Tutti i siti online, indipendentemente dalle loro dimensioni e dai loro obiettivi, devono avere un respiro internazionale e quindi essere fruibili per utenti da tutto il mondo. Sono molti i casi di siti che, nati come progetti locali, hanno iniziato a ricevere richieste dall’estero e che quindi si sono dovuti adattare, traducendo i contenuti anche in lingue straniere. Ecco perché le traduzioni per ecommerce ricoprono, in un mondo online così globale e internazionale, un ruolo di primo piano. I marketer possono trovarsi di fronte a due problematiche: tradurre un sito già esistente, oppure lanciare un sito ex novo che però deve avere i contenuti in italiano ma anche in altre lingue straniere. Il problema è stato brillantemente risolto con Shopify Translate & Adapt, una soluzione nativa per la gestione delle traduzioni e del multilingua. Questo strumento consente di realizzare un progetto ecommerce dal respiro internazionale ed era richiesto da tempo dai partner e dai merchant che usavano Shopify per semplificare la gestione di più lingue nel proprio store online. Traduzione per ecommerce: perché è importante tradurre siti multi-lingue? Prima di approfondire il discorso su Shopify Translate & Adapt e sul suo funzionamento, è opportuno capire qual è l’importanza della traduzione nell’ecommerce. Nel processo di internazionalizzazione dell'ecommerce devi fare attenzione a due aspetti fondamentali: la traduzione e la localizzazione. Gli utenti del web chiaramente preferiscono acquistare su un sito dove sia presente la loro lingua madre. Se quindi traduci il tuo sito web nella lingua locale del tuo potenziale pubblico sicuramente garantirai una comunicazione più efficace. Tradurre però non è sufficiente, ma devi anche localizzare i contenuti. In pratica devi tener conto delle sfumature linguistiche, dei detti e dei proverbi intraducibili in altre lingue, del lessico e della semantica dell’area geografica dove intendi espandere il tuo business. Realizzare siti per vendere all’estero ti consente di ottenere i seguenti vantaggi: Aumento delle vendite. Comunicare col tuo target di pubblico nella sua lingua madre ti permette di raggiungere un numero maggiore di utenti e, potenzialmente, di aumentare quindi le vendite; Una migliore customer experience. Il mercato oggi è sempre più saturo e l’esperienza clienti è uno dei fattori che può far pendere l’ago della bilancia a favore di questo o quel sito. In sostanza gli utenti non vogliono solo acquistare, ma vivere uno shopping online altamente gratificante e costruito su misura per loro. Una migliore esperienza d’acquisto fidelizza anche i clienti, che vedono le loro necessità e i loro bisogni soddisfatti da quello specifico brand; Una marcia in più rispetto alla concorrenza. Anche se il tuo sito nasce come attività locale o per vendere esclusivamente in Italia, non devi mai porti limiti. Il tuo mercato potrebbe diventare così saturo da essere schiacciato dalla concorrenza e, in questi casi, la cosa migliore è cercare altri mercati oltre confine. E poi mai porsi limiti: anche se vendi prodotti nell’area locale, non è da escludere che clienti stranieri possano essere interessati alla tua attività. Creare un sito multilingue ti consente quindi di avere un vantaggio competitivo sulla concorrenza, offrendo un servizio extra, e anticipare possibili strategie future gettando le basi per un mercato globale; Consolidamento del brand. Un sito che si presenta tradotto in diverse lingue vede notevolmente rafforzare il suo brand a livello internazionale. Agli occhi dei partner e dei clienti il tuo e-commerce acquisisce ancora più pregio e valore, creando un positivo ritorno d’immagine. Infine un’ultima considerazione: l’inglese è generalmente la lingua più gettonata, essendo quella generalmente usata a livello internazionale, ma non è la più parlata in assoluto. Quando decidi di tradurre il tuo e-commerce al momento della scelta delle lingue tieni sempre presente a quale area geografica ti rivolgi. Cosa bisogna tradurre nel sito ecommerce? Un sito deve essere tradotto in tutte le sue parti, ma ce ne sono alcune che meritano un’attenzione particolare. Analizziamo di seguito quali sono i punti di un e-commerce che vanno tradotti con estrema scrupolosità e precisione per evitare errori e garantire ai clienti un’esperienza d’acquisto impeccabile. Titolo e descrizione del prodotto Il titolo di un prodotto deve essere tradotto in modo molto minuzioso e deve corrispondere alle ricerche che i clienti effettuano nei motori di ricerca, soprattutto se ci sono attribuiti più specifici. Lo stesso discorso vale per la descrizione del prodotto, che deve essere chiara e tradotta in modo preciso nella lingua nativa dei tuoi clienti. Questo è importante anche in chiave SEO, affinché il tuo sito possa indicizzarsi perfettamente e raggiungere le prime posizioni della SERP. Le FAQ Le pagine FAQ (Frequently Asked Questions) sono i quesiti che maggiormente i clienti pongono e, se predisponi un apposito box con domande e risposte, puoi risolvere tutti i dubbi degli utenti. Se non prepari un’area FAQ accurata e completa, o se la traduzione è sgangherata e non fornisce risposte adeguate, i tuoi clienti chiuderanno il sito e andranno a cercare altrove ciò di cui hanno bisogno. In questo modo regali clienti alla concorrenza e vedi alzarsi pericolosamente il tasso di rimbalzo, cosa che non deporrebbe certo a tuo favore e che sarebbe mal visto dai motori di ricerca. Plugin di terze parti I plugin sono alleati preziosissimi che rendono molto più fruibile un e-commerce. Tuttavia anche i plugin vanno tradotti in modo accurato per offrire una navigazione gradevole e scorrevole. Non sarebbe molto professionale presentare plugin in lingua originale e il resto del sito in un’altra lingua. Il processo di pagamento Un’altra parte importantissima da tradurre con grande attenzione è quella relativa al processo di pagamento che deve essere comprensibile in ogni punto. Il checkout è una fase importantissima per il tuo business, poiché è il momento in cui l’utente deposita i soldi per completare l’acquisto diventando di fatto cliente. (A testimonianza di questo gli utenti Shopify Plus hanno un checkout totalmente customizzabile) Ebbene buona parte dei carrelli vengono abbandonati proprio nella fase di checkout, magari perché ci sono errori nei processi di pagamento, come appunto le traduzioni che possono presentare incoerenze o aspetti poco chiari. Sarebbe davvero un peccato perdere un cliente all’ultimo miglio per una parola tradotta male o poco comprensibile. Poni quindi la massima attenzione alla traduzione delle varie parti del processo di pagamento per rassicurare i tuoi clienti e convincerli ad acquistare in un ambiente sicuro e affidabile. Shopify per vendere all’estero: quali sono le principali funzionalità dell’app? Eccoci arrivati a Shopify Translate & Adapt, lo strumento ideale per tradurre il proprio e-commerce in varie lingue. Da tempo Shopify sta studiando soluzioni per aiutare i suoi partner a vendere all’estero e per questo motivo ha rilasciato nel 2019 un’estensione API per gestire le traduzioni e favorire la navigazione in multilingua su un unico store Shopify. Benché questa soluzione abbia notevolmente migliorato la gestione dei siti multi-lingue, restava il problema di dover usare un plugin di terze parti per registrare le traduzioni, costringendo gli utenti a pagare un abbonamento aggiuntivo nel proprio piano Shopify. Il problema è stato risolto con l’app Translate & Adapt, perfettamente integrato con Shopify Markets e che consente di creare siti con traduzioni personalizzate in base al proprio business e all’area geografica. Di seguito ecco le principali funzionalità offerte dall’app: presenza di un editor intuitivo e facile da usare per le traduzioni manuali che affianca contemporaneamente il testo originale e la traduzione; possibilità di tradurre automaticamente e gratuitamente fino a due lingue sfruttando Google Translate; l’app consente di gestire le traduzioni per lingua, ma anche per i mercati registrati su Shopify Markets. In questo modo la traduzione risulta molto più lineare e precisa per chiarire ogni possibile dubbio degli utenti. Ogni lingua ha le sue sfumature ma, al di là della questione linguistica, bisogna tenere conto che alcuni aspetti possono variare da regione a regione, come ad esempio i metodi di spedizione; l’app è integrata perfettamente con il pannello di Shopify, quindi è possibile accedere direttamente alla parte da tradurre in modo semplice e con pochissimi clic; l’app presenta una funzione in grado di tradurre anche contenuti multimediali, come foto e video. Questa soluzione è utile per chi usa media con elementi di testo durante la comunicazione, come le infografiche, ma anche per rendere più briosa e alternativa la presentazione del sito che può adattarsi così ai vari mercati. Conclusioni Shopify Translate & Adapt è un prodotto ancora giovane, che sicuramente dovrà essere perfezionato e che sarà implementato per offrire altre funzionalità. In ogni caso al momento resta uno degli strumenti migliori per tradurre il proprio sito e provare così a solcare i confini nazionali e conquistare nuove fette di mercato anche all’estero. Ci sarebbe da affrontare anche il discorso del costo della traduzione del sito per ecommerce, ma ci sarebbero troppi aspetti da valutare. Il costo varia da diversi fattori, come le dimensioni del sito e gli elementi da tradurre, ma in ogni caso è accessibile per tutte le tasche e per una valutazione puntuale sarebbe sempre bene contattare degli Shopify Expert. Tieni presente che, sia per le traduzioni per ecommerce che per qualsiasi altro dubbio, puoi sempre rivolgerti agli esperti Shopify pronti a darti il loro supporto. Per saperne di più puoi tranquillamente scaricare la risorsa gratuita a fine articolo che ti spiega nel dettaglio come funziona Shopify, la piattaforma e-commerce per eccellenza.
Un mondo in bianco e nero sarebbe un mondo anonimo e lo stesso concetto si può applicare all’e-commerce. Un sito in bianco e nero non sarebbe in grado di offrire le stesse emozioni di un sito a colori che, però, vanno scelti con grande oculatezza. Per realizzare un progetto ecommerce vincente devi quindi riservare un occhio di riguardo all’estetica e ai colori, che possono essere scelti in base ai colori del brand per garantire una piacevole continuità grafica e stilistica, in base al business di riferimento o alle emozioni che si vogliono solleticare. I colori usati dai vari brand non sono affatto casuali, ma scelti con criterio. Analizziamo quindi più in profondità il significato dei colori, che tipo di sensazione risvegliano nel cervello e come abbinarli nel modo più indicato. Psicologia del colore nell'ecommerce Ultimamente sta spopolando il neuromarketing, cioè l’applicazione delle conoscenze e delle pratiche neuroscientifiche al marketing, che comprende anche la psicologia del colore. Le menti degli utenti sono infatti programmate per rispondere agli impulsi trasmessi dal colore. Non si tratta quindi di manipolare i cervelli umani, ma semplicemente di adeguarsi alla loro struttura per trasmettere una percezione in grado di stimolare l’azione desiderata in un contesto naturale e per un’esperienza d’acquisto piacevole. Potresti pensare che in un e-commerce ciò che conta è il contenuto, che può essere l’articolo di un blog, una scheda prodotto o i prodotti in vendita. Questo sicuramente è vero, il contenuto è il succo essenziale, ma è anche vero che le persone arrivano alla sostanza solo se adeguatamente attratte dalla forma. Devi quindi creare il giusto mix tra forma e sostanza per stuzzicare la curiosità degli utenti e conquistare la loro attenzione. E, in questo compito, la grafica del sito riveste indubbiamente un ruolo di primo piano per solleticare le giuste corde emotive. Significato dei colori nell'ecommerce Ogni colore ha il potere di richiamare sensazioni nel nostro cervello e la scelta di uno piuttosto che di un altro è in grado di cambiare radicalmente la percezione dell’utente. Il rosso ad esempio generalmente innesca nel nostro cervello una situazione di pericolo o comunque di allerta, per questo motivo viene usato nei segnali stradali o nel semaforo per indicare di fermarsi. I colori rosa o celeste invece tendono a calmare e generare una sensazione di serenità, perciò vengono spesso usati per i bambini. Sono solo alcuni dei tanti esempi che si possono fare, ma ciò che conta è capire che ogni colore ha un suo potere e devi usarli bene per rendere la tua comunicazione quanto più efficace possibile. È pur vero che le percezioni dei colori possono variare in base alle singole esperienze degli utenti, ma è altrettanto vero che ci sono delle linee guida comuni per tutti e che possono essere considerate universali. Altro aspetto importante da considerare è il contesto: un colore può suscitare emozioni positive o negative a seconda dell’ambito in cui viene inserito. Anche il contesto, il target al quale ti rivolgi e il business in cui operi sono quindi aspetti da considerare molto attentamente. Basti pensare che uomini e donne hanno preferenze diverse relative al colore, che quindi va scelto anche in base al sesso al quale è rivolto un prodotto o un servizio. Un colore sbagliato in un determinato contesto rischia di risultare incoerente e suscitare avversione. A tal proposito è importante personalizzare il tuo e-commerce utilizzando strumenti specifici. Con un progetto Shopify, piattaforma con la quale realizzare siti su misura, puoi innalzare il livello di personalizzazione dell’e-commerce a uso e consumo dei tuoi clienti. Per avere una panoramica più ampia ecco una veloce analisi dei principali colori e dei loro significati. Blu Il blu è uno dei colori più gettonati poiché suscita tante emozioni positive come fiducia, calma, affidabilità e stabilità. Il suo uso è molto frequente nelle attività tecnologiche che gestiscono dati personali. Il blu è anche simbolo del mare e del cielo, evocando relax e serenità, perciò è dominante nelle strutture dedicata al benessere. Rosso Il rosso è un colore vulcanico che suscita emozioni contrastanti, come passione e amore ma anche pericolo e paura. In linea di massima è un colore che evoca forza ed energia ed è in grado di catturare l’attenzione. Non a caso ai grandi eventi di gala si usa il “red carpet”, cioè il tappeto rosso, dove sfilano grandi star, vip e personalità. Un motivo in più per usare il rosso nelle CTA. Giallo Il giallo, come il rosso, è un colore dai sentimenti contrastanti: genera felicità e brio, ma anche ansia ed è in grado di attirare l’attenzione, quindi risulta molto indicato per le CTA. I brand che vogliono trasmettere energia e vivacità usano il giallo che, abbinato col nero, conferisce una sensazione di grande serietà e importanza. Verde Il verde stimola l’attenzione e, in linea di massima, è abbinato alla natura. Se quindi vuoi sottolineare il carattere eco-friendly della tua attività, il verde è il colore perfetto per te. Come il blu il verde conferisce anche grande stabilità e infatti spesso è usato dalle aziende tecnologiche o dalle società finanziarie. Nero Hai scartato a priori il nero? Sbagliato! Questo colore, all’apparenza tetro, in realtà conferisce eleganza e autorità e spesso è usato dai brand di lusso o dalle gioiellerie. Multicolore Se proprio non sai cosa scegliere punta sul multicolore, opzione adottata da marchi di prestigio come Ebay, Google o Microsoft. Considera che il multicolore è associato anche alla bandiera della pace e rappresenta inclusività e tolleranza, concetti molto importanti nella società moderna. CTA negli e-commerce: come scegliere i colori? Un discorso a parte va fatto per le CTA, le Call to Action, che possono essere considerate il trampolino di lancio verso la conversione dei visitatori. Ma qual è il colore ideale per le CTA? Come sceglierlo? La risposta probabilmente ti sorprenderà: il colore perfetto per le CTA non esiste! Per chiarire meglio la cosa sappi che la struttura visiva del tuo sito deve essere quanto più semplice e lineare possibile. I colori da utilizzare nella realizzazione di un ecommerce, preferibilmente con l’ausilio del sito Shopify che snellisce e rende molto più semplice ogni passaggio, sono 3: uno di sfondo; uno strutturale; uno per gli elementi di accento. I tasti CTA sono per l’appunto elementi di accento, poiché si distinguono in modo chiaro dal resto del contesto. In pratica quindi il colore per le tue CTA va scelto in armonia con gli altri due, in modo da creare quel principio che in psicologia si chiama effetto di isolamento. Con questo piccolo artifizio le CTA vengono messe in risalto agli occhi dei visitatori, di cui catturi l’attenzione, che quindi hanno un motivo in più per premere sul tasto e compiere l’azione desiderata. Il giusto abbinamento dei colori per gli e-commerce Eccoci ad un’altra domanda importante: come abbinare i colori nel marketing? Per prima cosa i colori nel tuo e-commerce devono assolvere a 4 compiti: Essere in armonia e coerenti col tuo business di riferimento per un perfetto equilibrio estetico; Integrarsi tra di loro; Toccare le giuste corde emotive a seconda del tuo target di pubblico; Veicolare il messaggio desiderato. Il giusto abbinamento dei colori assume ancora più importanza se si pensa che la maggior parte dei consumatori fa una valutazione iniziale di un prodotto, di un negozio o di un servizio basandosi proprio sull’aspetto cromatico. Come abbiamo visto precedentemente ogni colore può suscitare un’emozione diversa, quindi la scelta va fatta proprio in base al messaggio che intendi veicolare nel giro di brevissimi istanti. Il rosso ad esempio suscita entusiasmo e spinge gli utenti ad agire rapidamente, un colore che magari si può usare per invitare l’utente ad approfittare di una promozione che sta per scadere. Il blu suscita affidabilità e fiducia, mentre il viola dà quel tocco di creatività in più. Qualunque colori scegli, assicurati che susciti subito l’emozione desiderata. Non dovresti usare troppi colori e, in linea di massima, 3 è il numero perfetto. Nessuno ti vieta però di usarne 5, o anche di più, a patto però che siano perfettamente armonizzati tra di loro. Sarebbe difficile armonizzare un numero eccessivo di colori, che a loro volta potrebbero creare confusione e contraddizioni nella mente del cliente. La regola è sempre la stessa: “less is more”. Usa in modo strategico i colori per evidenziare alcuni elementi, come le CTA, invogliando maggiormente il cliente a compiere l’azione desiderata. Anche in questo caso agisci sempre con oculatezza, facendo emergere determinati elementi ma in un contesto naturale e non forzato. Ci sarebbe poi una soluzione piuttosto semplice che ti toglie da qualsiasi imbarazzo: usare i colori del tuo brand. Non è una scelta obbligata, ma sicuramente utilizzare per il tuo ecommerce gli stessi colori del brand dà più forza all’immagine della tua azienda, che viene presentata in modo accurato e attraente. Conclusioni Per scegliere il colore del tuo ecommerce, ecco un piccolo suggerimento: prova ad abbinare i colori su un semplice foglio di carta per poi scegliere l’abbinamento che più ti convince, rispettando i dettami e i principi che abbiamo analizzato nel corso dell’articolo. Ricorda che per la realizzazione del tuo e-commerce, compreso l’abbinamento giusto dei colori, puoi sempre fare affidamento su Shopify. Per approfondire il discorso e conoscere i vantaggi di questa piattaforma, non devi fare altro che scaricare la risorsa gratuita disponibile alla fine dell’articolo.
Sia per i negozi fisici che online la corretta gestione dell’inventario è un passaggio fondamentale per tenere i conti sempre in regola e per evitare criticità impattanti come le giacenze o gli ammanchi di magazzino. Cosa succederebbe se un tuo cliente ordinasse un prodotto disponibile sul tuo sito online, ma che in realtà non è presente fisicamente nel magazzino? Ne scaturirebbero ritardi e frizioni con il cliente che non depongono certo a favore del processo di fidelizzazione e della customer satisfaction. La soluzione migliore è quindi dotarsi di strumenti efficaci, come l’inventario Shopify, che ti consente di evitare le criticità appena indicate, far quadrare i conti e ottimizzare i guadagni. Il tuo sito Shopify con l’integrazione di un gestionale evita l’esaurimento dei prodotti, che rischia di tradursi in una perdita di potenziali vendite e in un’esperienza d’acquisto poco soddisfacente per il cliente, e ti suggerisce le migliori strategie per evitare corti circuiti nel tuo business e massimizzare i profitti. Nei seguenti paragrafi analizziamo più nello specifico quali sono i vantaggi di una corretta gestione dell’inventario, quali sono le migliori app da integrare con Shopify e come affrontare problematiche tipiche per i commercianti come i prodotti esauriti. I vantaggi di una corretta gestione dell’inventario Ogni progetto Shopify che si rispetti deve basarsi su una corretta gestione dell’inventario, che consiste nel monitorare e tracciare i prodotti disponibili in magazzino e nel catalogarli per categorie, peso, dimensione, quantità e posizione. Così facendo recuperi tempo prezioso, poiché puoi subito individuare la merce di cui hai bisogno, e inoltre riduci i costi legati alla gestione delle scorte poiché sai perfettamente quando devi fare un nuovo ordine di prodotti che stanno per esaurirsi. Il tutto ovviamente deve svolgersi sotto il controllo di un sistema di gestione centralizzato che, con pochi clic, ti indica chiaramente qual è lo stato del tuo magazzino, quali sono i prodotti che stanno per esaurirsi e qual è il quantitativo disponibile delle merci. Una gestione oculata dell’inventario riduce innanzitutto il rischio che le scorte siano insufficienti e, di conseguenza, non poter soddisfare la domanda della clientela. Allo stesso modo ti aiuta a non accumulare scorte eccessive, che occupano spazio vitale nel tuo magazzino e che rischiano di trasformarsi in costi inutili di stoccaggio soprattutto se non riesci a vendere quei prodotti. A tal proposito bisogna fare un’altra considerazione. Le scorte invendute non solo determinano costi aggiuntivi o inutili, ma rischiano anche di deperire risultando di fatto inutili. In ogni caso il problema è sempre quello: si verificano inutili sprechi di denaro che vanno a impattare sul budget aziendale. Le rimanenze sono sempre un peso poiché, anche se non sono deperibili, possono essere poco indicate per una stagione o per un determinato periodo dell’anno. Un capo d’abbigliamento primaverile di certo sarà poco appetibile o ricercato nel periodo invernale, così come un prodotto natalizio farà fatica ad essere venduto in piena estate. Inventario Shopify: quali sono le possibilità per una gestione ottimale del magazzino Di seguito andiamo ad analizzare più nel dettaglio le possibilità di gestire la quantità di prodotti presenti nell'inventario con Shopify. Tutte queste possibilità sono anche compatibili con Shopify POS, soluzione che permette di integrare il proprio ecommerce Shopify con il punto di vendita fisico. Per ulteriori informazioni ti consigliamo di andare a leggere il nostro articolo su Shopify POS. Inserimento manuale della disponibilità Tramite il pannello di controllo del negozio Shopify, è possibile inserire manualmente la quantità presente in magazzino, con la possibilità inoltre di continuare la vendita nonostante il prodotto possa essere esaurito. Prima dell'inserimento è necessario selezionare la sede per la quale si gestiscono i prodotti e rettificare la disponibilità. Integrazione con software gestionali Altra possibilità, una delle più usate da aziende medio grandi, è quella di integrare il proprio software gestionale con Shopify, tramite lo sviluppo di connettori. Questa soluzione permette di lavorare direttamente con l'ERP per quanto riguarda la gestione dell'inventario e sincronizzarlo con la piattaforma Shopify. Ciò significa che le disponibilità saranno quelle che effettivamente sono presenti all'interno del magazzino e, ad ogni vendita, verranno direttamente rettificate ad ogni vendita sullo store online. Applicazioni scaricabili dallo store Shopify è una delle piattaforme più apprezzate nella gestione dell'inventario anche dagli ecommerce B2B grazie alle funzionalità all’avanguardia plasmate sulle necessità di ogni singolo commerciante. Tuttavia anche l’area di Shopify dedicata all’inventario ha dei limiti ed è qui che entrano in gioco le app di gestione. Queste applicazioni ti aiutano a monitorare ed evadere gli ordini in maniera chiara e intuitiva, evitando criticità come ammanchi o giacenze. Anche se la tua azienda cresce e si evolve non è un problema, poiché le app si adeguano ai cambiamenti del tuo business consentendoti di tenere sempre tutto sotto traccia. Questa è una valida opzione sia per i commercianti navigati, che hanno comunque bisogno di monitorare il loro magazzino soprattutto se il loro business è ampio e diversificato, sia per chi è alle prime armi e necessita di uno strumento efficace per non commettere errori di valutazione. Con una buona gestione dell’inventario, oltre a recuperare denaro e tempo prezioso, puoi individuare subito le tue esigenze che possono variare nel corso del tempo, prepararti con largo anticipo alle nuove richieste in previsione dei cambi di stagione e addirittura prevedere con anticipo le variazioni della domanda. Diamo adesso uno sguardo alle app più gettonate del mercato che si integrano perfettamente con Shopify. Shipbob ShipBob è tra le app più famose nel mondo dell’e-commerce e garantisce l’accesso ad un ambiente “all-in-one” dove gestire più negozi contemporaneamente. Un’ottima soluzione per chi ha più negozi e centri logistici e desidera monitorarli insieme senza il rischio di perdersi tra una moltitudine di dati e informazioni. La gestione dell’inventario si aggiorna in tempo reale, quindi sai esattamente quali e quanti prodotti sono disponibili nel tuo magazzino. Skubana Tra le app che si sono fatte conoscere nel mondo della gestione dell’inventario c’è Skubana, nota per le sue rilevanti capacità di analisi e per la semplicità di funzionamento. Direttamente dalla dashboard di Skubana è possibile accedere direttamente alle statistiche, alle scorte in arrivo, ai livelli di scorte basse e alle metriche di prestazioni per intraprendere subito le contromisure necessarie ed evitare criticità. EasyScan EasyScan aiuta i venditori a creare, gestire ed evadere gli ordini con pochi clic, ottimizzando tempo, risorse ed energie. All’occorrenza ti permette anche di creare codici a barre per i tuoi prodotti, eseguire rapidi controlli dell’inventario e aggiornare il tuo stock da qualsiasi posizione. Puoi anche creare documenti di trasporto per rendere più snelle e fluide tutte le operazioni di magazzino. Katana MRP Katana MRP si caratterizza per la sua grafica semplice e intuitiva che consente di gestire e monitorare tutto da un’unica postazione. L’app nasce per chi opera in mobilità e consente di allineare tutti i team che possono avere una visione completa di tutto ciò che accade nel magazzino e nell’azienda in generale. Ci sono poi tantissime altre funzioni come tracciabilità end-to-end, pianificazione della produzione e gestione degli ordini omnicanale. Gestione del magazzino con Shopify: come evitare i prodotti esauriti Utilizzando Shopify per il negozio fisico con la soluzione di Shopify POS o per l’ecommerce, puoi impostare alcuni comandi per evitare criticità e problematiche molto seccanti, ad esempio quando un cliente conclude l’acquisto di un prodotto che risulta disponibile ma che di fatto non è presente fisicamente nel tuo magazzino. Per evitare che questo succeda puoi disabilitare l’opzione “Articoli esauriti” nella pagina “Preferenze” del canale di vendita all’ingrosso. Attivando questa opzione i prodotti esauriti risultano ancora visibili nel negozio all’ingrosso, ma di fatto i clienti non possono aggiungerli al carrello. In altri casi può invece capitare che il prodotto ordinato dal cliente sia disponibile, ma in quantità inferiore rispetto a quanto richiesto. In tal caso l’ordine si modifica automaticamente adattandosi alla quantità di articoli disponibili. Ipotizziamo che il tuo cliente ordini 50 capi d’abbigliamento, ma che nel magazzino ce ne siano solo 20. Cosa succede? In tal caso il sistema automaticamente modifica l’ordine da 50 a 20 e anche il cliente pagherà per 20 articoli e non per 50. Se invece il prodotto è esaurito il cliente viene invitato a contattare direttamente il venditore che, dopo aver aperto la bozza di ordine nel pannello di controllo di Shopify, procede alla rimozione dei prodotti esauriti e invia nuovamente la fattura. 5 metodi per una perfetta gestione del magazzino a prova di errori Esistono poi delle piccole e semplici strategie che consentono di gestire alla perfezione l’inventario, tarandole secondo le proprie preferenze e la tipologia di business. Scopriamo quelle più performanti: Impostare un livello standard di scorte. Per ogni prodotto puoi impostare un livello standard di scorte, vale a dire un quantitativo minimo sotto il quale non bisogna scendere. In quel momento sai perfettamente che devi fare un nuovo ordine per rifornire il magazzino; Metodo FIFO. Questo è un metodo molto gettonato nei magazzini: le scorte più vecchie vanno vendute prima di quelle più recenti, un sistema indicato soprattutto per le merci deteriorabili; Metodo LIFO. In tal caso si vendono prima i prodotti più recenti e tale sistema si adotta quando si verifica un aumento dei prezzi e quindi le scorte acquistate per ultime hanno un costo più alto; Analisi ABC. Ti sei accorto che alcuni prodotti sono più redditizi di altri? Allora classifica le scorte secondo questo schema: A (percentuale di stock che rappresenta l’80% del fatturato), B (percentuale di stock che rappresenta il 15% del fatturato) e C (percentuale di stock che rappresenta il 5% del fatturato). La merce che rientra nella categoria A, essendo la più remunerativa, deve essere sempre presente. La merce nella categoria C, difficile da vendere, può invece essere venduta ad un prezzo scontato per liberare gli scaffali; Fai previsioni di mercato. Prevedere l’andamento delle vendite è fondamentale e per riuscirci puoi studiare i trend del momento, le vendite nello stesso periodo dell’anno precedente, le promozioni, le campagne pianificate e tutti quegli altri elementi che possono tornarti utili a questo scopo. Conclusioni Qualunque sia la tua idea di business, la corretta gestione dell’inventario è uno step necessario per creare un’attività solida e ben pianificata. Shopify può essere un grande alleato per la gestione dell’inventario e ti mette a disposizione tante funzionalità cucite su misura per ogni tipologia di e-commerce. Puoi sempre fare affidamento sugli esperti Shopify per chiedere informazioni e ricevere supporto ma, per iniziare, può sicuramente esserti utile l’ebook disponibile a fondo articolo che ti introduce al corretto utilizzo di questa piattaforma.
I social rappresentano una valvola di sfogo per i consumatori che utilizzano sempre di più questi strumenti per comunicare con i brand e con le aziende, per raccontare le loro esperienze e per avanzare delle lamentele. In pratica i social fanno da cassa di risonanza della soddisfazione dei clienti e quindi non possono essere ignorati. Ed è proprio qui che si inserisce il concetto di social listening, una strategia finalizzata all’ascolto dei consumatori per capire quali azioni intraprendere, se il livello di soddisfazione è sufficiente e come migliorare i rapporti con la clientela. Per qualsiasi progetto ecommerce è fondamentale capire cosa il pubblico pensa di quel marchio, per poi adottare le contromisure più adeguate per migliorare il proprio brand awareness e soprattutto comprendere e intercettare le reali necessità dei consumatori. Social listening: cos’è e perché è importante per il tuo ecommerce Il social listening può essere considerato una pratica finalizzata a capire qual è la reputazione di un brand per poi provare a migliorarla. Come mettere in pratica questa strategia? Bisogna monitorare tutti i commenti, le interazioni e le conversazioni che ci sono online e che parlano di un determinato brand. Conclusa l’analisi, si procede ad un secondo step per valutare la reputazione del brand. Se è buona è necessario rafforzare ulteriormente quegli aspetti che hanno contribuito a rendere affidabile quell’azienda; in caso contrario bisogna intercettare le criticità che offuscano il buon nome del brand e adottare le contromisure necessarie per eliminarle. Le persone conducono una sorta di vita parallela sui social dove, oltre a raccontare le loro giornate, parlano dei prodotti che hanno acquistato e dei servizi di cui hanno usufruito condividendo le loro esperienze che possono essere positive o negative. I social sono strumenti “democratici”, poiché ognuno può dire la sua senza essere censurato, entro ovviamente i limiti del buon senso. Ecco perché sono così apprezzati dai clienti e proprio per questo motivo devi presidiare le conversazioni social per testare il polso del tuo pubblico e soprattutto della sua soddisfazione. La tua azione deve essere affiancata da un’efficace strategia di inbound marketing, capace di spingere in modo naturale i clienti a interfacciarsi col tuo brand e rilasciare feedback sinceri e onesti. Non ha senso “estorcere” recensioni positive o ignorare le lamentele se alla fine il cliente non è del tutto soddisfatto, poiché comunque paleserà la sua insoddisfazione offline oppure online. Come attuare una strategia di social listening? Prima di capire come attuare da un punto di vista pratico il social listening, è opportuno fare una distinzione dal social monitoring. Sono due concetti usati come sinonimi, ma che presentano delle differenze. Con il social monitoring si monitorano tutti i dati relativi alle menzioni di un brand sui social, con un’attenzione particolare ai numeri e al tasso di engagement. Questi dati vengono poi usati per effettuare test sulle campagne pubblicitarie e valutarne il ROI (Return On Investment). Il social listening fa di più poiché non si limita a raccogliere i dati, ma li analizza e li ispeziona a fondo. Inoltre non vengono analizzati solo i numeri e il livello di engagement, ma anche il cosiddetto sentiment che traduce meglio le emozioni e le percezioni che i clienti sviluppano nei confronti del brand. Chiarito questo concetto possiamo concentrarci maggiormente sulle strategie da portare avanti per fare social listening, pratica che risulta ancora più efficace se affiancata da un valido progetto CRM. La prima cosa da fare è monitorare le menzioni o le conversazioni sul tuo brand, dei prodotti e dei servizi che offri per capire qual è il livello di soddisfazione dei clienti. Tuttavia devi ragionare ad ampio raggio. Se infatti ti concentri esclusivamente sul tuo brand, o su quello che offri, potresti non avere una visione completa e ampia del tuo business. Ecco perché la tua strategia deve prevedere un monitoraggio attento delle parole chiave e degli hashtag inerenti al tuo settore, ma anche dei competitor, dei prodotti e dei servizi che offrono. In questo modo hai una visione “a volo d’uccello”, chiara e lineare, che ti permette di individuare subito opportunità da cogliere al volo. Non puoi giudicare da solo il tuo operato ma, in questo modo, raccogli pareri e feedback esterni che sono disinteressati e che ti indicano la strada migliore da seguire. Quali sono i vantaggi del social listening per ecommerce? Perché fare social listening? Quali sono i vantaggi? Di benefici ce ne sono tanti, a partire dalla possibilità di migliorare i prodotti o i servizi che proponi sul mercato. Dopo un’attenta analisi del tuo settore puoi individuare nuove opportunità, come ad esempio segmenti del tuo mercato poco sfruttati e che quindi puoi esplorare prima dei tuoi competitor. Basta leggere tra le pieghe delle domande degli utenti per intercettare le loro esigenze e capire addirittura in che direzione sta andando il mercato. Allo stesso modo puoi capire meglio quali sono le migliori strategie di marketing da seguire, così da ottimizzare le risorse a tua disposizione. Un altro aspetto fondamentale è la possibilità di rendere più efficace il servizio di customer care, magari facendosi aiutare da un buon ecommerce CRM, per migliorare il livello di soddisfazione dei clienti nell’ambito dell’assistenza. A proposito di pubblico, con una buona strategia di social listening puoi aumentare ulteriormente l’engagement delle persone e quindi rafforzare la loro fidelizzazione. Le persone sui social amano essere coinvolti e sentirsi parte integrante di una comunità o di un progetto, missione che viene compiuta se interagisci con loro e se dai peso ai loro commenti E ancora con questa strategia, che ti permette di migliorare la brand reputation, puoi individuare gli influencer più adatti secondo le tue esigenze che possono aiutarti a lanciare un nuovo prodotto o a dare lustro e visibilità al tuo brand. Il social listening ti consente di controllare i tuoi competitor, per adottare le giuste risposte e studiare delle controffensive, prendendo all’occorrenza anche spunto e ispirazione ma sempre seguendo il proprio stile e la propria filosofia aziendale. Infine ti permette di rispondere in maniera adeguata ai commenti sia positivi che negativi nelle conversazioni dove è coinvolto il tuo brand. In questo modo puoi raccogliere feedback negativi che ti consentono di migliorare un prodotto e porre un freno alla discussione se sta prendendo una piega che non ti piace. In caso di commento negativo, ad esempio, puoi ringraziare l’utente per il suo feedback che sarà usato per migliorare il servizio o il prodotto. L’utente si sente così rassicurato sul fatto che ha voce in capitolo e che la sua lamentela è stata presa in considerazione, quindi risulta anche meno ostile. Social listening, i tool migliori per monitorare il tuo e-commerce Abbiamo analizzato quasi tutti gli aspetti che riguardano il social listening, c’è un’ultima domanda alla quale rispondere: quali strumenti adottare per questa pratica? In commercio esistono diversi tool, ognuno con le sue peculiarità e caratteristiche, che ti possono dare una grande mano nello scandagliare il variegato mondo dei social. Analizziamo di seguito quelli più efficaci e rinomati che tra l’altro sono perfettamente compatibili con Shopify, una delle migliori piattaforme per creare siti ed e-commerce professionali. Hootsuite Hootsuite è una potente piattaforma, disponibile sia in versione gratuita che a pagamento, che ti consente di pianificare le tue azioni e intercettare le menzioni dei brand su Twitter. Tutti i dati vengono raccolti in una dashboard intuitiva che monitora le opinioni, i dati demografici e tanto altro ancora. Sprout Social Altro tool estremamente efficace e apprezzato è Sprout Social che, oltre ad un’ampia strategia di pianificazione dei social media, offre anche una serie di funzionalità performanti per le attività di social listening. Puoi monitorare e personalizzare le tue ricerche su key, località e hashtag su Twitter e Instagram, così da poter coinvolgere maggiormente il tuo pubblico a beneficio di un miglior engagement. Buzzsumo Vuoi superare i confini dei social ed esplorare l’intero mondo online? Allora Buzzsumo è lo strumento che fa per te. Buzzsumo, grazie ai suoi ampi strumenti di monitoraggio, ti consente di monitorare e analizzare i contenuti relativi al tuo brand non solo sui social, ma anche nei blog e nelle news. Sarai avvisato quando compaiono parole chiave che ti interessano o relative ad autori o link esterni per essere sempre aggiornato e informato sulle discussioni. Brandwatch Come suggerisce anche il nome, Brandwatch è il tool perfetto per controllare tutto quello che succede attorno al tuo brand. Lo strumento scandaglia il web da cima a fondo ricercando articoli, commenti, recensioni e tutto quello che ti può interessare. Puoi anche impostare delle regole per organizzare e segmentare i contenuti, così hai tutto perfettamente in ordine secondo uno schema preciso e strutturato. Ti sarà più facile capire quali contromosse adottare o quali strategie di marketing seguire. Conclusioni: sei convinto che stai facendo social listening? Alla fine di questo articolo possiamo dire che per prima cosa devi imparare ad ascoltare i tuoi clienti e capire quali sono le loro reali esigenze e necessità. Se non lo fai tu, perché dovrebbero farlo loro? Il mercato oggi è cambiato e il rapporto non è più unidirezionale, ma bidirezionale. I consumatori hanno molto più potere di prima e devi imparare ad ascoltarli, anche perché possono darti preziosi feedback sui tuoi prodotti e sui tuoi servizi. Se ignori il social listening, rischi di restare al palo e di essere superato dai competitor. Ti abbiamo indicato i migliori strumenti di social listening compatibili con Shopify, altra piattaforma alleata del tuo e-commerce grazie alle sue preziose ed eccellenti funzionalità.
L’Intelligenza Artificiale da tempo ha ormai fatto irruzione prepotentemente nel mondo dell’online e, uno dei dibattiti che maggiormente infiamma gli animi, è il lancio di Chat GPT. Si tratta di un chatbot che sfrutta l’Intelligenza Artificiale, creato da OpenAI, capace di conversare con gli utenti con un’interfaccia intuitiva e semplificata. Potresti pensare che in realtà qualcosa del genere già esiste e quindi non può essere considerata una novità. In realtà non è esattamente così poiché Chat GPT si basa su una tecnica chiamata “Apprendimento tramite rinforzo umano”. In pratica il software è stato addestrato e allenato da istruttori umani, che ne hanno agevolato la “formazione” fornendo in anticipo domande e risposte su vari quesiti. Il software ha così a disposizione un database enorme e potenzialmente illimitato, in quanto raccoglie testi dal web, per creare contenuti fluidi e naturali o per rispondere in modo pertinente alle domande degli utenti. Chat GPT per gli ecommerce può rappresentare un partner validissimo, anche se va sottolineato che è ancora in una forma sperimentale ed è utilizzato principalmente all’estero. Si può comunque usare anche in Italia dove è stato recentemente sbloccato dopo le perplessità in tema di raccolta e protezione dati sollevate dal Garante della Privacy. Durante questo blocco poteva essere comunque usato anche in Italia grazie a tecnologie come la VPN (Virtual Private Network), tecnologia in grado di creare una connessione di rete privata tra dispositivi su Internet. Restano ancora molte incognite, come errori e rischi, e altre potenziali minacce relative al diritto d’autore e alla privacy degli utenti. Tutti argomenti che andiamo a snocciolare nei seguenti paragrafi. Per cosa usare Chat GPT nel tuo ecommerce? Concentriamo la nostra analisi sull’utilizzo della Chat GPT per gli e-commerce, dove possono essere snellite e velocizzate molte attività, a partire dall’assistenza clienti. Questo servizio è uno dei più importanti per i progetti ecommerce, ma anche dei più impegnativi. La fidelizzazione del cliente passa proprio per il customer service, che deve fornire supporto costante agli utenti per risolvere i loro problemi, rispondere alle loro lamentele o semplicemente fornire maggiori dettagli e informazioni su determinati prodotti. Spesso le domande sono le stesse, ma intasano il servizio clienti che non può concentrarsi sulle problematiche più complesse che richiedono più tempo e più impegno. Chat GPT può sostituire tranquillamente gli addetti al servizio clienti, almeno per le questioni meno complesse, senza che il consumatore debba aspettare un operatore umano che si liberi. L’Intelligenza Artificiale aumenta il livello di soddisfazione dei tuoi clienti e implementa anche le vendite: due piccioni con una fava! Un altro servizio necessario e fondamentale, che porta via tempo e fatica, è la creazione di testi per le schede prodotto. Un’operazione che può svolgere tranquillamente la Chat GPT che, reperendo e raccogliendo informazioni sul web, è in grado di riscrivere un testo più o meno originale, inserendo però le key richieste per una buona indicizzazione del contenuto in chiave SEO. Non devi sforzarti personalmente o contattare un copywriter per la stesura delle schede prodotto, se ne può occupare senza problemi Chat GPT. Se hai un ecommerce CRM sicuramente sai quanto sia importante la profilazione dei clienti e l’analisi delle informazioni relative alle loro abitudini d’acquisto. Anche questo lavoro può essere affidato a Chat GPT, che crea profili personalizzati per i vari clienti consentendoti di proporre offerte e prodotti su misura per loro. Questi sono solo alcuni servizi offerti da Chat GPT, che risulta di fatto il passepartout per un e-commerce efficiente e performante a 360° per soddisfare le esigenze delle aziende e degli stessi utenti. Come scrivere su Chat GPT: i prompt per avere i risultati giusti per un negozio online Analizziamo più nello specifico come scrivere su Chat GPT per l'ecommerce e quali sono i comandi da dare per ottenere ciò di cui hai bisogno. Innanzitutto scegli con estrema cura i dati di partenza secondo i quali verrà addestrato l’algoritmo, definendo con chiarezza il contesto in cui il software agirà. Monitora costantemente i risultati forniti da Chat GPT, così da poter intervenire tempestivamente ed “educare” il software secondo le tue necessità. I prompt sono le istruzioni date all’Intelligenza Artificiale, che poi andrà a sviluppare il testo specifico di cui hai bisogno. Ecco gli step fondamentali che devi seguire per utilizzare correttamente Chat GPT: Definisci l’obiettivo. Indica chiaramente che tipo di testo vuoi, quali sono le parole chiave da inserire e che tipo di messaggio intendi inviare; Sii preciso e dettagliato. Devi essere quanto più dettagliato e specifico, fornendo informazioni precise sul prodotto o sul servizio offerto (se ad esempio devi creare il testo per una scheda prodotto) e altri dati preziosi come study case o statistiche; Massima chiarezza e capacità di sintesi. Essere dettagliati non significa inondare il software di qualsiasi tipo di informazione, che può essere ridondante o superflua. Devi avere massima capacità di sintesi, fornendo le informazioni più utili e usando frasi brevi e facilmente comprensibili; Keyword pertinenti per l’ottimizzazione in chiave SEO dell'ecommerce. Indica al software le parole chiave e le correlate più pertinenti per aiutare il tuo testo a scalare posizioni e indicizzarsi perfettamente nei motori di ricerca; Usa altri strumenti a supporto di Chat GPT. Il software è ancora in uno stato sperimentale, quindi per potenziarne i risultati puoi affiancargli altri strumenti come plugin o assistenti virtuali che consentono di scrivere testi ancora più precisi e dettagliati; Sperimenta e verifica il contenuto. Testa continuamente i contenuti, così da ottimizzare anche la modalità di invio dei comandi. Chat GPT non è un software perfetto, quindi controlla i testi per assicurarti che non ci siano errori grammaticali o informazioni sbagliate. I prompt, ossia i comandi da inviare a chat GPT, sono fondamentali e vanno scelti con estrema cura. Se infatti invii al software comandi sbagliati o poco chiari, stai certo che anche il contenuto finale sarà problematico e non otterrai il risultato finale nel tuo progetto Shopify che intendi perseguire. Quali sono i limiti dell'intelligenza artificiale per il commercio elettronico? Non c’è rosa senza spine e infatti anche Chat GPT presenta problematiche che non possono certo essere ignorate. La stessa OpenAI con la massima sincerità ha ammesso che Chat GPT non è uno strumento perfetto e che anzi può fornire informazioni errate, monche o in alcuni casi totalmente inventate. Prima di pubblicare un testo prodotto da Chat GTP è quindi fondamentale rivederlo personalmente ed eventualmente apportare le modifiche necessarie. Da considerare che il database è aggiornato al 2021 e quindi non contiene alcun dato degli eventi verificatisi dopo quell’anno. A volte c’è il rischio di utilizzare un numero eccessivo di parole chiave, che si trasformano in un contenuto poco scorrevole o in una sovra-ottimizzazione che potrebbe non essere ben vista da Google. Il pericolo è che quel tipo di contenuto possa addirittura essere penalizzato in chiave SEO, ottenendo l’effetto contrario di quello desiderato. Bisogna poi fare i conti con le problematiche di natura etica. I testi rischiano di contenere contenuti violenti o discriminatori, anche se si sta lavorando da questo punto di vista per eliminare le risposte inappropriate e pericolose. Un’altra problematica riguarda il diritto d’autore. Chi tutela gli autori dei testi da cui Chat GPT prende spunto, utilizzando addirittura frasi intere in alcuni casi? E se quegli stessi autori decidessero di chiedere i danni qualora dovessero sentirsi defraudati delle loro opere? Una problematica non di facile risoluzione. E poi c’è da considerare un altro aspetto ancora a dir poco spinoso: Chat GPT è a disposizione di aziende ed e-commerce, ma anche di hacker e malintenzionati che potrebbero usarlo per creare fake news, campagne di phishing, virus e malware. Il software agisce secondo le istruzioni che vengono fornite, ma chiaramente non ha la sensibilità e l’intelligenza etica ed emotiva per comprendere se si sta svolgendo qualcosa di illegale. Quali ecommerce stanno usando già Chat GPT? Nonostante le tante problematiche, sono diversi gli ecommerce e le multinazionali che stanno usando Chat GPT. Tra queste spicca Amazon, gigante dell’e-commerce, che usa i dati dei clienti per proporre offerte sempre più personalizzate. Anche Alibaba, una delle più grandi piattaforme B2B per gli acquirenti, per i grossisti e per i dettaglianti, sta sfruttando il software principalmente per creare assistenti virtuali da impiegare nel servizio clienti e nel generare in automatico schede prodotto. Shopify e Chat GPT per ecommerce Shopify, nella sua Summer Edition 2023, ha annunciato l'integrazione tra Shopify e Chat GPT, in modo da utilizzare l'intelligenza artificiale per migliorare l'esperienza dei merchant con la piattaforma. Sono pertanto nati Shopify Magic e Sidekick. Shopify Magic: questo strumento è nato con l'idea di aiutare i merchant a creare descrizioni prodotti, CTA che convertono, e testi SEO friendly. Il funzionamento è molto intuitivo e simile a quello che riguarda Chat GPT: poche parole in input (comprese keyword di interesse) e si avrà in output un testo con le keyword e le indicazioni inserite; (per approfondire l'argomento ti consigliamo il nostro articolo su Shopify Magic) Shopify Sidekick: è un altro strumento che utilizza l'intelligenza artificiale per un lato più operativo, potremmo definirlo come una sorta di ecommerce manager virtuale. Possono essere date in input indicazioni come: Suggerimenti su nuovi articoli di blog; Reportistiche personalizzate in tempo reale; Indicazioni su modifiche del tema online (es. Inserisci nuovo banner nella homepage); Indicazione su modifiche delle caratteristiche dei prodotti (es. aggiungi un tag per prodotti con un determinato colore ecc...); Indicazioni su modifiche di prezzi di massa per promozioni; Si avranno così tutte le modifiche a portata di testo, senza dover perdere troppo tempo nella gestione di questi aspetti. Per ulteriori info su sidekick ti rimandiamo alla pagina dedicata di Shopfiy. Conclusioni L'ecommerce è pronto per Chat GPT? La domanda da porsi forse è un’altra e cioè se Chat GPT è pronto per l’ecommerce. Una cosa è certa: il software, pur trovandosi in una fase ancora embrionale, può fornire un validissimo aiuto ai titolari di ecommerce in termini di realizzazione di contenuti, ottimizzazione in chiave SEO, perfezionamento delle campagne di marketing e supporto al servizio clienti. I vantaggi messi a disposizione degli ecommerce sono davvero evidenti, ma bisogna tenere presente i rischi che si annidano in questa tecnologia estremamente avanzata ma non ancora perfetta. E allora come al solito la verità sta nel mezzo. Nell’attesa di capire che strada prenderà Chat GPT sarebbe un errore ignorarlo, poiché significherebbe non usare uno strumento utilissimo col rischio di restare indietro rispetto ai competitor. Allo stesso tempo non bisogna fidarsi ciecamente del software, ma prevedere sempre un intervento umano per evitare errori che rischiano di risultare disastrosi per il tuo ecommerce. In ogni caso la parola chiave per il tuo ecommerce è visibilità e per ottenerla devi scalare le posizioni dei motori di ricerca, impresa nella quale può darti una grande mano Chat GPT. Tutto passa per l’ottimizzazione SEO dell'ecommerce, argomento che viene ampiamente trattato nell’ebook sottostante che puoi scaricare gratuitamente.
Shopify e Shopify Plus continuano a crescere con l'obiettivo di soddisfare le esigenze specifiche di tutti utenti, indipendentemente dalle necessità e dimensioni del business. Ciò significa che la personalizzazione e la possibilità di sviluppare nuove funzioni. sono fondamentali e costituiscono i principi di base per ogni progetto che coinvolge gli sviluppatori impegnati su Shopify, come ICT Sviluppo. Oltre le funzioni out of-the-box I commercianti ottengono un'ottima esperienza out-of-the-box quando si iscrivono a Shopify, ma la loro necessità di personalizzazione aumenta nel tempo, man mano che il loro business cresce o è già una questione complessa fin dall'inizio quando si hanno necessità enterprise. STOREFRONT API Per i casi in cui commercianti e i loro sviluppatori vogliono avere il pieno controllo su ogni dettaglio del loro negozio, ci sono la Storefront API: con queste si possono costruire app esterne e collegarsi con le API per portare funzioni su Shopify e integrare i dati con altri software. HYDROGEN Con Hydrogen e Remix, Shopify prova ad aiutare gli sviluppatori a muoversi più velocemente nella necessità di avere progetti altamente customizzati, fornendo le migliori pratiche e strumenti integrati. In breve: gli sviluppatori possono personalizzare il front-end completamente, andando a disaccoppiarlo dal backend e costruire un progetto headless. La personalizzazione totale dell'esperienza utente trova la sua completezza. METAFIELD Con i Metafield che hanno un ruolo sempre più centrale nell'ecosistema di Shopify, gli sviluppatori possono salvare e archiviare dati personalizzati nel database (sugli utenti, sugli ordini, sui prodotti, sulle varianti. E qui parliamo della personalizzazione de database, per arricchire i dati e andare verso segmentazioni spinte o richiamare informazioni in frontend. SHOPIFY FUNCTIONS Shopify Functions è l'ultimo pezzo del puzzle: gli sviluppatori possono personalizzare il back-end. Le Shopify Functions forniscono un meccanismo per gli sviluppatori per iniettare il loro codice personalizzato ed eseguirlo sui server di Shopify. L'obiettivo a lungo termine è quello di rendere ogni parte del processo del negozio sostituibile con codice personalizzato, offrendo alla piattaforma Shopify una flessibilità senza precedenti senza compromettere la sicurezza o la scalabilità. La tecnologia chiave qui è WebAssembly (o Wasm per abbreviare). È perfetto, in quanto è progettato per essere un sistema altamente flessibile, sicuro e performante. Wasm un formato di istruzioni binarie per una macchina virtuale basata su stack. Wasm è progettato come destinazione di compilazione per linguaggi di programmazione, per consentire la distribuzione sul Web di applicazioni client e server. Cos'è WebAssembly WebAssembly (abbreviato come wasm) è un formato di codice binario per l'esecuzione di programmi ad alte prestazioni all'interno di un browser web. È stato progettato come un target di compilazione per linguaggi di programmazione ad alto livello come C, C++ e Rust, permettendo ai developer di eseguire il loro codice a velocità quasi-native all'interno del browser. WebAssembly offre una serie di vantaggi rispetto all'utilizzo di JavaScript per l'esecuzione di codice ad alte prestazioni: Performance: Il codice WebAssembly viene eseguito a velocità molto vicine a quelle del codice nativo, grazie alla sua natura a basso livello e ottimizzata per le prestazioni. Portabilità: WebAssembly è progettato per essere indipendente dalla piattaforma e funzionare su diverse architetture e sistemi operativi. Sicurezza: WebAssembly è eseguito all'interno di una sandbox, il che significa che viene isolato dal resto del sistema e non può causare danni involontari. Integrazione con JavaScript: WebAssembly può essere utilizzato insieme a JavaScript per sfruttare le funzionalità e le librerie esistenti nel browser, permettendo un'integrazione più fluida con le applicazioni web. Linguaggi di programmazione supportati: Poiché WebAssembly è un target di compilazione, è possibile utilizzare vari linguaggi di programmazione per scrivere codice che verrà poi eseguito come WebAssembly nel browser. WebAssembly è supportato dalla maggior parte dei browser moderni, tra cui Google Chrome, Mozilla Firefox, Safari e Microsoft Edge, ed è utilizzato per migliorare le performance di applicazioni web complesse, giochi, simulazioni e altre tipologie di software che richiedono alte prestazioni. WASM con Shopify, alla base di Shopify Functions La potente sandbox di Wasm consente a Shopify di eseguire codice non direttamente sviluppato da Shopify con sicurezza; le prestazioni prevedibili consentono a Shopify di definire e imporre limiti di risorse rigorosi; oltre a ciò il ricco - ed in continua crescita - ecosistema di linguaggi che si possono utilizzare per Wasm, dà agli sviluppatori una scelta molto ampia su come vogliono scrivere il loro codice, senza barriere e limitazioni tecnologiche. Ogni funzione che viene eseguita sull'infrastruttura Shopify Functions non è niente di meno e niente di più che un modulo WASI (WebAssembly System Interface, ovvero una interfaccia si sistema per Wasm). Non ci sono giochi di specchi, giri del fumo o altre tecnologie speciali. I moduli Wasm da soli possono fare solo operazioni aritmetiche. Sono completamente in modalità sandbox e viene loro allocato solo un pezzo isolato di memoria con cui lavorare per i loro calcoli. Il sistema host può esporre singole funzioni al modulo Wasm, garantendo un accesso granulare a funzionalità aggiuntive. WASI è una raccolta standardizzata di tali funzioni e capacità, con l'obiettivo di rendere Wasm utile al di fuori del browser. L'unica parte di WASI su cui si fa affidamento è la capacità di leggere da stdin e scrivere su stdout (e, ovviamente, stderr). Per i meno tecnici (come me): Quando un programma scrive qualcosa sullo schermo, sta usando una cosa che si chiama standard output. Lo standard output, abbreviato in stdout, è quello che usano i programmi per scrivere le informazioni all'utente. Il nome per quello che usate voi per comunicare con i programmi è standard input (stdin). Ci sono alcuni vincoli aggiuntivi che ogni modulo deve soddisfare, tra l'altro per garantire che Shopify riesca a ridimensionare le funzioni in modo appropriato, anche durante i carichi di lavoro come il Black Friday: Il modulo non deve superare i 256 KB. Il modulo non deve funzionare per più di 5 ms. Il modulo deve utilizzare una stringa in formato JSON tramite stdin e produrre una stringa in formato JSON su stdout. Nota: 5 ms è un vincolo molto dipendente dalla macchina e dalla situazione. La stessa macchina avrà bisogno di quantità di tempo diverse per eseguire la stessa identica funzione, a seconda del carico a cui è sottoposta la macchina. Con questi vincoli in mente, Shopify ha iniziato a cercare un modo per eseguire JavaScript all'interno di una Virtual Machine WebAssembly. Ma quali sono le funzioni che si possono (oggi) gestire e modificare con Shopify Functions? Esempi di API di Shopify Functions a. API Cart Transform Function Gli sviluppatori possono permettere ai commercianti di creare offerte di pacchetti unici. Per farlo ci sono due punti chiave. In primo luogo, la Cart Transform Function consente ai venditori di configurare quali prodotti specifici possono essere uniti in un bundle. Questi articoli vengono poi visualizzati nel checkout con un prezzo per il loro acquisto come bundle, dove vengono combinati i singoli prodotti che appartengono all'offerta. Inoltre, la funzione di trasformazione del carrello può anche espandere un prodotto del bundle nei suoi singoli componenti, rendendo più facile il completamento di attività sul backend, come il calcolo delle tasse, dei pesi di spedizione, la diminuzione dell'inventario e altro ancora, oltre a garantire che ogni singolo articolo venga evaso in modo appropriato dopo un acquisto. Clicca qui approfondire il tema dell'API Cart Trasformation B. Cart and Checkout validation API L'API di convalida del carrello e del checkout garantisce che i clienti possano completare l'acquisto e il checkout solo se i loro ordini sono conformi a una serie di regole specifiche, determinate dal commerciante. Alcuni dei casi d'uso più comuni per la convalida del carrello e del checkout includono: Assicurarsi che il cliente soddisfi i requisiti di quantità minima o massima per effettuare il check-out. Controllare che l'indirizzo di spedizione possa essere spedito e non sia una casella postale. Assicurarsi che il carrello non contenga articoli che non possono essere acquistati insieme, come ad esempio un accendino e delle batterie al litio. Le API del carrello e quella di validazione del checkout possono lavorare in combinata, per offrire esperienze di acquisto come la ricezione di particolari sconti o sbloccare collezioni esclusive. Clicca qui per approfondire il tema dell'API Cart and Checkout validation C. Order routing API La logistica è una bestia con molte teste e ogni azienda può sviluppare il modo migliore (per ogni azienda) di evadere e spedire gli ordini. Ad esempio, un produttore potrebbe avere un magazzino che deve preparare e spedire determinati articoli, ma altri è meglio stoccarli ed inviarli da un'altra sede, più vicina all'acquirente. Ecco con l'API Order Routing, gli sviluppatori possono sviluppare applicazioni per creare la logica di instradamento degli ordini più adatta per ogni azienda. Un altro esempio? Si possono impostare delle regole di base per evitare i frazionamenti, insieme a una regola secondaria per inviare gli articoli dalla sede più vicina all'indirizzo di spedizione. Questa logica significa che prima di completare una spedizione, Shopify determinerebbe quale sede di evasione ha tutto in magazzino e quindi sceglierebbe il magazzino più vicino al cliente. Altre casistiche, in ordine sparso: si possono mantenere gli ordini all'interno del Paese, bilanciare i livelli di inventario per dare priorità alle sedi con più articoli in magazzino o spedire direttamente dai negozi, solo per citarne alcune. Clicca qui per approfondire il tema dell'API Order routing.
Benché i pagamenti negli ecommerce hanno ridotto notevolmente le distanze tra aziende e clienti, che possono vivere online un’esperienza piuttosto simile a quella dell’offline, ci sono ancora molte criticità da affrontare. L’online è un mondo ricco di opportunità, ma anche di rischi e tra le principali minacce ci sono gli hacker che mettono a rischio dati sensibili e informazioni personali degli utenti, ma anche delle stesse aziende. Garantire la sicurezza dei pagamenti online nei progetti ecommerce è il primo passo per fidelizzare i clienti e rassicurarli sul fatto che stanno interagendo con un sito sicuro e inattaccabile, ma anche per garantire un flusso di vendita senza intoppi e rallentamenti che possono essere causati da attacchi hacker. Quali sono le truffe più diffuse tra gli hacker? Come difendere adeguatamente il proprio sito e i dati degli utenti? Continua a leggere per conoscere le risposte. Come funzionano i pagamenti ecommerce: perché molti utenti hanno paura Il pagamento online piace agli italiani, anzi, è una pratica ormai comune per molte persone. Nonostante tutto c’è ancora un po’ di diffidenza. Va sottolineato che, rispetto a qualche anno fa, i sistemi di protezione contro gli attacchi hacker e le frodi digitali si sono notevolmente rafforzati. Insomma per gli hacker non è così semplice entrare nei sistemi dei siti e degli e-commerce. Allo stesso tempo però si sono affinate le tecniche di frode, come il phishing, lo smishing o i furti di identità che spaventano gli italiani terrorizzati di vedersi svuotato il conto in banca o di vedere i loro dati utilizzati per transazioni economiche mai effettuate. Questi inoltre terrorizzano i merchant che vogliono iniziare a vendere su Shopify, preoccupati da eventuali conseguenze economiche sui loro progetti. La paura è dettata in un certo senso anche dall’“ignoranza”, cioè dalla non conoscenza dei sistemi di protezione a disposizione degli utenti e dall’incapacità di riconoscere le truffe, quando basterebbero poche e semplici contromosse. Nei seguenti paragrafi analizziamo quali sono le truffe più diffuse nell’online, quali sono i segnali per riconoscerle e come tutelarsi adeguatamente. Le truffe ecommerce più diffuse Come si chiamano i pagamenti online? Per prima cosa è importante conoscere i principali metodi di pagamento che sono carta di credito, bonifico bancario e contrassegno. Sono questi i canali principali utilizzati dagli hacker per infiltrarsi nei sistemi degli ecommerce e degli utenti e mettere a segno le loro truffe. Passiamo in rassegna le principali truffe nei pagamenti online e i sistemi per difendersi. Il phishing Pur essendo una truffa piuttosto vecchia, sono ancora molte le persone che ci cadono. Si tratta di email che contengono link malevoli che rimandano ad una pagina pubblicitaria o, peggio ancora, aprono le porte agli hacker che possono accedere a dati bancari e informazioni personali. Ci sono poi diverse varianti di questa truffa: dallo smishing al vishing. Mai rilasciare dati personali o informazioni sensibili per telefono o tramite email. Se fino a qualche anno fa i truffatori si presentavano come ricchi principi africani, oggi si camuffano da siti ecommerce che invitano a cliccare su un link per ottenere ricchi premi. Benché anche l’aspetto grafico è molto curato e il logo aziendale è piuttosto simile a quello originale, basta guardare con maggiore attenzione tutti gli aspetti grafici per scoprire che si tratta di una truffa. In caso di email sospette è consigliabile passare il mouse sul link per leggere l’url prima di cliccarci su. Bisogna diffidare anche se il linguaggio è generico e vago e da email zeppe di errori ortografici o che iniziano con frasi del tipo “Gentile titolare dell’account…”. Anche un tono allarmistico che lascia presagire catastrofi nel server dell’e-commerce o che spinge all’azione immediata, come appunto il rilascio di dati personali per evitare danni, è un segnale decisamente sospetto. Ci sono comunque validi strumenti che consentono di tutelarsi adeguatamente, come quelli di Shopify, che mette a disposizione dei clienti che ritengono di aver ricevuto un’email, un sms o una chiamata fasulla un servizio di assistenza che li supporta a 360°. Il furto d’identità Strettamente collegato al phishing è il furto d’identità, che consiste nel rubare e utilizzare i dati di altre persone. Il truffatore in questione effettua una serie di acquisti costosi, tutti naturalmente a spese dell’ignaro cliente che si accorge solo in un secondo momento che il suo conto è stato svuotato o quanto meno dimezzato. I danni sono evidenti per gli acquirenti, ma anche per gli ecommerce che, se non adottano sistemi di protezione adeguati, rischiano di diventare complici inconsapevoli di furto di identità. Potrebbero essere costretti a risarcire il cliente truffato e perderebbero anche i prodotti: un doppio danno da evitare assolutamente con l’introduzione di sistemi di protezione altamente efficienti. La truffa del chargeback Con la truffa del chargeback i truffatori effettuano un grosso ordinativo, per poi annullare il pagamento dopo la spedizione. Quando arriva la merce però se la tengono senza pagare un euro. In altri casi il truffatore dichiara falsamente che il prodotto non è mai arrivato e quindi ne riceve un altro. Anche se la truffa viene individuata per tempo, per gli ecommerce è sempre complicato dimostrare la mala fede del cliente. Ci sono poi le cosiddette “frodi amichevoli”, dove un cliente inavvertitamente inserisce dati di pagamento o indirizzi sbagliati. In altri casi i clienti sottoscrivono un abbonamento senza sapere che per fruire di quei servizi bisogna pagare un canone mensile, vedendosi quindi addebitare dei costi imprevisti. In questi casi è opportuno rendere chiari ed evidenti le condizioni del servizio di abbonamento prima che i clienti procedano alla sottoscrizione. Come difendersi e aumentare la sicurezza dei pagamenti online Analizziamo adesso 3 regole d’oro da seguire per tutelare il proprio ecommerce e mettere i clienti nelle condizioni di poter effettuare il loro shopping online in totale sicurezza. Gli step da seguire sono i seguenti: Rendi sicuro il tuo ecommerce. I clienti acquistano solo su siti considerati sicuri, quindi assicurati di rendere facilmente accessibili dati come partita IVA, indirizzo fisico e contatti e comunicare la presenza delle opportune certificazioni in termini di sicurezza e tutela della privacy; Usa connessioni sicure. Per il tuo ecommerce usa un indirizzo che inizia con https, cioè con la s finale, che garantisce la presenza di un sistema protetto di ricezione e di trasmissione dei dati. La presenza di questo standard, che va comunque aggiornato di volta in volta, certifica la validità e l’affidabilità del sito; Prediligi i bonifici bancari. Un’altra domanda da porti è come ricevere pagamenti ecommerce. Partiamo dal presupposto che, se hai adottato tutte le precauzioni necessarie, i pagamenti con carte di credito, carte prepagate, Paypal, contrassegno e bonifico bancario sono tutti validi. Tuttavia i bonifici bancari hanno un vantaggio in più, in quanto sono tracciabili e si possono effettuare sia online che offline presso sportelli bancari. Strong Customer Authentication cos’è e come funziona? Poiché i truffatori stanno diventando sempre più scaltri, si stanno adottando contromisure valide che innalzano un muro protettivo inattaccabile a tutela del cliente. Tra queste una delle più efficienti è la Strong Customer Authentication, nota anche come SCA e chiamata autenticazione a due fattori. Si tratta di una procedura di autenticazione per identificare un utente tramite almeno due delle seguenti categorie: Conoscenza: un pin o una password che solo l’utente conosce; Possesso: uno strumento che solo l’utente possiede, come uno smartphone, un tablet o una chiavetta; Inerenza: qualcosa che rende unico l’utente, come il riconoscimento facciale o l’impronta digitale. Ognuno di questi elementi è slegato dall’altro in modo che la violazione di uno non comprometta tutti gli altri. Gli utenti possono richiedere la SCA direttamente all’intermediario che ha rilasciato la carta. I pagamenti online possono così essere portati a termine con un codice di autorizzazione monouso, cioè utilizzabile solo una volta. Titolari di ecommerce e clienti sono così maggiormente tutelati da frodi e attacchi hacker. Shopify Fraud Filter: un’analisi approfondita del rischio di frode Un altro strumento che merita di essere menzionato è Shopify Fraud Filter, cioè un'applicazione per l’analisi del rischio di frode che Shopify mette a disposizione di ecommerce per individuare ordini sospetti e potenzialmente fraudolenti. Questo strumento monitora gli ordini ad alto rischio per evitare il rischio di chargeback. L’evasione di un elevato numero di ordini ad alto rischio può favorire un numero maggiore di chargeback e la conseguente disabilitazione dell’elaborazione del pagamento tramite la rimozione da Shopify Payments. Se sui progetti Shopify viene attivato il piano Shopify, oppure se è incluso Shopify Payments in qualsiasi piano, l’analisi del rischio comprende i seguenti elementi: Indicatori; Assistenza di app di terze parti per identificare le frodi; Raccomandazioni per prevenire le frodi. L’analisi della frode richiede pochissimi secondi, ma in alcuni casi servono alcuni minuti. In ogni caso, prima di evadere l’ordine, è sicuramente consigliabile attendere il responso dello strumento di Shopify. Conclusioni Innalzare il livello di sicurezza del tuo ecommerce è uno step necessario innanzitutto per la tua attività, poiché frodi, richieste di reso oppure ordini sospetti non fanno altro che rallentare il tuo business e causare perdite di tempo e di denaro. Inoltre rassicura i tuoi clienti e aumenta il livello di fidelizzazione. I consumatori sono sempre più esigenti e, tra i tanti aspetti che considerano prima di effettuare un acquisto, c’è proprio l’affidabilità del sito in termini di sicurezza e privacy. Per rendere il tuo sito a prova di bomba dalle azioni fraudolente di hacker e malintenzionati, puoi contattare degli esperti Shopify che sapranno guidarti nella scelta migliore per le tue necessità. In attesa, puoi scaricare l'ebook sottostante che ti spiega cos’è e come funziona Shopify Plus, strumento ideale soprattutto per le aziende con grandi volumi di vendita e quindi più soggetta ad attacchi di hacking.
Se hai intenzione di dare un respiro internazionale al tuo e-commerce, devi chiederti cos’è l’ecommerce cross border e come funziona. Non ne hai mai sentito parlare? Non sorprenderti, si tratta di una meccanica di vendita a livello globale nata da poco che sta rapidamente prendendo piede nell’online. Abbiamo realizzato questa guida proprio per capire cosa sia l’ecommerce cross border, come funziona, quali sono i rischi da valutare e come sfruttarlo al meglio per dare una marcia in più alla propria attività online. Cross border: il significato Per prima cosa analizziamo meglio il significato di cross border, una tecnica di vendita che ha permesso ai brand di accorciare sempre di più le distanze con i clienti. Oggi tutte le aziende puntano alla massima soddisfazione del cliente, che passa per un servizio personalizzato e costruito su misura secondo le esigenze dei consumatori. Per capire meglio il concetto di cross border, facciamo un salto indietro a pochi anni fa. Finora le vendite online avvenivano a livello nazionale: i consumatori acquistavano prodotti realizzati da aziende operanti e residenti in Italia. L’avvento del cross border in Europa ha cambiato le cose, accogliendo il desiderio dei clienti di acquistare prodotti di marchi internazionali al di fuori dell’Europa. Sempre nell’ottica di un’esperienza d’acquisto altamente personalizzata, sono profondamente cambiate le aspettative degli acquirenti che si aspettano di poter comprare prodotti di qualsiasi brand, anche internazionali, ma utilizzando siti che parlano la loro lingua e che usano la loro stessa valuta. In sostanza si tratta di acquisti su scala globale, da portare a termine però con transazioni locali. L’ecommerce cross border sta cambiando le dinamiche soprattutto nell’ambito del B2C, dove le aziende devono adattarsi alle nuove dinamiche di mercato ma soprattutto alle nuove esigenze dei clienti che sono sempre più mutevoli. In tale ottica i progetti ecommerce devono ampliare i loro orizzonti, adottando tutte le misure necessarie per soddisfare le preferenze culturali e le abitudini d’acquisto dei loro clienti. Questo ulteriore step di crescita per gli ecommerce non è affatto facile, poiché bisogna offrire un’esperienza d’acquisto online di tipo locale personalizzata per ogni cliente, muovendosi però entro i limiti imposti dalle normative e dalla logistica dei mercati stranieri. Come analizzeremo di seguito sono tanti i rischi che bisogna considerare e che possono trasformarsi in danni economici incalcolabili per l’azienda, quindi è necessario muoversi con estrema cautela in questo mercato spinoso. Tuttavia, muovendosi con circospezione e nel rispetto delle normative, è possibile imboccare una via che porta dritti dritti verso il successo conquistando nuove fette di mercato impensabili solo fino a qualche tempo fa. Pagamenti cross border: cosa sono? I pagamenti cross border, cioè oltre frontiera, sono operazioni effettuate all’estero oppure con l’ausilio di intermediari finanziari. Questi pagamenti sono molto più complessi rispetto a quelli ordinari, infatti basti pensare che il pagamento stesso avviene in valute differenti e bisogna avere a disposizione un supporto tecnico e normativo affinché non ci siano incongruenze e anomalie. Poiché il cross border è ormai stato sdoganato negli ecommerce, anche quelli sviluppati in Shopify, a tutte le latitudini, sono state individuate 3 soluzioni: creazione di una struttura di valute digitali nazionali inter-operative. In pratica due banche centrali, ognuna con la sua rispettiva valuta, potrebbero renderle compatibili secondo standard tecnici comuni e condivisi. Spetterebbe poi ai soggetti privati creare servizi e prodotti connessi ai pagamenti cross-border; creazione di un sistema di valute digitali connesse tra di loro in modo strutturato. In tal caso si tratta di un sistema più centralizzato, poiché ogni operatore avrebbe conti correnti di corrispondenza verso la propria banca centrale. Se quindi un’azienda italiana volesse pagarne un’altra statunitense in dollari, sarebbero le rispettive banche (quella italiana e quella statunitense) a spostare i conti presso la BCE e la Federal Reserve; creazione di una multi-valuta digitale. Questa è la soluzione che piace di più e che prevede un unico sistema più fluido e scorrevole dove sono presenti differenti valute digitali. In tal caso servirebbe una maggiore centralizzazione e i vari operatori dovrebbero trovare un sistema di regole ben strutturate accettate da tutti. Vendita cross border: i 4 rischi principali Se da un lato l’ecommerce cross border apre le porte ad opportunità inimmaginabili fino a poco tempo fa, d’altro lato non bisogna ignorare i rischi di questa forma di mercato che è ancora in uno stato embrionale e che quindi presenta molti punti oscuri e trappole che vanno evitate. I 4 rischi collegati a questa tipologia di ecommerce, che possono essere sensibilmente limitati negli ecommerce Shopify, sono essenzialmente 4: furto di identità e frodi; privacy; adempimenti fiscali; logistica inversa. Furti di identità e frodi Le frodi rappresentano lo spauracchio principale dell’online, soprattutto quando ci si affaccia in un mercato internazionale al di fuori del proprio “cortile”. Sono aumentate in maniera preoccupante le frodi e i furti di account, che si traducono in danni di miliardi di dollari e di euro per le aziende coinvolte. Il furto di identità è un altro serissimo problema per le aziende che operano online e neanche multinazionali e banche sono immuni da questi rischi. Le aziende che decidono di operare a livello internazionale, e che quindi sono esposte a più rischi in quanto si muovono su più mercati, devono quindi rafforzare ancora di più i loro sistemi di protezione per tutelarsi dagli attacchi hacker provenienti da ogni angolo del mondo. Privacy Altro tema particolarmente spinoso è quello della privacy, che viene preso molto sul serio in Europa, Nord America e America Latina dove le leggi sono particolarmente rigide. Tali leggi possono variare costantemente da paese a paese, ma anche la loro applicazione può seguire dinamiche diverse. Chi pratica ecommerce in Cina, ad esempio, deve fare i conti con una normativa estremamente stringente per quanto riguarda il commercio elettronico e la sicurezza informatica. Ma già in Europa le cose sono profondamente cambiate dal 2018 con il GDPR, che impone agli e-commerce controlli più rigidi e serrati sulla raccolta dei dati dei consumatori dei 27 paesi dell’UE, anche se l’attività operativa è al di fuori dei confini dell’Unione Europea. I trasgressori rischiano di andare incontro a multe salatissime, che possono arrivare addirittura fino a 20 milioni di euro. Gli adempimenti fiscali Anche gli adempimenti fiscali sono un materia piuttosto spinosa per gli e-commerce che operano in mercati stranieri. Bisogna conoscere bene le regole della tassazione e come segnalare i prodotti tassati alle autorità fiscali competenti. Ogni mercato ha le sue leggi locali sulle quali è necessario informarsi costantemente e che vanno rispettate per evitare di commettere errori che si trasformano in multe molto salate. Proprio perché la questione è particolarmente complessa e di difficile comprensione, la Commissione Europea negli ultimi anni ha introdotto delle novità per rendere più fluida e flessibile la tassazione e la fiscalità in generale. In ogni caso è necessario rispettare alla lettera le normative, altrimenti si va incontro a pene molto severe. La logistica inversa Per sfruttare alla perfezione i vantaggi garantiti dal commercio elettronico transfrontaliero, è necessario che la logistica funzioni perfettamente e garantisca al cliente un’esperienza d’acquisto fluida e senza intoppi. Tutto deve funzionare perfettamente dalla consegna fino al reso, senza ritardi eccessivi o altre criticità. Da questo punto di vista le dinamiche sono le stesse di un e-commerce locale: se ci sono ritardi, se non viene accettato il reso per motivi non giustificabili o se il pacco arriva danneggiato il cliente sarà scontento dell’esperienza vissuta con quel brand e ne avrà quindi una cattiva considerazione, che inciderà negativamente sul brand awareness dell'azienda. Per sapere come Shopify aiuta i merchant ad avere ecommerce cross boarder puoi leggere il nostro articolo sugli ecommerce internazionali. Le opportunità migliori da cogliere al volo Una volta compreso cos’è il cross border ecommerce, bisogna capire quali sono i mercati che offrono le maggiori opportunità. Indubbiamente la Cina rappresenta un mercato molto appetibile, grazie al boom economico degli ultimi anni, ma bisogna sempre fare i conti con la legislazione e l’interferenza del governo che diventa sempre più pressante. Volgendo lo sguardo sempre verso Oriente, anche i mercati dell’Asia sudorientale (in particolare Indonesia e Singapore) hanno ampi margini di crescita e offrono grandi opportunità. Non a caso colossi come Alibaba e Amazon stanno guardando in quella direzione già da tempo. Restando invece nei confini europei sta destando molto interesse la crescita degli acquisti transfrontalieri nel commercio elettronico in Francia. Secondo recenti dati gran parte degli acquirenti francesi effettua acquisti da commercianti transfrontalieri e, poiché è un mercato vicino geograficamente, vale sicuramente la pena informarsi meglio. Conclusioni Il cross border ecommerce è un mercato in continua ascesa, quindi ignorarlo sarebbe controproducente poiché significherebbe restare al palo mentre gli altri competitor corrono veloce verso l’“El dorado” dell’e-commerce. Del resto già i marketplace hanno fornito esempi lampanti di quanto sia facile intercettare clienti stranieri. Il difficile viene dopo, cioè adeguarsi alle normative e alle leggi fiscali degli altri paesi per operare sul terreno della legalità ed evitare le mine e le trappole che sono disseminate ovunque. Il cross border ecommerce è comunque un ottimo banco di prova per i propri prodotti che, se dovesse sfondare anche in mercati esteri, garantirebbero una crescita esponenziale anche per le piccole e medie aziende. Servono però competenza, intuizione, fiuto degli affari, massima attenzione verso le normative vigenti e investimenti mirati. Ovviamente alla base servono conoscenze specifiche per quanto riguarda il corretto utilizzo degli e-commerce. In fondo anche un viaggio di 1.000 miglia inizia con un singolo passo, quindi per cominciare la tua scalata verso il successo e avviare il tuo progetto Shopify puoi scaricare l’ebook gratuitamente a fine articolo per capire come far funzionare correttamente un ecommerce.