In questo articolo ti spiego come ridurre la frequenza di rimbalzo, definita anche bounce rate, che indica la percentuale di clienti che “rimbalzano” via dopo essere atterrati sul tuo sito. Perché la frequenza di rimbalzo è importante? Perché fornisce preziosi dati sulle prestazioni del tuo sito web, e-commerce b2b o b2c. Se un utente atterra sul tuo sito e se ne va quasi subito, significa che hai una frequenza di rimbalzo alta. Al contrario, se l’utente naviga per molto tempo all’interno del sito, c’è una frequenza di rimbalzo bassa. La frequenza di rimbalzo alta non è quindi un buon indicatore del tuo sito, che potrebbe risultare difficile da navigare, poco chiaro, incoerente o troppo lento nel caricarsi. Tutti fattori che fanno fuggire i tuoi clienti a gambe levate dalla piattaforma, con evidenti ricadute negative sulla tua attività. I siti sono il principale biglietto da visita di un’azienda o un brand, quindi se offrono prestazioni scadenti tutta la tua attività va in affanno. Nei seguenti paragrafi ti spiego come ottenere una frequenza di rimbalzo ottimale e come migliorare le prestazioni del tuo sito web. Bounce rate: come si calcola? Per prima cosa dobbiamo capire come si calcola la frequenza di rimbalzo. Tale metrica rappresenta il rapporto tra le sessioni di una sola pagina, divise per tutte le altre sessioni o la percentuale di tutte le sessioni sul sito, dove gli utenti hanno visitato una sola pagina. Per calcolare la frequenza di rimbalzo Analytics è lo strumento migliore. Per accedere ai report devi seguire questo percorso: Comportamento; Contenuto del sito; Tutte le pagine. Una volta fatta questa operazione, puoi identificare le problematiche tramite due sistemi: Analisi del web. Concentra la tua attenzione sulle pagine più importanti del sito. Se ad esempio hai un e-commerce, focalizzati sulla home page, sulla pagina di categoria e sulla pagina del prodotto. Non badare invece alla pagina del carrello, poiché in tal caso devi verificare un’altra metrica: la frequenza di abbandono del carrello. La reazione dei clienti. Puoi chiedere direttamente ai tuoi visitatori cosa li porta ad abbandonare subito il sito tramite dei sondaggi. Potresti scoprire che i prezzi dei tuoi prodotti sono troppo alti o che il sito non è sufficientemente intuitivo. Fai anche domande aperte, del tipo “cosa vorresti trovare in questa pagina?”, così puoi conoscere meglio le esigenze e le aspettative dei clienti. Perché i clienti abbandonano il tuo sito? Tieni presente una cosa: hai pochi secondi per convincere il cliente che il tuo sito è quello che fa per lui e che può offrire le soluzioni che sta cercando. Può esserti molto utile avviare un progetto HubSpot, una delle piattaforme di marketing automation più utilizzate che ti consente di ottimizzare siti web ed e-commerce raccogliendo i dati del traffico e delle sessioni in modo chiaro. Ecco quindi quei piccoli o grandi difetti che rischiano di rendere il tuo sito poco interessante e poco fruibile. Grafica web poco accattivante L’abito non fa il monaco… O forse sì? In un sito web anche la grafica fa la sua parte, quindi deve essere subito accattivante e gradevole alla vista per convincere l’utente a restare sulla pagina e rendere piacevole la sua esperienza di navigazione. Se la tua grafica è troppo spoglia o poco stimolante, dovresti cambiarla. L’opera di restyling però andrebbe fatta gradualmente. Un cambio improvviso del design del sito potrebbe mandare in confusione gli utenti abituali. Modifica quindi la grafica gradualmente, dando agli utenti la possibilità di apprezzare i piccoli ritocchi cadenzati nel tempo. Scarsa interazione tra il sito e l’utente Non è solo l’utente che deve interagire con il sito, ma anche il sito deve interagire con l’utente. Il visitatore, una volta sul sito, potrebbe non sapere cosa fare. Incoraggialo a fare qualcosa altrimenti, dopo aver raccolto le informazioni di cui ha bisogno, se ne andrà subito. Il tuo obiettivo è convertire i visitatori in abbonati? Allora adotta delle strategie per raccogliere la loro e-mail e ampliare la tua mailing list. Utilizza poi call to action efficaci, coinvolgenti e con un “tone of voice” in linea con il linguaggio del tuo brand. Sito web poco fruibile Il sito potrebbe apparire poco fruibile e poco chiaro, condizione che inevitabilmente fa allontanare i tuoi visitatori. Hai un e-commerce? Allora assicurati che ogni prodotto sia effettivamente sotto la sua categoria. Se necessario, inserisci anche delle sottocategorie per favorire la navigazione. Stesso discorso se hai un blog che tratta di vari argomenti. Hai un blog che parla di cani e gatti? Allora predisponi un’area specifica per il cane e una per il gatto. L’utente saprà così orientarsi facilmente all’interno del sito, senza essere rimbalzato da una pagina all’altra col rischio di annoiarsi e andarsene. Le 5 soluzioni per ridurre la frequenza di rimbalzo Dopo aver analizzato alcune delle criticità che possono determinare decadimenti nelle prestazioni del tuo sito, e di conseguenza limitarne notevolmente la fruibilità, esaminiamo adesso le “best practices” che possono tornarti molto utili. 1- Ottimizzare il tempo di caricamento L’utente medio è pigro: pretende tutto e subito. Se la tua pagina ci impiega troppo tempo a caricarsi, stai certo che il visitatore andrà altrove per trovare quello che sta cercando. Si calcola che il tempo massimo di attesa che un utente è disposto a tollerare è 3 secondi. Trascorso questo tempo dirà bye bye al tuo sito. Assicurati quindi che il tempo di caricamento della pagina non sia troppo lungo. Foto e video troppo pesanti potrebbero rallentare eccessivamente il caricamento. Verifica quindi che siano sufficientemente leggeri per un sito scattante e veloce. 2- Occhio ai link I link sono fondamentali per ridurre il tasso di rimbalzo, ma non devono esserci errori tecnici. Se sbagli ad inserire il link rimandi l’utente ad una pagina vuota, o segnata come errore. Oppure potresti spedire il tuo visitatore su una pagina completamente diversa. Sono errori gravi che non depongono a favore dell’autorevolezza e dell’affidabilità del tuo sito. Inoltre i link devono essere intuitivi. L’utente deve poterci cliccare su intuitivamente e istintivamente, senza pensarci troppo. Naturalmente devono essere pertinenti con l’argomento che stai trattando. 3- Sì ai pop-up, ma senza esagerare Sui pop-up il dibattito è aperto: c’è chi li considera estremamente fastidiosi, un elemento di disturbo alla navigazione; altri invece li reputano ottimi strumenti per la conversione. La verità, come sempre, sta nel mezzo. Puoi utilizzarli, ma con cautela. Per prima cosa devi effettuare dei test. Un pop-up che compare subito appena si apre la pagina potrebbe essere poco tollerato e troppo invasivo. Prova quindi a ritardare la sua comparsa, dando agli utenti il tempo di visitare il sito. Puoi utilizzare queste tipologie di pop-up: Pop-up “temporali” che si aprono dopo un tot di tempo dall’apertura della pagina; Pop-up che si aprono solo quando si arriva ad un determinato punto della pagina; Pop-up di “exit intent”, che compaiono quando l’utente sposta il mouse verso l’alto per chiudere la pagina o per digitare un altro indirizzo. 4- Un sito intuitivo e semplice per una migliore “user experience” Un sito, per funzionare correttamente e risultare fruibile, deve avere un’interfaccia chiara e facile da usare. L’utente si aspetta di trovare determinate cose in un posto, accontentalo! In un e-commerce le categorie sono solitamente in alto, mentre in basso ci sono i termini e le condizioni di utilizzo. Mantieni le loro posizioni, o fai in modo che siano facilmente cliccabili. Non ammassare tutto in un solo posto, ma rendi arioso il tuo sito con degli spazi vuoti tra un elemento e l’altro. Rendi subito chiaro chi sei, cosa fai e di cosa ti occupi. 5- Sito “mobile-friendly” Lo smartphone è diventato un’estensione naturale del nostro braccio. In fila al supermercato, alla fermata dell’autobus o mentre si aspetta in auto ormai è prassi smanettare col cellulare e navigare tra un sito e l’altro. Il tuo sito deve quindi essere perfettamente “mobile-friendly”, cioè risultare navigabile anche e soprattutto da smartphone. I siti design responsive presentano accorgimenti relativi alle grafiche, ai codici e alle funzionalità che consentono di svolgere qualsiasi operazione anche da smartphone. Qual è la frequenza di rimbalzo ideale per un ecommerce o un sito web? Una frequenza di rimbalzo ottimale oscilla tra il 25 e il 70%, ma non esiste una metrica specifica poiché va contestualizzata. Non sempre una frequenza di rimbalzo alta è negativa, soprattutto se hai un sito “one page”, cioè monopagina. Magari l’utente ha trovato subito le informazioni di cui ha bisogno e quindi esce dal sito poco dopo. Molto dipende anche dai contenuti della piattaforma. Una frequenza di rimbalzo bassa è comunque apprezzata da Google e quindi può incidere anche sul posizionamento. Considerazioni finali Un consiglio che posso darti è di testare continuamente le prestazioni del tuo sito e valutare se ci sono miglioramenti o peggioramenti dopo aver applicato le modifiche. Mettiti nei panni dell’utente e visita il tuo sito per capire se è intuitivo o se ci sono delle criticità da risolvere. Se stai pensando di fare un restyling del sito può essere utile la nostra risorsa, scaricabile gratis a fondo pagina, che ti spiega come realizzare una pagina perfetta per presentare i prodotti e i servizi della tua piattaforma. Image by rawpixel.com on Freepik
“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia”. Questa è una frase di Sun Tzu, generale e filosofo cinese, tratta dal libro “L’arte della guerra”. Anche se fa riferimento al nemico, calza perfettamente per il nostro articolo in cui parleremo dei clienti degli e-commerce. Per vincere la tua battaglia e conseguire i tuoi obiettivi, cioè aumentare le vendite e far crescere il prestigio del tuo sito, devi conoscere perfettamente i tuoi clienti. Analizziamo nei seguenti paragrafi prima i vantaggi derivanti da una perfetta conoscenza dei clienti, e poi le modalità per entrare in sintonia con loro. Condizioni che contribuiscono sensibilmente all’implementazione dell’ecommerce seguendo un percorso lineare e senza eccessivi costi sul budget aziendale. Conoscere i clienti del tuo e-commerce è fondamentale: ecco perché Prendendo come riferimento la frase di Sun Tzu, sostituendo ovviamente il cliente al nemico, ecco una serie di vantaggi che derivano dalla conoscenza approfondita dei tuoi consumatori: Fidelizzare un cliente costa meno che acquisirne uno nuovo. La fidelizzazione di un cliente già acquisito costa, in termini di risorse economiche ed energetiche, molto meno dell’acquisizione di uno nuovo. Questo non significa che devi rinunciare ad allargare il tuo “parco clienti”, anzi. L’acquisizione di nuovi acquirenti deve restare un obiettivo fisso. Comincia però a fidelizzare quelli già esistenti, consolidando così il tuo portfolio clienti. Considera che un cliente fidelizzato diventa “ambasciatore” del tuo brand, sia online con recensioni e feedback, sia offline con il passaparola. Una volta fidelizzato, diventa una risorsa pubblicitaria a costo zero; Conoscendo meglio i tuoi acquirenti hai l’opportunità di raccogliere dati che si trasformano in informazioni preziosissime sulle loro abitudini d’acquisto. Puoi così inviare e-mail oppure offerte personalizzate secondo le preferenze e i bisogni di ogni singolo consumatore, creandogli attorno un’esperienza d’acquisto plasmata sulle sue esigenze. Inoltre hai la possibilità di conoscere pregi e difetti di un servizio, un prodotto o una campagna di marketing per poi ricalibrarli secondo le indicazioni fornite e le informazioni raccolte; Aumenti i tuoi profitti. Se dai al cliente quello che vuole, non avrà bisogno di cercarlo altrove. Un dato tutt’altro che scontato, poiché oggi la fedeltà dei clienti è merce rara, soprattutto alla luce della diversificazione del mercato sempre più saturo e competitivo; Migliori l’immagine del tuo brand. Proprio perché il mercato è così spietato e non concede margini di errori, diventa importante rinforzare l’immagine del tuo brand e aumentarne il prestigio, affinché i prospects possano percepirlo come marchio affidabile e credibile. Implementazione CRM per e-commerce: qual è il migliore? Per conseguire tali vantaggi è prioritario scegliere il CRM per e-commerce più indicato alle proprie necessità. Qual è il migliore? In commercio ne esistono tanti e tutti molto efficienti, ma con ogni probabilità il migliore in assoluto è HubSpot CRM. HubSpot migliora il dialogo con i clienti in ogni fase del processo di vendita. Oltre a raccogliere dati preziosi, ti dà anche la possibilità di segmentare i clienti. All’interno del tuo target di pubblico ci sono infatti tante piccole sottocategorie, che devi conoscere per fornire ad ognuna di loro proposte, sconti e offerte personalizzate. Il software fornisce anche una valida assistenza post-vendita, un servizio che non va ignorato e che anzi rappresenta uno dei più importanti per completare il processo di fidelizzazione senza lasciare nulla al caso. Questi sono solo alcuni vantaggi di HubSpot, che dà una marcia in più nella gestione delle relazioni con i clienti e, di conseguenza, nell’implementazione di tutti i principali servizi di un e-commerce. Il CRM è uno strumento fondamentale per ogni e-commerce che consente di reperire informazioni preziosissime come: Ordini effettuati da ogni cliente; L’ultimo ordine effettuato da un cliente; I momenti più idonei per inviare email e newsletter ai clienti; Spesa media di ogni cliente; Periodicità degli acquisti dei singoli clienti. Costruisci le tue buyer personas e scegli i giusti KPI Per conoscere i tuoi clienti devi fare una cosa molto semplice: costruire le tue buyer personas. Sono quelle persone che, per età, caratteristiche fisiche o professione, rappresentano i clienti perfetti del tuo brand. Vendi articoli di tennis? Il tuo target sarà ovviamente composto da persone che praticano questo sport a livello amatoriale o professionale. Vendi invece prodotti per la scuola? In tal caso il tuo target sarà composto da bambini e adolescenti in età scolastica. Dopo aver fatto quest’operazione puoi capire cosa funziona e cosa no, quali processi hanno portato un consumatore a concludere un acquisto e quali invece lo hanno bloccato, quale percorso ha seguito e quali sono le criticità riscontrate. Analizza il tutto in un contesto preciso, così puoi avere una panoramica più ampia. Considera che il buyer journey del consumatore può essere influenzato da vari fattori, alcuni dei quali sfuggono al tuo controllo. Budget, emozioni o umore possono essere alcuni degli elementi che determinano l’intero processo di acquisto. Ecco perché devi scegliere i KPI (Key Performance indicator) che ti aiutano a misurare l’efficacia dei processi di vendita, per provare a gestire i fattori che non dipendono direttamente dal tuo controllo. Avendo come base i KPI più idonei alle tue esigenze, puoi identificare problemi e criticità per adottare le migliori decisioni strategiche per acquisire il cliente. Analizza le recensioni Uno degli strumenti più preziosi che la rivoluzione digitale ha regalato ad imprese, ditte e aziende è rappresentato dalle recensioni. Quasi tutti i consumatori, indipendentemente dal mercato, leggono le recensioni dei precedenti clienti per decidere se fare un acquisto o prenotare un B&B. Perché? Perché i consumatori si fidano tra di loro, in quanto si scambiano reciproche informazioni utili e disinteressate. Devi quindi creare uno spazio apposito sul web per i clienti, dando loro la possibilità di raccontare la loro esperienza. Se ci sono molti feedback positivi, aumenterà il prestigio del tuo brand che verrà percepito come affidabile. Succede ovviamente il contrario in caso di diversi feedback negativi, che però non necessariamente rappresentano una criticità. Le recensioni negative sono quelle che devono interessarti maggiormente, proprio perché evidenziano le criticità e i difetti che vanno immediatamente corretti. Dando la possibilità ai consumatori di esprimere la loro opinione, mostri che ci tieni alla loro soddisfazione. Inoltre ti consentono di conoscere meglio i tuoi clienti, così da perfezionare i servizi o i prodotti secondo le loro indicazioni. Umanizza e semplifica il rapporto con gli utenti I clienti moderni sicuramente apprezzano i servizi digitali, poiché con un semplice click possono prenotare biglietti aerei o fare acquisti comodamente online dal divano di casa. Non bisogna però sottovalutare l’aspetto umano, che anzi continua ad essere cruciale anche in epoca di digital transformation. I clienti per certi versi vogliono vivere un’esperienza simile a quella di un negozio fisico, con i vantaggi però dell’online. In tale ottica devi rendere il rapporto semplice, naturale, in una parola: umano. Per prima cosa offri diversi canali dove gli utenti possono chiedere informazioni o ricevere assistenza. Il tuo e-commerce deve essere omnicanale, proprio perché ogni utente potrebbe preferire un canale diverso per comunicare. Le tue risposte devono avere due caratteristiche principali: velocità e risolutezza. I clienti moderni non amano aspettare molto, quindi il tempo di risposta deve essere quanto più breve possibile. Ecco perché molte aziende si dotano dei chatbot, assistenti virtuali capaci di guidare l’utente alla risoluzione di un problema in totale autonomia. Inoltre le risposte devono essere risolutive, cioè risolvere definitivamente il problema. A proposito di rapporto umano, ritornando alle recensioni cerca di rispondere sempre in modo professionale e garbato alle critiche, anche quelle più feroci. Mettiti nei panni dei clienti per capire perché sono così astiosi e rancorosi verso il tuo brand. Loro apprezzeranno la tua empatia, e ti apprezzeranno ancora di più se risolvi il loro problema. Un utente potenzialmente perso diventa così un cliente fidelizzato! La potenza dei social e dell’email marketing I social rappresentano un valore aggiunto al tuo brand, uno spazio da sfruttare adeguatamente per raccogliere ulteriori informazioni. Devi stabilire un budget da investire per ottenere il maggior numero di interazioni e un alto livello di “engagement”, creando allo stesso tempo contenuti accattivanti e coinvolgenti. Un altro strumento da utilizzare con intelligenza è l’email marketing. Scegli prodotti o servizi che rafforzano l’immagine del tuo brand, valutando con attenzione le tempistiche di invio. Un tuo cliente acquista mediamente un prodotto ogni 2 mesi? Allora alla scadenza dei 2 mesi, o anche prima, invia un’email informativa contenente le offerte e le promozioni più interessanti del momento. Non risulterai invadente e anzi il cliente apprezzerà l’attenzione che hai nei suoi confronti, anche perché sono proposte che realmente gli interessano. Conclusioni Più conosci i tuoi clienti e più probabilità hai di soddisfare tutte le loro esigenze. Ragiona come farebbe lui, cammina nelle sue scarpe e fatti le domande che potrebbe porsi. Con questa “forma mentis” saprai impostare una strategia vincente per far volare il tuo e-commerce. Puoi trarre ulteriori spunti utili dal nostro ebook su HubSpot CRM, che puoi scaricare gratuitamente a fondo pagina, una guida completa che ti indica le migliori funzioni del software per raccogliere le informazioni sui clienti fidelizzati e potenziali.
Stai pensando di creare un webinar per presentare la tua azienda, i tuoi servizi o i tuoi prodotti? Ottima idea. Il webinar è uno strumento che ha preso quota soprattutto nel periodo di lockdown, quando non potevamo spostarci. In realtà uno spostamento c’è stato e possiamo considerarlo rivoluzionario: siamo passati dall’analogico al digitale! In questo articolo ti spiego cos’è un webinar e quali sono le straordinarie opportunità per il tuo business. Lo faremo seguendo gli 8 passi che devi fare per presentare un webinar professionale e perfetto in ogni minimo dettaglio. Iniziamo! Cos’è un webinar? Prima di capire come presentare un webinar, è opportuno capire cos’è. Il webinar è fondamentalmente un seminario online interattivo che ti consente di raggiungere i potenziali clienti in ogni parte del mondo. Durante il corso puoi anche raccogliere informazioni utili per segmentare il tuo target di pubblico e pensare alle future campagne di marketing personalizzate. All’occorrenza puoi anche integrare domande e risposte per fornire quante più informazioni utili al tuo pubblico. Come realizzare un webinar? Ora che abbiamo capito cos’è un webinar scopriamo gli step necessari per la sua progettazione. Scegli l’argomento per il tuo webinar Per prima cosa devi scegliere l’argomento del webinar. Puoi parlare di tutto, l’importante è che l’argomento trattato sia pertinente al pubblico al quale ti rivolgi. Il webinar è destinato ai merchant? Allora puoi parlare di resi, di spedizioni o di schede prodotto. Per facilitarti il lavoro eccoti una serie di indicazioni: Concentrati su quegli argomenti dove sei maggiormente ferrato, così puoi rispondere in modo autorevole alle domande che ti vengono fatte; Dai uno sguardo alle FAQ. I tuoi clienti si pongono sempre le stesse domande? Allora focalizzati su di esse per fornire risposte pertinenti e risolutive ai problemi; Monitora le pagine social. I social network sono un’importante cassa di risonanza per il tuo business. Proprio lì puoi infatti notare i post che hanno maggiore successo o gli argomenti più dibattuti dai quali trarre utili spunti; Controlla il blog. Alcuni articoli hanno avuto un grande riscontro in termini di visualizzazioni e condivisioni? Allora potresti trasformarli in webinar per renderli ancora più coinvolgenti e accattivanti; Analizza le ricerche del tuo target di pubblico. Fai delle ricerche per capire quali sono le parole chiave più gettonate degli utenti che rientrano nella tua sfera di interesse e sviluppa delle risposte chiare alle loro domande. 2. Scegli il format migliore Il secondo step prevede la scelta del format più indicato alle tue necessità e ai tuoi obiettivi. Ecco quelli più gettonati: Presentazione. In assoluto è uno dei format più diffusi. Nei panni del presentatore illustri i tuoi prodotti o servizi, magari con l’aiuto di PowerPoint. Un audio o un video in sottofondo possono rendere ancora più coinvolgente la tua presentazione. Una soluzione ideale se hai un pubblico ristretto; Illustrazione di un prodotto o un servizio. Se vuoi presentare un prodotto o un servizio puoi impostare il webinar come una sorta di tutorial, spiegando in modo pratico ed esplicativo come funziona. Le persone, una volta capito le funzionalità di un prodotto o di un servizio, saranno maggiormente invogliate ad acquistarlo; Intervista. Altro format molto apprezzato è l’intervista. In tal caso devi invitare una figura autorevole nel tuo settore di riferimento, conferendo grande credibilità e professionalità al tuo format. Invia al tuo ospite una serie di domande in anticipo, così lui potrà prepararsi le risposte. 3. Quali piattaforme utilizzare? Altra domanda importante: quale piattaforma usare per creare un webinar? Ce ne sono varie, sia gratuite che a pagamento. Tra le più gettonate c’è Zoom, apprezzata soprattutto per la sua scalabilità in quanto è ideale sia per piccole aziende sia per brand con vari utenti. Zoom consente di sincronizzare la registrazione del webinar con HubSpot e quindi utilizzare le informazioni per segmentare i contatti proprio su HubSpot Italia. All’occorrenza puoi anche aggiungere partecipanti ad un webinar Zoom usando i flussi di lavoro di HubSpot CRM. Altrettanto popolare è Google Meet, che offre una funzione dedicata proprio ai webinar. Si chiama LiveStream e apre le porte a chi ha un abbonamento Google Workspace enterprise standard o plus. Molto popolare anche StreamYard, una piattaforma apposita per webinar che permette di registrare eventi live su più canali contemporaneamente, come Youtube e Facebook Live. 4. Come creare la pagina di registrazione Concluse queste operazioni devi creare la pagina di registrazione per invitare le persone a partecipare all’evento. Devi spiegare con chiarezza di quale argomento parlerai e, se è presente un personaggio autorevole del tuo settore, annunciarlo e presentare le sue principali competenze. Inserisci poi un modulo di registrazione dove i partecipanti rilasceranno i loro dati. Infine chiudi con una call to action coinvolgente e capace di toccare le giuste corde emotive delle persone. 5. Prepara tutto alla perfezione per il tuo webinar Passiamo adesso a quella parte che potremmo definire logistica e organizzativa. Registri il tuo webinar da casa? Allora avvisa gli altri membri della famiglia che non vuoi essere disturbato e scegli una stanza lontana da rumori molesti, interni o esterni che siano. Occhio a non lasciare il telefono acceso, chiamate o messaggi potrebbero disturbare la tua registrazione. Spegni lo smartphone o, al massimo, mettilo in modalità silenziosa. Hai poi bisogno dell’attrezzatura giusta, che consiste in una semplice webcam e un microfono. Non devi spendere cifre altisonanti, l’importante è che siano strumenti di qualità. Anche la telecamera del tuo smartphone può essere sufficiente, purché l’immagine sia chiara e nitida. A tal proposito assicurati di registrare in una stanza con molta luce. Per il microfono ti consiglio di acquistare un’unità esterna di buona qualità. 6. Consigli utili per il tuo contenuto In un precedente articolo ti ho già indicato la necessità di scegliere un contenuto pertinente al tuo business, ma che stile usare per presentarlo? Innanzitutto devi usare uno stile coinvolgente e informale, senza mai perdere di professionalità. Dai libero sfogo alla tua creatività e non temere di adottare soluzioni originali ed estroverse. Ecco alcuni piccoli consigli per differenziarti: Crea immagini personalizzate per evidenziare il tuo brand; Usa diapositive e slide brevi e concise; Affidati a video, animazioni e GIF per rendere la presentazione quanto più dinamica possibile; Evita blocchi di testo troppo lunghi, altrimenti rischi di “spaventare” i partecipanti; Fai un sondaggio a metà della presentazione, così da coinvolgere il tuo pubblico; Il tuo webinar dovrebbe attestarsi sui 45-60 minuti. Se vai oltre il pubblico potrebbe annoiarsi e perdere di interesse. 7. Promuovi il tuo webinar Vuoi che il tuo webinar sia seguito da quante più persone possibili? Allora devi promuovere il tuo evento e renderlo virale. Come? Puoi inviare un’email alla tua lista di marketing per farlo conoscere a lead e clienti. Evidenzia i vantaggi del webinar e spiega perché è una grande occasione da non perdere. Fornisci dettagli utili, come il titolo, la data, l’ora e gli argomenti che saranno trattati. Il tutto condito da una bella call to action che susciti la curiosità delle persone. Puoi però promuovere il tuo evento anche al di fuori dei tuoi contatti. Sfrutta i social, una vetrina importantissima per chiunque operi online. Se la tua presentazione è interessante e ricca di dettagli utili, gli utenti tenderanno a condividerlo con amici, colleghi e conoscenti. In tal caso usa immagini e hashtag popolari, che hanno sempre un grande richiamo sui social. Hai qualche soldino da investire? Allora puoi sfruttare gli annunci a pagamento o anche ingaggiare un influencer del tuo settore, che ha già un buon numero di follower. 8. Fai un test di prova Quando succede un imprevisto in tv, i presentatori si salvano con la classica frase “è il bello della diretta”. Sarà anche così, ma tu devi cercare di prevedere tutti i possibili imprevisti e fare in modo che la tua registrazione sia perfetta e curata in ogni minimo dettaglio. Per questo motivo dovresti fare un test di prova, cercando di limitare anche i più piccoli dettagli. Hai un ospite nel tuo webinar? Perfetto. Prima di avviare la registrazione fate delle prove per verificare che tutto proceda nel modo giusto. Riprova le strumentazioni per assicurarti che funzioni tutto perfettamente. Durante il test di prova sarai in grado di individuare le piccole o grandi criticità che vanno risolte prima dell’inizio del webinar. Il test di prova andrebbe fatto uno o due giorni prima del webinar, così hai tutto il tempo di sistemare le ultime cose senza stress. Consigli finali Se seguirai gli 8 step indicati, il tuo webinar sarà un successo. Assicurati dopo l’evento di fare follow-up, per conoscere le impressioni dei partecipanti ed eventualmente per trovare nuovi clienti. Dopo l’evento invia un’email di ringraziamento ai partecipanti, dove puoi anche inserire offerte e sconti speciali. Per saperne di più scarica l’ebook gratuito presente alla fine dell’articolo, intitolato “36 modelli di email commerciali”, una risorsa utile per scrivere email efficaci e capaci di dirigere il prospect dove desideri. Image by Freepik
Qual è la strategia di marketing per vendere un prodotto e far crescere il tuo progetto ecommerce? Una domanda abbastanza semplice e, come avrai modo di leggere nell’articolo, anche la risposta non è particolarmente complessa. L’importante è muoversi nella direzione giusta secondo un piano strategico. Se vuoi incrementare le vendite e fidelizzare i clienti devi evidenziare, in modo chiaro e trasparente, il valore aggiunto e i reali vantaggi derivanti da un prodotto o un servizio. La vendita non deve essere per te un’ossessione, ma una naturale conseguenza delle strategie che hai messo in atto. Per comprendere meglio la cosa ecco un esempio. Supponiamo che tu venda ad un cliente un prodotto che in realtà non soddisfa le sue effettive necessità. Pensi di essere stato un bravo venditore? No! Il tuo obiettivo non è vendere a tutti i costi, ma soddisfare realmente le aspettative e i bisogni dei clienti. L’acquirente capirà, dopo poco, di essere stato “bidonato” e quindi perderà di fiducia verso la tua azienda. Meglio perdere una vendita ma acquisire un potenziale cliente, piuttosto che vendere con la certezza quasi matematica di perdere un cliente. Le tecniche di vendita devono essere flessibili così da adattarsi di volta in volta alle varie esigenze. Non devono quindi basarsi su schemi di comportamento preconfezionati, che possono andar bene solo per una categoria di persone. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul mondo della vendita. Strategie di vendita e tecniche di vendita marketing: le differenze da conoscere Prima di tuffarci nel mondo della vendita, è opportuno fare una differenza tra strategie e tecniche di vendita. Spesso i termini vengono usati come sinonimi, ma in realtà è un errore. Le strategie di vendita si inseriscono in un contesto più ampio e complesso a livello di marketing. Suggeriscono come trovare e fidelizzare clienti o come incrementare le vendite secondo il proprio target di pubblico. Le tecniche di vendita per certi versi sono più “settoriali” e riguardano l’approccio commerciale, come l’apertura, la conduzione e la chiusura di una trattativa. Siamo su un terreno più tecnico e meno strategico. Possiamo dire che entrambe puntano al medesimo risultato, aumentare le vendite e far prosperare l’azienda, ma secondo strade, metodi e tempistiche diverse. Facciamo due semplici esempi per comprendere meglio le differenze. Strategia di vendita esempio Una strategia di vendita è ad esempio quella di Apple, che vende sul suo e-commerce tramite negozi di proprietà ma anche tramite rivenditori autorizzati e negozi specializzati. La Coca-Cola invece non ha un suo negozio di proprietà, ma vende indirettamente tramite distributori che a loro volta rivendono a bar, ristoranti, hotel, supermercati ecc. Tecnica di vendita esempio La tecnica di vendita è invece una metodologia applicata nel corso di una trattativa con uno o più clienti specifici. Possiamo citare come esempio il cross-selling, cioè la vendita incrociata, che prevede la vendita di un prodotto aggiuntivo e complementare ad uno già acquistato. Se un cliente acquista un pantalone, è possibile proporgli anche una cintura in abbinamento. In tal caso per ottimizzare le vendite è consigliabile avviare un progetto HubSpot che aiuta ad analizzare i processi di marketing e customer support. Strategia di vendita e gestione del cliente Per comprendere meglio la strategia di vendita di un prodotto, dobbiamo fare una distinzione tra vendita diretta e indiretta. Nella vendita diretta l’azienda si interfaccia con il cliente, senza filtri o intermediari. In tal caso risulta anche più facile approcciarsi con l’acquirente finale, perché la comunicazione è diretta e perché è possibile capire quali sono le sue reali esigenze. Nella vendita indiretta invece c’è generalmente un intermediario tra l’azienda e il cliente. I supermercati, ad esempio, difficilmente vendono prodotti propri ma generalmente articoli di altri brand. Stesso discorso vale per le concessionarie, che rivendono auto prodotte da altri marchi. In tal caso la strategia deve inevitabilmente cambiare. In entrambi i casi è necessario sviluppare relazioni stabili e durature con i clienti. La strategia deve quindi essere studiata con largo anticipo per crearsi il proprio portfolio clienti e non può essere improvvisata. In questa fase è importante intercettare gli interlocutori e sviluppare una comunicazione lineare, semplice e trasparente per fornire un’assistenza e una consulenza efficaci. Tutti i team e i fornitori devono quindi allinearsi secondo la strategia aziendale stabilita, finalizzata alla corretta gestione del cliente. Il primo passo è quindi fidelizzare i clienti già acquisiti, per poi andare “a caccia” di altri lead da convertire. Un’efficace strategia di vendita basata sul cliente deve seguire questi step: individuare e fidelizzare i clienti più assidui e redditizi; aumentare la spesa media dei clienti poco produttivi e attivi; eliminare le spese effettuate per i clienti che hanno generato delle perdite; individuare nuovi lead e trasformarli in clienti con strategie mirate. Queste operazioni sono finalizzate anche a migliorare la brand reputation, affinché l’azienda si imponga come un punto di riferimento affidabile nel suo settore di riferimento. Naturalmente la comunicazione deve essere tarata e plasmata secondo il proprio target di riferimento. Un’errata comunicazione porta infatti a distorcere i messaggi, col rischio di non creare l’empatia che invece è alla base per conquistare, fidelizzare e trattenere un cliente. Altrettanto importante è l’assistenza, che deve essere tempestiva e risolutiva per fornire risposte adeguate alle varie domande e criticità. Lo stesso linguaggio deve essere positivo e rivolto alla risoluzione del problema. 5 strategie di vendita Non esistono scorciatoie per vendere più facilmente, ma puoi comunque adottare specifiche strategie che facilitano il processo di fidelizzazione. Ecco 5 strategie di vendita che possono esserti utili e che vanno adattate al tuo business: Punta sui vantaggi offerti dal tuo prodotto e dal tuo servizio. Molti venditori commettono l’errore di fare leva sulle qualità e sulle funzionalità dell’articolo venduto. La Ferrari ad esempio è il sogno di ogni automobilista, ma non è certo la soluzione ideale per chi ha bisogno di una city car. Evidenzia quindi le caratteristiche di un prodotto finalizzate a risolvere un problema e fornire una risposta risolutiva; Costruisci i tuoi buyer personas, che corrispondono all’identikit perfetto del tuo cliente tipo. Oggi la personalizzazione della vendita è un principio base per ogni azienda. Instaura una comunicazione e crea campagne di marketing che siano tarate secondo le esigenze dei tuoi clienti; Personalizza il tuo messaggio. Sempre nell’ottica della personalizzazione della vendita, rendi unico il tuo messaggio secondo le caratteristiche dei tuoi clienti. Un utente che si sente coinvolto dalla tua comunicazione e si rispecchia nei tuoi valori, con ogni probabilità diventerà un cliente fidelizzato. Un modo per personalizzare i tuoi messaggi è l'ecommerce copywriting; Misura le tue prestazioni. Per capire se le tue strategie stanno avendo successo o meno devi misurarle con appositi strumenti. Raccogli tutte le informazioni utili per capire eventualmente come cambiare la tua comunicazione o come modificare la presentazione di un prodotto o un servizio; Lavora sull’aspetto emozionale. Buona parte dei clienti acquista guidata dall’impulso, piuttosto che dalla razionalità. Cerca quindi di toccare le giuste corde emotive, con la consapevolezza che un prodotto ha un valore non solo commerciale, ma anche sentimentale. Frasi per vendere un prodotto Ecco adesso una serie di frasi ad effetto che puntano proprio sull’emotività. Si tratta di frasi semplici, che però usano le parole adatte per invogliare gli utenti all’acquisto facendo leva sulle giuste motivazioni. “Made in Italy”. Il “made in Italy” rappresenta sempre una marcia in più, quindi ti consiglio di usarlo nella tua frase soprattutto per vendere un prodotto artigianale. Non barare però se il tuo articolo non è stato prodotto in Italia, altrimenti ti giochi la fiducia del cliente; “Se lo provi, te ne innamori”. Ecco un’altra frase che punta molto sull’emotività e che consente di creare diversi slogan vincenti. Alla base c’è la promessa di rendere felice il cliente, migliorare la sua quotidianità e soddisfare le sue esigenze; “100% di recensioni positive”. Soprattutto negli e-commerce le recensioni hanno una grandissima importanza, poiché molti utenti leggono i commenti degli altri acquirenti per poi decidere. Se hai tutte recensioni positive, perché non renderlo pubblico? Naturalmente devi avere un sito efficiente e scattante e Shopify Italia può essere un validissimo alleato per realizzare un e-commerce altamente prestazionale; “Risparmia fino al 25%”. A chi non piace risparmiare? Tutte le frasi che contengono la parola risparmio e loro derivati hanno un effetto positivo sulla mente dell’acquirente, che annusa la possibilità di chiudere un buon affare; “Hai tempo fino al…”. L’effetto scarsità e l’effetto tempo hanno un grande impatto sugli acquirenti, che vengono spinti all’acquisto immediato per non perdere un’ottima opportunità; “Scarica gratis”. Se alla gente piace risparmiare, figuriamoci se si parla di servizi o articoli gratuiti! Molti siti offrono periodi di prova gratuiti e questo espediente consente di far breccia nei potenziali clienti. Trova le parole più accattivanti per arrivare dritto al cuore dei clienti, poiché l’aspetto umano non deve mai passare in secondo piano. Perché la tua azienda ha bisogno di HubSpot CRM La pianificazione delle strategie di marketing è alla base di tutte le aziende di successo. Ma non solo: per far crescere il tuo business hai bisogno di avere a disposizione uno strumento per migliorare le tue performance. Stiamo parlando di HubSpot. Per farti comprendere tutte le potenzialità di HubSpot CRM, scarica il nostro ebook, presente alla fine di questo articolo e scaricabile gratuitamente.
Il CRM (Customer Relationship Management) è una strategia che nasce principalmente per mettere il cliente al centro del progetto. È lui il fulcro attorno al quale devono muoversi tutti i processi aziendali, con l’obiettivo di fidelizzare al massimo i vecchi clienti e conquistarne di nuovi. Per raggiungere questi obiettivi devi prima capire e intercettare le reali necessità e aspettative del cliente, così da potergli offrire un servizio su misura. In questo step importante ti dà una grande mano il sales CRM, che ti fornisce un supporto a 360° per gestire le relazioni con i clienti, le vendite e il marketing in generale. Approfondiamo più nel dettaglio cos’è il CRM e in che modo può darti una mano effettiva. CRM: cos’è e qual è il suo significato CRM è l’acronimo di Customer Relationship Management e letteralmente significa Gestione del Rapporto con i Clienti. Si parla solitamente di CRM software, ma il concetto è più ampio. Con il termine CRM si fa infatti riferimento ad un approccio omnicanale che comprende strategie, comunicazione e integrazione dei processi aziendali. Qualunque sia la tua attività, il CRM è finalizzato a soddisfare i tuoi clienti. Entrando più nel dettaglio si possono distinguere tre macro aree: CRM operativo che supporta le attività relative alla supply chain, il back office per la gestione degli ordini, le attività di front office per automatizzare le forze vendita e l’automazione del marketing di imprese e le attività di mobile office; CRM analitico che, grazie ad un’accurata fase di raccolta e di analisi dei dati, fornisce utili e preziosi indicazioni per adottare le strategie aziendali e prendere le decisioni più adeguate con una solida conoscenza alla base; CRM collaborativo che, sfruttando tutti i canali a disposizione, personalizza e gestisce al meglio il rapporto con i clienti. Tra gli strumenti di comunicazione rientrano quelli moderni e tradizionali, come email, telefono, fax, social, sms, chatbot ecc. CRM marketing per gestire i processi aziendali L’obiettivo è fornire un servizio plasmato su misura del cliente ma, per farlo, devi conoscere e gestire alla perfezione tutti i processi aziendali. La fornitura di un prodotto o un servizio comprende una serie di attività, concatenate tra di loro, che devono funzionare alla perfezione come un orologio svizzero. Basta che si inceppi un solo ingranaggio e l’intero processo aziendale va a monte. Le fasi di acquisto, i resi e i reclami sono tutti processi che richiedono un attento monitoraggio dalla A alla Z. L’utilizzo di un CRM affidabile e consolidato, come HubSpot, può davvero fare la differenza migliorando i processi aziendali e, come logica conseguenza, anche i rapporti con clienti, fornitori e prospect. I flussi operativi, alla base di ogni attività, risultano molto più scorrevoli e fluidi. HubSpot CRM ha un’interfaccia intuitiva e fornisce tutti gli strumenti ideali per aumentare le vendite e gestire i contatti con i clienti con processi automatizzati di comunicazione interna ed esterna. Ecco cosa può fare un CRM nell’ambito dei processi aziendali: coordinare diversi team e farli lavorare su un unico database, così da individuare e risolvere più velocemente eventuali problemi o anomalie; attuare procedure standard automatizzate per gestire i reclami e condividere informazioni con tutti i team, così da fornire risposte immediate e coerenti; automatizzare e ottimizzare le attività relative alla scelta dei fornitori, alla gestione del budget, alle campagne di marketing e tutte le altre azioni che rappresentano il “core business” aziendale; monitorare attentamente i comportamenti e le abitudini d’acquisto dei clienti per fornire un servizio su misura; migliorare le attività logistiche di reso, coordinando alla perfezione tutte le aree interessate e velocizzando i flussi; migliorare le richieste interne di assistenza e manutenzione, suddividendole per aree così da smistarle opportunamente. Ogni processo lavorativo, “smontato” in tante piccole fasi, è più facile da gestire. Se vuoi approfondimenti su che cos'è Hubspot, con tutte le funzionalità, il nostro blog è pieno di articoli dedicati. Come ottimizzare i processi di marketing Il marketing viene spesso inteso come processo di vendita, ma in realtà significa soprattutto comunicazione. Il CRM aiuta nella comunicazione con i clienti, ma anche in quella interna per favorire una maggiore collaborazione e cooperazione tra i vari reparti aziendali. Il sales CRM si rivela utilissimo tanto nelle piccole aziende e nelle start up, quanto nei colossi industriali più strutturati. Nelle piccole realtà il CRM aiuta ad effettuare un’analisi del prospect, tenendo traccia di tutte le interazioni e delle sue reazioni. Nelle grandi aziende il CRM aumenta l’efficienza del reparto vendita fino a influenzare positivamente l’intero fatturato. Il marketing relazionale aumenta in modo significativo la produttività, intercettando e anticipando i desideri dei clienti e fornendo un servizio o un prodotto tarato sulle loro specifiche esigenze. Si possono individuare almeno tre strategie che aumentano il fatturato dell’azienda e ottimizzano i processi di marketing: organizzare i dati di contatto: le informazioni dei clienti, dai dati anagrafici alle abitudini, dal potenziale di acquisto all’area geografica, sono un vero tesoro per le aziende che va sfruttato al massimo; prevedere le vendite: le informazioni raccolte vanno rielaborate, per poi stilare statistiche sulle probabili vendite e sul fatturato annuale, tenendo conto delle analisi e delle statistiche precedenti; segmentare la clientela: ogni utente è una realtà a sé, quindi è opportuno segmentarli e catalogarli secondo determinate caratteristiche. Si può così creare una comunicazione su misura e strategie personalizzate, instaurando una relazione one to one. Il cliente si sente realmente apprezzato e valorizzato e anche il processo di fidelizzazione risulta più fluido e naturale. Relazioni sempre più “intime” con i clienti Il CRM comprende tutte le attività, le tecnologie e le strategie che le aziende utilizzano, ma il fine ultimo resta sempre lui: il cliente. Ecco nello specifico le funzionalità che ti offre un software CRM: monitorare e controllare continuamente il percorso di acquisto dove si trova un lead. Nel corso di una trattativa un prospect può adottare diverse scelte, come proseguire nell’acquisto oppure fermarsi prima. Potendo verificare i comportamenti dei clienti, puoi adottare le decisioni strategiche migliori per soddisfare le loro necessità o chiarire alcuni dubbi; offrire un customer service accurato e immediato. Gli operatori addetti al servizio clientela possono accedere ai dati registrati in un unico canale, così da avere ben chiara la problematica o la richiesta del cliente e fornire una risposta pertinente; allineare tutti i team, conferendo una maggiore professionalità all’intera azienda. I CRM possono infatti essere gestiti da interi gruppi di lavoro, all’interno dei quali ogni membro ha un suo ruolo; calcolare la customer retention rate, che definisce il tasso di abbandono dei clienti, e capire quali sono i motivi. Risolvendo le criticità che ti fanno perdere i clienti riuscirai a migliorare il processo di acquisizione e di fidelizzazione. Un’azione importantissima, poiché è sempre più complesso mantenere un cliente in un mercato così digitalizzato e competitivo. CRM esempi pratici per sfruttarne le potenzialità Ecco degli esempi pratici per capire come usare un CRM e perché è indispensabile per la tua attività. Fino a qualche anno fa nei processi di vendita veniva usato Excel, uno strumento sicuramente valido ma inefficace per la gestione di un’enorme quantità di dati. Inoltre ogni singolo team lavorava slegato dagli altri e i rapporti tra di loro erano frammentati. Un software CRM invece unifica tutti i team, che possono condividere le loro idee e le informazioni in modo trasparente. Il processo di vendita risulta più veloce e migliora la collaborazione tra i vari team, a beneficio della produttività. Prendiamo come esempio il dirigente di un’azienda che, per vari motivi, è spesso in giro o in viaggio per lavoro. Con i vecchi sistemi era praticamente necessario stare continuamente collegati al pc. I CRM hanno radicalmente cambiato il modo di lavorare: oggi con pochi clic, anche da smartphone, è possibile accedere in modo immediato alle informazioni utili e avere una panoramica generale sull’andamento dell’azienda. Un’altra criticità riguarda l’assegnazione di compiti specifici ai vari dipendenti in un’azienda. Alcuni possono essere sommersi di lavori, mentre altri risultano liberi. Un CRM aiuta a conoscere, in ogni momento, le varie attività dei dipendenti e quindi la distribuzione dei compiti può essere fatta con maggiore oculatezza. Si potrebbero così riassumere i vantaggi di un sales CRM: accesso immediato alle informazioni giuste in ogni momento; maggiore controllo di tutte le operazioni e dei processi aziendali; eccellente coordinamento tra i vari team; previsione delle tempistiche; visione d’insieme delle varie attività; fruibilità anche in mobilità, con la possibilità di accedere alle informazioni ovunque e da qualsiasi strumento; facilità di utilizzo; collaborazione più efficiente; processo di vendita più veloce. Conclusioni Che tu abbia una piccola attività, una grande azienda o addirittura se il tuo progetto è solo embrionale, il CRM è la risposta migliore a tutte le tue domande. Molte piccole imprese, partendo da zero, si sono potute espandere in poco tempo proprio grazie all’uso del CRM. Tra i migliori sul mercato c’è HubSpot, perfettamente adattabile a qualsiasi necessità. A tal proposito se vuoi saperne di più puoi leggere il nostro ebook, scaricando il link subito dopo l’articolo, per capire come funziona questa piattaforma e mettere le ali alla tua attività. Image by upklyak
La Business Intelligence nel marketing non è una prerogativa esclusiva delle aziende che operano nel marketing digitale, ma è uno strumento utilissimo anche per franchising e catene di negozi. L’obiettivo principale della Business Intelligence è gestire e analizzare al meglio i dati a disposizione, per poi adottare le decisioni strategiche più indicate secondo il proprio settore operativo. Possiamo suddividere la BI in 3 fasi storiche: Anni ‘60: in questi anni è nato il concetto di BI come metodo di condivisione delle informazioni; Anni ‘80: si è sviluppata una maggiore sinergia di condivisione dei dati grazie ai modelli informatici; Anni 2000: con l’introduzione di modelli di analisi veloci e flessibili. Puoi conoscere meglio la tua attività, ma anche il profilo dei tuoi clienti migliori ai quali riservare le maggiori attenzioni, e i prodotti più ricercati sul mercato. Già queste conoscenze ti danno utili indicazioni per pianificare le tue strategie future. In realtà le aziende hanno già a disposizione tutti i dati per capire se la loro attività è in salute o meno, se determinate strategie stanno funzionando o se è il caso di apportare dei cambiamenti. Il problema è che non hanno gli strumenti adatti per leggerli. Il compito della BI è proprio questo: raccogliere ordinatamente i dati e poi leggerli nel modo giusto, per intraprendere successivamente azioni mirate per aumentare la produttività dell’azienda. Esaminiamo nello specifico cos’è la Business Intelligence nel marketing, come sfruttarla e quali benefici apporta in termini economici, di produttività e di immagine. Cosa si intende per Business Intelligence nel marketing? Le aziende ogni giorno immagazzinano una gran quantità di dati che contengono informazioni preziosissime. Possono essere considerati dati grezzi che, presi singolarmente, non forniscono molte indicazioni. Se però vengono messi insieme e letti nel modo giusto, forniscono spunti utilissimi per adottare le decisioni migliori in termini strategici e operativi. Un’operazione del genere è indicata per qualsiasi attività: dalla multinazionale al negozietto di quartiere. La BI aiuta a identificare e pianificare i problemi, per poi fornire le risposte migliori. L’ultimo step è la verifica dell’efficacia della strategia intrapresa. In pratica la BI combina elementi vari di data mining e business analytics per elaborare i dati e poi tradurli in operatività. Per attuare in maniera vincente ed efficace un processo di Business bisogna basarsi su 3 elementi: Dati, cioè tutti gli elementi alfanumerici raccolti in un database; Informazioni, che vengono appunto raccolte ed estrapolate dopo l’analisi dei dati; Conoscenza, derivante a sua volta dalla raccolta delle informazioni. La Business Intelligence inoltre è utile sia per le attività appena nate, sia per quelle già avviate che vogliono crescere oppure apportare delle modifiche significative. L’obiettivo è quello di raggiungere un vantaggio sugli altri competitor, trasformando i dati in informazioni e le informazioni in conoscenza. Le aziende, forti di una conoscenza che poggia su solide fondamenta poiché derivante dallo studio e dall’analisi di dati certi ed empirici, possono così avviare il processo decisionale che si snoda in 5 punti fondamentali: Intelligence, che consente di individuare la questione sulla quale andrà presa una decisione; Design, nel quale si pianificano le soluzioni possibili anche tramite il brainstorming; Scelta, cioè la fase finale del processo decisionale dopo l’analisi dei dati e delle informazioni a disposizione; Implementazione, nella quale bisogna agire in modo coerente in base al piano adottato; Controllo, che consiste nella verifica dei risultati e nella valutazione sull’efficacia delle azioni intraprese. Hai davvero bisogno della Business Intelligence? Sì, ecco perché! Alcuni professionisti ritengono di non aver bisogno della Business Intelligence, poiché hanno un’attività di piccole dimensioni e perché gli affari vanno bene. In primis la BI, come già specificato, è utilissima per qualsiasi attività; in secundis, anche se gli affari vanno bene, perché non possono andare meglio? Per una valida azione di Business Intelligence è necessario dotarsi degli strumenti giusti, come HubSpot, che consente di analizzare visivamente i dati a disposizione, così da creare report e dashboard approfonditi sulle vendite. Puoi quindi ottenere informazioni a 360° sui canali di vendita e condividere i report con gli altri team aziendali. La BI aiuta a prendere le decisioni migliori in ogni circostanza procedendo secondo 3 step: Reperimento dei dati; Conoscenza e documentazione dei dati; Costruzione di report. Miglior reperimento dei dati I dati vengono raccolti nelle aziende su vari database, risultando di fatto frammentati. L’interrogazione e l’analisi dei dati sono quindi particolarmente difficoltose, sia per la loro eterogeneità sia perché ogni database richiede credenziali di accesso diverse. Mettere insieme l’enorme mole di Big Data di un’azienda diventa un’operazione titanica per i dipendenti, con ricadute inevitabili in termini di produttività. C’è poi da considerare un altro rischio: la ridondanza dei dati. Informazioni e dati possono ripetersi più volte nei database, situazione che dilata ulteriormente i tempi di analisi. Le anagrafiche di clienti e fornitori o le caratteristiche dei prodotti possono essere ripetute più volte, magari anche con omissioni, differenze ed errori, e l’analisi diventa ancora più difficoltosa e complessa. In tal senso la BI rappresenta una vera ancora di salvezza per le aziende, che possono invece raccogliere i dati in un solo posto per poi analizzarli e sviscerarli con estrema precisione. Sono evidenti i benefici in termini di produttività, poiché i dipendenti recuperano tempo prezioso per altre attività. Analisi più accurate Quando i dati sono frammentati e suddivisi c’è un altro rischio: solo alcune persone, che magari interagiscono poco e male tra di loro, ne possono prendere visione. In tal caso i dati possono essere male interpretati, proprio perché non c’è interconnessione tra loro e vengono analizzati singolarmente e non nel contesto generale. I report quindi non solo risultano inutili, ma anche dannosi, poiché possono essere fuorvianti e quindi fornire suggerimenti sbagliati per prendere le decisioni strategiche più adeguate. In sostanza la pianificazione aziendale si basa su assunti sbagliati e inevitabilmente si fallisce nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tutto questo può essere risolto con la documentazione delle basi dati, che talvolta è insufficiente o del tutto assente. Tramite precise strategie di BI è possibile raccogliere i dati nella loro interezza, stilando report affidabili, facilmente interpretabili e funzionali. Costruzione eccellente di report Le azioni intraprese fino a questo momento ci portano ad una perfetta costruzione di un report, sul quale pianificare le future strategie aziendali. Senza una valida analisi dei dati i report risultano frammentari, incompleti e poco affidabili. Al contrario con la BI risulta più facile accedere e reperire i dati, che possono essere raccolti da tutti i team aziendali. L’azienda può ottimizzare i tempi e tagliare le spese inutili, a beneficio del suo profitto. Quali sono i principali benefici per aziende ed e-commerce? Gli strumenti di Business Intelligence consentono di avere un vantaggio competitivo nel proprio mercato di riferimento e, proprio grazie ad una conoscenza approfondita del settore, adottare le strategie di marketing più efficaci. Possiamo così riassumere i vantaggi per le aziende: Individuare il segmento migliore verso il quale indirizzare le proprie promozioni; Individuare l’area geografica sulla quale insistere per presentare le proprie campagne, operazione utilissima soprattutto per il local e-commerce; Monitorare annualmente il tasso di crescita della propria attività; Valutare quali sono i clienti migliori; Capire quali sono i prodotti più richiesti in un determinato periodo. La Business Intelligence, come già anticipato, risulta efficace tanto nei negozi fisici che negli e-commerce. Nel mercato online la BI consente di: Stilare un identikit ben preciso dei propri clienti; Acquisire informazioni importanti sia sul processo di vendita che di post-vendita; Valutare il tasso di fidelizzazione dei clienti; Prevedere quali clienti saranno più reattivi in seguito a determinate promozioni o campagne pubblicitarie. Le aziende, con tutti questi dati a disposizione, hanno una panoramica ampia e completa del loro mercato, così da ottimizzare e pianificare con largo anticipo le azioni più efficaci per la loro attività. Conclusioni finali La Business Intelligence rappresenta un’opportunità che le aziende non possono lasciarsi sfuggire. Le attività che operano con efficaci strategie di marketing basate sul BI non solo conseguono la leadership nel loro settore, risultando veri e propri punti di riferimento, ma la mantengono sul medio-lungo periodo. Oggi si sta diffondendo sempre di più la “cultura” dell’analisi dei dati, che consente di muoversi con agilità nel proprio settore di riferimento per generare profitto. Le piattaforme di Business Intelligence consentono di identificare le tendenze e le opportunità di ricavo, adottare i processi decisionali più opportuni e migliorare le prestazioni. Ogni azienda deve porsi l’obiettivo non solo di raggiungere un numero quanto più alto possibile di clienti, e quindi di vendite, ma anche di fidelizzarli e conquistarne sempre di più. Solo con questa mentalità “ambiziosa” è possibile creare un progetto che sia vincente non solo nell’immediato, ma anche nel futuro. Nel corso dell’articolo ti ho accennato di quanto sia utile HubSpot per un’efficace politica di BI. Se vuoi approfondire il discorso puoi leggere l’ebook gratuito, presente qui sotto, che ti spiega cos’è HubSpot e come adottare un modello di business vincente che ti aiuta a far volare il tuo fatturato. Image by Freepik
I white paper e gli ebook fanno ormai parte delle strategie commerciali delle aziende, soprattutto per attrarre e conquistare nuovi clienti. Questi due strumenti sono particolarmente intelligenti poiché, pur rappresentando forme di pubblicità, non sono invasive e anzi forniscono preziosi consigli ai lettori. Possono essere gratuiti o a pagamento, ma solitamente gli utenti possono scaricarli senza pagare un euro. Sono generalmente contenuti che le aziende offrono ai loro clienti per accattivarseli, fornendo comunque soluzioni, proposte e strategie per affrontare determinate problematiche in ambito lavorativo, e non solo. Conosciamoli meglio white paper ed ebook partendo proprio dalle differenze. Differenza tra white paper ed ebook e la loro storia White paper ed ebook in realtà non presentano grandi differenze, ma si distinguono principalmente per lo stile e il tono. Il white paper è un documento che dà delle risposte precise ad un lettore e lo aiuta a risolvere determinate criticità. È piuttosto sintetico, si concentra su un argomento ben definito e si rivolge ad un pubblico abbastanza specializzato. L’ebook è un libro in formato elettronico e mantiene la stessa struttura di un libro cartaceo. Ha uno stile e un tono di scrittura più freschi e informali, quasi colloquiali, e talvolta è accompagnato da grafiche simpatiche e intuitive. Si tratta comunque di sfumature molto sottili ed entrambi gli strumenti hanno il medesimo obiettivo: accattivarsi il lettore e fidelizzarlo come cliente. Per quanto riguarda la storia, il white paper è più datato. Comparve per la prima volta nel 1920 e fu utilizzato dal regime britannico. Questi libri, caratterizzati appunto da una copertina bianca, racchiudevano documenti governativi che, tramite il racconto dei fatti, esplicavano le decisioni adottate dal Governo per far fronte a determinate situazioni. Più recente l’ebook, che invece ha fatto la sua comparsa alla fine degli anni ‘90. Nacque per offrire ai lettori un’alternativa al libro cartaceo, alla luce della digitalizzazione sempre più dilagante. Perché sono strumenti così efficaci? White paper ed ebook contengono una serie di nozioni, anche tecniche, che rappresentano un valore aggiunto. Chi opera in un determinato settore può realmente approfondire e arricchire le sue conoscenze e competenze, venendo a conoscenza di “best practices”, tecniche, strategie e trucchi per migliorare l’approccio nel proprio business di riferimento. Per scrivere contenuti realmente convincenti devi dimostrare padronanza e conoscenza della materia, così da conquistare la fiducia del pubblico e apparire ai suoi occhi come un risorsa di valore davvero affidabile. Le idee però sono opinabili, ecco perché devi sempre supportarle con dati, numeri, report e statistiche. Su un’opinione si può discutere all’infinito ma i numeri sono fatti, non possono essere contestati. Se racconti che una tecnica di vendita è vincente, devi suffragare la tua teoria con elementi inattaccabili, come appunto report e statistiche, così da convincere anche i clienti più diffidenti. Il tuo contenuto, se ritenuto affidabile, inizia a circolare sempre più tra i tuoi potenziali clienti. Ne trae beneficio la reputazione dell’autore e, di conseguenza, dell’azienda. Se la struttura di un ebook o di un white paper ha funzionato, conservala per progetti futuri. Ebook e white paper rientrano nelle strategie di inbound marketing, che puoi ulteriormente perfezionare con HubSpot per rafforzare il rapporto con i tuoi clienti. Gli step per scrivere un ebook o un white paper Come scrivere un ebook o un white paper? La domanda non è affatto scontata, perché probabilmente non hai nemmeno idea da dove partire e come strutturare il tutto. Magari il compito viene affidato ad un copywriter, abituato a scrivere articoli di 500-600 parole; oppure ad un manager, un dirigente o un dipendente che non ha mai scritto. In questi casi può subentrare la cosiddetta sindrome da foglio bianco, che “colpisce” gli scrittori o i poeti che non sanno cosa scrivere o come iniziare. Eccoti quindi alcuni consigli utili perché la cosa importante è proprio iniziare a scrivere, successivamente puoi ritornare, aggiustare e modificare i contenuti come ritieni opportuno. Introduzione L’introduzione può essere considerata come le fondamenta di un palazzo e va intesa come una guida generale su ciò che andrai a scrivere. Aiutati con delle liste puntate per rendere la presentazione schematica e facilmente intuitiva per tutti. Incuriosisci e sorprendi i tuoi lettori, con frasi ad effetto che li spingono a proseguire la lettura e “divorare” il libro. In questo modo “scaldi” il tuo pubblico con un antipasto molto gustoso, per poi saziare la sua fame di curiosità con un menù ricco e completo che lo soddisfi completamente. Storytelling É dimostrato che le storytelling, cioè storie vere di vita vissuta, abbiano un impatto decisamente maggiore sul cervello umano. Il lettore infatti si immedesima nella storia, andando così a toccare le giuste corde emotive. Se hai ottenuto successo e racconti la tua storia, le persone si fideranno molto di più di te e la tua credibilità salirà alle stelle, imponendoti come una fonte autorevole, credibile e degna di fiducia. Poni le giuste domande e fornisci le risposte più pertinenti Quando scrivi un ebook o un white paper devi chiederti a chi ti stai rivolgendo. Magari puoi descrivere perfettamente come gestire al meglio un’attività ristorativa, ma se il tuo target di pubblico è composto prevalentemente da adolescenti il tuo contenuto non avrà grande presa. Mettiti nei panni dei tuoi potenziali lettori e, guardando le cose dal loro punto di vista, chiediti quali sono le domande che potrebbero porsi. Così facendo avrai una panoramica più ampia e riuscirai a fornire le risposte più adeguate e pertinenti. Racconti di case study Le persone talvolta capiscono la teoria, ma non riescono a mettere in pratica quanto appreso. Come puoi aiutarle? Raccontano esempi di case study di successo, ossia i casi di studio. I case study sono racconti di vita reale, che illustrano il successo di un brand o di una persona, dai quali trarre spunti interessanti da prendere come esempio. Se una persona ha avuto successo in un determinato settore seguendo specifiche “best practices”, tanto vale imitarle. Liste Impara ad usare le liste, uno strumento pratico da padroneggiare con attenzione. Le liste hanno il potere di schematizzare le cose, una qualità da non sottovalutare considerando che il lettore moderno è generalmente pigro. Tutte le nozioni principali vengono “impacchettate” in modo schematico e lineare nelle liste, un faro da seguire nel “mare magnum” delle informazioni date. Che tipologia di contenuti scrivere? Ora sai come scrivere un ebook o un white paper e come individuare la tipologia di pubblico al quale rivolgerti. A questo punto però c’è da porsi un’altra domanda: che tipologia di contenuti scrivere? Fondamentalmente se ne possono individuare tre: Tecnici; Finalizzati a risolvere un problema; Strategici. Contenuti tecnici I contenuti tecnici sono destinati ad un pubblico altamente specializzato in un determinato settore. In tal caso puoi usare anche parole specifiche e tecniche, solitamente poco comprensibili ad un pubblico generico. Piuttosto che sulle nozioni di base, probabilmente già note al tuo pubblico di riferimento, devi concentrarti su nuovi temi di ricerca o tecnologie innovative relative ad un settore. Trattandosi di contenuti tecnici, i tuoi lettori si aspettano un elevato grado di conoscenza. Se non hai le giuste nozioni non impelagarti in un progetto simile, ma affidati ad un professionista autorevole del settore per evitare strafalcioni o epic fail” che rischierebbero di erodere la tua credibilità. Risoluzione di un problema Le persone sono costantemente alla ricerca di una soluzione che risolva i loro problemi. Questo è un ottimo spunto per scrivere contenuti, come una sorta di tutorial, che forniscono soluzioni concrete per risolvere criticità che avvengono nella vita reale. Tali contenuti sono generalmente destinati a persone che hanno un elevato potere decisionale e che quindi cercano soluzioni mirate e pertinenti. Ai fatti dovresti affiancare foto e materiali visivi, come statistiche e grafici, che danno ulteriore forza a quanto scritto. Ebook e white paper strategici Infine ci sono gli ebook e i white paper strategici, che hanno l’obiettivo di cambiare e modificare il trend in un determinato settore. Sono rivolti a grandi gruppi, come manager o autorità pubbliche in generale, e finalizzati a perseguire strategie diverse per differenziarsi dai competitor. I paper e gli ebook strategici possono essere sovrapponibili a quelli tecnici, quindi potresti realizzare un mix attraendo un target di pubblico ancora maggiore. Considerazioni finali White paper ed ebook dovrebbero essere scaricabili gratuitamente come file PDF su una landing page, così chiunque può leggerli in ogni momento e da qualsiasi dispositivo. I lettori apprezzeranno questo “regalo”, poiché ciò che è gratuito è sempre ben accetto, e inoltre puoi generare traffico aggiuntivo sulle tue pagine. I contenuti possono essere condivisi anche sui canali social o tramite le newsletter per attrarre ancora più pubblico. Siamo grandi sostenitori degli ebook e della loro efficacia, proprio per questo motivo nell’apposita sezione dedicata alle “risorse gratis” del nostro sito ti proponiamo una ricchissima lista di contenuti da scegliere. Puoi iniziare scaricando l’ebook sottostante che ti spiega come costruire una strategia di contenuti da urlo. Image by snowing on Freepik
L’epoca in cui stiamo vivendo passerà alla storia come quella della rivoluzione digitale, che ha un’importanza pari alla rivoluzione industriale a cavallo del ‘700 e dell’800. Ogni processo, tanto nel mondo lavorativo quanto in quello privato, è digitalizzato e dominato dalla tecnologia. Eppure, nonostante questo passaggio epocale verso l’online, la gente continua ad essere particolarmente legata al mondo offline. Proprio dall’unione tra online e offline è nato il phygital, un concetto che si sta imponendo in ogni latitudine. Soprattutto le aziende non possono ignorare il concetto di phygital, nel quale camminano di pari passo online e offline. Con l’avvento del digitale i punti vendita fisici hanno considerato, erroneamente, l’online come un nemico. Col tempo invece hanno iniziato a capire che online e offline non solo possono, ma devono procedere a braccetto poiché unendo le loro forze consentono di ottenere risultati migliori. Analizziamo quindi più nello specifico il concetto più intrinseco di phygital e le grandi potenzialità da sfruttare. Cosa significa phygital? Phygital deriva dalla fusione di due parole: fisico e digitale. Il cliente, durante il processo di acquisto, potrebbe avere bisogno o preferire a seconda delle necessità servizi digitali o fisici. La fisicità, nell’epoca del digitale, continua ad avere una notevole centralità nel percorso d’acquisto del cliente. I motivi sono tanti, ma ne possiamo individuare principalmente due. Nonostante la nascita di tanti siti ed e-commerce, i consumatori non vogliono rinunciare del tutto all’esperienza che solo un negozio fisico può offrire. Questo succede in determinati mercati, come ad esempio l’abbigliamento. Su un sito web, per quanto ben fatto e perfettamente strutturato, non è possibile toccare con mano un capo d’abbigliamento o valutare la qualità del tessuto. L’obiettivo del phygital è proprio questo: offrire un servizio a 360° per il cliente, in grado di soddisfarlo indipendentemente dal canale che utilizza. Secondariamente c’è da fare un discorso più “emozionale”: i consumatori non vogliono perdere del tutto il contatto umano con le persone. In un punto vendita fisico i clienti possono parlare, chiedere informazioni e instaurare un rapporto umano con i venditori. Cosa che non si può fare tramite l’online, dove talvolta ci si ritrova a interfacciarsi con un chatbot. Il digitale, nonostante tutti i vantaggi e i benefici portati in dote, non può quindi fare a meno del mondo fisico. La nascita del phygital: dagli anni ‘90 all’epidemia da Covid-19 Prima di approfondire i vantaggi e le strategie da adottare per sfruttare al massimo tutte le potenzialità del phygital, può essere utile capire come è nato e qual è stato il suo percorso nel corso della storia. Il digitale ha iniziato ad avere uno sviluppo importante negli anni ‘90, con la globalizzazione e la diffusione di Internet. Una vera svolta è arrivata agli inizi del 2000 con il boom degli smartphone, dispositivi posseduti praticamente da chiunque: bambini, giovani, adulti e anziani. Tutto il mondo è connesso e proprio in questo periodo è nato il concetto di phygital. Per la precisione il termine fu coniato nel 2014, fondendo le parole “physical” e “digital”, quando la catena statunitense Loew’s introdusse due robot come supporto alla vendita per verificare come la robotica potesse aiutare clienti e dipendenti. Il concetto di phygital ha raggiunto il suo apice nel periodo di pandemia, quando era praticamente impossibile accedere ai luoghi fisici. Così le sfilate di moda venivano trasmesse sui social e diversi lavori sono stati portati avanti in smart working. Questi sono solo due esempi di phygital, ma ce ne sono davvero tanti che hanno radicalmente cambiato il marketing. Il tutto comunque finalizzato ad offrire un servizio omnicanale al cliente, che resta l’obiettivo principale anche per il phygital, e costruire un’esperienza d’acquisto plasmata su misura per lui. I 3 vantaggi principali Per comprendere i vantaggi del marketing phygital bisogna partire da un concetto: il consumatore oggi è iperconnesso, quindi vuole sfruttare contemporaneamente tutti i benefici del mondo fisico e digitale. Non sono rari i casi in cui un cliente prova un abito o delle scarpe nei negozi fisici, per poi cercarli online al prezzo più conveniente. Oppure può verificarsi il processo inverso, cioè cercare online il prodotto più indicato alle proprie necessità per poi completare l’acquisto nei punti vendita fisici, dove valutare da vicino l’articolo desiderato. Questo approccio fa sì che il consumatore passi dall’online all’offline in maniera del tutto naturale e disinvolta, muovendosi dal mondo fisico a quello digitale e viceversa senza soluzione di continuità. I vantaggi da evidenziare sono principalmente 3: Immediatezza: il cliente può effettuare l’operazione che desidera in tempo reale e ogni volta che lo desidera; Immersione: il cliente è completamente calato nella sua esperienza, risultando il protagonista principale del processo d’acquisto; Interazione: il cliente può interagire durante l’acquisto, come desidera, per soddisfare anche la parte emotiva. Per sfruttare al massimo il marketing phygital le aziende devono offrire un’esperienza immediata, coinvolgente e interattiva. Vanno quindi sfruttate tutte le tecnologie del settore, come quelle messe a disposizione da HubSpot, che consente di conservare e gestire tutti i dati dei clienti, per poi offrire una customer experience cucita addosso a loro e personalizzata secondo le loro preferenze. L’importanza del concetto di omnicanalità Quando parliamo di phygital dobbiamo inevitabilmente considerare il concetto di omnicanalità. Capire come offrire un servizio omnicanale al cliente è uno step fondamentale per un’azienda solida e affidabile. Ogni azienda ha il suo target di pubblico, ma al suo interno i clienti possono preferire canali diversi. C’è chi preferisce i canali tradizionali, come il telefono, e chi invece utilizza più frequentemente canali digitali come social, chat e servizi di messaggistica istantanea. Con le nuove tecnologie non è possibile offrire al cliente un unico canale di comunicazione, poiché la sua esperienza d’acquisto non sarebbe appagata. Per omnicanalità si intende proprio la capacità di offrire diversi canali dove poter comunicare, che all’occorrenza siano interconnessi e intercambiabili tra di loro. Un cliente potrebbe inviare un’email per ricevere informazioni su un prodotto, per poi proseguire il rapporto con il brand tramite i canali social. L’azienda, indipendentemente dai canali utilizzati, deve rispondere con lo stesso tono di voce avendo tutte le informazioni del consumatore sempre a portata di mano. Un utente che preferisce parlare con una persona sarebbe frustrato se invece venisse indirizzato ad un servizio di chatbot. Oppure, al contrario, preferirebbe parlare con un chatbot semplicemente per sapere se un prodotto è disponibile o meno, mentre viene rimbalzato tra centralini telefonici che magari non sanno fornire una risposta adeguata. Se invece metti a disposizione diversi canali efficienti e proattivi rendi il cosiddetto viaggio del consumatore piacevole e soddisfacente. I consumatori devono essere messi in grado di fare ciò che desiderano come e quando vogliono, rivolgendosi al canale che preferiscono a seconda delle circostanze. I 3 step per una strategia phygital A questo punto possiamo concentrarci sulle principali strategie phygital, che hanno come obiettivo principale la soddisfazione e quindi la fidelizzazione del cliente. Un consumatore soddisfatto diventa una forma di pubblicità a costo zero, poiché parlerà bene della tua azienda con amici, parenti e colleghi ma anche sui social, fortificando l’affidabilità e la reputazione del tuo brand. Il miglioramento dell’esperienza del cliente è la meta che devi raggiungere e per farlo puoi adottare 3 strategie: Fusione dell’online e dell’offline; Sfruttamento a 360° di tutte le tecnologie; Fornire al cliente un’esperienza dall’effetto wow. Adotta azioni finalizzate ad integrare online ed offline Impara a conoscere le dinamiche dei canali che metti a disposizione e soprattutto l’approccio dei tuoi clienti. Magari alcuni preferiscono chiedere informazioni online, per poi completare l’acquisto nel negozio fisico. Devi capire come espandere le relazioni con i clienti e stimolare le vendite, così da creare un rapporto di fiducia. Le piattaforme, anche se online e offline, possono essere perfettamente integrate. Sta a te capire come farlo in base al business e al tuo target di pubblico. Sfrutta la tecnologia a 360° La tecnologia oggi offre strumenti all’avanguardia che vanno sfruttati nel modo giusto. Intelligenza artificiale, codici QR e gli stessi smartphone sono strumenti da utilizzare in modo opportuno per trarre quanti più vantaggi possibili. Non necessariamente devi fare grandissimi investimenti, basta adottare le tecnologie più indicate. I totem digitali, posti all’interno di negozi o centri commerciali, ad esempio danno la possibilità agli utenti di raccogliere informazioni in totale autonomia. Oppure nei negozi di abbigliamento ci sono i cosiddetti specchi “intelligenti”, che aiutano a scegliere il vestito più adatto in base alla propria corporatura e suggeriscono addirittura outfit completi secondo lo stile indicato. Fai vivere ai tuoi clienti esperienze indimenticabili Sorprendi i tuoi clienti con un’esperienza “wow” che difficilmente dimenticheranno. Il marketing sensoriale ad esempio è in grado di stimolare i 5 sensi dell’utente, o anche una storytelling capace di toccare le giuste corde emotive è una strategia molto efficiente. Oggi le persone non acquistano solo prodotti, ma anche emozioni e sensazioni uniche. Considerazioni finali Il phygital si propone di creare interazioni umane sfruttando l’online e l’offline, così da aumentare l’empatia con il brand e incrementare le vendite. Sfrutta i canali a tua disposizione per permettere ai consumatori di passare dal digitale al fisico e viceversa senza alcuna difficoltà, soddisfacendo in pieno tutti i loro bisogni. Per saperne di più puoi scaricare gratis l’ebook sottostante che ti spiega come rinnovare i processi di business nell’ambito della digital transformation. Image by rawpixel.com on Freepik