Perché dovrei aprire un blog sul mio e-commerce se il mio intento è quello di vendere? Se ti stai ponendo questa domanda ti rispondo subito: perché un blog aiuta a vendere! Magari non lo fa direttamente e naturalmente il tuo canale principale di vendita è e deve restare l’e-commerce. Tuttavia affiancare un blog ad un sito ecommerce è una pratica sempre più diffusa, diventata indispensabile soprattutto nell’ottica dell’inbound marketing. Il blog di uno shop online rappresenta un canale di comunicazione fondamentale che riduce le distanze con i clienti, apportando una serie di benefici che andiamo a snocciolare nei seguenti paragrafi. In sostanza devi creare un blog per vendere prodotti così da generare più traffico organico verso l’ecommerce, che può tradursi facilmente in vendite. Blog per ecommerce: perché averne uno Iniziare un blog per il tuo e-commerce vuol dire ad utilizzare uno strumento efficacissimo per fare SEO, e quindi per farti trovare su Google dai clienti, quindi per fare lead generation e di conseguenza vendere. Vediamo insieme perché. 1. Mantiene aggiornato il sito Ti è mai capitato di entrare in un sito web ed uscirne subito dopo aver realizzato che questo non venisse aggiornato da tempo? Ecco, proprio perché gli utenti non hanno interesse in queste proposte, Google, che cerca di fornire i contenuti più validi, le penalizza, abbassando la loro posizione nella SERP. Da qui l’importanza di fornire spesso contenuti freschi ed aggiornati: quale metodo migliore del blog? Così non solo farai capire a Google - ed ai tuoi visitatori - che sei attivo, ma creerai anche nuovi contenuti di valore per i lead. 2. Attrae potenziali clienti durante l'awareness stage La buyer’s journey inizia molto prima della fase d’acquisto. Il percorso di un cliente comincia nell’awareness stage, ovvero il momento in cui questo realizza di avere un problema/necessità e cerca come porvi rimedio, o se è possibile farlo. E come abbiamo detto prima, la grande maggioranza delle persone, oggi, cercano risposte su Google. Grazie all’utilizzo di un blog, queste risposte potrai fornirle tu stesso, attirando nuovi clienti sin dal primo momento in cui manifestano la necessità che il tuo e-commerce vuole soddisfare. Sfruttando il blog in questo modo, aiutando l’audience a capire in che modo possono risolvere il loro problema o accontentare un loro bisogno, avrai modo di: presentarti da subito come una risorsa utile; creare la consapevolezza del tuo brand; dimostrarti disponibile a chi legge. Facciamo un esempio pratico. Mettiamo caso che tu sia il proprietario di un e-commerce legato al turismo montano in Veneto, e che tu venda pacchetti vacanze. Sul tuo blog, non scriverai solo articoli sull’escursionismo nella tua regione (che andrebbero ad attrarre solo a chi ha già deciso che quella è l’attività che vuole svolgere), ma anche articoli come “Attività da fare in Veneto: 5 esperienze da non perdere”, “10 angoli del Veneto da visitare” e così via. Così avrai modo di allacciarti anche a chi potrebbe essere interessato a ciò che offri, ma ancora non lo sa con precisione. 3. Utilizza le long-tail keyword Le long tail keyword sono l’insieme di tre o più parole chiavi legate ad un argomento, che identificano il contenuto trattato in modo più specifico rispetto alle contrapposte short tail keyword. Si tratta di un mezzo estremamente importante per fare SEO per il tuo e-commerce, in quanto le “parole chiave a coda lunga” sono molto più targettizzate ed anche meno competitive. Riprendiamo l’esempio dell’e-commerce che vende pacchetti vacanze per scoprire le montagne venete. Se la tua keyword fosse “Vacanze Veneto”, a meno che tu non sia Booking, purtroppo, la difficoltà che avrai per scalare la SERP è altissima. Invece, con una keyword come “Escursioni guidate sulle Dolomiti venete”, non solo troverai meno concorrenza SEO, ma il traffico al tuo sito sarà anche molto più qualificato rispetto a quello che riceveresti con la prima opzione. Ed avere traffico qualificato è più importante che ricevere tonnellate di visite, se si tratta di persone che entrano sul tuo sito cercando il mare e trovando la montagna. Grazie al blog avrai la possibilità di targettizzare queste long tail keyword molto più frequentemente, e sarà anche più semplice che non inserirle all’interno di una pagina prodotto. 4. Rende possibile fare link-building Una strategia fondamentale per fare SEO è quella di costruire una buona rete di link (interni o esterni) tra contenuti collegati e rilevanti: Google, infatti, riconosce la tua autorità grazie a questi collegamenti. Nel tuo sito e-commerce qualche possibilità di creare link interni c’è, ma con un blog queste opportunità fioriscono, in quanto: scrivendo articoli avrai modo di linkare sia argomenti correlati di cui hai già parlato, sia dei prodotti che offri e che sono rilevanti rispetto ciò che stai scrivendo; se scrivi dei post interessanti o di valore, altri siti potrebbero concederti backlink più facilmente (in quanto saranno pochissimi quelli che si offrono di fornire un link ad un tuo prodotto). Così potrai mettere in campo una tattica di link building per creare autorità intorno al tuo e-commerce grazie al blog. 5. Dimostra la tua esperienza su quello che vendi Con un blog inoltre hai la possibilità di mostrare a chi entra nel tuo e-commerce la tua esperienza. Acquistare a scatola chiusa per i consumatori non è il massimo, ma grazie al blog avrai un mezzo per condividere la tua competenza rispetto al settore di riferimento, dimostrando a chi si sta avvicinando a te che si trovano in buone mani. E non solo. Mostrare la tua esperienza fornendo contenuti di valore aumenta anche la tua rilevanza agli “occhi” di Google, in quanto questo premia quei siti che dimostrano di voler realmente aiutare chi compie ricerche. E ciò può avvenire ad esempio se utilizzi il blog del tuo e-commerce per esaminare un topic in maniera approfondita, con competenza e rispondendo alle esigenze degli utenti. Sicuramente, nella pagina del “Chi Siamo” o in quella in cui descrivi il tuo prodotto/servizio hai la possibilità di condividere il valore del tuo shop online: ma solo grazie al blog potrai architettare in modo approfondito una serie di contenuti che lo dimostrano in pieno. 6. Crea engagement e riduce la distanza cliente-impresa Un blog riduce le distanze tra brand e clienti, crea delle occasioni di confronto e di conversazione. Come? Con i commenti alla fine degli articoli, che possono essere domande, considerazioni personali, obiezioni o anche critiche. Tutto questo aumenta l’engagement e ti dà anche utili spunti sui futuri contenuti da scrivere. 7. Crea brand awareness Nel mercato attuale la visibilità è tutto. Se i tuoi articoli girano sul web, puoi comunicare chi sei, cosa fai e legare il tuo brand a determinati valori. Così facendo puoi raggiungere più facilmente quel target di pubblico che si identifica nel tuo brand. Ne trae beneficio la brand awareness del tuo ecommerce e della tua azienda, che si fa conoscere, bussa alle porte degli utenti e si presenta col suo vestito migliore, con valori, mission e politiche aziendali ben definite. 8. È correlato con il customer care Ecco un ultimo vantaggio che va assolutamente sottolineato: l’importanza del blog nell’ottica del customer care. Il blog diventa infatti una vetrina importante dove i clienti possono anche presentare problemi o raccontare la loro esperienza circa l’acquisto e l’utilizzo di un tuo prodotto o un tuo servizio. Sempre nell’ottica del customer care, può capitare che diversi clienti pongano sempre la stessa domanda o presentino problemi piuttosto comuni. Cosa fare? Semplice: creare un contenuto capace di spiegare in maniera molto dettagliata, se è il caso anche con foto e video tutorial, come utilizzare un prodotto o come risolvere alcuni problemi, come ad esempio scegliere la tipologia di pagamento o richiedere un reso. Indirizzando gli utenti verso la strada giusta nella risoluzione di determinate problematiche, puoi alleggerire il lavoro del tuo team di assistenza clienti che ha quindi più tempo a disposizione per risolvere questioni più complesse e offrire un servizio di maggiore qualità. Come strutturare il tuo blog per ecommerce Ora che abbiamo capito perché il blog è un utilissimo strumento da utilizzare per il tuo progetto ecommerce, sei pronto a partire. Ma da dove? Fare blogging può aiutarti a salire su Google, ma solo se dietro ai contenuti proposti c’è logica e strategia. Quindi, come strutturare il tuo blog efficacemente? Questi sono sei punti cruciali dai quali partire: identificare le tue buyer personas. In breve, si tratta delle rappresentazioni dei tuoi acquirenti ideali basate su dati raccolti, interviste ed ipotesi ragionate. Avere bene in mente quali siano le Buyer personas del tuo e-commerce ti farà capire quali sono i loro interessi, i loro dubbi, i loro obiettivi, come potertici rivolgere al meglio, dove poterli raggiungere ecc.; identificare la loro buyer’s journey, ovvero il percorso di ricerca attiva che le buyer personas intraprendono dal momento in cui diventano consapevoli di avere un problema fino al momento dell’acquisto. Conoscere la buyer’s journey ti da la possibilità di guidare i tuoi lead all’acquisto, incontrandoli nel punto in cui si trovano; ricercare le keyword su cui posizionarsi: la ricerca delle keyword su cui posizionarsi è fondamentale per scrivere articoli attinenti. È da controllare sempre la pertinenza tra la keyword su cui posizionarsi, il suo volume di ricerca e se questa sia attinente con il buyer's journey; scrivere articoli su misura per ciascuna fase della buyer’s journey, in modo da poter incontrare i buyer con contenuti coerenti e rilevanti in qualsiasi stage (consapevolezza, considerazione, conversione) in cui si trovano, e da sapere come portarli al passo successivo; inserire sempre una Call to Action (CTA), perché solo così chi ha trovato il tuo contenuto interessante avrà modo di restituirti valore. Senza CTA chi atterra sul tuo blog non avrà modo di proseguire il suo percorso verso il tuo e-commerce ed il tuo shop online non potrà raggiungere gli obiettivi; ideare Call To Action che offrano valore al visitatore, che mettano a disposizione ulteriori contenuti utili, cosicché chi ha trovato il tuo blog post interessante possa continuare ad arricchirsi, comprendendo la tua competenza e trasformandosi in lead; affiancare al blog un sistema per raccogliere e segmentare i dati, per poterli sfruttare al meglio per le tue attività di business. Utilizzando i dati creerai più valore sia per chi entra in contatto con te sia per il tuo e-commerce. Uno di questi strumenti è senz'ombra di dubbio l'ecommerce crm e, di cui Hubspot è certamente uno dei migliori software per permettere segmentazioni ed azioni di marketing. Hubspot inoltre ha il grande vantaggio della sua integrazione nativa con gli ecommerce come Shopify ma può integrarsi anche con piattaforme come BigCommerce previo lo sviluppo di connettori. Seguendo questi step fondamentali potrai strutturare il tuo blog in modo che porti valore ai tuoi lead ed al tuo shop, aiutandoti di conseguenza a fare SEO. Aggiungere la sezione “blog” al tuo e-commerce L’ultimo argomento che è importante approfondire è, nella pratica, come aprire un blog nel tuo e-commerce. Le piattaforme che ospitano shop online sono moltissime, e tante tra queste, per integrare un blog, richiedono l’uso di un estensione. Ce ne sono anche alcune che permettono di farlo in modo semplice ed intuitivo, ad esempio Shopify, e non a caso la semplicità è una delle chiavi vincenti di questa piattaforma. Su Shopify, per aprire un blog, bastano pochi passi e non è necessario ricorrere a plug-in: basterà andare sul tuo pannello di controllo, fare clic su “Negozio Online”>“Articoli del blog”, cliccare su “Gestisci blog” ed infine fare “Aggiungi blog” ed il gioco è fatto. Puoi trovare la guida su come farlo dalla pagina assistenza di Shopify. In alternativa se devi sviluppare un ecommerce da zero, ti consigliamo sempre di affidarti ad un'agenzia Shopify per capire quale siano i punti principali del tuo progetto. E poi c'è la SEO del blog per l'ecommerce Google è il luogo dove le persone svolgono ricerche tutti i giorni, ogni volta che hanno un problema, che interviene un dubbio o che vogliono accontentare un bisogno facendo un acquisto. Ed ogni e-commerce che si affaccia su Google nasce con l’obiettivo di risolvere questi problemi o soddisfare questi bisogni grazie ai propri prodotti o servizi. Ma offrirli nel tuo shop online basta per raggiungere i potenziali clienti? Oggi, data l’enorme competizione su Google, esserci non può bastare - c’è bisogno di fare SEO utilizzando tutti i mezzi possibili per far si che i tuoi contenuti scalino la classifica. Uno di questi mezzi è senza dubbio il blog, grazie al quale potrai posizionarti in modo organico sulla SERP (Search Engine Results Page). SEO per l'ecommerce: 3 intenti delle query Perché gli utenti effettuano una ricerca sul web? I motivi sono tanti e possiamo individuare almeno 3 query: transazionali; navigazionali; informazionali. Il tuo target può essere molto segmentato e avere necessità diverse e un blog è in grado intercettare tutte le esigenze. A tal proposito è consigliabile avviare un progetto Shopify che, oltre a consentirti di plasmare e modellare il sito a tua immagine e somiglianza, ti dà anche la possibilità di segmentare il tuo eterogeneo target di pubblico e personalizzare la comunicazione con ognuno dei tuoi clienti. Detto questo ci concentriamo sui tre intenti che spingono gli utenti a fare ricerche. Il primo può essere definito transazionale, finalizzato principalmente all’azione e all’acquisto. Ci sono poi le query navigazionali, che includono il nome del brand e indicano la necessità dell’utente di raggiungere una risorsa specifica. Infine ci sono gli intenti informazionali e in questo caso gli utenti sono a caccia di informazioni, idee e soluzioni per rispondere ad una necessità o risolvere un problema. Le query informazionali sono quelle che devono interessarti maggiormente, poiché rappresentano gran parte delle ricerche di Google sugli ecommerce blog. Molti utenti navigano senza l’esigenza di acquistare, ma principalmente per raccogliere informazioni utili, specialmente su prodotti e su soluzioni ai loro problemi. Proprio a loro è indirizzato il blog, che deve offrire contenuti di qualità per attrarre il tuo target di riferimento e dimostrarsi un punto di riferimento affidabile e autorevole nel tuo settore. Sarebbe un peccato perdere quella parte di pubblico che, pur navigando senza dover acquistare, potrebbe comunque conoscere il tuo brand e magari effettuare degli acquisti in futuro proprio sul tuo sito. Le best practices SEO di un blog per ecommerce Il SEO per l’ecommerce è fondamentale per posizionarti nelle prime posizioni di Google. Perdere clic vuol dire perdere clienti, perciò devi sviluppare un’oculata strategia SEO per il tuo blog. Considera che i risultati di una buona strategia SEO non sono immediatamente visibili, ma i frutti si iniziano a raccogliere dopo settimane o addirittura mesi. Per questo motivo devi iniziare da subito a sviluppare una strategia in ottica SEO mirata per il tuo blog, scalare posizione nella SERP di Google e ottenere un vantaggio competitivo e significativo sugli altri brand. Devi battere su 5 punti chiave per una corretta strategia SEO: Keyword research; Ottimizzazione degli URL; Velocità di caricamento; Link interni; Contenuti originali. 1- Keyword research Quando si lavora su un blog in chiave SEO si inizia solitamente con la ricerca delle parole chiave. Anche in questo caso Shopify è un ottimo alleato poiché ti consente di realizzare contenuti per il blog e l’ecommerce in chiave SEO. Le parole chiave vanno selezionate secondo i seguenti criteri: Rilevanza; Volume di ricerca; Difficoltà di posizionamento. Punta su long-tail-keyword non troppo complesse, specifiche e composte da un massimo di tre o quattro parole. 2- Ottimizzare gli url Presta molta attenzione anche agli URL, che devono descrivere in modo chiaro il contenuto della tua pagina web. Occhio anche alle cosiddette “breadcrumbs”, letteralmente “briciole di pane”, cioè quei fattori che guidano l’utente nella navigazione come ad esempio meta tag, immagini, alt-text ecc. Non pensare che siano dettagli, poiché spesso sono i dettagli che fanno la differenza. 3- Velocità di caricamento delle pagine A proposito di dettagli, non sottovalutare l’importanza della velocità di caricamento medio delle pagine. In un mondo così frenetico, gli utenti non hanno voglia di aspettare. Questo significa che se passano troppi secondi di caricamento nel passaggio da una pagina all’altra, il visitatore potrebbe spazientirsi e cercare altrove quello di cui hai bisogno. Perché regalare così ingenuamente clienti ai competitor? Assicurati quindi che il tempo di caricamento massimo delle tue pagine non superino i 3 secondi, inserendo foto e video non eccessivamente pesanti. 4- Link interni Un altro fattore che aiuta la SEO è la creazione di una link building interna efficiente. Google infatti tende a premiare la presenza di link interni perfettamente integrati tra di loro e che aiutano l’utente a seguire una navigazione armoniosa e omogenea. Proprio per questo motivo i link interni devono essere posizionati in modo naturale, suggerendo informazioni aggiuntive realmente utili agli utenti. Non forzare quindi l’inserimento dei link. 5- Contenuti originali Qualunque sia la piattaforma scelta per il tuo e-commerce, Shopify, BigCommerce o altre, devi prestare grande attenzione alla qualità dei contenuti. Il tuo blog non deve essere un semplice contenitore di articoli buttati lì a casaccio, sarebbe inutile e addirittura dannoso. I tuoi contenuti devono fornire un valore aggiunto alla ricerca dei tuoi utenti e soprattutto essere originali. I contenuti duplicati o copiati per larghi tratti vengono fortemente penalizzati da Google, perciò è importante rivolgersi ad un copywriter esperto e affidabile. I contenuti sono anche un ottimo sistema per ottimizzare singoli post verticalizzati su keyword specifiche, così da intercettare più intenti di ricerca e scalare posizioni fino alla vetta di Google. Se inserisci contenuti autorevoli, frizzanti e coinvolgenti conquisti più facilmente l’apprezzamento e il gradimento dei lettori, che possono diventare più facilmente clienti abituali anche dell’ecommerce. Conclusione Avere un blog per ecommerce significa mettere una marcia in più al tuo business, quindi curalo con grande attenzione e passione. Non hai idea da dove partire? Allora inizia a leggere il nostro contenuto, scaricabile alla fine della pagina, che ti fornisce utili indicazioni e consigli per avviare una strategia di contenuti da urlo e pertinente alla tua tipologia di business.
I marketplace sono una grandissima opportunità di business sia per chi ha già un e-commerce sia per chi vuole iniziare a vendere online. Si tratta di una realtà in grandissima crescita (le stime di Casaleggio Associati del 2020 rivelano che il 79% delle persone che hanno acquistato online hanno utilizzato queste piattaforme) e ciò non può che significare che starne fuori vuol dire, in molti casi, bruciare delle opportunità di crescita. I vantaggi sono vari e redditizi (ne abbiamo parlato nell’articolo “perché vendere nei marketplace online”), ma non sono tuttavia da sottovalutare l’impegno e la costanza necessari per ottenere i risultati desiderati. Per questo nasce la figura del marketplace manager, colui che si occupa della gestione e del funzionamento dei diversi marketplace di un e-commerce. Vediamo insieme chi è il marketplace manager, cosa fa e perché agli e-commerce ne serve uno. Chi è l’e-commerce marketplace manager? Il marketplace manager di un e-commerce è quella figura professionale che si occupa di gestire la strategia e l’operatività della vendita nei marketplace. Il suo obiettivo principale è quello di ottimizzare nel modo più efficace possibile gli investimenti che l’e-commerce fa su questi canali di vendita, in modo da massimizzare i risultati. Per chiarirci, l’e-commerce marketplace manager si distingue dall’e-commerce manager (di cui abbiamo già parlato in questo articolo) in quanto: il primo si concentra prettamente sul successo dei marketplace su cui lo shop approda; il secondo si occupa della gestione e del successo dello shop online “proprio” dell’e-commerce. Marketplace Manager ed E-commerce Manager condividono però il fatto di ricoprire un ruolo complesso, che prevede diverse responsabilità. Cosa fa il marketplace manager (job description) Come figura specializzata per ottenere i miglior risultati di vendita sui marketplace, il marketplace manager si occupa di: 1. Analisi e valutazione di mercato Prima di aprire le porte dell’e-commerce al mondo dei marketplace, è necessaria una attenta analisi del mercato e dei competitor su questi canali di vendita: questo è il primo tra i compiti del marketplace manager. Con le idee più chiare sul campo in cui l’e-commerce si muoverà, il marketplace manager redige, insieme alla direzione, un business plan, definendo i contenuti e le caratteristiche del progetto imprenditoriale. Sulla base di questo, il marketplace manager valuta i marketplace più adeguati in cui approdare per garantire i risultati al business. L’analisi e la valutazione dei marketplace però, per questa figura, non si conclude qui. Sono necessari infatti approfondimenti e raccomandazioni periodiche su eventuali nuovi canali di vendita, per andare di pari passo con la crescita dell’e-commerce. Riassumendo dunque, i principali punti dell’area d’analisi sono: analisi del mercato e dei competitors nei canali di vendita; identificazione delle opportunità di business; creazione del business plan; scelta dei marketplace adatti; studio regolare del mercato per valutare l’apertura di nuovi marketplace. 2. Strategia, apertura e configurazione dei marketplace Svolte le analisi e decisi i marketplace, prima di passare all’apertura dei canali, il compito del marketplace manager è quello di pianificare un’efficace strategia multicanale. Per strutturare una strategia di questo tipo, che coinvolge non uno ma diversi canali, questa figura chiarisce anzitutto gli obiettivi e gli investimenti di ogni singolo canale, definendo il lavoro da svolgere su ciascuno di questi, ed infine accorda il tutto nell’ottica di una strategia complessiva. Nel strutturare questa strategia si considereranno anche punti come l’espansione delle vendite in altri paesi e le tattiche SEO da usare per indicizzare lo shop ed i prodotti. Questa strategia è necessaria soprattutto per andare incontro ai bisogni degli utenti di oggi, che prima di effettuare un acquisto potrebbero passare attraverso diversi canali. Infatti in questo modo l’e-commerce potrà intercettare e catturare la loro attenzione nei diversi touchpoint. A questo punto il marketplace manager, con la strategia sotto mano, ha la responsabilità di aprire gli account sui diversi marketplace e procedere con i diversi setup, assicurandosi che ogni canale venga configurato al meglio. Ciò vuol dire rivedere le politiche di spedizione, dei pagamenti, dei resi, i termini e le condizioni ecc. Da qui in poi si passerà al lato maggiormente operativo, ma senza dimenticare che, per garantire una crescita sostenibile, la strategia utilizzata va rivista periodicamente, compito che spetta a questo professionista. Ricapitolando quindi, i key-tasks del marketplace manager per quanto riguarda questa sezione sono: progettare, fare eseguire e monitorare la strategia multicanale; pianificare eventuali espansioni all’estero; integrare una strategia SEO; apertura dei canali sui marketplace; configurazione e setup iniziali. 3. Gestione della presenza sui marketplace Eccoci dunque alla parte più operativa. Aperti e configurati gli account sui canali di vendita, l’e-commerce marketplace manager gestisce la presenza del brand sulle diverse piattaforme. Si parla ad esempio di attività come: creazione ed ottimizzazione delle schede prodotto; traduzione delle schede prodotti per i marketplace esteri; sincronizzazione della quantità e dei prezzi sui diversi marketplace (o del marketplace ed il proprio sito e-commerce); insieme agli altri reparti dedicati, il marketplace manager sviluppa ed implementa l’assortimento e l’inventario, in modo da raggiungere e massimizzare gli obiettivi di vendita; manutenzione dei canali, per assicurare che la presenza e l’operatività del brand incontrino (o superino) le aspettative. Ciò vuol dire ad esempio fare check delle descrizioni dei prodotti, della loro categorizzazione, aggiungere nuovi prodotti o rimuovere quelli sold-out. 4. Gestione dei prezzi e delle promozioni Essere presenti su diversi canali di vendita fa crescere il business, si - ma fa crescere anche l’impegno da dedicare alla gestione dei prezzi. Anche qui interviene il marketplace manager, per dare consulenza sulle politiche e le logiche di prezzo nei canali di vendita. Le sfide che questa figura gestisce in quest’ambito non sono solo la gestione dei prezzi in modo da realizzare i migliori margini di guadagno, ma anche l’adempimento fiscale (ragionando sia sul proprio paese che internazionalmente), la differenziazione dei ricarichi e delle logiche a seconda del canale di vendita e la gestione completa delle eventuali promozioni. Periodicamente chi ricopre questo ruolo compie delle analisi commerciali, visionando le vendite ed i profitti, con l’obiettivo di ottimizzare l’andamento in futuro. Se vogliamo riassumere in punti, le attività svolte dal marketplace manager sono: gestire le politiche e le logiche di prezzo dei marketplace, per ottenere il miglior profitto possibile; dare consulenza fiscale agli e-commerce che si affacciano sui marketplace, gestendo sia gli adempimenti nazionali che quelli internazionali; fare le analisi commerciali e pensare ad eventuali revisioni per massimizzare i risultati futuri. 5. Strategia e gestione dell’advertisement Anche in ambito marketplace si possono (e si dovrebbero) mettere in campo delle campagne pubblicitarie. Grazie a queste infatti il business dà un boost alle vendite ed alla visibilità dei propri canali. Perché l’advertisement funzioni, il marketplace manager ha il compito anzitutto di pianificare la strategia di advertisement tenendo in considerazione quelli che sono gli obiettivi aziendali, di scegliere poi quali mezzi utilizzare per pubblicizzarsi (social, google, direttamente sul marketplace oppure su più canali insieme), ed infine di far partire le campagne. L'altra importante responsabilità è quella di tenere d’occhio le performance delle campagne, utilizzando strumenti di analisi e valutando le diverse metriche. Se qualcosa non funziona (o potrebbe funzionare meglio) farà le dovute ottimizzazioni per aumentare il tasso di conversione. Quindi: pianificare una strategia basata sugli obiettivi; scegliere i canali per le campagne; creare le sponsorizzazioni; monitorare le performance dei risultati; ottimizzare le campagne per massimizzare il successo. 6. Analisi, ottimizzazione e report dell’andamento sui marketplace Per crescere è necessario non solo saper fare strategia ed eseguire. Ma anche, e soprattutto, saper raccogliere i dati, analizzarli e fare delle ottimizzazioni sulle mosse future. Così, è chiaro, una volta che la vendita sui marketplace è in corsa il lavoro del marketplace manager non si conclude, anzi: qui inizia la sua responsabilità maggiore, quella di far crescere il business basandosi sul dato. Questa fase di analisi, ottimizzazione e report delle performance si traduce, per il marketplace manager, in questa serie di attività: gestione e report periodici delle performance di vendita e delle performance complessive del business. Quest’attività si svolge tenendo in considerazione obiettivi aziendali sia a breve che a lungo termine; rendiconto delle spese e dell’efficacia di queste; sviluppare, sulla base dei dati raccolti, un calendario delle azioni da compiere (possibilmente con workflow di come procedere con successo); monitoraggio ed analisi del ranking del business; assicurarsi che il copy ed i meta tag siano correttamente ottimizzati per massimizzare il traffico. 7. Customer service Il marketplace manager si occupa anche della gestione e dell’ottimizzazione della customer service. Gestire la relazione con i clienti è di fatale importanza per le attività commerciali di oggi. Come suggerisce il metodo inbound (ovvero il miglior modo per trovare e fidelizzare i clienti oggi), soddisfare i clienti vuol dire dare nuova energia al ciclo di vendita del business, in quanto c’è una buona possibilità che chi compra ed ha una buona esperienza diventi promotore dei tuoi prodotti/servizi. Al contrario, generare passaparola o recensioni negativi lo rallenta, ed è per questo che l’opinione di chi ha già comprato vale più di ogni altra cosa. fonte: HubSpot Per questo motivo è responsabilità del marketplace manager quella di gestire il lato del customer service, occupandosi dei mezzi di supporto che vengono forniti agli utenti, revisionando l’andamento delle relazioni con i clienti ed il grado di soddisfazione e prendendo le misure adatte anche per coloro che non sono stati contenti. Visionando i report del servizio clienti questa figura decide, grazie ai dati, quali azioni intraprendere per fare miglioramenti in futuro (ad esempio ottimizzando la scheda prodotto basandosi sulle domande frequenti, approfondire la sezione faq, ottimizzare i chatbot e via dicendo). Brevemente quindi le mansioni sono: gestione del servizio clienti; ottimizzazione della customer service per migliorare i rapporti con la clientela. Perché avere un marketplace manager? Il mondo dei marketplace può essere una fantastica piattaforma di lancio (o slancio) per un business, ma per ottenere dei buoni risultati, come abbiamo visto, le cose a cui pensare non sono solo varie e complesse, ma richiedono anche costanza e competenza in materia. C’è bisogno di conoscenze riguardo l’ecosistema dei marketplace, la capacità di analizzare, di fare strategia, di compiere e delegare azioni specifiche, serve saper monitorare le performance grazie ai dati e fare ottimizzazione continua. Bisogna poi conoscere le questioni fiscali dei marketplace, sapere come gestire e sincronizzare i canali… Insomma, una lista complessa. È proprio per questo che serve un marketplace manager: per guidare lungo questa strada l’e-commerce grazie alla sua specializzazione, occupandosi in prima persona di gestire il lancio, l’approdo e la permanenza sui canali di vendita dando all’e-commerce i migliori risultati possibili. Conclusione I marketplace stanno crescendo ed i business possono decidere ora di iniziare a crescere insieme a loro. In questo articolo abbiamo visto come per farlo serva una figura professionale come il marketplace manager. Un ruolo che ha già assunto moltissima rilevanza nel mondo del lavoro digital, pur essendo una novità degli ultimi anni, e che continuerà ad assumerne. Per tante altre novità ed interessanti spunti sull'innovazione digitale, scarica ora l'ultima edizione del nostro magazine gratuito DigitalThink.
Con il boom dell'e-commerce sta andando delineandosi ed affermandosi una nuova figura nel mondo del lavoro digital: parliamo dell’e-commerce manager. Una figura sempre più importante per gli e-commerce, considerando l'ecosistema in continua crescita di cui si parla. Non si tratta infatti “solo” di creare un sito, metterci dei prodotti e poi lasciarlo al proprio destino, ma parliamo anzi di un settore che ha sempre più esigenze, come la proposta di un design appetibile per i buyer, un’ottima user experience, la creazione di campagne di web marketing per postarsi nel mercato, il dover allineare diversi reparti (assistenza clienti, programmatori, SEO specialists…) per far si che l’attività funzioni e molto altro. Da qui l'importanza dell'e-commerce manager, una figura che si pone come coordinatore e perno di tutte queste attività con l'obiettivo di far crescere il business. Approfondiamo insieme questa figura. Cos’è l’E-commerce Manager L’e-commerce manager (o e-commerce specialist) ha un ruolo abbastanza complesso, in quanto questo non opera solo in uno dei rami relativi all’e-commerce, che sia marketing, sales, assistenza ecc., ma coordina l’intero ecosistema per allinearlo nell’ottica della vendita. In definitiva, si potrebbe dire che l’e-commerce specialist è la figura in carico della gestione di tutte le attività volte alla vendite online di un'azienda, sia questa presente solo su internet o anche offline. Ma dietro a questa più “semplice” definizione si nascondono varie mansioni, perché vendere, si sa, non è un risultato immediato. Parliamo di mansioni come badare ai contenuti ed al design del sito, ideare, progettare e sviluppare strategie di vendita, lanciare nuovi prodotti o servizi, monitorare i risultati ottenuti e così via. Tutte attività che hanno a che fare con il focus finale: l’incremento delle vendite. La complessità di questo ruolo è data inoltre dal dover bilanciare due fattori importanti: il tipo di prodotto o servizio che il business propone, che può risultare più o meno facile da vendere su internet, ed la vastità del mondo digital, che non solo si compone di molte nozioni diverse tra loro, ma che è anche in continua evoluzione e richiede dunque costanti aggiornamenti. Una figura complessa ma interessante, necessaria per quegli e-commerce che stanno crescendo o desiderano farlo e che non vogliono rischiare di perdere le redini della loro attività. Vediamo perché esaminando nel dettaglio le mansioni dell’e-commerce manager. Cosa fa l’E-commerce Manager Abbiamo visto chi è l’e-commerce specialist e qual è il suo fondamentale ruolo nella gestione di uno shop online, ma abbiamo anche messo in luce la complessità di questa figura. Proviamo quindi a separare le sue diverse mansioni, seppur tenendo a mente che hanno tutte l’obiettivo vendita, e a parlarne singolarmente, così da rendere più chiaro ciò che fa. Si parla principalmente di 7 responsabilità: 1. Le conversioni Il pane (quasi) quotidiano dell’e-commerce manager è quello di visionare le performance di vendita e lavorare sull’aumento delle conversioni. Lavorerà quindi di giorno in giorno con appropriati strumenti di analisi, un esempio tra i tanti Google Analytics, per analizzare e valutare l’andamento del sito, monitorare i risultati delle campagne per verificare che stiano avendo successo, vedere se eventuali cambiamenti nel sito hanno favorito le vendite o meno ecc. Grazie agli strumenti di analisi l’e-commerce manager avrà degli insight dettagliati ed un quadro dettagliato di ciò che accade nel suo e-commerce e potrà compiere importanti decisioni su come procedere per raggiungere il suo obiettivo principale, ovvero quello di aumentare le vendite. 2. Web development L’interfaccia utente del sito di un e-commerce e nel complesso la user experience è estremamente importante per il successo di un’attività online. Per questo, l’e-commerce manager lavorerà sin dal primo momento a stretto contatto con l’agenzia di web design o il team interno di web development per la costruzione di un sito che supporti al meglio le vendite. Ciò a cui si pensa anzitutto è la creazione di roadmaps che delineano gli stage del lavoro che ci sarà da fare e chi ne è responsabile, considerando ciò che riguarda sia la creazione che il design, oltre al lancio del sito. L’e-commerce manager ed il team responsabile ideeranno e progetteranno poi l’aspetto e la funzionalità del sito, così da ottenere un’interfaccia ed una struttura che si adattino perfettamente alla customer journey. L’obiettivo di questa figura non è solo quello di costruire un e-commerce bello, ma anche facile da usare, veloce e sicuro. Questo può tradursi ad esempio nel prendere decisioni come: la piattaforma migliore per la costruzione (o la migrazione) del sito, così che questa risponda perfettamente ai bisogni reali dell’e-commerce, deviando a monte piaghe come infrastrutture pesanti, problemi con il server, il bisogno di continui update ecc.; dove posizionare le CTA in modo che convertano il più possibile; decidere come organizzare gli elenchi e le collezioni così che siano fluide e non disturbino la navigazione; se fare compiere miglioramenti al sito aggiungendo contenuti diversi (come video dei prodotti, integrazioni con i social ecc.) per rendere l’esperienza dell’utente più appagante. Tutte attività estremamente importanti per uno shop online e che l’e-commerce manager dovrà progettare e gestire. 3. Web Marketing Tutte le attività commerciali che nascono o approdano su internet hanno bisogno di strategie di marketing accurate, che puntino al posizionamento del brand ed alla vendita. Anche qui l’e-commerce manager ha un ruolo importante, che comprende in primo luogo la progettazione delle strategie e poi il controllo sull’esecuzione di queste, coinvolgendo le risorse interne o esterne che si occupano di SEO e/o di marketing. Per quanto riguarda la progettazione, il compito è quello di progettare una strategia di digital marketing a lungo termine, necessaria all’e-commerce per avere una chiara visione di dove puntare e di come muoversi. Prima di mettere a punto la strategia però l’e-commerce specialist dovrà: comprendere chiaramente quali siano gli obiettivi commerciali attuali e fare delle analisi di mercato, così da compiere eventuali revisioni basate sui risultati ottenuti; verificare se ci siano delle priorità sul lavoro da svolgere, per esempio se si identificano determinate aree che hanno la necessità di essere sviluppate. Solo in seguito a questo lavoro preliminare l’e-commerce specialist potrà costruire, insieme al team, una strategia di web marketing ad hoc, che potrebbe comprendere ad esempio: campagne SEO idee sulle offerte da lanciare campagne PPC (Pay Per Click) tattiche di content marketing campagne di e-mail marketing Una volta strutturato il lavoro, all’e-commerce manager resterà il compito di visionare l’andamento dei risultati. Ma è anche necessario che questa figura si tenga sempre informata ed aggiornata sia sul mondo del digital marketing sia sul suo ramo di mercato, in modo le strategie dell’e-commerce di cui si occupa siano sempre al passo. 4. Analisi Ogni impresa oggi dovrebbe saper raccogliere ed analizzare i dati relativi alla propria attività, e così anche gli e-commerce, i quali hanno tra l’altro il vantaggio di trovarsi sul web, che è una vera e propria miniera di dati. Perché è un aspetto importante? Per ottimizzare le proprie strategie, fare scelte migliori per il futuro dell’attività e correggere gli errori presenti nelle proprie tattiche. Per questo l’analisi è un’attività fondamentale per l’e-commerce manager: questa figura si occupa non solo di raccogliere e misurare i dati relativi all’andamento delle vendite come visto al punto uno, ma anche di analizzare tutti gli altri indicatori di performance di cui un e-commerce può aver bisogno, come il traffico al sito, il percorso compiuto dai visitatori, il tempo medio di permanenza, il bounce rate. Ed altro ancora: operazioni di analisi importanti possono riguardare i clienti, e quindi la costruzione e lo sviluppo delle buyer personas, oppure lo studio dei competitors, ed ovviamente anche l’analisi delle campagne di marketing in corso. Tutto ciò, come detto prima, servirà all’e-commerce manager per identificare ulteriori azioni correttive ed ottimizzazioni per lo shop online così da garantire una continua crescita, oltre che per elaborare i report utili a tutti di dipartimenti. 5. Budgeting Gli e-commerce manager hanno, generalmente, un budget prestabilito messo a disposizione dalla direzione. Sarà suo compito quello di pianificare una strategia a lungo termine delle spese da compiere per raggiungere il suo obiettivo, creando un piano finanziario che massimizzi le risorse a sua disposizione. Dopo questa fase iniziale dovrà anche curarsi di monitorare l’andamento di questa strategia ed eventualmente intervenire per fare aggiustamenti. 6. Sicurezza e manutenzione Considerato il tempo e gli sforzi richiesti per costruire la brand reputation e dall’altra parte la facilità con cui questa può essere distrutta, la sicurezza e la manutenzione del sito sono mansioni necessarie e spettano all’e-commerce manager. Ovviamente questo non può controllare il sito h24, ma potrebbe attivare ad esempio delle notifiche via mail o sms che lo avvisino di: malaugurati tentativi di attacco da parte di hacker; in questo caso l’e-commerce manager dovrà agire velocemente soprattutto per proteggere i dati sensibili propri e dei clienti (importante anche, a proposito di questo, che l’e-commerce manager valuti già in fase di progettazione come implementare sistemi di sicurezza adeguati); eventuali glitch o errori nel sistema. L’e-commerce specialist dovrebbe porre ad esempio particolare attenzione alla correttezza dei prezzi di prodotti o servizi, questo perché la presenza di prezzi sbagliati potrebbe generare recensioni o passaparola negativi oppure allontanare per sempre possibili clienti “solo” a causa di un prezzo che non era veritiero. Così questa figura potrà agire in modo rapido per sistemare la situazione, evitando sia problemi nelle pubbliche relazioni del brand sia di distruggere la fiducia creata con i clienti. 7. Coordinamento del team Come abbiamo visto, l’e-commerce manager collabora con i singoli reparti che fanno funzionare lo shop online. Ma non solo: questa figura si occupa anche di coordinarli nel loro insieme, così da assicurarsi che tutti siano allineati sulla stessa ottica e che si lavori in team per raggiungere gli stessi obiettivi. Potrebbe trattarsi ad esempio di coordinare project managers, content creators, web designers, web analysts, il service department... a seconda della dimensione dell’e-commerce, potrebbe trattarsi di più o meno figure. Inoltre in alcuni casi l’e-commerce manager si occupa anche dell’assunzione di nuove risorse, quando necessario, ed eventualmente della loro formazione. Grazie a questo l’e-commerce si assicura che ci sia una figura responsabile del teamwork, che si preoccupi che il lavoro sia svolto in modo coeso verso la mission aziendale. Conclusioni Il mondo dell'e-commerce si sta sviluppando a ritmi mai visti prima e stare al passo con questa trasformazione è necessario per non far morire il proprio business, sia per chi è nato offline sia per chi è nato online. In questo quadro la figura dell'e-commerce manager diventa necessaria per assicurare una crescita sostenibile e navigare al meglio l'onda del cambiamento, oltre che per tutti quei motivi che abbiamo analizzato lungo l'articolo. Per non perderti altri interessanti spunti sull'innovazione digitale scarica ora quest'edizione del nostro magazine gratuito!
Su internet, oggi, la concorrenza nel settore e-commerce si fa sempre più alta. I venditori che cercano di distribuire i loro prodotti o servizi online aumentano ogni giorno, e per questo per raggiungere i tuoi obiettivi di vendita c’è bisogno di offrire anche altro. Parlo di contenuti di valore per l’audience, che ti permettano di attrarre, intrattenere ed infine convertire (e quindi vendere), creando rapporti umani e di qualità, che possano fidelizzare i clienti. Per poter distribuire questi contenuti uno strumento indispensabile è senza dubbio il blog, il quale non ti permette solo di condividere i tuoi articoli, ma anche di mettere in campo delle vere e proprie strategie per aumentare le vendite: scopriamo di più insieme. Incrementare le vendite dell'e-commerce Quindi, se il tuo goal attuale è quello di aumentare le vendite del tuo e-commerce e non stai ancora utilizzando il blog, o non lo sfrutti ancora al massimo, è ora di passare in rassegna tutti i metodi in cui questo ti permette di far crescere gli acquisti e di raggiungere i tuoi obiettivi. 1. Content marketing per e-commerce Il content marketing è una strategia fondamentale per le attività che oggi lavorano su internet. È un approccio che si concentra sulla creazione e sulla distribuzione di contenuti utili e di valore, con l’obiettivo di accompagnare i visitatori lungo gli stage della Buyer’s Journey, e quindi verso la vendita. Le strategie di content marketing pongono le sue basi sul cliente, in quanto lo scopo è aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi, mettendo a disposizione mezzi per educarlo e farlo crescere. Grazie a questo potrai fidelizzare l’audience, passo fondamentale per poter convertire un visitatore in cliente. E quale piattaforma ti permette di mettere in campo strategie di content marketing meglio del blog? Non solo questo nasce con l’obiettivo di condividere materiale interessante con chi si relaziona con te, ma inoltre, secondo Hubspot, chi lo utilizza nelle proprie strategie di content marketing ottiene il 67% in più di lead (rispetto a chi non lo usa). Nessun dubbio, quindi. Se oggi sono i contenuti a permetterti di attirare le persone e trasformarle in clienti, è necessario iniziare ad utilizzare al meglio un blog per fornirli. Ma da dove partire? E cosa condividere? Per iniziare a fare content marketing con il blog è importante anzitutto definire una strategia, che ti permetta di mantenere la rotta e di capire se stai ottenendo i risultati desiderati. Per farlo è necessario: impostare i tuoi obiettivi, sia per avere una visione a lungo termine e sia per assicurarsi una motivazione giornaliera; raccogliere e valutare le idee e le iniziative, per organizzare nel tempo ciò che proporrai sul blog per attirare, intrattenere e convertire; identificare la buyer’s journey della tua buyer personas, così da comprendere a fondo sia cosa interessa al tuo pubblico sia come guidarlo da uno stage all’altro. Una volta stabilita la strategia, potrai iniziare man mano a creare i contenuti da condividere. Perché si tratti di content marketing e non di articoli fine a sé stessi, c’è bisogno di: scegliere il key-topic sulla quale sviluppare il blog. È uno step fondamentale, sia per far riconoscere la tua autorità su un determinato argomento, sia per non confondere l'audience o motori di ricerca scrivendo articoli su topic non correlati. Per capirsi, un key-topic potrebbe essere la salute dei cani, ed attorno a questo argomento si possono condividere contenuti tipo come prendersi cura del proprio cane, la giusta alimentazione per i cani ecc. - non si andrà a scrivere un articolo su perché il mio gatto si gratta; pensare a quale fase della customer journey ci stiamo rivolgendo quando scriviamo un articolo. Così sarai sia in grado di fornire del materiale rilevante per lo stage in cui il lettore si trova, sia in grado di guidare chi legge allo step successivo; inserire sempre una CTA “ad hoc” per l’articolo che stai scrivendo, coerente con il contenuto proposto e rilevante per chi vuole continuare ad arricchirsi in proposito. Aggiungere una CTA è fondamentale, perché senza i tuoi visitatori non avranno ne modo di restituirti valore ne modo di proseguire il loro percorso di arricchimento. Ma per far si che la CTA sia davvero efficacie, è importante che l’azione che inviti a fare offra valore a chi legge, ad esempio proponendo gratuitamente una checklist, delle video lezioni sull’argomento, una demo ecc. (scelta da fare in base allo stage a cui ti rivolgi). Seguendo questi passi content marketing e blog si uniscono, creando un potente mezzo per attirare, intrattenere e convertire sempre più persone, garantendo l'aumento delle vendite al tuo e-commerce. 2. Email marketing per e-commerce L’email marketing è quel processo che permette di creare e distribuire contenuti di valore tramite mail, e secondo le statistiche Hubspot oggi ben due terzi dei consumatori dichiarano a di aver effettuato un acquisto a seguito di mail di questo genere. Ma qual è il collegamento tra il blog e questa utilissima strategia per aumentare le vendite? Nel punto precedente abbiamo parlato dell’inserimento di CTA sui blog post. Ecco, è grazie a queste CTA che potrai iniziare a raccogliere gli indirizzi mail di chi è interessato a ricevere i contenuti che proponi, ponendo così le basi del tuo email marketing. Ma non solo. Se crei CTA diverse e su misura per ciascuna fase della buyer’s journey potrai anche segmentare immediatamente le mail raccolte in liste personalizzate. Così sarà possibile far partire campagne email automatiche, adattate sulle esigenze, gli interessi ed i bisogni di ciascuna lista. Per effettuare al meglio questi passaggi c’è tuttavia bisogno di collegare un CRM (Customer Relationship Management) al tuo e-commerce, in modo da poter appunto raccogliere e segmentare efficientemente i dati che il blog ti fornisce. Vale la pena approfondire l’argomento, in quanto il CRM fa parte di quegli strumenti che, se utilizzati bene, supportano l'incremento delle vendite: per questo abbiamo scritto un articolo sia su come sfruttare al meglio un CRM per fare email marketing, sia su come utilizzare un CRM per aumentare le vendite del tuo e-commerce. 3. Aumentare il posizionamento Posizionarsi in alto sulla Search Engine Results Page (SERP) è di estrema importanza per far si che i clienti trovino il tuo negozio su internet, e quindi per far si che le tue vendite aumentino. Ma sulla SERP la rivalità è estremamente alta, e limitarsi ad offrire i tuoi prodotti o servizi sullo shop non è sufficiente per scalare le classifiche. Per questo c’è bisogno di utilizzare uno strumento valido come il blog, che fornisce varie modalità per fare SEO per l’e-commerce, come ad esempio: mantenere il sito aggiornato, fattore importante per dimostrare sia a chi ti trova sia a Google che che sei attivo, permettendoti di salire sulla SERP; indicizzare le long tail keyword, con la quale potrai raggiungere un pubblico più qualificato ed avere meno concorrenza; fare link-building, che è la chiave per far crescere la tua autorità “agli occhi” di Google; dimostrare la tua esperienza, utile sia per creare rapporti di fiducia che per aumentare la rilevanza del tuo sito per Google; Questi sono in breve i modi in cui un blog ti permette di fare al meglio SEO, facendoti posizionare in alto ed aiutandoti ad aumentare le vendite. Se vuoi approfondire meglio l’argomento puoi leggere questo articolo. 4. Fare branding Costruire un brand forte ed autorevole è una strategia a lungo termine, ma utilissima per aumentare la notorietà del tuo e-commerce, il tuo successo e quindi le vendite. Fare attività di branding significa infatti lavorare per far si che il tuo prodotto o servizio venga riconosciuto come unico rispetto quelli presenti nel mercato, spingendo sempre più persone a volerlo acquistare. Per raggiungere questo risultato serve curare la percezione visiva, emotiva e culturale che l’e-commerce trasmette ai clienti. Ed utilizzare il blog è un ottimo modo per riuscirci: molti consumatori percepiscono infatti in maniera più affidabile ed autoritaria gli e-commerce che presentano un blog strutturato e ricco di contenuti di valore, rispetto a quelli che non lo presentano. Le ragioni per cui fare blogging aiuta a costruire l’immagine del brand, permettendoti di aumentare le vendite, sono principalmente due: anzitutto, la presenza di blog post ben scritti, mirati ed utili dimostrano l’esperienza del brand e la sua disponibilità ad aiutare il buyer, attraverso la condivisione di informazioni vantaggiose; in secondo luogo il blog permette di mostrare il lato umano del tuo e-commerce. Con uno store online non hai modo di accogliere i clienti in negozio, ma grazie al blog potrai delineare questo lato del tuo brand anche sul digitale. Questa familiarità farà crescere la fiducia verso il tuo business, migliorando le tue relazioni e portando quindi più persone all’acquisto. Grazie al blog potrai quindi far leva sul branding, aiutando le persone a crearsi un’immagine costruita e coerente del tuo brand e posizionandoti un passo avanti rispetto ai tuoi competitor. 5. Aumentare traffico sul sito Con il blog crei entrate al tuo sito e-commerce: tutti i nuovi blog post che pubblichi rappresentano nuove opportunità di accesso sul tuo shop online, e questo vuol dire costruire sempre più porte per accogliere traffico. Ma non solo. Ogni volta che pubblichi articoli e contenuti interessanti sul tuo blog dai anche modo a chi ti segue e ti trova utile di condividere il tuo materiale sui propri profili social, sulla loro newsletter oppure di nominarti sul proprio blog - oltre ovviamente avere modo tu stesso di promuovere questi contenuti sui tuoi diversi canali guidando nuovo traffico. Crescendo i punti d'accesso e le condivisioni, aumenteranno anche le visite sul tuo sito. E più crescono le visite più saranno le opportunità di trovare nuovi clienti. 6. Mettere in mostra i propri prodotti Sul blog hai l’occasione di mostrare in modo più approfondito o più coinvolgente i beni o i servizi che vendi. Ovviamente non tutti i blog post possono basarsi su questo, anzi. Come detto lungo l’articolo, è bene che i tuoi contenuti si concentrino principalmente sul fornire consigli utili all’audience senza essere prettamente promozionali: altrimenti mancherebbe quella dimostrazione di esperienza e di umanità che, come detto prima, un brand deve riuscire a trasmettere. Ciò non vuol dire però che nessuno dei tuoi articoli possa trattare nello specifico di ciò che vendi. D’altronde, come si scrivono articoli per chi si trova nel awareness stage (e cerca di comprendere qual è il suo problema/bisogno) e per chi si trova nel consideration stage (e si chiede come risolvere la questione), è opportuno dedicare contenuti anche a coloro che si trovano già nella fase di decisione, e che quindi sta cercando di individuare a chi rivolgersi per l'acquisto, facendo attenzione a compiere la scelta migliore. In questo modo potrai sia di aumentare le pagine dedicate ai tuoi prodotti sia di allacciarti a persone che sono già alla fine della buyer’s journey, e quindi a un passo dall’acquisto. Ma come promuovere al meglio i tuoi prodotti sul blog? La chiave è sempre concentrarsi sull’utilità, ad esempio: condividere le storie dei tuoi clienti esistenti, su come e perché utilizzano il tuo prodotto; scrivere di problemi con cui le persone si interfacciano e parlare dei modi in cui il tuo prodotto li risolve; intrecciare il tuo prodotto o servizio in racconti di vita quotidiana. 7. Attirare le persone all’inizio della buyer’s journey Per finire, grazie al blog è possibile aumentare le vendite in quanto questo ti permette di intercettare le persone sin dal momento in cui queste si immettono nella customer’s journey. Infatti, limitandoti esclusivamente ad offrire i tuoi prodotti sullo shop, permetterai al pubblico di interfacciarsi con te solo nell’ultimo step del processo di acquisto, senza aver creato l'opportuna fiducia a monte. E questo, a meno che tu non abbia un brand conosciuto, renderà più difficile la vendita. Creando invece contenuti per tutti gli stage della journey grazie al blog, attirando le persone in precedenza, ti garantirai un vantaggio nel momento in cui qualcuno passa alla decisione finale: ovvero da chi comprare. Come aggiungere un blog all’e-commerce Ora che è chiaro perché al tuo shop online serve un blog per aumentare le vendite, capiamo come come aprire, nella pratica, questa sezione sul tuo e-commerce. Esistono moltissime piattaforme che permettono di creare negozi online, ma su molte di queste per aggiungere un blog c’è bisogno di un plug-in. Tra queste però, una delle più importanti ed avanzate, ovvero Shopify, permette di farlo invece in maniera davvero intuitiva. Qui infatti si può aprire un blog in pochi step, senza ricorrere ad estensioni: basta andare sul pannello di controllo, cliccare su “Negozio Online”>“Articoli del blog”, fare clic su “Gestisci blog” e poi fare “Aggiungi blog”. Qui puoi trovare la guida completa fornita da Shopify. Conclusione Nonostante il blog sia, come visto, uno strumento di gran valore, molti e-commerce ancora non lo riconoscono come mezzo di supporto alle vendite. Ma ora che abbiamo scoperto tutti i modi in cui questo permette di iniziare ad aumentare le vendite, non ti rimane che mettere a punto la tua strategia e partire! Inoltre, se stai stai cercando altri metodi per sviluppare al meglio il tuo shop online e hai bisogno di supporto, puoi dare un’occhiata a tutti i modi in cui ICT Digital Think può affiancare la tua crescita. Ti lascio qui sotto anche un e-book gratuito ricco di ulteriori consigli per far funzionare al meglio il tuo e-commerce. Scaricalo per non perderti i segreti su come raggiungere gli obiettivi del tuo shop online.
Qualsiasi attività commerciale, oggi, per poter competere con la concorrenza ed avere successo deve necessariamente mettere al centro del suo business il cliente. È una pratica ormai essenziale, perché, all’interno di un mercato saturo, i consumatori sono sempre più alla ricerca della miglior customer experience possibile, oltre che del prodotto più adatto a loro. E questo cambio di prospettiva vale anche per gli e-commerce. Se gestisci un e-commerce e ti stai domandando come crescere e migliorare le tue vendite, devi sapere che, anzitutto, è indispensabile comprendere quali sono gli interessi dei tuoi clienti, qual è il loro pensiero, qual è la buyer's journey che intraprendono e così via. Per farlo c’è bisogno di raccogliere e registrare le informazioni che i clienti stessi ti forniscono ogni volta che interagiscono con te, cliccando su un annuncio nei social, leggendo uno dei tuoi blog post, interessandosi ad uno dei tuoi prodotti oppure facendo un acquisto. Questi sono tutti dati utili a capire esattamente ciò che i tuoi clienti stanno cercando, e non tenerne traccia vorrebbe dire perdere un sacco di vantaggi. Ed è qui che l’uso di un CRM (Customer Management System) si rivela utile, se non indispensabile. Vediamo quindi insieme cos’è un CRM e perché implementarlo al tuo e-commerce può aiutarti a migliorare il tuo business. Cos’è un CRM? In breve, un Customer Management System è un software che ti permette di tenere traccia di tutti i rapporti che instauri con i clienti. Con un CRM puoi monitorare la customer journey di tutti coloro che interagiscono con te, dal primo momento in cui vengono a conoscenza della tua offerta fino all’eventuale acquisto, registrando lungo il percorso i vari punti di contatto che ci sono stati. E questa è solo la base dell’aiuto che un CRM può dare a qualsiasi business. Se ti interessa approfondire l’argomento, in un articolo del nostro blog vi parliamo nello specifico del CRM, cos'è e qual è la sua storia. I vantaggi del CRM per uno shop online Ora che abbiamo riassunto brevemente cos’è un CRM, vediamo insieme cinque motivi per cui utilizzarne uno ti aiuterà a far crescere il tuo e-commerce, implementando le vendite ed aiutandoti ad offrire una migliore customer experience. 1. Identificare e segmentare la tua audience Anzitutto, l’utilizzo di questo software ti permette di registrare immediatamente in un unico database tutti i dati relativi ai clienti. Perciò, collegando un buon CRM alle tue piattaforme, sarà possibile avere una visione d’insieme su moltissimi elementi, tra cui: le informazioni dei tuoi contatti le fonti d’origine dei lead il loro comportamento gli interessi il tasso di conversione Questa raccolta dati, ovviamente, non è fine a se stessa. Tutt’altro: con queste informazioni avrai la possibilità di segmentare nel modo più opportuno la tua clientela, creando delle liste personalizzate sulla base di ciò che è più importante per la tua attività. Solo così, quando sarà il momento di raggiungere la tua audience, potrai presentare il contenuto giusto, alla persona giusta, e nel momento più opportuno. 2. Migliorare l’email marketing A supporto della tua strategia di email marketing, il CRM ti consentirà non solo di automizzare le campagne, ma anche di offrire a ciascun lead un'esperienza personalizzata in base alle preferenze che ha manifestato in precedenza. Ciò significa che chi ha interagito con te troverà nella propria casella di posta solo mail relative a prodotti o i servizi alla quale è realmente interessato, oppure offerte su misura, con l’obiettivo di guidarlo lungo la buyer’s journey esattamente dallo stage in cui si trova. Offrire questo genere di campagne personalizzate non solo darà un impatto positivo alle tue vendite, ma diminuirà la possibilità che il tuo email-marketing faccia fiasco, raggiungendo persone non interessate o spedendo contenuti non adatti a loro. Parliamo di come strutturare al meglio le campagne di email-marketing. 3. Ottimizzare la tua strategia sulla base dei report Un buon CRM dovrebbe fornire report completi sulla tua audience, e quindi ad esempio permetterti di scoprire: per quali prodotti o servizi c’è più interesse qual è il canale più efficiente per attrarre nuova lead quali delle tue campagne ha avuto maggior impatto sulla tua crescita quale genere di contenuti hanno i maggiori tassi di conversione Grazie alla raccolta di questi insight, il CRM ti permette di analizzare i risultati che hai ottenuto in passato e, sulla base di questi, potrai modificare il tuoi approcci futuri, ottimizzando le strategie che metterai in campo. Solo con questo processo di revisione dei dati e perfezionamento permetterai alla tua attività di crescere. 4. Sostenere il supporto ai clienti Come abbiamo detto all’inizio dell’articolo, al giorno d’oggi la centralità del cliente è una colonna portante per tutti i business: qualsiasi visitatore o lead che entri in contatto con te dovrebbe sentirsi apprezzato e soddisfatto. È per questo che fornire un buon servizio di supporto è indispensabile, soprattutto negli shop online dove manca l’esperienza in-store. In modo pratico, ciò si può fare fornendo risposte e risolvendo problemi in maniera veloce, oltre che assicurando un supporto personalizzato quando necessario. Anche in questo, avere un progetto CRM adatto torna in aiuto. Infatti, alcuni di questi software permettono o di integrare gli strumenti di supporto che già usi nel tuo shop online, oppure, se ancora non ne usi uno, possono fornirne a loro volta. Inoltre, collegando questi strumenti al tuo CRM potrai tenere traccia delle richieste che ti vengono fatte dai clienti, in modo da continuare ad ottimizzare il supporto offerto sulla base di ciò che registri. 5. Migliorare l’engagement dei clienti Oltre a facilitare la segmentazione della tua audience per migliorare l’email marketing, i migliori CRM sul mercato offrono anche altri strumenti pensati non solo per attirare nuovi clienti sul tuo e-commerce, ma anche per riallacciarti con chi ha già acquistato da te. Ad esempio, alcuni di questi software permettono di inviare notifiche riguardanti sconti, nuovi prodotti, coupon per offerte speciali ed altro, in modo da mantenere l’engagement attivo. Fornire contenuti utili e restare in contatto con i clienti esistenti, per lo più, è utile per fidelizzare i tuoi buyers, fattore importantissimo per il successo degli e-commerce e di tutti i business. Si parla di quel ciclo di “attract, engage and delight” alla quale si affianca il metodo inbound, ovvero il nuovo modo di fare business oggi, in linea con la centralità del cliente citata all'inizio. Come iniziare ad utilizzare un CRM Ricapitolando quindi, ci sono svariati motivi per cui implementare un CRM al tuo e-commerce ti aiuterà a migliorare il tuo business e le tue vendite online. Ma come procedere? Se sei nuovo all’utilizzo di questo software, non possiamo che consigliarti HubSpot CRM. Perché Hubspot? La cosa sorprendente di questa piattaforma è che non solo offre una delle migliori soluzioni di CRM sul mercato, ma la offre in modo gratuito. Avrai libero accesso ad una efficacissima dashboard di analisi della lead, potrai visualizzare le attività dei tuoi contatti ed analizzare gli insight del tuo e-commerce, oltre che avere la possibilità di integrarlo con una vastità di altri software online e altro ancora. Tutto questo attivando il tuo account in pochi minuti. Conclusione Ora sei pronto ad aumentare le tue vendite e far crescere il tuo shop on-line. Abbiamo visto insieme cos’è il CRM, i vari motivi per cui il tuo e-commerce ne ha bisogno e come iniziare ad utilizzarlo subito ed in modo gratuito. Non ti resta che scaricare il nostro ebook gratuito per assicurarti di non perdere nessuno dei vantaggi che questo software ti fornisce.