Da sempre, l'industria della moda ha esercitato un affascinante impatto nel campo commerciale, ma negli ultimi anni, il settore dell'e-commerce legato alla moda ha raggiunto la sua massima espressione. Questo fenomeno è stato particolarmente evidente durante la pandemia, quando la possibilità di fare shopping nei negozi fisici è stata limitata, portando a un notevole incremento dei negozi di abbigliamento online. Molti negozi fisici sono riusciti a evitare il fallimento grazie all'adozione dell'e-commerce, consentendo loro di continuare a vendere i propri prodotti. Da questo contesto è emerso un nuovo modello di business che ha acquisito una competizione significativa. Possedere semplicemente un negozio fisico non è più sufficiente; oggi è essenziale ampliare la propria rete di vendita. Ma come raggiungere questo obiettivo? Senza dubbio, i marketplace offrono una soluzione preziosa. Approfondiamo nel prossimo paragrafo come questo nuovo modello di business ha cambiato il modo di vendere online. Com’è cambiato il modo di vendere online Nel settore dell'abbigliamento, l'e-commerce ha trasformato il modo in cui i consumatori acquistano capi di vestiario, accessori e articoli correlati. Il fashion e-commerce consiste nella vendita di prodotti di moda attraverso piattaforme online, che possono includere sia negozi virtuali indipendenti (progetti ecommerce) che mercati aggregati (marketplace). Questo settore è in costante crescita grazie alle preferenze in continua evoluzione dei consumatori, che stanno sempre di più spostando il loro shopping online. Le spedizioni e la distribuzione dei prodotti svolgono un ruolo cruciale in questa evoluzione: oggi è più agevole che mai effettuare un ordine e riceverlo in pochi giorni. Nel mondo della moda, diversi modelli di business possono portare al successo nelle vendite. La decisione di indirizzarsi al consumatore finale (B2C) o di rivolgersi ad altre imprese (B2B) dipende dalle aspirazioni e dalle competenze del venditore. Nel modello B2C, le vendite avvengono direttamente verso il cliente, offrendo l'opportunità di stabilire relazioni personali e creare una presenza di marca accattivante. Nel modello B2B, le aziende forniscono prodotti all'ingrosso ad altre imprese, il che richiede una logistica e una gestione delle relazioni differenti. In conclusione, l'e-commerce nel settore della moda sta ridefinendo il modo in cui le persone fanno acquisti, e l'utilizzo di marketplace rappresenta una strategia vitale per cogliere le sfide e le opportunità offerte da questa trasformazione. Approfondiamo nei prossimo paragrafi vantaggi e svantaggi di questo modello di business. Progetto ecommerce fashion: B2B o B2C cosa conviene? Nel panorama B2B, gli accordi contrattuali, le quantità di prodotti e le dinamiche di prezzo sono spesso più complessi rispetto al B2C. Questo perché le aziende devono considerare aspetti come le esigenze dei clienti commerciali, i cicli di produzione e le richieste personalizzate. Nel B2C, l'attenzione si concentra sulla costruzione di un'esperienza di acquisto coinvolgente per i consumatori finali, compresi elementi come la presentazione del prodotto, la facilità di navigazione e un efficiente processo di pagamento. Entrambi i modelli presentano vantaggi e svantaggi. Nel B2B, le vendite all'ingrosso possono portare a volumi di vendita più elevati, ma richiedono una gestione logistica più accurata e un'attenzione alle necessità specifiche dei clienti commerciali, cosa che permette un ecommerce B2B su Shopify. Nel B2C, si ha l'opportunità di raggiungere un pubblico più vasto, ma l'attenzione all'esperienza del cliente e alla creazione di una presenza di marca forte, è essenziale per avere successo. In un fashion ecommerce è fondamentale avere chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere e poi capire in che modo ci si potrebbe posizionare in un B2B o B2C. Ecommerce fashion: meglio un ecommerce o un marketplace? In entrambi i casi si parla di vendita online e l’obiettivo è quindi lo stesso. Ciò che differisce è il modo in cui le vendite vengono fatte e i soggetti coinvolti nell’organizzazione e nella gestione. Un negozio di e-commerce rappresenta un singolo venditore, gestendo tutti gli aspetti della catena di approvvigionamento e distribuzione. D'altro canto, i marketplace sono piattaforme con diversi venditori che possono offrire i loro prodotti attraverso una piattaforma centralizzata. Dal punto di vista dei consumatori, l'esperienza di acquisto è generalmente simile in entrambi i modelli. Probabilmente se si parla di e-commerce, l’esperienza di acquisto per un potenziale cliente diviene più personale, ancor prima di acquistare un prodotto. La scelta, quindi, tra l'aprire un negozio e-commerce indipendente (magari con un progetto su Shopify) o il partecipare a un marketplace dipende dalle ambizioni e dalla strategia del venditore. Un ulteriore differenza che c’è tra ecommerce e marketplace è che il primo offre il controllo totale sull'esperienza di shopping, ma richiede un maggiore impegno nella gestione logistica e di marketing. Il secondo tipo offre una visibilità immediata e la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio, ma il venditore potrebbe dover condividere una parte delle vendite con la piattaforma scelta. In sostanza non possiamo dire che un modello di business è migliore di un altro, ma che probabilmente la complementarità tra ecommerce e marketplace, per il fashion commerce potrebbe rappresentare un vantaggio. Nel caso la scelta invece propenda più per un marketplace, per il mercato della moda quale è meglio scegliere? Approfondiamo nel prossimo paragrafo. Lo sapevi? Shopify a breve integrerà la vendita ecommerce con i marketplace. Per questa ed altre novità ti consigliamo l'articolo sulla Shopify Summer Edition 2023 Fashion marketplace: quale piattaforma scegliere per il proprio business In primis bisogna fare una differenza tra due tipologie di marketplace: orizzontali - vendono le stesse categorie di prodotto; verticali - vendono solo alcune categorie di prodotto. I marketplace di moda prosperano grazie a un modello di business che semplifica le transizioni tra fornitori e clienti. La vasta selezione di prodotti e servizi consente ai clienti di trovare facilmente ciò di cui hanno bisogno, mentre i servizi personalizzati offerti dai marketplace aumentano la comodità. Ad esempio, Amazon Prime offre spedizioni rapide, mentre Zalando ha introdotto la spedizione e il reso gratuiti. I marketplace coinvolgono una rete complessa di agenti, tra cui amministratori, logistica, fornitori, aziende di consegna e clienti finali. Tuttavia, il processo è reso più fluido grazie a linee guida strutturate e alla tecnologia che automatizza le operazioni. La scelta di un marketplace anziché di un altro dipende da una serie di valutazioni, tra cui certamente la percentuale che c’è da riconoscere alla piattaforma scelta. Tra i migliori marketplace da prendere in considerazione vi sono i seguenti: eBay Amazon Zalando Facebook Per il fashion ecommerce Zalando e Facebook potrebbero rappresentare una scelta consapevole. Vendere abbigliamento sui marketplace potrebbe essere la strada giusta per alcune tipologie di capi, più di altri, come quelli sportivi o lingerie o comunque capi più informali. Diverso se si vende abbigliamento ricercato, in quel caso un ecommerce potrebbe essere più indicato. Approfondiamo nel prossimo paragrafo alcuni casi di successo di alcuni marketplace. Marketplace fashion: esempi di successo Riportiamo 3 casi di successo che possono essere molto interessanti da analizzare. ASOS è un esempio di successo nel panorama del fashion e-commerce. Fondata nel 2000, ASOS è cresciuta costantemente, offrendo una vasta gamma di prodotti di oltre 860 brand globali e locali. Il suo appeal tra i giovani è alimentato da strategie di marketing focalizzate sulla sostenibilità, inclusività e interazioni sui social media; Zalando, invece, ha guadagnato il titolo di maggiore marketplace di moda in Europa. Dall'inizio come negozio di scarpe in Germania, Zalando ora fornisce oltre 4.500 brand a più di 40 milioni di clienti attivi. La sostenibilità è al centro della strategia di Zalando, insieme all'impegno per la diversità e l'inclusione; Wish, rappresenta un Marketplace estremamente diffuso a livello globale, noto per la sua vasta gamma di prodotti a prezzi molto convenienti. Questo lo rende particolarmente adatto per i venditori che operano nel segmento degli oggetti a basso costo. Conclusioni Hai un progetto ecommerce e vuoi aumentare le vendite? Scegliere un marketplace potrebbe aiutarti a raggiungere questo obiettivo. Di sicuro quello che è fondamentale è affidarsi a un CMS come Shopify che sia in grado di supportarti. Shopify è la soluzione migliore per implementare progetti ready to market, senza complicazioni e rapidamente. Sviluppa il tuo progetto Shopify, riparti daccapo e implementa il tuo fatturato.
“Un libro dev’essere un’ascia per rompere il ghiaccio che è dentro di noi.” Franz Kafka Il primo ostacolo da superare è la paura: la paura di non farcela, la paura di non esserne in grado, la paura di noi stessi. Scavalcato questo muro, per alcuni insormontabile, abbiamo già salito un gradino della nostra scala che ci potrebbe portare al successo del nostro percorso imprenditoriale. Quel “potrebbe” non è piazzato lì a caso. Per raggiungere la vetta, non basta lavorare duro e metterci tutta la passione che il nostro cuore riesce a dare, poiché la fortuna gioca un ruolo chiave. E con fortuna intendo il caso, la coincidenza, lo scorrere puramente casuale e imparziale degli eventi. Possiamo avere tutte le skill e le conoscenze di questo mondo, ma senza l’occasione giusta queste competenze risultano sprecate. Tuttavia, non è meno vero il contrario: senza la conoscenza e le abilità giuste, se l’opportunità arriva, arriva in vano. Ora, metafore machiavelliche a parte, sappiamo che l’universo in cui viviamo ha creato per noi una fortuna imprevedibile e incontrollabile, che non possiamo addomesticare o gestire. Possiamo solo aspettare e vedere se passa. E finché non passa, nessun problema, ci siamo abituati. È quando passa che dobbiamo drizzarci e stare sull’attenti, per prendere la palla al balzo. Ma se non sappiamo come calcolare velocemente la traiettoria della palla, come crediamo di prenderla? Dobbiamo, insomma, essere preparati per quando arriva la fortuna, sapere cosa fare. Perché se essa non è domabile, la conoscenza e le abilità lo sono. Dobbiamo vivere anche (e soprattutto) per ampliare la nostra saggezza, in modo da saper sfruttare l’occasione e raggiungere il successo e la soddisfazione. La pratica risulta una delle migliori opzioni per imparare. Non c’è niente di più istruttivo del metterci le mani in prima persona e fare, fare e rifare, a ripetizione, guardando gli altri. Questo è il modo più semplice e veloce per educarci a fare qualcosa. Non di meno, come la scuola italiana ben sa (anche troppo), alla base di un’ottima pratica formativa ci deve essere anche della buona vecchia teoria. E nella nostra epoca, malgrado tutto e tutti, i più grandi custodi di cultura e conoscenza sono i nostri amici - o nemici - libri. Chi sta salpando per la sua carriera iniziando un progetto ecommerce avrà sicuramente bisogno di ampliare il più possibile le sue conoscenze per poi partire a gonfie vele sapendo dove andare e soprattutto come andare. Vi presento quindi una carrellata di libri sull’ecommerce e non, perché oltre a saper fare l’imprenditore, serve essere imprenditore. 1- Ecommerce. La guida definitiva Partiamo con un manuale ibrido: questo libro, oltre ad offrire le fondamentali nozioni tecnico-pratiche per creare e lanciare uno shop online, presenta diverse strategie per attirare clienti, promuovere il proprio business, seguire l’onda delle tendenze e tanti segreti conditi di esempi pratici per comprendere appieno i temi trattati. In queste 466 pagine Daniele Vietri e Giovanni Cappellotto illustrano in maniera chiara le tattiche migliori per aumentare le vendite e offrire il meglio ai propri clienti, per trasformarli poi in promotori. Ti lasciamo il link del libro su Amazon. 2- Strategie SEO per l’ecommerce Uno degli strumenti più utili e versatili dell’imprenditore ecommerce è la Search Engine Optimization (SEO), che in parole spicciole sono le tecniche e i processi messi in atto per raggiungere i primi posti nella pagina di ricerca google. L’obiettivo di tutti gli ecommerce potenziare la propria posizione sul SERP (Search Engine Result Page) per fare in modo che sempre più persone clicchino sul nostro shop. Questo libro scritto da Lucia Isone spiega efficacemente quali sono le tecniche più funzionali e provate per raggiungere una buona posizione sul SERP e aumentando così le visite al sito e di conseguenza le vendite. Ti lasciamo il link del libro su Amazon. 3- Ecommerce per dispositivi mobili Il 43% degli italiani utilizza lo smartphone per fare acquisti. L’ecommerce su mobile si sta sempre più diffondendo e offre innumerevoli opportunità di successo. Se l’interesse è quello di sviluppare il proprio ecommerce sul modello mobile, il libro di Tim Hayden e Tom Webster è perfetto. In 213 pagine gli autori si impegnano a discernere tutti gli aspetti di questa forma di ecommerce molto in voga negli ultimi anni, da come strutturare uno shop per mobile a come individuare le tendenze e seguirle per aumentare i profitti. Ti lasciamo il link del libro su Amazon 4- Ecommerce Startup. Come iniziare a vendere online con il piede giusto Se è vero che dagli errori si impara, e che in termini formativi è meglio un fallimento di un successo, ma non bisogna partire male e impreparati. Per iniziare col piede giusto, come dice il titolo, questo libro è perfetto. Giuseppe Noschese ha progettato il libro per tutti quelli che stanno approcciando il mondo dell’ecommerce. Elenca e seziona i vari errori che un novello potrebbe commettere e offre delle valide soluzioni, oltre a elencare le migliori strategie per potenziare il marketing e le vendite dell’azienda. Ti lasciamo il link del libro su Amazon. 5- Shopify 3.0 Vuoi diventare un buon venditore su Shopify? Questo è il libro che fa per te. L’autore Roberto Martinez ha scritto un ottimo volume aggiornato che spiega in modo preciso e chiaro come mettere in piedi un buono shop online tramite la piattaforma più diffusa del momento. Pagina dopo pagina capirete cosa significa amministrare correttamente un ecommerce, cosa fare in caso di criticità comuni e come promuovere al meglio lo shop sui social e con altre funzionali strategie di marketing. Ti lasciamo il link del libro su Amazon. 6- Ecommerce con meno di 1000 euro Non si vuole spendere troppo? Ecco un pratico volumetto che insegna come aprire e gestire uno shop online senza sostenere grandi costi d’avvio e d’esercizio. Leggendo il libro di Andrea Benedet, che si dedica a trovare sempre nuovi modi di risparmiare, imparerete a relazionarvi con i clienti e i collaboratori, a mettere in pratica le migliori strategie di marketing, a promuovere il vostro shop sui social, ad aumentare le vendite e a farvi conoscere in modo da ingrandire i numeri del fatturato. Tutto spendendo poco. Non è allettante? Ti lasciamo il link del libro su Amazon. 7- Da zero a uno. I segreti delle startup, ovvero come si costruisce il futuro Per eccellere nel mondo del business, ai giorni nostri, non serve ricreare qualcosa di già fatto, di già inventato. Non bisogna creare una copia di un motore di ricerca o un sistema di pagamento tale e quale a quella che già è stata sfornata. Non ha senso portare un’invenzione da 1 a N, ma creare qualcosa di nuovo, di inedito, di mai visto. Da zero a uno, per l’appunto. Trasformare qualcosa che non esiste in qualcosa di tangibile e utile. Peter Thiel, importante imprenditore e pensatore, vi spiegherà cosa c’è dietro al successo delle startup. Ti lasciamo il link del libro su Amazon. 8- Ecommerce vincente Uno dei migliori libri sul mercato nel campo dell’ecommerce. Daniele Rutigliano, il giovane autore di questo libro, illustra con una precisione e una semplicità sorprendenti tutte le fasi di apertura di un negozio online. Disseziona gli argomenti e ne arriva fino al nocciolo, spiegando i modelli di business, gli strumenti necessari, il piano di marketing, gli aspetti fiscali come SCIA e IVA e quelli legali, ad esempio i cookie e la privacy. Non mancano codici di programmazione utili, segreti e strategie delle aziende leader mondiali e tecniche funzionali per le piattaforme ecommerce più famose come Shopify, o Shopify Plus, o Magento. Ti lasciamo il link del libro su Amazon. Conclusioni “Leggere apre la mente”. Frase fatta perpetuamente trita e ritrita, che quasi ci sembra irreale e scontata. Ma quando prendiamo in mano un libro che apprezziamo, che ci è utile, che troviamo interessante, sentiamo che ci riesce ad insegnare qualcosa, che ci aiuta nelle nostre difficoltà quotidiane e che, veramente, ci apre la mente. Ci trasmette conoscenza, ci stimola a creare nuove idee e ci permette di approfondire temi e modi di vedere a cui non siamo abituati. Se desideri aprire il tuo ecommerce e dare inizio alla tua carriera di business online, scegli uno (o più, o tutti) dei volumi che ti abbiamo consigliato e parti a gonfie vele! In alternativa hai due possibilità: visitare la nostra pagina risorse e dare un'occhiata ai nostri ebook gratuiti, oppure scaricare l'ebook sottostante sui 10 comandamenti per far funzionare e vendere l'ecommerce.
Se vi state affacciando sul mercato delle vendite online di prodotti o servizi potreste aver sentito parlare dei marketplace. Molto probabilmente siete o siete stati clienti di uno di questi portali. Mai acquistato da terze parti su Amazon? Prenotato un volo aereo su Expedia o un hotel su Booking? Comperato abbigliamento su Asos? Venduto o comprato qualcosa su Ebay? Quindi, in realtà, sapete già cosa sono i marketplace e come funzionano. Ma se avete un’azienda e volete iniziare a vendere online, fanno al caso vostro? Tutto dipende dal tipo di risultati che volete ottenere dal vostro progetto e-commerce, dal tipo di prodotti e dal budget iniziale a disposizione. Potrebbe essere la soluzione ottimale di partenza, richiedendo poche risorse, con potenziali risultati nel breve periodo. Nel lungo periodo però vanno considerati altri aspetti quali il brand aziendale, la personalizzazione, il margine di profitto. Definiamo innanzitutto cosa sono i marketplace I marketplace sono siti web di intermediazione delle compravendite online che aggregano la vendita di prodotti o servizi di più aziende in cambio di commissioni sulle transazioni. Si occupano: Della gestione e manutenzione del sito web Della pubblicazione dei prodotti nel loro portale Del processo di registrazione dei dati degli acquirenti e dell’inoltro degli ordini alle aziende iscritte In alcuni casi, gestiscono anche: I contratti con le aziende di logistica per le spedizioni I portali per la gestione dei pagamenti Il servizio postvendita L’accesso al marketplace può essere vincolato da alcuni criteri di selezione dei prodotti o delle aziende che ne fanno richiesta, questo per assicurare una coerenza di tipologie di prodotto o di certi standard qualitativi. Anche vendere su Amazon è soggetto a limitazioni. Differenze tra e commerce e marketplace ECOMMERCE Pro controllo totale di tutte le operazioni marketing nelle mani dell’imprenditore possibilità di evidenziare i nostri punti forti per tenere testa alla concorrenza gestione del marketing Contro meno clienti, solo quelli strettamente interessati al prodotto, quindi senza possibilità di attrarne altri difficoltà e rischi di gestione marketing costi tutti a carico dell’imprenditore MARKETPLACE Pro no responsabilità di gestione marketing possibilità di lasciare la gestione di alcune fasi come logistica al marketplace presenza di elevato numero di negozi, con più possibilità di farsi conoscere e attrarre più clienti visibilità incredibile grazie alla vasto campo coperto dai marketplace Contro concorrenza interna molto forte rischio di incappare nell’anonimato se non si presentano prodotti personalizzati e unici imparzialità del marketplace nel fare marketing Perché vendere su un marketplace Semplificando ai minimi termini, perché tutto quello che le aziende devono fare è pubblicare il loro prodotto e gli ordini arrivano! I vantaggi di un marketplace sono infatti: Non ha costi iniziali di struttura o di terze parti; Poiché offrono un catalogo ampio e diversificato, sono in grado di raggiungere un pubblico vasto; Sono considerati affidabili dagli acquirenti e hanno, generalmente, tassi di conversione più alti rispetto gli e-shop mono-aziendali; Si delega, se previsto, la scelta e gestione tecnica dei sistemi di pagamento, di spedizione e di assistenza post-vendita; Genera profitti nel breve termine. Perché invece dovrei avere un mio sito di e-commerce? Perché affidandoci ai marketplace lasciamo nelle loro mani il marketing. Il cliente sarà fidelizzato al marketplace ma non necessariamente al vostro brand. Il marketing, infatti, è gestito dalla società che ospita i vostri prodotti che ha quindi l'incarico di promuoverli e di venderli. Ma non tratta solamente i vostri, ha un approccio neutrale rispetto ai brand. Le loro attività di upselling e cross-selling possono portare benefici tanto a voi quanto ai vostri concorrenti. Le opzioni di personalizzazione della pagina prodotti e delle descrizioni sono limitate quindi si rischia di restare anonimi, senza riuscire a trasmettere i valori unici della vostra offerta. Si perde la proprietà dell’esperienza del cliente, prima e dopo la vendita: non sappiamo a che tipo di prodotti è interessato, che abitudini di acquisto ha, ecc. Se il vostro prodotto è personalizzabile dall’acquirente o se si rivolge ad un pubblico esigente, le leve di marketing sono importantissime. La visibilità garantita dal marketplace potrebbe non portare risultati. Una soluzione basata su un proprio sito e-commerce è sicuramente più versatile. Ma allora è meglio vendere con un ecommerce o con un marketplace? Per le startup che non hanno elevati capitali da investire, o se non si vuole rischiare eccessivamente, partire vendendo su un marketplace può comunque essere un’ottima soluzione. È anche un modo per iniziare a capire quali sono le dinamiche e il flusso operativo di un sistema di vendita on-line. Se comunque trattiamo prodotti ad alta personalizzazione o se vogliamo puntare a dare valore al brand aziendale meglio valutare l’implementazione di un proprio e-commerce, magari utilizzando CMS ad alta scalabilità e con costi contenuti come Shopify. Così facendo ci si può concentrare, visto il prodotto, nella formulazione di un piano di marketing per pubblicizzare la nostra azienda e i nostri prodotti e servizi, attirare clienti e ottenere i dati di contatto per promuovere altre iniziative. Si può infine pensare ad un'opzione di co-marketing utilizzando soluzioni di e-commerce integrabili con alcuni marketplace per poter sfruttare la personalizzazione del proprio e-shop e in parallelo la visibilità garantita dai marketplace. Se si vuole vendere utilizzando il web, le scelte sono molteplici e tutte valide per ragioni diverse. Consigliamo di interpellare agenzie specializzate che possono sia indicarvi la soluzione tecnologica migliore per il vostro e-commerce, sia definire il piano di marketing più adatto ai vostri obiettivi. In relazione a ciò, è necessario analizzare bene la propria idea di business e i mercati, valutare tutte le opzioni e fare una scelta ben ponderata e adatta alla propria azienda. Un ecommerce lascia carta bianca per quanto riguarda il marketing e tutte le altre fasi. Ciò significa più controllo e gestione, che può rivelarsi sia positivo (perché abbiamo totale potere decisionale) sia negativo (perché la responsabilità è tutta nostra e se non siamo preparati potremmo sbagliare). Un marketplace, diversamente, si incarica del marketing e di alcune altre fasi come la logistica, ma rimane comunque imparziale con tutte le merci che ospita, rischiando di spedire nell’oblio dell’anonimato le aziende che non spiccano e non si differenziano per originalità. Bisogna anche considerare, però, che un marketplace offre migliaia se non milioni di prodotti diversi e grazie a ciò e alle proprie strategie riesce ad acquisire una popolarità e una visibilità completa, coprendo vaste aree di mercato. Quindi non significa che marketplace uguale anonimato, anzi, operare su una piattaforma come Amazon significa presentare il proprio prodotto a tantissimi occhi interessati, come in una vetrina, e ciò potrebbe rivelarsi vantaggioso per farci conoscere ed aumentare le vendite. Ecommerce o Marketplace? I casi Amazon e Eyewear by David Beckham Mettiamo ora a confronto due diverse strategie facendo due esempi di aziende che vendono tramite ecommerce oppure tramite marketplace (in questo caso prenderemo il caso Amazon per semplicità). Amazon La piattaforma marketplace per eccellenza, prima su tutti e famosa worldwide, non può che essere Amazon. Fondata nel 1994 da Jeff Bezos - che è stato per alcuni anni in vetta alla classifica degli uomini più ricchi del mondo, prima di essere superato da Elon Musk -, la piattaforma marketplace la conosciamo tutti e la utilizziamo pressoché ogni giorno. Come tutti ben sanno, si tratta letteralmente di un centro commerciale virtuale dove le aziende caricano i propri prodotti e lasciano ad Amazon stessa il compito di promuoverli e mostrarli ai clienti interessati. Questo può essere vantaggioso per i venditori, perché significa per loro una responsabilità in meno. Ma è anche vero che la piattaforma ospita tanti articoli dello stesso tipo, molte volte anche gli uni le copie degli altri senza alcun particolare unico che li caratterizza. Questo significa che è difficile tenere testa alla concorrenza, e bisogna dare un tocco personalizzato al proprio prodotto per rimanere visibili e non perdersi tra le migliaia di aziende anonime che vengono poco considerate. In un ecommerce i prodotti sono di una sola azienda, quindi non c’è concorrenza interna e i prodotti hanno già una personalizzazione sufficiente perché non si devono distinguere dagli altri. Come detto, però, il marketplace offre molta visibilità essendo presente in tanti se non praticamente in tutti i settori. David Beckham Eyewear David Beckham Eyewear produce occhiali da sole eleganti e di qualità. L’azienda, il cui fondatore è il famoso giocatore del Manchester United nonché trendsetter David Beckham, collabora con l’azienda padovana di occhiali e lenti Safilo e propone una collezione di occhiali di lusso per tutti i gusti. La sua strategia è ibrida: oltre a gestire un ecommerce sviluppato con Shopify Plus, l’azienda ha optato anche per il marketplace di lusso Farfetch; perde così facendo il controllo del marketing ma si posiziona comunque bene operando su un marketplace adatto alle caratteristiche del prodotto e al target dei clienti a cui vuole vendere. Conclusioni Non c’è un modello migliore in assoluto. Ogni azienda ha le sue caratteristiche e particolarità e richiede una forma di business diversa, a seconda delle strategie e del piano operativo. Non significa “sei una startup quindi marketplace” o “vuoi gestirti il marketing quindi ecommerce”, la scelta richiede molte valutazioni e analisi per comprendere al meglio ciò che si adatta di più e che può portare il business alle stelle. Cosa consigliamo di fare? È doveroso affidarsi a degli Shopify Expert che possono indirizzare l’imprenditore sulla strada migliore per il proprio ecommerce. In alternativa, se vuoi saperne di più su quali marketplace andare a vendere ti consigliamo il nostro ebook gratuito sui migliori marketplace nel settore della moda in cui andiamo nel dettaglio per ogni marketplace, facendo capire al lettore costi, vantaggi e possibilità di personalizzazione.
Le emozioni vendono. E questo chi si occupa di emotional branding per ecommerce o più in generale per il web, lo sa. Non è soltanto un’affermazione ma una realtà. Riuscire a suscitare nelle persone delle emozioni, facendo in modo che queste vengano associate a un prodotto o a un servizio è molto importante. I clienti, online od offline, si ricordano di un brand se questo è stato in grado di legare emozionalmente con loro. Pensiamo a quando facciamo una qualsiasi esperienza di acquisto, è il nostro rapporto con il brand e quindi con chi se ne occupa - commessi offline e assistenti alla vendita online - che fa davvero la differenza. Ogni volta che si crea un funnel di acquisto, bisogna domandarsi: cos’è che porta la persona a tornare sul mio ecommerce? La risposta non è univoca, perché a fare la differenza è la velocità di un sito, il suo design, la semplicità con la quale un utente riesce ad acquistare un prodotto o servizio, ma soprattutto l’esperienza che ne ricava dal processo, fino al check-out. Ma ciò che davvero pone le persone benevolmente nei confronti di un brand è il modo in cui vengono trattato dallo stesso, ovvero la considerazione che ha il marchio ha di loro come individui e non soltanto come dati. Approfondiamo in questo articolo cos’è l’emotional branding e come questo può aiutare la tua azienda a fidelizzare i clienti. aumentare i profitti e a migliorare la reputazione. Cos’è l’emotional brand Emotional branding e in più generale, Marketing delle Emozioni rappresentano una parte della strategia che un’azienda dovrebbe porre in essere, per aumentare le sue conversioni e quindi le sue vendite. L’Emotional brand è un modo di fare branding, basando le scelte stilistiche e comunicative sulle emozioni. Un esempio di servizio che funziona proprio grazie a questa tecnica è Netflix. Netflix, volendola classificare in modo semplice, è un e-commerce di servizi che funziona con il metodo degli abbonamenti. Per una determinata cifra mensile, hai accesso a una categoria illimitata di film e serie in ogni momento. Questa scelta di business è basata sulla tecnica emozionale, secondo la quale si incentivano le persone a restare a casa, a guardare serie o film in compagnia della propria famiglia e senza troppo stress. Le persone scelgono i vantaggi emozionali che offre questa piattaforma: zero file, prezzi bassi, accessibilità in ogni momento e possibilità di godersi il caldo e comodo soggiorno di casa propria, in silenzio e senza interruzioni pubblicitarie. Chi sceglie Netflix, lo fa perché mentalmente non deve pensare a nulla se non ad accendere la TV e godersi lo spettacolo. Gli utenti sono sicuri che troveranno sempre ciò che cercano e senza problemi. Si fidano di Netflix e di quello che offre. Questo basta a far sì che il pagamento diventi automatico ogni mese. Allo stesso modo, chi opta per un brand di un ecommerce, lo fa perché gli trasmette affidabilità e sicurezza, oltre che disponibilità. Se si torna su di un negozio online, lo si fa perché l’esperienza di acquisto è stata positiva, non per i prezzi più bassi o per il sito bello e funzionale. Al centro del marketing emozionale e quindi dell’emotional brand, ci sono le persone ed è questo che genera fidelizzazione. Un brand per essere ricordato dalle persone deve: essere onesto e affidabile - onesto e trasparente soprattutto in merito ai prezzi e alle spese di spedizione; avere dei valori etici e morali che sono in equilibrio con quelli dei suoi clienti; proporre prodotti e servizi che non rappresentino soltanto delle soluzioni ai problemi del consumatore, ma che rispecchino un’esperienza emozionale positiva oltre che estetica; costruire una relazione con il cliente, partendo prima di tutto dalle preferenze e abitudini del cliente. Questi sono alcuni dei punti base dai quali partire per creare un marketing forte e che converta, ma soprattutto in grado di migliorare il tuo business. Come l’emotional brand migliora il tuo business Le emozioni possono guidare una strategia? Sì, lo devono fare non è soltanto questione di poterlo fare. L’emotional marketing è una componente importante di una strategia di inbound marketing e se strutturata bene, è in grado di guidarla. Ma come l’emotional marketing può guidare il tuo business? Lo differenzia dai competitor che basano, magari, la loro strategia solo sui prezzi; può aiutare a creare un rapporto umano con il cliente, colmando il divario tra consumatori e azienda stessa; migliora l’immagine dell’azienda; aumenta la fedeltà del cliente, che portato a identificarsi sempre più con il brand, tornerà sull’e-commerce per acquistare. Chiaramente, alla base di un negozio online di successo c’è la scelta di iniziare un progetto ecommerce rispettando tutte le regole basiche, ovvero: design del sito coinvolgente semplice, ma di effetto; ottima navigabilità dell’ecommerce; checkout page semplice; offerta di diverse modalità di pagamento; assistenza clienti sempre attiva. Vuoi iniziare a utilizzare l’emotional branding per il tuo e-commerce? Continua la lettura. Tecniche di emotional branding per ecommerce Ora che ci siamo soffermati su cos’è l’emotional branding, su come può aiutare il tuo ecommerce, scopriamo quali potrebbero essere le tecniche da applicare per avere successo con il marketing emozionale. La scelta dei colori è fondamentale, i colori caldi tendenzialmente coinvolgono di più chi li guarda, intensificando quindi le emozioni degli utenti. Impara ad usarli; Prediligi le forme tonde a quelle quadrate per il tuo sito. Sono più armoniche e suscitano più dolcezza; Migliora il tuo customer engagement, ovvero rendi l’interazione con i tuoi clienti più attiva, colloquiale. Il tuo brand deve diventare parte integrante della vita sociale dei clienti; Guadagna la fiducia dei tuoi clienti, fai sì che essi associno sempre il marchio con esperienze ed eventi positivi; Fai in modo che il tuo brand faccia sentire la sua voce e che espliciti meglio i suoi valori e ideali; rendi il tuo marchio flessibile ai cambiamenti; dai sempre la priorità alle esigenze e ai desideri dei clienti; impara a usare lo storytelling per raccontare la tua azienda. Le storie, se ben raccontate, rappresentano una fantastica strategia di marketing emozionale. È bene sapere che l’emotional branding è una tecnica di marketing che funziona se abbiamo ben chiaro chi sono i nostri clienti e cosa desiderano. Quindi, per creare una strategia efficace di marketing emozionale, studia attentamente il tuo target. Se conosci bene le persone che interagiscono con il tuo negozio online, fare lead generation sarà molto più semplice. Conclusioni L’emotional branding è sicuramente una parte importante del successo di un e-commerce, ma ancora di più lo è partire con un progetto ecommerce. Vuoi realizzare un ecommerce con Shopify, affidati a noi
Per comprendere cos’è la riprova sociale e come applicarla nel marketing partiamo da un esempio esplicativo. Ipotizziamo che tu sia partito in vacanza per una città nuova e che vuoi concederti una pizza con gli amici, la famiglia o la tua dolce metà. Passeggiando per strada noti due pizzerie a poca distanza l’una dall’altra. Non hai molti elementi per capire qual è la migliore, ma in questo caso puoi fare affidamento alla riprova sociale. Se in una pizzeria c’è molta folla e l’altra invece è vuota, molto probabilmente opterai per quella dove c’è un maggior numero di persone. Perché? Perché se in tanti hanno scelto quella pizzeria un motivo ci sarà. Ebbene, anche se non hai alcuna conoscenza delle due pizzerie, la riprova sociale può comunque fornire utili spunti per la tua scelta finale. Se stai per mettere in piedi un progetto ecommerce devi quindi partire proprio dal concetto di riprova sociale, rendendo subito il tuo sito autorevole e affidabile sfruttando soprattutto i commenti positivi dei tuoi clienti. Ma come applicare la riprova sociale nel proprio ecommerce? Lo scopriamo nei successivi paragrafi. Cos’è la riprova sociale e come si applica nel marketing Precedentemente abbiamo applicato il concetto di riprova sociale in un’attività commerciale fisica, cioè una pizzeria, ma è possibile farlo anche nel web? La risposta è sì anche se chiaramente le dinamiche cambiano. In un punto vendita fisico subentrano una serie di fattori come empatia, abilità del venditore, impatto visivo delle vetrine ecc. che potrebbero facilitare la vendita o comunque la fidelizzazione del cliente. Molti di questi fattori mancano nella compravendita online, poiché il cliente è “solo” nella sua scelta d’acquisto e si interfaccia quasi esclusivamente con l’ecommerce. Quando naviga online il cliente vuole essere rassicurato sul fatto che sta facendo la scelta giusta e trova conferme proprio nelle opinioni, nelle recensioni e nei feedback delle persone che hanno acquistato e testato precedentemente quel prodotto o quel servizio. Uno dei giganti del web nel campo nelle vendite online che meglio di tutti ha saputo sfruttare la riprova sociale è Booking.com, azienda leader del turismo internazionale. Qual è stata la mossa vincente di Booking? L’azienda raccoglie le recensioni dei clienti e le mette in bella vista, affinché chi sta visualizzando un alloggio può leggere direttamente le esperienze vissute dagli altri precedenti viaggiatori. In questo modo il cliente trova già molte risposte alle sue domande e si sente proiettato verso quel viaggio o verso quella struttura dove potrebbe alloggiare. Booking però non si è fermato qui poiché, sfruttando l’effetto scarsità e urgenza, indica quanti posti sono ancora disponibili e se ci sono altre persone che stanno visionando quell’offerta. Al principio di riprova sociale affianca quindi quello di scarsità e urgenza, tre leve persuasive vincenti che spesso convincono l’utente a svolgere l’azione desiderata. Inoltre Booking suddivide le varie offerte per categorie. Se ad esempio una coppia sta cercando alloggi per due, Booking mette in evidenza proprio quegli alloggi per coppie, con tanto di opinioni in bella mostra. Se tantissime coppie sono rimaste soddisfatte di quel soggiorno, allora c’è un motivo in più per scegliere quella struttura. In questo modo si sfruttano alla perfezione i principi di inbound marketing, che in modo discreto suscita interesse nel cliente e lo attira in modo naturale verso l’azienda tramite la creazione di contenuti pertinenti che generano un valore tangibile senza invasive e fastidiose pubblicità. La riprova sociale va ovviamente adattata alla propria strategia di marketing del proprio ecommerce, e ovviamente al settore in cui operi, per sfruttarne al massimo tutti i vantaggi. I 4 principi cardine della riprova sociale Basta quindi che un buon numero di persone svolgono un’azione o acquistano un servizio o un prodotto per aumentare di colpo il numero delle vendite? In realtà non è così automatico. Per prima cosa è necessario programmare un’attenta strategia di lead generation, cioè quell’insieme di azioni che consentono di generare una lista di potenziali clienti che, per attitudini, preferenze e abitudini, sono realmente interessati a quello che offri. Così facendo hai una base di lead e clienti sulla quale lavorare per incrementare il tuo volume d’affari. Fatto ciò devi conoscere alcuni principi cardine, strettamente legati al concetto di riprova sociale, per essere sicuro di fare centro. Ne sono 4 e li analizziamo uno ad uno nei seguenti sotto paragrafi: Persuasione; Vicinanza; Autorevolezza; Reciprocità. Persuasione Un primo concetto da analizzare è quello di persuasione. Non tutte le persone sono così facilmente influenzabili o persuadibili e quindi, a seconda dei casi, bisogna spingere su leve differenti. Ecco un elenco delle figure che hanno un maggior potere persuasivo: Esperti del settore e celebrità. Gli influencer esperti in un determinato settore, oppure attori e personaggi famosi che prestano il loro volto per la promozione di un prodotto, indubbiamente conferiscono autorevolezza e affidabilità a quel brand; Parenti e amici. Gli utenti tendenzialmente si fidano di più delle persone con le quali hanno rapporti stretti, come amici e parenti, che danno consigli disinteressati e rilasciano testimonianze veritiere; Utenti generici nei quali identificarsi. Gli utenti si fidano di persone sconosciute ma nelle quali possono identificarsi. Prima abbiamo fatto l’esempio della coppia, ma lo stesso discorso si può fare per una famiglia che si fiderà della recensione di altre famiglie; La “saggezza della folla”. Il giornalista James Surowiecki ha teorizzato la saggezza della folla, una teoria sociologica secondo la quale la folla è in grado di fornire una risposta adeguata e pertinente, addirittura più affidabile di quella data dai singoli esperti. Se tantissime persone optano per un prodotto o un servizio, c’è la convinzione che sia il migliore pur non avendolo mai provato. Vicinanza Un altro concetto da considerare è quello di vicinanza. Ipotizziamo che un utente sia sposato con figli e che abbia un amico che, come lui, è sposato e ha dei figli. Tra i due la vicinanza è molto forte, poiché devono affrontare le stesse problematiche e condividono gli stessi interessi. I consigli dati dall’uno all’altro vengono quindi percepiti come affidabili proprio per il concetto di vicinanza. Autorevolezza Anche il principio di autorevolezza in parte già lo abbiamo trattato e sta a indicare che persone esperte in un determinato ambito sono considerate più autorevoli e affidabili. Se quindi svolgono un’azione ben precisa, come l’acquisto di un prodotto, ispirano una maggiore fiducia. Reciprocità C’è infine un altro concetto, strettamente legato alla riprova sociale, che può dare una bella spinta alla tua attività. Si tratta del principio di reciprocità. Detto in breve consiste nel dare ad una persona qualcosa senza necessariamente pretendere qualcosa in cambio. Quando trova applicazione il principio di reciprocità? Facciamo alcuni esempi per rispondere. Una palestra potrebbe offrire un mese gratis, dando ai clienti la possibilità di testare i servizi offerti senza pagare nulla. Oppure un copywriter potrebbe scrivere un articolo gratuito per un amico che, se soddisfatto, potrebbe affidargli altri lavori a pagamento. O magari si potrebbe scrivere un ebook e poi distribuirlo gratuitamente sul proprio sito. Un cliente che ha ricevuto gratuitamente qualcosa da te si sentirà moralmente in debito, quindi scegli con attenzione cosa donare per sfruttare al massimo il principio di reciprocità. Le leve da usare per la riprova sociale nel marketing Una volta capito cos’è la riprova sociale, è opportuno comprendere quali sono le leve sulle quali spingere per sfruttarla al massimo. Ricorda che, per prima cosa, hai bisogno di un ecommerce dall’interfaccia grafica intuitiva e che favorisca una navigazione fluida e performante. La cosa migliore sarebbe realizzare un progetto Shopify, una piattaforma moderna e adattabile per ogni tipologia di business che offre una serie di funzionalità avanzate per mettere in piedi strategie efficaci per la fidelizzazione dei clienti, come le già citate lead generation e inbound marketing. Ecco un elenco di leve da sfruttare: Opinioni. Più volte nel corso dell’articolo abbiamo sottolineato l’importanza delle recensioni e dei feedback dei precedenti clienti. La stragrande maggioranza degli acquirenti online legge le precedenti opinioni per decidere se portare a termine l’acquisto o meno. Invoglia quindi i tuoi clienti a rilasciare recensioni quanto più accurate e approfondite possibili; Voti. Proprio per avvalorare ancora di più le opinioni, sarebbe un’ottima idea dare agli utenti la possibilità di inserire dei voti per descrivere la loro esperienza. I voti che arrivano da piattaforme esterne sono chiaramente più affidabili rispetto a quelli che appaiono sul sito del brand, che potrebbero essere pilotati o manipolati; Recensioni di influencer. Se un influencer o un personaggio famoso rilascia una recensione positiva sul tuo prodotto, sarà più facile per te aumentare il numero di clienti e di vendite; Numeri. I numeri hanno sempre un grande impatto e soprattutto non possono essere contestati. Sfruttali quindi per dare maggiore autorità al tuo brand, elencando ad esempio il numero di vendite totali in un mese e la percentuale di clienti soddisfatti; Engagement sui social. Una pagina social attiva è sinonimo di un’azienda dinamica e attenta alle richieste degli utenti. Conclusioni La riprova sociale è uno strumento molto potente utilizzato ormai da quasi tutte le aziende, ma bisogna comunque sfruttarlo con saggezza poiché, se usato nel modo sbagliato, può rivelarsi un pericoloso boomerang. Non tutti gli utenti sono così facilmente influenzabili e devi inoltre considerare che un commento negativo, se mal gestito o ignorato, può avere effetti catastrofici. Il tutto parte dalla corretta gestione del sito e dalla sua perfetta struttura. Durante l’articolo abbiamo parlato della possibilità di realizzare un ecommerce Shopify, un ottimo step per iniziare la costruzione della tua strategia di riprova sociale. Scorrendo il mouse sotto l’articolo troverai un ebook gratuito dedicato a Shopify che ti introduce ai concetti base della piattaforma.
Come guadagnare di più con il tuo ecommerce...mentre fai dell'altro. Se stai leggendo questo articolo molto probabilmente pensi di poter ottenere di più dal tuo e-commerce. Siamo convinti che avrai dato il massimo per ottenere la massima redditività dal tuo negozio online. L’avrai ottimizzato per i motori di ricerca, avrai scelto immagini di ottima qualità, progettato minuziosamente l’architettura con filtri e categorie che fossero chiari anche per tua nonna e…hai fatto bene! Tuttavia, capita spesso che quando si ha un E-commerce ci si concentri sui dati positivi, tralasciando quelli che potrebbero essere migliorati. Ad esempio, perché dovresti limitarti a guadagnare 20.000 € e non puntare a 50.0000 €? Cosa ti separa dal farlo? Per esempio, il fatto che non riesci a fidelizzare i clienti, o che ti stai perdendo un sacco di vendite perché non mostri prodotti correlati rispetto a quelli che sta visualizzando l’utente, non lo coccoli con promozioni personalizzate e, forse, ti dimentichi degli utenti che hanno già acquistato. In aggiunta alle attività di marketing automation, per l'ecommerce, è essenziale curare con attenzione e costanza la comunicazione con il target. Il content marketing, inteso come blog, ma anche come tutte le attività affini (email marketing, copy per adv, landing page etc.), rappresenta l’elemento che crea coesione tra i vari passaggi. La giusta comunicazione è l’elemento che aiuta a generare conversione. L'obiettivo della marketing automation per l'ecommerce: il tasso di conversione Molti siti E-commerce fanno fatica a prendere il volo, nonostante abbiano un traffico mensile di tutto rispetto. Altri invece hanno un tasso di conversione stagnante, che si ripete di mese in mese. Secondo Marketo & Ascend2 “Marketing Automation Strategies for Sustaining Success” (2015), la misura più utile delle performance di marketing automation è il tasso di conversione, afferma il 70% degli utenti di marketing automation di successo. E, secondo PR20/20 “Marketingscore report” (2014), le attività molto produttive della marketing automation hanno una media più alta del 60% di tasso di conversione da lead a vendita, e il tasso di queste attività efficaci ha un costo di acquisizione del cliente dell’1,4% più potente. Facciamo un esempio: Antonio ha un e-commerce che vende sedie, i tassi di conversione (in seguito CR) del suo negozio online sono stabili, ha un traffico di circa 10.000 utenti al mese, un CR dell’1% con uno scontrino medio di 150 €. Quindi, 10.000 utenti X 1% = 100 sedie vendute al mese. Fatturato mensile = 15.000 € Antinio vorrebbe aumentare il fatturato. Come fare? Ci sono due soluzioni possibili che può attuare: o deve aumentare il traffico al suo sito, ma ormai il pubblico è saturo dopo aver fatto SEO e progettato campagne AdWords o deve alzare il tasso di conversione, portandolo ad esempio al 2%. Quindi 10.000 utenti X 2% = 200 sedie X 150 € = 30.000 € Come aumentare il tasso di conversione? Con la Marketing Automation. Apri Amazon o Booking e noti subito che sono un po’ diversi rispetto al tuo sito, ci navighi un po’, esci, ci ritorni e ti accorgi che i testi, i prodotti e forse anche la grafica che visualizzi sono diversi a distanza di qualche ora, è come se sapessero cosa ti interessa…magia? No. Spionaggio? Non proprio. Si chiama marketing automation. Cos’è la marketing automation per ecommerce? Volendo dare una definizione generica, possiamo dire che è una branca del digital marketing, dedicata alle vendite online. La marketing automation per ecommerce può essere semplice come davvero elaborata, può essere implementata da grandi aziende come da piccoli business e trova la sua massima espressione all’interno di un sito e-commerce. Le azioni automatizzate di marketing sono finalizzate a mantenere coinvolti gli utenti e alla vendita di prodotti e si traduce nel consegnare contenuti personalizzati interessanti al singolo utente (mail, banner e pop-up in real time) al fine di farlo avanzare lungo il funnel di vendita. In poche parole, con l’automazione è possibile creare dei flussi di alimentazione personalizzati (Workflow) con l’obiettivo di acquisire nuovi potenziali clienti, convertirli in clienti e nello scenario migliore, in clienti fidelizzati. Tramite l’utilizzo di un software di marketing automation si possono automatizzare azioni molto targettizzate in base al verificarsi di specifici eventi, come azioni compiute dagli utenti sul tuo e-commerce. Dal momento in cui si registrano, vengono inseriti nel CRM, e, in base alle azioni che compiranno, entreranno a far parte di specifici workflow che li profileranno progressivamente. Inoltre potrai personalizzare la navigazione dei visitatori che non sono ancora identificati. Quali sono gli obiettivi principali della marketing automation? Automatizzare i flussi; Snellire le attività ripetitive; Aumentare i contatti interessati; Aumentare il tasso di conversione; Un e-commerce, per essere performante, deve risultare veloce e pratico nell’utilizzo, ed è in tale ottica che va letta l’automatizzazione dei flussi (i Workflow), che consente una navigazione rapida e senza intoppi per gli utenti. A questa operazione è strettamente collegato lo snellimento delle attività ripetitive, che appunto diventano automatizzate, quindi non più soggetti a persone fisiche che devono compiere sempre la stessa azione “x” volte. L’automazione è un processo che aiuta anche a generare meno errori e falle nei processi di inbound marketing. Tutto il team che lavora su un e-commerce viene quindi liberato da gravose incombenze, quindi può concentrarsi maggiormente sul “core business” dell’azienda. È grazie ai processi di automazione e quindi alle relative piattaforme utilizzate, come ad esempio Hubspot, che diviene possibile intercettare quelli realmente interessati da coloro che, invece, si stanno solo informando su prezzi, spese di spedizione e resi. Una volta individuato un potenziale cliente già registrato (per farlo serve attuare strategie di lead generation) ed interessato al prodotto, che però non ha ancora acquistato, quello che solitamente si programma di fare con la marketing automation è, ad esempio, un’attività di email marketing il cui obiettivo è ricordare al cliente i termini ultimi entro i quali procedere con l’acquisto. Ma non solo, perché con la marketing automation è possibile sfruttare anche altri strumenti come i Pop Up pubblicitari, che ricordano al nostro prospect di dover concludere l’acquisto. Con la marketing automation per ecommerce inoltre possiamo programmare tutte quelle operazioni che altrimenti dovremo fare a mano. E ciò implicherebbe segnare dei promemoria. Invece, in un’unica volta, si preparano tutte le azioni di marketing e si lancia il workflow. Ciò che sicuramente però si deve fare, è monitorare le azioni degli utenti, valutando così quali altre attività di marketing è necessario aggiungere al processo. Le automazioni per ecommerce: il funnel del marketing Per comprendere meglio come funziona la marketing automation per e-commerce, dobbiamo spostare l’attenzione sul cosiddetto funnel marketing. Funnel in inglese significa imbuto e rappresenta il percorso che deve portare il visitatore a trasformarsi in cliente. Per essere più chiari ecco un esempio di funnel applicato ad un negozio fisico. Supponiamo che in un negozio di abbigliamento in un giorno entrino circa 100 persone. Alcuni visitatori acquisteranno e diventeranno clienti, mentre altri se ne andranno senza comprare. Lo stesso discorso vale per gli e-commerce: non tutti i visitatori che atterrano sul tuo sito acquisteranno. Il funnel è quindi un imbuto immaginario: all’ingresso giungono diversi visitatori, ma non tutti arrivano alla fine del percorso. Il tuo obiettivo è ridurre quanto più possibile l’abbandono e portare il maggior numero di visitatori fino alla fine del tunnel, che significa acquisizione e fidelizzazione del cliente. Il funnel inoltre è utile alla marketing automation per ecommerce per capire in che stadio si trova il potenziale cliente, in modo da fornirgli comunicazioni e contenuti dedicati. Di seguito ecco il percorso ideale del visitatore: Utente generico; Lead, un contatto potenzialmente interessato alla tua offerta; Prospect, una persona che mostra alto gradimento e interesse verso l’offerta; Cliente, il visitatore viene convertito; Ambassador, il cliente diventa un vero ambasciatore del tuo brand avviando un passaparola virtuoso sia nell’online che nell’offline. Non è tanto la vendita l’obiettivo principale del funnel marketing, quanto piuttosto la fidelizzazione del cliente. L’utente potrebbe non acquistare perché non è disponibile ciò che gli serve, o magari preferisce un prodotto di un colore attualmente non presente. L’importante è aver fidelizzato quel cliente, che conosce il brand ed è disposto ad acquistare quanto prima. Come creare un funnel per ecommerce: le fasi e i contenuti da sviluppare Una volta capito cos’è il funnel per e-commerce, è prioritario soffermarci sulle fasi principali e i contenuti da implementare. Come già anticipato devi prestare grande attenzione al tuo pubblico di riferimento, raccogliendo le caratteristiche e le abitudini dei tuoi clienti in un database per definire le azioni più efficaci in termini di contenuti. Per raggiungere questi obiettivi Shopify rappresenta un valido alleato, un software versatile ed estremamente avanzato che si adatta ad ogni tipologia di ecommerce. Per attirare i tuoi potenziali clienti devi creare una serie di contenuti attrattivi e coinvolgenti. Puoi usare diversi strumenti che, agendo a livello omnicanale, raggiungono una notevole quantità di utenti. Blog aziendale, ottimizzazione SEO, social media ed email marketing sono alcune delle frecce nel tuo arco che ti consentono di creare un percorso d’acquisto rapido. La creazione dei contenuti, quindi basarsi sui principi del content marketing, è uno step altrettanto delicato e prevede principalmente 3 fasi, ognuna delle quali merita un’attenzione diversa: TOFU (Top of Funnel): in questa prima fase si possono utilizzare contenuti non eccessivamente impegnativi, l’importante è catturare l’attenzione dell’utente; MOFU (Middle of Funnel): è la parte centrale del funnel che dovrebbe trasformare il lead in prospect. Qui puoi usare contenuti più specifici e approfonditi per fare breccia nel cuore dell’utente; BOFU (Bottom of Funnel): la parte finale dell’imbuto, cioè dove l’utente è finalmente diventato un cliente. Per non fartelo scappare puoi proporre contenuti molto interessanti, come coupon, sconti o ebook gratuiti. Progettare in modo sistemico e mirato queste fasi ti consente di realizzare contenuti mirati, concentrando i tuoi sforzi e limitando le perdite di tempo. Ragiona sempre dal lato del cliente e chiediti quali sono i servizi o i contenuti che vorresti trovare su un sito che vende prodotti e beni di tuo interesse. Vantaggi del marketing automation per l’e-commerce Una buona user experience si traduce quindi in massimizzazione dell’investimento. Il marketing automation migliora il tuo ecommerce e ti garantisce una serie di vantaggi tangibili. Analizziamoli di seguito. Segmentazione del pubblico Puoi conservare i dati dei tuoi clienti in un apposito database che contiene informazioni preziosissime. Con la marketing automation puoi ulteriormente segmentare il tuo pubblico, cioè inviare le email oppure organizzare le campagne pubblicitarie in modo ancora più mirato e oculato. Personalizzazione dell’esperienza d’acquisto La personalizzazione dell’esperienza d’acquisto del cliente è strettamente collegata alla segmentazione del pubblico. Il contenuto che gli proponi è tagliato su misura delle sue esigenze e delle sue abitudini. Diventa molto più facile accompagnare il cliente durante il funnel e-commerce e portarlo fino alla meta finale, cioè l’acquisto. Invii automatizzati e pianificati di email per risparmiare tempo e fatica Prima del marketing automation dovevi inviare le tue email manualmente, con un’enorme perdita di tempo e dispendio di energie. Con i nuovi strumenti puoi pianificare l’invio di email per una settimana, o addirittura per un mese, in modo completamente automatizzato. Puoi addirittura scegliere l’ora, selezionando quella in cui l’utente può leggerla più comodamente. Risparmi tempo preziosissimo da dedicare ad attività più complesse e pertinenti al tuo business. Anche i tuoi team di lavoro avranno più tempo a disposizione a beneficio della produttività e della qualità dei servizi offerti. Impostare i workflow per ecommerce: l'importanza dei comportamenti di acquisto Una volta ottenute le informazioni fondamentali che rendono un utente contatto, quello che più ti premerà sapere se sei un gestore di un e-commerce è il comportamento sul tuo sito, come: La frequenza di acquisto Il primo ordine effettuato I prodotti acquistati, l’ultimo ordine I prodotti all’interno del carrello I contenuti più visualizzati/preferiti Avere queste informazioni ti permette di comunicare in maniera più pertinente e significativa. E, un software di marketing automation integrato con il tuo e-commerce ti darà tutte le informazioni di cui hai bisogno. Inoltre, come abbiamo già accennato, puoi personalizzare l’esperienza di ogni visitatore che atterra sul tuo sito e-commerce, anche delle persone che non hanno mai effettuato la registrazione, che non sono ancora contatti, grazie ai dati comportamentali e alle informazioni che si portano dietro attraverso i cookie, di conseguenza puoi far loro visualizzare banner diversi in base: Alla nazione di provenienza; Il tipo di dispositivo utilizzato; La fonte di referral (come hanno trovato il tuo sito, da quale altro sito sono arrivati, che keyword hanno fatto attivare per arrivarci, o su quale annuncio hanno cliccato); I comportamenti sul sito che hanno avuto nelle sessioni precedenti e in quella attuale; Workflow per ecommerce off site e on site Come dicevamo, un workflow è un insieme di azioni automatizzate e finalizzate che vengono eseguite tempestivamente solo se si verificano determinate condizioni. Accompagnano l’utente in tutte le fasi del processo di acquisto. I workflow possono essere legati all’esperienza di navigazione dell’utente in tempo reale, cioè quando sta visitando il tuo sito (come la modifica dinamica dei contenuti in base al tipo di utente). Queste azioni devono andare in sinergia con quelle che manterranno gli utenti coinvolti anche off-site (email, sms, social media). La marketing automation nell'ecommerce riesce a massimizzare l’efficacia dell’email marketing e delle vendite online, permettendo una personalizzazione capillare e una segmentazioni molto accurata e pertinente. Per esempio, se un utente riceve un coupon per il suo compleanno con un codice sconto, quando entrerà nel sito dovrà visualizzare un banner/pop-up che gli ricorderà di tale comunicazione. Ora vogliamo farti venire l’acquolina in bocca mostrandoti degli esempi di workflow che puoi implementare con un software di marketing automation. I workflow si possono suddividere complessivamente in due macro-categorie: - workflow off site: seguono l’utente fuori dal sito, intercettandolo con un approccio multi-canale (via mail, attraverso i social media etc...); - workflow on site: interagiscono quando l’utente sta navigando sul sito; Alcuni esempi di Workflow per ecommerce off-site 1) Email di benvenuto Evento scatenante: registrazione al sito L’iscrizione è un evento di cui devi per forza approfittare, dal momento che il contatto è più propenso a ricevere informazioni da te, hai l’occasione di avvicinarti a lui/lei e creare un primo legame attraverso una email personalizzata di benvenuto al fine di trasmettere i valori della tua azienda e, soprattutto, stimolare e incentivare un primo acquisto. Come? Inviando un coupon di sconto, per esempio, o concedendogli la consegna gratuita per il primo ordine 2) Email per il carrello abbandonato Evento scatenante: abbandono del carrello prima della fase di acquisto Per gli utenti registrati che non hanno effettuato l’acquisto, ma ne hanno solo avviato il processo, l’email è essenziale per ricordare loro i prodotti che avevano suscitato interesse. Stimola nuovamente quell’interesse. Come? Ricorda loro che i prodotti nel carrello sono acquistabili facilmente, invia un incentivo economico che possa allettare l’utente e suscita in lui credibilità e fiducia verso quei prodotti, allegando recensioni e testimonianze di acquisto. 3) Email transazionali post acquisto Evento scatenante: acquisto di un prodotto Quando un cliente compra sul tuo sito devi inviare un’email, detta transazionale, che riepiloga tutti i dettagli dell’acquisto. A cosa serve? Fa capire all’acquirente che hai una struttura solida e sicura, rafforzando anche la tua brand awareness. Ovviamente ringrazialo per aver scelto te ed, eventualmente, proponi articoli di blog o prodotti correlati al suo acquisto. Il marketing automation è uno strumento finalizzato non solo alla vendita, ma soprattutto alla fidelizzazione del cliente. Trattenere un cliente acquisito è molto più economico e vantaggioso che conquistarne uno nuovo. 4) Email di up-selling/cross selling Evento scatenante: acquisti passati Conoscere gli acquisti passati, ti offre un enorme vantaggio per suggerire dei prodotti correlati che stuzzichino la fantasia dei clienti. Mostra e consiglia prodotti caratterizzati da una qualità maggiore, un valore più elevato o in qualche modo collegati a quelli già acquistati. Attraverso una email di up-selling fai capire loro i vantaggi di una versione più avanzata del prodotto o servizio e come quello riuscirà a rispondere ai suoi bisogni e con una di cross-selling offri qualcosa che completi l'offerta. Come? Ricordati di non spingere l'acceleratore sulla vendita, usa la sottigliezza come arma: sii delicato e sii abile nel suggerire il prodotto giusto al momento giusto. 5) Email di riattivazione Evento scatenante: mancata apertura comunicazioni o accesso al sito Mettere in atto delle comunicazioni che andranno a riattivare i contatti/clienti dormienti per un database efficiente e in caso eliminare i contatti inattivi. Ricorda: avere un database funzionale è importante perché in caso contrario potrebbe intaccare la tua reputazione di mittente. I contatti non attivi possono essere: utenti che non aprono più le tue comunicazioni utenti che le aprono ma non acquistano da molto tempo utenti registrati da poco ma che non hanno ancora effettuato il primo acquisto Come? I dati sugli acquisti passati sono fondamentali in questo tipo di workflow per stimolare nuovamente un interesse verso la tua azienda. Alcuni esempi di workflow per ecommerce on-site Quando un utente è sul tuo sito, il tempismo è l’elemento chiave che hai a disposizione per riuscire a offrire i contenuti a cui è più interessato e aver più occasione di concludere una vendita. Devi interagire con lui in tempo reale, attraverso delle azioni programmate con anticipo che saranno innescate quando si verificherà una determinata azione. Il limite dei workflow off site è determinato dal fatto che devi avere la mail del visitatore per poter creare dei flussi di alimentazione. I workflow onsite ti permettono di personalizzare la navigazione in base ai comportamento di ogni visitatori (in rapporto al tipo di dispositivo utilizzato, nazione di provenienza, fonte di referral, comportamenti sul sito). 1) Web personalization Evento scatenante: visualizzazione del sito Il sito può diventare elemento dinamico in costante evoluzione personalizzando l'esperienza di ogni utente con contenuti dinamici in base all'utente che li visualizza. Si rivela un ottimo sistema per incentivare la vendita e fidelizzare i clienti. Come? La marketing automation ti permette di riconoscere i visitatori e far visualizzare pagine e prodotti diversi, attraverso contenuti dinamici (banner, foto, pagine del sito..) che si adatteranno automaticamente a seconda della persona che li visualizza. 2) Pop-up/Banner codice sconto per contatti non identificati Evento scatenante: nuovo visitatore L'arrivo di un nuovo visitatore al tuo sito è un'occasione da non farsi sfuggire. Devi stabilire un primo legame per riuscire a convertirlo in contatto e iniziare a implementare tutte quelle attività che andranno a stimolare il processo di acquisto. Come? Fai apparire dei banner che invoglino lo scambio dei suoi dati fondamentali (nome, cognome, email) in cambio di un coupon promozionale con uno sconto speciale per i nuovi iscritti alla newsletter. 3) Pop-up/Banner con sconto per il primo acquisto Evento scatenante: contatto che deve ancora effettuare il primo acquisto Insieme alle email che opereranno una volta che l'utente sarà uscito dal tuo sito, devi programmare delle comunicazioni in tempo reale trasmesse tramite banner/pop-up che stimoleranno i visitatori. Come? Fai visualizzare un banner che offre un extra sconto per il primo acquisto, incentiva l'avvio del processo di vendita. 4) Pop-up/Banner di suggerimenti dinamici con prodotti correlati Evento scatenante: visualizzazione prodotti Mentre i tuoi visitatori stanno curiosando nel tuo E-commerce e visualizzando i prodotti a cui sono maggiormente interessati, aiuta la loro navigazione e tenta di apparire ai loro occhi autorevole e utile alla soddisfazione dei loro bisogni e desideri. Come? Mostra loro prodotti correlati a cui potrebbero essere interessati. Se stanno visualizzando delle scarpe con il tacco, fai apparite un Forse potrebbe interessarti. Strumenti per fare marketing automation nell'ecommerce (+conclusioni) La marketing automation, se fatta nel modo giusto, è una fantastica opportunità per aumentare i tuoi guadagni e per mantenere alta la soddisfazione dei tuoi clienti. L'unico consiglio che possiamo darti è di scegliere con cura la piattaforma che utilizzerai e di affidarti a degli esperti per aiutarti a prendere questa decisione. Pensa ai report di fine mese, proiettati già nel momento in cui visualizzerai quell'aumento del tuo tasso di conversione e vedrai con i tuoi occhi il fatturato mensile in crescita. Uno degli strumenti che consigliamo è senza dubbio HubSpot che possiede un'integrazione nativa con gli ecommerce Shopify mentre per quanto riguarda piattaforme come BigCommerce, per l'integrazione dei dati, è necessario lo sviluppo di un connettore custom. HubSpot inoltre permette la raccolta dei dati anche da altre piattaforme, come social network, Google ADS, piattaforme per la gestione di webinar, eventi ecc... Cosa significa questo? Che l'evento scatenante può essere un mix di queste cose, per una personalizzazione della comunicazione ancora più completa. Non ti piacerebbe sapere se i tuoi visitatori hanno già comprato da te o guardare all’interno dei loro carrelli abbandonati? E non ti piacerebbe inviare di conseguenza dei messaggi mirati in tempo reale, mentre stanno navigando sul tuo sito o dopo che l’hanno lasciato, in base a quello che hanno visualizzato e alle azioni compiute? Ti sembra ancora così utopico l’aumento delle performance di vendita e un e-commerce sullo stile di Amazon? Contatta degli esperti Hubspot per partire subito a integrare la marketing automation nel tuo ecommerce. Se vuoi approfondire ulteriormente il discorso e ricevere consigli per ottimizzare le attività di lead nurturing, puoi scaricare qui sotto l’ebook gratuito dedicato al marketing automation e all’analisi delle performance.
Negli ultimi anni impazzano sul web gli influencer che, come suggerisce il nome, sono figure in grado di “influenzare” le scelte degli utenti o quanto meno di fornire utili consigli e suggerimenti. Il discorso si fa decisamente interessante se spostiamo l’attenzione all’influencer marketing negli ecommerce. Gli influencer possono infatti influenzare le decisioni degli utenti anche al momento dell’acquisto, quindi è facile intuire quanto potenzialmente possa essere efficace e potente questo strumento. Gli influencer, pionieri del web, sono ormai diventati professionisti e quelli con il maggior numero di utenti sono contesi dai principali brand e aziende. Ma nello specifico come funziona l’influencer marketing? Come sfruttarlo al meglio? E le strategie più efficaci? Ci sono rischi? Se cerchi risposte a tutte queste domande, che probabilmente si stanno ponendo i titolari di e-commerce, basta proseguire nella lettura dell’articolo. Chi è e cosa fa un influencer per ecommerce? L’influencer marketing è composto da una serie di attività portate avanti da testimonial o blogger che testano, provano e danno consigli su determinati prodotti, applicando su di loro una sorta di certificato di garanzia, in modo da veicolare potenziali clienti all'interno degli ecommerce. In ogni caso si tratta di persone ritenute influenti nel loro settore o in una particolare nicchia di mercato, figure affidabili che vengono riconosciute come vere autorità in quell’ambito. Non ci sono limiti, esistono influencer di ogni categoria e settore: automotive, tecnologia, film, viaggi, cibo, beauty ecc. Cosa fanno? Possono recensire prodotti o servizi, dando consigli preziosi da esperti del settore, o semplicemente parlare di argomenti specifici dando il loro personale punto di vista dall’alto della loro competenza. Altra cosa importante da considerare è il canale per diffondere i propri messaggi. Giorno dopo giorno spuntano sul web nuovi social, frequentati da un pubblico variegato che magari ha anche preferenze e interessi differenti. Instagram ad esempio, una delle piattaforme preferite degli influencer, pur essendo un canale versatile è più orientato verso determinati trend come la moda, i viaggi, il cibo, il settore beauty e fitness, quindi con target più femminili. Youtube invece ha un’anima più tech, infatti i principali influencer parlano soprattutto di gaming, automotive e tecnologia, quindi più orientato alla popolazione maschile in cerca di video-tutorial o recensioni prima di acquistare un prodotto. Integrare Youtube con Shopify, abbinata ad una strategia di influencer marketing può essere l'arma vincente per il tuo ecommerce. E poi c’è TikTok, popolato soprattutto da adolescenti, e quindi il target di pubblico è composto soprattutto da ragazzi giovani, dai 15 ai 25 anni. L’influencer marketing è quindi necessario per gli ecommerce? Da un punto di vista strutturale teoricamente se ne potrebbe anche fare a meno, ma questo significherebbe rinunciare ad una strategia moderna che invece porta nuove visite e nuovi clienti e che aumenta la visibilità del brand. Una buona strategia di influencer marketing, associata ad un’ottima piattaforma per il commercio elettronico come Shopify, può diventare un’arma potentissima per dare prestigio e visibilità al tuo e-commerce che può così imporsi anche in un mercato saturo e sempre più competitivo. Quali sono le migliori strategie da adottare negli ecommerce? Una volta compresa l’importanza che può avere l’influencer nelle vendite, bisogna capire quali sono le strategie più efficaci in base ai propri obiettivi e anche in base al proprio pubblico. Puoi anche scegliere l’influencer più rinomato nel tuo settore ma, senza un progetto ecommerce chiaro e strutturato, rischi di andare incontro ad un fallimento epocale e di investire soldi a vuoto. Sono 4 i passi che devi seguire per muoverti con i piedi di piombo e perseguire i tuoi obiettivi secondo una strategia studiata e ponderata, senza salti nel vuoto. Ecco gli step necessari: Stila il budget. La prima cosa che devi fare è stilare un budget, oltre il quale non puoi andare, e capire anche come intendi remunerare l’influencer. Se punti su un influencer vip, con centinaia di migliaia di follower, sappi che dovrai staccare un assegno decisamente corposo. I piccoli influencer invece possono accontentarsi anche di avere in omaggio prodotti o di servizi gratuiti. In ogni caso è necessario stabilire quanto sei disposto a spendere, così da poter fare una prima scrematura degli influencer e individuare quello che fa al caso tuo. Quello che si consiglia in questo caso è di cercare di fare una previsione delle vendite dell'ecommerce e calcolare così il ROAS. Selezione del canale social. Il secondo step è la scelta della piattaforma, legata comunque a doppio filo all’influencer. In base ai tuoi clienti, al tuo target di pubblico e agli obiettivi che intendi perseguire devi scegliere tra le varie piattaforme, ognuna delle quali può fornire prestazioni diverse a seconda di tanti fattori. Se intendi sponsorizzare un ecommerce che vende prodotti di bellezza o cosmetici, probabilmente il canale più indicato è Instagram. Se vuoi invece presentare un nuovo prodotto tecnologico, con video immersivi, vedute spettacolari, grafiche accattivanti e ricche di dettagli, Youtube è l’alleato migliore. Hai un e-commerce di abbigliamento dal taglio giovanile e trendy, rivolto principalmente ad adolescenti? Senza ombra di dubbio la piattaforma migliore è TikTok. Considera però che alcuni influencer preferiscono lavorare solo su determinate piattaforme, una cosa da tenere a mente al momento della scelta. Crea un percorso per l’influencer. Devi fornire un briefing all’influencer, una sorta di percorso da seguire con tanto di indicazioni, menzioni e hashtag da usare. Devi dargli tutte le informazioni di cui ha bisogno, ma questo non significa che devi imporre ritmo, stile e modalità della creazione dei contenuti. Hai scelto quell’influencer proprio per la sua creatività e la sua capacità di aumentare l'engagement, quindi non essere troppo invadente. Le sponsorizzazioni con gli influencer possono svilupparsi in diverse modalità: recensioni, dirette live dove i fan possono interagire, sondaggi, ricetti, guide, tutorial ecc. Studia con il professionista il “piano di battaglia” più indicato per ottenere il miglior risultato possibile. Definisci gli obiettivi. Cosa determina il successo o l’insuccesso della collaborazione con gli influencer? Gli obiettivi che intendi perseguire. Non tutti gli e-commerce hanno infatti gli stessi obiettivi, perciò bisogna identificarli prima di avviare la collaborazione. Un sito appena nato, che magari ha bisogno di farsi conoscere, più che alle singole vendite punta probabilmente ad aumentare la sua visibilità. In tale ottica un progetto Shopify può dare una grande mano, poiché fornisce strumenti in grado di indicizzare subito il sito che viene personalizzato in base al proprio target. Un’azienda già nota e consolidata sul mercato invece, con ogni probabilità, punta ad aumentare le proprie vendite. Tipi di influencer per l'ecommerce Il mondo degli influencer si è talmente sviluppato in questi anni che se ne possono individuare 4 categorie: mega influencer, macro influencer, micro influencer e nano influencer. Ognuno di questi influencer ha delle caratteristiche specifiche, costi e impatti sulle vendite dell'ecommerce diversi. Non tutte le aziende e gli e-commerce, soprattutto quelli di piccole dimensioni, possono permettersi il lusso di ingaggiare mega influencer, ma in questi casi basta affidarsi ai micro e ai nano influencer che costano di meno e che, paradossalmente, possono fornire anche prestazioni migliori. Conosciamoli meglio: Mega influencer. Questi personaggi possono essere considerati il top di gamma degli influencer, celebrità conosciute in tutto il mondo con una fan base composta da milioni di follower. Tra le figure più famose in Italia possiamo citare Chiara Ferragni o ClioMakeUp. Solo i grandi brand internazionali possono permettersi questi personaggi, considerati i top player dell’influencer marketing; Macro influencer. Sono youtuber o blogger diventati veri professionisti che si sono affermati grazie all’autorevolezza che hanno nel loro settore di riferimento. Vantano tra i 100.000 e i 500.000 follower e hanno una grande presa sul pubblico che li segue. Stiamo parlando di influencer che hanno comunque un “onorario” ancora abbastanza elevato; Micro influencer. Queste sono le figure alle quali devono puntare le piccole aziende con budget ristretti. Hanno una fan base compresa tra i 10.000 e i 100.000 follower e godono di una certa autorità soprattutto in alcune nicchie di mercato. Hanno un rapporto diretto e spontaneo con il loro pubblico e, proprio per questo motivo, riescono a creare un engagement elevato; Nano influencer. Infine ci sono i nano influencer che, pur avendo una fan base più ristretta tra i 1.000 e i 10.000 follower, gestiscono profili con alti tassi di coinvolgimento e di conversione. Anche queste figure si concentrano soprattutto sulle nicchie di mercato, quindi consentono di esplorare aree settoriali ancora vergini. Hanno costi più contenuti ma, potenzialmente, possono garantire risultati addirittura migliori dei macro e dei mega influencer. Rischi e vantaggi dell’influencer marketing negli ecommerce Usare gli influencer per vendere è una strategia che offre tantissimi benefici agli e-commerce. Puoi arrivare ad un pubblico altrimenti difficile da raggiungere con i tradizionali canali di comunicazione e, inoltre, un influencer riesce a instaurare un rapporto più umano e diretto con il potenziale pubblico. L’utente può infatti inviare domande, lasciare commenti o creare dibattiti, sentendosi così parte integrante di quel brand. Tuttavia bisogna maneggiare con cura questa strategia che, per quanto efficace, nasconde comunque delle insidie. La scelta dell’influencer ad esempio nasconde molti rischi. Potresti essere tentato dall’ingaggiare un influencer con un vasto pubblico di follower che però, nella corsa al like o al follow a tutti i costi, rischia di incappare in qualche “epic fail” che si riverserebbe negativamente sul tuo brand e non farebbe vendere il tuo ecommerce. O potresti puntare su un personaggio solo perché ha tanti follower, ma che magari incarna una filosofia completamente diversa da quella del tuo brand o che semplicemente non è sufficientemente autorevole in quel settore. Conclusioni L’influencer marketing nell’e-commerce è una strategia molto efficace ma, come indicato, va utilizzata con cautela. La quantità non sempre corrisponde alla qualità, quindi meglio scegliere un influencer meno noto ma che risulta affidabile ai tuoi occhi e adatto per il lavoro da svolgere, piuttosto che affidarsi a personaggi con tanti follower ma non idonei o addirittura pericolosi. Affinché tutto funzioni correttamente hai bisogno di una solida struttura alle spalle, a partire da un ecommerce ben consolidato, dal design intuitivo e dalla grafica accattivante. La cosa ideale sarebbe realizzare un sito Shopify e, se vuoi saperne di più, basta scaricare la risorsa gratuita a fondo pagina.
Il business dei negozi online di abbonamenti funziona e anche molto. Probabilmente non ce ne rendiamo conto, perché lo viviamo ogni giorno, ma il concetto di abbonamento in quanto tale è insito in noi. Porto subito all’attenzione due esempi vicinissimi a te: Netflix Amazon Prime Tutti o quasi, abbiamo l’abbonamento a Netflix o Prime Video di Amazon. A tutti piace la comodità di avere sempre a disposizione serie e film e di non dover pensare a pagare una certa cifra ogni mese. Il concetto di abbonamento, infatti, è un business che funziona perché elimina due grandi problemi dei consumatori: la pigrizia la paura di spendere soldi In particolar modo la seconda è una paura quasi tangibile, soprattutto nell’epoca che viviamo. Compriamo di meno e lo facciamo con più consapevolezza di quello che effettivamente possiamo acquistare. Un abbonamento ci toglie la possibilità di avere il senso di colpa del compratore e non ci fa pensare che ogni mese vengono scalati degli importi dal nostro conto bancario. Dato che però siamo in tema marketing, voglio portare altri due esempi vicinissimi a noi, ovvero gli abbonamenti agli stock di immagini e video per blog e social e gli abbonamenti a piattaforme come Shopify. Anche in questi casi prediligiamo la comodità del pagamento in abbonamento. Il business ad abbonamento è un modello che funziona e anche molto bene, scopriamo nel prossimo paragrafo il perché di questa affermazione. eCommerce di abbonamenti: perché funziona Il modello di business dei negozi online in abbonamento ha avuto una netta e prodigiosa crescita negli ultimi anni. Escluse le due motivazioni prettamente emozionali di cui abbiamo parlato nell’incipit dell’articolo, c’è da dire che il concetto di fare shopping si è evoluto notevolmente. Bisogna partire da una considerazione importante, ovvero che non a tutti piace fare shopping, che sia online od offline, di conseguenza i progetti ecommerce basati sugli abbonamenti funzionano bene perché vanno a eliminare il problema primario: fare shopping. Inoltre, le abitudini dei consumatori sono cambiate. Oggi anche il concetto di shopping online non è più come qualche anno fa. Anche per quello non c’è tempo e di conseguenza abbonarsi a siti che si reputa affidabili, come ad esempio delle farmacie online per il rifornimento trimestrale di farmaci da banco ad esempio, diviene quasi una necessità. La tendenza di questo business risponde all’esigenza comune di risparmiare ancora di più tempo e risorse. Si pensi agli abbonamenti di ecommerce nel settore food. Ve ne sono molti che offrono la possibilità di far arrivare a casa ogni mese una box di frutta e verdura, con una cadenza mensile - dipende dalle esigenze. In questo modo si sa che ogni 15 del mese, ad esempio, arriveranno “N” Kg di frutta e verdura fresca direttamente dall’orto “Y”, grazie all’ecommerce “Z”. Mi sono volutamente mantenuta sul generico per gli esempi, perché nel paragrafo successivo ne riporterò qualcuno specifico. Un altro settore che utilizza molto gli abbonamenti è quello del Beauty. Anche in quel caso si predilige l’abbonamento, magari bimestrale, per il rifornimento di prodotti di cosmesi. Il pensiero comune in merito a questa tipologia di acquisti è che interessi soltanto le donne, ma in realtà non è vero. Gli uomini anche amano comprare online è nettamente maggiore o almeno così sembra dai dati di molti ecommerce. Ma su cosa puntare per non sbagliare? Quali business in abbonamento possono funzionare più di altri. Scopriamolo nel prossimo paragrafo con degli esempi. Vendita in abbonamento: esempi Come sempre adoro gli esempi per spiegare bene un concetto, in questo caso ne voglio riportare alcuni che possono aiutare a capire quanto i negozi online in abbonamento siano vantaggiosi come scelta di business. Amazon Fino a qualche anno fa era possibile fare abbonamenti su Amazon solo negli Stati Uniti, ma poi il colosso del marketplace ha compreso la potenzialità del business e oggi è possibile anche in altri paesi. Puoi abbonarti a un prodotto, risparmiando sugli acquisti futuri. Abiby beauty box Settore cosmesi e beauty. In questo caso il business è totalmente fondato sulla modalità abbonamento. Con un minimo di spesa pari a €90 puoi ricevere a casa il box mensilmente dei prodotti che ti occorrono. Cortilia Settore food. Si definisce un ibrido tra ecommerce e abbonamento, in quanto da un lato è possibile usufruire dell’ecommerce per ottenere prodotti freschi a casa. Dall’altro è possibile sottoscrivere un abbonamento. In aggiunta a questi esempio voglio anche un attimo soffermarmi su un altro modello di business, simile al concetto di abbonamento, ma differente nella procedura, che però sta andando molto bene, ovvero quello degli ordini ripetuti. Amazon per esempio abbraccia anche questa tipologia di acquisto, proponendo al cliente un apposita sezione “acquista di nuovo”, dove ti vengono elencati i prodotti comprati in precedenza e di cui potresti nuovamente avere bisogno. Oltre Amazon vi sono numerosi ecommerce che hanno adottato anche questa metodologia di acquista, che è differente da un abbonamento classico sottoscrivibile, ma è comunque molto apprezzata dal consumatore in quanto fa risparmiare molto tempo e praticamente crea una domanda personalizzata in base all’interesse del target. Quali sono i benefici di questo modello di business? Gli ecommerce in abbonamento sono decisamente un vantaggio per un’azienda, in quanto garantiscono continuità di acquisti, fidelizzazione dei clienti - fattore importantissimo da considerare - e di conseguenza, costanza dei profitti. In ottica di marketing vi può anche essere un aumento dei profitti, anche quando si parla di negozi online di abbonamenti. È sufficiente semplicemente proporre dei prodotti di upsell saltuariamente, che sappiamo potrebbero interessare al nostro cliente affezionato, perché ormai lo conosciamo molto bene. Se poi siamo in grado di sfruttare la leva dell’esclusività dell’offerta, la vendita è quasi garantita. Ritorniamo però ai vantaggi per i quali questo modello di business conviene, ovvero: Aumento di valore dell’asset - se si ha conoscenza del numero di abbonamenti è più facile prevedere i profitti futuri; Modulazione della domanda - se conosci bene gli abbonati e i prodotti che acquistano, creare la domanda - personalizzata - è più semplice; Possibilità di fare ricerche di mercato - un abbonamento prevede o una box fissa o una a sorpresa da inviare al cliente. Si può sfruttare l’occasione inserendo nel pacco altri prodotti da fargli provare, facendogli esprimere il gradimento o meno. Quale migliore modo, se non questo, di fare ricerca di mercato? Ad ogni modo, il consiglio è sempre quello di sfruttare l’occasione dell’abbonamento per sottoporre il cliente a dei questionari di gradimento rispetto al servizio e al prodotto. È un’ottima strategia per migliorarsi. Ora che sai il perché il business degli abbonamenti sugli ecommerce funziona, è il momento di scoprire come costruire un negozio online di abbonamenti con Shopify. Realizza il tuo ecommerce di abbonamenti con Shopify Come avrai potuto capire l’aggiunta dell’opzione “Abbonamenti” implementa le tue possibilità di acquisto. Ma praticamente come puoi aggiungere questa opzione nel tuo sito creato con Shopify? Innanzitutto se ancora non hai un ecommerce e stai leggendo questo articolo solamente per avere un'idea su come vendere online, ti consigliamo di esporre il tuo progetto al partner Shopify che hai scelto e sicuramente ti guiderà passo passo per mettere in pratica le tue idee. Se invece hai già un ecommerce su Shopify, devi solo aggiungere un'App abbonamenti al sito, direttamente scaricabile dall'app store di Shopify. Riprendiamo la spiegazione direttamente dal pannello Help di Shopify. Se nel pannello di controllo Shopify hai installato un'app per gli abbonamenti disponibile nell'App Store di Shopify, puoi gestire gli abbonamenti nel pannello di controllo Shopify. Quando un cliente acquista da te un abbonamento, le informazioni sul prodotto e la frequenza dell'abbonamento diventano visibili nel pannello di controllo. Per configurare gli abbonamenti, devi completare la configurazione nell'app che hai installato. Grazie al pannello Abbonamenti che avrai reso accessibile ai clienti sul tuo ecommerce, potrai controllare i dati del target e verificare quanti e chi ha sottoscritto l’abbonamento. Per visualizzare i dati, devi aggiungere il filtro o la colonna Opzione di acquisto. I dati di abbonamento sono disponibili in tutti i report sulle vendite. Conclusioni Vuoi aumentare i profitti del tuo ecommerce? Aggiungi l’opzione abbonamenti e inizia a vendere con costanza e a fidelizzare il tuo pubblico. Inizia ora a strutturare un progetto ecommerce vincente con Shopify. ICT Sviluppo è partner di Shopify e può aiutarti a creare la Ferrari dell’ecommerce, devi solo affidarti agli esperti di Shopify e iniziare a correre la tua corsa vincente!