Se hai intenzione di dare un respiro internazionale al tuo e-commerce, devi chiederti cos’è l’ecommerce cross border e come funziona. Non ne hai mai sentito parlare? Non sorprenderti, si tratta di una meccanica di vendita a livello globale nata da poco che sta rapidamente prendendo piede nell’online. Abbiamo realizzato questa guida proprio per capire cosa sia l’ecommerce cross border, come funziona, quali sono i rischi da valutare e come sfruttarlo al meglio per dare una marcia in più alla propria attività online. Cross border: il significato Per prima cosa analizziamo meglio il significato di cross border, una tecnica di vendita che ha permesso ai brand di accorciare sempre di più le distanze con i clienti. Oggi tutte le aziende puntano alla massima soddisfazione del cliente, che passa per un servizio personalizzato e costruito su misura secondo le esigenze dei consumatori. Per capire meglio il concetto di cross border, facciamo un salto indietro a pochi anni fa. Finora le vendite online avvenivano a livello nazionale: i consumatori acquistavano prodotti realizzati da aziende operanti e residenti in Italia. L’avvento del cross border in Europa ha cambiato le cose, accogliendo il desiderio dei clienti di acquistare prodotti di marchi internazionali al di fuori dell’Europa. Sempre nell’ottica di un’esperienza d’acquisto altamente personalizzata, sono profondamente cambiate le aspettative degli acquirenti che si aspettano di poter comprare prodotti di qualsiasi brand, anche internazionali, ma utilizzando siti che parlano la loro lingua e che usano la loro stessa valuta. In sostanza si tratta di acquisti su scala globale, da portare a termine però con transazioni locali. L’ecommerce cross border sta cambiando le dinamiche soprattutto nell’ambito del B2C, dove le aziende devono adattarsi alle nuove dinamiche di mercato ma soprattutto alle nuove esigenze dei clienti che sono sempre più mutevoli. In tale ottica i progetti ecommerce devono ampliare i loro orizzonti, adottando tutte le misure necessarie per soddisfare le preferenze culturali e le abitudini d’acquisto dei loro clienti. Questo ulteriore step di crescita per gli ecommerce non è affatto facile, poiché bisogna offrire un’esperienza d’acquisto online di tipo locale personalizzata per ogni cliente, muovendosi però entro i limiti imposti dalle normative e dalla logistica dei mercati stranieri. Come analizzeremo di seguito sono tanti i rischi che bisogna considerare e che possono trasformarsi in danni economici incalcolabili per l’azienda, quindi è necessario muoversi con estrema cautela in questo mercato spinoso. Tuttavia, muovendosi con circospezione e nel rispetto delle normative, è possibile imboccare una via che porta dritti dritti verso il successo conquistando nuove fette di mercato impensabili solo fino a qualche tempo fa. Pagamenti cross border: cosa sono? I pagamenti cross border, cioè oltre frontiera, sono operazioni effettuate all’estero oppure con l’ausilio di intermediari finanziari. Questi pagamenti sono molto più complessi rispetto a quelli ordinari, infatti basti pensare che il pagamento stesso avviene in valute differenti e bisogna avere a disposizione un supporto tecnico e normativo affinché non ci siano incongruenze e anomalie. Poiché il cross border è ormai stato sdoganato negli ecommerce, anche quelli sviluppati in Shopify, a tutte le latitudini, sono state individuate 3 soluzioni: creazione di una struttura di valute digitali nazionali inter-operative. In pratica due banche centrali, ognuna con la sua rispettiva valuta, potrebbero renderle compatibili secondo standard tecnici comuni e condivisi. Spetterebbe poi ai soggetti privati creare servizi e prodotti connessi ai pagamenti cross-border; creazione di un sistema di valute digitali connesse tra di loro in modo strutturato. In tal caso si tratta di un sistema più centralizzato, poiché ogni operatore avrebbe conti correnti di corrispondenza verso la propria banca centrale. Se quindi un’azienda italiana volesse pagarne un’altra statunitense in dollari, sarebbero le rispettive banche (quella italiana e quella statunitense) a spostare i conti presso la BCE e la Federal Reserve; creazione di una multi-valuta digitale. Questa è la soluzione che piace di più e che prevede un unico sistema più fluido e scorrevole dove sono presenti differenti valute digitali. In tal caso servirebbe una maggiore centralizzazione e i vari operatori dovrebbero trovare un sistema di regole ben strutturate accettate da tutti. Vendita cross border: i 4 rischi principali Se da un lato l’ecommerce cross border apre le porte ad opportunità inimmaginabili fino a poco tempo fa, d’altro lato non bisogna ignorare i rischi di questa forma di mercato che è ancora in uno stato embrionale e che quindi presenta molti punti oscuri e trappole che vanno evitate. I 4 rischi collegati a questa tipologia di ecommerce, che possono essere sensibilmente limitati negli ecommerce Shopify, sono essenzialmente 4: furto di identità e frodi; privacy; adempimenti fiscali; logistica inversa. Furti di identità e frodi Le frodi rappresentano lo spauracchio principale dell’online, soprattutto quando ci si affaccia in un mercato internazionale al di fuori del proprio “cortile”. Sono aumentate in maniera preoccupante le frodi e i furti di account, che si traducono in danni di miliardi di dollari e di euro per le aziende coinvolte. Il furto di identità è un altro serissimo problema per le aziende che operano online e neanche multinazionali e banche sono immuni da questi rischi. Le aziende che decidono di operare a livello internazionale, e che quindi sono esposte a più rischi in quanto si muovono su più mercati, devono quindi rafforzare ancora di più i loro sistemi di protezione per tutelarsi dagli attacchi hacker provenienti da ogni angolo del mondo. Privacy Altro tema particolarmente spinoso è quello della privacy, che viene preso molto sul serio in Europa, Nord America e America Latina dove le leggi sono particolarmente rigide. Tali leggi possono variare costantemente da paese a paese, ma anche la loro applicazione può seguire dinamiche diverse. Chi pratica ecommerce in Cina, ad esempio, deve fare i conti con una normativa estremamente stringente per quanto riguarda il commercio elettronico e la sicurezza informatica. Ma già in Europa le cose sono profondamente cambiate dal 2018 con il GDPR, che impone agli e-commerce controlli più rigidi e serrati sulla raccolta dei dati dei consumatori dei 27 paesi dell’UE, anche se l’attività operativa è al di fuori dei confini dell’Unione Europea. I trasgressori rischiano di andare incontro a multe salatissime, che possono arrivare addirittura fino a 20 milioni di euro. Gli adempimenti fiscali Anche gli adempimenti fiscali sono un materia piuttosto spinosa per gli e-commerce che operano in mercati stranieri. Bisogna conoscere bene le regole della tassazione e come segnalare i prodotti tassati alle autorità fiscali competenti. Ogni mercato ha le sue leggi locali sulle quali è necessario informarsi costantemente e che vanno rispettate per evitare di commettere errori che si trasformano in multe molto salate. Proprio perché la questione è particolarmente complessa e di difficile comprensione, la Commissione Europea negli ultimi anni ha introdotto delle novità per rendere più fluida e flessibile la tassazione e la fiscalità in generale. In ogni caso è necessario rispettare alla lettera le normative, altrimenti si va incontro a pene molto severe. La logistica inversa Per sfruttare alla perfezione i vantaggi garantiti dal commercio elettronico transfrontaliero, è necessario che la logistica funzioni perfettamente e garantisca al cliente un’esperienza d’acquisto fluida e senza intoppi. Tutto deve funzionare perfettamente dalla consegna fino al reso, senza ritardi eccessivi o altre criticità. Da questo punto di vista le dinamiche sono le stesse di un e-commerce locale: se ci sono ritardi, se non viene accettato il reso per motivi non giustificabili o se il pacco arriva danneggiato il cliente sarà scontento dell’esperienza vissuta con quel brand e ne avrà quindi una cattiva considerazione, che inciderà negativamente sul brand awareness dell'azienda. Per sapere come Shopify aiuta i merchant ad avere ecommerce cross boarder puoi leggere il nostro articolo sugli ecommerce internazionali. Le opportunità migliori da cogliere al volo Una volta compreso cos’è il cross border ecommerce, bisogna capire quali sono i mercati che offrono le maggiori opportunità. Indubbiamente la Cina rappresenta un mercato molto appetibile, grazie al boom economico degli ultimi anni, ma bisogna sempre fare i conti con la legislazione e l’interferenza del governo che diventa sempre più pressante. Volgendo lo sguardo sempre verso Oriente, anche i mercati dell’Asia sudorientale (in particolare Indonesia e Singapore) hanno ampi margini di crescita e offrono grandi opportunità. Non a caso colossi come Alibaba e Amazon stanno guardando in quella direzione già da tempo. Restando invece nei confini europei sta destando molto interesse la crescita degli acquisti transfrontalieri nel commercio elettronico in Francia. Secondo recenti dati gran parte degli acquirenti francesi effettua acquisti da commercianti transfrontalieri e, poiché è un mercato vicino geograficamente, vale sicuramente la pena informarsi meglio. Conclusioni Il cross border ecommerce è un mercato in continua ascesa, quindi ignorarlo sarebbe controproducente poiché significherebbe restare al palo mentre gli altri competitor corrono veloce verso l’“El dorado” dell’e-commerce. Del resto già i marketplace hanno fornito esempi lampanti di quanto sia facile intercettare clienti stranieri. Il difficile viene dopo, cioè adeguarsi alle normative e alle leggi fiscali degli altri paesi per operare sul terreno della legalità ed evitare le mine e le trappole che sono disseminate ovunque. Il cross border ecommerce è comunque un ottimo banco di prova per i propri prodotti che, se dovesse sfondare anche in mercati esteri, garantirebbero una crescita esponenziale anche per le piccole e medie aziende. Servono però competenza, intuizione, fiuto degli affari, massima attenzione verso le normative vigenti e investimenti mirati. Ovviamente alla base servono conoscenze specifiche per quanto riguarda il corretto utilizzo degli e-commerce. In fondo anche un viaggio di 1.000 miglia inizia con un singolo passo, quindi per cominciare la tua scalata verso il successo e avviare il tuo progetto Shopify puoi scaricare l’ebook gratuitamente a fine articolo per capire come far funzionare correttamente un ecommerce.
Se vuoi realizzare un ecommerce di successo devi spingere i tuoi clienti a compiere l’azione desiderata, che può essere un acquisto o l’iscrizione ad una newsletter. Qualunque sia l’obiettivo che tu intendi perseguire hai bisogno sia della user experience (UX) che della user interface (UI). I due termini, per chi non ha approfondite conoscenze del settore o per chi si approccia in modo superficiale, potrebbero sembrare sinonimi e infatti sono spesso usati come tali. Si tratta però di un errore poiché UX e UI, pur avendo molti punti in comune e pur lavorando in sinergia tra di loro, non sono termini sovrapponibili e presentano delle differenze importanti che bisogna conoscere. Volendo riassumere brevemente possiamo dire che l’UI è il punto di contatto tra l’azienda e il cliente, l’UX invece è il contatto stesso. Nei seguenti paragrafi analizziamo meglio cosa si intende per user experience, cos’è la user interface e quali sono le differenze principali che bisogna conoscere. Questi concetti sono importantissimi anche per chi vende online tramite quelli che vengono definiti come headless ecommerce. User experience: la definizione e le funzionalità La nostra analisi parte dalla user experience: cos’è? Come sfruttarla? Quali sono i benefici per l’azienda e per il cliente? Possiamo definire la user experience come quell’insieme di elementi e di strumenti che costituiscono l’interazione di un cliente con l’azienda, dal primo approccio all’acquisto finale fino alla consegna del prodotto. La user experience è qualcosa di profondamente soggettivo e non bisogna commettere l’errore di pensare che riguardi esclusivamente l’interazione tra l’acquirente e i siti, i social o le app. Al contrario la user experience abbraccia tutti i sentimenti e le emozioni che rientrano nell’aspetto emozionale di un acquisto o di qualsiasi interazione tra azienda e cliente. Prendiamo come esempio un utente che desidera acquistare un paio di sneakers. Ci sarà prima l’approccio con l’azienda, che comprende la scoperta del sito, dell’e-commerce o della pagina social. Successivamente si passa all’esplorazione dell’e-commerce e nello specifico dei modelli di sneakers presenti nella vetrina online. Poi si passa alla scelta dell’acquisto del modello e infine c’è la consegna del prodotto. Possiamo riassumere di seguito alcuni dei momenti clou ed “emozionali” che fanno parte dell’intero processo della user experience: Scoperta dell’azienda; Scoperta e navigazione delle piattaforme dell’azienda (sito, ecommerce, social, app ecc.); Grafica dell’e-commerce; Facilità di scorrere i diversi prodotti ed eventuali articoli acquistabili con tecniche di up-selling e cross-selling; Completezza delle schede prodotto; Chiarezza delle politiche di reso; Varietà delle diverse tipologie di pagamento; Packaging dell’articolo consegnato. Come puoi notare sono tantissimi gli aspetti che concorrono alla formazione dell’esperienza cliente e che devono lavorare in perfetta sinergia tra di loro per un acquisto personalizzato secondo le preferenze e le abitudini del singolo acquirente. Il cliente vive così un’esperienza d’acquisto molto gratificante, tarata e plasmata secondo le sue aspettative. L’azienda fidelizza molto più facilmente i clienti e aumenta il traffico sul suo e-commerce poiché fornisce ad ogni utente un’esperienza personalizzata e cucita su misura per lui. Cos’è la User interface e come sfruttarla Passiamo adesso all’analisi della user interface, che possiamo definire anche user interface design. L’UI design in un certo senso può essere definita una costola della user experience design, quella che accompagna il cliente durante tutta la sua esperienza d’acquisto. Più nello specifico l’user interface riguarda la presentazione di un sito agli occhi degli utenti e più nello specifico la sua interfaccia. L’UI design, studiando il modo in cui l’utente generalmente si interfaccia e si rapporta con un sito (sia nel caso degli ecommerce sia nel caso dei siti Hubspot), rende il prodotto web molto più appetibile e fruibile a beneficio di una navigazione fluida e piacevole. L’intera interfaccia deve poi tenere conto di diversi aspetti, come la grafica, lo stile e la comunicazione del brand che devono essere in perfetta armonia tra di loro. Bastano questi elementi per rendere la navigazione del cliente armonica e accompagnarlo verso un’esperienza d'acquisto piacevole e rilassante. Bisogna poi considerare tutti gli altri elementi che ricadono nelle competenze dell’UI design, come l’interfaccia tra l’utente e il contenuto. Il bottone CTA è uno degli elementi fondamentali della user interface, giusto per citarne uno. L’obiettivo è comunque uno solo: mettere il consumatore in una zona di comfort e rendere le sue azioni più fluide. Ti è mai capitato di “atterrare” su un sito e non sapere da dove iniziare? O, peggio ancora, accedere in un’app e trovare funzioni e comandi sparpagliati senza ordine? Ecco, questa è una cosa che non deve mai succedere. L’UI design, oltre a rendere più piacevole la navigazione, facilita anche le scelte dell’utente. Per questo motivo vengono studiati i font e i colori più efficaci e gli elementi sono posizionati in zone strategiche per spingere l’utente a compiere l’azione desiderata, ma sempre secondo le sue reali necessità. L’utente può così accedere rapidamente ai dati e alle informazioni di cui ha bisogno grazie ad un’interfaccia intuitiva e una serie di elementi visivi che dà maggior brio e ordine alla sua navigazione. La differenza tra conquistare o perdere un potenziale cliente è determinata da dettagli, come la chiarezza espositiva della grafica dei vari elementi e l’intuitività dell’interfaccia della landing page. Un utente che atterra su una pagina nuova dovrebbe avere a disposizione determinati pulsanti che rendono le sue scelte reattive e immediate, così da poter accedere subito alle informazioni di cui ha bisogno con la massima spontaneità. In tal caso la fidelizzazione è quasi automatica. In caso contrario con ogni probabilità dopo pochi minuti o secondi di navigazione a vuoto uscirà dal sito per non tornare mai più. Risultato? Vendita persa e cliente regalato alla concorrenza! Cosa fanno un UX designer e un UI designer? Ogni azienda deve quindi avere un UX designer e un UI designer che, pur lavorando in sinergia, intervengono su elementi e fattori diversi di un sito web. Il loro obiettivo è lo stesso: facilitare la navigazione del cliente e personalizzarla secondo le sue preferenze. Cosa fa l’UX designer Partiamo dai compiti dell’UX designer che deve capire il percorso del cliente e, di conseguenza, deve saper identificare il target di pubblico di un determinato settore. Il primo step è creare un piano strategico, affinché tutte le parti interessate lavorino in sinergia tra di loro. L’UX designer lavora principalmente sulla risoluzione concettuale di un problema che parte dall’analisi di dati e numeri derivanti da ricerche specifiche. Studia poi la cosiddetta architettura dell’informazione che prevede una precisa alberatura del sito, affinché gli utenti trovino rapidamente le informazioni di cui hanno bisogno. Questa figura deve saper individuare i bisogni degli utenti e proporre in anticipo soluzioni in grado di risolvere potenziali problemi futuri così da prevenirli. Infine deve effettuare una serie di test per capire se i risultati ottenuti sono soddisfacenti e definire così gli step successivi. Cosa fa l’UI designer L’UI designer si concentra maggiormente sull’aspetto grafico come i colori, i font e le immagini di un prodotto o del sito del tuo progetto ecommerce. Il suo lavoro parte dove finisce quello dell’UX designer e il suo obiettivo principale è rendere gli elementi grafici esteticamente accattivanti ma anche funzionali all’obiettivo finale, cioè una navigazione fluida e intuitiva per gli utenti. Questa figura studia le ultime tendenze di mercato e le mosse dei competitor, così da creare interfacce originali che garantiscono un effetto finale di grande impatto visivo ed estetico. L’UI designer inoltre studia la progettazione del design di un prodotto e di tutti gli altri elementi visivi dell’interfaccia tra i quali rientrano i pulsanti, le icone, i caratteri ecc. Ogni scelta va comunque ponderata attentamente, poiché se è vero che bisogna trovare soluzioni estetiche accattivanti e coinvolgenti è anche vero che devono essere in linea con lo stile del brand. Sì quindi a soluzioni creative, ma senza snaturare eccessivamente le grafiche inerenti alla stessa filosofia aziendale. E ancora questo professionista deve assicurarsi che le interfacce siano responsive design, quindi adattabili ad ogni dispositivo, e che vengano adottate animazioni o altri elementi interattivi che diano il giusto dinamismo. Che differenza c’è tra UX e UI? Possiamo quindi dire che la UI fa riferimento agli aspetti grafici ed estetici con i quali gli utenti interagiscono durante la loro navigazione, mentre la UX si riferisce direttamente all’esperienza che un utente ha con un prodotto o un servizio. L’UI si concentra principalmente sugli elementi visivi dell’interfaccia grafica e l’UI sul viaggio dell’utente dall’inizio fino alla fine. Conclusioni La user experience e la user interface devono camminare di pari passo, creando un’infrastruttura estetica affascinante e funzionale e accompagnando lo stesso l’utente verso una navigazione fluida e gradevole per completare con successo l’acquisto del prodotto desiderato o la raccolta delle informazioni ricercate. In questa missione può dare una grande mano una piattaforma come Shopify, che consente di realizzare siti graficamente stilizzati e personalizzati capaci di integrarsi perfettamente con la mission e la vision aziendale, e fornire al cliente gli input giusti per navigare in maniera fluida e senza intoppi. Per saperne di più sull'importanza della user experience e la user interface, ti consigliamo di affidarti ad un'agenzia Shopify per sviluppare il tuo ecommerce che abbia un livello elevato dell'uno e dell'altro.
Tra le strategie di marketing per ecommerce una delle più efficaci è il cross selling, che suggerisce al cliente un prodotto complementare ad un articolo già acquistato e che integra o migliora l’esperienza d’acquisto. I consigli forniti dall’e-commerce tengono conto delle preferenze e delle abitudini del cliente, riuscendo così a fidelizzarlo ancora di più e soddisfare fino in fondo le sue reali necessità ed esigenze. Le aziende possono così raggiungere più facilmente un target di pubblico mirato e segmentato, riuscendo ad attrarre gli utenti realmente interessati ai prodotti offerti. Il cross-selling è uno step irrinunciabile per creare un progetto ecommerce vincente, quindi analizziamo più nello specifico come funziona questa strategia di marketing per ecommerce, come sfruttarla e quali sono i vantaggi per gli shop online. Come funziona il cross-selling e perché è così importante per gli shop online Per prima cosa diamo una definizione chiara e lineare di cross-selling, analizzando il suo funzionamento e la sua importanza. Gli e-commerce, per ottenere visibilità e farsi largo in un mercato sempre più saturo e competitivo, devono trovare vie alternative e modalità di vendita intelligenti e ben strutturate. Il cross-selling è una strategia di marketing fondamentale per le aziende, che possono presentare prodotti o servizi correlati a quelli acquistati dal cliente. Le compagnie aeree, ad esempio, dopo l’acquisto del biglietto aereo propongono servizi di noleggio auto o di prenotazione in alberghi convenzionati. Oppure gli store online di abbigliamento suggeriscono delle cinture al cliente che ha appena acquistato un pantalone. I suggerimenti sono sempre tarati sugli acquisti personalizzati dei clienti. A chi acquista un pantalone da cerimonia verranno proposte cinture classiche ed eleganti; a chi invece acquista un pantalone casual, come un jeans sportivo, verranno chiaramente proposte cinture sbarazzine e briose che ben si adattano ad uno stile giovanile. Gli utenti vivono un’esperienza d’acquisto molto gradevole e dinamica, poiché possono accedere senza sforzi a prodotti di cui potrebbe aver bisogno molto presto. Le aziende quindi aumentano i volumi di vendita, mentre i clienti possono acquistare senza girovagare tra vari siti online per cercare i prodotti di cui hanno bisogno, per di più a prezzi scontati. Il cross selling ha successo proprio perché generalmente viene proposto uno sconto interessante o altri vantaggi a chi acquista prodotti correlati. L’ottimizzazione dell’esperienza del cliente aumenta il tasso di fidelizzazione e anche la brand loyalty a lungo termine. Gli utenti infatti tornano con maggior piacere su quella piattaforma, poiché sanno che vivranno un’esperienza d’acquisto gratificante e plasmata secondo le loro esigenze. Gli e-commerce possono così sfruttare un’importante opportunità che altrimenti non avrebbero se utilizzassero le tradizionali strategie di marketing. E ancora le aziende hanno la possibilità di segmentare i loro clienti e di stilare un profilo delle loro buyer personas, offrendo un servizio ancora più personalizzato per programmare offerte mirate e stimolare allo stesso tempo l’interesse della clientela. Con i dati a disposizione sui propri clienti, sfruttando strumenti digitali e all’avanguardia come quelli forniti da piattaforme specializzate nella creazione di siti come Shopify, gli e-commerce possono anche realizzare campagne personalizzate tenendo conto della cronologia di acquisto degli utenti. Come aumentare le vendite con il cross selling Il cross-selling ha diversi obiettivi: aumentare le vendite, migliorare le conversioni, fortificare la fidelizzazione e ottimizzare in generale l’esperienza d’acquisto del cliente. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, il cross-selling rappresenta una sorta di servizio di assistenza personalizzato al cliente che, pur senza interfacciarsi con una persona in carne e ossa, viene comunque supportato durante l’acquisto. In questo modo l’esperienza online risulta simile a quella vissuta in un negozio fisico, dove è possibile chiedere supporto e consulenza al personale. Ma come aumentare le vendite con il cross-selling? Di strategie ne esistono tante e naturalmente ogni azienda deve scegliere quella che, secondo la propria filosofia e in base al proprio target di pubblico, può risultare più efficace. Si possono proporre offerte speciali, sconti o anche campagne su prodotti correlati o su categorie di articoli specifici. In particolare le campagne pubblicitarie personalizzate, perfezionabili con gli strumenti offerti dal sito Shopify, possono essere basate sulla cronologia d’acquisto del cliente, fornendo al momento opportuno consigli pertinenti che integrano la sua esperienza. Tra le strategie proposte dal digital marketing ci sono le newsletter, da inviare al momento opportuno per lanciare un’offerta o presentare una promozione per l’acquisto di un prodotto correlato. Oppure ci sono i banner pubblicitari o le campagne da proporre sui social, da lanciare sempre in modo mirato e con tempistiche mirate e oculate. I vari input che vengono lanciati ai clienti non sono uguali per tutti, ma sempre personalizzati secondo le abitudini, le preferenze e la cronologia d’acquisto dei singoli clienti, che vengono invogliati a scoprire di più su quella promozione e su come sfruttarla al meglio per acquistare a prezzi vantaggiosi gli articoli desiderati. Un’altra efficiente strategia è quella del retargeting, che di fatto propone annunci correlati alle ricerche effettuate dal cliente precedentemente. In questo modo viene risvegliato l’interesse verso quel prodotto del consumatore, che può eventualmente “sfogliare” le nuove offerte e le nuove proposte dell’ecommerce a distanza di qualche giorno o settimana. Cross selling come mossa di marketing nell'ecommerce Abbiamo sottolineato più volte nel corso dell’articolo che la chiave del successo di una strategia di cross-selling è la personalizzazione. Bisogna partire dall’idea che i consumatori quando vanno online vogliono trovare subito quello che stanno cercando, senza essere rimbalzati da una pagina all’altra del sito o, peggio ancora, circumnavigare il web da una piattaforma all’altra. Il cross-selling di fatto offre una vendita “chiavi in mano” che comprende una serie di articoli già “impacchettati” e pronti all’acquisto, correlati al prodotto principale. Vengono inoltre proposti diversi consigli e opzioni, dando all’acquirente una scelta sempre più ampia e variegata. Si possono proporre articoli differenti nei colori, nello stile, nelle dimensioni e nelle caratteristiche generali che tengono conto della cronologia d’acquisto e delle preferenze del consumatore. Tutto questo si traduce anche in un importante risparmio di tempo per il marketer e per l’intero staff di assistenza, che può concentrarsi sulla fornitura di un servizio clienti ancora più accurato e personalizzato. La proposta di nuovi articoli non deve però essere casuale né tanto meno confusionaria. Ecco perché per ogni prodotto acquistato è consigliabile suggerire fino ad un massimo di 3-5 articoli correlati, secondo il concetto del “less is more”. L’utente ha così una scelta più ristretta e ci sono maggiori possibilità che acquisti un prodotto correlato, scelto sempre secondo le sue preferenze. La tecnica del cross selling: come farla bene A questo punto non ci resta che analizzare alcune regole d’oro da tenere a mente e da applicare nelle strategie di e-commerce per ottimizzare e sfruttare al massimo le potenzialità del cross-selling. Possiamo così riassumere i principali punti chiave da seguire: La posizione dell’articolo correlato. Non esiste una regola univoca quando parliamo del posizionamento dell’articolo correlato, molto dipende dalla grafica e dall’interfaccia del sito. Generalmente va posizionato in basso, a destra o a sinistra, l’importante è che sia chiaro e ben visibile. Per una maggiore pulizia grafica è consigliabile realizzare il sito con un progetto Shopify capace di esaminare tutti i dettagli per un’interfaccia semplice per l’utente, come appunto il posizionamento degli articoli correlati; Non esagerare con i prodotti correlati. Come già specificato precedentemente, sotto il prodotto principale non deve esserci un’accozzaglia di articoli correlati che rendono poco fluida la navigazione. Meglio concentrarsi su pochi prodotti, magari quelli più rilevanti, adottando un layout chiaro e lineare per semplificare la navigazione dell’utente; Analizza l’andamento della pagina. Studia e analizza quanti clic ci sono sia sul prodotto ricercato che sui prodotti correlati, in modo da definire la frequenza di rimbalzo. I dati ottenuti ti indicano se ci sono molti acquisti derivanti dalle strategie di cross-selling o meno. Se i risultati non sono soddisfacenti devi mischiare un po’ le carte, modificando il posizionamento dei prodotti correlati oppure provando a sostituire gli articoli correlati con altri. Il cross-selling non è una scienza esatta e prima di trovare la ricetta giusta devi fare molti esperimenti; Fornisci alternative se il prodotto è esaurito. Può capitare che l’articolo correlato suggerito non sia presente, ma devi trovare valide alternative per sfruttare le opportunità fornite dal cross-selling. Puoi ad esempio suggerire il medesimo prodotto ma di un altro brand, oppure lo stesso articolo ma di colori e forme diverse. Conclusioni Il cross-selling ha come obiettivo principale aumentare le vendite complessive di un ecommerce, portando vantaggi sia alle aziende sia agli stessi clienti, che vivono un’esperienza personalizzata e plasmata secondo le loro specifiche esigenze e preferenze acquistando ciò di cui hanno bisogno in un unico ordine e a prezzi scontati. Gli sconti e le offerte attraggono i clienti interessati a quei prodotti e alimentano il passaparola positivo sia online sia offline. Tenendo conto dei dati di navigazione degli utenti, le offerte di cross-selling sono sempre più personalizzate e riescono ad aumentare il tasso di fidelizzazione, anche per quanto riguarda i progetti ecommerce B2B. Abbiamo evidenziato nel corso dell’articolo la necessità di realizzare un sito con una piattaforma strutturata e all’avanguardia come Shopify e, per capire come sfruttarne le potenzialità, basta eseguire il download gratuito dell’ebook disponibile alla fine dell’articolo.
La tecnologia si sta sviluppando e sta correndo ad una velocità vorticosa e gli e-commerce, per stare al passo coi tempi, devono adattarsi ai nuovi cambiamenti del settore. Parole come Intelligenza Artificiale, Realtà Aumentata o Machine Learning nell’e-commerce sono ormai all’ordine del giorno, ma bisogna conoscere alla perfezione il significato. Se vuoi lanciare un progetto ecommerce vincente devi essere costantemente aggiornato sulle nuove tendenze e sui nuovi trend e in questo articolo ci concentriamo sul concetto di machine learning, noto anche con l’acronimo ML, una branca dell’intelligenza artificiale che sta rivoluzionando diversi settori, non solo quello dello shop online. L’evoluzione prima e dopo del machine learning Prima di approfondire meglio il concetto di machine learning, facciamo un passo indietro per capire come funzionavano le cose prima dell’avvento di questa tecnologia. L’uomo ha sempre cercato di realizzare macchine in grado di svolgere parte del lavoro al posto suo. In passato l’approccio era diverso e l’obiettivo era programmare il comportamento delle macchine affinché sapessero riconoscere cose e situazioni. In tale contesto era quindi necessario prevedere in anticipo tutti i possibili scenari. In un certo senso si creava già un percorso all’interno del quale la macchina doveva muoversi, senza il rischio di errori o di andare fuori strada, poiché già aveva una risposta a tutte le ipotetiche domande. Il machine learning invece ha un approccio molto più ambizioso e ha spinto le macchine a muoversi in una sorta di “open world”, termine che nel mondo del gaming indica un mondo liberamente esplorabile e potenzialmente infinito. Un approccio che cambia tutto poiché il comportamento non è programmato, ma viene determinato e costruito nel corso del tempo tramite l’apprendimento di dati sempre nuovi e diversi. In questo modo la macchina trae insegnamento dalle proprie esperienze, somigliando molto di più alla mente umana e funzionando proprio come lei. Le macchine sono dotate di differenti algoritmi che, a seconda dei contesti, estrapolano dai dati le informazioni più utili in base a determinati input per ricavare la soluzione migliore. Quello che cambia è l’apprendimento della macchina che magari non sarà infallibile ma che, col passare del tempo, acquisisce sempre più informazioni per adattarsi di volta in volta alle più disparate situazioni. Cosa significa ML? Il Machine Learning può essere quindi considerato un apprendimento automatico che consente ad una macchina intelligente di migliorare le proprie capacità secondo differenti tipi di algoritmi. In base alla tipologia di algoritmo utilizzato si possono individuare due tipologie di apprendimento automatico: Machine Learning supervisionato. In questo modello, che è anche il più utilizzato, un data scientist istruisce e guida l’algoritmo che apprende da un set di dati già etichettato e con un outfit predefinito; Machine Learning non supervisionato. In questo caso la macchina è più indipendente e apprende nuovi schemi e processi senza la supervisione di un umano. L’apprendimento avviene sulla base di dati senza etichette e senza un outfit determinato. Machine learning per ecommerce: cos'è e alcune applicazioni Il machine learning grazie alle sue straordinarie potenzialità è arrivato nel mondo dell’e-commerce, offrendo una serie di applicazioni e di vantaggi evidenti per chi opera in questo settore. Puoi realizzare il tuo e-commerce con Shopify, con BigCommerce o con qualche altra piattaforma, l’importante è sfruttare tutti i benefici dell’ML che rende molto più fluidi e operativi i processi sia all’interno dell’azienda che all’esterno, in particolar modo nella gestione dei clienti. Servizio clienti Tra le applicazioni più interessanti offerte dal machine learning c’è quella relativa al servizio clienti. Ormai è noto quanto siano importanti i clienti e, più nello specifico, la loro esperienza d’acquisto. Paradossalmente non è tanto importante la singola vendita, o portare il cliente ad eseguire l’azione desiderata, quanto piuttosto fare in modo che la sua esperienza sia realmente gratificante. In questo modo si conquista realmente il cliente fino a fidelizzarlo. Ebbene oggi molti e-commerce trascurano il servizio clienti, lasciando i consumatori attaccati al telefono per ricevere una risposta che non arriverà mai o inviando email generiche ed evasive che di fatto non risolvono il problema e aumentano la frustrazione dell’utente. Una soluzione molto efficace, soprattutto per le piccole aziende che non hanno un personale molto ampio, è rappresentata dai chatbot per ecommerce. Conversando con i clienti i chatbot apprendono e memorizzano informazioni e dati nuovi, così da poter fornire un servizio di assistenza di qualità e personalizzato. Le principali piattaforme per la creazione di siti e-commerce, come Shopify, mettono a disposizione i chatbot per migliorare e velocizzare l’esperienza d’acquisto dei clienti. All’occorrenza gli esperti Shopify possono fornire il loro supporto e la loro competenza per una fruizione ottimale dei chatbot. Segmentazione dei clienti e personalizzazione dell’esperienza d’acquisto Restiamo concentrati ancora sui clienti, che rappresentano il fulcro di ogni attività di e-commerce. In un negozio fisico un utente ha la possibilità di interfacciarsi con i commessi, chiedendo informazioni e rivolgendo domande sul prodotto che intende acquistare. “Privilegio” che non è concesso agli e-commerce, dove i clienti acquistano senza la possibilità di interfacciarsi con qualcuno per risolvere i loro dubbi. Ed è qui che entrano in gioco gli algoritmi di apprendimento automatico che, raccogliendo una quantità enorme di dati, forniscono utili indicazioni per realizzare campagne mirate capaci di aumentare il tasso di conversione e il numero di vendite. Raccomandazioni del prodotto Analizziamo adesso un’altra dinamica che si verifica all’interno dei negozi fisici. I clienti entrano sapendo già cosa vogliono, ma un bravo venditore tramite intelligenti strategie di cross-selling o up-selling può consigliare altri prodotti per aumentare il valore della vendita finale. Anche questa dinamica non è applicabile negli shop online, o quanto meno risulterebbe troppo complessa. Bisognerebbe infatti identificare anticipatamente i modelli di comportamento di vendita e di acquisto. In tal caso viene nuovamente in soccorso il Machine Learning, capace di creare un motore di raccomandazione del prodotto che tiene conto dei comportamenti e delle abitudini tipiche degli acquirenti per suggerire i prodotti più indicati. In fondo è lo stesso meccanismo applicato da Netflix che, in base alle preferenze dei suoi utenti, suggerisce e consiglia i titoli che maggiormente possono piacere secondo i dati forniti ed è una dinamica che funziona perfettamente. Risultati di ricerca ottimizzati Ti è mai capitato di voler cercare informazioni su un attore o un film di cui però non ricordi il nome? In questi casi l’unica cosa da fare è inserire nel motore di ricerca i pochi dati e informazioni a tua disposizione, come la nazionalità dell’attore o la trama del film, per ottenere i risultati desiderati. Ebbene la stessa cosa succede a molti utenti che, non conoscendo o non ricordando il nome specifico del prodotto, inseriscono le caratteristiche. In altri casi invece scrivono il nome sbagliato del prodotto, col rischio di non trovare ciò che stanno cercando. Gli algoritmi di machine learning, tramite l’analisi predittiva, rielaborano le ricerche digitate non solo sulle parole chiave ma anche su altri modelli di ricerca che ricalcano le preferenze e le abitudini dei consumatori. I clienti possono così trovare ciò che stanno realmente cercando e il processo di acquisto viene notevolmente velocizzato, a beneficio del tasso di conversione e della fidelizzazione. Intelligenza artificiale e machine learning per ecommerce: vantaggi e benefici Alla luce di quanto detto finora sembra abbastanza semplice individuare i vantaggi offerti dal machine learning agli e-commerce. Si riducono in modo significativo i costi per la gestione dei vari processi di vendita, ma anche quelli per l’integrazione e lo sviluppo delle app. Vengono ottimizzate anche le risorse interne, che hanno più tempo per dedicarsi al core business dell’azienda e implementare le vendite, che poi sono il fine ultimo di ogni e-commerce. Gli algoritmi di machine learning raccolgono e rielaborano migliaia di dati in pochissimo tempo, permettendo agli stessi gestori dei siti di realizzare grafiche accattivanti e capaci di venire incontro alle preferenze e alle esigenze d’acquisto dei clienti. I visitatori hanno la possibilità di accedere in modo rapido ai prodotti desiderati tramite differenti modalità di ricerca, velocizzando di fatto il processo d’acquisto ed eliminando alla base le possibili criticità. Vengono ottimizzate in generale le prestazioni degli e-commerce, che possono fidelizzare più facilmente i loro clienti e aumentare il tasso di conversione. E ancora gli e-commerce possono offrire e analizzare il prezzo ottimale secondo alcuni criteri ben definiti, come lo storico venduto, il prezzo applicato dagli altri competitor, i costi da sostenere e la stagionalità. Diventa così più facile anche esaminare il comportamento dei clienti e adeguarsi per offrire loro un’esperienza d’acquisto altamente personalizzata. Secondo i dati raccolti dal meccanismo di autoapprendimento risulta più semplice capire dove e come inserire i prodotti degli e-commerce nelle categorie più adeguate secondo le aspettative dei clienti. Conclusioni Questa tecnologia innovativa è amica degli e-commerce che vogliono fare il salto di qualità per garantire prestazioni “wow” capaci di offrire un vantaggio tangibile ai clienti. Basta realizzare un e-commerce dall’interfaccia intuitiva con una piattaforma di semplice utilizzo, come Shopify, e poi cavalcare i vantaggi offerti dal machine learning per lanciare sul mercato un prodotto davvero innovativo e capace di distinguersi dai competitor. Se stai pensando di realizzare un progetto Shopify puoi scaricare la risorsa gratuita alla fine dell’articolo, per conoscere il funzionamento di questa piattaforma e realizzare da subito un e-commerce vincente in pochi e semplici step.
Negli ultimi anni impazzano sul web gli influencer che, come suggerisce il nome, sono figure in grado di “influenzare” le scelte degli utenti o quanto meno di fornire utili consigli e suggerimenti. Il discorso si fa decisamente interessante se spostiamo l’attenzione all’influencer marketing negli ecommerce. Gli influencer possono infatti influenzare le decisioni degli utenti anche al momento dell’acquisto, quindi è facile intuire quanto potenzialmente possa essere efficace e potente questo strumento. Gli influencer, pionieri del web, sono ormai diventati professionisti e quelli con il maggior numero di utenti sono contesi dai principali brand e aziende. Ma nello specifico come funziona l’influencer marketing? Come sfruttarlo al meglio? E le strategie più efficaci? Ci sono rischi? Se cerchi risposte a tutte queste domande, che probabilmente si stanno ponendo i titolari di e-commerce, basta proseguire nella lettura dell’articolo. Chi è e cosa fa un influencer per ecommerce? L’influencer marketing è composto da una serie di attività portate avanti da testimonial o blogger che testano, provano e danno consigli su determinati prodotti, applicando su di loro una sorta di certificato di garanzia, in modo da veicolare potenziali clienti all'interno degli ecommerce. In ogni caso si tratta di persone ritenute influenti nel loro settore o in una particolare nicchia di mercato, figure affidabili che vengono riconosciute come vere autorità in quell’ambito. Non ci sono limiti, esistono influencer di ogni categoria e settore: automotive, tecnologia, film, viaggi, cibo, beauty ecc. Cosa fanno? Possono recensire prodotti o servizi, dando consigli preziosi da esperti del settore, o semplicemente parlare di argomenti specifici dando il loro personale punto di vista dall’alto della loro competenza. Altra cosa importante da considerare è il canale per diffondere i propri messaggi. Giorno dopo giorno spuntano sul web nuovi social, frequentati da un pubblico variegato che magari ha anche preferenze e interessi differenti. Instagram ad esempio, una delle piattaforme preferite degli influencer, pur essendo un canale versatile è più orientato verso determinati trend come la moda, i viaggi, il cibo, il settore beauty e fitness, quindi con target più femminili. Youtube invece ha un’anima più tech, infatti i principali influencer parlano soprattutto di gaming, automotive e tecnologia, quindi più orientato alla popolazione maschile in cerca di video-tutorial o recensioni prima di acquistare un prodotto. Integrare Youtube con Shopify, abbinata ad una strategia di influencer marketing può essere l'arma vincente per il tuo ecommerce. E poi c’è TikTok, popolato soprattutto da adolescenti, e quindi il target di pubblico è composto soprattutto da ragazzi giovani, dai 15 ai 25 anni. L’influencer marketing è quindi necessario per gli ecommerce? Da un punto di vista strutturale teoricamente se ne potrebbe anche fare a meno, ma questo significherebbe rinunciare ad una strategia moderna che invece porta nuove visite e nuovi clienti e che aumenta la visibilità del brand. Una buona strategia di influencer marketing, associata ad un’ottima piattaforma per il commercio elettronico come Shopify, può diventare un’arma potentissima per dare prestigio e visibilità al tuo e-commerce che può così imporsi anche in un mercato saturo e sempre più competitivo. Quali sono le migliori strategie da adottare negli ecommerce? Una volta compresa l’importanza che può avere l’influencer nelle vendite, bisogna capire quali sono le strategie più efficaci in base ai propri obiettivi e anche in base al proprio pubblico. Puoi anche scegliere l’influencer più rinomato nel tuo settore ma, senza un progetto ecommerce chiaro e strutturato, rischi di andare incontro ad un fallimento epocale e di investire soldi a vuoto. Sono 4 i passi che devi seguire per muoverti con i piedi di piombo e perseguire i tuoi obiettivi secondo una strategia studiata e ponderata, senza salti nel vuoto. Ecco gli step necessari: Stila il budget. La prima cosa che devi fare è stilare un budget, oltre il quale non puoi andare, e capire anche come intendi remunerare l’influencer. Se punti su un influencer vip, con centinaia di migliaia di follower, sappi che dovrai staccare un assegno decisamente corposo. I piccoli influencer invece possono accontentarsi anche di avere in omaggio prodotti o di servizi gratuiti. In ogni caso è necessario stabilire quanto sei disposto a spendere, così da poter fare una prima scrematura degli influencer e individuare quello che fa al caso tuo. Quello che si consiglia in questo caso è di cercare di fare una previsione delle vendite dell'ecommerce e calcolare così il ROAS. Selezione del canale social. Il secondo step è la scelta della piattaforma, legata comunque a doppio filo all’influencer. In base ai tuoi clienti, al tuo target di pubblico e agli obiettivi che intendi perseguire devi scegliere tra le varie piattaforme, ognuna delle quali può fornire prestazioni diverse a seconda di tanti fattori. Se intendi sponsorizzare un ecommerce che vende prodotti di bellezza o cosmetici, probabilmente il canale più indicato è Instagram. Se vuoi invece presentare un nuovo prodotto tecnologico, con video immersivi, vedute spettacolari, grafiche accattivanti e ricche di dettagli, Youtube è l’alleato migliore. Hai un e-commerce di abbigliamento dal taglio giovanile e trendy, rivolto principalmente ad adolescenti? Senza ombra di dubbio la piattaforma migliore è TikTok. Considera però che alcuni influencer preferiscono lavorare solo su determinate piattaforme, una cosa da tenere a mente al momento della scelta. Crea un percorso per l’influencer. Devi fornire un briefing all’influencer, una sorta di percorso da seguire con tanto di indicazioni, menzioni e hashtag da usare. Devi dargli tutte le informazioni di cui ha bisogno, ma questo non significa che devi imporre ritmo, stile e modalità della creazione dei contenuti. Hai scelto quell’influencer proprio per la sua creatività e la sua capacità di aumentare l'engagement, quindi non essere troppo invadente. Le sponsorizzazioni con gli influencer possono svilupparsi in diverse modalità: recensioni, dirette live dove i fan possono interagire, sondaggi, ricetti, guide, tutorial ecc. Studia con il professionista il “piano di battaglia” più indicato per ottenere il miglior risultato possibile. Definisci gli obiettivi. Cosa determina il successo o l’insuccesso della collaborazione con gli influencer? Gli obiettivi che intendi perseguire. Non tutti gli e-commerce hanno infatti gli stessi obiettivi, perciò bisogna identificarli prima di avviare la collaborazione. Un sito appena nato, che magari ha bisogno di farsi conoscere, più che alle singole vendite punta probabilmente ad aumentare la sua visibilità. In tale ottica un progetto Shopify può dare una grande mano, poiché fornisce strumenti in grado di indicizzare subito il sito che viene personalizzato in base al proprio target. Un’azienda già nota e consolidata sul mercato invece, con ogni probabilità, punta ad aumentare le proprie vendite. Tipi di influencer per l'ecommerce Il mondo degli influencer si è talmente sviluppato in questi anni che se ne possono individuare 4 categorie: mega influencer, macro influencer, micro influencer e nano influencer. Ognuno di questi influencer ha delle caratteristiche specifiche, costi e impatti sulle vendite dell'ecommerce diversi. Non tutte le aziende e gli e-commerce, soprattutto quelli di piccole dimensioni, possono permettersi il lusso di ingaggiare mega influencer, ma in questi casi basta affidarsi ai micro e ai nano influencer che costano di meno e che, paradossalmente, possono fornire anche prestazioni migliori. Conosciamoli meglio: Mega influencer. Questi personaggi possono essere considerati il top di gamma degli influencer, celebrità conosciute in tutto il mondo con una fan base composta da milioni di follower. Tra le figure più famose in Italia possiamo citare Chiara Ferragni o ClioMakeUp. Solo i grandi brand internazionali possono permettersi questi personaggi, considerati i top player dell’influencer marketing; Macro influencer. Sono youtuber o blogger diventati veri professionisti che si sono affermati grazie all’autorevolezza che hanno nel loro settore di riferimento. Vantano tra i 100.000 e i 500.000 follower e hanno una grande presa sul pubblico che li segue. Stiamo parlando di influencer che hanno comunque un “onorario” ancora abbastanza elevato; Micro influencer. Queste sono le figure alle quali devono puntare le piccole aziende con budget ristretti. Hanno una fan base compresa tra i 10.000 e i 100.000 follower e godono di una certa autorità soprattutto in alcune nicchie di mercato. Hanno un rapporto diretto e spontaneo con il loro pubblico e, proprio per questo motivo, riescono a creare un engagement elevato; Nano influencer. Infine ci sono i nano influencer che, pur avendo una fan base più ristretta tra i 1.000 e i 10.000 follower, gestiscono profili con alti tassi di coinvolgimento e di conversione. Anche queste figure si concentrano soprattutto sulle nicchie di mercato, quindi consentono di esplorare aree settoriali ancora vergini. Hanno costi più contenuti ma, potenzialmente, possono garantire risultati addirittura migliori dei macro e dei mega influencer. Rischi e vantaggi dell’influencer marketing negli ecommerce Usare gli influencer per vendere è una strategia che offre tantissimi benefici agli e-commerce. Puoi arrivare ad un pubblico altrimenti difficile da raggiungere con i tradizionali canali di comunicazione e, inoltre, un influencer riesce a instaurare un rapporto più umano e diretto con il potenziale pubblico. L’utente può infatti inviare domande, lasciare commenti o creare dibattiti, sentendosi così parte integrante di quel brand. Tuttavia bisogna maneggiare con cura questa strategia che, per quanto efficace, nasconde comunque delle insidie. La scelta dell’influencer ad esempio nasconde molti rischi. Potresti essere tentato dall’ingaggiare un influencer con un vasto pubblico di follower che però, nella corsa al like o al follow a tutti i costi, rischia di incappare in qualche “epic fail” che si riverserebbe negativamente sul tuo brand e non farebbe vendere il tuo ecommerce. O potresti puntare su un personaggio solo perché ha tanti follower, ma che magari incarna una filosofia completamente diversa da quella del tuo brand o che semplicemente non è sufficientemente autorevole in quel settore. Conclusioni L’influencer marketing nell’e-commerce è una strategia molto efficace ma, come indicato, va utilizzata con cautela. La quantità non sempre corrisponde alla qualità, quindi meglio scegliere un influencer meno noto ma che risulta affidabile ai tuoi occhi e adatto per il lavoro da svolgere, piuttosto che affidarsi a personaggi con tanti follower ma non idonei o addirittura pericolosi. Affinché tutto funzioni correttamente hai bisogno di una solida struttura alle spalle, a partire da un ecommerce ben consolidato, dal design intuitivo e dalla grafica accattivante. La cosa ideale sarebbe realizzare un sito Shopify e, se vuoi saperne di più, basta scaricare la risorsa gratuita a fondo pagina.
Se hai una piccola attività e vuoi importi in una determinata area geografica, devi necessariamente sapere cos’è la Local SEO. Si tratta di una strategia che consente alla tua azienda di posizionarsi nei motori di ricerca e risultare visibile a quegli utenti potenzialmente interessati ai prodotti o ai servizi che vendi, però con delle limitazioni geografiche. Questo approccio al marketing è molto più mirato ed è facile comprenderne il perché. Supponiamo che tu abbia un negozio di vestiti a Roma e che voglia importi in una determinata area geografica della capitale. Senza un’attenta strategia di localizzazione SEO, il tuo annuncio potrebbe risultare visibile anche a chi vive a Milano, Napoli o Palermo. Teoricamente non sarebbe neanche male, ma se punti a conquistare un territorio locale non ha alcun senso far arrivare il tuo annuncio a persone che non acquisteranno mai da te per questioni di distanza. Con la local SEO invece rivolgi i tuoi annunci solo a persone residenti in una determinata area geografica. Così nel momento in cui l’utente farà una ricerca digitando le parole chiave “negozio di abbigliamento a Roma” oppure scarpe nike vicino a me, sarà reindirizzato in una ricerca che comprende solo le attività nella zona della capitale e le scarpe Nike vicino a dove è localizzato chi cerca, tra le quali naturalmente c’è anche la tua attività o il tuo prodotto. Nessuno ovviamente ti vieta un domani di espandere i tuoi confini e magari rivolgerti a utenti che abitano in altre città o addirittura in altre regioni (se stai pensando di affiancare al punto vendita fisico un e-commerce o desideri ampliare il raggio d’azione della tua attività online), ma se sei una piccola attività oppure operi localmente sicuramente ti conviene importi innanzitutto nella tua area geografica di riferimento. Fatta questa premessa non ci resta che capire meglio cos’è la Local SEO, come sfruttare al massimo i vantaggi e come rendere estremamente competitiva la propria azienda o il proprio progetto ecommerce. Local SEO: cos’è? Per prima cosa è opportuno concentrarci sul concetto di Local SEO per comprendere i significati, le accezioni e le sfumature. Partiamo dalla SEO (Search Engine Optimization) che comprende tutte quelle attività on-site e off-site finalizzate a migliorare l’indicizzazione e il posizionamento di un sito all’interno della SERP. La Local SEO è praticamente la stessa cosa, con la differenza che opera principalmente a livello locale. In pratica le ricerche effettuate dagli utenti vengono ottimizzate in chiave locale, cioè racchiuse all’interno di una specifica area geografica. Tutto questo grazie alla Universal Search introdotta da Google, che mostra in una sola pagina i risultati di una ricerca comprensiva di articoli, immagini, video e mappe. I motori di ricerca forniscono diversi risultati, ma tutti tengono conto della posizione dell’utente che ha effettuato la ricerca. Tecnicamente questo risultato si ottiene grazie a Google Pigeon, un algoritmo che consente all’algoritmo di ricerca locale Google di lavorare con l’algoritmo web per fornire i risultati migliori tenendo conto della distanza e della posizione dell’utente che effettua la ricerca. La ricerca viene così geolocalizzata e le attività possono godere di una notevole visibilità all’interno di specifici limiti geografici. In altre parole compaiono solo quegli utenti che abitano in una determinata area geografica e che quindi sono potenzialmente interessati ai prodotti o ai servizi di specifiche attività locali. Come funziona Local SEO Google My Business? Per fare un ulteriore step e padroneggiare alla perfezione tutte le tecniche di Local SEO, è necessario fare un passaggio su Google My Business. Questo strumento è fondamentale per tutte quelle attività in cerca di maggiore visibilità a livello locale e contiene alcune informazioni essenziali che personalizzano l’esperienza dell’utente, come indirizzo, giorni di riposo e di chiusura, orari di apertura, recensioni degli altri clienti ecc. In pratica Google My Business diventa una vetrina fondamentale per le aziende e le attività che operano in un determinato territorio e tiene conto dell’IP e della geolocalizzazione dell’utente. Da quando nel 2015 Google ha ridotto da 7 a 3 i risultati locali, per le attività e le imprese è diventato ancora più importante conquistare le prime posizioni della SERP. Per questo motivo è fondamentale ottimizzare la scheda su Google My Business e fornire tutte quelle informazioni che possono essere utili agli utenti per personalizzare la loro ricerca, specialmente se si fa SEO per ecommerce. Ad esempio un ristorante che indica il menu, l'orario di apertura e di chiusura, l’indirizzo e magari le specialità della casa ottiene maggiore visibilità rispetto ad uno che non fornisce tutte queste indicazioni. Questo perché gli utenti possono trovare più facilmente le informazioni di cui hanno bisogno per fare una scelta mirata e oculata. Per conquistare le primissime posizioni nella SERP locale è importante conoscere i fattori di ranking più rilevanti che sono i seguenti: Coerenza dei dati. Le informazioni inserite nella scheda di Google My Business devono corrispondere a quelle presenti nei siti e nelle pagine social di quell’attività per non creare confusione nella mente del cliente che potrebbe percepire quell’azienda come approssimativa e poco affidabile; Rilevanza. Questo dato viene stabilito dalle valutazioni degli altri clienti; Vicinanza geografica. L’algoritmo naturalmente riproduce le attività più vicine alla posizione dell’utente che ha effettuato la ricerca. Gli step per ottimizzare il profilo per la Local SEO Per ottimizzare il proprio profilo per la Local SEO bastano pochi step, l’importante è che tutte le operazioni vengano svolte con estrema precisione. Il primo passo è ovviamente registrare la propria attività su Google My Business. Fatto ciò bisogna inserire: Nome dell’attività; Informazioni di contatto per consentire agli utenti di contattare l’azienda con i canali preferiti; Categorie, che aiutano Google e gli stessi utenti a capire in che settore opera quell’attività; Citazioni, cioè tutti i riferimenti dell’attività presenti online come il link al sito web, i rimandi alle pagine social ecc.; Descrizione breve e una presentazione dettagliata dei servizi offerti e dei prodotti venduti dall’azienda, utilizzando le parole chiave specifiche per l’attività, più i riferimenti locali; Foto. Ne servono almeno 4-5 di buona qualità e sono importanti non solo per gli utenti, che hanno un riferimento chiaro e immediato di ciò che troveranno, ma anche per Google per il fattore ranking; Recensioni. Le attività che riportano molti feedback, ovviamente positivi, acquisiscono punti e visibilità agli occhi degli utenti Perché la tua azienda non può farne a meno? I vantaggi di questa strategia A questo punto analizziamo i vantaggi tangibili per quelle aziende che operano principalmente a livello locale o territoriale. La Local SEO è preziosissima sia per quelle attività appena nate, e che hanno quindi bisogno di farsi conoscere, sia per quelle attività già esistenti che vogliono imporre la loro presenza sul territorio. Magari un utente conosce la tua attività, ma non i tuoi dati di contatto. Se porti avanti un’efficace strategia di Local SEO, il tuo sito viene visualizzato in Google Maps e nel Knowledge Graph con tanto di indirizzo, contatti, email, numeri telefonici ecc. In questo modo gli utenti possono reperire rapidamente tutti i dati di cui hanno bisogno e vengono fidelizzati anche più facilmente. E per quanto riguarda gli utenti che non conoscono la tua attività? In tal caso la Local SEO assume, se possibile, un valore ancora più predominante. Gli utenti, dopo aver inserito determinate parole chiave, vengono indirizzati verso quelle attività che Google ritiene più pertinenti. La possibilità di entrare in contatto e di acquisire nuovi clienti aumenta esponenzialmente, a patto però che tu inserisca tutti i dati e le informazioni che possono favorire la conversione. Per quali aziende è importante la local strategy? La local SEO è una strategia universalmente valida ed efficace per tutte quelle aziende e quelle attività che operano a livello locale. Sono però altresì importanti anche per tutti i progetti ecommerce che hanno anche un negozio fisico per vendere i prodotti. Il primo settore che viene in mente dove risulta fondamentale la local SEO è quello turistico. I turisti che approdano in una nuova città hanno nel web una delle principali risorse per trovare alberghi, ristoranti, locali, attrattive turistiche e tutto ciò che può essere interessante per la loro vacanza. Da sottolineare che gran parte delle strutture ricettive gestiscono e ricevono le prenotazioni proprio tramite web, quindi è facile intuire quanto sia determinante comparire subito nei primi risultati di una ricerca effettuata da un turista con parole chiave specifiche. Il secondo esempio è riferibile ai negozi fisici che si trovano in un luogo e magari vendono anche online su un sito Shopify. La Local SEO è quindi una vetrina preziosissima per le attività turistiche e non che vogliono conquistarsi un posto al sole nel variegato mondo del web, ma il discorso si può ampliare a tutti i negozi e le imprese che operano a livello territoriale. Negozi, professionisti, palestre o altre attività, anche senza avere un sito di proprietà, possono ugualmente aumentare la loro visibilità grazie a valide strategie di Local SEO. Come Shopify aiuta in ottica local SEO? Shopify consente ai propri merchant che hanno un ecommerce online e un negozio fisico di adottare la soluzione di Shopify POS. Questa soluzione permette la sincronizzazione dell'inventario prodotti con Google Merchant Center in modo da far apparire ogni qualvolta l'utente cerchi ad esempio scarpe vicino a me di far apparire il prodotto nei risultati di ricerca. La sincronizzazione avviene anche in base alla quantità di prodotto presente all'interno del negozio. Se il prodotto andrà in stockout non sarà visualizzato nei risultati di ricerca. Shopify POS consente anche di pianificare strategie come BOPIS (Buy online, pickup in store) oppure BORIS (Buy online, return in store). Anche per chi si occupa di advertising sui motori di ricerca questo è molto utile. Per qualsiasi altra informazione ti linkiamo la pagina dell'assistenza di Shopify che dà maggiori informazioni sul tema. Conclusioni La Local SEO è un’ottima strategia per piccole aziende, PMI o attività nate da poco che magari non hanno un grande budget e che quindi devono ottimizzare le risorse a loro disposizione. A fronte di un investimento contenuto le piccole attività possono ottenere grandi vantaggi in termini di visibilità, purché vengano inserite tutte le informazioni necessarie e le indicazioni precise per accompagnare l’utente nelle sue scelte. Per fare questo è importante avere una conoscenza approfondita della SEO. Proprio per questo motivo può risultare molto utile la risorsa disponibile a fondo pagina, scaricabile gratuitamente, che ti illustra un i falsi miti che ruotano attorno a questo mondo.
Quando realizzi un e-commerce devi pensare come se fossi proprio tu il consumatore finale. I clienti desiderano vivere un’esperienza cucita su misura per loro ma, soprattutto, non vogliono perdere tempo. Per capire se il tuo progetto ecommerce funziona ti basta fare un semplice esperimento e cioè simulare un acquisto sulla tua piattaforma. La navigazione è semplice? L’interfaccia è intuitiva? Riesci a trovare subito il prodotto di cui hai bisogno? La grafica è accattivante? Ponendoti queste domande capirai che alcune funzionalità sono essenziali per una navigazione semplice e intuitiva e tra queste rientra sicuramente il motore di ricerca e-commerce. Tutte le principali piattaforme online, da Amazon a Youtube fino a Google, sono dotate di un motore di ricerca dove digitare il contenuto che si sta cercando per accedervi rapidamente. Si stima che la maggior parte dei clienti che atterrano su un e-commerce vanno direttamente alla barra di ricerca, così da poter visionare, analizzare e studiare il prodotto, l’articolo o il servizio che stanno cercando. Nei seguenti paragrafi analizziamo perché il motore di ricerca in uno shop online è così importante e quali sono gli step necessari per ottimizzarne le prestazioni. Cos'è un motore di ricerca e perché è fondamentale per un e-commerce Il motore di ricerca interno di un e-commerce semplifica in modo straordinario la vita di un utente che sta navigando nel sito e che sta cercando un prodotto specifico. Invece di far “rimbalzare” il cliente da una pagina all’altra del sito, col rischio di farlo innervosire e farlo scappare a gambe levate, basta inserire un motore di ricerca, cioè una barra interna dell’e-commerce dove digitare il nome del prodotto o del servizio desiderato. Il cliente così ha già la “pappa pronta” e non deve scandagliare il sito per cercare ciò di cui ha bisogno. Un po’ come succede con Google dove, una volta inserite le parole chiavi per la ricerca, compaiono tutti i risultati pertinenti che interessano il navigatore. Si tratta di una scorciatoia che accompagna il cliente per mano verso il prodotto di suo interesse, così da poter completare facilmente e in breve tempo l’acquisto. Puoi realizzare il tuo e-commerce con Shopify, BigCommerce o qualsiasi altra piattaforma, ma il motore di ricerca è una funzionalità praticamente irrinunciabile se vuoi restare al passo con i tuoi competitor. Ecco, se il tuo e-commerce, sia sviluppato con Shopify sia con BigCommerce, non dispone di una barra di ricerca, devi provvedere subito a questa mancanza. Ci sono ovviamente delle strategie per ottimizzare il motore, che consentono di affinare ancora di più la ricerca e che analizziamo nei successivi paragrafi. Ottimizzare il motore di ricerca interna: le 3 caratteristiche fondamentali Ci sono delle ulteriori migliorie che puoi apportare per ottimizzare la ricerca dei prodotti e rendere ancora più intuitiva e rapida la navigazione dei tuoi clienti. Un motore di ricerca interna di un sito deve avere 3 caratteristiche fondamentali e deve essere: Immediatamente visibile. Non avrebbe senso nascondere il motore di ricerca in qualche anfratto del sito, ma deve essere subito visibile e riconoscibile. La cosa migliore sarebbe posizionarlo in alto, in modo che occupi quasi per intero la larghezza dello schermo. Fai in modo che la barra sia facilmente riconoscibile, dando al navigatore input chiari e specifici; Perfettamente funzionante. Affinché il tuo motore di ricerca abbia un’effettiva utilità, deve rispondere in modo coerente e pertinente alle ricerche dei clienti. Un motore di ricerca per certi versi deve essere “intelligente” e quindi comprendere le richieste degli utenti anche quando ci sono degli errori di digitazione che sono molto frequenti, oppure i sinonimi di varie parole. Prendiamo come esempio borsa, che potrebbe essere scritto erroneamente “brsa”, borso”, “brsa” ecc., oppure plurali e sinonimi come “borse”, “shopper” o “shopper bag”. Il motore di ricerca deve essere in grado di intercettare queste ricerche “imperfette” o alternative riuscendo a intercettare le intenzioni del cliente; Dotato dei filtri di ricerca. Nel tuo motore di ricerca devi inserire un sistema di filtri per permettere all’utente di portare a termine velocemente una ricerca avanzata. La ricerca per categoria è una delle modalità più efficienti per ottimizzare la navigazione del cliente, così come la ricerca per prezzo. Queste opzioni consentono ai consumatori di fare una selezione preliminare molto accurata, così da restringere la ricerca su quei pochi prodotti che meglio rispondono alle loro esigenze e necessità. Paradossalmente meno opzioni ci sono a disposizione e più è facile individuare il prodotto più idoneo alle proprie necessità. I vantaggi della barra di ricerca per ecommerce In parte abbiamo già analizzato alcuni dei principali vantaggi offerti dal motore di ricerca, sia che si tratti di un ecommerce b2b oppure di un ecommerce b2c. Nei seguenti paragrafi snoccioliamo tutti i benefici tangibili di avere una barra di ricerca ottimizzata per l’ecommerce. Una migliore user experience per gli utenti Come già ampiamente spiegato il motore di ricerca è uno strumento utilissimo per i clienti, che vanno a colpo sicuro sul prodotto di cui hanno bisogno risparmiando tempo prezioso. Perché dovrebbero sprecare tempo a sfogliare categorie e sottocategorie, quando potrebbero cercare direttamente in un motore di ricerca ciò che desiderano? Tutto questo processo porta ad un miglioramento del tasso di conversione e, in generale, rende molto più fluida e piacevole l’esperienza del consumatore. Come risultato finale ottieni una maggiore fidelizzazione dei clienti, ma consegui un altro risultato importante: il miglioramento del ranking della tua pagina web. Maggiori vendite Il motore di ricerca è uno straordinario strumento per aumentare le vendite a 360°. Supponiamo che il tuo cliente stia cercando un prodotto che però non è disponibile sulla tua piattaforma. Cosa si può fare? Potresti inserire una funzionalità tipo “avvisami quando il prodotto è disponibile”, ma pochi acquirenti lasceranno la loro email. Inoltre il consumatore moderno vuole subito soddisfare i suoi bisogni, quindi è probabile che vada a cercare altrove ciò che sta cercando. La barra di ricerca invece potrebbe mostrare prodotti correlati a ciò che sta cercando il cliente. Ipotizziamo che il tuo cliente stia cercando una scarpa sportiva della Nike che però è esaurita. In tal caso puoi proporre altre scarpe griffate Adidas, Puma o Diadora che soddisfano comunque i suoi criteri di ricerca. Oppure, se il prodotto è disponibile, puoi proporre tramite il motore articoli correlati. Il tutto finalizzato a soddisfare le esigenze del cliente e offrirgli un’esperienza d’acquisto costruita intorno a lui e alle sue necessità. Più dati per conoscere i tuoi clienti Il motore di ricerca è un validissimo alleato per un’altra funzione importante: conoscere le abitudini e le preferenze dei tuoi clienti. Tramite un’analisi delle ricerche interne infatti puoi conoscere meglio i tuoi clienti e raccogliere dati preziosissimi per le tue strategie future. Puoi capire quali prodotti vanno per la maggiore in un determinato periodo, e quali invece hanno una minore richiesta. In questo modo puoi ottimizzare l’ordine dei tuoi prodotti, evitando così il rischio di eccedenze, di invenduti o di ammanchi. Puoi controllare le parole digitate per la ricerca interna, quali sono le key più ricercate e come interagiscono i tuoi clienti con la piattaforma. I dati raccolti ti aiutano a conoscere le parole chiave più gettonate relative al tuo business e con i dati a disposizione puoi: creare contenuti più pertinenti rispetto al tuo target di riferimento; revisionare le categorie presenti nel tuo shop online se ritieni che possa migliorare la navigazione degli utenti; migliorare il collegamento tra le stesse pagine. Conoscere meglio i tuoi clienti dà una marcia in più al tuo e-commerce, sul quale puoi apportare tutte le migliorie per renderlo perfettamente fruibile per il tuo pubblico di riferimento. Conclusioni La barra di ricerca del sito Shopify oppure del tuo sito BigCommerce funge da filo diretto che collega l’azienda al cliente, mettendolo nelle condizioni di poter fare un acquisto secondo le sue preferenze e le sue attitudini. Se ti stai chiedendo come mettere un motore di ricerca nel proprio sito, sappi che la procedura non è particolarmente complessa ma servono comunque determinate conoscenze e competenze tecniche. Puoi quindi affidarti gli esperti di Shopify, che avranno cura della realizzazione del tuo e-commerce a 360°, compreso ovviamente l'inserimento del motore di ricerca interno. Del resto Shopify è una delle piattaforme più quotate e gettonate per creare un e-commerce moderno e personalizzabile secondo le proprie necessità. Se vuoi ulteriormente approfondire il discorso puoi scaricare gratuitamente la guida disponibile alla fine dell’articolo, che ti spiega in modo semplice e intuitivo come funziona dalla A alla Z Shopify. La guida ti illustra passo dopo passo come aprire il tuo store online, quali sono le impostazioni principali dalle più semplici alle più complesse e quali sono le singole sezioni della home di amministrazione per realizzare un e-commerce con i fiocchi.
E alla fine, dopo la Summer Edition 2022, è arrivata la Winter Edition 2023 che annuncia tutte le novità - già uscite o in corso di rilascio - sulle quali sta lavorando Shopify. Oltre 100 piccoli e grandi cambiamenti, che portano ulteriori funzioni e migliorie ad un ecosistema che sta conquistando gli orizzonti del business enterprise e i grandi marchi con Shopify Plus ed il suo sistema di headless ecommerce, che promette un ulteriore margine di crescita con la versione di composable ecommerce di Shopify Components. Le novità, come accennavo prima, sono veramente tante. E snocciolate una dietro l'altra, fanno davvero una certa impressione, siamo sicuri che questi muscoli in bella vista che esibisce Shopify hanno davvero l'obiettivo di mostrare alle grandi aziende e ai grandi brand che è pensato per loro. Proviamo a scorrere un elenco delle principali novità, con impatti più o meno grandi sulla vita dei mercati di tutti i giorni e sulle potenzialità di crescita dei vari business. (ma prima un piccolo banner pubblicitario...ricordandovi che scegliere ICT Sviluppo come vostra agenzia Shopify, contribuisce a mantenere questo spazio informativo e di approfondimento :-)) Checkout Sono stati apportati dei miglioramenti a livello di checkout, in modo da aiutare i merchant ad aumentare le vendite, diminuendo così il numero di checkout abbandonati. Shopify ha basato i suoi interventi sulle statistiche di Baymard sulle cause dell’abbandono del carrello nel 2022, in cui viene descritto che due tra le cause principali sono il fatto di dover creare un nuovo account (24%) e che il caricamento del checkout è troppo lungo (22%). Checkout one page Basandosi inoltre sui dati delle conversioni al checkout studiate su Shop Pay, Shopify ha pianificato il cambio di tutta la struttura del checkout, con la finalità di aumentare la velocità del completamento del processo di acquisto. Primo intervento è la riprogettazione della pagina di checkout verso quella che viene definita la one page checkout, di cui abbiamo analizzato pro e contro in un altro nostro articolo. Con questo intervento Shopify punta a garantire una velocità di caricamento dei contenuti maggiore e un miglioramento della velocità di chiusura del procedimento grazie alla compilazione automatica dei campi. Grazie a questa riprogettazione Shopify cerca inoltre di diminuire il numero dei campi compilabili, che da sempre rappresentano un costo psicologico per l’utente. Nuove personalizzazioni del checkout Anche per i merchant Shopify Plus sono state introdotte novità per lo sviluppo della pagina di checkout. La prima di queste è il nuovo editor drag-and-drop che permette una customizzazione più agevole della pagina anche a chi non rientra nella categoria dei programmatori. In aggiunta a questo c’è la possibilità di installare applicazioni che possono aiutare i merchant a migliorare diversi aspetti come: fidelizzazione del cliente, possibilità di inserire all’interno della pagina di checkout offerte in upselling e cross selling e molto altro ancora. (Per darti un’idea sulle possibilità presenti ti consigliamo di visitare l’app store di Shopify). Ulteriori miglioramenti sono stati fatti anche per quel che riguarda Shopify Functions, che consente ora di pianificare logiche di checkout maggiormente complesse creando restrizioni o possibilità di acquisto personalizzate all’interno del checkout. Tramite PayPal all’interno del checkout è possibile dilazionare il pagamento e abilitare alcune funzionalità che possono aiutare ad incrementare le conversioni come la prova gratuita prima dell’acquisto. Scopri le App per arricchire le funzioni del checkout di Shopify (facendo click QUI) Scopri di più su Shopify Functions (facendo click QUI) Miglioramenti della customer experience Shopify ha introdotto altre novità per migliorare la customer experience degli utenti al checkout, e per aumentare così le conversioni. Accesso più facile per gli utenti Shop Il primo di questi miglioramenti riguarda la possibilità di accesso al checkout per gli utenti che già acquistano su Shop che non dovranno più inserire ogni volta i propri dati ma potranno accedere con i dati già salvati, diminuendo così il tempo per completare un acquisto, e con esso anche il tasso di abbandono. Scopri come facilitare l'accesso al tuo store con Shop (facendo click QUI) Migliore gestione della grafica (frontend) del negozio Lato caricamento sito, Shopify ha messo a disposizione dei propri merchant la possibilità di ottimizzare le immagini presenti all’interno dello store, focalizzando così l’attenzione sul prodotto. Accedendo al CDN di Shopify puoi: Aumentare la compressione dei file senza intaccare la qualità all’occhio umano. Questo migliora la velocità di caricamento del sito Shopify e la sua SEO. Editing delle immagini base: puoi tagliare le immagini presenti all’interno del sito senza perdere il file originale, in modo da ottimizzare il più possibile l’esperienza visiva dell’utente. Tutto questo in tempo reale con modifiche direttamente visualizzabili sul sito. La possibilità di modificare header e footer senza dover mettere mano al codice e senza uscire dall’editor. La possibilità di inserire del codice CSS personalizzato visualizzando l’anteprima all’interno dell’editor. Per i progetti ecommerce custom questo è una delle più importanti novità perché consente agli sviluppatori di modificare il tema senza mettere mano ai file del tema stesso. Anche per la gestione dei colori sono stati fatti passi in avanti per quanto riguarda la facilità delle impostazioni degli schemi all’interno dello store. Shopify Magic: l’Intelligenza artificiale a servizio dell’ecommerce Shopify ha inoltre implementato la funzionalità Shopify Magic per quanto riguarda la compilazione automatica delle descrizioni dei prodotti. Questa funzionalità è particolarmente utile per tutti i merchant che devono occuparsi dell’inserimento di nuovi prodotti e non riescono ad inserire una descrizione che abbia un senso logico, che sia utile per l’utente che visualizza il prodotto o che sia finalizzata alla conversione. Come funziona? In fase di aggiunta di un nuovo prodotto, quando si deve inserire una nuova descrizione, è possibile inserire solamente alcune parole chiave. A questo punto basterà cliccare in basso il pulsante sulla scrittura automatica e verrà generata una descrizione pertinente alle parole chiave inserite. Non è quello che volevate? Si potrà modificare la descrizione creata oppure richiedere la scrittura di una nuova descrizione. Le descrizioni sono basate su un database di descrizioni dei prodotti Shopify che convertono maggiormente, queste vengono elaborate dall’intelligenza artificiale e viene adattata in base alle parole chiave inserite. Puoi approfondire l'argomento sulla AI integrata su Shopify cliccando QUA. Barra di ricerca migliorata La barra di ricerca all’interno dei siti Shopify è una delle funzionalità che consente al visitatore di ricercare il prodotto che vuole. Molto spesso però questa procedura è intaccata da alcune problematiche che possono sorgere, tra cui: errori di battitura, mancanza del completamento automatico ecc… Shopify ha introdotto miglioramenti in questo soprattutto in termini di pertinenza dei risultati. Ciò è dimostrato dalle migliorie tra le query di ricerca e i risultati restituiti, mostrati correttamente anche in caso dell’inserimento di parole con errori ortografici. Altro punto su cui si sono incentrati gli sforzi di Shopify è la possibilità di prevedere la compilazione automatica grazie ai suggerimenti quando l’utente inizia ad inserire la query all’interno della barra di ricerca. Tutto ciò avviene anche senza che Shopify si basi sui dati di acquisto dei precedenti prodotti ma affidandosi all’intelligenza artificiale. In questa maniera si privilegia la pertinenza dei risultati e si migliora la velocità di ricerca dei risultati e la user experience complessiva. Metaobject, metafield e Search & Discovery Shopify ha introdotto tra le novità anche i metaobject, dei campi personalizzati che aiutano ancor più i merchant ad inserire le informazioni relative ai prodotti, aiutando a catalogarli in maniera migliore. Qual è la loro utilità? Migliorare la gestione dei prodotti per quanto riguarda le opzioni di acquisto, i risultati dei prodotti in upselling e cross selling all’interno delle pagine prodotto oppure del carrello. I metaobject sono utilizzabili con l’editor drag-and-drop e il loro inserimento può avvenire manualmente all’interno dell’editor oppure automaticamente via API e possono riguardare: prodotti, collezioni, clienti, ordini e molto altro ancora. I metaobject e metafield possono essere inoltre utilizzati per aggiungere suggerimenti manuali nell’app Search & Discovery su cui sono state apportate migliorie. Per quanto riguarda i metafield inoltre è da segnalare la possibilità di modificarli attraverso il bulk editor, riuscendo così a modificarli molto più rapidamente. Bundle di prodotti Per chi ha un progetto Shopify uno dei miglioramenti più importanti riguarda l'introduzione dell'app di Shopify Bundle, un'applicazione nativa di Shopify dedicata alla gestione dei bundle di prodotti. Quest’app è particolarmente utile per chi vuol vendere pacchetti di prodotti perché consente la creazione dei pacchetti prodotti direttamente dalla piattaforma. Ciò si traduce anche in una migliore gestione della disponibilità dei prodotti in magazzino, i quali verranno automaticamente aggiornati ad ogni acquisto di un bundle e i pacchetti saranno sincronizzati con le giacenze in magazzino. L’utilità dell’applicazione, e dei bundle in generale, è da ricercare nell’aumento della product awareness, nell’aumento del valore dell’ordine medio grazie all’upselling e ad un miglioramento della customer experience. Quest’ultimo punto è reso possibile grazie ad una maggiore agevolazione del cliente nell’acquisto dei prodotti, offrendogli sconti sulla quantità ed evitando che alcuni prodotti vadano in stock out e vengano venduti lo stesso all’interno dei pacchetti. Costo dell'app? Completamente gratuita e disponibile ai merchant di tutti i piani Shopify. Shopify Function: applicazioni e scontistiche Miglioramenti sono stati fatti anche per quanto riguarda Shopify Functions, con la quale è possibile la creazione di applicazioni che possono aiutare nella gestione dei pacchetti di cui abbiamo parlato nel punto precedente. Con Functions è possibile la creazione di applicazioni finalizzate alla gestione di scontistiche particolari come, ad esempio, l’offerta di un prodotto in caso di acquisto di un altro determinato oggetto oppure per particolari canali come Facebook e Google. Cliccando QUI puoi scoprire alcune applicazioni con Functions per la gestione degli sconti Shopify per ecommerce internazionali Shopify è da sempre attento all’internazionalizzazione degli ecommerce e cerca sempre di offrire soluzioni che si adattino ai vari canali esteri dei propri merchant. Collegato a questo punto c’è tutto il tema della personalizzazione dell’offerta prodotti, che è una delle armi fondamentali per riuscire a fidelizzare la clientela ed offrire un prodotto allineato al mercato. Shopify tutto questo lo sa e consente ai propri merchant di scegliere, tramite lo smart order routing, quali prodotti rendere disponibili per determinati mercati. Ogni mercato quindi avrà i propri prodotti dedicati e i prodotti che sono sottoposti a restrizioni all'interno di un mercato o di una regione, saranno automaticamente rimossi. Ovviamente è anche un'operazione manuale che si può eseguire, come potete vedere da questa immagine: Altro punto a favore per gli ecommerce internazionali sta nel miglioramento per quanto riguarda le spedizioni, con la possibilità di decidere nuove regole di smistamento degli ordini per capire quale punto logistico (location) utilizzare, in base alla prossimità del magazzino al mercato e alla disponibilità del prodotto al suo interno. App Translate & Adapt Questo punto ha spinto Shopify a creare l’applicazione Translate & Adapt. L’applicazione in questione consente di tradurre automaticamente fino a due lingue gratuitamente tramite Google Translate. L’interfaccia la rende perfetta per un confronto sulla correttezza della traduzione e ne rende facili eventuali modifiche per adattarle al 100% al linguaggio comune. Tra le ultime novità, la possibilità di tradurre anche le immagini, associandone una diversa per ogni lingua. Shopify e ottica omnicanale Come sappiamo Shopify è da sempre sensibile anche sul tema dell’omnicanalità ed è sempre attento ad offrire ai merchant tutti gli strumenti per aiutarlo a vendere su quanti più touchpoint possibili, compresi i mercati internazionali. Miglioramenti per Youtube Shopping Qualche tempo fa vi avevamo parlato in un nostro articolo di Youtube Shopping e di come questo consenta ai merchant Shopify di inserire all’interno dei video e delle trasmissioni in streaming i prodotti che possono venire pubblicizzati. Sono stati apportati dei miglioramenti sul modo di gestire le informazioni dei prodotti Shopify all’interno della piattaforma. Ora il catalogo di Shopify è sincronizzato con i prodotti presenti su Youtube, consentendo così all’utente di usufruire di informazioni costantemente aggiornate in tempo reale. Miglioramenti dell’app Shop Anche per quanto riguarda l’app Shop, su cui i merchant Shopify possono vendere i propri prodotti, sono aumentate le possibilità di personalizzazione, in modo da creare un’esperienza personalizzata anche per questo touchpoint. In particolare sono stati introdotti miglioramenti su: Gestione di prodotti e collezioni; Accesso grazie a Shop Passkey, con il quale è possibile un accesso sicuro bypassando la verifica a due fattori grazie al riconoscimento facciale e all’impronta digitale. Con Passkey inoltre è agevolato anche il checkout, che è reso così molto più rapido e sicuro; Miglioramento dell’esperienza utente grazie alla possibilità di inserire recensioni prodotti, contenuti sul brand e recensioni video. Aggiornamenti di Shopify B2B Anche per quanto riguarda il B2B su Shopify, la piattaforma ha introdotto e annunciato alcune novità che erano molto attese dalla aziende che fanno vendite con contratti e listini differenti, lavorando nell'ambito dell'ingrosso. Certamente uno degli aspetti sui quali Shopify spinge per entrare nel mercato enterprise. O una delle chiavi. Shopify spiega l'approccio che vogliono avere con il B2B con un Direct To Consumer like. Per approfondire lo puoi fare su questo articolo, cliccando QUI Quantità d’ordine minimo Fondamentale per il commercio all’ingrosso, Shopify ha introdotto il minimo d’ordine per le quantità, in modo da aumentare il valore medio dell’ordine ed ottimizzare i costi di spedizione. Ma di più, questa funzione non solo per una questione di marketing e spinta sulle vendite: la quantità dell'ordine minima è connaturata nel commercio all'ingrosso ed è legata al fatto che per questo tipo di utenti sono riservate scontistiche personalizzate. Ordini ripetuti Altra funzionalità correlata è quella relativa agli ordini ripetuti, frequenti quanto si deve gestire un rapporto di fornitura. I clienti B2B sono infatti molto più fidelizzati rispetto ai clienti B2C ed offrire ordini ripetuti è una delle armi migliori per rafforzare ulteriormente il rapporto, semplificando la fase di riordino (per il cliente) e favorendo un'entrata ripetuta (per il merchant). Se vuoi iniziare ad approfondire il tema degli ordini ripetuti puoi cliccare QUA. Esperienza personalizzata per ogni singolo cliente Anche questa è una delle caratteristiche che distingue un ecommerce B2B da un ecommerce B2C. La personalizzazione può avvenire in più modi: Creazione di cataloghi dedicati, sia a livello di prezzo/sconti sui prodotti, sia con la possibilità di escludere dei set di prodotti su specifici cataloghi. Anche questo è fondamentale per offrire prodotti in esclusiva a determinati clienti, riuscendo così ad avere un potere contrattuale maggiore; Per approfondire la gestione dei cataloghi su Shopify clicca QUA. Logiche custom per il cliente B2B: ogni cliente potrà avere un checkout personalizzato, con la possibilità di richiamare automaticamente metodi di pagamento e spedizione riservati per l'azienda, in linea con quelle che sono le condizioni definite nel contratto di fornitura. Si può usare Functions per creare logiche che incontrano i bisogni dei clienti B2B e DTC. -> Per approfondire l'argomento delle logiche custom clicca QUA. I metafield hanno un ruolo sempre più importante: ora si possono utilizzare anche per le company e le location. -> Per approfondire l'argomento sui metafield puoi fare click QUA. La personalizzazione del checkout inoltre è realizzabile lato sconti, le cui regole possono essere espresse diversamente tra un listino e l’altro. E anche questa, quella degli sconti al checkout riservati per un particolare listino, è una di quelle funzioni killer che possono risolvere un sacco di casistiche. Tramite il linguaggio Liquid, è possibile una personalizzazione delle notifiche esclusivamente per un cliente B2B che, una volta effettuato l’accesso, avrà delle esperienze a lui dedicate, potendo lavorare sulle variabili per le notifiche sia sul tema che sulle email. -> Se vuoi approfondire il tema delle notifiche personalizzate su Shopify clicca QUA. Miglioramenti sulla gestione degli ordini: Draft order e richiesta preventivi Shopify ha ampliato le possibilità di gestione degli ordini dei clienti. La più importante novità in questo senso riguarda l’introduzione dei draft order, ossia degli ordini in bozza. Risultano particolarmente utili per le aziende che raccolgono ordini per il B2B non solo tramite ecommerce, ma anche tramite telefonate, email e altri canali. Una volta inserita l’azienda con cui fare l’ordine tutte le condizioni sono automaticamente aggiornate in base a quanto già impostato all’interno della piattaforma di Shopify. Altro vantaggio dei draft order è quello di evitare di approvare automaticamente gli ordini ma lasciarli in bozza per un’approvazione manuale, con la possibilità di prevedere l’approvazione automatica degli ordini. Una volta approvata la bozza di ordine sarà inviato al cliente una mail per completare l’acquisto procedendo con il pagamento. Oltre agli ordini in bozza è stata introdotta la possibilità da parte dei merchant di inviare preventivi personalizzati, integrati così nelle funzioni native, ai loro clienti che possono richiederli direttamente dallo store online. Miglioramenti anche per quanto riguarda la gestione dei pagamenti, inviabili ora direttamente dal pannello di Shopify: dei solleciti (inviabili tramite Shopify Flow), al salvataggio automatico delle carte di credito aziendali. Il tema degli ordini in bozza può essere approfondito cliccando QUA. Puoi approfondire il tema del salvataggio delle carte di credito QUA. Se invece vuoi approfondire il tema dei termini di pagamento del B2B clicca QUA Nuove API, anche per il B2B API per il B2B E finalmente, dopo 6 mesi di attesa, arrivano le API su B2B. E sì, perché dietro ad un progetto ecommerce che deve gestire un gran numero di aziende e listini, che deve lavorare velocemente sul cambio di listini... è impossibile pensare di non avere le API a disposizione per la data integration con il proprio ERP o altri sistemi di logistica aziendale, per automatizzare il flusso dello scambio informazioni. Con l'arrivo delle API per il B2B possiamo dire che anche questo aspetto corporate-enterprise di Shopify ha raggiunto la maturità. Parliamo infatti dell'apertura dello scambio di informazioni via API per tutti gli elementi necessari alla gestione del B2B: API aziendali; API sui cataloghi; API sui listini dei prezzi; API sulle pubblicazione; API sui metodi di pagamento; API per la gestione del magazzino; API per la gestione dei resi; Per tutto ciò che c'è da sapere sugli API del B2B ti invitiamo a leggere il nostro articolo cliccando qui su Shopify B2B. Il marketing con Shopify Anche per chi si occupa di marketing Shopify ha previsto delle novità affinché i merchant possano aumentare le loro vendite tramite vendite e automazioni. Partiamo da Shopify Form La nuova app Shopify form (ovviamente gratuita) va a colmare un piccolo grande vuoti: finalmente si possono utilizzare dei form nativi per la raccolta delle informazioni sui visitatori e utilizzare queste informazioni per la segmentazione interna. Email marketing tramite automatizzazioni e personalizzazioni Per quel che riguarda l’automatizzazione delle email Shopify ha migliorato la gestione dell’email marketing per quanto riguarda il carrello abbandonato. Oltre a questo è stata introdotta la possibilità di una personalizzazione massima dei template delle email, grazie alla possibilità di inserire del codice Liquid per inserire immagini, CTA e molto altro. Può essere inoltre aggiunto un pulsante per il checkout rapido con il pagamento tramite Shop Pay, con il quale possono essere memorizzati i dati di pagamento per un checkout sempre più rapido e un miglioramento complessivo della customer experience. Questo punto è particolarmente utile in ottica di aumento delle conversioni e di fidelizzazione del cliente. Un ulteriore miglioramento in ottica conversioni riguarda la possibilità di segmentare i clienti in base al comportamento che hanno avuto riguardo determinate email, quindi se l’hanno aperta, hanno acquistato il prodotto ecc… Questo va a favore di chi pratica strategie di inbound marketing e tiene in considerazione il motto “the right message, in the right time in the right place”. Shopify Flow potenziato Sono state potenziate anche le funzionalità di Shopify Flow che, senza mettere mano al codice, consente ai merchant Shopify di automatizzare le attività, dal marketing ad attività routinarie nella gestione del negozio. Sono state introdotte anche automazioni che riguardano l’evasione degli ordini in blocco, con la possibilità di definire automaticamente la priorità di evasione, eliminando anche tutte le attività che sono frequentemente fatte per la preparazione degli ordini. Con Shopify Flow è stato inserito anche un connettore con OpenAI per la generazione di testo, grazie alla tecnologia GPT, basato su parametri inseriti su Shopify Flow. Per saperne di più leggi l'articolo su Shopify Flow sulla pagina di assistenza di Shopify. Gestione del negozio online Anche la gestione del negozio Shopify ha ricevuto alcuni miglioramenti, in modo da semplificare la vita di chi vende online. In particolare le novità riguardano: Gestione delle conversazioni con i potenziali clienti: miglioramenti sono stati adottati per potenziare il rapporto con i clienti e potenziali clienti con i messaggi derivanti da Instagram e l’app Shop direttamente accessibili da Shopify Inbox per riuscire a rispondere ai clienti ancor più rapidamente e consolidare con loro il rapporto. Possibilità di accorpare profili cliente duplicati: capita spesso che un cliente acquistando più prodotti possa creare un secondo profilo. Shopify ha introdotto la possibilità di eliminare i profili cliente duplicati accorpando il profilo secondario con il principale, aumentando così il livello di organizzazione all’interno del negozio. Gestione del profilo cliente migliorata, con la possibilità di gestire i loro ordini e resi in maniera ottimale. Miglioramento del design della piattaforma: Shopify ha migliorato anche l’indice del pannello di controllo per la gestione di tutte le funzionalità della piattaforma, rendendolo estremamente intuitivo e coerente. Nuove autorizzazioni per gli utenti della piattaforma: Shopify ha introdotto nuove possibilità di concedere permessi per chi deve lavorare all’interno della piattaforma. In particolare sono state inserite le autorizzazioni granulari, in modo da avere il pieno controllo degli utenti che possono accedere alla piattaforma e modificare prodotti, collezioni ecc… Per tutte le altre novità ti lasciamo il link all’articolo di Shopify dedicato alle novità della Winter Edition. Wow… mozzafiato, vero? Per partire a vendere online con il tuo progetto ecommerce puoi sempre rivolgerti ad un'agenzia Shopify che saprà aiutarti per il tuo progetto.