E’ un percorso faticoso, ma se ti preparerai e impegnerai ad affrontare alcuni ostacoli purtroppo garantiti, troverai l’esperienza sorprendentemente gratificante, sia dal punto di vista finanziario che mentale. Iniziamo con un esempio pratico: hai progettato un nuovo design per le scarpe da basket e vorresti vedere come si classificano attraverso un negozio online. Tu e il tuo partner commerciale mettete insieme alcuni prodotti finiti e li vendete ai negozi locali. Dopo esservi assicurati che a più persone piacciano i design, arriva il momento di lanciarli online. Sembra un piano fantastico, ma non farti prendere dal panico! E’ imperativo rendersi conto che in futuro sorgeranno dei problemi: che siano grandi o piccoli, sono in agguato dietro l’angolo per mettere al tappeto la tua attività. Quindi, è saggio preparare un piano per ogni possibile problematica che puoi incontrare come principiante del settore. Continua a leggere per conoscere questi ostacoli. Le 10 sfide più comuni che aziende di e-commerce di tutte le dimensioni devono affrontare 1. Trovare i prodotti giusti da vendere Piattaforme come Shopify hanno eliminato molte barriere all’ingresso: chiunque può lanciare un negozio online in pochi giorni e iniziare a vendere ogni tipo di prodotto. Amazon sta conquistando il mondo dell’e-commerce con il suo enorme catalogo di prodotti online. Il loro mercato e i loro servizi di adempimento hanno permesso ai venditori di tutto il mondo di raggiungere facilmente i clienti paganti. Non dimentichiamoci di Aliexpress: ha semplificato l’approvvigionamento dei prodotti dando accesso ai produttori cinesi in un paio di clic. Tutto ciò ha reso particolarmente difficile ai rivenditori procurarsi prodotti unici, a meno che questi non decidano di produrre i propri ad hoc. 2. Proporre una customer experience su un unico canale Oggigiorno, i clienti possono raggiungere un qualsiasi numero di touchpoint: possono visitare il tuo sito web, contattare il tuo agente, lasciare un messaggio nella tua pagina social, fare acquisti dal tuo negozio o contattarti attraverso una live chat o una piattaforma di messaggistica. Secondo ecomdash: “Qualsiasi azienda priva di una strategia di vendita al dettaglio omnicanale verrà probabilmente surclassata dai suoi concorrenti esperti”. Come si può affrontare questo problema? Assicurati di dotare il tuo team della giusta tecnologia: strumenti di coinvolgimento visivo aggiornati consentono alla tua organizzazione di servire i clienti attraverso tutti i touchpoint, canali e journey. Identifica i canali principali: scopri quali sono i canali più importanti per i tuoi clienti. Il personale dell’assistenza clienti deve contattare gli acquirenti attraverso i loro canali preferiti (telefono, e-mail, live chat, videochiamate, centri di assistenza online o messaggistica in-app). Integra e ottimizza questi canali, aggiungendo messaggi personalizzati e offrendo un’interazione one-to-one con la live chat o le videochiamate. Osserva il contesto: dirigi le conversioni in base alla risposta precedente dell’utente. Tieni traccia delle conversazioni dei clienti utilizzando parametri come il profilo dell’utente. In questo modo è sempre possibile rispondere in modo contestuale, indipendentemente dal canali utilizzati. 3. Analisi dei concorrenti “Non puoi guardare la concorrenza e dire che lo farai meglio. Devi guardare la concorrenza e dire che lo farai in modo diverso”: Steve Jobs. In un ambiente competitivo, altri offriranno i tuoi stessi prodotti e servizi, per cui a meno che tu non abbia una strategia per differenziarti, è difficile sopravvivere. Come si può mitigare questa situazione? Poni l’accento sullo sviluppo di una strategia che vi consenta di brillare più dei tuoi concorrenti. Utilizza strumenti come le piattaforme dei social media e i blog per promuovere i tuoi prodotti. Inoltre, è utile investire in offerte promozionali per contribuire a creare maggiore presenza sul web e quindi più clienti. “Le aziende con programmi di fidelizzazione dei clienti sono in media l’88% più redditizie di quelle che non lo sono”. Quindi, cosa fornisce un vantaggio rispetto alla concorrenza? effettuare ricerche trovare quali prodotti sono più richiesti rimuovere gli articoli obsoleti Servizi cliente all’avanguardia 4. Rimanere bloccati all’approccio di vendita “old-school” Il motivo per cui molte aziende di e-commerce trovano così difficile vendere online è che, ironia della sorte, sono bloccate nel passato. La maggior parte di loro non ha la necessaria conoscenza del comportamento dei clienti e dei modelli di acquisto, dati che possono essere un mezzo d’aiuto fruttuoso per prosperare nell’attuale ambiente dell'e-commerce. Come si possono sfruttare questi dati? offri prodotti in mercati importanti come Amazon, eBay, ecc.: questi siti di e-commerce hanno già una rete esistente di acquirenti, quindi lanciare e marchiare il tuo prodotto diventa relativamente facile. segmenta i visitatori: la segmentazione dei visitatori permette alle aziende di e-commerce di identificare e comunicare con i visitatori in base al loro customer journey, alle conversioni passate, alla posizione geografica, al comportamento di navigazione, alla pagina di riferimento e molto altro ancora. A loro volta, le aziende di e-commerce possono anticipare le esigenze dei clienti, offrendo loro un servizio personalizzato, come ad esempio una consegna gratuita o codici promozionali, creando un flusso di conversioni più efficiente. 5. Abbandono del carrello L’abbandono del carrello rappresenta un problema enorme e nessuno ne è immune, nemmeno i giganti dell’e-commerce. Per esempio, quando i pesi massimi Nordstrom hanno avviato un portale di e-commerce, hanno assistito a grandi perdite di carrelli abbandonati: infatti, il processo di check-out noioso e pieno di bug faceva sì che i clienti fuggissero in massa. Nordstrom ha dovuto escogitare un nuovo design per le casse, trasformandolo in un processo in due fasi. Come si può affrontare questo problema? Prendi in considerazione la possibilità di riprogettare il tuo carrello e assicurati che non siano presenti bug o un processo di compilazione inutilmente lungo e frustrante. Una buona soluzione per ridurre i casi di abbandono del carrello potrebbe essere l'utilizzo di live chat. Combinando ciò con caratteristiche come la segmentazione dei visitatori, è possibile raggiungere in modo proattivo i clienti durante le fasi chiave del loro journey, offrendo l’opportunità di interagire con i clienti che altrimenti abbandonerebbero senza acquistare. Gli strumenti visivi possono aiutare a rispondere alle richieste dei clienti durante il processo di acquisto. 6. Mantenere la fidelizzazione della clientela Anche con un sito web all’avanguardia, senza la fiducia e la fedeltà dei clienti, l’azienda è costretta a compiere un maggiore sforzo. Creare nuovi clienti e poi mantenerli richiede impegno e fatica. Uno dei motivi principali per cui le aziende di e-commerce devono assicurarsi la fedeltà dei clienti è che fondamentalmente il venditore e l’acquirente non si conoscono e né possono vedersi. In questo modo il cliente viene privato dei sensi su cui farebbe normalmente affidamento nelle transazioni faccia a faccia. Questo può essere compensato solo con tempo e sforzo: attraverso molteplici transazioni, alla fine, l’azienda potrà costruire questo legame di fiducia. Come può essere sfruttata? “Il servizio clienti è quello che voi e la vostra organizzazione fornite. La fedeltà del cliente è il risultato del servizio”. Shep Hyken E’ necessario assicurarsi che il cliente sia soddisfatto dell’intero processo, dall’ordine online alla spedizione. Un sacco di rivenditori online possono vendere lo stesso prodotto, quindi è necessario identificare il vantaggio competitivo e alimentare il servizio clienti di conseguenza. Come aumentare la fiducia dei tuoi visitatori? Rendi chiara la visualizzazione del tuo indirizzo, numero di telefono, foto del personale, testimonianze dei clienti e badge di credibilità sul tuo sito web. Aggiungi un'opzione di live chat al sito web. Crea un blog. Rendi il servizio clienti una priorità rispetto al profitto: ricordate, è più facile mantenere un cliente esistente che trovarne uno nuovo. Crea dei programmi di fidelizzazione: i punti non potranno essere trasferiti ad altre aziende, per cui il cliente dovrà acquistare da voi. 7. Il servizio di rimborso Un sondaggio condotto da comScore e UPS ha mostrato che il 63% dei consumatori controlla la politica di restituzione prima di effettuare un acquisto e che il 48% farebbe più acquisti con i rivenditori che offrono restituzioni senza problemi. Quando un prodotto viene restituito, sia a causa di un cliente insoddisfatto che di un prodotto danneggiato, l’azienda subisce una pesante perdita nella spedizione e nella reputazione. Come si può tenerne conto? Anche la restituzione e il rimborso fanno parte di un ottimo servizio clienti e trascurarli sarebbe un grosso errore. La cosa migliore da fare è costruire una forte politica di restituzione. Durante la progettazione considerate quanto segue: sii trasparente, non nascondere mai la tua politica; evita frasi come “dovete” e “siete richiesti” che possono sembrare dure e scoraggiare i potenziali clienti; illustra cosa i clienti possono aspettarsi da te: fornisci diverse opzioni per i pagamenti e le spedizioni; istruisci il personale sulla vostra politica di restituzione, in modo che sia in grado di assistere i clienti in modo efficace; sii pronto ad affrontare il costo dei tuoi possibili errori. Se il prodotto viene spedito nel modo sbagliato, fate un ulteriore sforzo per mantenere il cliente felice. 8. Concorrenza sul prezzo e sulle spedizioni I commercianti online competono spesso sul prezzo: molti venditori elencano gli stessi prodotti sui loro siti, ma i prezzi possono essere diversi. Essi concorrono per aumentare la loro quota di mercato vendendo il prodotto. La concorrenza sui prezzi colpisce in particolare le piccole imprese di e-commerce, poiché gli avversari delle stesse di medie e grandi dimensioni hanno più possibilità rispetto a loro di offrire prodotti a prezzi inferiori. Inoltre, se a ciò si aggiunge la spedizione gratuita, le aziende minori avranno ancora più difficoltà a competere sul prezzo. I venditori online come Amazon e Walmart offrono generalmente servizi di spedizione distribuiti in tutto il paese. I loro magazzini permettono di spedire gli ordini dalla struttura più vicina e circa il 60% di questi proviene dalla stessa area cliente. Poiché vengono spediti da magazzini vicini, il costo di distribuzione diminuisce e l’ordine arriva in un giorno o due. In definitiva, ogni acquirente online si aspetta una spedizione gratuita e veloce. E tutto questo ad un basso prezzo. Come si può sopravvivere a tutto questo? Per sopravvivere in un mercato competitivo, le aziende di e-commerce hanno bisogno di: distribuire il loro inventario per soddisfare i magazzini; diventare spedizionieri estremamente intraprendenti; trovare alcuni prodotti unici. 9. Competizione con i rivenditori e produttori Molti negozi online acquistano prodotti all’ingrosso da produttori o distributori, smerciandoli con la vendita al dettaglio online. (E’ questo il modello di business di base per i negozi online). Purtroppo, in parte a causa della bassa barriera all’ingresso del commercio elettronico, i produttori e i dettaglianti di prodotti iniziano a vendere direttamente ai consumatori. Di conseguenza, la stessa azienda dalla quale compri i tuoi prodotti può essere anche un tuo competitor. Ad esempio, ABC Garmets non vende solo al tuo mercato online, ma anche direttamente ai consumatori sul suo sito web. Come si può risolvere questo problema? Fermare i produttori che vendono prodotti direttamente ai clienti potrebbe non essere possibile, ma ci sono alcune tattiche che possono aiutarti a minimizzare il problema: dare priorità ai produttori meno propensi a vendere direttamente ai clienti; offri il prodotto a un prezzo più basso e con benefici aggiuntivi per aumentare le vendite 10. Sicurezza dei dati I truffatori inviano spam e attaccano il server web host, infettando i siti web con virus. Possono potenzialmente ottenere l’accesso a dati confidenziali sui numeri di telefono dei vostri clienti, i dettagli della carta di credito, ecc. Come evitare questa situazione? gestisci i tuoi server. non utilizzare i comuni FTP per trasferire i file, in quanto “nel complesso il web è sciatto, ma un negozio online non può permettersi di esserlo”. Paul Graham, YC. Conclusioni L’industria dell’e-commerce è un campo di guerra: sopravvivere richiede strategie eccezionali e impegno in ogni aspetto del business. Che si tratti di vendere gioielli progettati per i bambini o lubrificanti per macchinari ad aziende di tutto il mondo, tutti cominciano dall’inizio. Se sei nervoso all'idea di iniziare il tuo viaggio e-commerce, non preoccuparti. Utilizza questo articolo per capire quali sono gli ostacoli che potrebbero presentarsi e pensa ad una strategia volta a superare ognuno di essi man mano che si presentano.
Un utente atterra sul tuo sito, girovaga distrattamente e dopo pochi secondi decide di uscire. Questa è una cosa che non depone certo a tuo favore e che indica una frequenza di rimbalzo alta, poiché significa che gli utenti restano troppo poco tempo sul tuo e-commerce per leggere un articolo del blog o per completare un acquisto. Bisogna però considerare che la frequenza di rimbalzo, detta anche bounce rate, non ha un valore univoco e che può dipendere da tantissimi fattori, come la natura stessa del sito. Non necessariamente una frequenza di rimbalzo alto è negativa, come nel caso delle landing page, ma in questi casi sarebbe comunque meglio approfondire il discorso e cercare le motivazioni. Allo stesso modo una frequenza di rimbalzo molto bassa, cioè utenti che restano molto più a lungo sull’e-commerce, potrebbe indicare qualche criticità. Nei seguenti paragrafi analizziamo cos’è il bounce rate, qual è la frequenza di rimbalzo ideale per un e-commerce e come calcolarlo. Cos’è la frequenza di rimbalzo? La frequenza di rimbalzo indica la percentuale di utenti che atterrano su un sito web dopo aver visitato una sola pagina e che “rimbalzano”, cioè tornano indietro verso la pagina di ricerca o sul precedente sito dove era presente il link in uscita. Volendo definire il bounce rate da un punto di vista matematico, possiamo dire che rappresenta il rapporto esistente tra le sessioni di una sola pagina, cioè il numero totale di utenti che visitano una singola pagina, e il totale delle sessioni, cioè il totale di entrate sulle pagine dell’e-commerce. Questa metrica aiuta a capire come analizzare il traffico del sito e valutare il comportamento degli utenti. Trattandosi di un valore direttamente e strettamente collegato con le interazioni dei visitatori, questo concetto può tornare familiare e utile anche a chi ha realizzato un sito HubSpot visto che la piattaforma consente di misurare al suo interno in bounce rate di ogni pagina del sito. La frequenza di rimbalzo ideale Qual è il valore ideale di frequenza di rimbalzo per un sito e-commerce? Non si può dare una risposta univoca, poiché sono tanti i fattori da considerare. Nei siti one page, cioè con una singola pagina, il valore della frequenza di rimbalzo avrà sicuramente un peso diverso rispetto ad un sito con svariate pagine. Nei siti dove c’è una sola pagina infatti risulta molto più semplice per l’utente trovare (... o non trovare e chiudere la pagina) ciò che sta cercando rapidamente, quindi è naturale che la sua permanenza sulla piattaforma sia ridotta. Ad ogni modo un buon valore di bounce rate si attesta tra il 25 e il 70%. Per avere un’idea eccoti una lista delle percentuali della frequenza di rimbalzo da prendere come riferimento per stabilire lo stato di salute del tuo e-commerce: 25% o inferiore: c’è evidentemente qualche problema che potrebbe indicare un malfunzionamento, come ad esempio un’installazione sbagliata di Google Analytics; 26-40%: percentuale ottima che indica eccellenti prestazioni dell’e-commerce che soddisfa le esigenze degli utenti; 41-55%: percentuale nella norma; 56-70%: percentuale più alta del normale, che però va valutata in relazione alla tipologia di sito; 70% o superiore: un valore decisamente troppo alto, che potrebbe indicare criticità nel sito o nelle stesse pagine. Una frequenza di rimbalzo piuttosto alta potrebbe indicare che gli utenti che atterrano sul sito non sono interessati a quello che trovano, o magari il design non è particolarmente attrattivo. Per questo motivo è consigliabile realizzare un sito in Shopify, che tra i tanti servizi mette a disposizione un’ampia gamma di grafiche tra le quali scegliere per rendere il design quanto più originale e accattivante possibile, trattenendo il visitatore più a lungo. Oltre a ciò è da segnalare che Shopify permette di realizzare ecommerce headless, ossia ecommerce con un alto grado di personalizzazione di tutta la parte frontend. Una percentuale ben al di sotto del 25% o addirittura che si avvicina allo zero indica però problemi ben più seri che richiedono un intervento immediato. Soprattutto in un e-commerce, dove generalmente gli utenti si soffermano un po’ di più per analizzare i materiali, le funzionalità e le caratteristiche dei prodotti in vendita, o per leggere gli articoli se è presente un blog, un tasso di rimbalzo molto alto rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare. Come esegue il calcolo della frequenza di rimbalzo Google Analytics? Il rimbalzo indica una sessione che riguarda una sola pagina del sito. In Google Analytics la frequenza di rimbalzo viene indicata come una sessione che attiva un’unica richiesta nel server Analytics. La frequenza di rimbalzo quindi misura il rapporto tra le sessioni di una singola pagina, divise per tutte le sessioni o la percentuale delle sessioni sul tuo sito dove gli utenti hanno visualizzato un’unica pagina e hanno attivato quindi una sola richiesta al server Analytics. Per sgombrare il campo da equivoci è opportuno sottolineare una cosa: il bounce rate non misura il tempo trascorso sulla pagina, né tanto meno l’user engagement. Un e-commerce infatti potrebbe anche proporre una pagina di qualità, ma la frequenza di rimbalzo resta comunque alta per il semplice fatto che questa metrica non calcola la durata delle sessioni sul sito. In sostanza un rimbalzo può essere registrato anche se l’utente atterra sulla pagina di destinazione e se il sistema di analisi non registra altre azioni utili. Questo può succedere poiché l’utente clicca sulla freccia back del browser, clicca su un link esterno o se chiude la finestra stessa del browser. Ecco perché il bouce rate va considerato, valutato e analizzato in base alla tipologia stessa del sito e al target di riferimento. Quali sono le cause principali di un bounce rate elevato? Per un e-commerce una frequenza di rimbalzo molto alta è un piccolo dramma, poiché significa meno tempo trascorso sulla piattaforma e quindi meno possibilità che l’utente faccia un acquisto. Se hai questo problema devi assolutamente individuare i motivi e, per facilitarti il compito, ecco una lista delle cause più comuni: Tempi di caricamento della pagina troppo lunghi; Troppi pop-up e banner pubblicitari invadenti; E-commerce non mobile-friendly; Errore 404; Contenuti di scarsa qualità. Tempi di caricamento della pagina troppo lunghi Gli utenti moderni vogliono vivere una user experience altamente gratificante, quindi se il tuo sito è troppo lento a caricare sicuramente andranno altrove a cercare le informazioni di cui hanno bisogno. Inoltre un tempo di caricamento alto incide negativamente anche sul ranking del sito, proprio perché Google punta ad offrire agli utenti la migliore esperienza possibile. Analizza quindi quali sono gli elementi che appesantiscono il sito e che rallentano il caricamento, per poi risolvere le criticità. Pop-up e banner invadenti Sempre nell’ottica di una user experience gradevole, una miriade di pop-up e banner invadenti che rendono difficoltosa la fruizione dell’e-commerce sono elementi di disturbo che rischiano di far scappare a gambe levate il visitatore dalla tua piattaforma. Tra l’altro Google penalizza i siti con Ads troppo invadenti, quindi è meglio cercare di posizionarli in modo corretto e discreto per non rovinare la navigazione del visitatore. E-commerce non mobile-friendly Benché sia piuttosto improbabile, può capitare che un e-commerce non sia ottimizzato per i dispositivi mobile. Risulta complicato ipotizzare che un sito negli anni ‘20 del 2000 non sia mobile-friendly, ma se il tuo non lo è provvedi subito a colmare questa lacuna. Da tempo la maggior parte del traffico e anche degli acquisti online si svolge proprio da smartphone o comunque da dispositivi mobile. Se non hai un sito mobile-friendly è come correre a bordo di un’utilitaria mentre i tuoi competitor sfrecciano su auto di formula 1. A tal proposito Shopify mette a disposizione dei suoi utenti numerosi template per la realizzazione di ecommerce con un design adatto anche alla visualizzazione anche dai dispositivi mobile. Errore 404 L’errore 404 è un vero incubo per chi possiede un e-commerce e può dipendere da tantissimi fattori, perfino un afflusso eccessivo di traffico sulla piattaforma. Non sai cosa ha causato l’errore 404? Allora chiedi aiuto a Google che mette a tua disposizione la Search Console dove poter consultare una sezione dove sono indicate tutte le pagine 404 presenti sul sito. In questi casi la cosa migliore è intervenire direttamente sul problema per risolverlo oppure creare un redirect. Contenuti di scarsa qualità o bad link Se l’utente trova contenuti di scarsa qualità, con informazioni poco precise o addirittura sbagliate, ha una percezione negativa del sito e quindi probabilmente ne uscirà subito. Conoscere il cliente è cosa fondamentale anche per gli ecommerce, per questo esistono gli ecommerce crm, che consentono di immagazzinare i dati dei clienti in modo da scoprire quali contenuti migliorare, quali sono di maggiore interesse e quali eliminare. Il migliore in questo senso? Sicuramente Hubspot CRM. O magari potrebbe capitare che l’utente approdi sul tuo sito tramite un bad link, cioè un link per nulla pertinente con la ricerca che sta facendo. Ecco perché è di fondamentale importanza anche la strategia di link building, che deve inserire link pertinenti che rimandino a contenuti realmente interessanti per gli utenti. Conclusioni La frequenza di rimbalzo, presa singolarmente, non fornisce grandissime informazioni e per questo motivo va sempre analizzata all’interno del suo contesto e messo in correlazione con altri valori. Come nel basket il rimbalzo è fondamentale anche negli e-commerce, quindi se vuoi andare a canestro la cosa migliore è affidarti ad una agenzia Shopify per permetterti di vendere i tuoi prodotti all'interno di un sito ecommerce con una frequenza di rimbalzo ideale. Ti consigliamo inoltre, per approfondimenti, questa lettura gratuita.
Shopify e Sanity costituiscono un buonomio per progetti headless ecommerce che sta prendendo piede per le aziende più reattive e ricettive alla novità che emergono dal mercato. Questo inizio 2024 è iniziato con la forte ascesa di Sanity CMS per i progetti web headless e composable, dopo che nel luglio 2023 è diventato il primo CMS Shopify Plus Partner. Introduzione Nell'odierno panorama digitale competitivo, le aziende cercano soluzioni innovative per creare esperienze di e-commerce coinvolgenti e personalizzate. Un approccio in rapida ascesa è quello di utilizzare un'architettura headless, che separa il front-end del sito web dal back-end del sistema di gestione dei contenuti (CMS) e della piattaforma di e-commerce. Si può realizzare un e-commerce headless utilizzando Sanity, un CMS headless flessibile, e Shopify, una piattaforma di e-commerce SaaS robusta e scalabile. La guida è rivolta a responsabili IT e CTO che desiderano comprendere i vantaggi e le implicazioni tecniche di questo approccio. Vantaggi di un sito e-commerce headless con Sanity e Shopify L'architettura headless offre numerosi vantaggi per i siti e-commerce aziendali, tra cui: Agilità e scalabilità: La separazione del front-end dal back-end consente una maggiore agilità nello sviluppo e nel deployment di modifiche al sito web. Le aziende possono aggiornare il contenuto o la piattaforma di e-commerce senza influire sull'altro componente, facilitando la scalabilità per soddisfare la crescente domanda. Esperienza utente personalizzata: Un CMS headless come Sanity offre la flessibilità per creare modelli di contenuti personalizzati che si adattano perfettamente alle esigenze del sito web. Ciò consente di creare esperienze utente più coinvolgenti e pertinenti, aumentando il tasso di conversione e la fidelizzazione dei clienti. Omnicanalità: Un sito e-commerce headless può essere facilmente integrato con altri canali digitali, come app mobili o piattaforme di social media. Questo approccio omnicanale offre ai clienti un'esperienza di acquisto coerente su tutte le piattaforme, migliorando la soddisfazione e la fidelizzazione. Architettura tecnica con Sanity e Shopify Un sito e-commerce headless con Sanity e Shopify è tipicamente composto dai seguenti componenti: Front-end: Il front-end del sito web è costruito utilizzando un framework JavaScript come React o Vue.js.. o Hydrogen il framwork opensource di Shopify. Il front-end consuma le API di Sanity per recuperare i contenuti e le API di Shopify per recuperare i dati di prodotto e gestire il carrello della spesa e il checkput. CMS headless: Sanity funge da CMS headless, fornendo un'interfaccia utente per la creazione, l'editing e la pubblicazione di contenuti. Sanity gestisce i modelli di contenuti personalizzati e fornisce API RESTful per il front-end per recuperare i dati. Piattaforma di e-commerce: Shopify gestisce le transazioni di e-commerce, inclusi prodotti, gestione degli ordini, pagamenti e spedizioni. Shopify fornisce API RESTful per il front-end per recuperare i dati di prodotto e gestire il carrello della spesa. Considerazioni per i responsabili IT e CTO L'implementazione di un sito e-commerce headless con Sanity e Shopify richiede competenze tecniche in JavaScript, API RESTful e sviluppo front-end. Diverse risorse e guide sono disponibili per facilitare il processo di implementazione, tra cui: I responsabili IT e CTO che valutano un sito e-commerce headless con Sanity e Shopify dovrebbero considerare i seguenti fattori: Competenze tecniche: L'implementazione e la manutenzione di un sito e-commerce headless richiedono competenze tecniche avanzate. È necessario valutare le risorse interne disponibili o pianificare l'assunzione di personale con le competenze necessarie. Integrazione con i sistemi esistenti: Valutare attentamente come il sito e-commerce headless si integrerà con i sistemi aziendali esistenti, come ERP o CRM. Potrebbe essere necessaria una personalizzazione o un'integrazione aggiuntiva per garantire una comunicazione fluida dei dati. Sicurezza e conformità: Adottare le misure di sicurezza adeguate per proteggere i dati sensibili dei clienti e conformarsi ai requisiti normativi pertinenti. Il processo per realizzare un ecommerce headless con Shopify Plus e Sanity: 1. Pianificazione e Configurazione: Definire i Requisiti: Delimitare chiaramente le esigenze del tuo e-commerce, la struttura dei dati dei prodotti e le funzionalità desiderate del front-end. Scegliere un Framework Front-end: Selezionare un framework JavaScript come Hydrogen, React, Vue,.js, Next.js o Nuxt.js per costruire l'interfaccia utente. Configurare Shopify Plus: Assicurarsi di avere un account Shopify Plus con i prodotti e l'inventario popolati. Configurare Sanity: Creare un progetto Sanity e definire gli Schemi (strutture dati) per i tuoi prodotti, contenuti e eventuali dati aggiuntivi. 2. Integrazioni API: API di Storefront di Shopify: Utilizzare l'API di Storefront di Shopify per recuperare dinamicamente i dati dei prodotti (dettagli, immagini, varianti) per il tuo front-end. GROQ di Sanity: Sfruttare il linguaggio di interrogazione GROQ di Sanity per recuperare contenuti strutturati (descrizioni, post del blog, promozioni) dal tuo Studio Sanity 3. Sviluppo del Front-End: Sviluppare Componenti: Costruire componenti riutilizzabili per elenchi di prodotti, dettagli del prodotto, carrello della spesa e funzionalità di checkout. Recupero dei Dati: Integrare chiamate API a Shopify e Sanity all'interno dei tuoi componenti per popolare dinamicamente le informazioni sui prodotti e i contenuti. Interfaccia Utente: Progettare e implementare l'interfaccia utente per la navigazione dei prodotti, l'aggiunta di articoli al carrello, la gestione del checkout e la conferma dell'ordine. 4. Sicurezza e Scalabilità: Implementare l'Autenticazione: Integrare l'autenticazione dell'utente per accessi sicuri e gestione dell'account (considerare le opzioni integrate di Shopify o soluzioni di terze parti). Elaborazione dei Pagamenti: Configurare un gateway di pagamento sicuro per elaborare le transazioni all'interno del tuo account Shopify Plus. Deployment: Scegliere una piattaforma di hosting per la tua applicazione front-end che possa gestire il traffico e scalare man mano che cresce il tuo business. 5. Considerazioni Aggiuntive: Gestione dello Stato: Implementare una soluzione di gestione dello stato (Redux, Context API) per gestire lo stato dell'applicazione (articoli nel carrello, dati utente) attraverso i componenti. Funzionalità di Ricerca: Integrare una funzionalità di ricerca utilizzando l'API di ricerca di Shopify o una soluzione di terze parti per la ricerca di prodotti. Gestione dei Contenuti: Utilizzare lo Studio Sanity per gli editor di contenuti per creare e gestire facilmente descrizioni dei prodotti, post del blog e altri contenuti del sito web. Sanity Connect per Shopify Il feeling tra Shopify e Sanity si intuisce da molte cose. Non da ultima il fatto che si possono collegare facilmente l'ecommerce di Shopify e il gestore di contenuti del CMS headless con l'App Sanity Connect. I merchant possono lavorare in uno spazio di lavoro di creazione profondamente personalizzato, Sanity Studio, e apportare aggiornamenti in tempo reale utilizzando il nostro archivio dati ospitato e scalabile, il loro Content Lake. L'applicazione si occupa di sincronizzare i dati tra Sanity e Shopify per arricchire prodotto, collezione e varianti. Maggiori informazioni su Sanity Connect per Shopify possono essere trovate qui. Sanity e Hydrogen Hydrogen è un framework React open-source creato da Shopify per la costruzione di storefronti e-commerce headless. Offre una serie di vantaggi per lo sviluppo di siti web e-commerce, tra cui: Elevata personalizzazione: Hydrogen permette di creare storefronti completamente personalizzati senza limitazioni imposte dal tema di Shopify. Prestazioni migliori: Hydrogen è ottimizzato per la velocità e le prestazioni, garantendo un'esperienza utente fluida e reattiva. Sviluppo front-end moderno: Hydrogen utilizza React e altre tecnologie moderne del front-end, offrendo agli sviluppatori una grande flessibilità e libertà creativa. Integrazione con Shopify: Hydrogen si integra perfettamente con l'API di Shopify, permettendo di accedere facilmente ai dati di prodotto, carrello e ordini. Puoi approfondire sul post del nostro blog: Cos'è Hydrogen L'integrazione di Hydrogen, Sanity e Shopify permette di creare un sito e-commerce headless potente e flessibile. Ecco una panoramica di come funziona: Sanity memorizza i dati di prodotto e altri contenuti: I dati di prodotto, le descrizioni, le immagini e altri contenuti rilevanti vengono memorizzati nel CMS headless Sanity. Hydrogen recupera i dati da Sanity: L'applicazione Hydrogen fetch i dati di prodotto e altri contenuti necessari dall'API di Sanity. Shopify gestisce la logica di e-commerce: Shopify gestisce il processo di checkout, il pagamento e l'adempimento degli ordini. Hydrogen visualizza i dati di prodotto e il carrello: Hydrogen utilizza i dati di prodotto recuperati da Sanity per visualizzare le pagine dei prodotti, il carrello e altre pagine del sito web e-commerce. Si possono trovare alcune risorse per orientarsi sull'utilizzo di Hydrogen come framework nella pagina di Sanity dedicata a Hydrogen. Meglio Vue.js o Hydrogen come framework? Per realizzare un sito e-commerce headless con Sanity CMS e Shopify, la scelta tra Vue.js e Hydrogen dipende da diverse variabili: Competenze e preferenze del team di sviluppo: Vue.js: Se il team ha già esperienza con Vue.js e preferisce un framework JavaScript generico, Vue.js potrebbe essere una scelta valida. Offre maggiore flessibilità e libertà nella personalizzazione del sito web. Hydrogen: Se il team ha familiarità con React e preferisce un framework ottimizzato per Shopify, Hydrogen potrebbe essere l'opzione migliore. Offre una stretta integrazione con Shopify e componenti predefiniti per la creazione di siti e-commerce. Complessità del sito web: Vue.js: Per siti web e-commerce semplici con requisiti di personalizzazione elevati, Vue.js potrebbe essere più adatto. Offre una maggiore flessibilità per creare esperienze utente uniche. Hydrogen: Per siti web e-commerce di medie dimensioni con requisiti di performance elevati, Hydrogen potrebbe essere l'opzione migliore. È ottimizzato per la velocità e le prestazioni, garantendo un'esperienza utente fluida su tutti i dispositivi. Priorità del progetto: Velocità di sviluppo: Se la priorità è la velocità di sviluppo, Hydrogen potrebbe essere la scelta migliore. Offre componenti predefiniti e un'architettura ottimizzata per la creazione rapida di siti e-commerce. Esperienza utente personalizzata: Se la priorità è la creazione di un'esperienza utente unica e altamente personalizzata, Vue.js potrebbe essere l'opzione migliore. Offre maggiore flessibilità per adattare il sito web alle specifiche esigenze del progetto. Considerazioni aggiuntive: Ecosistema e supporto della community: Entrambi i framework hanno una community attiva e ampie risorse disponibili. Tuttavia, l'ecosistema di Vue.js è più vasto e maturo rispetto a quello di Hydrogen. Curva di apprendimento: La curva di apprendimento per Vue.js potrebbe essere leggermente più ripida rispetto a Hydrogen, soprattutto per gli sviluppatori senza esperienza precedente con JavaScript. In sintesi: Non esiste una risposta univoca alla domanda su quale framework sia migliore tra Vue.js e Hydrogen per un sito e-commerce headless con Sanity CMS e Shopify. La scelta migliore dipende dalle competenze, dalle priorità e dalle esigenze specifiche del progetto. Raccomandazioni: Se il team ha già esperienza con Vue.js e desidera una maggiore flessibilità, Vue.js potrebbe essere una buona scelta. Se il team ha familiarità con React e preferisce un'integrazione stretta con Shopify, Hydrogen potrebbe essere l'opzione migliore. Se la priorità è la velocità di sviluppo e la creazione di un sito web e-commerce di base, Hydrogen potrebbe essere la scelta più efficiente. Se la priorità è la creazione di un'esperienza utente unica e altamente personalizzata, Vue.js potrebbe offrire maggiore flessibilità. Indipendentemente dal framework scelto, è importante valutare attentamente le proprie esigenze e competenze prima di prendere una decisione. Conclusione Un sito e-commerce headless con Sanity e Shopify offre una soluzione potente e flessibile per le aziende che desiderano creare esperienze di acquisto personalizzate e coinvolgenti. La combinazione della flessibilità di Sanity con le robuste funzionalità di e-commerce di Shopify consente alle aziende di scalare e adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato. Tuttavia, è fondamentale valutare attentamente le competenze tecniche richieste, l'integrazione con i sistemi esistenti e le implicazioni Documentazione di Sanity: https://www.sanity.io/docs Documentazione di Shopify: https://shopify.dev/ Estensioni Shopify: https://shopify.dev/apps
Architettura dell’informazione in un progetto web è un termine di fondamentale importanza nel campo del marketing e del business. Appartenente alla sfera dell’ User Experience, con l’espressione “architettura dell’informazione” si intendono precisamente la classificazione, la marcatura e la strutturazione di informazioni. Un concetto molto figo, che gioca un ruolo importante soprattutto nella creazione di siti web, perché qui non è altro che la progettazione di una presenza web strutturata. Che cos’è l’architettura dell’informazione? Ecco la definizione umile fornita da The Information Architecture Institute: “L’architettura dell’informazione è la pratica di decidere come organizzare le parti di qualcosa in modo che sia comprensibile”. Per i progettisti del mondo del web significa prima di tutto nominare i singoli argomenti o prodotti e assegnarli a categorie semantiche. Queste categorie, a loro volta, costituiscono i componenti principali di una gerarchia di siti web, il che semplificherebbe l’orientamento degli utenti sulle tue pagine. C’è anche da dire che progettare la struttura di un sito web è un processo costellato da più fasi che comporta a sua volta a tutta una serie di compiti. In pratica una buona architettura delle informazioni inizia già prima del concetto del sito web vero e proprio. I tre autori di “Information Architecture for the World Wide Web” definiscono i 3 pilastri dell’architettura dell’informazione in questo modo: Contenuto Struttura; Immagini, grafica, testi,ecc; Mappatura delle pagine o degli schermi; Volume di informazioni. Utenti Necessità; Personalità; Comportamento di ricerca delle informazioni; Esperienza d’uso Contesto Obiettivi del progetto; Tecnologie e metodologie di sviluppo; Modello di business; Risorse Keyword e Analisi Prima di cominciare a progettare un sito web è importantissimo capire cosa cercano i potenziali utenti. Grazie ai tool di ricerca delle keyword puoi scoprire quanto può essere rilevante un determinato termine per il rispettivo target. Naturalmente anche il volume assoluto di ricerca e il numero di concorrenti che vogliono ottenere un punteggio elevato per questa keyword giocano un ruolo altrettanto importante. La rilevanza per il target dipende da quanto la parola chiave si adatti o meno alla tematica della pagina. Un elevato volume di ricerca promette molto traffico ma di solito è accompagnato da un numero altrettanto elevato di concorrenti. Più concorrenza c'è, più si deve ottimizzare sulla base della keyword determinata per tentare poi di aggiudicarsi i primi posti del ranking sui motori di ricerca. Gerarchia e Navigazione La struttura orizzontale è la migliore perché fa in modo che gli utenti possano rapidamente orientarsi sul sito e i crawler del motore di ricerca possano registrare il più velocemente possibile le pagine del dominio. Ma facciamo degli esempi di alcuni ipotetici negozi online: Mentre i gestori dell’attività I professionisti delle betoniere in seguito alla keyword research hanno optato per tre categorie principali, il sito I professionisti della pasticceria opera con cinque gruppi tematici eterogenei. Poiché il primo ha meno categorie principali va da sé che queste ultime siano più estese. Il percorso dalla categoria principale alla pagina del prodotto passa attraverso diversi passaggi che restringono sempre di più l'ambito tematico. Cosa interessante da ricordare: dal dominio al prodotto sono necessari quattro clic. A partire da una certa profondità i crawler del motore di ricerca non elaborano più per intero le sotto-pagine, perché sarebbe un dispendio di tempo ed energia realmente troppo elevato. Pertanto le pagine dei prodotti che rappresentano le offerte più importanti del sito web non sono considerate ai fini del ranking. La pagina I professionisti della pasticceria, invece, è strutturata in modo tale che le categorie ampiamente diversificate consentano di navigare fino al punto più profondo della gerarchia in due clic. Questo non costituisce un vantaggio solo per l'indicizzazione da parte dei motori di ricerca, bensì anche per i visitatori che visualizzano una pagina più facile da raggiungere e di conseguenza vivono una migliore user experience. L'esempio de “I professionisti della pasticceria” mostra inoltre che le pagine o sottocategorie di prodotti possono essere assegnate a più di una categoria principale. I percorsi verso il traguardo della ricerca si basano su catene di link semantici che un utente con molta probabilità finirà per seguire. Esistono due approcci per organizzare le aree tematiche: l'approccio cosiddetto top-down (dall'alto verso il basso): si basa sul presupposto che gli utenti esplorino l'offerta attraverso la homepage. Le categorie di keyword più popolari sono posizionate in modo eterogeneo sulla pagina iniziale, da dove tutti gli altri contenuti sono derivati. l'approccio bottom-up (dal basso verso l'alto): presuppone che gli utenti entrino in qualsiasi parte del sito ricercando un termine specifico, perciò la navigazione da qualsiasi sottopagina a qualsiasi altro punto deve essere facile e intuitiva. Possono essere utili dei punti di navigazione fissi su ogni pagina che riportano alle categorie principali oppure la navigazione breadcrumb. Wireframing Il wireframe viene utilizzato per visualizzare il layout di pagina in modo semplice e chiaro e costituisce una sorta di prototipo/prima bozza di progetto dell'architettura delle informazioni. I wireframe statici mostrano una singola pagina, al contrario quelli dinamici collegano più pagine. Gli sviluppatori utilizzano questi prototipi funzionali per testare la navigazione. Struttura dell’URL Strutturare i link permette l’assegnazione fissa di ogni sottopagina. L’URL deve essere esplicativo, cioè utilizzare la keyword principale della pagina cui fa riferimento. Si inizia con il definire il nome di dominio, che deve essere mantenuto il più breve e memorizzabile possibile. Il nome del brand infatti funge da vetrina, perciò ne serve uno che faccia riferimento all’ambito tematico, idealmente la keyword principale. Esempio della sottopagina Stampi per torte, il dominio (iprofessionistidellapasticceria), la categoria principale (stampi) e la sottocategoria (stampi-per-torte) hanno una struttura fissa per l'identificazione del link: https.www.iprofessionistidellapasticceria.it/stampi/stampi-per-torte. A differenza di un URL dinamico, l’URL statico non cambia quando il contenuto viene aggiornato. Il vantaggio degli URL dinamici è che il contenuto può raggiungere la pagina in modo semplice e senza molto sforzo di formattazione passando attraverso il back-end. Ha tuttavia lo svantaggio che manca il collegamento con il contenuto attraverso la keyword. Categorizzazione Con il raggruppamento di pagine singole in categorie e sottocategorie a partire dal dominio fino ad arrivare ai moduli informativi più piccoli vengono a crearsi i cosiddetti canali tematici sensati. La gerarchia delle pagine dovrebbe essere rilevabile anche a partire dalla sola URL: per questo motivo va definito una URL chiara e statica, facendo in modo che renda più facili i lavori di indicizzazione per i crawler prima e poi di memorizzazione per gli utenti. Metti in che in futuro ci sia la possibilità di ampliarsi con ulteriori categorie. Serviti della navigazione breadcrumb che indica l’attuale posizione all’interno del sito web (il cosiddetto sense of place) e di un percorso comprensibile attraverso le categorie (chiamato information scent) per fare in modo che gli utenti si orientino più facilmente. Ci dovrebbero essere sempre almeno due modi per farlo: la ricerca diretta è adatta agli utenti che sanno esattamente quali informazioni stanno cercando. Limitando le informazioni disponibili nel corso della ricerca, il percorso porta gli utenti alla pagina desiderata con pochi clic attraverso categorie principali eterogenee con strutture gerarchiche orizzontali. Se queste pagine o anche categorie rientrano in più di una categoria superiore, gli specialisti creano il proprio URL, ma utilizzano il tag canonical per segnalare ai motori di ricerca che la voce originale si trova su un URL diverso. In questo modo si evita di essere puniti per la duplicazione di contenuti. Oltre al raggruppamento, creano metadati per le singole sottopagine in modo da poterle trovare in altri gruppi più piccoli utilizzando dei filtri. Architettura base per le misure SEO Le fondamenta dell’ottimizzazione SEO per i motori di ricerca sono l’offpage e l’onpage. Gli esperti SEO ottengono l’ottimizzazione offpage tramite cosiddetti backlink, quindi link di fonti fidate al proprio sito web. Le pagine web dei partner fanno riferimento alla pagina in questione come a una fonte aggiuntiva di informazioni o a un'offerta adeguata. Tuttavia, nel contesto dell'architettura informativa del sito web, l’ottimizzazione SEO onpage è più importante perché include tutte quelle misure che possono essere implementate direttamente sul vostro sito per migliorarne il ranking. L'obiettivo è quello di scrivere testi di alta qualità che forniscano all'utente informazioni complete sull'argomento del sito web. L'architettura delle informazioni struttura il framework del sito secondo le stesse parole chiave ottimizzate per i motori di ricerca e inoltre fornisce un percorso che porta alle informazioni desiderate attraverso i canali tematici. Una chiara architettura del sito web con URL significativi aiuta i crawler a collegare il contenuto generato al frame. In sintesi L'architettura delle informazioni è un componente importante della progettazione di siti web. Con un concetto ben ponderato che si concentra sulla facilità d'uso e una struttura solida ma flessibile, si ottimizza l'usabilità e la user experience del sito web. Affinché l’architettura delle informazioni sia effettivamente funzionale, è necessario sviluppare il contenuto con un’attenzione particolare agli utenti e al contesto in cui l’azienda ed il progetto si trovano.
A volte il checkout di un sito di ecommerce può trasformarsi in un percorso ad ostacoli. Qualche settimana fa volevo acquistare qualcosa per mia figlia, le invio il link ad un sito di abbigliamento streetweare, lo scegli e sono felice di procedere (avevo anche un codice sconto!), tutto inizio il percorso di checkout e, arrivato al punto di essere dirottato verso la pagina di pagamento... non ho la possibilità di proseguire. Giuro: ho cercato un pulsante ovunque, sono tornato indietro, ho provato selezionando registrazione di un account e anche il contrario, ma nulla, non ho trovato il modo di concludere l'acquisto. Ora, ammettiamo che sia un caso limite. Ma non è così scontato che sia facile come ce lo aspettiamo. I problemi principali del checkout di un ecommerce 1. Un processo di checkout troppo lungo e complesso: Moduli lunghi e articolati con troppi campi da compilare Necessità di creare un account prima di poter effettuare l'acquisto Passaggi di navigazione non chiari e confusi Mancanza di un riepilogo chiaro degli articoli ordinati e dei costi totali 2. Opzioni di pagamento limitate: Non vengono offerte le modalità di pagamento preferite dagli utenti (es. carta di credito, PayPal, contrassegno) Il processo di pagamento è complesso o poco sicuro Vengono applicati costi aggiuntivi non previsti durante il checkout 3. Problemi tecnici: Errori di sistema o crash del sito web durante il checkout Tempi di caricamento lenti Impossibilità di completare l'ordine nonostante aver inserito correttamente tutte le informazioni 4. Mancanza di trasparenza e di informazioni: Costi di spedizione e tasse nascosti non vengono mostrati chiaramente fino al checkout Tempi di consegna non chiari o poco realistici Necessità di registrarsi o di procedere nel checkout per conoscere i costi di spedizione Politica di restituzione e rimborso poco chiara Mancanza dei dati obbligatori per legge, tra i quali la REA (non solo la partita iva) 5. Un'esperienza di checkout non ottimizzata per i dispositivi mobili: Il sito web non è responsive e risulta difficile da navigare su smartphone o tablet I campi di input sono troppo piccoli o difficili da compilare su schermi touch Il processo di checkout non è ottimizzato per il flusso di navigazione tipico dei dispositivi mobili 6. Mancanza di assistenza clienti: Non è disponibile un supporto in tempo reale per aiutare gli utenti con problemi durante il checkout. Le informazioni di contatto per il servizio clienti sono difficili da trovare. Le domande degli utenti non ricevono una risposta tempestiva o adeguata. 7. Mancanza di opzioni che reputi indispensabili Manca la possibilità di scegliere il pacco e la carta regalo Non c'è la possibilità di richiedere la fattura Non ci sono delle opzioni per utilizzare un packaging Green ed impattare meno sull'ambiente con i nostri acquisti (eh, ragazzi, ci sono anche queste sensibilità che potete incontrare...) Migliorare il checkout Per migliorare il tasso di conversione e ridurre l'abbandono del carrello, è importante identificare e risolvere le problematiche relative al checkout del proprio e-commerce, magari anche impostare qualche sondaggio con i propri clienti, utilizzare i momenti dell'assistenza per indagare su coesa pensino del vostro processo di acquisto. Ma anche prima di farlo, mi sento di darvi alcuni - pochi - brevi e facili consigli per ottimizzare il processo di checkout. Vediamo i principali, sui quali potete lavorare fin da oggi: Semplificare il processo di checkout, ad esempio riducendo il numero di passaggi necessari e rendere i moduli più concisi. Offrire diverse opzioni di pagamento, includendo tutti i metodi di pagamento popolari e sicuri, sopratutto quelli utilizzati nel mercato a cui vi rivolgete (pensate sempre al vostro buyer persona). Garantire la sicurezza e l'affidabilità del processo di pagamento, facendo in modo che l'utente si senta sicuro, garantito e a proprio agio (per esempio non uscendo dal sito per completarlo). Mostrare chiaramente tutti i costi fin dall'inizio, evitando costi nascosti o tasse aggiunte durante il checkout. Ottimizzare il checkout per i dispositivi mobili, assicurandosi che il sito web sia responsive e facile da navigare su qualsiasi dispositivo (ahimè cosa che anche oggi mi capita spesso di incontrare... ad esempio il servizio dal quale ogni mese compro i fumetti ha un bel sitone custom in .net che da mobile è una disperazione). Fornire un'assistenza clienti eccellente: e lo fai offrendo un supporto in tempo reale durante il checkout e rendere facilmente accessibili le informazioni di contatto per il servizio clienti. Testare regolarmente il processo di checkout: significa mettere in piedi sistemi di controllo e di verifica sul grado di affidabilità e di funzionalità forniti da questa importate sezione del vostro sito, identificando e risolvere eventuali problemi tecnici o di usabilità. Il checkout di Shopify ICT Sviluppo è partner di Shopify dal 2013: potete immaginare, negli anni, quanto il checkout blindato di Shopify sia stato motivo di discussione con i nostri clienti, sopratutto negli anni pre-pandemici. Oggi, con i numeri macinati da questo sistema ultratestato di chiusura dell'acquisto, sono pochi quelli che no riconoscono la bontà della strada intrapresa da Shopify. Shopify Plus si distingue per il suo checkout performante in diversi aspetti rispetto a Magento, PrestaShop e Salesforce Commerce, grazie a una combinazione di elementi e dati strategici. Ma anche per il fatto che arriva blindato, testato, ottimizzato e non da al mercato la possibilità di essere troppo creativo: un checkout veloce e che funziona è più importante di un checkoput personalizzato che fa acqua da tutte le parti. La filosofia di chiudere in grossa parte il processo di checkout per gli utilizzatori della piattaforma, si è dimostrato, negli anni, una mossa vincente per Shopify. Vediamo i motivi principali per i quali il checkoput di Shopify vince su quello dei suoi competitor. 1. Usabilità e semplicità: Interfaccia intuitiva e user-friendly: il checkout di Shopify è progettato per essere il più semplice e intuitivo possibile, guidando gli utenti attraverso il processo di acquisto in modo fluido e senza intoppi. Questo si traduce in un minor numero di clic e passaggi necessari per completare l'ordine, riducendo la frustrazione e l'abbandono del carrello. Design ottimizzato per diversi dispositivi: il checkout di Shopify è responsive e si adatta perfettamente a schermi di ogni dimensione, garantendo un'esperienza di acquisto ottimale su computer, smartphone e tablet. Opzioni di personalizzazione flessibili: Shopify offre ai commercianti la possibilità di personalizzare il checkout in base alle proprie esigenze e al proprio marchio, creando un'esperienza di acquisto coerente con l'identità del brand. 2. Velocità e affidabilità: Processo di checkout rapido e performante: Shopify utilizza tecnologie all'avanguardia per ottimizzare la velocità del checkout, minimizzando i tempi di caricamento e garantendo una transazione fluida. Questo aspetto è fondamentale per mantenere l'interesse degli utenti e ridurre le probabilità di abbandono durante il processo di acquisto. Elevata affidabilità e sicurezza: Shopify vanta una piattaforma robusta e affidabile, in grado di gestire un elevato volume di transazioni senza intoppi. Inoltre, Shopify implementa rigorosi protocolli di sicurezza per proteggere i dati dei clienti e prevenire frodi e attacchi informatici. 3. Dati e ottimizzazione: Accesso a una vasta gamma di dati: Shopify fornisce ai commercianti l'accesso a una ricca raccolta di dati relativi al checkout, permettendo loro di analizzare il comportamento degli utenti, identificare i punti di abbandono e ottimizzare il processo per migliorare le conversioni. Funzionalità di A/B testing integrate: Shopify consente ai commercianti di effettuare test A/B su diverse varianti del checkout per determinare quale versione converte meglio. Questo approccio data-driven permette di ottimizzare continuamente il checkout e massimizzare i risultati. 4. Ampia gamma di funzioni e integrazioni: Funzionalità di checkout complete: Shopify offre una vasta gamma di funzionalità di checkout, tra cui salvataggio automatico del carrello, recupero del carrello abbandonato, pagamenti con un clic e opzioni di checkout alternative come Apple Pay e Google Pay. Tutto ovviamente di default Ampia gamma di integrazioni: Shopify si integra con una vasta gamma di strumenti e servizi di terze parti, come sistemi di pagamento, soluzioni di marketing e software di gestione degli ordini. Questo permette ai commercianti di creare un ecosistema di e-commerce completo e personalizzato. Conclusioni A me pare che non ci sia tanto tanto da aggiungere: il sistema di checkout di un sito di e-commerce è la parte più delicata, quella che non dovrebbe minimamente essere messa in discussione ed avere problemi, la sezione più testata e fluida che possiate immaginare per il vostro sito: con le difficoltà nel trovar visitatori, nel trovare visitatori interessati ai nostri prodotti, a fare trovare loro esattamente ciò che cercano, avere il prezzo che reputano corretto, convincerli a comprare e ... poi bloccarli quando stanno pagando, non mi sembra una cosa molto intelligente. Dedicate del tempo e del pensiero cosciente al sistema di checkout. Sopratutto se non avete Shopify, state attenti a quello che vi state inventando. Se volete confrontarvi, beh, io sono qui (i contatti in firma) :-)
L’ecommerce ha avuto un vero e proprio boom durante e dopo la pandemia, che ha accelerato il processo di digitalizzazione dei servizi già in corso da tempo. In tale contesto si sono sviluppati diversi tipi di mercato e uno dei più diffusi è l’ecommerce B2B, una soluzione adottata da molte aziende durante i mesi critici della pandemia. Con ecommerce for b2b si intendono la gestione delle transazioni commerciali Business-to-Business su piattaforme online. Quali sono i vantaggi di questo canale di vendita per le aziende? Come sfruttarlo al meglio? Qual è la piattaforma ecommerce b2b più indicata? Rispondiamo a ognuna di queste domande nei successivi paragrafi. Cos'è un ecommerce B2B e in cosa si differenza dal B2C Come detto b2b è un’abbreviazione che sta per “business-to-business”e identifica la compravendita tra un’azienda e un’altra azienda, piuttosto che tra un’azienda e un singolo consumatore finale. Ma qual è la differenza tra ecommerce b2b e b2c? La differenza è alquanto semplice e viene tradotta così di seguito: B2C (BUSINESS TO CONSUMER) sta ad indicare la vendita di prodotti o servizi diretti ai consumatori finali.Alcuni esempi di questa tipologia possono essere la vendita di prodotti al dettaglio, come alimenti, abbigliamento, ecc, e i servizi diretti alla persona, come l’ home banking; B2B (BUSINESS TO BUSINESS) sta ad indicare invece la vendita di prodotti o servizi diretti ad altre aziende. Portiamo come esempio la vendita di prodotti all’ingrosso e il corporate banking (attività bancaria dedicata alle imprese). Piattaforme ecommerce B2B: come usarle al meglio Le piattaforme e-commerce b2b consentono e velocizzano il commercio elettronico all’ingrosso tra i clienti commerciali, mentre quelle b2c permettono il commercio tra un’azienda e un cliente privato. Queste piattaforme b2b offrono molti vantaggi ai venditori, come la possibilità di raggiungere un sottoinsieme di clienti completamente nuovo, velocizzare i processi di vendita e sfruttare i Big Data. Esistono diversi software ecommerce b2b che offrono diverse opzioni e funzionalità da scegliere in base alle proprie necessità. Tra le migliori piattaforme SaaS da segnalare ci sono Shopify e BigCommerce. Esaminiamo più in dettaglio quali sono gli step da seguire per sfruttare al meglio l’ecommerce b2b. 1. Automazione e dematerializzazione della raccolta ordini Ancora oggi esistono aziende che ricevono gli ordini dei clienti tramite mail, telefono o addirittura (purtroppo) via fax. Una piattaforma ecommerce B2B ti consente innanzitutto di risparmiare TEMPO. Ti consente di evitare errori: dalla verifica effettiva della disponibilità di magazzino, all’errore amministrativo e/o commerciale, all’errore di battitura o prezzo. 2. Catalogo elettronico sempre aggiornato Qualcosa di bellissimo: le aziende con un sistema ecommerce B2B hanno il catalogo elettronico SEMPRE aggiornato, costellato di fotografie, schede tecniche e video. Hanno sempre sott'occhio le disponibilità di magazzino e i prezzi praticati al cliente. Un catalogo cartaceo, rispetto ad uno elettronico, può essere utilizzato per trasferire ai clienti informazioni importanti: dalle notizie sui prodotti d’interesse alle caratteristiche tecniche; per non parlare poi di estratto conto, fatture e bolle. Il catalogo elettronico rappresenta quindi un consistente risparmio di denaro e di tempo. 3. Gestione rete di vendita Per gli agenti di vendita si dimostra un valido strumento. Possono visualizzare il catalogo sempre aggiornato con le nuove referenze, le politiche commerciali (prezzi, sconti, promozioni), le schede prodotto multimediali e le informazioni di magazzino. Ma soprattutto, raccogliere in modo facile e veloce gli ordini dei clienti. 4. Strumento di up-selling e cross-selling Non solo uno strumento di raccolta ordini: è possibile mettere in evidenza prodotti, prezzi in promozione, sconti per quantità e cross-selling, permettendo di aumentare il valore dell’ordine medio del cliente, mostrando, per esempio, prodotti correlati o sostitutivi mentre si sta decidendo cosa comprare. Utilizzando gli Analytics è inoltre possibile avere delle informazioni sul comportamento di vendita del cliente: pagine visitate, orari più frequentati, prodotti più visti ecc. 5. Il cliente al centro di tutto (il portale) Avere un portale clienti vuol dire puntare su una gestione customer-centric: un luogo virtuale unico, in cui il cliente trova tutti i servizi per dialogare in modo semplice - ed efficace - con l’azienda. Certo, sul portale è possibile trovare informazioni amministrative. Ma non solo: anche prodotti o servizi aggiuntivi già profilati rispetto alle esigenze del cliente specifico, informazioni tecniche specifiche per i singoli prodotti e notizie aggiornate rispetto alle tematiche di interesse e agli acquisti già effettuati. I vantaggi principali dell'ecommerce b2b Perché dotarsi di un software e-commerce b2b? I motivi sono tanti e li analizziamo nei successivi paragrafi. Sappi che passare ad un e-commerce b2b è uno step fondamentale se vuoi innovare la tua azienda e offrire servizi sempre più all’avanguardia ai tuoi clienti. 1- Migliore gestione dei prodotti ed elevate prestazioni di vendita Uno dei primi punti da esaminare quando si inizia a vendere sul mercato B2B è la scelta del sistema di vendita. Un ecommerce B2B con Shopify oppure BigCommerce assicura, oltre ad una completa gestione dei prodotti, anche elevate prestazioni e sicurezza. Puoi archiviare tutti i dati che vuoi e renderli disponibili ai tuoi dipendenti. Sia il team di vendita che di marketing possono accedere a dati e informazioni preziose per le loro strategie. 2- Gestione ottimizzata degli ordini Passare ad un ecommerce B2B significa migliorare gli ordini, la loro gestione e il rapporto con i clienti. Grazie a piattaforme come Shopify e BigCommerce puoi gestire tutte le aziende clienti impostando per ognuna di essere un listino personalizzato con prezzi e termini di pagamento personalizzati. Il tutto è perfettamente automatizzato, quindi si riduce il rischio di errori di trascrizione dei dati e della trasmissione degli ordini. 3- Migliore customer experience Nel B2B ecommerce il customer journey è estremamente personalizzato. Lato aspetto grafico sia con BigCommerce che con Shopify possono essere sviluppati i cosiddetti headless ecommerce, in modo da abbinare la gestione del backend della piattaforma scelta e la parte frontend, sviluppata da altri CMS, integrando il tutto tramite API. Questo permette non solo di avere un alto livello di user experience dello store online ma anche di rafforzare l'immagine del brand con una grafica ben definita. Puoi mantenere costantemente aggiornati i prodotti e integrare l’ecommerce con il gestionale, visualizzando così i prodotti effettivamente disponibili in magazzino. Così facendo eviti errori antipatici come ammanchi o eccedenze e aumenti la fluidità di tutto il processo d’acquisto. Inoltre i clienti possono utilizzare il self-service per fare i loro acquisti e su un ecommerce B2B godono di grande autonomia durante lo shopping online con la possibilità di consultare il catalogo, trovare schede tecniche, foto, disponibilità, giacenze e prezzi. Inoltre possono anche vedere lo storico dei loro acquisti e le tempistiche della spedizione. Se vogliono un supporto possono sempre ricorrere alla chat per confrontarsi direttamente con l’azienda venditrice e chiarire i propri dubbi. 4- Check out personalizzato Il check out è una fase delicata da gestire con grande attenzione. Con un ecommerce b2b puoi visualizzare il check out con l’importo totale da pagare, ma anche con metodi e termini di pagamento che possono essere differenti per ogni azienda. Con Shopify ad esempio puoi impostare tre termini di pagamento: Nessuno: il pagamento viene fatto al momento dell'ordine; Pagamento a 7, 15, 30, 60 e 90 giorni dal momento dell'ordine; Pagamento all'evasione dell'ordine. Anche in questo caso ad ogni cliente avrà il suo personale check-out e non sarà visibile in alcun modo agli altri. Conclusioni Fogli Excel, mail o fax sono strumenti obsoleti e superati, o comunque non adatti per gestire un sistema complesso come un ecommerce. Efficienza e rapidità sono le parole chiave per ogni shop online che vuole migliorare la gestione degli ordini e dei clienti e ridurre i costi. Meglio perciò partire con un progetto ecommerce B2B affidandosi a piattaforme come Shopify e BigCommerce che offrono la possibilità di avere un ecommerce completo e di ampliarlo grazie alle integrazioni che esse possiedono. Puoi anche scaricare un’app b2b ecommerce per gestire tutto comodamente con uno smartphone. A proposito se vuoi saperne di più scarica l’ebook sottostante che ti spiega quali sono i vantaggi di adottare un’app per vendere se hai un ecommerce Shopify.
Hai mai sentito parlare di prezzo civetta? Probabilmente si, ma forse, se sei qui, non è del tutto chiaro come usare questa strategia. In questo articolo proviamo a spiegartelo. Per un commerciante uno dei momenti più delicati e spinosi è la scelta del prezzo del prodotto o del servizio da mettere in vendita. Tendenzialmente si pensa che un prezzo basso e competitivo sia un buon viatico per conquistare nuovi clienti, ma poi i conti devono tornare. Inoltre, un prodotto in vendita ad un prezzo eccessivamente basso potrebbe essere percepito come di scarsa qualità e quindi venire scartato dai potenziali acquirenti. Al contrario un prezzo alto potrebbe conferire prestigio ad un prodotto, ma molto dipende dal mercato in cui operi. Se ad esempio hai una gioielleria online un prodotto dal costo elevato è sinonimo di pregio e qualità; la stessa cosa non si può dire se vendi prodotti di bigiotteria, che si caratterizzano invece proprio per la convenienza. Nell’ambito del pricing marketing devi considerare una serie di aspetti, come il costo di produzione, il costo di fornitura di ulteriori servizi, il ritorno per l’impresa e la qualità finale del prodotto stesso. Tutte voci che incidono in modo significativo sul prezzo finale e di cui devi tenerne conto. Nei seguenti paragrafi analizziamo le principali strategie di prezzo utilizzabili negli ecommerce e quali sono gli aspetti peculiari da tenere a mente. Cos’è il pricing? Prima di approfondire il discorso sulla strategia di prezzo nella vendita è opportuno soffermarci per un momento sul pricing, che può essere considerato quel processo tramite il quale un’azienda sceglie il prezzo di vendita di un prodotto o di un servizio. Le varie tipologie di prezzo nell'ecommerce hanno la capacità di influenzare le decisioni del pubblico al momento dell’acquisto, ma devi essere bravo a scegliere le strategie più indicate in base al tuo target, al mercato in cui operi, alla tipologia di prodotti e servizi che offri. Se ti trovi in difficoltà nella selezione di un prezzo, allora puoi affidarti al break-even point, che puoi padroneggiare perfettamente con poche nozioni di economia di base per sfruttarlo. Il break-even point è il punto di pareggio, cioè il numero di vendite necessarie per coprire almeno i tuoi costi di produzione, restare in attivo e non andare in rosso. Ecco la formula matematica del break-even point: Punto di pareggio= CF / (PM - CV). con CF = costi fissi; con PM = prezzo medio delle vendite; con CV = costi variabili Per ottenere il punto di pareggio devi conoscere alcuni parametri, a partire dai costi fissi che restano invariabili indipendentemente dal volume di vendita. A questi vanno poi aggiunti i costi variabili che invece possono cambiare a seconda del volume di vendita. Questo metodo può essere utile prima di inserire i prezzi del prodotto all'interno di un ecommerce costruito su Shopify in modo da essere sicuro di fissare dei prezzi che ti consentono di non andare in perdita. Strategie di prezzo: 11 esempi Se volessimo banalizzare, un prezzo alto si rivolge ad una clientela selezionata che punta alla qualità, un prezzo basso invece mira a conquistare una fetta di mercato molto ampio che mira soprattutto alla convenienza. Tuttavia il discorso non è così semplice e fortunatamente esistono tante strategie di prezzo negli ecommerce da adottare di volta in volta a seconda delle variabili circostanti del mercato e delle proprie necessità. Scopriamo quelle più gettonate nei seguenti paragrafi. Prezzo civetta Il prezzo civetta è un prezzo tenuto appositamente basso dal merchant, talvolta con margini nulli oppure addirittura negativi. La finalità di questa tipologia di strategia non è quella di creare direttamente profitti per l'impresa ma quella di attirare potenziali clienti in negozio, in modo che possano acquistare anche altri prodotti, recuperando così il margine perso con il prodotto civetta. Prezzo psicologico La strategia del prezzo psicologico è abbastanza diffusa nei supermercati, nei centri commerciali e in ogni progetto ecommerce. Il prezzo è leggermente inferiore alla cifra tonda e così, invece di 10 euro si scrive 9,99 centesimi, con questi ultimi scritti con un font più piccolo. Il consumatore tende a percepire quel prezzo più vicino ai 9 euro che non ai 10 euro. Oltre a questa modalità di utilizzare il prezzo psicologico, ne esistono altre, ovvero: la creazione di falsi scadenziari temporali durante i quali i prezzi saranno drasticamente ridotti, generando un senso di urgenza nei consumatori e spingendoli ad agire velocemente per non perdere l'occasione. Cura dell’aspetto visivo del prezzo: può influenzare le decisioni d'acquisto dei potenziali clienti. Spesso si è inclini a comprare e si percepisce un prezzo come inferiore quando è presentato in forma più concisa, ad esempio senza cifre decimali o senza il simbolo dell'euro. Mantenere i prezzi alti: mentre i consumatori cercano l'opportunità di risparmiare, i prezzi più elevati possono anche suggerire una maggiore qualità, attirando così clienti di fascia alta. Prezzo premium Il prezzo premium è l’esatto opposto del prezzo civetta e punta ad impostare un prezzo elevato, sopra la media dei prezzi di mercato. La finalità è per comunicare il valore esclusivo del prodotto, uno status symbol o l’appartenenza ad una specifica community. Se il prezzo civetta si tende a ridurre il valore percepito del prezzo finale per via del suo costo esiguo rispetto agli altri prodotti del mercato, nel prezzo premium il prezzo finale viene fissato esattamente in maniera opposta. L’articolo viene così percepito come un prodotto esclusivo, unico e di qualità. Questa strategia è indicata per i brand di lusso che vogliono imporsi come un’azienda di prestigio. Potrebbe interessarti leggere i seguenti articoli: Tasso di conversione ecommerce: strategie per conquistare clienti Come raggiungere un tasso di conversione ottimale in pochi step Prezzo di penetrazione Le strategie di prezzo di penetrazione impongono un prezzo piuttosto contenuto per un prodotto di qualità alta e vengono utilizzate quando si entra in un mercato nuovo o quando si lancia un nuovo articolo. L’obiettivo è attirare i consumatori che vengono incuriositi da un prodotto nuovo di alta qualità ma a costi contenuti. Inizialmente ci sarà inevitabilmente qualche perdita, ma l’obiettivo non è tanto monetizzare quanto piuttosto catturare l’attenzione di nuovi consumatori e trasformarli in clienti fidelizzati. Prezzo di scrematura Il prezzo di scrematura, conosciuto anche come skimming price, è l’esatto opposto del prezzo di penetrazione e prevede l’applicazione di un costo piuttosto elevato per dei prodotti nuovi distribuiti sul mercato. L’obiettivo è quello di massimizzare i profitti per quel prodotto, soprattutto perché questa strategia viene applicata quando manca la concorrenza all'interno del mercato, dopodiché i costi vengono abbassati per attirare una fetta di pubblico più ampia. Si tratta di una strategia da adottare con estrema cautela, poiché il successivo calo della domanda dovuto dal prezzo troppo elevato rischia di annullare i benefici previsti. Prezzo differenziato Il prezzo differenziato è una strategia di prezzo di marketing molto diffusa tanto nell’online quanto nell’offline. In tal caso lo sconto viene mostrato in modo molto chiaro: si mette in evidenza il nuovo prezzo di fianco al prezzo vecchio barrato. L’acquirente percepisce subito il vantaggio economico, poiché il nuovo prezzo è chiaramente più basso rispetto al vecchio prezzo. Prezzo competitor based Questa tattica, seppur semplice, richiede un impegno maggiore in termini di studio e analisi dei prezzi praticati dalla concorrenza. È necessario esaminare attentamente sia i prezzi più bassi che quelli più alti dei prodotti offerti dai tuoi concorrenti. Una volta completata questa fase di ricerca, otterrai il prezzo medio di mercato. Il prezzo che deciderai di fissare non dovrebbe essere inferiore a questo, per evitare di innescare una guerra al ribasso tra i rivali. Sottraendo i costi dal prezzo medio di mercato, potrai determinare il margine di profitto potenziale basato sul prezzo medio di vendita. Prezzo value based Nella pratica, il prezzo finale deve garantire equità sia per il cliente, che acquista in base alla percezione di valore del prodotto, sia per te, che miri a generare profitto. In linea teorica, rappresenta la strategia di pricing ottimale, quella più bilanciata, ma richiede un'attenzione particolare. Il punto cruciale per determinare il prezzo ideale risiede nel mettere in evidenza la PUV (Proposta Unica di Vendita) del tuo prodotto, distinguendolo dai concorrenti e conferendogli un valore distintivo. Se la tua PUV incrementa significativamente il valore del prodotto, potrai proporlo a un prezzo superiore rispetto alla norma. Prezzo attira clienti Hai mai notato su internet prodotti venduti a prezzi incredibilmente bassi? Spesso ci si chiede come sia possibile per l'azienda trarre profitto da tali offerte. In realtà, in molti di questi casi l'azienda potrebbe non guadagnare affatto, e potrebbe persino subire delle perdite. Allora, perché adottare questa strategia? Perché si tratta dei cosiddetti loss-leader, ovvero prodotti venduti a perdita, ma con lo scopo di attrarre i consumatori. Nonostante possa sembrare controintuitivo, questa tipologia di prezzo sono da considerarsi come degli amo che conducono i consumatori al tuo negozio online, dove una volta entrati, potrebbero essere inclini a effettuare acquisti di altri prodotti. Cost-based pricing e cost-plus pricing Il cost-based pricing e il cost-plus pricing tengono in considerazione i costi di produzione e del livello di maggiorazione desiderato, quindi in un certo senso sono più specifici. In particolare il cost-plus pricing tramite una maggiorazione fissa assicura maggiori margini. Per raggiungere un determinato livello di maggiorazione è sufficiente moltiplicare i costi di produzione previsti, sia fissi che variabili, per la maggiorazione desiderata, in modo da ottenere un prezzo per un livello anticipato di vendite. Questa tecnica è focalizzata solo sul costo del prodotto e non prende in considerazione la domanda dei consumatori e la concorrenza. Bundle pricing Il bundle pricing, noto anche come prezzo a pacchetto, prevede la vendita di un intero pacchetto di prodotti anziché uno solo. Questa tecnica può dare belle soddisfazioni, ma va utilizzata nel modo corretto. I prodotti in vendita devono essere complementari tra di loro, affinché gli acquirenti possano realmente percepire il vantaggio di acquistare un unico pacchetto a prezzi ovviamente più bassi. In caso contrario un acquirente che intende comprare un singolo prodotto potrebbe non trovare conveniente l’acquisto di un pacchetto intero di articoli, di cui magari ne userà solo qualcuno. Considerazioni finali Prima di salutarci è opportuno fare un’ultima considerazione sui fattori interni ed esterni di un’impresa, che potrebbero determinare quale strategia di prezzo negli ecommerce risulti più efficiente. Tra i fattori interni di un’azienda che vanno considerati ci sono: La conoscenza del proprio canale commerciale; La conoscenza dei costi di produzione sia fissi che variabili; Gli obiettivi che devono essere stabiliti in anticipo per poi decidere qual è la strategia di marketing vincente. Possiamo così elencare invece i fattori esterni di un’azienda: Domanda e offerta nel proprio mercato di riferimento; Abitudini e comportamenti tipici dei propri buyer personas; Condizioni macroeconomiche; Le normative che regolamentano il proprio mercato; Comportamenti dei competitor. Considerando l'importanza dell'inbound marketing, che si concentra sull'attrarre i clienti attraverso contenuti di valore e comunicazioni personalizzate, è fondamentale anche selezionare il prezzo in sintonia con il proprio pubblico di riferimento per offrire un'esperienza personalizzata. Shopify, con le sue funzionalità di e-commerce, può essere uno strumento prezioso per implementare queste strategie. A tal proposito vale la pena approfondire il discorso sull’inbound marketing e per farlo ti basta scaricare la risorsa gratuita a fine articolo che ti spiega come trovare facilmente più clienti online e aumentare il fatturato.
Magento vs Shopify: chi vince questa sfida titanica? Magento è una delle piattaforme più famose per fare ecommerce e tra le più diffuse degli USA, mentre in Europa fino a qualche anno fa doveva vedersela con Prestashop. Negli ultimi anni però c’è stato un vero e proprio boom di Shopify, verso il quale è cresciuto l’interesse dei merchant soprattutto per il gran numero di servizi aggiuntivi offerti che rende l’ecommerce più fluido e snello e migliora le relazioni con i clienti. Di seguito mettiamo a confronto Magento VS Shopify, ma per approfondire puoi leggere cos’è Shopify e cos’è Magento. Scegliere una piattaforma da cui partire per realizzare il proprio ecommerce online senza sentire parlare di Magento è difficile. E se ti sta capitando, pensa in che mani sei capitato. Magento è la piattaforma per fare ecommerce più famosa (complice anche un'acquisizione di eBay nel passato) e più diffusa negli USA, mentre in Europa deve vedersela con Prestashop. Neppure considero Woocommerce, soluzione ibrida, ovvero un plugin di Wordpress, un software nato per fare blogging, che certamente non è una soluzione ideale per un progetto Ecommerce aziendale strutturato e completo. Magento vs Shopify: le differenze principali Magento Shopify Hosting Self-hosted, cioè significa che devi dotarti di un server e gestire anche quello. Shopify è una piattaforma con accesso al sistema tramite abbonamento e completamente gestibile senza nessun altro servizio esterno, in totale autonomia. Controllo Maggiore: essendo una piattaforma in mano tua, fai quello che vuoi sul tuo server, per esempio puoi installare sullo stesso dominio anche un blog, senza bisogno di sottodomini. Shopify è una piattaforma con accesso al sistema tramite abbonamento e completamente gestibile senza nessun altro servizio esterno, in totale autonomia. Personalizzazione Completa: avendo il controllo del tuo codice, puoi fare quello che vuoi. Ovviamente i costi sono proporzionati al tipo di intervento di personalizzazione e alla quantità di questi interventi Controlli totali sul front end, ma il cuore della piattaforma non può essere toccato, è inaccessibile al singolo sviluppatore: questo significa, però, una maggiore stabilità ed integrità del sistema. Le funzionalità aggiuntive si gestiscono con applicazioni (pubbliche o private) che dialogano via API con il sistema. Aggiornamenti Complesso e spesso costoso: un e-commerce che sta funzionando necessita di procedure da svolgere in sicurezza, come la duplicazione del negozio su uno spazio test e il successivo allineamento dei database, con l'incognita del funzionamento alla prima botta (certo, non è un problema per lo sviluppatore che si fa pagare e consiglia Magento, ma può esserlo per l'azienda). Assolutamente invisibile all'utente. La piattaforma hosted continua a migliorare l'operatività esistente e ad integrare nuove funzionalità a ritmo continuo , senza alcun intervento da parte dell'utente finale (se non la configurazione di nuove fatture). Tecnologia Continua attenzione al software e alla tecnologia a supporto. Nel progetto con Magento, devi tenere in conto che sarà sempre una spesa da mettere a budget e controllare, devi fare i conti periodicamente con il fatto che hai un software su un tuo server e che necessita di manutenzione. Assente ogni preoccupazione sulla tecnologia e sul software. Ti concentri completamente sul tuo progetto di vendita online e sulle funzioni che attivi quando hai necessità, guidate dal business. Liquid, CSS e Javascript lato front e qualunque linguaggio di programmazione per le app esterne via API rest o graphql. Shopify Functions & Checkout extension per lavorare su logiche interne. Complessità L'interfaccia utente può essere ostica anche per chi ha già una certa esperienza con la piattaforma, e sembra quasi ribadire, con la sua austerità, che qui si trattano solo cose serie. La flessibilità del software si traduce in molte aree di amministrazione per poter controllare tutti gli aspetti. Con la versione 2.0 sono arrivati ad una interfaccia un po' più user-friendly e più intuitiva per quelli che non sono gli utenti amministratori. Shopify ha un'interfaccia di amministrazione veramente facile e con una curva di apprendimento veramente rapida. Questo riduce anche le problematiche legate agli errori che si possono fare in fase di avviamento del progetto. Permessi Si possono impostare differenti livelli di accesso alla piattaforma giocando con i permessi utenti. Si possono impostare differenti livelli di accesso con permessi differenti tra i vari utenti che utilizzano la piattaforma, in modo che ognuno acceda alle aree di competenza. Dimensione del business Accessibile per medi e grandi negozi online, con un volume di affari consistente. Qualsiasi dimensione di store online. Dalla startup alla grande enterprise, a seconda del taglio del piano di Shopify e dal progetto che viene sviluppato. Scalabilità del business Dalla Magento Community Edition si può passare all'enterprise quando il fatturato lo permette (quando si supera qualche milione di euro di fatturato online, si comincia a poter permetterselo...). E' molto più semplice upgradare o downgradare il piano di utilizzo che si sta utilizzando. Il business può scalare facilmente verso l'alto sia grazie a funzionalità che si sbloccano con i piani superiori, sia grazie agli sviluppi che uno Shopify Partner può garantire. Scalabilità del server Dipende dal piano e dal server. In caso di aumenti degli accessi repentini (ad esempio per una pubblicità in tivù), bisogna dotarsi di un buon sistemista e un piano per le emergenze. La banda è illimitata e le risorse sono di default scalabili a seconda degli accessi generati. Applicazioni Magento Connect gode di un vantaggio temporale notevole e presenta un sacco di soluzioni già pronte che permettono di sviluppare ex novo funzioni per il vostro e-commerce. Il costo è generalmente legato all'acquisto del modulo software che viene installato sul server. Capita anche di comprare applicazioni che non funzionano come dovrebbero, ma l'assistenza dello sviluppatore, con un po' di pazienza, vi aiuta a sistemare le cose. Shopify App Store è partito dopo rispetto a Magento, ma ci sono sempre più sviluppatori che investono tempo e capacità nell'offrire un parco di funzioni completo, che cresce costantemente ad un ritmo impressionante. Merito sicuramente anche del modello di business, legato a fee mensili per l'uso delle varie applicazioni da integrare nello store. Ma il vantaggio più grande è quello della compatibilità: per rimanere all'interno dello Store, le app devono funzionare. Senza dare problemi. Ah, e, spesso, la possibilità di provarle prima per qualche giorno in fase di test è un must assoluto. Aggiungendo che, se dopo qualche mese vedi che non ti è utile, puoi sempre dismettere l'app acquistata con abbonamento. Prezzi esposti Non è necessario pagare soldi per scaricare il software Magento Community Edition, ma se si vuole eseguire l'aggiornamento alla versione enterprise, si deve chiedere un preventivo. Puoi vendere una quantità illimitata di prodotti, ma hai bisogno di un dominio e un hosting esterno. Lo stesso dicasi per un servizio CDN e certificato https. Shopify Basic costa 29 $ al mese, offre due account per la gestione del negozio e richiede il 2% sull vendite. Il certificato SSL è compreso Shopify costa 79 $ al mese, hai 5 postazioni utente per la gestione, e richiede l'1% sulle vendite. Aggiunge alcune funzioni come i buoni regalo e il recupero dei carrelli abbandonati Advanced Shopify costa 299 $ al mese, comprende 15 postazioni da amministratore e richiede il pagamento di un fee del 0,5% sul fatturato. Aggiunge rapporti complessi sull'andamento delle vendite e la possibilità di calcolare le spedizioni con service esterno. Shopify Plus: 2.300 € al mese. Scopri di più leggendo il post Cos'è Shopify Plus. Temi grafici Magento ha più template grafici acquistabili online, rispetto a Shopify, se ne possono trovare moltissimi in un sacco di store online. A livello di store ufficiale Shopify ha un numero più ridotto di temi grafici, rispetto a Magento, ma più che sufficiente a coprire tutte le caratteristiche base. Questi hanno un vantaggio: si possono testare direttamente sulla piattaforma come se fossero un tema installato e configurato con tanta fatica su una piattaforma self-hosted con un sistema veramente user-friendly. E, ovviamente, per quelli nello store ufficiale non ci sono incompatibilità o bug di sorta. Possibile comunque sviluppare temi completamente personalizzati o sviluppare progetti Ecommerce Headless o Ecommerce Composable (grazie a Shopify Components) Prodotti Gestisce x le caratteristiche standard del prodotto e permette tutte le personalizzazioni grafiche all'interno della scheda. Gestisce tutte le caratteristiche standard del prodotto e permette tutte le personalizzazioni grafiche all'interno della scheda. Marketing Entrambe le piattaforme permettono di lavorare sulla SEO dei prodotti, integrarsi con servizi di email marketing e di marketing automation. Possono offrire coupon, spedizioni gratuite, recensioni prodotti e molto altro ancora. Qui Magento ha dalla sua una più grande capacità di integrazione con tutto (ma non che Shopify sia tanto da meno). Da questo punto di vista la funzione killer di Shopify è data dall'integrazione pressoché nativa con HubSpot, che permette non sono di integrare una delle più avanzate marketing automation del mondo, ma anche di poter spostare la gestione delle email transazionali in una piattaforma nata per raccogliere informazioni sugli utenti, segmentarli e gestirne i rapporti one to one anche in fase di post vendita. Multicanalità Mobile friendly anche per la gestione, ma per estendere le capacità di vendere multicanale bisogna cercare nel Marketplace e trovare la soluzione più adatta alle proprie necessità. Shopify qui vince alla grande: già di default viene con un sacco di integrazioni native, nate dalle partnership con aziende come Facebook e Pinterest: significa integrazione con i social network per la vendita e la possibilità per i clienti dei loro store di non lasciare Facebook per acquistare (e un sacco di chicche come questa). Supporto Magento Community Edition è una piattaforma opensource e non ha nessun servizio decicato ai clienti per rispondere alle loro domande (bisogna scalare a Magento Enterprise per poter avere risposte dirette). Se avete problemi con Magento e siete uno sviluppatore che si sta trastullando potete rivolgervi alla comunità dedicate, ma senza che ci sia una garanzia di risposta. Ma se sei un'azienda che sta vendendo online... beh, devi pregare. Shopify fa del suo servizio di assistenza al cliente uno dei fiori all'occhiello: un'assistenza dedicata personalizzata 24 ore al giorno e 7 giorni su 7, ti guida nelle configurazioni, a trovare risposte ai dubbi… perché, i malfuzionamenti, sono decisamente molto rari... Quale piattaforma scegliere secondo le esigenze della tua azienda Ci sono due differenze fondamentali tra Shopify e Magento: Shopify è un prodotto commerciale che paghi in abbonamento, mentre Magento Community è un software che scarichi gratuitamente e open source; Shopify è ospitato da Shopify stesso e può essere impostato in pochi minuti, mentre Magento ha bisogno di essere scaricato, di configurare un hosting, installato e configurato... E fare tutto questo prima ancora di iniziare a costruire e personalizzare il tuo negozio, che di solito richiede un livello medio-alto di sviluppo web e abilità di programmazione. Prima di iniziare a confrontare le piattaforme, devi guardare in modo attento alla tua attività e osservare i suoi punti di forza e di debolezza. Dove sei forte, hai le skill giuste e puoi arrangiarti? Dove hai bisogno di supporto? E come è strutturato il tuo team? Ad esempio, se non hai le competenze interne per gestire hosting di classe mondiale, patch di sicurezza, sviluppo e simili, avrai bisogno di un'agenzia che sviluppa siti di eCommerce che si prenda cura di te, oppure... utilizzi direttamente una piattaforma in cloud come Shopify. Vale anche la pena creare una seconda lista dei desideri di ciò che desideri che il sito sia in grado di fare. Ad esempio, vuoi un programma di fidelizzazione? Hai bisogno che sia facilmente e frequentemente aggiornato con nuove gamme di prodotti? Vuoi i feed di Instagram? Valutazioni e recensioni? Una volta che hai entrambe queste liste in mano, diventa molto più facile prendere una decisione ponderata e scegliere la giusta piattaforma. Migrazione da Magento a Shopify Vuoi effettuare la migrazione da Magento a Shopify? Puoi farlo facilmente! Shopify ha reso molto semplice il passaggio da Magento a Shopify. C'è persino un software di lancio dedicato per guidarti attraverso il processo. Con l'app di migrazione di Shopify, sviluppata da Cart2Cart, puoi importare: Prodotti: inclusi prezzo, nome, peso, immagine. Dettagli dei clienti: indirizzo di posta elettronica, fatturazione e spedizione, preferenze della newsletter. Ordini: stato, dettagli del cliente, sconti, prezzo. Buoni: carta regalo, nome, codice coupon. Recensioni: data, nome utente, valutazione. Il supporto di uno Shopify Partner come ICT Sviluppo, ti aiuta comunque a rendere armonico il progetto di migrazione e di integrazione di Shopify all'interno dell'ecosistema aziendale. Sviluppo di un tema custom o una soluzione headless su Shopify potrebbero fare al caso tuo se arrivi da Magento. E per far dialogare l'ecommerce con l'erp, il pim, l'oms o altri software aziendali è possibile sviluppare un progetto di data integration, che, con Shopify, è estremamente semplice, grazie all'impostazione API first che è connaturata nel sistema SaaS. Conclusioni Shopify e Magento sono entrambe ottime soluzioni per avviare un progetto ecommerce, tutto dipende da che budget avete e quanto volete tenere sotto controllo la macchina, mettendo le mani sotto il cofano. Shopify risulta più popolare e diffuso di Magento e, se vuoi saperne di più, puoi scaricare gratuitamente l’ebook sottostante che ti spiega cos’è e come funziona Shopify Plus.