Le strategie di marketing per aumentare le vendite di un e-commerce, sono diverse per ogni progetto e ogni azienda. Quanti di voi hanno pensato:”per vendere online basta aprire un e-commerce e il gioco è fatto”. Forse le cose non stanno proprio così, anzi. Se sei un marchio che gode di una certa awareness nel mercato di riferimento avrai sicuramente più facilità a vendere online, ma se sei un’azienda che deve far conoscere il proprio brand o i propri prodotti, sicuramente dovrai definire un’efficace strategia di marketing che ti permetta di ottenere nei tempi stabiliti gli obiettivi prefissati. Un e-commerce va progettato in modo maniacale attraverso: la comprensione del mercato in cui ci si vuole inserire, l’idea di chi comprerà i propri prodotti, quanto spenderanno, se i clienti torneranno a comprare, chi sono i concorrenti, se è un mercato che esiste o tutto da creare… insomma un’analisi approfondita che aiuti a segnare la via; la selezione del software più idoneo alle proprie esigenze: capire quale piattaforma ti permette di evitare di buttare i soldi rispetto al progetto che vuoi realizzare; come integrare l’e-commerce con il tuo sito web e le pagine social aziendali; la definizione di un piano di marketing dedicato e di una strategia di comunicazione di brand, di presenza digital per farsi riconoscere o trovare da chi cerca - o adora - i prodotti che vendiamo; la misurazione costante dei risultati per migliorare le tue performance. Per vendere online questi prodotti ci sono logiche e dinamiche tutte da comprendere. Ma se vuoi comprenderle ti conviene misurare le tue azioni e i loro risultati per ottenere dei parametri per fare meglio la volta successiva. La piattaforma e-commerce va scelta in base al tipo di attività e alle proprie esigenze, ma in questo scritto ci focalizzeremo sulla strategia marketing per aumentare il pubblico e le vendite dell’e-commerce. La strategia per la piattaforma e-commerce Definire il target Individuare un preciso segmento di pubblico con delle caratteristiche che rispecchiano la mission aziendale e che con il nostro prodotto/servizio soddisfano un proprio bisogno è il primo passo da compiere. La costruzione di archetipi di clienti ideali (buyer personas) ci permetterà di comprendere le loro esigenze e comportamenti e ci aiuterà a personalizzare l’offerta nei loro confronti. Analizzare la concorrenza diretta è un altro passo da fare, osservando: i canali utilizzati: vendono con un proprio sito e-commerce, si affidano ai marketplace, sfruttano le proprie pagine social; la promozione online e offline: sfruttano i classici strumenti offline: pubblicità radio, tv o stampa, partecipazione a fiere di settore, guerrilla marketing, outdoor marketing statico o dinamico; il livello dei prezzi: applicano un premium price ai propri prodotti, si posizionano sotto il prezzo dei propri competitor diretti; i servizi offerti: come gestiscono le consegne, il post vendita, se comunicano con i propri potenziali clienti con una live chat. Tutto questo per individuare uno spazio in cui inserirsi e differenziarsi dagli altri. Strategia di vendita online Una precisa strategia di business va pensata contemporaneamente alla progettazione di una piattaforma di e-commerce perché ne definisce il funzionamento. Le tecniche di vendita online possono essere: Upselling: propone un prodotto simile, ma qualitativamente superiore e ad un prezzo più elevato rispetto a quello cercato in partenza. Per essere efficace il prodotto offerto deve avere qualcosa in più che faccia percepire al consumatore il maggior valore intrinseco; Cross-selling: consiste nell’offrire i prodotti accessori correlati agli articoli cercati o messi nel carrello; Add-on-selling: propone un prodotto aggiuntivo che risulti utile e completi quello acquistato dal cliente in modo che sembri indispensabile; Bundle: consiste nel vendere pacchetti di più prodotti correlati perché riesce a soddisfare una precisa necessità. User experience Se l’esperienza di navigazione nel nostro sito è positiva, gli utenti decideranno sicuramente di tornarci. Una user experience efficace e soddisfacente potrebbe essere facilitata da: un’interfaccia grafica intuitiva e dal design accattivante contenuti curati nei dettagli velocità e semplicità per completare un acquisto Tutti gli elementi grafici del sito devono interagire tra loro in modo armonioso per trasmettere la filosofia aziendale e lo spirito del brand. Un’altra condizione è che l’e-commerce sia facile da utilizzare senza assistenza, in modo che chi vi accede si senta autonomo e abbia a disposizione in modo chiaro tutte le informazioni. La personalizzazione dell’interfaccia è un fattore importante nella strategia e-commerce perché aumenta l’attenzione dei clienti e ne stimola il ritorno e la fidelizzazione. Aumentare le vendite online Progettare una buona architettura del sito e un’efficace user experience non saranno sufficienti se il sito e-commerce non viene visto dai motori di ricerca. Per questo è necessario unire le strategie di marketing alle tecniche di ottimizzazione web e affidarsi ad una buona agenzia che si occupi dell’aspetto SEO. Vediamo alcune azioni da sviluppare. Ampliare il pubblico Sviluppare una strategia di comunicazione multicanale permette di intercettare il pubblico in diversi momenti e fasi del proprio buyer’s journey. Si potrebbe supportare nella fase iniziale con campagne su Google Adwords con annunci sponsorizzati che appariranno quando l’utente cerca le parole chiave selezionate dall’azienda. Sfruttare il passaparola sui social partecipando attivamente nelle community dei propri follower fa percepire l’azienda in modo diverso e le fa ottenere maggiore visibilità. Infine, un altro utile strumento è il Direct Mail Marketing con cui si possono inviare comunicazioni personalizzate in base al pubblico, le nuove collezioni di prodotto, codici sconto e offerte speciali. Non essere troppo invadente e dai sempre l’opportunità di abbandonare la newsletter. Fidelizzare il cliente E’ molto più facile fidelizzare i clienti che acquisirne di nuovi. Una soddisfacente shopping experience farà tornare il cliente ad acquistare sul nostro sito. Per valutare bisogna costantemente monitorare il tasso di conversione e la misura media degli ordini in modo da capire se le azioni intraprese sono efficaci e individuare i punti deboli della piattaforma. Aumentare il tasso di conversione Il tasso di conversione è dato dal rapporto tra i visitatori unici del sito e il totale degli ordini effettuati; per la maggior parte degli e-commerce si aggira intorno al 2-3%. La cosa più difficile è convincere i clienti ad acquistare un prodotto. Vediamo alcune soluzioni che potrebbero aiutare ad aumentare il tasso di conversione: Aggiungere una live-chat che fornisca supporto immediato in caso di necessità; Indicare chiaramente le modalità di pagamento e i costi di spedizione; Offrire promozioni soprattutto se personalizzate in base agli acquisti già effettuati; questo permette di fidelizzare e di sfruttare il passaparola tra il pubblico; Permettere gli acquisti anche senza registrazione; Mostrare prodotti correlati che invoglino ad aggiungere qualcosa al prodotto già messo nel carrello; Rispondere alle mail e ai messaggi in tempi rapidi. Aumentare il valore medio degli ordini Possiamo mettere in atto diverse tecniche per far sì che i clienti aggiungano altri prodotti nei propri acquisti online per offrire loro un’esperienza sempre migliore: Mostrare suggerimenti Offrire incentivi e sconti Fornire valutazioni e recensioni Offrire regali o inviare offerte speciali Promuovere i prodotti simili raggruppandoli Tutti questi step sono da considerare sia per quei brand che devono sviluppare ex novo il loro e-commerce sia per quelli che già ne possiedono uno ma vogliono aumentarne il successo. Conclusioni Da questo articolo possiamo concludere che il marketing è il vero veicolo della digital transformation, lo strumento che permette di aumentare le vendite online e offline e che aiuta ad accrescere la brand awareness. La base teorica non è cambiata, si deve conoscere i propri clienti e i loro bisogni per offrire, di volta in volta, soluzioni adeguate. E' importante raccogliere il maggior numero di informazioni, sulla base delle quali costruire campagne marketing personalizzate in base all’intero processo d’acquisto. E per fare tutto ciò l’azienda ha bisogno di definire una strategia efficace per la propria presenza web con l'obiettivo di essere in grado di soddisfare le richieste che i clienti moderni evoluti le rivolgono.
Costruire una relazione con il potenziale cliente sembra una delle cose più difficili da raggiungere online con un e-commerce. Eppure oggi con il web potrebbe essere, invece, una delle attività più semplici da realizzare. Quante volte sei stato sui siti dei tuoi concorrenti e hai notato, con sommo dispiacere, che erano migliori del tuo. Non solo per una questione estetica, ma soprattutto per la capacità di attirarti e di condurti all’interno del sito fino a farti fare un acquisto. Non deprimerti, non è una dote divina! Hanno semplicemente ascoltato i suggerimenti dei propri clienti realizzando azioni di customer engagement col proprio e-commerce e sulla base dei risultati ottenuti hanno sviluppato la user experience del sito. Il customer engagement è, nella sua accezione più pura, una (desiderabile) relazione intima di lungo periodo con i consumatori e clienti. Nel periodo storico in cui stiamo vivendo, l’acquisto funzionale non è più l’unica azione richiesta, ma è la condivisione di valori, esperienze, comportamenti ed emozioni che i brand devono instaurare con il proprio pubblico. Il consumatore moderno si è decisamente evoluto; non si accontenta più di acquistare un determinato prodotto o brand, ma vuole entrare a far parte di community, assumere un ruolo più attivo perché è alla ricerca di esperienze uniche e memorabili. Ogni azienda deve cercare la disponibilità dei consumatori a spendersi a favore dei propri brand in maniera non canonica, al di fuori degli schemi, secondo percorsi non preventivati e non preventivabili. Tutto questo è agevolato anche dall’evoluzione che hanno subito i media. Con i social network, i blog e gli influencer, i brand riescono a creare connessioni con i consumatori e li coinvolgono con varie forme di partecipazione, creatività e divertimento diventando parte attiva nella progettazione/creazione del prodotto. Esempi di efficaci strategie di customer relationship engagement Il fenomeno NikeId (ora NikeBy You), una nuova filosofia di prodotto, si basa sull’interazione con il consumatore finale: la pagina web dedicata a questo progetto propone una selezione di modelli di calzature sportive, personalizzabili con l’intervento attivo del fruitore, che può scegliere il colore delle suole e del tacco, delle stringhe e dell’interno della scarpa, modificando i materiali utilizzati e apponendo la propria “firma” a lavoro ultimato. Balenciaga, marchio di alta moda, ad aprile ha lanciato sul mercato una nuova borsa molto grande e molto costosa: è blu, con quattro maniglie, due più corte e due più lunghe. A molti, e senza che fosse necessario un grande sforzo di fantasia, la borsa di Balenciaga ha ricordato un’altra famosa borsa: la Frakta, quella che viene venduta all’IKEA per 60 centesimi di euro, circa 2.000 euro in meno di quanto costi la borsa di Balenciaga. Anche lei è blu, molto grande e con quattro maniglie, due lunghe e due corte. In molti hanno scherzato su questa buffa coincidenza, IKEA stessa ha diffuso una breve e scherzosa guida per “riconoscere una Frakta originale”, e più recentemente diverse persone hanno cominciato a postare su Instagram foto di oggetti e capi d’abbigliamento fatti usando le Frakta: ci sono cappelli, sandali, scarpe e maschere anti-smog tra le altre cose. Ikea, Nike ed in generale le imprese di fronte ad un pubblico sempre più evoluto, informato e attivo dovranno cercare di: aumentare la personalizzazione della propria relazione con i consumatori anche attraverso i propri canali. sfruttare strumenti propri diretti o altre situazioni che si creano spontaneamente nel pubblico. Siamo d’accordo che questi sono brand con milioni di follower e di clienti, che hanno team creativi che si occupano ogni giorno di trovare la migliore soluzione di customer engagement per quel particolare prodotto, ma siamo altrettanto sicuri che ogni azienda possa, una volta identificato il proprio pubblico di riferimento, sviluppare le migliori attività di coinvolgimento sfruttando i canali più idonei. Stop Targeting, start attracting Attrai consumatori con un’alta affinità basata su conoscenze, comportamenti, interessi e bisogni; Offri rilevanti e utili recensioni attraverso i nuovi media; Aumenta la brand awareness and loyalty, utilizzando sempre più punti di contatto nel buyer's journey dei tuoi consumatori; Genera un ambiente sicuro per il tuo marchio. Il customer engagement, quindi, può svilupparsi sui nuovi media, abbinandoli anche con i “vecchi” canali in modo trasversale per assicurarsi il maggior numero di opportunità di relazionarsi con i consumatori. E’ lo scambio di valore tra organizzazioni e consumatori che conduce al successo aziendale. Mantieni attivo il customer connesso I clienti di oggi hanno più potere che mai. Grazie all’engagement le aziende stanno ripensando al modo in cui interagiscono e si connettono con i propri clienti. Incoraggiando una comunicazione personalizzata, in tempo reale e coerente nel corso della customer experience, le aziende possono trovare nuovi modi per coinvolgere i propri clienti. Anche i valori aziendali fanno sempre più leva sul customer engagement perché, nell’immaginario del mercato, le aziende ricoprono un ruolo sempre più importante sia per le comunità in cui operano che per la costruzione di un futuro migliore. Conclusioni Il customer engagement è l’esperienza che i clienti vivono durante tutta la loro relazione con l’azienda: non solo shopping, dunque, ma un’interazione a vari livelli nei quali il cliente deve essere coinvolto emotivamente. Molti analisti sostengono che il successo di un’azienda non dipende più solo dal suo prodotto e servizio ma da come vengono “vissuti” dagli utenti, prima, durante e dopo l’acquisto. In questo nuovo approccio solo le aziende che raccolgono e interpretano i dati dei propri clienti sono in grado di migliorare la propria esperienza e hanno maggiori possibilità di aumentare la fiducia dei propri clienti e, in definitiva, di fidelizzarli.
Restare competitivi nel mondo e-commerce, dove tecnologie e implementazioni sono sempre in continua evoluzione, non è sempre facile, ma è necessario se si vuole incrementare il proprio business. La scelta di migrare, cioè passare a piattaforme e-commerce più avanzate, è una delle soluzioni che vengono maggiormente considerate perchè i continui aggiornamenti del mondo web richiedono agli e-shop di restare al passo con i tempi se si vuoi continuare a vendere. Tra le piattaforme oggi più gettonate per la migrazione troviamo Shopify. Ma cosa rende Shopify una piattaforma ideale a soddisfare le esigenze più varie di coloro che gestiscono un e-commerce? Una particolarità che subito emerge di Shopify è il fatto che è stato progettato per essere una piattaforma scalabile: cioè Shopify mette a disposizione una serie di funzionalità che sono fornite secondo le esigenze dell’e-commerce in una “confezione” base per coloro che desiderano vendere senza particolari personalizzazioni ma vogliono tutte le caratteristiche necessarie per vendere senza problemi. Per coloro che invece necessitano di funzionalità personalizzate o hanno un business per esempio multistore etc... Shopify permette di passare ad un pacchetto di funzionalità e caratteristiche superiori per personalizzazioni e per tipi di business “enterprise”, senza mettere in pausa il tuo ecommerce. Shopify quindi riesce a soddisfare il business di piccole aziende, ma anche quelle più grandi e complesse. 5 buoni motivi per migrare a Shopify Ma vediamo, oltre a questa particolarità, quali sono le caratteristiche che fanno di Shopify una piattaforma ideale a cui migrare il proprio e-commerce: 1. Interfaccia intuitiva Tra le principali caratteristiche di Shopify è la sua interfaccia semplice da usare anche se non sei un esperto di software. Grazie al builder “drag-and-drop” puoi inserire o spostare i vari componenti trascinandoli nella posizione in cui desideri all’interno della struttura che hai ideato per esempio per la Homepage oppure per la pagina prodotto. Puoi non sapere nulla di codice e riuscire a costruire il tuo e-commerce in modo professionale, con tutte le funzioni principali e metterlo online anche in sole 24 ore. Anche il carrello di vendita, cuore di ogni e-commerce, può essere “settato” con semplicità e affidabilità perchè tutti i passaggi delle impostazioni sono guidati e predisposti in modo tale che tu non possa dimenticare nessun step. 2. Gestione semplificata del magazzino Shopify permette di gestire un numero variabile di prodotti a seconda del piano di abbonamento che scegli. Al di là del piano Light che presenta delle limitazioni nel numero dei prodotti che si possono caricare in magazzino, gli altri piani di abbonamento Basic e Shopify Pro ropongono un numero di prodotti inseribili illimitato. Il caricamento dei prodotti è estremamente semplice, si possono caricare manualmente quando sono pochi oppure attraverso un file CVS. Chi ha avuto già esperienza di e-commerce sa che quando i prodotti sono tanti, può succedere che il caricamento avvenga davvero lentamente; con Shopify questo non succede in quanto il carrello è un’app che risiede in una piattaforma a sé stante e strutturata per essere veloce. 3. Ampia scelta di template Shopify propone oltre 60 modelli gratuiti di temi e altri a pagamento personalizzabili, tutti responsive. Tutti questi temi sono predisposti perchè tu possa impostarli con semplicità: la struttura è già predisposta e a te non resta che modificare i contenuti di default con quelli che desideri per darti modo di vendere. Dopo aver scelto il tema che più ritieni conforme al tuo business, puoi personalizzarlo secondo le tue esigenze e rendere il tuo e-commerce professionale e ottimizzarlo per aumentare le vendite. Con Il passaggio alla piattaforma di Shopify, ci sono una serie di vantaggi legati al tema: aggiungere nuove pagine prodotto; aggiungere il blog per interessare i clienti; personalizzare la palette colori dell’e-commerce; personalizzare gli elementi delle pagine come le dimensioni del titolo, il tipo di font, il menu e tanto altro; integrazione con i Social per condividere i tuoi prodotti e aumentarne la visibilità. 4. Vari metodi di pagamento Shopify permette di scegliere tra quasi 100 metodi di pagamento (da Paypal a Stripe…) da scegliersi tra quelli più utilizzati per il Paese in cui operi; inoltre ha strutturato questa funzionalità in ben 3 diverse sezioni dove puoi impostare i metodi che desideri in base alle tue scelte: una relativa al metodo di pagamento principale, una seconda con i metodi di pagamento internazionali, la terza sezione con i metodi aggiuntivi che vuoi applicare ad un Paese piuttosto che ad un altro. Anche questa funzionalità è tra le più apprezzate di Shopify perchè predisposta in step ben strutturati e perchè si può gestire direttamente dalla dashboard con semplicità. 5. SEO friendly La piattaforma è predisposta a tutte le ottimizzazioni SEO per rendere i tuoi prodotti e il sito intero maggiormente apprezzato dai motori di ricerca; il tutto con una funzionalità nativa e senza aggiungere alcun software supplementare. In particolare Shopify permette di: personalizzare il titolo e la descrizione delle pagine, soprattutto le pagine prodotto in modo da farsi trovare con facilità da quegli utenti che volessero cercare e quindi comprare i prodotti del tuo e-commerce, personalizzare del testo alternativo per dare ulteriori informazioni ai motori di ricerca. L’ottimizzazione SEO per un e-commerce diventa importante per far trovare i tuoi prodotti perché porteranno nuovi possibili clienti sul tuo sito. Sullo Store di Shopify, poi, si possono trovare App che aiutano ulteriormente la SEO del sito introducendo alcune funzioni come la scansione dei problemi SEO, la verifica della velocità di caricamento del sito o pagine del sito, il tutto per offrire al cliente un’esperienza di acquisto il più soddisfacente possibile. Una migrazione facile e indolore Che Shopify stia diventando una piattaforma e-commerce tra le più apprezzate, è svelato dai dati di utilizzo: il trend dei siti e-commerce che utilizzano Shopify è in continua crescita, in America sicuramente, ma anche in Europa e in Italia si sta comprendendo quando offra questo software. La scelta di migrare il tuo e-commerce può essere impegnativa, sappiamo! Si devono trasferire tutti i dati, non solo prodotti, ma anche metodi di pagamento corrieri e tanto altro; e il tutto può essere una preoccupazione di non poco conto. Ecco Shopify ha pensato anche a questo per renderti la vita il più semplice possibile: ha infatti sviluppato Cart2Cart, un’App che consente di migrare automaticamente quanto serve dal tuo “vecchio” sito al nuovo E-commerce. Shopify ha scelto di sviluppare tutto quello che serve per consentire di mettere online il tuo e-commerce in modo semplice e veloce, codificando i vari passaggi e le funzionalità necessarie alla vendita sul web, da una parte facilitando il lavoro del venditore e dall’altra fornendo un’esperienza di acquisto da parte dei clienti il più soddisfacente possibile. Ma se questo non bastasse per farti scegliere Shopify e dare slancio alle tue vendite online, i nostri esperti possono consigliarti e dipanare ogni tuo ulteriore dubbio.
Migliorare le performance dell'e-commerce è uno degli obbiettivi fondamentali degli ecommerce manager e dei titolari di azienda che hanno deciso di espandere il business anche sui canali online. Tuttavia, al momento, la maggior parte dei proprietari di aziende utilizza solo lo 0,5% di tutti i big data in loro possesso. La parte più grande dei dati rimane invisibile nel software proprietario e negli strumenti esterni. Poiché le tecnologie di apprendimento automatico (Machine learning) stanno migliorando in modo significativo nel recupero e nella trasformazione di dati sparsi in informazioni fruibili, le aziende di e-commerce stanno finalmente iniziando a sbloccare la propria data pipeline. Di seguito sono riportati alcuni benefici che emergono come conseguenza di questa best practice, soprattutto nel settore e-commerce. Maggiori entrate da campagne di cross-sell e up-sell Il tipico percorso di acquisto dei clienti non è più lineare: passa da un sito all'altro, cerca i codici promozionali di Google e, secondo un post sul blog di Konstruct Digital, l'utente cerca fonti online attendibili di recensioni del prodotto prima di tornare sul sito web ed effettuare un acquisto tramite un altro dispositivo. Catturare e analizzare tutte quelle interazioni è un compito impegnativo per gli analisti umani, non lo è, invece, per un algoritmo intelligentemente progettato allo scopo. Misurando e analizzando tutti i comportamenti online, gli strumenti di analisi new-gen possono compilare profili utente completi: profili ricchi di dati di segmenti di pubblico diversi. La profondità di tali profili va oltre i dati demografici generali. Catturano tutte le interazioni che un utente aveva in precedenza con un marchio (prodotti visualizzati, clic, acquisti precedenti ecc.) E forniscono consigli personalizzati sui prodotti in base a tutto ciò che il sistema conosce su un determinato cliente. Le raccomandazioni di prodotti basate sull'intelligenza predittiva possono migliorare significativamente i profitti aziendali. Uomo Capannonico: NO, ENRICO. IO VOGLIO CHE MI INSTALLI UN'APPLICATIVO DOVE DECIDO IO QUALI PRODOTTI RACCOMANDARE PER OGNI SINGOLO PRODOTTO DEL MIO STORE. IL CAPANNONE È MIO E DECIDO IO DOVE VANNO LE COSE PERCHÈ UN COMPUTER NON POTRA MAI FARE MEGLIO DI ME. Io: Caro Uomo Capannonico con la passione del caps-lock, ma non capisci che alla lunga questa è una strategia perdente? Credi che il motore di raccomandazione sui prodotti di Amazon sia governato da degli esseri umani? Eppure guida il 35% delle entrate cumulative dell'azienda. Cosa ancora migliore, i risultati arrivano velocemente: le aziende che hanno già scelto di adottare una soluzione di intelligence predittiva hanno registrato un'influenza del 40,38% sulle entrate dopo soli 36 mesi dall'adozione. Ricerca sui prodotti guidata dai dati e sviluppo del prodotto Decidere i nuovi prodotti da vendere o da sviluppare non è mai un compito facile per i marchi di e-commerce. L'idea può sembrare buona su carta, ma alla fine molti fanno flop a causa della scarsa ricerca di mercato e del posizionamento del prodotto. Secondo Hubspot, il 66% dei prodotti fallisce entro i primi due anni e l'80% dei nuovi prodotti rimane sugli scaffali per meno di due anni. Il 66% dei prodotti fallisce entro i primi due anni e l'80% dei nuovi prodotti rimane sugli scaffali per meno di due anni Un sacco di nuovi imprenditori dell'e-commerce tendono a capitalizzare le tendenze del prodotto al momento, piuttosto che sviluppare una prospettiva industriale a 360 gradi e pianificare in anticipo, ha detto Nahar Geva, CEO di Zik Analytics , che sostiene che la sua azienda ha aiutato oltre 20.000 venditori eBay nell'ultimo anno. Ma ogni intuizione dovrebbe essere supportata da dati solidi, che mostrano esattamente ciò che le persone stanno comprando, quale prezzo sono pronti a pagare in media e così via. La maggior parte crede che sia necessario pagare almeno cinque cifre ad una società di consulenza per tale ricerca. Ma non è più così. Le piattaforme di analisi dei dati possono fornirti tutte queste informazioni per una frazione del costo. Hai solo bisogno di imparare come interpretare quei dati. I consumatori sono in linea con le loro richieste e preferenze, ha dichiarato Vlad Dobrynin, CEO di Humans.net , una comunità sociale di terza generazione che applica l'intelligenza artificiale (AI) per rivoluzionare il modo in cui i lavoratori e le imprese si connettono. I marchi che riescono a catturare tali dati e ad applicarli allo sviluppo del prodotto e al modo in cui assumono il personale, riescono meglio a lungo termine. Strategia prezzi migliorata L'analisi dei big data consente di accedere a informazioni più dettagliate, consentendo di aumentare o diminuire i prezzi in base alla tolleranza del singolo cliente, proprio come fa Uber. Le iniziative di gestione dei prezzi supportate dai dati portano risultati significativi nella prospettiva a breve termine: aumento del 2% -7% dei margini aziendali e una crescita media del 200-350% del ROI nell'arco di 12 mesi secondo i dati di Deloitte. Gli strumenti di automazione possono anche consentire un migliore processo decisionale, ad esempio mostrando ai team di vendita come l'attualizzazione di una determinata linea di prodotti influirà sulla redditività o su come il segmento di clienti A risponderà ad uno sconto del 15%. L'analisi dei big data consente alle aziende di diventare più agili e rispondere istantaneamente ai cambiamenti del mercato - aumentare il prezzo delle pale durante le abbondanti nevicate. Gli scrittori di Jerry Useem affermano che i grandi player e-commerce hanno già avuto successo nel creare strategie di prezzo elaborate e derivate dalle interazioni di acquisto dei clienti registrate dalle loro piattaforme. Il motore software [di Amazon] è progettato per gestire la percezione del prezzo da parte dei consumatori. Il software identifica i beni i cui prezzi incombono maggiormente nella percezione dei consumatori e mantiene i loro prezzi attentamente in linea con i prezzi della concorrenza, se non inferiore. Il prezzo di tutto il resto è permesso di andare verso l'alto. Chiaramente, non tutti gli acquirenti sono entusiasti di tali tattiche. Pertanto, i marchi che devono ancora avventurarsi nell'ottimizzazione dei prezzi algoritmica dovrebbero bilanciare attentamente il loro desiderio di massimizzare i ricavi con la crescente domanda dei clienti di trasparenza e corrette pratiche di mercato. I big data possono portare sostanziali vantaggi competitivi. Ma per ottenere i maggiori benefici a lungo termine, i tuoi dati dovrebbero essere raccolti solo con i migliori programmi, costruiti attorno al valore che potrebbero portare per i tuoi clienti (oltre alla tua bottom line) e ottimizzati con un programma di gestione dei log che organizza è il modo più utile per rilevare e comprendere i problemi che insorgono nel software e nell'infrastruttura.
Uno dei fattori di successo (o insuccesso) per il tuo e-commerce da non sottovalutare è quello fiscale. Ecco le 5 domande che dovresti fare a te stesso prima di aprire un sito di e-commerce per essere in regola con la normativa fiscale. Se stai leggendo questo articolo sicuramente stai pensando di avviare un sito di e-commerce e vuoi conoscere tutti gli adempimenti fiscali. In questo post analizzeremo le procedure per avviare un sito di e-commerce ed essere in regola con la normativa fiscale. Naturalmente, questa guida non ha alcuna volontà di sostituirsi a una consulenza con il tuo commercialista. L'intento è puramente informativo, quindi ricorda sempre di chiedere delucidazioni al tuo professionista di fiducia. Le domande che mi arrivano sono moltissime e per questo ho deciso di rispondere alle 5 più frequenti, ma che delineano in maniera completa la normativa per l’avvio di un sito per la vendita in e-commerce. Perché fare o non fare un sito di e-commerce? Di siti e-commerce ce ne sono infiniti e di prodotti venduti ancora di più. La concorrenza è agguerrita, specialmente per i prodotti tecnologici per l’abbigliamento e per gli articoli a basso costo. In un mercato così agguerrito c’è ancora posto per altri e-commerce? Mettere su un sito di e-commerce non è semplice e soprattutto non garantisce in alcun modo un successo immediato. Guardando su internet si vedono molti siti che hanno avuto successo, ma immaginati anche quanti altri hanno chiuso perché non riuscivano a vendere. Pensa a quanti soldi può spendere Amazon per farsi pubblicità, pensa alle risorse che tu hai a disposizione e pensa a quale quota di mercato puoi aspirare. Il mercato in questo campo è dato dai motori di ricerca: essere nelle prime pagine è sicuramente un ottimo indizio che ti porterà alla vendita, ma come te, la pensano allo stesso modo anche molti altri negozi online. Conoscere la normativa fiscale per aprire un sito di e-commerce è l’ultimo degli aspetti che dovrai considerare, anche perché in questo avrai l’ausilio del tuo Commercialista di fiducia. L’aspetto che farà davvero la differenza se vorrai aprire un e-commerce di successo è come superare la concorrenza dei siti già esistenti, e per questo dovrai essere bravo a trasformare i visitatori in utenti del sito: insomma dovrai imparare a “convertire“ i lead. I motivi dell’insuccesso di un sito di e-commerce possono essere tanti, non solo legati ai bassi budget per le campagne di advertising, ma anche keyword di ricerca insufficienti e scarsi contenuti. In ogni caso, se anche tutti questi aspetti non ti spaventano e credi che la tua sia davvero un’idea vincente, eccoti le 5 domande che devi porti prima di avviare un sito di e-commerce per essere in regola con la normativa fiscale. È obbligatoria la partita Iva per poter vendere su internet? L’obbligo di apertura della partita Iva riguarda tutti i soggetti che intendono avviare un’attività di tipo commerciale, sia essa di e-commerce oppure di vendita tradizionale. La partita Iva deve essere aperta prima dell’avvio dell’attività. Per avviare un sito di Ecommerce non ci sono alternative, si deve operare come dei commercianti, e fatturare (FATTURARE!!) tutte le operazioni attive e passive derivanti dall’attività. Questo a prescindere dal volume dei ricavi. Sono sicuro che in molti penseranno che sia poco economico aprire una partita Iva per un’attività che almeno inizialmente è destinata a non raggiungere guadagni elevati. Ti ricordo che ogni sito internet che propone la vendita di beni o servizi è obbligato ad indicare il proprio numero di partita Iva, proprio per evidenziare al possibile cliente che trattasi di operatore professionale. In secondo luogo operare senza partita Iva ti espone a rischi non indifferenti in caso di controlli fiscali. Tutte le operazioni effettuate potranno esserti contestate, come mancata fatturazione, e potrebbe esserti richiesto il versamento dell’Iva e delle imposte dirette evase. Non è molto saggio rischiare, soprattutto se l’idea è buona e se si vogliono fare le cose per bene. Per questo è fondamentale affidarsi ad un professionista competente in ambito fiscale, e soprattutto nell’ambito dell’e-commerce. Quello che molti non conoscono sono i vantaggi che possono esserci utilizzando la partita Iva: ogni operatore economico, infatti, ha facoltà di detrarsi l’Iva sugli acquisti che effettua e di versare all’erario l’Iva sulle vendite che esegue. Questo meccanismo vi permetterà di poter detrarre l’Iva sugli acquisti, necessari ad avviare il tuo sito di e-commerce, e se nel primo anno le cose dovessero andare male (e non ci fossero vendite), da un punto di vista Iva avrai comunque un credito dato dall’Iva pagata sugli acquisti. Anche da un punto di vista del reddito in caso di esigui o nulli guadagni non ci saranno imposte da versare, ma addirittura, ci sarà una perdita fiscale che potrai andare ad utilizzare negli anni successivi, quando le cose si spera andranno meglio, per abbattere il reddito imponibile. Anche la partita Iva se correttamente utilizzata può portare vantaggi, ma per questo ti serve un bravo consulente. Quello che ti abbiamo appena spiegato è il meccanismo di funzionamento della partita Iva di un soggetto che non adotta regimi semplificati. A questo proposito voglio segnalarti anche che vi sono vantaggi per i soggetti che decido di aprire partita Iva per la realizzazione del loro sito di e-commerce avvalendosi del Regime forfettario. Si tratta di un regime contabile semplificato volto ad incentivare l’attivazione di nuove attività produttive proprio per la sua semplicità e per gli scarsi adempimenti e per l’esigua tassazione, a cui sono sottoposti i contribuenti. È obbligatoria l’iscrizione alla Camera di Commercio e all’Inps? L’iscrizione nel Registro delle Imprese istituito presso la Camera di Commercio di ogni provincia è obbligatoria, oltre che per le società anche per gli imprenditori individuali e gli imprenditori agricoli/coltivatori diretti. Sono obbligati a richiedere l’iscrizione nel Registro delle Imprese le persone fisiche che esercitano l’attività di Imprenditore commerciale individuale e che intendono avviare la gestione di un sito di e-commerce. L’iscrizione deve essere effettuata nello stesso momento dell’apertura della partita Iva, e successivamente permette l’avvio dell’attività. L’iscrizione in Camera di Commercio comporta il versamento di un contributo annuo parametrato alla natura del soggetto (impresa individuale, società di persone, di capitali, ecc). L’esercizio di un’attività commerciale in forma abituale fa sorgere l’obbligo contributivo nella Gestione previdenziale degli artigiani e dei commercianti, ma ad essa deve essere collegato l’esercizio dell’attività in via abituale e prevalente pertanto non sono iscrivibili i seguenti casi: Svolgimento di attività da lavoro dipendente a tempo pieno; Partecipazione alla realizzazione dello scopo sociale esclusivamente tramite conferimento di capitale; Altra attività prevalente con iscrizione alla relativa cassa/ente previdenziale; Iscrizione alla gestione previdenziale degli artigiani o commercianti per altra attività d’impresa. L’iscrizione alla gestione commercianti prevede il versamento di un contributo fisso obbligatorio annuo di circa 3600 euro da versarsi in quattro rate trimestrali, oltre al versamento di un saldo e di un acconto da versarsi sulle quote di reddito eccedenti i minimali di reddito. È possibile fare un business plan per il mio e-commerce? Il business plan è uno strumento aziendale che ha l’obiettivo di simulare il funzionamento reale dell’impresa, quando la tua business idea sarà effettivamente realizzata. Il business plan ha il vantaggio di simulare l’andamento aziendale facendo delle ipotesi al fine di prevedere l’andamento del business nei primi anni di vita. Per riuscire a fare questo il business plan deve riuscire a racchiudere al suo interno tutte le parti del business: dal marketing, alle strategie di differenziazione, dalle strategie di vendita, alla gestione della liquidità “cash flow“, agli investimenti futuri. Per essere veramente utile, ma soprattutto affinché il business plan sia effettivamente preso in considerazione da possibili potenziali finanziatori, quest'ultimo deve abbracciare ogni parte delle vostre strategie di business. Naturalmente, tutto questo non è affatto facile, e richiede un costante confronto con tutti i possibili interlocutori, clienti, fornitori, amici, familiari, oltre ad un fondamentale aiuto da parte di professionisti del settore. Quanto costa il commercialista per l'e-commerce? Il costo del professionista commercialista per aiutarti nella gestione fiscale del tuo e-commerce può variare a seconda di diversi parametri tra cui: ammontare degli acquisti e delle vendite; numero di documenti contabili da registrare; tipologia degli acquisti e vendite (acquisti Italia, acquisti intracomunitari, importazioni, esportazioni); numero di conti correnti, presenza di dipendenti, forma giuridica adottata, etc). Tuttavia questo è soltanto il minore dei costi di gestione che dovrai mettere in conto per avviare il sito di e-commerce. Hosting, dominio, marketing, pubblicità, consulenza, saranno le principali voci di costo che dovrai affrontare. Alcuni di questi costi, come il dominio e l’hosting sono costi fissi che si sostengono ogni anno, mentre il marketing, la pubblicità e la consulenza possono variare a seconda del budget che si ha a disposizione per l’attività. Comunque, l’aspetto più importante è la gestione delle vendite del tuo sito: per vendere i prodotti con magazzino ti serviranno grossi budget per acquistare e conservare la merce, mentre l’attività di dropshipping che ti consente di affidare il magazzino e la consegna dei prodotti a terzi, potrebbe garantirti guadagni irrisori e insufficienti a coprire i costi di gestione. Queste sono le principali problematiche e costi da tenere in considerazione quando si vuole avviare un sito per la vendita di beni in e-commerce. Bene, è tutto. Spero di aver fatto chiarezza su alcuni punti. Come vedi, la gestione tributaria di un e-commerce non è per nulla differente da quella di una comune attività commerciale.
Gestire il codice fiscale con Shopify, così come anche la partita IVA dei clienti, non è possibile. E questo aspetto lo rende potenzialmente inutile per gli eCommerce che hanno un vitale bisogno di questo dato per fatturare. Vitale è fra virgolette, perché in realtà il 99% delle volte è una questione di forma mentis e pigrizia mentale del merchant. Le soluzioni ci sono a livello fiscale, ma è molto più semplice riversare questa incombenza verso il cliente, piuttosto di prendersene carico. Molto male, ragazzi, molto male. Un merchant che non pensa ai suoi clienti ma al suo commercialista è un merchant cattivo. Per (s)fortuna esiste una soluzione (raffazzonata) per aggirare il sistema di Shopify registrando la partita IVA e il codice fiscale dei clienti. 1 - Sostituire il campo Address2 con la dicitura P.Iva/C.Fisc Il codice fiscale o la partita IVA altro non è che un semplice campo di testo, ma, per come funziona Shopify, la voce non viene inclusa di base nel processo di checkout. Una possibile soluzione (seppur molto arrangiata) è di agire sulla traduzione della scheda “Checkout & system” modificando la voce “Indirizzo 2” in “Partita IVA / Codice Fiscale”. 1- Clicca su Online Store 2- Clicca sul pulsante Actions vicino a Customize, e dal menù a tendina scegli Edit languages 3- Nel pannello Languages, cerca Address2 e Optional Address2 4- Modifica la traduzione con C.Fisc/ P.Iva e SDI Code Così facendo si ottiene la partita IVA e il codice fiscale del cliente che è consultabile nel pannello Clienti di Shopify. 2- Scantàrse fòra (svegliarsi in Veneto) Se sei propenso per la prima opzione, sappi che è una soluzione un po' ad cazzum e i clienti esteri di sicuro non capiranno perché per acquistare nel tuo store devono dare il loro Codice Fiscale. Purtroppo sono SOLO gli italiani in tutta Europa che si ostinano a chiederci che venga inserito nel processo di checkout. Il tuo cliente acquista in mobilità, sulla metro, mentre sta parcheggiando. Deve essere spedito al carrello e fatto convertire immediatamente e senza perdere tempo. Non è un commercialista. Non ha il Codice Fiscale sempre con sé (soprattutto se è un millennial). Ovviare a questo problema si può, a livello fiscale. Dovresti parlare con il tuo commercialista e chiedergli se puoi tenere un registro dei corrispettivi. Così facendo sei esente dall'obbligo di emettere fattura anche se vendi solo un portachiavi. Se sei un'azienda che vende online, ti consigliamo prima di informarti sulle normative vigenti e trovare la strada migliore per il tuo cliente, prima che per la tua dichiarazione dei redditi. Non è il tuo commercialista che ti paga le bollette. Sono le persone che acquistano nel tuo negozio.
Quando apri le porte del tuo negozio, speri sempre che sia un successo assoluto. Di solito questa sensazione dura circa un giorno, poi la realtà bussa alla porta. Ti rendi conto che ci vorrà più tempo del previsto e che avrai bisogno di alcune solide strategie pubblicitarie. Anche con prodotti unici, un grande design e una strategia SEO perfetta, ci vuole del tempo per far funzionare il tuo negozio. E una delle cose che più difficili da sopportare è il fatto che devi prendere in mano il marketing. Un lavoro duro, faticoso e a volte sconfortante, ma necessario per ottenere i risultati sperati. SEO, social media e email marketing devono funzionare tutti per ottenere traffico nel tuo negozio. E tutti hanno bisogno di tempo per crescere. La pubblicità è una delle tue uniche opzioni per fare progressi più velocemente quando sei appena agli inizi. Perché le strategie di marketing ti aiutano a fare progressi più velocemente Il motivo per cui la maggior parte degli imprenditori vuole vedere i progressi in fretta è semplicemente perché sono impazienti. Il lancio di un negozio online richiede molta preparazione, progettazione e sudore. E quando finalmente è vivo, vuoi vedere i risultati ADESSO! Comprensibile: quando hai qualcosa che sta lavorando, vuoi che questa cosa funzioni! La pubblicità accelera le cose in tre modi. Ti permette di: 1. Stirare le rughe, e uccidere i bug Non importa quanto hai speso per testare il tuo sito web. Alcuni errori compaiono solo quando hai veri visitatori sul tuo sito. Collegamenti interrotti, istruzioni non chiare, informazioni sul prodotto mancanti, ecc. Con strumenti come Optimizely puoi creare mappe di calore e registrazioni che ti mostreranno cosa sta succedendo, permettendoti di cogliere errori evidenti o cose che puoi ulteriormente migliorare. Dai un'occhiata a questa heatmap di un e-commerce. Tutti i visitatori sembrano fare clic sulle immagini del prodotto. Come useresti queste informazioni per migliorare la tua pagina di prodotto? Se hai un'unica immagine di prodotto di bassa qualità, dovresti aggiungerne altre. Oppure, invece di scrivere tutti i possibili casi in cui il prodotto può essere usato, forse potresti aggiungere più immagini dove vengono mostrati alcuni di questi casi. Altri due ottimi strumenti sono i sondaggi veloci o le chat live. Ti consentono di ottenere informazioni aggiuntive sui tuoi visitatori, scoprire cosa manca nella pagina o scoprire perché gli utenti non stanno acquistando. 2. Imparare dai numeri Prima di iniziare a pensare al tuo e-commerce, dovresti fare un calcolo approssimativo del numero di vendite necessarie. Di quanti visitatori avresti bisogno per fare una vendita? Quanto pagheresti per ogni clic? Cosa dovrebbe valere un ordine medio? Questa operazione si chiama calcolo del R.O.I. (Return of Investment) La pubblicità online ti consente di lavorare su questi numeri con grande chiarezza (cosa che non potresti fare con la pubblicità su un quotidiano cartaceo). Con i visitatori (e le vendite) che stanno arrivando, sarai in grado di adattare il tuo piano a dei numeri reali, non quelli che hai pianificato in precedenza. Questo ti potrà far riflettere e ritarare la tua strategia, ma ti aiuterà anche a prendere decisioni più intelligenti. 3. Vendere Non c'è niente come vendere per motivarti. Anche se i numeri non hanno ancora senso, generare vendite ti farà sentire bene e ti dimostrerà che c'è un potenziale. Quindi, se ritieni che la pubblicità abbia un senso per il tuo negozio, diamo un'occhiata a dove iniziare a vedere i risultati massimi, riducendo al minimo le perdite. La tua digital ADS strategy C'è una buona possibilità che ti senti già sopraffatto da tutto ciò che dovresti fare per il tuo negozio. E più penserai alle strategie pubblicitarie, più lunga ti sembrerà la lista. Ma troppi nuovi e-merchant saltano alla cieca sulla prima opportunità pubblicitaria che gli si presenta di fronte. E senza un solido piano, spesso finiscono per non andare da nessuna parte. Questo perché stai letteralmente in competizione con aziende che hanno giocato a questo gioco per anni. Hanno speso migliaia di dollari e potrebbero avere team dedicati a mettere a punto strategie di advertising online che sicuramente saranno migliori delle tue. Per competere efficacemente in questo spazio e abbreviare il processo, ti suggerirei di iniziare con delle strategie che hanno una minore probabilità di fallire. E nel tempo, man mano che diventi più intelligente con i numeri e acquisisci maggiore familiarità con il funzionamento delle diverse piattaforme, potrai passare ai livelli successivi. Livello 0: Monitoraggio Se si paga per il traffico, è fondamentale sapere che cosa questo genera. Google Analytics è lo strumento perfetto per questo. Sei in grado di vedere esattamente da dove provengono i visitatori e cosa fanno sul tuo sito. Ma un po 'di traffico, come da Facebook Ads, non viene tracciato automaticamente. Vedrai spesso queste visite come referral o traffico diretto, il che rende difficile sapere esattamente da dove provengono. Per evitare questo, devi aggiungere ulteriori parametri alla fine dei collegamenti. In questo modo sarai in grado di identificare esattamente da dove proviene ciascun visitatore. Puoi utilizzare questa tecnica per monitorare i visitatori che arrivano tramite link da altri luoghi come email o social media. Livello 1: Retargeting La parte più difficile del marketing è fare in modo che alle persone gliene importi qualcosa di te, del tuo negozio e del tuo prodotto. Quindi se inizi con persone che hanno già visitato il tuo sito, i risultati saranno migliori. I tassi di conversione saranno più alti, il che significa un costo per conversione più basso rispetto a quelli che non ti hanno mai sentito nominare. Questo è chiamato retargeting e puoi farlo sia tramite Facebook Ads o Google Adwords. Funzionano in modo abbastanza simile. La differenza principale è dove verranno visualizzati i tuoi annunci. Su Facebook le persone vedranno i tuoi annunci apparire sul loro feed di notizie mentre Google utilizza la sua rete di siti Web di terze parti per mostrare gli annunci. Quale funziona meglio per il tuo negozio dipende dai tuoi clienti, dai tuoi annunci e dal tipo di prodotto che stai vendendo. Ma vale la pena dare una possibilità e confrontare la performance. Iniziamo con Facebook e poi, in seguito, Google. Retargeting con le pubblicità di Facebook Esempio di un annuncio di retargeting di Facebook Diamo un'occhiata a come è possibile impostare qualcosa come questo annuncio per il tuo negozio. 1. Installa il pixel di Facebook Innanzitutto, devi installare il pixel di Facebook. Il pixel è un codice che hai inserito su tutte le pagine del tuo negozio. Permette a Facebook di identificare quale visitatore ha visitato quali pagine del tuo sito. L'implementazione effettiva dipenderà dalla tua piattaforma di e-commerce . Alcuni, come Shopify (leggi cos'è Shopify), hanno l'integrazione automatica, mentre con altri dovrai apportare modifiche ai tuoi modelli e modificare un po' di codice. 2. Crea il pubblico Grazie al pixel, Facebook registrerà tutti i visitatori del tuo sito. Dopodiché, devi impostare il pubblico. Questi sono gruppi di persone che hanno fatto cose simili sul tuo sito, ad esempio: Hanno visto lo stesso prodotto più volte Hanno visitato la stessa categoria di prodotti Hanno letto un articolo o più sul tuo blog Hanno cliccato su CTA o visitato una landing page di prodotto Quando inizi, probabilmente terrai un pubblico piuttosto ampio. Ma con l'aumento dei visitatori, ti consiglio di creare segmenti di pubblico più specifici in modo da darti risultati migliori. 3. Crea gli annunci Ora che hai deciso chi vuoi indirizzare, devi trovare una buona pubblicità. Ricorda che le persone su Facebook non sono lì ad aspettare di fare clic sugli annunci. Sono impegnati a fare cose diverse, tipo darsi il buongiorno e postare meme e foto di gattyny. Quindi devi attirare la loro attenzione. Prima di andare alla ricerca di immagini accattivanti, decidi la tua offerta. Le persone a cui mostrerai questo annuncio sono già al corrente del tuo negozio. Quindi quale messaggio li farà tornare? Magari uno sconto, una promozione speciale, i tuoi bestseller o un messaggio generale sul tuo negozio. Se non hai paura di una sfida tecnica, puoi caricare le informazioni sui tuoi prodotti su Facebook utilizzando i cataloghi dei prodotti. In questo modo puoi mostrare i prodotti reali che le persone visitavano sul tuo sito web. Ciò che funziona meglio dipenderà dai tuoi clienti e dal tuo negozio. Avrai bisogno di provare molte varianti diverse prima di arrivare a quello che ti dà i migliori risultati. Remarketing di Google Diamo un'occhiata a come impostare il remarketing di Google Ads per il tuo sito e-commerce 1. Installa il codice di remarketing Per mostrare i tuoi annunci, Google deve sapere chi ha visitato il tuo sito. Come con il pixel di Facebook, non è difficile da fare. Hai due opzioni: se utilizzi Google Analytics, devi solo apportare piccole modifiche al codice o utilizzare il codice di remarketing speciale di AdWords. Personalmente preferisco il primo perché ti consente di scegliere i diversi tipi di pubblico a cui mostrerai i tuoi annunci. 2. Crea segmenti di pubblico per il remarketing Ancora una volta è necessario definire il pubblico, ovvero i gruppi di visitatori. A differenza di Facebook, hai anche l'opzione qui per approfondire ciò che questi visitatori hanno fatto sul tuo sito web. Ad esempio, puoi creare un gruppo di visitatori che hanno trascorso una certa quantità di tempo sul tuo sito o includere solo persone che hanno visitato almeno 6 pagine durante la loro visita. La creazione di questi segmenti di pubblico ti consente poi di targetizzare la più alta qualità possibile di visitatori, ovvero quella che è più probabile tornino ad acquistare sul sito. 3. Crea annunci Ora devi creare i tuoi annunci di remarketing. Google Remarketing utilizza la rete Display, che è un'enorme rete di siti affiliati. A differenza di Facebook, AdWords consente di inviare annunci in diverse dimensioni. Per ottenere la massima copertura, è necessario fornire un paio di formati diversi. A meno che tu non abbia un designer per lo staff e del il tempo libero a disposizione, di solito è più efficace utilizzare il generatore di annunci di Google. Ciò consente di creare annunci più veloci ed economici in tutti i diversi formati. Più importante per le tue strategie pubblicitarie è quello che stai per mettere su questi banner: un'offerta, prodotti specifici o un semplice promemoria per visitare il tuo negozio. Se hai impostato i tuoi feed di prodotto, puoi creare campagne di remarketing dinamiche . Questi mostreranno i prodotti reali che i visitatori stavano guardando. Ciò aumenta la pertinenza e spesso porta a risultati migliori. Livello 2: Google Shopping Gli annunci di Google Shopping vengono visualizzati nei risultati di ricerca. Ma invece di annunci di testo regolari, si tratta di annunci di prodotto che contengono l'immagine del prodotto, il prezzo e una breve descrizione. Se un visitatore cerca un prodotto specifico, ci sono maggiori probabilità che finiscano per comprare. (Logica 101) Potrebbero ovviamente non comprare quel prodotto esatto o potrebbero non comprarlo da te. Ma le tue possibilità di fare una vendita sono molto più alte rispetto a quando mostri un annuncio su Facebook a qualcuno che non ha mai sentito parlare di te o del tuo negozio. Il motivo per cui ti sto suggerendo le campagne di Google Shopping è che sono diventate sempre più importanti negli ultimi due anni. Google dà loro più spazio nei suoi risultati di ricerca. E per te come inserzionista sono abbastanza facili da gestire una volta che attivati e funzionanti. Se fornisci a Google un file con tutte le informazioni sui tuoi prodotti, Google Adwords eseguirà la maggior parte del lavoro pesante per creare gli annunci e associarli alle query di ricerca corrette. Tuttavia, impostare campagne Google Shopping può essere piuttosto impegnativo. Diamo un'occhiata alle due parti principali di cui hai bisogno: creare un feed di prodotto senza errori e utilizzarlo per impostare una campagna effettiva. Crea un feed di prodotto che non faccia schifo Per creare gli annunci Shopping, Google Adwords ha bisogno di un feed prodotto. Questo è un file con tutte le informazioni sui tuoi prodotti: cose come marchi, descrizioni, immagini, dimensioni e prezzi. Quanto è difficile creare quel file dipende dalla tua piattaforma di e -commerce e dalla qualità dei dati nel tuo sistema. Ad esempio, creare un ottimo feed di dati da un Woocommerce è come tentare di colpire uno stormo di passeri in volo utilizzando un elastico e una pallina di carta bagnata. È probabile che troverai app, plug-in o strumenti che possono aiutarti a semplificare l'esportazione delle informazioni sui tuoi prodotti in un formato comprensibile a Google. Ma anche no. Se invece hai fatto la scelta saggia di affidarti ad una piattaforma come Shopify, vai sul sicuro. Shopify è infatti nativamente integrato per trasmettere il tuo feed di prodotti a Google, direttamente dallo store. Dovrai quindi caricare quel file su Google Merchant Center, uno strumento gratuito di Google in cui elabora tutti gli articoli nel tuo feed di prodotto e verifica se corrisponde ai suoi requisiti. Interfaccia di Google Merchant Center La maggior parte delle persone riuscirà a ottenere un feed prodotto dal proprio negozio e a caricarlo su Google Merchant Center. Tieni presente che se utilizzi un'app o Shopify, il tuo feed prodotto potrebbe essere trasferito automaticamente in Google Merchant Center. Dopo l'elaborazione, è il momento in cui iniziano i problemi. Google Merchant Center ti dirà cosa c'è di sbagliato in tutte le informazioni che hai appena fornito. Alcuni campi potrebbero mancare, le informazioni potrebbero essere errate o semplicemente nel formato errato. Questo non succede se usi Shopify, ma se hai avuto la sfortuna di credere a qualcuno che ti ha proposto Un Semplicissimo Woocommerce preparati a lanciare saracche come se piovesse. Oltre agli strumenti che ti aiuteranno nella creazione del tuo feed di prodotto, ci sono anche piattaforme che ti aiuteranno a gestire tutti i tuoi diversi feed di prodotto. Ciò può accadere se stai utilizzando altri servizi oltre a Google Shopping come Bing, Nextag, Pricegrabber o Amazon. Crea campagne Google Shopping Se il tuo feed prodotto è privo di errori critici, i tuoi articoli saranno subito approvati da Google Merchant Center. In questo caso sarai in grado di utilizzare questo feed in Google Adwords per impostare le tue campagne. Questo è piuttosto semplice. Quando si avvia una nuova campagna, si seleziona il feed che si desidera utilizzare per le proprie campagne, si seleziona un budget giornaliero e un importo che si desidera pagare per ciascun clic. La tua campagna è pronta! Di default, tutti i tuoi prodotti si troveranno in un unico grande gruppo di prodotti, tutti con la stessa offerta. Questo potrebbe essere un buon inizio, ma alcuni prodotti ti saranno più preziosi di altri. Il loro prezzo sarà più alto, i loro margini potrebbero essere più alti, o potrebbe essere un prodotto che solo tu vendi. Quando i primi clic e altri dati iniziano a circolare, puoi ottimizzare ulteriormente le tue campagne Shopping . Questo significa tre cose: Spulcia il Rapporto sui termini di ricerca per cercare ricerche non pertinenti e aggiungerle alle parole chiave a corrispondenza inversa. Migliora la struttura del tuo account: assicurati che i prodotti che vendono bene ottengano il maggior numero di clic. Migliora la qualità delle informazioni nel tuo feed di prodotto. Fornire informazioni migliori ridurrà il prezzo pagato per ogni clic. Suggerimento per professionisti: se ti piacciono i risultati che ricevi da Google Shopping, puoi facilmente importare le tue campagne in Bing. Le loro annunci di prodotto funzionano quasi identici. Bene, abbiamo finito. Nel prossimo post tratterò i livelli AVANZATI per pubblicizzare al meglio il tuo e-commerce. Nel caso aveste qualsiasi domanda potete lasciare un commento qui sotto!
Avviare un'attività di e-commerce può essere veloce, relativamente facile e non molto costosa. Di certo, meno di costruire un capannone e riempirlo di pressopieghe e operai che pressopiegano tutto il giorno. Ma con qualcosa come un tasso di fallimento dell'80%, la creazione di un business online di successo è più difficile di quanto alcuni sventurati immaginino. Sebbene ogni nuova attività sia unica, vi sono dei problemi comuni a tutti gli e-commerce che ne possono compromettere il successo. Comprendere questi imprevisti dovrebbe aiutarti a evitarli, a migliorare le performance e ad avviare un e-commerce . 1. Nessun investimento reale È possibile aprire un negozio online per poche centinaia di euro. Ma questo non significa in alcun modo che poche centinaia di euro siano tutto ciò che dovrai investire. Come ogni nuovo business, un negozio online alle prime armi potrebbe richiedere diverse infusioni di capitale e una notevole quantità di lavoro. Quelli che possiedono già un capannone commerciale (= negozio fisico) sono di solito i peggiori. Se hai già un negozio fisico e stai aggiungendo un negozio online, dovresti pensare a questa nuova attività di e-commerce come all'apertura di un altro punto vendita. Avrai bisogno di un investimento simile in tempo e almeno una parte in denaro sonante. Anche i negozianti relativamente piccoli di solito investono felicemente € 20.000 o 50.000 € in un capanònselo, ma quando gli si proporrà di spendere $ 5.000 per uno store online che potrebbe effettivamente avere un maggiore potenziale di vendita storceranno dignitosamente il naso e preferiranno assumere una social media manager ventenne con 50.000 follower su instagram Per portare gente in bottega. 2. Nessun flusso di cassa Al livello più elementare, il flusso di cassa è il movimento di denaro in entrata e in uscita da un'attività ( Commercialista 101 ). Le nuove aziende e-commerce possono mettersi nei guai quando non hanno abbastanza denaro per continuare a operare. Un esempio di questo è quando un imprenditore investe tutti i suoi soldi in inventario (= più magazzino) e non ci sono soldi per il marketing - quindi le vendite non aumentano e il business è stagnante. Per riassumere: No schei (dinero, money, verdoni) > No marketing > No crescita > No business > No schei Per evitare problemi di flusso di cassa, bisognerebbe distribuire le spese, in modo che tutte le fatture arrivino in una sola volta. Cerca l'opportunità di pagare per l'inventario in termini di 30, 60 o 90 giorni. Non investire troppo in pubblicità o potenziali guru di ottimizzazione dei motori di ricerca. Inoltre, spendi o reinvesti in ADV in base alle entrate effettive, non alle vendite previste. 3. Gestione scorte insufficiente A seconda del modello di business, la gestione dell'inventario può essere uno dei problemi più significativi che dovranno affrontare i nuovi e-commerce. Se acquisti troppo potresti paralizzare il flusso di cassa. Compra troppo poco spazio pubblicitario e potresti perdere le vendite o i clienti. Inoltre, ordinare prodotti spesso non è così semplice come si potrebbe pensare. I fornitori possono avere tempi di consegna nettamente diversi, il che significa che un fornitore potrebbe impiegare un giorno per evadere un nuovo ordine, mentre un altro fornitore potrebbe impiegare alcune settimane. Dovresti pianificare le cose in modo che sia possibile effettuare riordini in momenti diversi e gestire diversi livelli di inventario. Anche i costi di trasporto possono essere significativi. Tienili d'occhio, e, sopratutto, tratta con il tuo spedizioniere per avere delle condizioni favorevoli nei paesi dove spedisci di più. 4. Troppa concorrenza Internet è una terra di opportunità anche per le più piccole imprese. Ma quasi nessuna startup online può sopravvivere di fronte a una concorrenza significativa e consolidata. Questo è più spesso un problema quando i nuovi negozi di e-commerce cercano di vendere gli stessi prodotti offerti da rivenditori molto più grandi. Amazon può essere una seria concorrenza per le nuove attività di e-commerce. Ad esempio, potrebbe essere molto difficile per un nuovo negozio di e-commerce provare a vendere Xbox di Microsoft, che è già disponibile presso centinaia di rivenditori online, tra cui Walmart, Amazon, Best Buy, GameSpot, Newegg, Toys R Us e molti altri. In poche parole, sarà difficile - o almeno relativamente più difficile - vendere prodotti da mercato di massa piuttosto che vendere prodotti di nicchia o unici. Il consiglio finale che ti dò è: Trova la tua nicchia. 5. Un sito web orrendo Anche il miglior piano aziendale non può superare un brutto sito web. Un sito di e-commerce moderno deve essere sicuro, funzionale, avere un'ottima ricerca, adattarsi ai dispositivi mobili e caricare molto rapidamente. Qualunque cosa in meno è inaccettabile. Inoltre, ci sono molte eccellenti piattaforme di e-commerce da cui scegliere. Personalmente, io consiglio sempre a chi apre un negozio online di provare Shopify 14 giorni gratuitamente. Lo potete fare dal link qui sotto. Shopify è una piattaforma di e-commerce sicura, funzionale e affidabile che ti permette da subito di aprire il tuo negozio e-commerce. 6. Fotografie scadenti dei prodotti I tuoi clienti online non possono ispezionare fisicamente i prodotti che vendi, quindi avranno bisogno di una forte rappresentazione visiva di tali prodotti per aiutarli a comprenderli, e quindi a volerli comprare. Pertanto, la scarsa fotografia del prodotto è uno dei peccati capitali nella vendita al dettaglio online. Prende come spunto i venditori online di successo come standard per le proprie immagini del prodotto. Se la fotografia del prodotto che stai utilizzando non è chiara, mirata e pulita come quella che potresti trovare su siti come Zappos , LLBean , Suitsupply e Best Made, queste foto probabilmente non sono abbastanza buone. Quindi, trova un buon fotografo di prodotto. Non fare in casa. Non usare il cellulare. Non metterti a cancellare gli sfondi con la gommina di Photoshop. Le foto sono LA cosa più importante del tuo negozio, allo stesso livello della ditta di pulizie che viene la sera a sistemare. ASSICURATI DI AVERE IL MEGLIO . Una vendita persa per una brutta foto costa molto di più della foto stessa. 7. Nessun traffico sul sito web Poche cose possono uccidere un commercio al dettaglio o all'ingrosso. La prima di queste è ovviamente l'assenza di clienti. Nel mondo e-commerce, il traffico del sito Web È il flusso di clienti che entra nel tuo negozio. Se vuoi fare vendite, hai bisogno di traffico. Un modo veloce per ottenere traffico è con la pubblicità pay-per-click. Può essere costosa, quindi assicurati di averlo capito prima di investire molto. Nel caso volessi approfondire l'argomento, abbiamo preparato un ebook Introduzione alla lead generation che parla proprio delle metodologie di inbound per portare traffico all'interno del tuo sito. 8. Zero pazienza Un business di e-commerce richiede tempo per crescere. Troppo spesso i nuovi imprenditori immaginano di guadagnare immediatamente profitti. In genere non è così. Un e-commerce aperto oggi ha bisogno di investimenti costanti almeno per sei mesi prima di cominciare a macinare. Conclusione Spero di averti dato delle buone dritte prima che tu decida di imbarcarti nel periglioso ed entusiasmante mondo dell'online retail. Tieni presente che ogni store ha comunque la sua storia e il suo percorso. Le strategie cambiano da persona a persona, da prodotto a prodotto e perfino da cliente a cliente. Nel caso ti interessasse fare quattro chiacchere per parlare del tuo shop online (se vuoi aprirne uno o se ne hai già uno e vuoi un'opinione) puoi contattarmi cliccando sul link qui sotto oppure lasciando un commento!