Il re-commerce è un business dedicato alla rivendita online di beni usati, mediante l’ausilio di piattaforme specifiche esterne al brand o grazie a sistemi interni, promossi stesso da quest’ultimo, come accade ad esempio in Levi’s, H&M ed altri. L'obiettivo finale è quello di ridurre l’impatto ambientale, favorendo il riuso di abiti e oggetti in buono stato. Inoltre, un altro degli obiettivi di questa nuova tendenza è di allungare il ciclo di vita di un prodotto. Il recommerce difatti è un ulteriore radice dell’e-commerce. Oggi sono in tanti anche i marketplace che lo sponsorizzano e i brand che hanno già adottato questa politica, un esempio è Zalando che promuove una categoria specifica “Zalando Second Hand”. La vendita dell’usato online è un trend fortemente in espansione di cui è bene informarsi, in quanto già molti brand hanno adottato questa filosofia. Hai un progetto ecommerce e vuoi anticipare le mosse dei tuoi competitor? Continua a leggere l’articolo e scopri di più sul mondo del Recommerce. eCommerce Vs Recommerce: differenze Partiamo dalle differenze basiche. L'ecommerce è la vendita di prodotti online su una piattaforma o un CMS come Shopify ad esempio. L'ecommerce in realtà è la base dalla quale parte questo nuovo trend, in quanto in realtà si parla di rivendere un prodotto già utilizzato. Il re-commerce invece è la rivendita di prodotti online già utilizzati mediante piattaforme specifiche esterne al brand o mediante strumenti stesso di quest’ultimo. Sull’ecommerce non ci soffermiamo più di tanto, mentre per il re-commerce è necessario approfondire, in quanto è sempre più una pratica affermata nel mondo del business online. La pratica di rivendere prodotti o articoli usati può riguardare qualsivoglia categoria, anche se quella dell’abbigliamento è attualmente tra le più ricercate visti ad esempio il caso dell'ecommerce C2C (consumer to consumer) Vinted. Anche il settore dell’arredamento con mobili e oggetti d’arte è in costante crescita. Un esempio attivo nel settore dell’ecommerce resta eBay per esempio. Pertanto il recommerce abbina la normale vendita, ad esempio su un sito Shopify, a tutto il mondo della sostenibilità e del riutilizzo. Ma perché il recommerce va così di moda? O almeno è iniziato ad avere una certa importanza nel business online? Scopriamolo nel prossimo paragrafo in cui analizziamo i tre vantaggi principali di questa scelta. Vantaggi della strategia recommerce Di vantaggi nel tempo, probabilmente, ne vedremo ancora tanti, ma per il momento elenchiamo i quattro principali, grazie ai quali il recommerce è una pratica così apprezzata dai brand e in fortissima crescita. Innanzitutto è un pratica che va ad allungare il ciclo di vita di un prodotto, rendendolo effettivamente riutilizzabile, chiaramente l’articolo deve essere mantenuto in ottime condizioni. Ciò che viene richiesto al brand o al marketplace che vuol vendere questo tipo di prodotti è serietà e trasparenza, tutto questo per evitare comportamenti opportunistici che possono danneggiare il consumatore finale. In secondo luogo il recommerce permette dal lato del consumatore di risparmiare sull’acquisto di un prodotto, venduto chiaramente non al suo prezzo originario. Dal lato del venditore di generare guadagno senza impiegare mezzi produttivi e materie prime per la produzione di un nuovo prodotto. In terzo luogo il recommerce incoraggia alla vendita di un consumo migliore, ovvero i consumatori comprano e/o vendono capi d’abbigliamento ben tenuti, non utilizzati troppo in precedenza. Nel mondo degli ecommerce sostenibili, questo può essere una mossa molto apprezzata da parte dei consumatori che cercano costantemente prodotti a zero emissioni oppure ecologici. Le aziende che adottano questo modo di vendere spesso registrano vantaggi anche dal punto di vista del marketing, con tassi di affidabilità e fedeltà più elevati, proprio per il motivo citato nel precedente paragrafo, ossia quello di una vision comune e un grande senso, da parte dell'impresa, di corporate social responsability. Nel prossimo paragrafo andremo a raccontare i casi di brand che hanno avuto successo con questa modalità di vendita e per i quali il recommerce funziona bene. Casi di successo del recommerce Tra i casi di successo che hanno adottato il recommerce come nuovo trend per le vendite online, ci sono: Vinted - già citato precedentemente, è un ecommerce C2C che aiuta a vendere, acquistare o scambiare prodotti di abbigliamento, scarpe e accessori di seconda mano. Vestiaire Collective - una piattaforma francese che permette di vendere e acquistare prodotti di lusso, appartenenti a brand noti come Gucci, Prada ed altri. Lampoo - piattaforma dove è possibile vendere capi firmati usati, acquistarli così come accessori e oggettistica. Oltre a queste piattaforme esterne vi sono anche quelle strettamente connesse al brand, come nel caso di H&M che permette la vendita di articoli di seconda mano tramite Sellpy - Second Hand Online, il negozio di vendita online dei prodotti di seconda mano di H&M. Vi sono poi altri due casi di grande successo che hanno saputo fare del recommerce un punto fortemente a favore della strategia di marketing. Come Decathlon rivende prodotti usati Nolhtaced ovvero Decathlon scritto al contrario. Decathlon ha modificato sulle sue insegne blu e bianche il nome del brand, al fine di promuovere un'idea di reverse shopping, dove appunto l'obiettivo è quello di vendere articoli sportivi vecchi o precedentemente utilizzati che rispettino comunque dei canoni di qualità e che siano venduti normalmente dal negozio. I consumatori che vendono a Decathlon i loro prodotti usati ottengono uno sconto sui futuri acquisti. Il buono può avere anche una valenza di due anni. L'obiettivo di Decathlon è quello di aumentare il concetto di riutilizzo degli articoli, implementando i servizi di riparazione e noleggio. Ma più di tutto il brand vuole sostenere l'ambiente limitando il più possibile gli sprechi e andando incontro alle esigenze dei consumatori. Come Ikea rivende prodotti usati Ikea, altresì ha promosso il servizio di buy back o riporta e rivendi, il cui obiettivo è quello di riprendere indietro i suoi mobili usati, offrendo un buono spesa che varia dal 30% al 50%. Il consumatore che vuole rivendere il suo mobile Ikea usato, non modificato, ha la possibilità di utilizzare un tool di valutazione interna per capirne l'effettivo guadagno. Al cliente che usufruisce di questo servizio viene poi regalata una Carta reso per fare nuovi acquisti online, valida anch'essa due anni. Ikea si propone di utilizzare la strategia del re-commerce per entrare nel business circolare entro il 2030. Un progetto a favore dell'ambiente e dei portafogli dei consumatori. Il recommerce promuove la riduzione degli sprechi, i consumi eccessivi ed è a favore dei servizi di riparazione e confezionamento in ogni negozio. I vantaggi di questa tendenza - in realtà tutt’altro che nuova - delle vendite online è facilmente riconducibile a un ottica di risparmio per il consumatore finale. In ottica ecommerce è sicuramente un trend che conviene adottare alla svelta per sbaragliare la concorrenza. Conclusioni Se hai un tuo ecommerce o aspiri a crearne uno, di sicuro potrebbe essere per te interessante promuovere la politica del recommerce, prima dei tuoi competitor. Essendo un trend in rapida espansione può essere veramente un'arma in più per aumentare le vendite e riuscendo inoltre a fidelizzare la clientela. Durante questo articolo abbiamo menzionato anche la piattaforma di Shopify e se non sai ancora cos'è, ti consigliamo di scaricare il nostro ebook gratuito sull'introduzione a Shopify.
L'ecommerce al giorno d’oggi non è più un’eccezione, ma una realtà consolidata! Tutti coloro che desiderano sopravvivere al cambiamento del mercato, hanno compreso l’importanza dell’avere anche un negozio e-commerce, oltre quello fisico. E questo soprattutto perché, oggi come oggi, il consumatore finale vuole fare compere rapidamente, senza intoppi e ancora di più, vuole ritirare o essere consegnato il suo pacco nel più breve tempo possibile. “Il tempo è denaro” e mai più affermazione si è rivelata vera negli anni. Questa condizione pone però un problema importante tra i competitor, ovvero come fare per differenziarsi? La personalizzazione del servizio è la risposta. Più si è bravi a rendersi unici nel modo di “servire” online il target, più sarà facile che quest’ultimo ritorni da noi. Chiaramente tutto ciò non è possibile farlo one to one con risorse dedicate, ecco perché i chatbot rappresentano un validissimo strumento di comunicazione. Ok, ma come fare per realizzare una shopping experience efficace? Approfondiamo nei prossimi paragrafi. Come fare shopping experience in modo efficace Quando si parla di shopping experience si fa riferimento all’esperienza d’acquisto del cliente su di un negozio online. Per comprendere meglio il concetto di shopping experience, è bene fare riferimento a casi reali con i quali abbiamo sicuramente confidenza. Poniamo l’esempio di un negozio fisico, in particolar modo quando vi entriamo per fare un acquisto. La prima cosa che facciamo qual è? Guardarci intorno e individuare cosa ci serve o può fare al caso nostro. Nella maggior parte dei casi ci viene incontro una commessa o un commesso e ci domanda se può rendersi utile. Il nostro giudizio verso il servizio parte da come veniamo accolti nel negozio e quindi se con sorrisi e carinerie o se con indifferenza. Già questo ci predispone bene o male verso un possibile acquisto. All’opposto se le carinerie divengono stalkeraggio e il commesso ci segue per tutto il negozio non lasciandoci mai soli, molto spesso non ci fa piacere. Ci deve essere il giusto equilibrio. Altrettanto fondamentale è l’ordine del negozio, quindi se troviamo tutto rapidamente e in ordine o meno. Allo stesso modo su un sito ecommerce ciò che notiamo subito, non appena iniziamo la navigazione, è il modo in cui è strutturato, ovvero: se troviamo la categoria che ci occorre, se la scheda prodotto è completa di tutte le info di cui abbiamo bisogno e se è fornita assistenza al cliente tramite chat. Ciò che davvero fa la differenza per un e-commerce è il modo in cui viene trattato il cliente, ovvero come viene assistito in fase pre, durante e post acquisto. Se è vero che in un negozio fisico quando la commessa o il commesso iniziano a seguirci ovunque ci infastidiamo, allo stesso modo se in un negozio online compare ogni 2 minuti un pop-up o un banner pubblicitario che dobbiamo chiudere mentre stiamo scegliendo un prodotto, non va bene. I banner pubblicitari e i pop-up rappresentano un tema molto sentito, in quanto se compaiono spesso non va bene, ma allo stesso tempo sono necessari per aiutare il cliente a venire a conoscenza di una promozione o uno sconto sul prossimo acquisto. Molto importanti poi, sono le comunicazioni che dovrebbero seguire alla compera online e quindi per esempio mail dove viene chiesto se si è soddisfatti del prodotto o meno, oppure una condivisione d'informazioni - sempre tramite mail - su come utilizzare, pulire ed eventualmente riparare un articolo. Ad esempio se si tratta di un negozio di abbigliamento, potrebbe essere un plus quello di offrire una convezione con un servizio di sartoria locale. O ancora la possibilità di usufruire di una consulenza gratuita con un shopping assistant per come indossare al meglio un capo. Indubbiamente sono tutte idee strutturate, ma che potrebbero fare - e di molto - la differenza con i competitor. Un altro modo per migliorare la shopping experience è quello di ascoltare i feedback dei clienti e quindi leggere le loro recensioni sul servizio. A volte quest’ultime possono essere dure da accogliere, ma fanno crescere molto la fiducia verso il brand. Il consiglio che diamo per ultimo, ma che non è il meno importante per un progetto e-commerce, è quello d’imparare a costruire una relazione tra negozio e cliente. Quest’ultima deve essere nutrita e deve divenire stabile per far sì che il cliente preferisca il nostro negozio online a un altro con prezzi più bassi. Quanto è importante la Shopping experience La shopping experience per un ecommerce è importantissima, perché è ciò che davvero fa la differenza tra un negozio online e un competitor. L’obiettivo di un progetto ecommerce B2B o B2C deve sempre e comunque essere quello di aumentare il customer retention rate, ovvero la percentuale di clienti che continua ad acquistare su di un negozio online. Più questo dato è alto, più vuol dire che stiamo facendo bene il nostro lavoro. Le aspettative dei clienti devono sempre essere pienamente soddisfatte e ciò vuol dire offrire un pieno supporto e assistenza al cliente. Un cliente soddisfatto è anche uno che è in grado di diminuire i costi del marketing e della promozione. Come? Con il famoso passa parola o con le recensioni che ci lascia. Se uno o più clienti parlano bene di noi, online e offline, sarà più facile per il nostro ecommerce aumentarne il valore. Da qui chiaramente, sarà anche più semplice attivare un costante processo di fidelizzazione. Altro aspetto molto importante rispetto alla shopping experience è la cura del cliente, come affermavamo nel paragrafo precedente. Se ci affidiamo ad un ecommerce CRM, possiamo avere una panoramica completa dei dati che ci interessano e in base a questi finalizzare meglio i nostri workflow o flussi di lavoro. Non solo però perché con questo tipo di strumenti si possono trarre importanti dati derivanti non solo dal proprio ecommerce ma anche dagli altri touchpoint con cui un contatto si interfaccia. I CRM pertanto servono a dare tutto ciò che serve ai merchant in termini di dati per creare una shopping experience di alto livello. Se siamo in grado di curare bene tutti questi aspetti integrando dati provenienti da più fonti, possiamo costruire una strategia di marketing per e-commerce efficace. 3 esempi di shopping experience online e offline efficace In questo caso prenderemo ad esempio 3 grandi brand online e offline che hanno fatto della shopping experience la base del loro successo, ovvero: Nike Zara RS Components C’è da premettere che indubbiamente questi, in quanto grandi brand, hanno fatto importanti investimenti in tecnologia e innovazione e il risultato per il fatturato è stato sorprendente. Se il tuo è un ecommerce piccolo, chiaramente dovrai adottare soluzioni diverse, in base al tuo budget. Nike Le presentazioni del brand in questo caso sono superflue. Un perfetto esempio sia per l’online che per l’offline. Nel caso di Nike due sono le cose in cui ha investito e che si sono rivelate vincenti per la shopping experience, ovvero: la personalizzazione dell'acquisto in store. Presso i negozi fisici Nike permette di personalizzare le scarpe scelte, indicando colore, materiali e suola. Vantaggio: unicità del prodotto acquistato; la possibilità che viene data ai clienti, tramite la scansione dei QR code delle scarpe scelte, di acquistare il paio di scarpe non presente nello store fisico online tramite l’App dedicata. Ergo non bisogna ritornare per l’acquisto e il cliente resta fidelizzato. Nike sa bene come trattare i clienti e come utilizzare la tecnologia a suo vantaggio. Zara Zara è un altro brand che ha capito come ottimizzare l’esperienza del cliente, ovvero favorisce l’acquisto tramite il sito online mediante l’ausilio dell’App dedicata, anche mentre si è nello store fisico. E il tutto per evitare al cliente di subire lunghe ore di attesa alle casse. Inoltre, all’interno di ogni camerino, Zara offre la possibilità di usufruire di una tecnologia d'identificazione delle onde radio RFID. Quest’ultima aiuta i clienti ad abbinare i capi scelti con altri presenti in store. Un vero esempio di upselling e cross selling insieme. RS components Rs components è un distributore mondiale di prodotti per l’elettronica e la manutenzione. Ecco cosa ha fatto quando si è reso conto che i clienti iniziavano a mostrare dubbi verso il brand e diminuivano gli acquisti online. Ha corretto le chiavi di ricerca; Ha migliorato la categorizzazione dei risultati di ricerca; Ha migliorato la ricerca tramite mobile; Ha migliorato il checkout dei clienti; Ha facilitato il servizio di acquisto dei clienti. In questo modo ha reso la shopping experience del cliente molto più veloce, facile e affidabile. Conclusioni La shopping experience come avrai potuto comprendere è fondamentale da curare per garantire al proprio negozio online e offline un buon ritorno dell’investimento fatto, ma è anche vero che bisogna innanzitutto partire da un CMS affidabile, come lo è appunto Shopify per costruire il proprio progetto ecommerce.
Nel mondo dello shopping online sta prendendo spazio un trend ormai in fortissima crescita, che vede centrale la velocità di consegna e la soddisfazione del consumatore, prendendo ispirazione dal settore food. Si pensi alle grandi catene di consegna a domicilio come Deliveroo, Just Eat, Glovoo e Uber Eats che consegnano il cibo ancora caldo al consumatore finale. Qualche anno fa questa idea era ritenuta alquanto impossibile, ma dopo la pandemia è divenuta una possibilità del tutto realizzabile. Da qui nasce l’intuizione di espandere questa possibilità anche agli altri e-commerce, in settori differenti, come ad esempio abbigliamento e tecnologia. Cos'è il quick commerce? Il quick commerce è un’evoluzione dell’ecommerce e consiste nel consegnare, nel giro anche di un’ora, il prodotto scelto sul negozio online. Il Q-commerce è anche rinominato come consumo del capriccio, in quanto la domanda che ci si pone è se realmente si ha bisogno di avere entro un’ora come nel caso di un vestito o di un prodotto tecnologico. Di per sé l’esigenza ha più senso per prodotti di beni primari come latte, uova, pane, pannolini, farmaci da banco, ma per tutti gli altri in realtà è in forte discussione che ce ne sia realmente bisogno. Al di là di tutto però l’idea funziona e molti ecommerce si stanno già adattando a questa nuova prospettiva, organizzando anche i dark store, ovvero i magazzini urbani situati nei pressi dei punti nevralgici delle città. Il quick commerce non potrebbe certamente funzionare senza i dark store, sarebbe alquanto complesso organizzare consegne delle merci in un giorno con uno spazio magazzino come per i negozi normali. Ecco quindi che il modo di fare acquisti online si trasforma del tutto, portando una nuova ventata di trasformazione nel mondo online. Se hai in mente di lanciare un progetto ecommerce o già ne hai avviato uno, ma vuoi sbaragliare la concorrenza, continua a leggere l’articolo. Come sono cambiate le abitudini di acquisto Prima di addentrarci nei vantaggi del quick commerce ci sembra doveroso fare una premessa su come siano cambiate le abitudini di acquisto dei consumatori, in special modo dopo la pandemia. Probabilmente si fa fatica a ricordare come vivevamo tutti noi prima del 2020, ma se ci sforziamo un po’ sicuramente ci verrà in mente che molte abitudini, ora date per scontate, prima non lo erano affatto. Un esempio è il lavoro agile, ossia la possibilità di lavorare da remoto o ancora l’opportunità di fare riunioni online senza necessariamente recarsi in un luogo fisico. Cambiamenti notevoli questi, la cui adozione è ancora in discussione in realtà, sebbene come soluzioni siano nettamente più vantaggiose. Nel mondo degli acquisti online la differenza si è percepita moltissimo e ha portato le persone a cambiare del tutto il loro modo di vedere in merito allo shopping online. I consumatori ora sono molto più abituati a ricevere a casa i loro prodotti preferiti, scelti sui loro negozi online di fiducia. Prima della pandemia questo trend era di sicuro già attivo, ma si stava evolvendo più lentamente. Come sempre però tutti i cambiamenti hanno una fase iniziale di adattamento, una di adozione e una in cui già si inizia a pretendere di più. Oggi, se navighiamo in un ecommerce, specialmente se sviluppato con Shopify, ci aspettiamo che tutto funzioni bene, velocemente e la consegna ci venga fatta in poco tempo. Non sopportiamo di perdere tempo e proprio su questo concetto si basa il quick commerce, ovvero il commercio veloce. Siamo già quindi alla terza fase, dove pretendiamo qualcosa in più per affezionarci a un negozio online, cosa non semplice da ottenere per un ecommerce. La fidelizzazione è sempre la chiave del successo, è necessario offrire al cliente un servizio efficiente ed efficace, quindi curare la customer experience, garantendo alle persone di ricevere esattamente quello che hanno ordinato e nei tempi promessi. Pena, le recensioni negative e quindi cattiva pubblicità. Online purtroppo il passo verso il fallimento è breve. È sufficiente deludere le aspettative del cliente una volta sola per perderlo. Ma quali sono quindi i vantaggi del Q-commerce? Scopriamolo nel prossimo paragrafo. I vantaggi del Quick Commerce Il commercio veloce è di sicuro un vantaggio per tutti gli ecommerce che desiderano cavalcare un nuovo trend. Iniziamo con il dire che per i consumatori è di sicuro un vantaggio perché assicura velocità delle consegne, ovvero nel giro di poche ore è possibile avere ciò che si è ordinato senza problemi. Originariamente la diffusione del quick commerce spaventava molto i piccoli commercianti, che si vedevano sempre di più messi da parte dal consumatore finale. La paura è che quest’ultimo potendo avere tutto e rapidamente preferisse il negozio online al piccolo store di zona, ma in realtà si è visto che con la creazione dei dark store questo rischio è andato a scomparire, potendo tutti approfittare di questa possibilità. I magazzini al centro della città permettono una migliore gestione logistica e possono gestire un grande quantitativo di merce, garantendo sempre al consumatore il suo prodotto. L’impatto positivo del quick commerce è visibile anche sull’ambiente, in quanto riducendo gli spostamenti da un luogo all’altro grazie ai magazzini collocati nei punti strategici e più vicini ai consumatori della zona, diminuisce anche l’inquinamento. Inoltre, il quick commerce è a favore dell’adozione di e-bike, monopattini e scooter elettrici, tutti a vantaggio di una minore emissione di CO2, vero obiettivo di tutti gli ecommerce sostenibili. 3 esempi di brand che utilizzano il Quick commerce In molti sono coloro che hanno adottato il quick commerce come evoluzione del commercio online e che hanno già iniziato a vederne i vantaggi. Un paio di esempi nel mondo delle grandi catene di supermercati sono il Carrefour con il servizio Hop, che consente di avere i propri generi alimentari in un’ora a casa e l’Esselunga, che entra nel mondo del Quick commerce con Deliveroo. Nel settore fioraio, Colvin, una startup spagnola presente a Milano, ha registrato un’importante crescita di fatturato grazie al quick commerce, dando agli abitanti del capoluogo lombardo di ordinare un mazzo di fiori direttamente su Glovo. Colvin è responsabile della preparazione dei bouquet e delle spedizioni ai diversi dark store mentre Glovo, invece, lo è del ritiro e della consegna al consumatore finale. Ad oggi il quick commerce è in rapida diffusione e di sicuro rappresenta un importante fattore di crescita per un ecommerce. Conclusioni Il primo passo per avere successo nel mondo dell’online è gestire il proprio progetto ecommerce con un CMS affidabile come Shopify oppure BigCommerce. Il secondo passo per realizzare un ecommerce è quello di pianificare tutto ciò che lo circonda , dal marketing alle spedizioni, che sono di fondamentale importanza per chi vuol cavalcare l'onda del quick commerce. Ti lasciamo pertanto questa risorsa gratuita per aiutarti nel tuo progetto ecommerce. Se tutto ciò non bastasse, ricorda che ci sono sempre degli esperti Shopify a tua disposizione per capire le tue esigenze.
Per shopstreaming si intende l’attività di vendere online, utilizzando il mezzo di live shopping sui canali social o su App ed e-commerce. Possiamo definirla come un’evoluzione delle vecchie televendite in TV. Solitamente i venditori a disposizione per il live shopping o fanno parte dello staff del negozio online o sono influencer appositamente scelti per pubblicizzare un prodotto. Gli influencer in questo caso sono veri e propri esperti di settore che aiutano a vendere i prodotti in modo ancora più immediato, rispondendo anche a dubbi o domande dei potenziali clienti. Il live shopping offre la possibilità ai clienti di entrare in contatto diretto con il negozio online, aumentando così la sua fiducia verso il brand, che si mostra appunto affidabile. Il live shopping è un’abitudine di vendita proveniente soprattutto dalla Cina, che da questo punto di vista è come sempre molto avanti rispetto alla tematica delle vendite online. Ma quali sono i vantaggi dello shopstreaming? Scopriamolo nel prossimo paragrafo. Vantaggi dello shopstreaming per le vendite online I vantaggi dello shopstreaming possono essere molti, l’importante è saper sfruttare bene l’occasione per ottenere il massimo ritorno sull’investimento. I vantaggi di prevedere questo tipo di vendita all'interno del proprio progetto ecommerce, possono comunque essere sintetizzati in: Miglioramento del rapporto tra brand e consumatore; Maggiore facilità e velocità riguardo agli acquisti online; Miglioramento della customer experience; Possibilità di mostrare i prodotti organizzando un vero e proprio show; Andiamo a vederli tutti nello specifico. Migliora il rapporto tra brand e consumatore. Se il brand si rende più disponibile e più presente nei confronti del consumatore, egli sarà più portato a ritenerlo affidabile. È lo stesso concetto di quando un consumatore entra in un negozio fisico, la presenza di una commessa sorridente e disponibile in grado di fornire consigli sugli acquisti da fare, sarà il punto forte del legame tra il cliente e il brand del negozio. Di sicuro le persone saranno invogliate a tornarvi. Allo stesso modo un ecommerce quando organizza una sessione live, dove è possibile fare shopping in diretta, può prevedere la possibilità da parte dell'utente di porre domande, consigli o dubbi al venditore: in questo modo si pone il cliente in uno stato di calma e buona predisposizione verso il brand. Egli saprà infatti che quell’e-commerce si prende tutto il tempo necessario per rassicurare il target e vendere il prodotto in totale trasparenza, visto che il tutto avviene in diretta. Rende più facili e veloci gli acquisti online. Il live shopping ha la peculiarità di rendere più rapidi gli acquisti online, in quanto il venditore mostra in diretta i prodotti, anche in base alle domande delle persone collegate. In questo modo i clienti non perdono tempo a cercare il prodotto online o a fare complesse comparazioni con altri siti ecommerce. Lo hanno lì davanti a disposizione e possono vederlo grazie al venditore che gli mostra tutte le caratteristiche. Ovviamente gli e-commerce devono fornire la possibilità di acquistare il prodotto stesso in live, in modo tale da non perdere il momento caldo. Migliora la customer experience. Acquistare online è comodo, ma la possibilità di farlo dal vivo dà molta più soddisfazione. Per questo motivo il live shopping funziona molto bene, perché unisce le due cose e rende le compere online molto più divertenti. Il coinvolgimento con il brand con la live shopping aumenta così il livello di customer experience, visto che il cliente ha l’opportunità di fare domande in diretta e di togliersi tutti i dubbi in merito anche a tematiche come packaging, spedizioni e politiche di reso. Permette di mostrare i prodotti realizzando un vero e proprio show. La creatività può essere alla base di un evento di live shopping, in quanto non è necessariamente detto che un prodotto debba essere venduto solo in un modo. Pensiamo ad esempio a degli abiti o a degli accessori. Se si vuole sapere se un abito è comodo, lo si può far indossare a una o più modelle con taglie differenti e farle camminare, sedere o altro. In questo modo l’abito può essere visionato da tutti i punti vista. Lo stesso è per un accessorio che può essere indossato. Se invece si vende biancheria per la casa, non solo la si può mostrare, ma si può far vedere una tavola apparecchiata per una cena elegante, ad esempio. Non c’è limite alla fantasia e alla possibilità di ampliare un’esperienza, facendo aumentare ancora di più il desiderio di acquistare un prodotto. Ma ora scopriamo come si può fare shopstreaming, con quali piattaforme o social. Come fare shopstreaming: piattaforme e social consigliati Probabilmente il “luogo digitale” su cui ha più impatto la live shopping sono indubbiamente i canali social, quindi Instagram, TikTok, Facebook, Youtube. Le piattaforme che invece sono specializzate nello shopstreaming sono Amazon live, Taobao Live e i luoghi digitali tradizionali come Google Meet, Teams o Zoom. Indubbiamente ciascuna di queste modalità di shoprstreaming ha il suo vantaggio e la scelta dipende anche e soprattutto dal numero di persone previste per la partecipazione. Una live su TikTok può accogliere più facilmente un gran numero di persone, le quali si possono anche aggiungere di volta in volta. Inoltre, a seconda anche del target, un canale social o una piattaforma con Meet o Amazon Live può fare la differenza. In base allo strumento che si utilizza cambia ovviamente anche il target, a seconda che la live venga trasmessa su TikTok o su Facebook. La scelta del canale su cui vendere in streaming, va fatta anche in base alle eventuali integrazioni con piattaforme ecommerce come Shopify oppure BigCommerce. Per quanto riguarda Shopify è integrato completamente nelle vendite in streaming con Youtube e ha dato vita a Youtube Shopping (ne abbiamo parlato in un precedente articolo che ti consigliamo di leggere se sei interessato al tema). Non mancano le integrazioni, come del resto fa anche BigCommerce anche ad altri social come Facebook o Instagram ma, al momento, solamente per quanto riguarda la visualizzazione dei prodotti dell'ecommerce all'interno dello shop nei social. La scelta del canale sui cui fare live shopping è importante, ma lo è di più quella dell’influencer, di cui parleremo nel prossimo paragrafo. Scegliere gli influencer per il live shopping, quanto è importante La scelta dell’influencer si può rivelare decisiva in una live di shopstreaming. A determinare l’importanza di quest’ultima è l’autorità dell’influencer online, quindi se i suoi contenuti sono apprezzati, se i suoi video hanno molte visualizzazioni e commenti e se è stato in grado in futuro di generare vendite con altri brand. Un influencer è un personaggio pubblico online, esperto di un argomento particolare, in grado d'influenzare le decisioni d’acquisto delle persone, grazie alla sua esperienza nel settore. Inutile dire che se è anche di bell’aspetto può aiutare molto a generare conversione. Naturalmente questo è un dettaglio, ma purtroppo nell’era dei social è molto importante. Conclusioni Un progetto e-commerce oggi deve avere molti assi nella manica se vuole generare conversione e vuole fidelizzare il target. Lo sviluppo con Shopify del tuo store online può essere sicuramente un primo ottimo punto di partenza per un business online, così come affidarsi a un'agenzia Shopify che possa aiutarti a comprendere di cos'hai veramente bisogno per andare a vendere online ed evitare di sperperare risorse in progetti sovra o sotto dimensionati. Dopo aver impostato le basi di un e-commerce, quindi aver creato il sito e caricato i prodotti, nonché aver pensato alla strategia da porre in atto, è fondamentale cercare la più grande quantità possibile di clienti attraverso il live shopping.
Il prezzo psicologico è una strategia utilizzata dal pricing per influenzare gli acquisti dei consumatori sfruttando quelli che vengono definiti bias cognitivi. Tutto ciò si basa sul modo di ragionare del nostro cervello che usa due tipi di sistemi: quello di tipo 1, che induce a conclusioni poco ragionate e immeditate, e quello di tipo 2, con un ragionamento molto più profondo e lento. La psicologia dei prezzi nel marketing, quindi, include una serie di strategie per fissare il costo di un prodotto o servizio a vantaggio dell’azienda o negozio online. L’obiettivo di un prezzo psicologico è di soddisfare un bisogno psicologico del cliente e generalmente questo è sempre associato al concetto di risparmio, investimento in prodotti di qualità o quello di riuscire a fare un buon affare. Percettivamente, per il consumatore il prezzo del prodotto che desidera acquistare potrebbe apparire vantaggioso, ma in realtà non è così. Quello che il più delle volte subisce è una manipolazione psicologica verso il prezzo più conveniente per l’azienda. La psicologia dei prezzi in generale parte dalla consapevolezza che il consumatore, a meno che non sia realmente informato riguardo un settore, abbia dei bias cognitivi e asimmetrie informative da sfruttare per fargli credere che il prezzo sia più conveniente. Ma quali sono le strategie di prezzo più comunemente utilizzate ad esempio sugli ecommerce? 4 Strategie di prezzo usate dagli ecommerce Il charm pricing Questa è una delle strategie di prezzo più utilizzate all'interno degli ecommerce, e in particolare dei siti Shopify, probabilmente anche una di quelle che ha più successo nel marketing offline e online. Consiste nel togliere sempre un centesimo al prezzo reale, quindi se il costo è di 4€, dovrà diventare 3,99€. Psicologicamente chi acquista è tratto in inganno da questa tecnica perché ciò che viene visualizzato dal cervello, tramite ragionamento col sistema di tipo 1, sono i 3€ che i 4€. Solo ragionando con il sistema di tipo 2, difficilmente usato per i beni commodity, si riesce a capire che 3,99 è praticamente 4. Di prezzi così ne vediamo spessissimo sui negozi online ma anche i discount usano queste tecniche. Un esempio di questa strategia di prezzo possiamo vederla sullo store online di Kiko, il noto brand di cosmetici e make up. Effetto Decoy (chiamata anche effetto esca) Altra pratica da tenere in considerazione quando si pianifica il pricing relativo ai prodotti di un ecommerce è quella del cosiddetto effetto esca o effetto Decoy. Questa pratica è impostata in modo da aggiungere tra due varianti di prodotto una terza variante, spesso logicamente improponibile, con l'obiettivo di alterare le scelte del consumatore verso una o l'altra, sempre sfruttando il sistema di tipo 1 del consumatore. Esempio classico è riscontrabile al cinema con le scatole di pop-corn. Se avessimo solamente due grandezze avremmo: quella piccola al prezzo di 3€ e quella grande al prezzo di 7€. In questo caso la mente delle persone sarà improntata a catalogare la scatola grande come troppo cara e non voler quindi acquistare troppi pop corn. Inserendo un'alternativa che come dimensione sia una media tra quella piccola e quella grande ma con un prezzo simile a quello della taglia grande, ad esempio 6,50€, la situazione cambia. L'acquisto della scatola di pop corn a taglia grande infatti viene percepito come un acquisto conveniente e molte persone saranno tese ad effettuare quel tipo di acquisto con l'illusione di uscirne vincitori all'interno del gioco dei prezzi. Da notare è che la scatola con dimensione media rimarrà quasi sicuramente invenduta. Questa pratica viene molto spesso applicata anche negli ecommerce, ad esempio nel settore dell'elettronica. Chi vende computer molto spesso utilizza questo effetto aggiungendo tra le varianti di un pc, una variante con caratteristiche intermedie ma con prezzo più alto. Prezzo ancorato Il prezzo ancorato è quella strategia che invoglia il consumatore a pensare di fare un affare, quando invece il prezzo al quale egli acquista è quello che rispecchia realmente il valore. Un esempio di prezzo ancorato lo possiamo vedere sul sito di Unieuro Guardando il costo sbarrato il cliente penserà di aver risparmiato moltissimo, ma in realtà sta pagando il prodotto esattamente quanto è il costo reale. Anche questa è una strategia molto utilizzata durante il periodo del black friday. ATTENZIONE PERÒ!!!! Questa pratica, ed altre che hanno la finalità di ingannare il consumatore, all'interno degli ecommerce è sempre più condannata viste le nuove direttive dell'Unione Europea. La nuova direttiva Omnibus indica l'obbligo di indicare il prezzo medio applicato negli ultimi 30 giorni al prodotto. Questo sarà la base di partenza della scontistica. Ti lasciamo il testo integrale della direttiva Omnibus. Prezzo scorporato Per prezzo scorporato si intende quando il costo del prodotto viene separato da quello della spedizione. In questo modo, la percezione dell’acquisto per il consumatore sarà quella di pagare di meno il prodotto. Se invece si somma il prezzo del prodotto a quello della spedizione, il costo apparirà più alto e il consumatore tenderà ad andare altrove. Esempio più eclatante in questo caso sono riferibili ai prodotti venduti da Amazon. Spesso infatti alcuni prodotti vengono venduti non comprensivi delle spese di spedizione e vengono percepiti più convenienti rispetto a prodotti che hanno la spedizione gratuita. Queste sono alcune delle strategie di pricing più utilizzate, ma in generale il concetto è che nella psicologia di prezzo si tende a sfruttare la poca abitudine dei consumatori a fare i calcoli o a informarsi sui reali prezzi dei prodotti. Marketing e strategie di prezzo negli ecommerce: cosa funziona sempre Un concetto che sicuramente funziona sempre è quello di dare valore a un prodotto tramite il prezzo alto, questo nel marketing è definito come posizionamento. La competitività delle persone è una leva da sfruttare in quanto esse tenderanno sempre ad acquistare ciò che percettivamente è unico ed esclusivo. Facciamo un esempio. Su un campione di 100 persone 80 non acquisteranno il prodotto a prezzo alto, se non rateizzandolo nel tempo, ma 20 di queste invece lo compreranno a prezzo pieno. E questo perché c’è una cosa che nel marketing funziona sempre, ovvero il principio di esclusività: le persone sono disposte a spendere tanto se sanno che quel prodotto è a edizione limitata e che soltanto loro potranno averlo. Nella definizione di un prezzo altra cosa che funziona sempre è quella di lasciare la possibilità al consumatore di acquistare un prodotto in modo rateizzato, ovvero pagarlo in più tanche nel tempo. Non tutti possono pagare un prezzo pieno nell’immediato e su molti progetti ecommerce prevedono pagamenti a rate, proprio per favorire gli acquisti. Ci sono delle leve che se utilizzate con intelligenza funzionano sempre molto bene nella strategia di pricing di un e-commerce, ovvero: Scarsità e urgenza, concetto che abbiamo già affrontato nei precedenti paragrafi di questo articolo e che punta l’attenzione proprio nel far percepire al cliente il limitato tempo che ha a disposizione per fare un acquisto; Notorietà del brand, ovvero quando un personaggio famoso presta il proprio volto per pubblicizzare un marchio; Unicità del prodotto, ovvero quando un brand non ha rivali sul mercato e quindi può permettersi di avere un prezzo più alto; Sostenibilità, una tecnica che funziona molto per le aziende, perché oggi i consumatori sono apparentemente preoccupati dell’ambiente e scelgono prodotti venduti da ecommerce sostenibili. Un altro aspetto importante, di cui parliamo nella parte finale di questo articolo, ma è uno dei punti fondamentali da osservare per chi vende online è la tutela dei diritti dei consumatori. Nella scelta di un prezzo ci vuole trasparenza sui costi. Non si può trarre in inganno il cliente, si deve sempre essere onesti. A questo proposito risulta particolarmente chiara la Direttiva Omnibus per tutela dei consumatori. Tutti coloro che hanno un business online si devono adeguare alla Direttiva, la quale prevede l’obbligo di agire con maggiore trasparenza nei confronti degli utenti, fornendo loro indicazioni e dettagli su modalità, strumenti e applicazione di eventuale scontistica sui prezzi. Stabilire un prezzo di vendita per il tuo e-commerce non deve diventare un’ossessione o una preoccupazione. Con Shopify anche questo aspetto può essere gestito con tranquillità, scegliendo con attenzione i prezzi dei prodotti, nel pieno rispetto del mercato. Conclusioni Un progetto ecommerce indubbiamente richiede molta attenzione a svariati aspetti, le strategie di pricing sono tra queste anche in ecommerce sviluppati con piattaforme come BigCommerce. Se hai in mente di lanciarti nel business dei negozi online, vendendo i tuoi prodotti al consumatore finale o avviando un progetto ecommerce b2b, potrebbe essere interessante informarti su cos’è Shopify e come può aiutarti a realizzare il tuo obiettivo di business.
Per una qualsiasi attività online è importantissima la fase di lead generation, essa consente ad un ecommerce di dotarsi di una schiera di potenziali clienti, che se adeguatamente alimentati possono acquistare all'interno degli shop online. Ma cos’è la lead generation? Se volessimo definire questo concetto cosa potremmo dire? La parola inglese “Lead” vuol dire contatto e “generation” vuol dire appunto generazione, va da sé che per lead generation si intende l’insieme di attività di marketing preposte a generare nuovi contatti. Ma come fa un’azienda, ed in particolare un ecommerce, a prendere nuovi contatti? Mediante un insieme di azioni come la SEO, il blogging, l’advertising, la pianificazione di una strategia sui social network e tutta la parte di content marketing con relative landing page - ovvero le attività di marketing base. Ok. Ora la domanda potrebbe essere: ma basta fare questo per generare nuovi contatti? Beh no. Queste citate sono quelle attività senza le quali non si arriva molto lontano con un business online, ma è vero anche che devono essere costruite strategicamente, secondo un’idea di funnel marketing molto precisa. Ma non sempre tutte le attività di marketing base sono necessarie per un funnel marketing. A volte quest’ultimo funziona benissimo anche senza il blog per esempio e si riescono a raccogliere nuovi contatti anche con una landing page fatta bene. Insomma, la lead generation è un insieme di strategie e creatività di marketing costruite ad arte per un obiettivo preciso. Per strutturare un funnel marketing efficace è importante conoscere molto bene le buyer persona, ergo studiare attentamente il profilo del target per proporre azioni mirate ed efficaci. Andiamo ora ad approfondire come funzionano le strategie di lead generation nel caso di progetti ecommerce, inoltre analizzeremo come fare pianificarle nel modo migliore possibile. Usare il funnel per fare lead generation per l'ecommerce Prima di tutto è importante soffermarsi sulla definizione della parola inglese “Lead”. Cosa si intende per Lead? I lead rappresentano i clienti potenziali, che potrebbero quindi essere interessati al prodotto o servizio e che dobbiamo convertire in clienti, tramite le strategie di lead nurturing. Fatta questa doverosa premessa che ci sarà utile, nel corso di questo articolo, per meglio comprendere come si struttura una strategia di lead generation per l'ecommerce, andiamo ora ad approfondire i 3 golden point da osservare per generare contatti. Offri ai contatti un lead magnet per attirarli - un contenuto di approfondimento gratuito scaricabile solo previo riempimento di un form contatti; Costruisci delle Call To Action (CTA) parlanti ovvero che invoglino i contatti a compiere un’azione. Sfrutta eventuali landing page per convertire i visitatori anonimi in lead; Questi 3 punti base sono fondamentali per raggiungere almeno il primo obiettivo, ovvero quello di ottenere contatti. Ottenere contatti però non è sufficiente e per trasformarli in clienti è necessario essere costanti. Ad esempio se abbiamo a nostra disposizione i dati del contatto, lasciati spontaneamente, possiamo intraprendere azioni specifiche, come la condivisione di articoli di blog, l’invio di newsletter settimanali o mensili per aggiornarli su nuovi contenuti da leggere, promozioni e offerte. A questi golden point si aggiunge poi, soprattutto se si parla di e-commerce, un servizio molto efficiente di customer care, con live chat e chatbot dedicati sempre disponibili. Come si può vedere sono attività a prima vista banali, ma che hanno un grande riscontro per una strategia di lead generation. Ma una volta acquisito il contatto, quanto è importante la fase di monitoraggio? Qui ci viene in aiuto l’utilizzo di un CRM efficace, come può essere appunto Hubspot CRM. Approfondiamo nel prossimo paragrafo di cosa si tratta. L'importanza della fase di monitoraggio Per un ecommerce è molto importante monitorare attentamente i movimenti dei contatti sul negozio online, è infatti importante dotarsi di un ecommerce CRM, perché ti dà la possibilità di avere una visione completa dei touchpoint dei tuoi clienti attuali. I dati derivanti dalle analisi, sono molto importanti per capire come strutturare una buona strategia di lead generation, sia per avere un'idea dei touchpoint su cui essere presenti, sia per avere chiara la strategia da un punto di vista del contenuto da adottare. L'analisi inoltre è utilissima per capire cosa sta funzionando nella strategia attuale di lead generation e cosa invece c'è da migliorare. Solitamente un report trimestrale ci dà l’idea reale di quanti contatti nuovi abbiamo acquisito e di quanti dormienti abbiamo “svegliato”, grazie per esempio a una landing page o un flusso di re-engagement. Monitorare le conseguenze delle nostre decisioni di marketing, ci aiuta a capire cosa possiamo riproporre e cosa no in futuro nella strategia di acquisizione di contatti per l'ecommerce. Ma quali sono le metriche più importanti che dobbiamo tenere sotto occhio nella fase di monitoraggio per una strategia di lead generation? CPL - Costo Per Lead - quanto si è speso per acquisire ogni lead? Conversion rate - percentuale degli utenti che hanno convertito; Leads per Channel - quali canali di marketing hanno funzionato meglio; Sales Cycle Time - quanto tempo è servito per generare una vendita; CPA - Costo per acquisizione - quanto è costata l’acquisizione di un cliente. Tenendo sott'occhio questi parametri possiamo dedurre se la nostra strategia di lead generation per l'ecommerce funziona o meno. Ma quali possono essere 3 idee vincenti per l’acquisizione di contatti? 9 Idee per fare lead generation per e-commerce Andiamo ora ad approfondire quali sono 9 idee per fare lead generation che ti possono essere utili per generare nuovi contatti. Fai pubblicità mirata Crea preziosi lead magnet Struttura una SEO e Content strategy per rispondere alle domande degli utenti Offri sconti o promozioni in cambio dei dati di contatto Utilizza il principio di scarsità nella tua strategia Aggiungi sempre una scadenza all’offerta Scegli bene le CTA Cerca di essere presente su quanti touchpoint possibili Sfrutta il potere delle recensioni Queste sono 9 idee che possono costituire la base di una buona strategia di lead generation, ma ciò che devi tenere a mente è che è la costanza la vera chiave del successo per un ecommerce. Pertanto per tenersi in contatto con i clienti mensilmente, puoi offrire scontistiche o prodotti in anteprima, condividere contenuti utili per i loro acquisti, avere sempre un controllo degli ordini sul negozio online ed essere sempre a loro disposizione in caso di problemi. Da segnalare inoltre, una volta fatta lead generation, è il fatto che alcune piattaforme, come Shopify o Bigcommerce, mettono a disposizione un app store dove è possibile acquistare applicazioni dedicate alle più svariate finalità. Abbiamo nel corso di questo articolo parlato anche di flussi di re-engagement e lead nurturing e in questo senso Shopify permette ai propri merchant, tramite l'app di Shopify Email, la creazione di email per risvegliare contatti dormienti e la creazione di workflow per automatizzare l'invio delle email. Quello che consigliamo è quello sì di dotarsi della piattaforma ecommerce che permetta di avere la più ampia possibilità di trasformare i contatti in clienti, ma anche quella di dotarsi di un CRM per migliorare tutta la fase di lead generation. Perché la lead generation è importante per un e-commerce Fare lead generation è fondamentale per un ecommerce, così come per qualsiasi altra attività online. Perché? La risposta è semplice, senza nuovi contatti non si avranno a disposizione potenziali clienti. Di conseguenza diventa pressoché impossibile cercare di vendere i propri prodotti online, vista l'iper-competitività che alberga nel mondo degli ecommerce. Per passare successivamente da contatto a cliente, così come nella vita per conquistare una persona, ci vorrà attenzione, pazienza e strategia. Non si passa da contatto a cliente immediatamente. Tutto richiede tempo e programmazione. Bisogna mantenere a mente l’obiettivo e il target con cui parliamo per avere successo nel marketing. Conclusioni Come hai potuto comprendere fare bene lead generation per gli ecommerce conviene, ma è anche necessario avere in mente chiara la strategia da seguire, motivo per cui è fondamentale affidarsi a una piattaforma che possa aiutare nella creazione di un workflow mirato e allo stesso tempo nel monitoraggio dei dati. Se rappresenti un grande ecommerce e avere sotto controllo più parametri per te è importante, sicuramente Hubspot è la piattaforma che fa per le tue esigenze.
Nudge marketing: la spinta gentile o la forza gentile nei confronti del potenziale consumatore, al fine di portarlo ad assumere un preciso comportamento d’acquisto. Il verbo To nudge - dall’inglese - infatti, tradotto in Italiano, vuol dire “spingere” e nel marketing indica una piccola, leggera e gentile spinta di un brand per far compiere un’azione desiderata ai consumatori. Per fare un parallelismo pensiamo ad esempio alla tecnica del product placement nel cinema, ovvero l’azione d'inserire dei prodotti o claim di brand nel quadro scenografico o nella sceneggiatura di un film, al fine d'indurre il consumatore finale ad acquistarlo. Nel cinema questa tecnica è molto diffusa e l’obiettivo è far memorizzare attraverso l’esperienza dell’attore, un particolare brand o prodotto nella mente del target. Pensiamo ad esempio a una famiglia che fa colazione la mattina con i biscotti della Mulino Bianco, è un chiaro esempio di product placement, perché sebbene il prodotto sia al centro della narrazione, la sua presenza non risulta invadente agli occhi di chi guarda, anzi. Allo stesso modo si utilizza il nudge marketing, una strategia di economia comportamentale per direzionare gentilmente un potenziale cliente a compiere una specifica azione. Il nudge marketing, a differenza dell'inbound marketing, va ad agire sui bias cognitivi delle persone, i cui archetipi comportamentali d’acquisto sono facilmente destrutturabili. L’obiettivo è di far cambiare un comportamento in modo prevedibile, ovvero nella direzione desiderata dal brand. Ora la domanda è: il nudge marketing può essere applicato in un progetto ecommerce? La risposta è sì, ma bisogna prevedere alcune semplici ma efficaci azioni di cui parleremo più avanti in questo articolo. Cos’è la Teoria Nudge? La Teoria Nudge appartiene alla branca dell’economia comportamentale e la prima volta che se n’è sentito parlare è stato nel libro Nudge - La spinta gentile di Richard Thaler (Premio Nobel per l’economia) e Cass Sunstein. La loro teoria era basata sulla possibilità di modellare il comportamento delle persone in modo gentile, senza l’utilizzo di minacce, punizioni o premi. Il Nudge marketing si propone di ribaltare il paradigma secondo il quale bisogna influenzare i comportamenti dei consumatori a scopo di lucro, aiutando invece le persone a prendere decisioni che vadano tutto a beneficio loro e del mondo che li circondano. Quindi, come si può comprendere, molto ben lontano dalle teorie persuasive e manipolatorie del marketing dove l’obiettivo sembra essere solo quello di far acquistare solo i prodotti più cari, che non necessariamente siano i migliori. Il segreto di questa tecnica dell’economia comportamentale è quello di agire sulle azioni del consumatore non imponendogli un comportamento, ma portandolo a pensare che sia meglio fare una cosa anziché un’altra, al fine di migliorare la sua condizione di vita. Approfondiamo nel prossimo paragrafo come si può applicare la teoria del nudge marketing all’e-commerce. Nudge Marketing per il tuo ecommerce, come farlo Come riuscire ad applicare il nudge marketing a un e-commerce? Esistono degli escamotage molto interessanti che potresti iniziare a mettere in atto, vediamoli: Le recensioni - probabilmente la più banale delle tecniche, ma che funziona molto ma molto bene. Pensiamo ad esempio al funzionamento dell’app The Fork che si basa quasi esclusivamente sul ragionamento delle recensioni. In pratica l’app ti consiglia un ristorante in base a dei criteri specifici come ad esempio la distanza da casa, il tipo di cibo che desideri consumare, la grandezza del locale. Ma ciò che spinge davvero le persone a scegliere un locale sono le recensioni dei clienti e infatti, anche se il prezzo è alto, si è disposti a spendere tanto pur di mangiare bene. Straordinario esempio di come il nudge marketing influenzi il pensiero altrui ed è per questo che bisogna cercare di non avere (... o minimizzare) recensioni negative nel vostro ecommerce; I pop up - altra tecnica di nudge marketing che però deve essere utilizzata con criterio e correttamente. Puoi decidere di offrire un codice sconto nel Pop Up, avvisare i clienti potenziali di alcune novità in arrivo di una categoria di prodotti, offrire promozioni se i clienti si iscrivono alla newsletter del sito. L’importante è che questa tipologia di exit intent non interrompa mai la navigazione di un utente o si ottiene l’effetto contrario; Avvisi di scarsità - relativi per esempio a una categoria di prodotti che nel giro di pochi giorni potrebbe terminare, ad esempio. Una leva, questa della scarsità che funziona sempre benissimo perché anche se non nell’immediato, il consumatore agisce, ci pensa e arriva a prendere la decisione senza paura e con maggiore consapevolezza. Utilizzare queste tecniche destrutturando gli archetipi razionali delle persone, quindi ponendoli in una situazione d’urgenza, potrebbe essere un buon esempio di nudge marketing, anche se siamo già border line perché l’obiettivo della teoria è quello d'influenzare un comportamento in modo positivo, senza l’utilizzo di minacce o premi; Etichettatura dei prodotti - suddividere le etichette dei prodotti in benefici funzionali e trigger per rendere il compito dell’utente più semplice quando cerca un prodotto; Invisibilità del pagamento - una tecnica che Amazon e altri colossi simili hanno adottato subito. Anni fa il check out era previsto in almeno 3 o 4 finestre e anche i metodi di pagamenti erano strutturati in modo molto complesso, facendo proprio pesare l’azione di mettere mano al portafogli. Oggi, creando prima il proprio account e inserendo i dati della carta in fase di registrazione, il momento del pagamento è talmente rapido e autonomo che il cliente nemmeno se ne rende conto. I suoi sensi di colpa così sono tenuti molto a bada ed è sicuramente un incentivo all’acquisto. Quanto il Nudge Marketing riesce davvero a influenzare le persone? La risposta è molto, ma approfondiamo nel prossimo paragrafo. Quali sono le potenzialità del Nudge marketing da sfruttare Il Nudge Marketing agisce principalmente sulla psicologia delle persone, andando a condizionare - per quanto questo verbo possa sembrare brutto - i loro comportamenti. Si pensi per esempio al potere di questa tecnica di economia comportamentale nella creazione di contenuti e di come quest’ultimi siano capaci di entrare nella mente del lettore. Le parole hanno un potere enorme e possono rappresentare un ottimo strumento di Nudge Marketing da utilizzare, non essendo però mai troppo espliciti, né imponendo azioni o pensieri. Chiaramente, per sfruttare le potenzialità delle parole è necessario conoscere benissimo il target, nonché l’obiettivo preciso della nostra comunicazione, altrimenti non hanno l’effetto che desideriamo. Il nudge marketing in generale, come concetto, diviene efficace soltanto quando conosciamo bene i nostri clienti e quindi le loro abitudini, i loro interessi, i loro valori e le inclinazioni psicologiche. Vediamo 3 esempi di Nudge Marketing che dimostrano l’efficacia di questa teoria. Nudge Marketing: 3 esempi Portiamo all’attenzione 3 esempi di nudge marketing e di come applicarli. Amazon - utilizzo dell’etichettatura dei prodotti e della riprova sociale per spingere gli utenti a fare un acquisto, facilitandone il processo decisionale. Zalando - usa la leva dell’esclusività di un prodotto o della sostenibilità di esso per convincere le persone a fare i loro acquisti. IKEA - utilizza i trigger psicologici con le etichette del tipo “prezzo di coppia” o “prezzo di famiglia”, proprio per stimolare il target a rivolgere la sua attenzione all’offerta dedicata. E questa come tecnica si combina anche a quella della personalizzazione, di cui il brand conosce bene le potenzialità. Si pensi per esempio all’esperienza fisica di andare da IKEA e al percorso guidato ed etichettato che si deve seguire per vedere tutti i prodotti in vendita, quella per esempio è una strategia di spinta e un aiuto per il consumatore nel cercare ciò che gli occorre. Conclusioni Hai un ecommerce ma non sai ancora da dove partire per lanciare il tuo progetto? Potrebbe esserti utile sapere che devi iniziare dalla scelta della piattaforma, come ad esempio Shopify, ideale per chi non è ancora esperto del mercato. Scegliere la giusta piattaforma a cui affidarsi, divenendo poi bravi ad applicare strategie come il nudge marketing, vuol dire porre le basi per un progetto di successo. Vuoi saperne di più su Shopify? Leggi la nostra guida.
Spesso il concetto di realtà aumentata viene confuso con quello di realtà virtuale, questo succede perché la differenza tra i due termini è molto sottile e si tende quindi ad invertire i due concetti. Andiamo quindi a definire il concetto di realtà aumentata e di realtà virtuale, approfondendo poi come poter utilizzare la realtà aumentata a vantaggio dell'ecommerce. Realtà aumentata - si riferisce a una versione aumentata e arricchita della realtà, creata grazie all’ausilio della tecnologia, che tende quindi ad aggiungere informazioni all’ambiente fisico e reale in cui viviamo, alla nostra percezione sensoriale. Un'integrazione tra la realtà fisica e quella digitale. Realtà virtuale - una tecnologia che è capace di portarci in un’altra realtà, un universo parallelo al nostro in cui possiamo vivere nuove ed emozionanti avventure, solitamente avviene attraverso l'uso di visori. E ora la domanda che sicuramente interessa a chi ha un e-commerce: può la realtà aumentata aiutare le vendite del mio ecommerce? Come riuscire a farlo? Tipologie di realtà aumentata applicate all’e-commerce, conosciamole Contrariamente a quel che si pensa, quando parliamo di realtà aumentata non facciamo riferimento ad una sola ed unica tipologia. Probabilmente questo è un dettaglio che in molti trascurano per mancanza di conoscenza dell’argomento. Il concetto di realtà aumentata ha diverse “sotto realtà”, ciascuna importante a seconda del prodotto che vendiamo, delle possibilità e dell’obiettivo che vogliamo raggiungere con l'implementazione della realtà aumentata: Realtà aumentata sui marcatori - questo tipo di realtà funziona a riconoscimento dell’immagine. Rileva un oggetto posto dinanzi alla telecamera e fornisce tutte le informazioni a esso relativo. Nella pratica si ha davanti una versione 3D dell’oggetto che può essere visto “da vicino” e da diverse angolazioni; Realtà aumentata senza marcatore - in questo caso si può posizionare un oggetto virtuale ovunque si voglia e vedere come si trova nell’ambiente. Pensiamo ad esempio ai negozi online di arredamento, in questo caso è possibile vedere se un mobile o un vaso o una stampa possono andar bene per il proprio salotto; Realtà aumentata sulla posizione - questo è un tipo di realtà che utilizza la posizione geografica e che può far visualizzare dei contenuti digitali negli ambienti reali; Realtà aumentata sulla proiezione - proiezione di luce sintetica su superfici fisiche, come ad esempio gli ologrammi. Ora che abbiamo visto quante tipologie di realtà aumentata esistono pensiamo a quanto potrebbero essere utili per l'e-commerce. Immaginiamo per esempio, nel caso dei negozi di abbigliamento, quanto possa essere comodo provare un abito in un camerino virtuale. Di sicuro la realtà aumentata applicata al mondo della vendita online ha degli indubbi vantaggi, approfondiamoli nel prossimo paragrafo. I vantaggi dell'utilizzo della realtà aumentata per il mondo e-commerce La realtà aumentata indubbiamente comporta dei vantaggi considerevoli per un e-commerce, vediamo nello specifico quali: aumenta il grado di coinvolgimento del cliente; fidelizza il cliente perché si sente più vicino al brand e perché quest’ultimo fa provare un’esperienza unica; aiuta a rafforzare l’identità di brand proponendo innovazione al cliente; può portare alla riduzione dell'abbandono del carrello e le richieste di reso. Aumenta il grado di coinvolgimento del cliente La possibilità stessa di poter vedere da vicino un oggetto o un prodotto che si desidera acquistare, pone il potenziale cliente in uno stato di maggiore coinvolgimento nell'esperienza d'acquisto, che per lui diviene quindi indimenticabile. Immaginiamo di dover comprare un elettrodomestico, come ad esempio la tv e di poter verificare prima che effetto fa averlo in salotto. Non sarebbe un'esperienza unica da vivere? Di sicuro sì e aumenterebbe anche il grado di soddisfazione nell'acquisto. Fidelizza il cliente Fidelizzare il cliente vuol dire aumentare il suo grado fiducia verso il brand e questo lo si ottiene solo, garantendo al cliente potenziale affidabilità, disponibilità e precisione. Rafforza l'identità del brand Innovazione, voglia di crescere, ma soprattutto la prova che un brand è disposto a investire per garantire al cliente la miglior esperienza di acquisto possibile, pongono un'azienda in un'ottica molto positiva agli occhi del mercato, dei clienti potenziali e soprattutto dei competitor. Riduce l’abbandono del carrello e le richieste di reso Il principio secondo il quale l'abbandono del carrello e le richieste di reso diminuiscono è dovuta a un maggiore coinvolgimento del cliente nella prova di prodotto. Rassicurare una persona che quell'acquisto fa al caso suo, eliminando ogni dubbio prima ancora che il prodotto arrivi a casa, aumenta le possibilità d'acquisto. Andiamo ora a vedere ora quali brand ecommerce attualmente già usufruiscono della realtà aumentata. Brand e-commerce che utilizzano la realtà aumentata Ci sono diversi brand che attualmente utilizzano la realtà aumentata per l’e-commerce e che hanno mostrato un aumento delle vendite da parte dei clienti. Ikea è stato tra i primi brand a comprendere l’importanza della realtà aumentata. Il brand offre la possibilità, previo download dell’APP, di selezionare un qualsiasi prodotto e capire se si adatti o meno all’arredamento della propria casa. Amazon allo stesso modo, previo download dell’APP, dà la possibilità di collocare elettrodomestici come può essere la televisione nel salotto di casa, verificando che gli spazi si adattino. Asos grazie a uno speciale algoritmo permette di utilizzare degli avatar con diverse corporature e forme per vedere come vestono gli abiti scelti. Un altro brand che utilizza la realtà aumentata è Sephora, che sempre tramite l’utilizzo dell’APP permette di provare su se stessi i diversi prodotti make up. Nike ha sperimentato l’utilizzo della realtà aumentata già da diversi anni, monitorando un importante incremento delle vendite. Scansionando il piede della persona interessata e misurandone la forma, tramite APP, è possibile filtrare le misure delle scarpe e consigliare al cliente quelle migliori per lui. Indubbiamente abbiamo fatto l’esempio di veri e propri colossi, ma ciò non vuol dire che anche e-commerce di minore entità non possano sperimentare con la realtà aumentata. Se hai un progetto e-commerce da lanciare con Shopify, l’idea di provare l’esperienza della realtà aumentata potrebbe esserti molto di aiuto per rendere il tuo negozio online unico. Andiamo ora ad approfondire altri aspetti della realtà aumentata che possono aiutarti ad aumentare il fatturato, come il miglioramento della customer experience. Realtà aumentata e customer experience Il problema maggiore di chi acquista online è da sempre legato all’impossibilità di verificare se un prodotto possa o meno fare al caso proprio. Pensiamo ad esempio a tutti coloro che decidono di fare i loro acquisti d’abbigliamento online: i dubbi che un vestito, visto esclusivamente in foto, abbia lo stesso effetto su di noi sono moltissimi. Questo è un discorso che vale sia al femminile che al maschile e che aumenta di molto il mancato acquisto. Ancora di più se a indossarlo sono modelle o modelli dal fisico statuario a cui starebbe bene ogni cosa. Ecco, la realtà aumentata può aiutare a risolvere questo problema, andando incontro alle esigenze di chi ha bisogno di maggiori rassicurazioni e che non siano soltanto legate a una chat dove c’è una commessa digitale che condivide consigli, sebbene anche questa sia una soluzione da adottare per un ecommerce. Si parla di una vera e propria shopping experience, che coinvolge le persone al 100%, andando a placare tutte le insicurezze e i dubbi di comprare solo online per comodità. Conclusioni La realtà aumentata rappresenta un importante spunto per tutti coloro che desiderano lanciarsi nel mondo delle vendite online. Il mercato però si mostra da sempre molto competitivo e indubbiamente è necessario fare degli importanti investimenti per sbaragliare la concorrenza e offrire qualcosa di unico al proprio target. Se vuoi sperimentare con un progetto e-commerce, ma non sai ancora da dove partire, scarica la nostra guida su Shopify e realizza il tuo progetto ecommerce innovativo con anche l’ausilio della realtà aumentata.