Hai mai sentito parlare di prezzo civetta? Probabilmente si, ma forse, se sei qui, non è del tutto chiaro come usare questa strategia. In questo articolo proviamo a spiegartelo. Per un commerciante uno dei momenti più delicati e spinosi è la scelta del prezzo del prodotto o del servizio da mettere in vendita. Tendenzialmente si pensa che un prezzo basso e competitivo sia un buon viatico per conquistare nuovi clienti, ma poi i conti devono tornare. Inoltre, un prodotto in vendita ad un prezzo eccessivamente basso potrebbe essere percepito come di scarsa qualità e quindi venire scartato dai potenziali acquirenti. Al contrario un prezzo alto potrebbe conferire prestigio ad un prodotto, ma molto dipende dal mercato in cui operi. Se ad esempio hai una gioielleria online un prodotto dal costo elevato è sinonimo di pregio e qualità; la stessa cosa non si può dire se vendi prodotti di bigiotteria, che si caratterizzano invece proprio per la convenienza. Nell’ambito del pricing marketing devi considerare una serie di aspetti, come il costo di produzione, il costo di fornitura di ulteriori servizi, il ritorno per l’impresa e la qualità finale del prodotto stesso. Tutte voci che incidono in modo significativo sul prezzo finale e di cui devi tenerne conto. Nei seguenti paragrafi analizziamo le principali strategie di prezzo utilizzabili negli ecommerce e quali sono gli aspetti peculiari da tenere a mente. Cos’è il pricing? Prima di approfondire il discorso sulla strategia di prezzo nella vendita è opportuno soffermarci per un momento sul pricing, che può essere considerato quel processo tramite il quale un’azienda sceglie il prezzo di vendita di un prodotto o di un servizio. Le varie tipologie di prezzo nell'ecommerce hanno la capacità di influenzare le decisioni del pubblico al momento dell’acquisto, ma devi essere bravo a scegliere le strategie più indicate in base al tuo target, al mercato in cui operi, alla tipologia di prodotti e servizi che offri. Se ti trovi in difficoltà nella selezione di un prezzo, allora puoi affidarti al break-even point, che puoi padroneggiare perfettamente con poche nozioni di economia di base per sfruttarlo. Il break-even point è il punto di pareggio, cioè il numero di vendite necessarie per coprire almeno i tuoi costi di produzione, restare in attivo e non andare in rosso. Ecco la formula matematica del break-even point: Punto di pareggio= CF / (PM - CV). con CF = costi fissi; con PM = prezzo medio delle vendite; con CV = costi variabili Per ottenere il punto di pareggio devi conoscere alcuni parametri, a partire dai costi fissi che restano invariabili indipendentemente dal volume di vendita. A questi vanno poi aggiunti i costi variabili che invece possono cambiare a seconda del volume di vendita. Questo metodo può essere utile prima di inserire i prezzi del prodotto all'interno di un ecommerce costruito su Shopify in modo da essere sicuro di fissare dei prezzi che ti consentono di non andare in perdita. Strategie di prezzo: 11 esempi Se volessimo banalizzare, un prezzo alto si rivolge ad una clientela selezionata che punta alla qualità, un prezzo basso invece mira a conquistare una fetta di mercato molto ampio che mira soprattutto alla convenienza. Tuttavia il discorso non è così semplice e fortunatamente esistono tante strategie di prezzo negli ecommerce da adottare di volta in volta a seconda delle variabili circostanti del mercato e delle proprie necessità. Scopriamo quelle più gettonate nei seguenti paragrafi. Prezzo civetta Il prezzo civetta è un prezzo tenuto appositamente basso dal merchant, talvolta con margini nulli oppure addirittura negativi. La finalità di questa tipologia di strategia non è quella di creare direttamente profitti per l'impresa ma quella di attirare potenziali clienti in negozio, in modo che possano acquistare anche altri prodotti, recuperando così il margine perso con il prodotto civetta. Prezzo psicologico La strategia del prezzo psicologico è abbastanza diffusa nei supermercati, nei centri commerciali e in ogni progetto ecommerce. Il prezzo è leggermente inferiore alla cifra tonda e così, invece di 10 euro si scrive 9,99 centesimi, con questi ultimi scritti con un font più piccolo. Il consumatore tende a percepire quel prezzo più vicino ai 9 euro che non ai 10 euro. Oltre a questa modalità di utilizzare il prezzo psicologico, ne esistono altre, ovvero: la creazione di falsi scadenziari temporali durante i quali i prezzi saranno drasticamente ridotti, generando un senso di urgenza nei consumatori e spingendoli ad agire velocemente per non perdere l'occasione. Cura dell’aspetto visivo del prezzo: può influenzare le decisioni d'acquisto dei potenziali clienti. Spesso si è inclini a comprare e si percepisce un prezzo come inferiore quando è presentato in forma più concisa, ad esempio senza cifre decimali o senza il simbolo dell'euro. Mantenere i prezzi alti: mentre i consumatori cercano l'opportunità di risparmiare, i prezzi più elevati possono anche suggerire una maggiore qualità, attirando così clienti di fascia alta. Prezzo premium Il prezzo premium è l’esatto opposto del prezzo civetta e punta ad impostare un prezzo elevato, sopra la media dei prezzi di mercato. La finalità è per comunicare il valore esclusivo del prodotto, uno status symbol o l’appartenenza ad una specifica community. Se il prezzo civetta si tende a ridurre il valore percepito del prezzo finale per via del suo costo esiguo rispetto agli altri prodotti del mercato, nel prezzo premium il prezzo finale viene fissato esattamente in maniera opposta. L’articolo viene così percepito come un prodotto esclusivo, unico e di qualità. Questa strategia è indicata per i brand di lusso che vogliono imporsi come un’azienda di prestigio. Potrebbe interessarti leggere i seguenti articoli: Tasso di conversione ecommerce: strategie per conquistare clienti Come raggiungere un tasso di conversione ottimale in pochi step Prezzo di penetrazione Le strategie di prezzo di penetrazione impongono un prezzo piuttosto contenuto per un prodotto di qualità alta e vengono utilizzate quando si entra in un mercato nuovo o quando si lancia un nuovo articolo. L’obiettivo è attirare i consumatori che vengono incuriositi da un prodotto nuovo di alta qualità ma a costi contenuti. Inizialmente ci sarà inevitabilmente qualche perdita, ma l’obiettivo non è tanto monetizzare quanto piuttosto catturare l’attenzione di nuovi consumatori e trasformarli in clienti fidelizzati. Prezzo di scrematura Il prezzo di scrematura, conosciuto anche come skimming price, è l’esatto opposto del prezzo di penetrazione e prevede l’applicazione di un costo piuttosto elevato per dei prodotti nuovi distribuiti sul mercato. L’obiettivo è quello di massimizzare i profitti per quel prodotto, soprattutto perché questa strategia viene applicata quando manca la concorrenza all'interno del mercato, dopodiché i costi vengono abbassati per attirare una fetta di pubblico più ampia. Si tratta di una strategia da adottare con estrema cautela, poiché il successivo calo della domanda dovuto dal prezzo troppo elevato rischia di annullare i benefici previsti. Prezzo differenziato Il prezzo differenziato è una strategia di prezzo di marketing molto diffusa tanto nell’online quanto nell’offline. In tal caso lo sconto viene mostrato in modo molto chiaro: si mette in evidenza il nuovo prezzo di fianco al prezzo vecchio barrato. L’acquirente percepisce subito il vantaggio economico, poiché il nuovo prezzo è chiaramente più basso rispetto al vecchio prezzo. Prezzo competitor based Questa tattica, seppur semplice, richiede un impegno maggiore in termini di studio e analisi dei prezzi praticati dalla concorrenza. È necessario esaminare attentamente sia i prezzi più bassi che quelli più alti dei prodotti offerti dai tuoi concorrenti. Una volta completata questa fase di ricerca, otterrai il prezzo medio di mercato. Il prezzo che deciderai di fissare non dovrebbe essere inferiore a questo, per evitare di innescare una guerra al ribasso tra i rivali. Sottraendo i costi dal prezzo medio di mercato, potrai determinare il margine di profitto potenziale basato sul prezzo medio di vendita. Prezzo value based Nella pratica, il prezzo finale deve garantire equità sia per il cliente, che acquista in base alla percezione di valore del prodotto, sia per te, che miri a generare profitto. In linea teorica, rappresenta la strategia di pricing ottimale, quella più bilanciata, ma richiede un'attenzione particolare. Il punto cruciale per determinare il prezzo ideale risiede nel mettere in evidenza la PUV (Proposta Unica di Vendita) del tuo prodotto, distinguendolo dai concorrenti e conferendogli un valore distintivo. Se la tua PUV incrementa significativamente il valore del prodotto, potrai proporlo a un prezzo superiore rispetto alla norma. Prezzo attira clienti Hai mai notato su internet prodotti venduti a prezzi incredibilmente bassi? Spesso ci si chiede come sia possibile per l'azienda trarre profitto da tali offerte. In realtà, in molti di questi casi l'azienda potrebbe non guadagnare affatto, e potrebbe persino subire delle perdite. Allora, perché adottare questa strategia? Perché si tratta dei cosiddetti loss-leader, ovvero prodotti venduti a perdita, ma con lo scopo di attrarre i consumatori. Nonostante possa sembrare controintuitivo, questa tipologia di prezzo sono da considerarsi come degli amo che conducono i consumatori al tuo negozio online, dove una volta entrati, potrebbero essere inclini a effettuare acquisti di altri prodotti. Cost-based pricing e cost-plus pricing Il cost-based pricing e il cost-plus pricing tengono in considerazione i costi di produzione e del livello di maggiorazione desiderato, quindi in un certo senso sono più specifici. In particolare il cost-plus pricing tramite una maggiorazione fissa assicura maggiori margini. Per raggiungere un determinato livello di maggiorazione è sufficiente moltiplicare i costi di produzione previsti, sia fissi che variabili, per la maggiorazione desiderata, in modo da ottenere un prezzo per un livello anticipato di vendite. Questa tecnica è focalizzata solo sul costo del prodotto e non prende in considerazione la domanda dei consumatori e la concorrenza. Bundle pricing Il bundle pricing, noto anche come prezzo a pacchetto, prevede la vendita di un intero pacchetto di prodotti anziché uno solo. Questa tecnica può dare belle soddisfazioni, ma va utilizzata nel modo corretto. I prodotti in vendita devono essere complementari tra di loro, affinché gli acquirenti possano realmente percepire il vantaggio di acquistare un unico pacchetto a prezzi ovviamente più bassi. In caso contrario un acquirente che intende comprare un singolo prodotto potrebbe non trovare conveniente l’acquisto di un pacchetto intero di articoli, di cui magari ne userà solo qualcuno. Considerazioni finali Prima di salutarci è opportuno fare un’ultima considerazione sui fattori interni ed esterni di un’impresa, che potrebbero determinare quale strategia di prezzo negli ecommerce risulti più efficiente. Tra i fattori interni di un’azienda che vanno considerati ci sono: La conoscenza del proprio canale commerciale; La conoscenza dei costi di produzione sia fissi che variabili; Gli obiettivi che devono essere stabiliti in anticipo per poi decidere qual è la strategia di marketing vincente. Possiamo così elencare invece i fattori esterni di un’azienda: Domanda e offerta nel proprio mercato di riferimento; Abitudini e comportamenti tipici dei propri buyer personas; Condizioni macroeconomiche; Le normative che regolamentano il proprio mercato; Comportamenti dei competitor. Considerando l'importanza dell'inbound marketing, che si concentra sull'attrarre i clienti attraverso contenuti di valore e comunicazioni personalizzate, è fondamentale anche selezionare il prezzo in sintonia con il proprio pubblico di riferimento per offrire un'esperienza personalizzata. Shopify, con le sue funzionalità di e-commerce, può essere uno strumento prezioso per implementare queste strategie. A tal proposito vale la pena approfondire il discorso sull’inbound marketing e per farlo ti basta scaricare la risorsa gratuita a fine articolo che ti spiega come trovare facilmente più clienti online e aumentare il fatturato.
La profilazione dei clienti può essere considerata a tutti gli effetti un patrimonio delle aziende che vendono online, poiché consente di raccogliere dati e informazioni preziosissimi sugli utenti che acquistano, che navigano o che comunque si interfacciano con un sito web. Cosa si intende per profilazione clienti? Volendo spiegare il significato di profilazione, possiamo dire che si tratta di quell’insieme di attività di raccolta, elaborazione e analisi di dati delle persone che transitano sul tuo sito. Tutte queste persone lasciano delle tracce del loro passaggio, che possono darti utili indicazioni sulle modalità di navigazione, sulle preferenze di acquisto o semplicemente sui loro dati anagrafici. Sarebbe un peccato perdere questo ingente patrimonio a tua disposizione e la profilazione punta a catalogare gli utenti e poi suddividerli in sottogruppi, ognuno dei quali corrisponde ad una buyer persona, cioè un cliente tipo. Da un punto di vista del marketing puoi adottare delle operazioni specifiche e mirate a sostegno del tuo business, così da ottenere un ritorno sull’investimento ottimale. Se ad esempio hai realizzato una campagna di marketing destinata ai ragazzi tra i 14 e i 20 anni, non ha senso cercare di raggiungere tutto il tuo pubblico che comprende anche persone over 30. Se invece suddividi la tua clientela per bisogni, esigenze, località geografica e preferenze puoi andare a colpo sicuro, indirizzando la tua campagna di marketing verso un pubblico realmente interessato a ciò che proponi. Tutto questo viene definito inbound marketing ed è una tipologia di marketing perfettamente applicabile anche nel mondo ecommerce. Profilazione nel marketing: quali sono i vantaggi? Da un punto di vista del marketing i vantaggi sono evidenti e consentono di adottare le azioni più indicate per ottimizzare il proprio business. Puoi lanciare nuovi prodotti plasmati e realizzati secondo i bisogni di una nicchia di pubblico e indirizzarli solo a loro, così da avere una risposta attendibile e veritiera sul livello di soddisfazione e di gradimento della clientela. Allo stesso modo, come già anticipato precedentemente, puoi indirizzare le campagne di marketing verso un pubblico specifico che usa o che comunque ha mostrato interesse verso quel tipo di prodotto o di servizio. E ancora puoi testare le varianti di un prodotto per segmenti differenti, così da individuare quello maggiormente ricettivo e adeguare di conseguenza le tue future strategie. Sulla scorta dei dati ottenuti puoi riposizionare il tuo prodotto o il tuo brand e migliorare la comunicazione, tarandola e plasmandola sulle preferenze e le esigenze dei tuoi clienti, e individuare anche il canale più indicato. Questa introduzione ci fa capire l'importanza del dato al giorno d'oggi. Importante è inoltre la sua gestione e la sua raccolta: per questo nel corso del tempo sono nati i software CRM che ti permettono di raccogliere una grande quantità di dati e di usare quest'ultimi per corrette campagne di marketing e comunicazione. Da segnalare che uno dei migliori software presenti sul mercato che ti consente di fare tutto ciò che vediamo nel corso di questo articolo è Hubspot CRM. L’importanza della profilazione negli e-commerce per individuare le varie categorie di clienti Per gli e-commerce fare profilazione correttamente è importante per individuare le caratteristiche di ogni cliente. Non tutti gli acquirenti sono uguali, anzi ognuno è diverso dall’altro, quindi è fondamentale conoscere le loro preferenze. Spesso è molto più facile vendere allo stesso cliente, piuttosto che vendere a clienti nuovi. La profilazione clienti è una metodologia che permette di segmentarli in modo da adottare una strategia diversa per ognuna di loro. Ecco un elenco dei clienti ecommerce suddivisi per segmenti: Clienti altospendenti. Sono quelle persone che non badano al prezzo, magari perché affezionate ad un prodotto o ad un brand, e che in media spendono più dei clienti normali. Devi individuare per primi questi clienti e adottare delle azioni specifiche per fidelizzarli il prima possibile; Clienti leali. Sono persone che acquistano per un periodo prolungato sul tuo shop online, ma non per sempre. Considera che nessun cliente acquista sempre sullo stesso e-commerce e che la fedeltà nel marketing online è molto aleatorio. Devi dunque capire quali sono i motivi per i quali questi clienti restano a lungo fedeli a te e poi sfruttarli per fidelizzare le altre persone; Clienti redditizi. Questi clienti acquistano tendenzialmente prodotti ad alto rendimento, quindi con un margine superiore rispetto ad altri prodotti. Anche se con dinamiche differenti, in un certo senso possono essere equiparati ai clienti altospendenti. Sarebbe opportuno raggruppare per loro i prodotti ad alto rendimento, facilitando così la loro navigazione e quindi l’acquisto; Clienti compulsivi. Si tratta di clienti che spendono frequentemente e con una certa regolarità, magari subito dopo aver ricevuto lo stipendio. Proprio perché sono considerati compulsivi, la passione verso il tuo brand potrebbe spegnersi improvvisamente per andare ad acquistare altrove. Non confondere i clienti compulsivi con i clienti leali; Clienti osservatori. Questa categoria di clienti è piuttosto particolare, poiché si tratta di persone che circumnavigano il tuo e-commerce da cima a fondo, magari confrontando i prodotti anche con altri siti, prima di procedere all’acquisto. Potenzialmente però possono diventare clienti fedeli, quindi i loro movimenti vanno attenzionati costantemente; Clienti ambasciatori. Sono quei clienti che parlano bene della tua merce e del tuo brand fino a diventarne “ambasciatori”. Sono una fonte preziosissima per te poiché rappresentano una pubblicità a costo zero, tuttavia risulta molto difficile identificarli. L’unica cosa che puoi fare è monitorare i social per raccogliere quanti più commenti e feedback positivi possibili. Scheda profilazione clienti: i 4 step per farla in modo corretto Se vuoi che il tuo progetto ecommerce funzioni devi necessariamente stilare una scheda profilazione clienti, che va fatta secondo determinati criteri. La scheda cliente serve per registrare quelle informazioni strategiche ai fini della vendita e recuperarle al momento opportuno per convincere il cliente ad acquistare. Sono 4 gli aspetti che vanno analizzati, esaminiamoli nei seguenti paragrafi. 1- Il livello di confidenza Una scheda deve contenere tutti i dati personali come nome, indirizzo, cellulare, ecc. Un elemento però che molti dimenticano è il livello di confidenza: che tipo di comunicazione hai impostato col cliente? Informale o formale? Usi il tu o il lei? Potrebbe sembrare una cosa di poco conto, ma non lo è. Se hai impostato una comunicazione informale basata sul tu, il cliente si aspetta che venga mantenuto quel “tone of voice” poiché evidentemente preferisce un rapporto più diretto. Dargli del lei significa invece erigere nuove barriere e allungare le distanze tra te e lui. O magari, per una questione di professionalità, il cliente preferisce il lei poiché vuole che venga mantenuto un rapporto formale. Se gli dai improvvisamente del tu perdi di professionalità, poiché ti prendi una “confidenza” che il cliente non ti ha mai dato. Un classico esempio in questo caso è la diversità del pubblico over 60 di un teatro e della clientela di un ecommerce con un pubblico di ventenni: serviranno due modi di comunicare totalmente differenti. L'errore in questo caso è un disguido che puoi evitare tranquillamente indicando sulla scheda il grado di confidenza e la tipologia di comunicazione adottata. 2- Il potere decisionale Soprattutto nell’ambito di un B2B, è fondamentale capire qual è il potere decisionale della persona che hai di fronte. Supponiamo che tu passi un’ora per smontare le resistenze del tuo interlocutore e infine, dopo una trattativa estenuante, ti senti dire: “Sono convinto dell’acquisto, prima però devo parlarne con il mio responsabile”. In tal caso o la vendita è sfumata, oppure devi interfacciarti con il responsabile dell’acquisto e imbastire da zero una nuova trattativa. Con l’aiuto di un buon ecommerce CRM devi quindi tracciare nella scheda clienti le informazioni sul potere decisionale dei referenti per spendere al meglio e ottimizzare il tuo tempo. Anche in questo caso, parlando di ecommerce B2B, la comunicazione andrà differenziata nel caso in cui ci si dovesse interfacciare con il responsabile acquisti di un'azienda oppure con un dipendente. 3- Informazioni utili ai fini di marketing Quando tracci la scheda di profilazione di un cliente, oltre ai dati anagrafici, non dimenticare di inserire i dati che possono essere definiti caratteriali e che risultano molto utili nel processo di vendita. Magari hai a che fare con un cliente tradizionalista e che quindi non ama particolarmente le novità. Oppure al contrario potresti interfacciarti con un cliente aperto alle innovazioni, quindi in tal caso dovresti puntare su qualcosa di originale. E ancora ci sono clienti che puntano al risparmio o che acquistano secondo determinate logiche di mercato. Non solo perché nel mondo ecommerce diventa fondamentale sapere che tipologie di prodotto sono acquistate dai clienti. Esempio un cliente che acquista principalmente prodotti dedicati all'igiene personale avrà una comunicazione differenziata rispetto ad un cliente che acquista prodotti per la pulizia della casa. Questo dato è facilmente ricavabile. Tutti questi dati possono essere utili sia al team di marketing sia a quello di vendita che, invece di procedere per tentativi, possono andare a colpo sicuro per un lavoro meno dispersivo e più efficiente. 4- L’importanza di un CRM Come sottolineato più volte nel corso dell’articolo, un CRM è una soluzione molto più indicata rispetto ad un anonimo Excel o un dispersivo Word. Un buon CRM ti aiuta a raccogliere i dati dei clienti in pochi secondi e averli subito a portata di mano, aiutando inoltre a segmentare la propria clientela, per far arrivare il giusto messaggio al momento giusto e alla giusta persona: principio fondamentale per chi si interfaccia con il mondo dell'inbound marketing. Hubspot inoltre permette una facile data integration con i principali ecommerce presenti sul mercato, come ad esempio Shopify. Ciò ti permette di avere una gestione del dato completa e di avere tutte le carte in regola per avere una conoscenza completa del cliente. Se ad esempio ti arriva una telefonata improvvisa o una richiesta urgente, ti basta accedere nel CRM per reperire immediatamente tutte le informazioni relative a quel cliente e non farti trovare impreparato. Conclusioni La profilazione dei clienti nel mondo ecommerce è un modo affidabile ed efficiente per acquisire tante utili informazioni che devono essere girate al team di vendita e di marketing per segmentare il pubblico e creare campagne personalizzate e offerte studiate su misura. In questo compito può darti una grande mano HubSpot CRM e se vuoi conoscere le principali funzioni ti basta scaricare la risorsa gratuita reperibile con un semplice clic a fine articolo.