi trovare le giuste parole chiave e che queste ultime devono essere in linea con le persone in target, cioè potenzialmente interessate ai tuoi servizi e ai tuoi prodotti. Come scegliere le parole chiave? Ovviamente non possono essere selezionate senza alcun criterio, ma è necessario un processo lungo e articolato che richiede una serie di competenze e conoscenze. In questo articolo ti spieghiamo proprio come scegliere le parole chiave e quali strumenti puoi utilizzare. Parola chiave SEO: cos’è? Ogni progetto e-commerce deve adeguarsi e soddisfare regole SEO per collocarsi nelle prime posizioni e ottenere la necessaria visibilità per guadagnare click e traffico. Un negozio online, per quanto ben fatto e ricco dei migliori prodotti del settore, risulta del tutto improduttivo e poco efficace se non ci sono persone che atterrano sul sito. É come un ristorante con prodotti freschissimi e di ottima qualità, dove però non entra mai nessuno. Il motivo potrebbe essere una posizione non ottimale o una scarsa comunicazione. Le keyword, cioè le parole chiave, possono essere considerate come delle insegne luminose che fanno luce sul tuo e-commerce, ma devi usarle nel modo giusto. Non avrebbe senso scegliere di puntare solo a 2-3, così come sarebbe addirittura controproducente sceglierne a centinaia. Devi piuttosto trovare un equilibrio che ti consenta di illuminare la tua attività. Così facendo puoi ottimizzare il tuo sito web facendolo comparire tra i primi risultati nelle pagine dei motori di ricerca. Ma nella pratica cos’è una parola chiave? Sostanzialmente è una parola o una frase che gli utenti generalmente utilizzano per le loro ricerche. Un esempio di parole chiave per un turista che sta cercando un albergo a Roma è per l’appunto “albergo Roma”. Dopo aver inserito queste parole all'interno del motore di ricerca, esso restituirà i risultati ordinati in base a pertinenza e autorevolezza del sito. Per capire meglio come scegliere le parole chiave per il SEO è opportuno fare una distinzione tra keyword a coda lunga e keyword a coda corta. Parole chiave a coda lunga Le parole chiave a coda lunga, dette anche long tail keyword, sono quelle che contengono più di due parole e in alcuni casi sono vere e proprie frasi. Ritornando all’esempio di prima una parola a coda lunga è “albergo a Roma con colazione”, oppure “albergo a Roma vicino al Colosseo”. Queste parole chiave sono più facili da classificare poiché molto più specifiche, quindi consentono di restringere il campo ad un potenziale pubblico interessato al tuo prodotto. In pratica puoi intercettare un pubblico più ristretto ma anche più specifico, quindi con una percentuale più alta di conversione. Parole chiave a coda corta Le parole chiave a coda corta, definite short tail keyword, sono composte da un massimo di due parole ma sono più difficili da gestire. Hanno infatti un’altissima concorrenza e, a meno che il tuo e-commerce non sia già posizionato nei primi posti della SERP, vanno usate con intelligenza e con oculatezza. Queste parole chiave, infatti, attirano una gran quantità di utenti che non necessariamente sono in linea con il tuo target, quindi difficili da convertire e da fidelizzare. Le categorie delle parole chiave negli e-commerce Come scegliere le parole chiave per ottimizzare il tuo e-commerce? Per rispondere a questa domanda devi conoscere i tuoi potenziali acquirenti, operazione che puoi portare a termine con Shopify, magari integrandolo con un CRM. Le due piattaforme integrate ti consentono di creare e ricercare rapidamente i profili dei tuoi clienti, per poi soddisfare le loro esigenze che possono variare a seconda della fase della customer journey in cui si trovano. Proprio perché gli intenti di ricerca possono variare a seconda dei singoli utenti e dello step di acquisto in cui si trovano, è utile suddividere le keyword in 4 categorie: Informazionali; Transazionali; Navigazionali; Georeferenziate. Analizziamole tutte e 4 per provare ad intercettare quante più domande possibili. Keyword informazionali Le keyword informazionali sono quelle che generalmente contengono le seguenti parole: “quando”, “come”, “perché”, “quale” ecc. L’utente si trova nella fase iniziale del suo processo di acquisto e, prima di comprare, sta raccogliendo una serie di informazioni utili per trovare risposte pertinenti alle sue domande. Le risposte a queste domande andrebbero inserite all’interno dei blog, fornendo informazioni utili e professionali agli utenti e dando mostra di essere un brand affidabile al quale rivolgersi per risolvere i propri problemi o soddisfare i propri bisogni. Keyword transazionali Le keyword transazionali sono quelle che comprendono parole come “spedizione gratuita”, “prezzi”, “offerte”, “sconti online” e tutti quei termini che possono influenzare la decisione d’acquisto finale. L’utente si trova in una fase del customer journey differente, poiché è già ben predisposto all’acquisto e sta cercando di capire qual è la soluzione più conveniente per lui. Queste keyword andrebbero inserite nelle schede prodotto, nelle landing page, nelle pagine di categorie prodotti o nelle informazioni di pagamento, spedizione e reso. Keyword navigazionali Le keyword navigazionali sono tutte quelle parole chiave che contengono già il nome del sito o del brand specifico. In questa fase l’utente già sa come soddisfare il suo desiderio e vuole acquistare un prodotto o un servizio specifico su un e-commerce che già conosce. Molti merchant tendono invece a sottovalutare le keyword navigazionali, ritenendole superflue. Non è così, anzi, sarebbe davvero una beffa non essere nella prima posizione della SERP quando la query contiene proprio il nome tuo brand. Keyword georeferenziate Le keyword georeferenziate sono quelle destinate a circoscrivere un’offerta in una determinata area geografica e sono indicate per specifiche attività. L’e-commerce nasce per non avere barriere e per poter raggiungere potenzialmente qualsiasi cliente in ogni parte del mondo, tuttavia ci sono le piccole realtà che puntano tutto sul local marketing o che sono affiancati da punti vendita fisici. In entrambi i casi l’obiettivo è raggiungere persone che sono vicine geograficamente, sia per contenere i costi delle spedizioni sia per attrarre persone anche nel negozio fisico. Puoi ad esempio usare parole chiave per pubblicità se intendi far arrivare la tua offerta ad un numero ristretto e mirato di persone in una specifica area geografica. Gli strumenti per scegliere le parole chiave Teoricamente puoi effettuare anche delle ricerche manuali per identificare le parole chiave più gettonate, ma sarebbe davvero un lavoraccio. Molto meglio usare strumenti specifici che, in abbinamento con le funzionalità di un sito Shopify, ti rendono il lavoro molto più snello e veloce. Esistono strumenti gratuiti e strumenti a pagamento: eccone alcuni tra i quali puoi scegliere. Ricerca parole chiave gratis: gli strumenti a disposizione Ci sono diversi strumenti gratis che, pur avendo meno funzioni rispetto a quelli a pagamento, risultano molto utili per la ricerca delle parole chiave più indicate secondo il proprio business. Uno di questi è Google Keyword Planner, che suggerisce parole chiave per le campagne a pagamento su Google Adwords. Inoltre aiuta a valutare il volume di ricerca mensile di determinate keyword e trovare anche le parole correlate. In questo modo puoi programmare i tuoi post sui social e gli articoli sui blog cavalcando le keyword più in voga di un preciso periodo. Puoi identificare con Google Analytics le parole chiave che consentono di mostrare il tuo annuncio ai clienti giusti e, contemporaneamente, pianificare le parole chiave di Google Ads. Tra i migliori strumenti sul mercato c’è Keywords Everywhere, un’estensione di Google Chrome che fornisce dati sul traffico mensile stimato per ogni ricerca e ti mostra le parole chiave correlate. C’è poi da tenere in considerazione che molte persone effettuano le loro ricerche direttamente su Amazon, quindi bypassando Google. Amazon Keyword Research, il motore di ricerca su Amazon, è progettato per rispondere a richieste con un elevato intento di acquisto e quindi le parole suggerite hanno un alto tasso di conversione. Puoi quindi prendere spunto dai suggerimenti automatici di Amazon per poi reperire le tue keyword. Strumenti per la ricerca di parole chiave a pagamento Se devi effettuare un numero di ricerche molto elevato o hai bisogno di dati estremamente precisi per scegliere le parole chiave, allora devi fare affidamento su servizi a pagamento come per esempio KWFinder o Sem Rush. Altro ottimo strumento è SEOZoom, che ti mostra i trend del traffico dei principali motori di ricerca e che ti fornisce indicazioni anche su come si muovono i tuoi competitor. Inoltre puoi ricevere report e analisi per capire se la tua strategia sta funzionando o se devi cambiare qualcosa. Conclusioni Le parole chiave svolgono una funzione di primaria importanza che aiutano i motori di ricerca a classificare i siti secondo le ricerche degli utenti. Identificare le giuste keyword offre due vantaggi: ottimizza il posizionamento del tuo e-commerce e migliora l’esperienza di navigazione degli utenti. Nel corso dell’articolo abbiamo più volte sottolineato l'importanza di avere un progetto Shopify per lo sviluppo di una strategia SEO che consenta al tuo ecommerce di acquisire maggior traffico. Se vuoi saperne di più ti basta scaricare l’ebook gratuito disponibile alla fine dell’articolo.
La questione climatica, con gli sconvolgimenti ambientali che si stanno susseguendo attualmente, sta cambiando anche il mondo dello shopping online. Queste influenze non possono essere ignorate poiché gli ecommerce hanno un impatto diretto sul tema della sostenibilità ambientale e sulle emissioni di anidride carbonica. Durante il periodo di lockdown c’è stato un vero boom degli e-commerce, considerati canali sicuri dove poter fare shopping e tra i pochi utilizzabili dalle persone per acquistare prodotti. La rivoluzione digitale per questo motivo ha avuto una forte accelerazione e dal 2020 ad oggi il numero di persone che fanno shopping online è triplicato. Anche lo shopping digitale ha però il suo impatto sull’ambiente, perciò si parla sempre più spesso di ecommerce sostenibile, ossia un negozio online capace di vendere prodotti minimizzando l’inquinamento. Il tuo progetto ecommerce, che sia in rampa di lancio, in stato embrionale oppure già online, deve “tingersi” di verde non solo per una questione ecologica, ma anche etica e di marketing. Nei seguenti paragrafi ti spiegheremo come funziona l'e-commerce sostenibile e quali sono le misure da adottare per fornire un servizio realmente ecologico che garantisca la massima soddisfazione degli utenti e anche dell’ambiente circostante. E-commerce sostenibile: cos’è, vantaggi e svantaggi L’e-commerce sostenibile è una tipologia di commercio online che si caratterizza per avere un focus maggiore sulle questioni ambientali, richiedendo così ai marketer di adottare una serie di azioni finalizzate alla riduzione dell'impatto ambientale del business. Uno degli svantaggi di questo tipo di ecommerce è dettato dal fatto che per ottenere un negozio ad impatto zero vengono richiesti investimenti ingenti per adeguare strutture, prodotti e processi. Tutto ciò non è da considerare un investimento fine a se stesso perché nel lungo periodo i vantaggi possono essere importanti. Adottare un e-commerce sostenibile è infatti una mossa intelligente dal punto di vista del marketing. Recenti sondaggi hanno dimostrato che gli utenti sono molto più attenti alle questioni ambientali, anche quando acquistano, quindi le loro scelte sono influenzate proprio dalle politiche adottate dalle varie aziende. In caso si decidesse di modificare la propria mission aziendale aggiungendo tematiche green, c'è da tenere in considerazione la programmazione di azioni intelligenti ed ecosostenibili realmente finalizzate a ridurre l’inquinamento. Tutto ciò ha il grande vantaggio di far crescere la reputazione del tuo brand agli occhi dei consumatori. Attenzione però a non predicare bene e razzolare male: sono diffusissime infatti le pratiche di greenwashing, ossia un tipo di comunicazione volta ad ostentare azioni compiute dall'impresa nell'ottica della sostenibilità ambientale e sociale senza avere però un riscontro pratico. Queste azioni sono alla lunga altamente penalizzanti perché allo stesso tempo rappresentano per il cliente un motivo valido per abbandonare il brand e per le aziende che provano a seguire il trend della sostenibilità una delle cause del calo del fatturato. Esempio importante in questo ambito è stato quello di Volkswagen. Nel 2014 sono emerse irregolarità tra quanto dichiarato dalla nota casa automobilistica e quanto rilevato riguardo alle emissioni di CO2 delle loro auto. Oltre ad una diminuzione del fatturato hanno subito pesanti sanzioni che hanno gravato sul bilancio dell'impresa. I clienti quindi hanno la tendenza di rimanere fedeli più a lungo a quei brand che si impegnano concretamente per la sostenibilità, quindi una politica green può essere usata per fidelizzare i propri clienti. Ciò che richiede inoltre questa tipologia di e-commerce inoltre è il radicale cambiamento della cultura aziendale. Questo punto è principalmente riscontrabile nelle aziende tradizionali che devono effettuare spese importanti per modificare le infrastrutture dell’e-commerce per adeguarsi alle nuove esigenze ecosostenibili. Come rendere un e-commerce sostenibili A questo punto possiamo addentrarci maggiormente tra le soluzioni pratiche che gli e-commerce possono mettere in atto per ridurre effettivamente l’impatto ambientale nell’ambito della transizione green. Un utilizzo più corretto dei materiali di imballaggio Per prima cosa è opportuno rivedere l’utilizzo e la gestione dei materiali di imballaggio, usati in modo eccessivo o sbagliato. Molti utenti lamentano il fatto che nei negozi online si usi troppo materiale di imballaggio, come magari scatole enormi per pochi e piccoli prodotti. Tutto questo si traduce in un ingente spreco di plastica, cartone e in generale materiale di imballaggio che incide negativamente sulla consegna finale. Pacchi così grandi per oggetti piccoli occupano molto spazio all’interno dei furgoni preposti alla consegna finale, quindi i colli consegnabili in un’unica corsa sono molti di meno. Inoltre bisogna considerare che, in pacchi così grandi, è necessario usare molto materiale di imballaggio che determina un inutile spreco. Sarebbe invece sufficiente usare pacchi delle dimensioni adeguate per i prodotti ottimizzando le consegne, riducendo il numero di corse e limitando l’uso di materiale di imballaggio. A tal proposito, gli utenti ritengono che sia opportuno utilizzare materiale riciclabile, dalle scatole ai sacchetti di spedizione fino al materiale di riempimento e all’inchiostro. Alcuni brand stanno adottando politiche che incoraggiano l’uso multiplo degli imballaggi, come Zalando che sta sperimentando i cosiddetti imballaggi riutilizzabili. In pratica i clienti, dopo aver ricevuto il pacco ordinato, possono restituire l’imballaggio tramite la casella postale. Si stima che in questo modo l’imballaggio può essere usato fino a 40 volte. Meno resi e meno corse a vuoto Uno dei più grandi spauracchi per i marketer è rappresentato dai resi, la cui gestione deve essere ottimizzata. Se da una parte i resi sono parte integrante di ogni processo di vendita online, d’altra parte è necessario adottare delle strategie finalizzate a ridurli quanto più possibile. I resi rappresentano infatti un costo economico per le aziende e, poiché richiedono maggiori corse da parte dei furgoni, innalzano le emissioni di CO2 e quindi sono causa di un elevato inquinamento. L’obiettivo è quindi ridurre i resi: come fare? Gli utenti rimandano indietro gli articoli acquistati poiché magari il colore reale del prodotto è diverso da quello indicato sul sito o perché non rispecchiano quanto indicato. Per evitare queste criticità concentrati maggiormente sulle schede prodotto, che devono essere molto curate e dettagliate, e scatta foto ad alta risoluzione e da diverse angolazioni per permettere ai clienti di avere una panoramica completa di ciò che stanno acquistando. Un altro problema, che proprio come i resi determina una maggiore emissione di CO2, è rappresentato dalle consegne a vuoto. Può capitare che il corriere consegni il pacco a casa dell’acquirente quando non c’è nessuno, quindi si tratta di fatto di una corsa a vuoto. In tal caso il furgone torna in sede senza aver completato la consegna e deve ritornare successivamente una seconda volta, col rischio di non trovare nessuno nuovamente. Questo andirivieni di furgoni causa uno spreco inutile di carburante e un’eccessiva produzione nell’atmosfera di CO2. Come risolvere questo problema? Semplicissimo: basta dare ai consumatori la possibilità di indicare il luogo e l’orario più comodo per effettuare la consegna, riducendo così il rischio che vada a vuoto. A tal proposito è opportuno menzionare la pratica del Click & Collect, molto utile per chi ha un negozio fisico e uno online. Con questa funzione gli utenti possono ordinare un prodotto online per poi ritirarlo in negozio quando possono, risparmiando così le spese di spedizione e riducendo in modo significativo le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Infine è necessario ottimizzare le consegne, che devono essere concentrate per evitare di percorrere inutili chilometri aggiuntivi. Se ad esempio ci sono due clienti che abitano nella stessa strada e che hanno effettuato un acquisto sul tuo e-commerce, non ha senso effettuare due spedizioni in due giorni diversi ma è opportuno concentrarle nella medesima giornata per non consumare carburante inutile. Shopify Planet per gli ecommerce sostenibili A proposito di consegne green, merita una menzione l’app Planet disponibile per i siti Shopify che mira a testimoniare l’impegno eco-friendly degli e-commerce e contemporaneamente a sostenere una vera transizione ecosostenibile con azioni reali e concrete. L’app è stata creata per consentire alle aziende che vendono su Shopify di finanziare direttamente e accelerare la tecnologia di rimozione del carbonio, facendolo presente ai propri clienti. Ogni volta che un ordine risulta elaborato e spedito, viene versato un piccolo contributo destinato alle aziende che fanno parte del Fondo per la Sostenibilità di Shopify e che lavorano per la rimozione del carbonio creando tecnologie e soluzioni per estrarre l’anidride carbonica dall’atmosfera e immagazzinarla a lungo. Ogni mese l’app Planet calcola automaticamente il costo mensile necessario per la rimozione del carbonio, tramite soluzioni naturali o basate su una tecnologia avanzata, a seconda dell’abbonamento sottoscritto dalle varie aziende. Gli e-commerce possono infatti scegliere tra diversi piani tariffari che indicano: il numero di consegne a emissioni zero; la distanza totale di consegna; il carbonio rimosso; il costo di rimozione del carbonio; le consegne nel tempo. Gli e-commerce possono condividere pubblicamente queste informazioni con i clienti, dimostrando il loro impegno effettivo e concreto a favore della sostenibilità e della rimozione delle emissioni di carbonio. Conclusioni La sostenibilità ambientale e gli e-commerce sono temi che si stanno integrando l'un l'altro sempre più, l’importante è che ogni azienda faccia la sua parte per implementare la propria strategia eco-friendly e dare una mano concreta al nostro pianeta. Ognuno nel suo piccolo può iniziare a fare qualcosa per salvaguardare il pianeta e una piattaforma come Shopify ti aiuta a snellire tutti i processi di lavoro, compresi resi e spedizione. Per avere un quadro più ampio della situazione e avviare la svolta green del tuo ecommerce ti consiglio di scaricare l’ebook gratuito a fondo pagina che ti introduce a Shopify e ti spiega quali sono e come sfruttare i principali vantaggi.
La gestione degli sconti è una delle basilari di ogni software ecommerce, ma ogni ecommerce ha una sua filosofia, quando si tratta di quali sconti rende disponibili e con quali dinamiche. Shopify non fa eccezione, presentando una serie di possibilità piuttosto essenziale. Vediamo cosa si può fare e come si possono superare i limiti dell’offerta out of the box in maniera semplice e senza sacrificare nulla. Categorie di sconto Con Shopify si possono creare 2 categorie di scontistiche: - i codici sconto: sono dei codici che si possono creare e condividere con i propri utenti affinché questi li applichino sul carrello e possano così vedere scontato il loro importo. - gli sconti automatici: sono quelli sconti che in maniera automatica, senza che l’utente compia una azione apposita, vengono applicati al checkout o al carrello. Ci può essere UN SOLO codice sconto automatico attivo. Attenzione: non si possono associare codici sconto e sconti automatici da utilizzare contemporaneamente. Gli sconti automatici hanno la precedenza sui codici sconto. Classi di sconto Gli sconti, siano essi codici sconto o sconti automatici, si possono associare a diverse entità. Le classi di sconto sono, a tutti gli effetti, applicabili: - agli ordini - ai prodotti - alla spedizioni Tipologie di sconto I tipo di sconto che puoi usare vanno ad essere delle proprie tattiche specifiche di offerte: - paghi X e ricevi Y - sconti per la spedizione gratuita - importi di sconto I codici sconto Quando crei un codice sconto puoi selezionare una serie di informazioni che ne determinano il funzionamenti: - il periodo di validità (data), non obbligatoria se sempre valido, che fa riferimento al fuso orario selezionato nel pannello di controllo di Shopify; - la quantità di utilizzi possibili (numero); - la possibile esistenza di un minimo d’ordine per poter essere utilizzabile, non obbligatorio se il minimo d’ordine non c’è; - i clienti che possono usare lo sconto; - le collezioni, i prodotti o le varianti alle quali può essere applicato lo sconto (che può essere valido anche sull’intero catalogo). Il numero massimo di clienti, prodotti o varianti a cui si può associare uno sconto è 100. Il limite dei codici sconto è 20milioni di codi sconto univoci per negozio Gli sconti automatici Gli sconti automatici si possono applicare al carrello o al checkout. Si possono associare a collezioni o a prodotti specifici e possono essere una percentuale o un importo fisso. I requisiti minimi possono essere un importo minimo di acquisto da impostare o una quantità minima di articoli. Anche gli sconti automatici hanno la funzione del periodo di validità con la funzione dell’impostazione di scadenza. I codici sconti non si possono applicare se il cliente ha nel carrello già dei prodotti che usufruiscono dello sconto automatico. Solo uno sconto automatico per volta... (limite) Qui però c’è il primo “vero limite” di Shopify sugli sconti (poi vedremo come superarlo): un solo sconto automatico può essere attivo nel negozio. Questo significa che se vuoi sconti diversi per quantità diverse per un prodotto, prodotti diversi o collezioni diverse, non lo puoi fare. Le combinazioni di sconti Non tutte le tipologie di sconto sono accumulabili, ovvero, non tutti gli sconti si possono combinare per offrire un maggiore vantaggio al tuo cliente, nel momento dell'acquisto. Le classi di sconto accumulabili sono - sconto sugli ordini + spedizione gratuita - sconto sui prodotti (paghi questo e ricevi anche quello e importo scontato) + spedizione gratuita - sconto sui prodotti con altri sconti sui prodotti. Se è attivo uno sconto automatico e il cliente utilizza un codice sconto verrà applicato al carrello la combinazione già vantaggiosa per il cliente. Lo stesso quando si prova ad accumulare due codici sconto non accumulabili: verrà applicato lo sconto più vantaggioso per il cliente Per verificare la possibilità di cumulare degli sconti c'è una funzione nativa in Shopify: andando nella pagina degli sconti, a fianco di ogni sconto creato nel tuo negozio, c'è una colonna Comunabile con che ti permette di verificarlo velocemente. Funzioni degli sconti di Shopify Timeline dello sconto Ogni sconto presenta una timeline che mostra la cronologia delle attività su quello sconto. Quando è stato creato, se è abilitato o disabilitato, l'ora in cui vengono registrate delle modifiche... sono tutti elementi che si possono trovare nella timeline dello sconto. Nella timeline si possono anche inserire i commenti dei membri dello staff sullo sconto. Link di condivisione Si possono creare dei link che puntano alla home, ad una collezione o ad un prodotto specifico, con il quale si applica automaticamente lo sconto al prossimo carrello del visitatore (o al carrello aperto). I link di condivisione si applicano solo sugli sconti attivi. Scopri tutte le funzioni degli sconti di Shopify cliccando qui, sul sito ufficiale. Sconti automatici per quantità diverse su diversi prodotti Uno dei limiti più grandi degli sconti di Shopify è forse quello di non potere applicare delle scontistiche su differenti quantità di un prodotto che si aggiungono al carrello e - di conseguenza - tantomeno di poter differenziare fasce di sconti automatici sulle quantità di prodotto che si acquistano. Per sopperire al problema - in perfetta aderenza con la visione di Shopify - arrivano delle app. Ne riporto qui un paio, ma in realtà ce ne sono molte altre che DOVETE testare prima di scegliere quella che fa per voi. Si prendano queste a puro scopo esemplificativo (per capire cosa fanno) Amigo Quantity Breaks Discounts (app) Una delle più interessanti sembra essere Amigo Quantity Breaks Discounts, perché, oltre a permettere di stabilire varie fasce di sconto per quantità di prodotti aggiunti al carrello (creando varie offerte con queste fasce di sconto, applicabili a prodotti, collezioni etc...), presenta queste fasce di sconto in tabella, all'interno della pagina prodotto. Questa la schermata principale della creazione offerta, dove si vedono le varie opzioni possibili: Come si vede in questo screen possiamo definire per ogni offerta: Un nome interno per identificare l'offerta Possiamo abilitarla o disabilitarla Andiamo a definire le varie fasce di prezzo (ad esempio, su questo test ho impostato il 10% di sconto per 10 prodotto, il 20% per 20 prodotti e il 30% per 30 prodotti) Scegliamo poi se mostrare la tabella nella pagina prodotto Scegliamo se mostrare il titolo della tabella e la descrizione Scriviamo il titolo e la descrizione della tabella Selezioniamo uno degli stili pre-impostati che vogliamo dare alla nostra tabella Scegliamo a quali prodotti, tipologie di prodotti, collezioni, varianti o vendor associare questa offerta Se creiamo un'altra offerta, potremmo definire delle fasce completamente diverse, per associarla ad altri prodotti, tipologie, collezioni: In questa seconda offerta, che poi assoceremo ad un altro prodotto, ho impostato delle fasce diverse: 5 prodotti 5%, 15 il 15% e 25 il 25% di sconto. VolumeBoost ‑ Volume Discount (app) Altra applicazione interessante VolumeBoost ‑ Volume Discount che permette di creare fasce di prezzo per differenti quantità di prodotto. Partiamo dalla pagina offerta: Come si vede in questo screen possiamo definire per ogni offerta: Un nome per identificare l'offerta Un nome da utilizzare univoco come codice identificativo interno La selezione della tipologia di offerta (sul prodotto, sulla variante, sulla collezione, sul carrello) La selezione di dettaglio del prodotto, della variante o della collezione su cui applicare l'offerta Le fasce con le scontistiche I setting aggiuntivi Da notare tre particolari: 1- la possibilità di scegliere, per ogni offerta, se mostrarla tabellare o a elenco: 2- la possibilità di scegliere, una volta decisa la vista, la modalità di visualizzazione: 3- Nelle impostazioni aggiuntive c'è la possibilità di aggiungere questa offerta con le fasce di prezzo per quantità (applicata in base al prodotto, alla collezione o alla variante) solo a clienti con determinati TAG o solo in determinate nazioni...Interessante vero? Sconti su kit / bundle di prodotti Un'altra mancanza che in parecchi progetti può emergere è quella legata alla possibilità di promuovere la vendita combinata di prodotti con uno sconto: è quello che generalmente si definisce un kit o un bundle di prodotti. Compri questi 3 prodotti insiemi? Hai diritto alla spedizione gratis, ad uno sconto percentuale o ad un buono. Insomma, non è poi così insolita come casistica. Anche qui ci viene in soccorso l'App Store di Shopify che presenta una grande quantità di soluzioni, alcune che combinano pure gli sconti per quantità (come quelle che abbiamo visto) con la capacità di creare offerte anche per kit di prodotti. Guardiamo un esempio. Anche qui vale quello scritto sopra, sulle app: il mio non è che un esempio e ce ne sono a bizzeffe con cui passare un po' di tempo per una sorta di software selection che permetta di scegliere quella che meglio si confà alle esigenze d ogni store. Insomma, non esiste una app migliore di altre, ma dipende dagli obiettivi e dal comportamento che ci si aspetta da questa funzione. Unlimited Bundles & Discounts (app) Questa app, Unlimited Bundles & Discounts, fa proprio quello che dicevo un attimo fa: permette di impostare sconti a quantità (funzione che non vedremo, avendone già esaminate due... e più o meno il comportamento segue le stesse logiche) ma anche di creare dei bundle di prodotto in offerta. Per crearla i passaggi sono estremamente semplici: si sceglie un nome interno e una priorità nel caso ci fossero offerte che si sormontano si sceglie se è un bundle/kit oppure uno sconto per quantità Scegliamo ovviamente - stiamo parlando di quello, l'opzione per i kit e poi avremo le opzioni per definirne il comportamento: Possiamo scegliere i prodotti da includere; definire la tipologia di sconto (storno fisso su un totale, percentuale, prezzo fisso o spedizioni gratuita); impostiamo la traduzione per i messaggi; completiamo con le opzioni finali (che non ho incluso nello screen) come la data d'inizio e di fine, dove farlo apparire in pagina e altre impostazioni secondarie. Conclusioni Come si può vedere, Shopify arriva con delle possibilità abbastanza limitate per quanto riguarda gli sconti, ma con un ricco ecosistema di app che va ad ampliare queste funzioni. Il problema più grande con queste applicazioni è l'impossibilità di costruire un connettore con il software ERP per portare in pancia a Shopify già queste scontistiche in maniera automatica (è raro cioè che gli sviluppatori di queste app le mettano a disposizione per fare questo). Resta comunque la strada dello sviluppo di un'app custom in quel caso, strada costosa ma percorribile se la sincronizzazione automatica via API con l'ERP è un passaggio determinante di un progetto ecommerce. Negli esempi di applicazioni esterne che abbiamo visto, andiamo a risolvere il problema di non poter creare diversi scontistiche per diverse quantità di prodotti acquistabili, che è una delle casistiche che può capitare più spesso quando ci si allontana dalle richieste standard di negozi in startup. Resta aperta la casistica dei prodotti in Kit o bundle di prodotti, di cui parleremo nelle prossime settimane.
Shopify e YouTube hanno di recente stretto una partnership destinata a cambiare il mondo dello shopping online. L'obiettivo espresso da Shopify durante la presentazione di Shopify Edition a Luglio 2022 è uno solo: omnicanalità. Nel caso del canale Youtube, un accordo tra le due società consente ai merchant Shopify di proporre i loro prodotti nei video e negli streaming di Youtube. I n questo articolo andremo ad analizzare quelli che sono i dettagli dell'integrazione delle due piattaforme e quali risvolti potrebbe avere nel mondo delle aziende. L'integrazione tra Shopify e YouTube Questa tipologia di partnership, con la creazione di YouTube Shopping, permette di integrare i prodotti dei negozi Shopify all'interno del canale YouTube aziendale e di rendere possibile l'acquisto dei prodotti direttamente da YouTube, cosa che già adesso è possibile per Instagram, Facebook e, da poco tempo, anche per Twitter. Per quanto riguarda le modalità di visualizzazione dei prodotti, Shopify ha annunciato che queste ultime possano sostanzialmente avvenire in tre modi: Live Streaming: i prodotti vengono visualizzati durante le live streaming di YouTube con la possibilità di determinarne il punto di inizio e di fine visualizzazione, con la possibilità di inserimento di più prodotti all'interno della stessa stream in punti differenti; Video on demand: i prodotti vengono visualizzati in una barra al di sotto del riquadro del video YouTube; Scheda all'interno del canale: in questo caso all'interno del canale YouTube viene dedicata una sezione apposita con i prodotti presenti nello shop online; Nel caso di live streaming e video on demand, c'è la possibilità per l'utente di accedere al checkout continuando a guardare il contenuto scelto. Questo è possibile grazie alla funzionalità picture in picture che consente di continuare la visualizzazione del video con un riquadrino in basso sullo schermo. Tutto ciò rende il processo di acquisto semplice e senza interruzioni per il consumatore, migliorando così vendite e conversioni del tuo progetto ecommerce. Come inserire i prodotti all'interno di YouTube Shopping Vendere su YouTube sembra una cosa troppo grande da provare a fare. In realtà sono sufficienti quattro passaggi per iniziare, a portata di ogni merchant Shopify: Scaricare l'app Google Channel tramite l'app store di Shopify; Connettersi con il proprio account Google nella sezione apposita all'interno dell'app; Scegliere i prodotti da mostrare nei video o live streaming; Aggiungere i prodotti ai video; Prerequisiti (semplici) Prima di effettuare questo procedimento però c'è da tenere in considerazione che ci sono dei requisiti da rispettare, lato YouTube, per iniziare a vendere all'interno della piattaforma. In particolar modo sono richiesti: Numero minimo di iscritti: c'è un numero minimo di 1.000 iscritti al canale YouTube se si vuol iniziare a vendere i propri prodotto. Questo numero, riflettendoci, non è impossibile da raggiungere con un'adeguata strategia di marketing. Il numero minimo di iscritti può essere bypassato solamente nel caso in cui il canale YouTube sia un canale ufficiale di un artista; Tipologia di pubblico: in questo caso per iniziare a vendere su YouTube, il canale non deve essere impostato come dedicato ai bambini né tantomeno avere un numero significativo di video con questa impostazione; Rispetto delle normative di YouTube: in questo caso il canale non deve avere un numero significativo di sanzioni o avvertimenti relativi a violazione delle normative riguardo alla monetizzazione dei video oppure per violazione delle norme comportamentali della community. Stessa cosa vale anche per i video, con il supporto di Google che parla di un numero significativo di video non consoni alle politiche di YouTube come uno dei fattori di esclusione dei merchant di Shopify alla vendita sulla piattaforma. I vantaggi di Youtube Shopping I vantaggi derivanti da questa partnership sono molteplici e consentiranno alle aziende che hanno scelto di realizzare un progetto ecommerce su Shopify di andare a proporre i loro prodotti ad una community già profilata e interessata all'argomento proposto. Content marketing Quello che più va ad avvantaggiare le aziende è la possibilità di migliorare le proprie strategie di inbound marketing, in particolare tutta la parte del content marketing. YouTube è diventato sempre più, nel corso del tempo, un social network usato per la parte dei tutorial riguardo a molti aspetti della quotidianità, che spaziano in moltissimi ambiti: dal come fare a truccarsi per andare a fare una serata fuori con gli amici, al come montare una nuova radio in auto, passando per tutta la parte di ricette dedicata ai cuochi amatoriali. Cioè... Youtube è il secondo motore di ricerca al mondo (dopo Google...) e cosa fai? Non proponi alle persone che trovano li le soluzioni e guardano i video i prodotti di cui parli? Gli argomenti sono potenzialmente infiniti e molte aziende già sfruttano questo tipo di contenuti per andare a proporre i loro prodotti online. Tutta questa parte pertanto viene potenziata proponendo i prodotti a portata di clic per l'utente. Nessuna interruzione: ne sento parlare, lo vedo, lo conosco, lo acquisto senza andare in cerca. Lo studio di un'adeguata strategia di content marketing su piattaforme come YouTube diventa pertanto fondamentale per le imprese per far scoprire i loro prodotti. NB: ricordiamo che la strategia di inbound marketing in questo caso non deve sfociare con le classiche televendite: il contenuto deve avere un certo valore e non deve essere puramente la presentazione del prodotto. Aggiornamento in tempo reale dei prodotti Fino ad ora, la pratica comune di chi voleva vendere i propri prodotti tramite YouTube era la seguente: Realizzazione di un video; Editing del video con l'inserimento nel mezzo il proprio prodotto da sponsorizzare invitando in qualche modo (tramite immagini o durante un discorso) l'utente a cliccare nel link nella descrizione; Pubblicaione del video; Tutto questo processo non tiene conto però di alcune problematiche che riguardano il prodotto sponsorizzato: Lo stockout di magazzino; L'eliminazione del prodotto dal parco prodotti aziendale; L'unica soluzione era pertanto quella di rimuovere il video da YouTube per non riversare queste due problematiche sul cliente finale, rischiando però di perdere contenuto all'interno della piattaforma. Con quest'ultima novità Shopify è perfettamente integrato con YouTube, questo significa che in caso di mancanza di scorte necessarie per servire la domanda di prodotto o di eliminazione del prodotto stesso dall'azienda viene automaticamente aggiornato su YouTube, comportando la rimozione del prodotto dalla visualizzazione in YouTube Shopping. Stessa cosa avviene in caso di cambio dei nomi o delle caratteristiche del prodotto, che anch'esse verranno automaticamente aggiornate all'interno delle schede di YouTube. Bacino di utenza L'approdo sulla piattaforma di Youtube, consente ai merchant di Shopify di avere un bacino di utenza ampio e profilato. L'intento di Shopify infatti, è quello di avvicinare i venditori a community specializzate, nell'ottica di coprire quanti più touchpoints possibili. Dai dati sui digital trends del 2022 di Hootsuite si apprende che Youtube è una piattaforma con 1,7 miliardi di utenti attivi con più di un miliardo di ore video visualizzate ogni giorno. A ciò si aggiunge la statistica di Buffer, secondo cui il 62% delle aziende pubblica contenuti su YouTube. Tutto questo per dire che Youtube è un canale che può essere interessante per tutti i business per ampliare le vendite dei propri ecommerce. Per iniziare? Ti basterà affidarti ad un'agenzia Shopify ed iniziare il tuo progetto ecommerce.
L’ecommerce food è letteralmente esploso durante la pandemia e questa tendenza è rimasta ancora oggi. Le persone hanno apprezzato la comodità di ordinare cibo online con un semplice clic sul telefonino, per poi farselo spedire direttamente a casa o in ufficio, soluzione gettonatissima per chi lavora in smart working. Se hai un negozio di alimentari o un’azienda che produce prodotti alimentari, l’online più che un’alternativa è quasi una necessità. Sono così tanti gli utenti che acquistano cibo sul web che, se non ti lanci anche tu nell’online, rischi di essere tagliato fuori dal mercato e di perdere una bella fetta di clienti. Per lanciare un ecommerce alimentare di successo devi procedere per gradi e fare un passo alla volta per soddisfare le esigenze della tua clientela e importi come un brand affidabile e rinomato. Nei seguenti paragrafi analizziamo i requisiti per un ecommerce alimentare vincente, ma prima capiamo perché è imprescindibile affiancare un ecommerce food al tuo negozio di alimentari. Perché ho bisogno di un ecommerce food? Se hai un negozio di alimentari o un’azienda alimentare che va alla grande, potresti pensare di non avere bisogno di un ecommerce food poiché sei soddisfatto dei tuoi guadagni. Se la pensi così, considera che con un ecommerce food puoi ottenere un profitto molto più alto poiché conquisterai tanti altri clienti online, conservando i clienti offline che apprezzeranno la possibilità di poter acquistare direttamente sul web. In pratica ottieni due vantaggi: Fidelizzi i nuovi clienti e fornisci loro diversi canali di acquisto; Espandi il tuo mercato ad una parte di consumatori che, altrimenti, ne resterebbero esclusi. Tieni presente un’altra cosa: i tuoi competitor si evolvono sempre di più, tanto nella comunicazione quanto nella produzione di alimenti che incontrano le nuove tendenze alimentari. Qual è quindi il rischio? Che la tua azienda resti così com’era 20 anni fa apparendo arretrata e obsoleta agli occhi di vecchi e nuovi clienti, che quindi cercheranno altrove soluzioni più accattivanti e innovative, poiché anche a tavola c’è sempre voglia di novità. L’offerta è altissima e variegata sia per prodotti generici che per prodotti di nicchia, quindi se non ti adegui rischi di essere sorpassato dai tuoi competitor. Inoltre ci sono i numeri che parlano chiarissimo: secondo una ricerca condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm il settore dell’ecommerce food in Italia nel 2020 è aumentato del 55% e i dati sono in crescita continua. Ora sai perché non puoi fare a meno di un ecommerce food, che puoi affiancare alla tua attività online o lanciarlo ex novo. Concentriamoci adesso sui requisiti necessari che deve avere un e-commerce alimentare. Vuoi creare il “best food ecommerce” del tuo settore? Ecco la prima mossa da fare Prima ancora di soffermarci sugli aspetti pratici, bisogna aprire una piccola parentesi in chiave marketing e in particolare su un requisito imprescindibile: la brand reputation. Devi considerare che, quando parliamo di cibo, entriamo in un settore molto complesso dove le persone badano tantissimo alla qualità ma anche alla reputazione del marchio, poiché c’è in ballo la propria salute e quella dei propri amici e conoscenti. Per rafforzare la reputazione della tua azienda devi avviare un’ottima comunicazione offline da affiancare con una scrupolosa comunicazione online sui social e sul sito web, che fornisca quante più informazioni possibili e che faccia emergere la qualità dei tuoi prodotti alimentari. Una volta fatta questa operazione il nome del tuo brand inizia a circolare ancora prima del lancio dell’e-commerce. Fatto ciò crea un calendario editoriale sui social, pubblica post originali e creativi e in generale fatti conoscere, raccontando cosa c’è dietro la tua azienda magari con delle storytelling che spiegano come lavori e quali ingredienti utilizzi. Concluso questo passaggio, puoi pensare alla creazione di un ecommerce food. Ecommerce veloce e prodotti di qualità: il binomio vincente per un’attività di successo Per creare il tuo ecommerce puoi avvalerti delle prestazioni di Shopify, una delle migliori piattaforme in commercio per realizzare e-shop e siti dedicati alla rivendita online. I requisiti dai quali partire sono soprattutto due: Velocità di caricamento; Qualità dei prodotti e dei contenuti. Velocità di caricamento Una delle principali caratteristiche di un ecommerce food, ma in generale di ogni e-shop, è la velocità di caricamento della pagina. Ogni utente in media aspetta fino a 3 secondi dopodiché, trascorso questo tempo, se la pagina non ha concluso il caricamento chiude e se ne va su un altro sito a cercare altrove. Sarebbe un vero peccato perché quell’utente ha scelto te e rischi di perderlo solo per il caricamento lento del sito. Per evitare questi intoppi acquista un servizio hosting performante e scegli immagini leggere e non troppo pesanti, affinché il sito non si appesantisca troppo. La velocità deve camminare di pari passo con la sicurezza, quindi effettua backup giornalieri, usa un sistema di crittografia TLS/SSL dei dati (che tutela gli utenti e garantisce tempi di caricamento più veloci) e utilizza sistemi estremamente sofisticati di protezione contro gli attacchi hacker. Prodotti e contenuti di qualità Potrebbe sembrare scontato, ma un ecommerce alimentare per avere successo deve vendere prodotti di qualità. Quando si parla di qualità si fa ovviamente riferimento alla selezione dei prodotti e alla loro tracciabilità, ma anche alla chiarezza delle informazioni presenti. Ecco perché nell’e-commerce ogni singolo prodotto deve essere corredato di una scheda descrittiva molto dettagliata e sarebbe preferibile realizzare un blog dove inserire contenuti di qualità che conferiscono ulteriore autorevolezza e prestigio al tuo brand. L’ecommerce food made in Italy è sicuramente quello che va per la maggiore, ma sono sempre di più le famiglie che vogliono sperimentare gusti nuovi ed esotici: dal cinese al giapponese, dallo spagnolo all’americano. Pur trattandosi di prodotti che non appartengono alla tradizione culinaria italiana, devi comunque badare alla qualità. Anzi, soprattutto se vendi cibi etnici o comunque di paesi diversi dall’Italia e vuoi crearti il tuo pubblico di nicchia, devi assicurarti che i prodotti siano di eccelsa qualità e quindi scegliere fornitori affidabili e rinomati. E qui entra in gioco un altro requisito importantissimo per avere successo: l’esclusività. Anche se oggi in Italia sono state sdoganate diverse culture culinarie straniere, esistono ancora mercati potenzialmente vergini che puoi esplorare. Se quindi commercializzi prodotti di un mercato ancora poco battuto, come ad esempio la cucina turca, sudafricana o argentina, devi proprio spingere sul concetto di esclusività poiché solo tu vendi questi particolari tipi di cibo. Lo stesso discorso vale se hai un’azienda tutta tua e i tuoi prodotti sono fatti in casa secondo l’antica tradizione di famiglia Le persone amano i prodotti artigianali e prestano molta più attenzione alla qualità della produzione, quindi evidenzia le procedure biologiche ed eco-friendly utilizzate che devono essere alla base delle tue campagne di marketing. L’importanza del packaging Se intendi lanciare un progetto ecommerce di successo non puoi certo ignorare il packaging, sia per una questione pratica che estetica. Le persone acquistano cibo online ovviamente per necessità, ma l’esperienza culinaria deve essere soddisfacente anche da un punto di vista emotivo e coinvolgere tutti i sensi. La sola vista di un cartone della pizza solletica l’appetito, così come l’inconfondibile odore delle patatine fritte fa già venire l’acquolina in bocca. Se vuoi regalare un’esperienza culinaria multisensoriale ai tuoi clienti devi per prima cosa scegliere materiali appositi, in grado di mantenere la croccantezza e il sapore dei cibi e le loro proprietà organolettiche. Anche il packaging deve essere molto curato e va scelto a seconda dei prodotti commercializzati. Il rosso, il verde e il giallo sono colori che maggiormente stimolano l’appetito, perciò vanno scelti con estrema oculatezza per rendere l’esperienza d’acquisto altamente stimolante e gradevole. Conquista i tuoi clienti e crea con loro un rapporto di fiducia Per mettere il punto esclamativo sul tuo ecommerce food devi conquistare la fiducia dei clienti e consolidare le relazioni con loro, operazioni che puoi fare con l’aiuto di un ottimo CRM. Devi trasmettere ai tuoi clienti i valori del tuo brand, mostrandoti sempre attento alle loro esigenze e necessità per farli sentire realmente apprezzati e valorizzati e differenziandoti così dai competitor. Se ad esempio vendi prodotti bio, dovresti rivolgere la tua offerta a persone particolarmente attente all’alimentazione biologica. Se invece il tuo target di pubblico è composto principalmente da ragazzi giovani che amano le novità, dovresti puntare su una comunicazione fresca e briosa con il lancio di prodotti e gusti innovativi sia della cucina italiana che esotica e straniera. Conclusioni Se riesci a portare a termine tutte queste piccole “missioni”, puoi partire con un netto vantaggio rispetto ai tuoi competitor e offrire quel “quid” in più che ti consente di importi come un brand affidabile ma anche innovativo nel tuo settore di riferimento da subito. Vuoi iniziare con un progetto Shopify? Allora scarica subito la risorsa gratuita che puoi trovare a fondo pagina per conoscere perfettamente Shopify ed espandere il tuo business con pochi step. In poco tempo avrai a disposizione le nozioni principali per impostare e gestire il tuo store online, da quelle più semplici a quelle più complicate, per entrare da subito nei mercati come un brand autorevole.
Perché si parla tanto di realizzare progetti di headless ecommerce? Che vantaggi porta alle aziende e ai brand che scelgono questa strada? Proviamo a capirlo in questo post del blog, partendo prima da una piccola rinfrescata sul cos'è un headless ecommerce. Introduzione Cos'è un headless ecommerce si fa presto a spiegarlo: è un sistema ecommerce in cui il software che gestisce il carrello, l'acquisto, gli utenti, gli indirizzi, le spedizioni e tutte le funzioni che stanno alla base di un sistema per vendere online è diviso, separato, nettamente distinto dal software che gestisce le pagine, i contenuti, la disposizione degli elementi... insomma tutta la parte di front-end. Il back-end e il front end sono tecnicamente disaccoppiati. I due software (il CMS, che gestisce pagine e contenuti, e quello di ecommerce, deputato alla gestione delle funzioni per la vendita online) si scambiano informazioni grazie al sistema di API. Le API (Application Program Interface) contengono funzioni, procedure, variabili e strutture dati e sono quelle, per esempio, che utilizziamo per sviluppare connettori tra sistemi, quelli che permettono di passare l'inventario dal programma gestionale all'ecommerce, di fornire la funzione aggiungi al carrello ad un pulsante e molto, molto altro ancora. Perché si dovrebbe procedere alla realizzazione di questo tipo di progetto anziché uno tradizionale? Per una serie di vantaggi intrinsechi. Vediamo quindi perché un'azienda o un brand dovrebbe scegliere la strada dell'ecommerce headless. Per le potenzialità di personalizzazione Una piattaforma di ecommerce headless mantiene una separazione totale tra il front-end e back-end (sono proprio due livelli separati): questo ti permette infinite possibilità di personalizzazione per progettare il tuo negozio online, non dovendo più dipendere dalle logiche della piattaforma che gestisce le funzioni ecommerce per l'esperienza utente front end. Puoi scegliere di utilizzare una soluzione sviluppata custom per le pagine del sito o un CMS headless che si accoppia alla tecnologia per la gestione dell'ecommerce che preferisci. Tra i CMS che puoi utilizzare merita di essere citato sicuramente Hydrogen, la soluzione headless di Shopify; oppure Vue Storefront o Shogun front-end, tutti sistemi che permettono al gestore del negozio online di gestirsi i contenuti in autonomia senza dover ricorrere per ogni modifica al tema di sviluppo. Insomma consiglio fortemente, anzichè ricorrere a sviluppi custom delle pagine, di utilizzare un CMS per il progetto di ecommerce headless, in modo da avere il pieno controllo sulle - necessarie - modifiche e aggiornamenti contenutistici. Per la scalabilità Ogni azienda che inizia a vendere online con il proprio ecommerce ha l'obiettivo di crescere nelle vendite e nel fatturato. Tutti le aziende che partono con un ecommerce potrebbero, nel giro di qualche tempo, aver bisogno di scalare funzioni, potenza, infrastruttura. L'utilizzo di una piattaforma di ecommerce headless prepara il sito della tua azienda a quello che succederà domani, perchè il sistema di interscambio tra front end e backedn gestito via API ti consentirà di estendere i limiti della tua piattaforma attuale, sia a livello di funzionalità che di performance. Con le piattaforme basate su API, non è necessario creare un nuovo sito da zero. È del tutto possibile sostituire le funzioni datate e integrare nuove funzionalità man mano che il tuo sito cresce e ha nuovi bisogni. Per l'esperienza personalizzata Il commercio personalizzato è la chiave per conquistare il cuore dei clienti nella feroce concorrenza dell'eCommerce. Seguire l'approccio headless ti aiuta a personalizzare un'esperienza di acquisto senza interruzioni, dinamica e personalizzata per i tuoi visitatori. Hai il pieno controllo del design della vetrina e della gestione dei contenuti grazie alla flessibilità del front-end, mentre ti godi l'elevata velocità di caricamento e le prestazioni senza interruzioni dal back-end commerciale scelto. Per le possibilità di omnicanalità La multicanalità - o l'omnicanalità - e l'headless ecommerce sono una combinazione perfetta poiché l'approccio senza testa ti consente di offrire un'esperienza di acquisto senza interruzioni indipendentemente dal modo in cui i clienti contattano la tua attività. Un CMS headless può ottimizzare i contenuti per qualsiasi dispositivo connesso tramite IoT (Internet of Things), come smartwatch o acquisti vocali. Ti offre l'opportunità di differenziare l'esperienza tra chi acquista su un totem in un negozio, da mobile o da browser. Oppure di differenziare l'approccio in modo drastico tra i vari canali, pur mantenendo un unico back-end. L'esperienza di relazione con il tuo brand rimane la stessa senza alcuna interruzione dovuta al cambio di canale e i clienti possono godersi i tuoi prodotti nei loro canali di acquisto preferiti. Per le potenzialità di integrazione Quando parti con un ecommerce spesso intraprendi una strada che ti porterà ad ampliarne le funzioni nel tempo, a seconda dell'evoluzione del mercato e dei bisogno dei tuoi clienti e potenziali tali. Quando dovrai aggiungere nuove funzionalità, un sistema costruito sulle integrazioni e sullo scambio di dati via API ti offre infinite opportunità di integrazione con altri software e sistemi, per offrire un'esperienza di acquisto sempre migliore e al passo con i tempi, grazie ad una facilità di go to market delle esperienze utente che un ecommerce monolitico non può avere. Per l'innata velocità Sappiamo quanto importante sia mantenere il codice di un sito pulito, senza troppi fronzoli, con foto non eccessivamente pesanti, con gli script che si caricano dopo la visualizzazione dei contenuti e tutte quelle attenzioni che abbiamo imparato negli anni perché il nostro sito di ecommerce risulti brillante, reattivo, veloce. Negli ecommerce monolitici, però, il carrozzone va tutto insieme: con il front-end, un sacco di funzioni legate al funzionamento del'ecommerce vengono caricate. Non succede così per l'headless ecommerce: i touchpoint del negozio online e il back-end sono separati, quindi, alla fine, solo il front-end deve essere caricato. Questo permette di risparmiare un sacco di tempo e ne trae vantaggio la navigazione dell'utente, come pure l'ottimizzazione del sito per i motori di ricerca.
Come sta il tuo e-commerce? Fornisce prestazioni elevate? Generalmente il primo criterio che si valuta per determinare lo stato di salute di un e-commerce è la vendita. Sicuramente un numero di vendite alto è sinonimo di buona salute, ma non devi basarti esclusivamente su questo parametro. A tua disposizione ci sono i cosiddetti KPI e-commerce, cioè indicatori di prestazioni, che ti consentono sostanzialmente di mettere sotto esame il tuo sito web e valutare le prestazioni in base ad una serie di criteri fondamentali. In sostanza puoi misurare i risultati del tuo e-commerce, magari con l’aiuto di Hubspot CRM che ti consente di stabilire relazioni stabili e durature con i clienti mantenendo il controllo degli obiettivi fissati tramite report personalizzati. Del resto tutti i discorsi, le tecniche e le strategie adottate ci portano sempre alla stessa figura, il cliente, diventato il centro del mondo di ogni e-commerce, negozio e azienda. Non ci resta che capire cosa sono i KPI ecommerce, quali sono e come sfruttarli per valutare le prestazioni del proprio e-commerce. Cos’è un KPI ecommerce Ci possono essere KPI relativi ad ecommerce B2B o B2C, ma tutti hanno l’obiettivo di scandagliare a fondo un sito online per valutarne le prestazioni. KPI è l’acronimo di Key Performance Indicator, cioè Indicatore Chiave di Prestazione, che tramite la raccolta di dati numerici e statistici è in grado di fornire risultati misurabili e tangibili relativi alle prestazioni di un ecommerce. A cosa servono i KPI? A capire se determinati obiettivi sono stati perseguiti. Nel monitoraggio delle vendite ti aiutano a capire se effettivamente hai aumentato il numero di vendite. Dopo una campagna pubblicitaria ti indicano invece se e quanti nuovi clienti o lead sei riuscito ad acquisire. Partendo da dati sicuri e tracciabili, puoi comprendere meglio se una determinata iniziativa ha avuto successo. In caso di risposta positiva puoi proseguire su quella strada, magari ottimizzando e valorizzando ulteriormente quella strategia; se invece i risultati forniti dai KPI sono stati negativi, vuol dire che devi cambiare qualcosa nella tua strategia per conseguire gli obiettivi che ti sei prefissato. I KPI devono essere SMART: ecco cosa significa I KPI per essere considerati validi e affidabili devono essere SMART, nel senso che devono assolvere ad una serie di requisiti. SMART è l’acronimo di Specific; Measurable; Attainable; Relevant; Time-bound. Proviamo a dare un significato a questo acronimo, secondo il quale i KPI devono essere: Specifici. Il valore ottenuto deve riguardare una singola prestazione o riferirsi ad un unico aspetto, quindi non deve essere troppo generico o superficiale; Misurabile. Il valore conseguito deve essere un numero preciso che può essere confrontato con il tempo, affinché i dati raccolti siano tangibili e diano un’indicazione completa sulla prestazione del parametro studiato; Accessibile. Il valore deve essere ottenuto rapidamente e con un semplice calcolo, affinché si possano adottare in tempi ragionevoli le eventuali contromisure; Rilevante. Il valore ottenuto deve essere pertinente all’oggetto trattato, così da poter reperire dati e informazioni realmente utili nell’immediato; Tempistici. I dati devono poter essere raccolti e valutati entro un arco di tempo stabilito e a cadenza periodica. Controllo gestione ecommerce: i 5 KPI fondamentali Ci sono tantissimi KPI per capire quante persone hanno visto un banner o per valutare se c’è stato un reale incremento nelle vendite o nell’acquisizione di nuovi clienti. Non possiamo elencarli tutti, ma sicuramente indicare quelli che maggiormente possono tornarti utili per sondare lo stato di salute del tuo shop online e la bontà delle sue prestazioni. Tra questi rientrano sicuramente: Conversion Rate; Frequenza di rimbalzo; Tasso di abbandono del carrello; Costo di acquisizione dei clienti; Numero di iscrizioni alla newsletter. Conversion rate Se vuoi rilanciare e ottimizzare il tuo progetto ecommerce, uno dei primi dati che devi considerare è il conversion rate, cioè il tasso di conversione, che ti fornisce indicazioni chiare sui risultati ottenuti dopo gli sforzi fatti per aumentare le vendite online. In pratica il tasso di conversione ti indica chiaramente quanto acquistano i consumatori che arrivano sul tuo sito web. Potresti accorgerti che il traffico sul sito è buono, ma sono poche le persone che vengono convertite in clienti, e cioè che acquistano. In tal caso devi trovare tecniche più coinvolgenti che spingono l’utente non solo a navigare sul sito, ma anche ad acquistare. Oppure potresti scoprire che il traffico sul sito è basso, ma che quelle poche persone che arrivano sulla tua piattaforma acquistano tanto. In questo caso devi lavorare per aumentare il traffico, poiché evidentemente il tasso di conversione è buono o quanto meno sufficiente. Frequenza di rimbalzo Tra i KPI per la propensione all’acquisto sicuramente la frequenza di rimbalzo ricopre un ruolo molto importante. La frequenza di rimbalzo è il rapporto totale tra il numero di persone che arrivano sul tuo sito e quelle che sono andate via dopo aver visitato una sola pagina o una scheda prodotto. Per un e-commerce la frequenza di rimbalzo deve essere bassa, altrimenti c’è qualcosa che non va. Una frequenza di rimbalzo alta significa infatti che l’utente, dopo essere atterrato sulla tua piattaforma, ci resta poco e se ne va rapidamente. Se una situazione del genere è piuttosto normale su un sito monopagina o su un blog, non lo è certo per un e-commerce dove si presuppone che le persone, proprio come in un negozio, girino all'interno dello shop online alla ricerca di prodotti interessanti e in linea con le proprie necessità. Se escono immediatamente, evidentemente non hanno trovato nulla che le abbia colpite o che le abbia invogliate a restare di più. Tasso di abbandono del carrello Una delle problematiche più temute dai titolari di e-commerce è l’abbandono del carrello, una situazione snervante e per certi versi frustrante. In tal caso infatti l’ecommerce manager ha fatto tutto bene: le persone sono atterrate sul sito, hanno individuato un prodotto di loro gradimento e lo hanno addirittura messo nel carrello per poi procedere all’acquisto. Ebbene proprio in quest’ultimo step si verifica un intoppo che, di fatto, blocca la vendita. Perché succede questo inconveniente? I motivi possono essere tanti. Magari il potenziale acquirente non aveva considerato il costo della spedizione, che rischia di risultare più alto di quanto previsto. Oppure le politiche di reso non sono chiare e quindi l’utente, temendo di non poter eventualmente restituire il prodotto se non corrisponde alle proprie esigenze, si frena al momento dell’acquisto. E ancora ci sono le opzioni di pagamento: se non c’è quella gradita dagli utenti, c’è il rischio che l’acquisto salti. In alcuni casi si tratta di una semplice dimenticanza e in questi casi puoi adottare delle efficaci strategie di email marketing, come quelle proposte da Shopify. A tal proposito puoi conoscere con Shopify i KPI più rilevanti in base al tuo settore e ai prodotti che commercializzi. Costo di acquisizione dei clienti Acquisire clienti nuovi ha un costo, molto più elevato rispetto alla fidelizzazione. Molto spesso sono proprio i clienti fidelizzati che diventano ambasciatori del tuo brand e, quindi, ti portano amici e parenti che a loro volta si trasformano in clienti praticamente a costo zero. Ecco perché devi conoscere qual è il costo di acquisizione dei clienti, per capire fino a che punto vale la pena investire per conquistare nuovi prospect e lead. Per tutte le aziende l’obiettivo è ottenere una differenza tra ricavi e costi positiva, affinché ci sia un profitto; se la differenza è negativa, si configura invece un disavanzo. Se un determinato investimento ti consente di acquisire un numero di clienti tale da coprire le spese fatte, allora vale la pena farlo; in caso contrario invece è meglio virare su altre opzioni, poiché vuol dire che il gioco non vale la candela. Numero di iscrizioni alle newsletter Molti merchant commettono l’errore di sottovalutare le newsletter che, invece, fanno un lavoro oscuro che si traduce in un aumento delle vendite e dei profitti, soprattutto per quanto riguarda le tecniche di cross-selling e up-selling. Con le newsletter invii delle email a clienti che hanno rilasciato volutamente il loro indirizzo di posta elettronica e, quindi, sono realmente interessati a ciò che proponi. Si tratta solitamente di persone che hanno già acquistato presso la tua azienda, quindi ti conoscono, si fidano di te e sono propense a comprare altri prodotti. Perché non sfruttare questa situazione favorevole? Anzi, i clienti sono felici di ricevere email soprattutto se contengono offerte, sconti, coupon o informazioni su nuovi prodotti in vendita o sulle ultime novità sul mercato. Conclusioni finali Di KPI per e-commerce ce ne sono ancora decine e decine, come ad esempio il numero e la qualità delle recensioni o il Customer Lifetime Value, che ti suggerisce quanto vale un cliente per la tua attività. Quello che devi fare è capire quali sono quelli fondamentali per la tua azienda per poi sondare le prestazioni dell’e-commerce. In questo articolo abbiamo menzionato Hubspot, valido ecommerce crm che ti permette di tenere monitorati tutti i KPI scelti per valutare il tuo business, con la possibilità aggiuntiva di monitorare anche quelle che sono tutte le azioni compiute dai clienti del tuo ecommerce. Di seguito ti riportiamo il nostro ebook di approfondimento su Hubspot, in modo da darti tutti gli strumenti adatti per tenere monitorate le tue attività.
Shopify propone una soluzione completa per la realizzazione degli ecommerce headless. Cosa significa headless? Il disaccoppiamento del software per la gestione dell'ecommerce dalla pagine che vengono navigate, il frontend. In questo modo abbiamo due sistemi, uno che gestisce l'ecommerce e uno sul quale si sviluppano esperienze utente di navigazione, che dialogano tra loro tramite API. Se volete approfondire il tema, ho scritto questo articolo su che cos'è un ecommerce headless. Dato che il backend per le operazioni è sempre Shopify, le pagine dello store, il frontend, viene invece sviluppato, all'interno di questa soluzione nativa con un framework basto su React che si chiama Hydrogen. La soluzione headless di Shopify Si tratta di uno stack tecnologico di soluzioni che puntano a garantire un'esperienza di sviluppo armonica e funzionale, all'interno dell'ecosistema di Shopify. La soluzione proposta da Shopify, a differenza di altre soluzioni terze per sviluppare un sistema headless, ha il vantaggio di essere nativamente integrata, supportata dall'azienda e che evolve nella stessa direzione scelta dall'azienda canadese per il software più utilizzato al mondo per creare siti di ecommerce. Una garanzia per la costruzione di un progetto personalizzato, dove le variabili e le complessità da gestire sono comunque molte: utilizzare una soluzione frontend e una soluzione per l'hosting delle pagine headless dell'ecommerce, completamente integrate con Shopify, riducono notevolmente i potenziali mal di testa ed inconvenienti di percorso. Offrendo un sistema completo per sviluppare headless, Shopify si garantisce la riduzione delle frizioni con altri sistemi nello realizzazione, legando sviluppatori e merchant ad un ecosistema che diventa sempre più funzionale, senza troppi fronzoli e votato al successo dei progetti di business ospitati. Tutto ciò è coerente con la visone di Shopify: offrire un sistema completo e con e funzionalità essenziali per sviluppare i progetti per vendere online. Solo che le necessità dei merchant aumentano nel tempo. Le aziende hanno bisogno di strumenti per vendere all'estero, e allora arriva Shopify Markets. E le aziende che ieri si accontentavano di Shopify plus per progetti multicanale, oggi reclamano soluzioni headless. Shopify evolve e lo fa con soluzioni semplici, che ottimizzano tempi di sviluppo e di gestione, per rispondere alle esigenze di un mercato che cambia ed evolve rapidamente. Hydrogen storefront Hydrogen è la piattaforma per lo sviluppo ufficiale proposta da Shopify per costruire gli storefront (le teste dell'ecommerce headless, ovvero le pagine che vengono viste dal pubblico) personalizzati. Viene promossa sul sito di Shopify come la soluzione a Framework completo che permette di supportare l'azienda che lo vuole implementare sotto diversi aspetti: Permette di accelerare lo sviluppo dell'ecommerce, grazie a dei template da cui partire, incluso un completo store di demo e a dei componenti già pronti, hook ed utility che rendono più facile il lavoro con le API di Shopify. Si presenta completo e flessibile: si appoggia a tecnologie moderne e avanzate ma nel contempo diffuse e collaudate come Typescript, React e Tailwind. (ma soprattutto questo) E' ottimizzato per aver performance eccellenti, grazie al rendering in streaming lato server (server side rendering) con Suspense e le politiche di memorizzazione nella cache, che sbloccano i primi rendering veloci e permettono l'immissione dei dati in maniera progressiva. E poi anche perché è uno dei primi framework costruiti su React 18. Perché il punto 3 è eccitante? Proviamo a dirla in maniera più tecnica, Perché il Server Side Rendering (SSR) di un'applicazione javascript (che nativamente sarebbe pensata esattamente per l'opposto, ovvero per il Client Side Rendering), permette primariamente tre cose molto interessanti: permette di velocizza il primo caricamento, in quanto la pagina viene fornita già pronta per il browser e non va sia calcolata che renderizzata dal browser stesso; permette di aumentare la sicurezza in quanto non espone dati grezzi e non richiede l'accesso ad API; consente di ottimizzare per le performance lato SEO. Il lato negativo, se vogliamo, è che qualunque interazione successiva da parte dell'utente sulla pagina, richiede il reload della stessa, interamente. Ovviamente la quantità di elementi che troviamo nella pagina possono incidere in maniera impattante sui tempi di caricamento (anche del primo caricamento, non solo dei reload). Quindi va sviluppata con buon senso e con cognizione di causa. Rispetto al Client Side Rendering , il Server Side Rendering ha un piccolo vantaggio in più in questo caso: la pagina viene mostrata immediatamente e poi carica in maniera progressiva tutti i dati che ci stanno dietro (ad esempio le variabili del prodotto, le funzioni sulle Call to action e altri elementi non visivi) Gli elementi di Hydrogen Hydrogen include struttura, componenti e tool per disegnare le pagine e sviluppare esperienze personalizzate per i brand che scelgono Shopify. Hydrogen è composto da un framework e da una libreria di componenti. Hydrogen Framework fornisce un plugin che offre un sistema di renderizzazione server-side, che si chiama Vite, utilizzato da altre soluzioni che si occupano di soluzioni headless (tra cui Storyblock), un middleware e traduzioni per i componenti di codice lato client. Vite è un sistema di nuova generazione (scritto dai creatori di VueJs peraltro) , decisamente più moderno e prestante di Webpack I componenti, gli hook e le utility di Hydrogen supporto le funzioni e i concetti presenti in Shopify, che sono facilmente accessibili, performanti e pronti all'uso. Questo permette di ridurre la complessità iniziale e le tempistiche di realizzazione di un progetto headless personalizzato con Shopify. Hydrogen fornisce già dei template per permettere agli sviluppatori di partire da dei modelli già pronti: Hello World un template minimal, per chi vuole iniziare a sviluppare da una base pronta. Demo Store un template completo di Hydrogen storefront, che potrebbe essere usato per andare direttamente live. Hydrogen è costruito ed ottimizzato per utilizzare i dati provenienti dalle Api di Storefront Shopify. Il formato dei dati passati a componenti, hook e ad utility, corrisponde e si conforma alla struttura su cui si basano i modelli GraphQL, dalle Storefron API. Hydrogen supporta anche i dati provenienti da altre fonti, purché venga armonizzato il dato in modo conforme affinché venga gestito dalle componenti, hook e utility di Hydrogen. Oxygen, la piattaforma di hosting pensata per Hydrogen Oxygen è la piattaforma di hosting per Hydrogen storefront ed è disponibile solamente per Shopify Plus al momento (anche se Shopify è al lavoro per renderlo disponibile per tutti i piani). La piattaforma è quella consigliata ufficialmente da Shopify, anche se gli sviluppatori possono scegliere altre opzioni per ospitare le pagine di Hydrogen. Utilizzando i servizi di Oxygen non c'è più bisogno di mettere in piede un'infrastruttura dedicata e hai la libertà di gestire gli storefront con Hydrogen. Su Oxygen si possono depositare differenti storefront di Hydrogen, permettendo di gestire le preview prima della pubblicazione e mantenere il versioning delle modifiche effettuate su Hydrogen. Quando usare Oxygen Quando vuoi hostare uno storefront headless di Shopify sviluppato su Hydrogen Quando vuoi condividere l'anteprima dello storefront di Hydrogen prima che che venga pubblicato. Quando si desidera confrontare e discutere diverse versioni di uno storefront di Hydrogen in ambienti isolati, prima di scegliere una versione per la produzione o da mettere in linea. Quando vuoi testare le modifiche apportare ad uno storefront di Hydrogen senza influire sulla versione principale pubblicata online. Quando vuoi sperimentare sperimentare Hydrogen prima di iniziare lo sviluppo del tuo storefront su Hydrogen. Per approfondire tutte le informazioni su Oxygen potete far riferimento all pagina Oxygen overview e per capire come iniziare ad utilizzarlo potete partire dalla pagina Getting Started with Oxygen. Conclusione Insomma, Shopify costruisce un sistema integrato sempre più performante e scalabile, che dalle necessità di chi inizia con un piccolo business locale, può arrivare ad essere appetibile anche per l'azienda enterprise che guarda con favore a sistemi headless ecommerce, per abbattere i costi di sviluppo nel medio/lungo termine, permettendo investimenti in tecnologia mirati e senza dover appesantire la propria architettura informatica con elementi e strumenti legacy o votati alla obsolescenza. L'implementazione delle funzioni di headless ecommerce su Shopify, unita alla possibilità di costruire siti multilistino, votati a progetti ecommerce B2B, segna l'indirizzo di Shopify, che non si accontenta più di essere una piattaforma per progetti più semplici, ma che aspira a diventare leader su altre fasce di mercato e di conquistarsi una posizione degna di maggior nota all'interno del quadrante Gartner.