Save the date: 10-13 Novembre 2021! In autunno ICT(digitalthink) sarà partner di Digital Innovation Days: 4 giorni di evento in formato phygital, ovvero in parte dal vivo e in parte online (il 10 e 11 novembre in presenza a Milano e in streaming, il 12 e 13 novembre solo online) con focus sui quattro pilastri del brand: Digitale, Innovazione, Sostenibilità e In-Formazione. L'edizione 2021 Il tema di questa edizione è “Human Capital: Driver for Innovation” e promuove il capitale umano come vera e propria leva per incentivare la ripresa dopo la pandemia da Covid-19. Nel periodo di lockdown e di crisi pandemica, le persone sono state costrette a cambiare drasticamente la propria quotidianità e hanno dovuto modificare molti dei loro comportamenti e delle loro abitudini, soprattutto in ambito lavorativo. Il digitale e le nuove tecnologie sono stati, e sono tuttora, strumenti imprescindibili per poter garantire il superamento dei limiti legati alla distanza e per preservare le relazioni umane e professionali. La tecnologia ha quindi giocato un ruolo fondamentale e straordinario nell’affrontare l'emergenza: la dimensione digitale si è inserita sempre di più nelle nostre vite, dando vita ad una vera a propria commistione tra vita off line e on line, la cosiddetta “vita Onlife”. E quest’anno le novità saranno tante: sala principale, webinar, tavole rotonde, mini-eventi e altre iniziative con oltre 200 relatori che si approcceranno alle varie tematiche nell’ottica dei quattro pillars sopra menzionati e ospiti internazionali, tra cui Martin Lindstrom, guru del neuromarketing e autore del best seller Neuromarketing. La vision “Non esistono macchine intelligenti senza uomini intelligenti. È a partire da questa convinzione – spiega Giulio Nicoletti, CEO dell'evento – che è nata l’idea di questa nuova edizione del Digital Innovation Days. Dietro ogni grande innovazione c’è sempre un uomo che l’ha ideata, progettata e realizzata. Ri-partiamo dunque dal ‘capitale umano’, inteso nella sua accezione più ampia e dunque comprensiva degli aspetti valoriali e identitari delle persone, per ri-costruire, con il supporto del digitale e delle tecnologie, il nostro futuro. Pensiamo ad una piena integrazione fra mondo reale e digitale per il rilancio economico e sociale delle nostre comunità. Ri-partiamo dal capitale umano, inteso nella sua accezione più ampia e dunque comprensiva degli aspetti valoriali e identitari delle persone, per ri-costruire, con il supporto del digitale e delle tecnologie, il nostro futuro. Pensiamo ad una piena integrazione fra mondo reale e digitale per il rilancio economico e sociale delle nostre comunità”. A chi si rivolge Aziende: per farsi conoscere e prendere spunto durante le conferenze con la possibilità di interagire con i relatori. Professionisti: per rimanere aggiornati in ambito digitale, avendo la possibilità di presentare la propria attività. Appassionati: per ampliare ulteriormente le proprie conoscenze in ambito digital e rimanere aggiornati sulle novità del settore. Studenti: un’occasione per ascoltare le esperienze di professionisti del settore e sperimentare durante i workshops. Come partecipare Vi riportiamo di seguito il link per info e biglietti:
Cos'è il Neuromarketing Il binomio “neuro-marketing”, coniato da Ale Smidts nel 2002, è piuttosto intuitivo, ovvero l’applicazione delle Neuroscienze al Marketing al fine di individuare e analizzare tutti quei processi inconsci che prendono vita nella mente del consumatore, coinvolgendolo sul piano emotivo e influenzando le sue scelte d’acquisto. Prova a riflettere: fino a che punto pensi di conoscere realmente il tuo potenziale cliente? In realtà molto poco! E il motivo è semplice: non siamo compartimenti stagni. La decisione che muove all’acquisto non è di natura meramente razionale; anzi forse rimarrai sorpreso di sapere che è irrazionale per circa il 95%, come dimostrato dal Prof. Gerald Zaltman. La Teoria dei 3 Cervelli Negli anni ‘70 il neuroscienziato statunitense Paul MacLean ha teorizzato la tripartizione del cervello individuando tre sistemi principali: il cervello rettiliano, così chiamato perché rimanda a quello dei rettili, è il cervello più antico e istintuale. Sede degli istinti primari come l’alimentazione, la sessualità, la difesa del territorio e la risposta attacco-fuga; il suo scopo è la sopravvivenza e la riproduzione della specie. Esso è legato alla nostra sfera inconscia. La maggior parte delle nostre attenzioni è infatti occupata nella scansione dell’ambiente in cui siamo inseriti alla costante ricerca di potenziali pericoli, perché l’istinto muove sempre verso la sopravvivenza. Il sistema limbico, o cervello mammifero, è il secondo sistema che si è sviluppato in termini evolutivi. É la sede delle emozioni e del preconscio; le sue funzioni sono legate alla sfera della comunicazione e dei bisogni sociali (collaborazione, appartenenza al gruppo, bisogni di stima e affetto). La neocorteccia, è il cervello più complesso, sede della ragione, del linguaggio e del pensiero critico e astratto esclusivo della specie umana. Recenti studi di neuromarketing hanno dimostrato che utilizziamo consapevolmente solo il 20% del nostro cervello. Questo perché, nonostante millenni di evoluzione e adattamenti, siamo ancora oggi controllati dal cervello rettiliano. Si tratta di un cervello pre-verbale, che predilige le scorciatoie mentali rispetto ai lunghi messaggi complessi. L’aspetto più potente del cervello rettiliano è il fatto che è in grado di elaborare gli stimoli visivi senza l'uso della corteccia visiva; pertanto preferiamo le immagini alle parole e le esperienze alle spiegazioni. Siamo sottoposti ad una media di 10.000 messaggi al giorno, la maggior parte dei quali risulta irrilevante a meno che non parli direttamente al cervello rettiliano. Tutta una questione di emozioni Per anni le ricerche di marketing hanno cercato di spiegare l’efficacia dei messaggi pubblicitari senza tener conto di quanto le emozioni fungano da mediatrici nel modo in cui il consumatore elabora e risponde ad uno stimolo pubblicitario. Sono proprio le emozioni, le sensazioni, i suoni, gli odori, i colori ai quali siamo sottoposti quotidianamente a far sorgere in noi determinati bisogni e a creare associazioni tra vari brand che portano poi all’acquisto. Si parla a questo proposito di emotional marketing, quella forma di marketing che si basa su 6 delle emozioni primarie (felicità, tristezza, sorpresa, rabbia, paura e disgusto) per coinvolgere in maniera profonda il pubblico a cui si rivolge, creando un legame emotivo tra brand e utente con prospettive di impegno a lungo termine. Esistono poi due tipi di intensità delle emozioni che influenzano le nostre decisioni: le emozioni immediate, che come ci suggerisce il nome stesso sono di natura automatica e molto intensa e pertanto hanno un peso maggiore sulle nostre scelte e le emozioni anticipate, meno intense e che anticipano appunto le aspettative. Queste ultime in termini di neuromarketing sono le più interessanti da indagare in quanto l’anticipazione può portare al coinvolgimento del cliente e ad una sua conversione. Strumenti di indagine Questi sono i principali test di cui il neuromarketing si avvale per apportare sempre nuove migliorìe nel campo del digital e della user experience: EEC (elettroencefalogramma): rileva le aree del cervello che si attivano in risposta a determinati stimoli. Questo strumento permette di tracciare le emozioni e gli stati d’animo di un utente mentre naviga su un sito web e il suo grado di coinvolgimento emotivo rispetto ad un brand, un’immagine o un video. ET (Eye tracker): misura la posizione e il movimento oculare di un utente durante la navigazione; è in grado di captare quanto tempo spende a visionare una determinata area di un sito, in quale ordine visiona le parti di un’interfaccia e in quanti secondi un elemento balza ai suoi occhi. GSR (Galvanic-Skin-Responce - Risposta galvanica della pelle): rileva le variazioni elettriche della pelle, come la variazione della sudorazione, che riflette lo stato emotivo del partecipante al test. FACS (Facial Coding System): analizza le risposte emotive dei soggetti attraverso i cambiamenti tensori dei muscoli facciali. Alla luce di tutto questo appare evidente quanto la componente irrazionale sia determinante nelle scelte d’acquisto; stilare un identikit delle buyer personas ideali e lo stadio del loro buyer’s journey diventa lo strumento per surfare le onde di quel 95% di mare dell’inconscio del potenziale cliente e aumentarne il tasso di interesse e conversione.
Se sei un imprenditore, un responsabile marketing o comunque ti occupi di B2B sai molto bene che in questo campo occorre un approccio commerciale particolare, caratterizzato da un alto tasso di conversione e da una personalizzazione del messaggio elevata. Infatti le persone che si imbattono nella tua offerta devono pensare che è stata creata su misura per loro e che hai proprio la soluzione di cui necessitano. Il marketing tradizionale con le sue tecniche tartassanti e aggressive è ormai obsoleto; i tuoi potenziali clienti vanno attirati attraverso contenuti di loro interesse e portati nel sito web aziendale. Ed ecco che entra in gioco l’inbound marketing! Se si tratta di individuare, allettare e convertire una tipologia di potenziali clienti ben definita, questo insieme di tecniche e strategie digitali non ha rivali. Che cos’è l’inbound marketing? Te ne abbiamo già parlato qualche tempo fa in questo articolo “Inbound Marketing: cos'è e come funziona”. L'inbound marketing è una metodologia che raggruppa tutti gli strumenti e tattiche che sono proprie del web marketing (sito web, blog, Social Media, SEO, Adwords, ADS, landing page...) con l'obiettivo di portare i visitatori sul tuo sito web, convertirli in contatti del database (lead generation), segmentarli in base alle interazioni con i contenuti che presentiamo sul sito, sui social network e nelle newsletter, per alimentarli successivamente nel modo corretto (nurturing), con l'obiettivo di trasformali in clienti, aumentando di fatto il fatturato aziendale. Prova ad immaginare l’inbound marketing come un’enorme calamita in grado di attrarre un gran numero di visitatori sul sito web che, grazie ai contenuti valoriali proposti, saranno mossi da una reale curiosità nei confronti del tuo prodotto/servizio e diverranno dapprima lead e, se sarai bravo a mantenere vivo questo interesse durante gli stadi del loro processo di acquisto, anche clienti veri e propri. Perchè applicarlo al B2B? A differenza di quanto accade nel B2C, i potenziali clienti delle aziende che si occupano di B2B sono relativamente pochi, e di conseguenza più difficili da trovare: una campagna di inbound marketing ben strutturata è in grado di raggiungere un’altissima percentuale di questi potenziali clienti, grazie all’enorme portata offerta dal web. Tutto ciò che serve è una buona strategia! Definisci le tue buyer personas La buyer persona è una rappresentazione semi-immaginaria dell’acquirente ideale, sulla base di informazioni personali, demografiche, legate agli interessi e alle aspettative d’acquisto che egli stesso ci fornisce, per esempio attraverso la compilazione di un form per la partecipazione ad un webinar, la richiesta di informazioni o il download di una guida. Il punto di partenza fondamentale è avere ben chiaro la tipologia di buyer persona, che nel caso del B2B rappresenta l’azienda teorica alla quale rivolgere le proposte commerciali, basandosi sulle sue necessità e i suoi interessi. Definisci lo stadio del buyer’s journey Altro passaggio indispensabile, una volta individuata la buyer persona di riferimento, è capire in che stadio del suo buyer’s journey si trovi, ovvero quel processo di ricerca attiva che ciascuna persona compie prima di un acquisto, e come intercettarla in modo efficace con il content marketing. È nello stadio iniziale della consapevolezza del bisogno (awareness), in quella centrale della comprensione di tale bisogno (consideration) o nell’ultima nella quale confronta le proposte commerciali migliori in vista dell’acquisto (decision)? In base alla risposta che ti darai, tarerai la tipologia di contenuto e di informazioni da somministrare. Studia un piano editoriale adatto Ci siamo! Hai identificato la tua buyer persona, ovvero l’azienda ideale alla quale rivolgere le tue attenzioni. È il momento di stilare un piano editoriale che si rispetti per definire i contenuti da proporre in maniera esclusiva a quella tipologia di azienda e le relative tempistiche di pubblicazione dei contenuti. Così facendo eviterai di attirare leads ai quali non interessa la tua offerta e ti potrai focalizzare in modo più dettagliato sulla creazione di quei contenuti capaci di accompagnare i giusti contatti verso la tua proposta commerciale. Quali contenuti? Potrebbe trattarsi di un articolo di blog, di un webinar, un e-book o un video, ma per la maggior parte dei marketer B2B, l’attività di blogging diventa la base che attira nuovi potenziali clienti sul sito web aziendale - un po’ come il miele per gli orsi! - e il punto di partenza per tutti gli altri contenuti da impiegare. La domanda successiva da porsi è: ogni quanto pubblicare post sul blog? Occorre dare sempre e comunque priorità alla qualità rispetto alla quantità; se poi dobbiamo parlare in termini di numeri, i dati di HubSpot mostrano che le aziende B2B che hanno pubblicato più di 16 post al mese hanno visto aumentare il traffico di 3,5 volte in più rispetto a quelle che hanno pubblicato solo fino a 4 post al mese. Puoi pensare anche a contenuti scaricabili come guide, brochure, reports, l’importante è far sì che gli utenti forniscano i loro dati per il download dei documenti. Non dimentichiamoci che l’obiettivo finale resta quello di convertire il maggior numero di contatti in clienti effettivi. Gli strumenti migliori La scelta del giusto strumento attraverso il quale pubblicare i contenuti permetterà la conversione del visitatore in lead, convincendolo ad affidarti i suoi dati aziendali. Vediamo insieme quelli più efficaci: Blog aziendale: ormai sempre più incisivo per il business delle aziende che intendono affacciarsi al web marketing, il blog aziendale si è imposto come uno degli strumenti più efficaci per creare consapevolezza intorno ad un brand. Affinché funzioni, deve essere attivo e coerente: i suoi contenuti andranno a posizionarsi sui motori di ricerca e condivisi sui canali social, favorendo così la brand awareness. Landing page: letteralmente “pagina di atterraggio”, è il cuore del processo di conversione dell’inbound marketing, e spiega nei dettagli cosa si promette al rappresentante dell’azienda interessata che è approdato su di essa. Se egli reputerà valida la nostra proposta, potrà decidere di compilare il form di contatto, fornendoci i suoi dati e autorizzandoci ad inserire le informazioni della sua impresa nel nostro database dei contatti, creando di fatto un’ottima opportunità commerciale. Un lead ottenuto in questo modo sarà sicuramente interessato alla nostra offerta, e di conseguenza sarà più semplice concludere l’affare. Call to action (CTA): è una “chiamata all’azione”, quel link o banner che, se cliccato, porta il lead un po’ più vicino alla proposta commerciale. Posizionata alla fine degli articoli del blog, deve essere esplicita, essenziale, accattivante e anticipare con poche parole che cosa troverà il visitatore sulla landing page. Pubblicità a pagamento: sono dei servizi messi a disposizione dai motori di ricerca o dai social per aiutare gli inserzionisti a far apparire le loro offerte a coloro che frequentano il luogo virtuale prescelto per la pubblicità. Pagando - e creando contenuti coerenti - si potrà far apparire i propri messaggi al di sopra degli altri risultati di ricerca; ad essi va affiancato un link che, se cliccato, porterà l’interessato alla landing page. CRM (Customer Relationship Management): si è parlato di database dei contatti che non può essere gestito come una semplice lista adattata grossolanamente (fogli di Excel, liste di nomi, ecc...), ma attraverso uno strumento studiato appositamente per questo scopo. Il CRM permette di registrare, segmentare e gestire contatti, aziende e altre tipologie di organizzazioni. In definitiva serve un cambio di mentalità, una vera e propria rivoluzione delle logiche B2B in campo di marketing. L’inbound marketing rappresenta la chiave per migliorare e far crescere il tuo business B2B.
Se ti stai approcciando al mondo dei webinar e ti stai chiedendo da dove iniziare a crearne uno per il tuo business, in questo articolo troverai 7 consigli utili da seguire passo passo. 1. Scegli l’argomento di cui vuoi parlare Prima di iniziare qualsiasi considerazione, rifletti sul perché hai deciso di organizzare un webinar. La risposta - non così scontata - dovrebbe essere la lead generation che porti ad un accrescimento del tuo business. Partendo da questo presupposto, pensa alle informazioni sulle quali ti senti particolarmente esperto e decidi l’argomento sul quale strutturare il tuo evento online. Nel caso fossi a corto di idee analizza le statistiche per vedere cosa indirizza il flusso di traffico al tuo sito web e ciò a cui il tuo pubblico risulta essere particolarmente interessato. Più sarai preciso più le persone potranno capire il tipo di webinar al quale si stanno iscrivendo. 2. Pensa ad un titolo ad effetto Così come avviene per il titolo di un libro, anche il titolo di un webinar è il biglietto da visita per attirare persone potenzialmente interessate al topic o, al contrario per farle scappare a gambe levate (cosa ovviamente da evitare!). Occorre quindi chiedersi quali titoli possono funzionare meglio ed essere più accattivanti rispetto ad altri. Eccone alcuni di particolarmente magnetici: titolo con utilizzo dei numeri: 7 modi per organizzare un webinar aziendale di successo; titolo con utilizzo del “come”: Come si organizza un webinar aziendale di successo; titolo con affermazione: Organizzare un webinar aziendale di successo; titolo sotto forma di domanda: Come organizzare un webinar aziendale? Il titolo deve comunque essere chiaro, creativo, capace di attirare l’attenzione e non suonare eccessivamente formale. Verifica sempre che non sia già stato usato per altri seminari. 3. Definisci relatori e assistenti La scelta del giusto relatore è di fondamentale importanza nel momento in cui si decide di organizzare un webinar. Dovrebbe essere un esperto del settore, ben informato sull’argomento, con doti carismatiche e di public speaking e la capacità di rispondere alle domande che i partecipanti potranno rivolgere. Puoi optare per uno o più relatori. Per una gestione più snella dell’evento puoi anche prevedere un assistente che gestisca la live chat e il flusso di domande senza continue interruzioni per il relatore. 4. Pensa ai contenuti Un’attenta pianificazione dei contenuti è il punto di partenza per la buona riuscita di un webinar. Una volta definiti l’argomento e l’obiettivo del webinar puoi procedere con la stesura di uno schema contenutistico e di una timeline che scandisca i tempi; ricorda che un webinar mediamente dura 45/60 minuti. Di conseguenza lo scopo è quello di coinvolgere i prospects fino al termine. Inserisci nella tua presentazione immagini, video, citazioni e grafici che possano stimolare l’interesse del pubblico e invogliarlo a non abbandonare la sessione prima della fine anche attraverso l’invio di risorse utili (registrazione del webinar o possibilità di effettuare il download della presentazione). Non dimenticare di prevedere un momento finale dedicato alle domande e risposte e fallo presente ai partecipanti fin dall’inizio, in modo che abbiano il tempo per pensare e appuntarsi gli eventuali quesiti da porre. 5. Procurati i giusti strumenti e crea l’ambientazione Assicurati che gli strumenti tecnologici come la videocamera e il microfono siano perfettamente funzionanti. Se utilizzi un computer portatile verifica che la batteria sia carica e controlla la stabilità della connessione Internet; può sembrare un po’ banale ricordarlo, ma così facendo ridurrai al minimo il rischio di fare brutte figure! Se prevedi di condividere il desktop, rimuovi i files non necessari e organizza per bene quelli oggetto di presentazione. Non trascurare il set del tuo webinar, prediligi una parete neutra come sfondo e raccomanda ai tuoi colleghi se sei in ufficio o ai tuoi familiari se ti colleghi da casa di non interromperti per nessun motivo per tutta la durata del webinar. 6. Pianifica il tuo webinar Ovviamente non abbiamo la sfera di cristallo per svelarti il giorno e l’orario perfetti per tenere il tuo webinar, ma anche qui ti possiamo dare qualche suggerimento pratico. Se ti rivolgi alle aziende, prediligi i giorni che vanno da martedì a giovedì, gli altri giorni rappresentano l’apertura e la chiusura della settimana ed è più probabile che il tuo pubblico sia impegnato in spostamenti o incombenze aziendali. La fascia oraria da preferire è quella che va da metà mattinata alle 12:00 oppure nel primo pomeriggio. Se invece ti rivolgi ai privati puoi raggiungere un maggior numero di persone nella fascia oraria tardo pomeridiana-serale oppure nei weekend. In entrambi i casi evita l’orario della pausa pranzo! 7. Promuovi il tuo webinar Siamo giunti all’ultimo step che è anche quello cruciale. Perché puoi avere creato i contenuti più strabilianti, disporre della migliore tecnologia o aver scelto un relatore di fama internazionale, ma se non raggiungi il tuo pubblico potenziale, ti ritroverai a non poter fare la tua presentazione per mancanza di partecipanti. L’obiettivo è quello di far registrare più persone possibili; quello che ti serve è una landing page che riassuma in modo accattivante i contenuti dell’evento, comunichi chiaramente la data e l’orario e presenti brevemente i relatori e le loro competenze. Attraverso un form di registrazione le persone interessate potranno iscriversi al webinar e tu avrai le loro informazioni di contatto per poterli invitare a webinar futuri o call to action che riterrai interessante proporre loro. Se vuoi approfondire come sfruttare al meglio i webinar per trovare nuovi potenziali clienti, ti invitiamo a scaricare l'e-book gratuito Come usare bene i webinar (per trovare nuovi clienti)
Hai un momentaneo blocco creativo sui contenuti da proporre nel blog aziendale? Nulla di cui preoccuparsi, succede anche ai migliori! Trovare costantemente nuovi contenuti da proporre può rivelarsi un’attività estremamente frustrante. Quindi la parola chiave diventa: riproporre! Ma immagina di poter creare nuovi contenuti proprio a partire dall’ultimo webinar che hai organizzato; se ci pensi hai già speso tempo e risorse per raccogliere le idee e le informazioni per l’evento online e allora perché non sfruttare al meglio questa possibilità per amplificarne la risonanza? I webinar sono ormai uno strumento comprovato per raggiungere nuovi leads con i quali condividere il proprio know how; queste perle dall’alto contenuto valoriale possono venire in aiuto proprio quando si è a corto di idee. Scomporre e “riciclare” il contenuto dei webinar ti permette di raggiungere un pubblico più vasto con maggiori possibilità di accesso alle informazioni condivise. Vediamo insieme alcuni suggerimenti per convertire in modo intelligente i webinar in nuovi contenuti di successo. Crea una slideshow Hai già tutto il materiale, trasformarlo in una presentazione è un gioco da ragazzi. Basterà snellire i concetti, suddividere gli argomenti in modo chiaro e aggiungere elenchi puntati e parole chiave. Si tratta di un ottimo strumento da somministrare per l’attività di nurturing (alimentazione del lead) post webinar: i partecipanti potranno consumare la presentazione nei tempi e ritmi a loro più congeniali, avendo un focus sui concetti chiave affrontati durante l’evento online e anche chi non ha avuto modo di collegarsi potrà comunque accedere ai contenuti. Crea dei video-slots Condensa i tuoi webinar in brevi video-slots di 3-5 minuti, come fossero delle caramelle con le quali deliziare i tuoi contatti. Così facendo i contenuti risulteranno più facilmente assimilabili. Questa procedura non richiederà un grande impegno perché gran parte del lavoro è già stato svolto; basterà mettere le mani alla registrazione del webinar creando brevi video suddivisi per argomento. Crea articoli per il blog La presentazione che hai confezionato per il webinar è già suddivisa per argomenti principali, perfetti per la redazione di nuovi articoli per il tuo blog o la creazione di post mirati sui social. E con 45-60 minuti di contenuti, avrai sicuramente materiale per più di un articolo/post. Per semplificarti la vita un valido aiuto in questo senso è la trascrizione del webinar; potrai così analizzare i macro-argomenti che hanno suscitato maggior interesse nei prospects e sui quali vale la pena fare degli approfondimenti. Avrai modo di dar vita a: contenuti riassuntivi di facile lettura con link utili (articolo del blog); contenuti informativi che sfruttano i dati e i reports del webinar (post sui social); contenuti che riassumono le migliori citazioni/interventi dei relatori (video). Sfrutta le domande del webinar Hai più di una possibilità per riutilizzare le domande e risposte emerse durante il webinar: creare una pagina FAQ sul sito web aziendale o arricchire l’esistente; espandere le domande fornite durante il webinar e scrivendo nuovi post sul blog rispondendo alle singole domande; recuperare la possibilità di rispondere ai quesiti ai quali non hai avuto tempo di rispondere durante il webinar con una pubblicazione ad hoc sotto forma di video-intervista o post Q&A. Crea un e-book Una volta trascritti i contenuti del webinar ed elaborato nuovi post per il blog hai già il materiale pronto per la redazione di una guida/e-book che approfondisca il contenuto del webinar oppure combini le informazioni di più eventi online in un’unica risorsa completa. Crea una follow-up e-mail Al termine del webinar hai l’opportunità di inviare una follow up email ai partecipanti con il link per il download della presentazione, altri collegamenti a risorse che ritieni utili o la lista delle Q&A alla quale non hai avuto modo di dare risposta durante l’evento online. Puoi inoltre estrapolare dal webinar i concetti chiave o le statistiche e creare un’apposita e-mail da inviare al tuo database che potrebbe trarre vantaggio dalle nuove informazioni condivise. Condividi la registrazione del webinar Può sembrare la via più scontata, ma è anche una delle più efficaci. Crea una landing page con la possibilità di accedere alla registrazione del webinar previa compilazione di un form di richiesta, in modo da profilare il contatto e nutrirlo in futuro con ulteriori contenuti di suo interesse. Questa pagina sarà collegata al sito web, ai social e al blog per generare un maggior numero di richieste. Tutto ciò che devi fare è assicurarti che il tuo webinar continui a lavorare per te nel tempo anche dopo la fine dell’evento. Occorre cambiare il punto di vista e non guardare ai webinar come eventi chiusi e fini a se stessi, ma utilizzare al meglio i contenuti e riutilizzarli nei modi che ti abbiamo suggerito per alimentare la relazione con il pubblico e generare più conversioni possibili.
Negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare sempre più spesso di webinar e indubbiamente la pandemia mondiale da Covid-19 ha contribuito a diffondere questo strumento in modo esponenziale, abbattendo le barriere fisiche e portando eventi formativi e informativi direttamente online. Partiamo dalle basi: webinar è un neologismo composto dall’unione dei termini inglesi web + seminar, letteralmente “seminario online”. Altre espressioni comunemente utilizzate per riferirsi ai webinar sono: evento web, conferenza online, evento virtuale. Cos’è un webinar Un webinar è una riunione o una presentazione online che si tiene via Internet in tempo reale. In parole semplici si tratta di un evento online che collega le persone con gli spettatori di tutto il mondo mediante l’accesso ad una piattaforma per discutere un determinato argomento. La caratteristica principale dei webinar dal vivo è l’interattività, ovvero la possibilità di parlare, condividere files, inviare e ricevere informazioni. Si tratta infatti di una forma di comunicazione “one-to-all” (uno a molti) grazie alla quale un relatore può raggiungere un pubblico online vasto e specifico da un’unica posizione. Di seguito analizzeremo le funzionalità, i vantaggi e gli ambiti di utilizzo dei webinar. Le caratteristiche principali di un webinar condivisione di video e slideshow: per aggiungere efficacia e chiarezza alla presentazione; live chat: i partecipanti, come avviene durante una riunione tradizionale, possono porre quesiti o fare interventi relativamente agli argomenti trattati attraverso la chat; condivisione del desktop: se l’argomento trattato richiede una dimostrazione, il pubblico può seguire esattamente i vari passaggi prendendo visione del tuo desktop; utilizzo della lavagna: permette al relatore di esporre al meglio l’argomento o dimostrare un processo attraverso schemi e disegni e ai prospects di essere facilitati nel prendere appunti; somministrazione di sondaggi: consente di porre quesiti predefiniti al pubblico in modo da poter raccogliere i risultati in maniera organizzata e avere un feedback immediato registrazione dell’evento: è uno strumento utile da inviare ai partecipanti al termine del webinar in modo da permettere loro di recuperare dati e informazioni che possono essere sfuggiti oppure da condividere con coloro che non hanno avuto la possibilità di collegarsi in tempo reale all’evento. I vantaggi dei webinar I webinar sono convenienti sia per i relatori che per i partecipanti, motivo per cui questo strumento sta diventando sempre più popolare. I webinar permettono di tenere conferenze e riunioni in qualsiasi momento e luogo; chiunque può partecipare ad un webinar dalla sua postazione lavorativa, finché è a casa o in viaggio. Tenere una conferenza non è mai stato così facile: nessun costo d’affitto per la location, i trasferimenti, le stampe cartacee della presentazione e l’organizzazione della pausa caffè o del rinfresco. E a questo contenimento in termini di costi e sforzi organizzativi, si somma la facilità di partecipazione che permette di arrivare a un numero di partecipanti notevolmente più considerevole rispetto ad un evento in presenza. Inoltre è uno strumento che permette anche ai più timidi di avere un ruolo attivo durante la presentazione grazie alla possibilità di intervenire con domande che difficilmente oserebbero porre dal vivo di fronte a tutti. Gli ambiti di utilizzo I webinar possono essere utilizzati con successo in vari ambiti: dall’istruzione, alla formazione aziendale, al business. Educazione: se sei un educatore puoi raggiungere un vasto numero di studenti proprio perché si potranno collegare da qualsiasi luogo senza spendere tempo e denaro per raggiungerti. Formazione aziendale: molte aziende utilizzano internamente i webinar per l’aggiornamento dei loro dipendenti, a maggior ragione quando hanno sedi sparse in tutto il mondo. Business: soprattutto durante la fase di lockdown da Covid-19 molte aziende hanno sfruttato i webinar per diffondere contenuti di valore per generare contatti da convertire in potenziali clienti. I webinar aiutano a creare una relazione con il pubblico, da alimentare post evento attraverso specifici contenuti. A tal proposito ti segnaliamo il nostro e-book “Come usare bene i webinar per trovare nuovi clienti”. Come partecipare ad un webinar Non devi fare altro che iscriverti compilando un form di registrazione, dopodiché riceverai un link tramite e-mail con il quale collegarti il giorno e orario stabiliti. Come pianificare un webinar Prima di tutto devi avere qualcosa da dire al tuo pubblico con un obiettivo ben preciso! Pianifica il tuo seminario online. Basta creare un account su una delle piattaforme dedicate ai webinar (per citarne qualcuno Demio, WebinarNinja, GoToWebinar, Zoom) e utilizzare la dashboard per impostare data, orario, durata del webinar e inviare il link di invito ai partecipanti. Prepara i tuoi contenuti ricordando che la parola d’ordine è mantenere viva l’attenzione, quindi dovranno essere interessanti e arricchiti di immagini, grafici e video. Ricordati che tutto si basa sulla comunicazione e sulla tua capacità di non annoiare il pubblico. Affinchè ciò accada è necessario sfruttare al meglio i vari strumenti dei webinar, come la condivisione di files, la live chat, la registrazione del webinar o i sondaggi da inviare successivamente ai partecipanti in modo da sapere come migliorare in futuro. Verifica sempre prima di iniziare un evento online che la tua connessione Internet, le cuffie, il microfono e ogni altro strumento tecnico siano ben funzionanti. A questo punto sei pronto a tenere il tuo tuo primo seminario online!