Negli ultimi anni il tema della sostenibilità è divenuto il focus e l’obiettivo di moltissime aziende che volevano fare differenza sul mercato. Non tutte però sono state davvero in grado di adottare le logiche del green marketing al 100%, difatti in molte hanno subito importanti multe per aver diffuso il falso da questo punto di vista. Ma cosa si intende per green marketing? La promozione di prodotti, servizi e attività - anche interne all’azienda - volte a sostenere l’ambiente, riducendo l’energia per la produzione di materiali inquinanti come la plastica e propendendo una produzione che allunghi il ciclo di vita di un prodotto, in modo da riutilizzarlo. L’obiettivo, quindi, è di rendere l’ambiente meno nocivo per l’uomo e per farlo di modi ce ne sono diversi. Saperli comunicare per un’azienda è molto importante. Purtroppo però in molte sono le aziende che hanno fatto solo finta di scegliere questa strada e infatti sono rientrate nella definizione di greenwashing. Il greenwashing è quando un’azienda mostra soltanto un'ecologia e una sostenibilità di facciata. Ma come fare per non rientrare in questa categoria ed essere poi classificata come un’azienda che segue davvero un’ottica di green marketing? Sicuramente parlare o mostrare troppo di essere un’azienda che opera in ottica di green marketing non conviene. Se non è al 100% così la multa è dietro l’angolo. Evitare gli eccessi comunicativi, di base, è un ottimo punto di partenza. Per sapere però come comunicare ai clienti le proprie attività di green marketing e non cadere nel greenwashing, approfondiamone gli aspetti più importanti. Strategia di green marketing efficace, da dove partire Essere un’azienda green significa soltanto fare delle promozioni su prodotti green, ma prendere delle scelte che siano realmente sostenibili dalla A alla Z, quindi promuovere ad esempio una o più linee produttive sostenibili. Allo stesso tempo è importante rinnovare i processi produttivi e fare in modo che sfruttino meno energie, così come bisognerebbe promuovere uno smaltimento dei rifiuti più responsabile internamente. A queste scelte dovrebbero seguire altre decisioni come la promozione di un archivio digitale, a favore della riduzione della carta e una migliore formazione interna, partendo quindi dai dipendenti, sull’importanza di fare scelte green. Il greenmarketing inizia dall’interno dell’azienda e i dipendenti stessi devono pubblicizzare le loro azioni quotidiane sostenibili, sfruttando ad esempio il potere dei social media. I clienti o potenziali tali, in questo modo vedrebbero realmente l’impegno dell’azienda nel favorire la sostenibilità ambientale e quest’ultima diventerebbe, quindi, maggiormente credibile. Le 5 I del green marketing Le 5 I del green marketing sono i cinque principi dai quali partire per far sì che un’azienda venga realmente definita come sostenibile. Innovativo - fare scelte innovative dal punto di vista dei processi produttivi, così come dei prodotti che vengono scelti; Informativo - ogni nuova abitudine aziendale in ottica green deve essere comunicata ai clienti, in modo da favorirne la filosofia; Invitante - fare in modo che le persone accolgano la nuova ottica di green marketing in modo positivo e non come un obbligo. Intuitivo - rendere semplici le procedure sostenibili da applicare, in modo che siano immediatamente comprensibili; Integrativo - se la filosofia green viene diffusa al meglio stesso tra i dipendenti, sarà più facile diffonderla. In un processo di Inbound marketing, il concetto di green marketing diventa molto importante affinché nuovi clienti si avvicinino al brand e lo reputino affidabile e innovativo. Da qui rispondiamo alla prossima domanda, ovvero perché è così importante il green marketing per un business? Perché il green marketing oggi è fondamentale per un business La risposta è immediata da dare per un qualsiasi business che abbia come obiettivo quello di crescere: migliorare la reputazione dell’azienda e quindi renderla più affidabile per il cliente finale. Oltre questa motivazione c’è anche da considerare che il tema dell’ecosostenibilità è molto sentito tra le persone e quindi tra i clienti. Vedere il proprio brand preferito adottare quest’ottica, rappresenta un decisivo punto in più a favore dell’azienda. C’è anche da dire che un prodotto ecosostenibile attira moltissimo le persone e quindi, al di là di tutto, è una scelta che incrementa il fatturato. Pensiamo ad esempio agli ecommerce nascenti che desiderano posizionarsi sul mercato, una scelta di core business orientata all’ecosostenibilità diventa vincente. Allo stesso modo le aziende che per esempio prediligono servizi di riparazione e vendita di un prodotto già utilizzato, ne allungano il ciclo di vita, contribuendo a un minor inquinamento con l’utilizzo di nuovi materiali e al risparmio energetico per la produzione di altri articoli. Oltre queste motivazioni strategiche ed economiche, per un’azienda è anche un piacere contribuire alla salute del pianeta, optando per prodotti e processi produttivi ecologici. Questa, sebbene sia una motivazione apparentemente banale, è probabilmente l’aspetto che in ottica comunicativa attira di più le persone e quindi nuovi clienti. In ottica di green marketing, quanto è importante il green advertising? Come sviluppare una strategia di Green advertising Se hai un ecommerce e dai dati che hai raccolto con il CRM, su Hubspot CRM, ti sei reso conto che l’interesse dei consumatori va verso i prodotti ecosostenibili, un motivo c’è ed è che essi sono interessati a migliorare il mondo, scegliendo prodotti che abbiamo un minore impatto ambientale. Ma come fare quindi a pubblicizzare i prodotti ecosostenibili senza cadere nel “già visto”, “già detto” e in un rimprovero latente ai consumatori che non seguono questa filosofia? La strategia migliore è quella di adottare un marketing che parli di emozioni positive, di speranza e di miglioramento. Ecco quindi la chiave del green advertising, ovvero la creazione di messaggi pubblicitari che abbiano l’obiettivo di diffondere una comunicazione che generi desiderio e voglia di conoscere i prodotti dell’azienda, nonché essa stessa. In molti casi mostrare ai clienti il processo che ha portato a una produzione ecosostenibile, magari con un video esemplificativo, li avvicina al concetto e rende tutto il principio di ecosostenibilità più tangibile, anche per chi lo osserva dall’esterno, ma vuole saperne di più di come vengono fatte le cose. In altri casi un annuncio che mostra le potenzialità ecosostenibili di un’azienda, portando per esempio il target su una landing page dimostrativa di come vengano seguite regole o di come i dipendenti stessi prediligano procedure green in ufficio, potrebbe avvicinare i clienti all’azienda. Come affermavamo all’inizio di questo articolo, la sostenibilità è un concetto molto sentito e condiviso dalle persone, per cui orientarsi in quest’ottica di business, raccontando la verità su ciò che fa l’azienda è sicuramente una prospettiva positiva. Conclusioni In un progetto ecommerce, ma non solo, il green marketing oggi deve essere alla base di una strategia di inbound marketing ben costruita. In quest’ottica di sicuro la migliore piattaforma per realizzarla è Hubspot. Image by Freepik
HubSpot è un’azienda che ha sede a Cambrige (hubspot.com), nel Massachusetts, e che ha sviluppato la piattaforma software che ha definito il concetto di inbound marketing, l’ha fatto crescere e conoscere nel mondo, presentando una metodologia che oggi viene studiata anche nei corsi di marketing nelle università. HubSpot presenta 3 soluzioni, integrate in un’unica piattaforma, per fare inbound: HubSpot Marketing Hub, Hubspot Sales Hub e HubSpot Service Hub. Che cos'è HubSpot HubSpot è un software che fa un sacco di cose. Ma fondamentalmente può essere utilizzato per la gestione completa del web marketing aziendale, dell'attività sales del commerciale, del service e gestione cliente. Fornisce tutti gli strumenti necessari per gestire la presenza online di un’azienda e i rapporti con prospect e clienti. La logica con cui funziona HubSpot è quella di permettere il tracciamento delle persone che arrivano sul sito web aziendale e che entrano in contatto con l'impresa tramite i suoi touchpoint (come l'email, social, ecommerce ecc...). Nel primo caso, se è il sito è sviluppato in Hubspot allora il tracciamento avviene automaticamente altrimenti si può procedere all'inserimento del codice di tracciamento. Il fine è poter costruire delle liste che profilano l’utente in base ai suoi reali interessi, in base alla tipologia di cliente o di stadio nel processo di acquisto in cui si trova. E non solo. A queste liste di contatti profilati, si possono inviare email e mostrare contenuti diversi sulle nostre pagine web. Si possono inoltre assegnare compiti ai membri del team commerciale in maniera automatica, basandosi quindi sulle relazioni tra i lead e i contenuti del sito/email/social. Oltre alla parte dedicata alla gestione del web marketing, che l'ha reso famoso, c’è una seconda parte chiamata HubSpot Sales Hub, dedicata al team commerciale e alla gestione dei deal, delle pipeline, delle chat e dei preventivi, in modo da unire in un'unica piattaforma Sales e Marketing tramite il CRM. HubSpot inoltre è dotato di una parte di ticketing per gestire tutte le problematiche riscontrate dai lead. Anche qui la forza della piattaforma è unire i tool dedicati alla gestione dei ticket con la parte CRM, in un sistema perfetto per chi si occupa di marketing, per il commerciale ma anche e soprattutto per i clienti finali. Per approfondire altri aspetti legati alla piattaforma: I vantaggi di HubSpot Alternative ad HubSpot La metodologia inbound marketing A chi serve Hubspot? Se ti chiedessero ma a chi è utile Hubspot? La risposta sarebbe A chiunque voglia vendere i propri prodotti, migliorare i loro processi commerciali, fare marketing, tenere monitorate le interazioni con clienti e contatti, migliorare le relazioni con i clienti finali (o con il potenziale cliente) e la loro customer experience. Tenendo in considerazione questi punti possiamo dire inoltre che questa tipologia di software è utile ad ogni tipo di azienda, dalla PMI ad aziende Enterprise, sia esse che operino in mercati B2B che in mercati B2C. Hubspot inoltre può essere utile anche per chi ha un progetto ecommerce da migliorare e cercare di integrare la vendita online con le funzionalità di CRM, sales e marketing. L'adattabilità di Hubspot non si esaurisce in base alla tipologia di business, ma dire che HubSpot è una piattaforma completa significa sottolineare che è utile non solo a chi fa marketing, non solo a chi si occupa della parte commerciale, ma anche a chi deve migliorare i processi aziendali e migliorare l'assistenza tramite il ticketing. HubSpot per fare inbound marketing HubSpot viene utilizzato dalle aziende che vogliono – finalmente – cambiare il loro modo di interpretare internet, e di considerarlo – alla stregua di una fiera o di un evento – un generatore di lead, con il grande vantaggio che gli utenti raccolti ed inseriti all’interno di un database qui “vivono”, vengono alimentati, compresi, studiati e profilati. La finalità? Trasformare i lead in clienti finali. Inbound marketing e Hubspot sono due termini che vanno infatti di pari passo. Il termine inbound marketing è stato coniato nel 2009 da Brian Halligan, insieme a Dharmesh Shah e David Meerman Scott, co-fondatori di Hubspot. Vien da sé che l'utilizzo e le funzionalità della piattaforma siano totalmente a servizio di questa metodologia di marketing e improntato su quello che viene definito s-marketing, ossia l'allineamento tra marketing e sales. Tutto ciò con un unico fine: aumentare la customer experience delle persone che si interfacciano con le aziende. Andiamo a vedere alcune di queste funzioni… Il sito web con Hubspot CMS Potete costruire il sito web della vostra azienda all’interno di Hubspot tramite Hubspot CMS. Questo porta notevoli vantaggi: in termini di velocità, sicurezza, performance, SEO… e marketing. Nulla a che vedere con altri CMS come Wordpress che presentano numerose lacune su ogni tipo di caratteristica. Per questo ti consiglio di approfondire il tema con l'articolo sul perché Wordpress sia una delle scelte peggiori da fare per lo sviluppo del proprio sito aziendale. Che si parli di una pagina del sito web, una landing page, un post del blog o un’email Hubspot offre una potente piattaforma grafica che permette una facile gestione di grafiche complesse, per dare la massima libertà ai designer e massimizzare il rendimento delle conversioni dei visitatori. In questi casi c'è la possibilità di scaricare un template già pronto dallo store oppure procedere con uno sviluppo custom. Oltre a questo realizzare un sito in Hubspot consente di avere incluso il tracciamento dei comportamenti sintetizzati nella reportistica senza la necessità di inserire script e imbattersi in codice che può essere ostico a più di qualcuno. Il blog è semplice e performante Già nel pacchetto gratuito di HubSpot è possibile utilizzare uno o più blog per lavorare sui contenuti che possono attrarre i visitatori al sito, gestendo all’interno delle comode e funzionali call-to-action. Tutto questo per pianificare strategie di content marketing, in modo da aiutare a pensare contenuti per fare lead generation. Tutto parte del blog, per quello è da considerarsi come una scelta obbligatoria anche quando si opta per tenere il sito all'esterno e il blog in un subdominio (stile lab.nomedominio.est, academy.momedominio.est, blog.nomedominio.est) Si possono ottimizzare i contenti dal punto di vista SEO, tramite alcuni suggerimenti da parte della piattaforma che mette a disposizione un comodo indicatore delle performance integrato. C'è inoltre la possibilità di verificare con preview la vista su differenti tipi di schermi. Perché non utilizzare un blog esterno con Wordpress? Perché la quantità di informazioni che si possono gestire in modo integrato direttamente all'interno di HubSpot sono così tante che il gioco - di abbandonare Wordpress - può valere la candela. Per approfondimenti: Articolo sul Blog di Hubspot; Come usare il Blog nell’Inbound Marketing: consigli per iniziare; Ottimizzazione SEO del blog: il pannello SEO di Hubspot; Landing page, strumento perfetto per la lead generation La landing page o pagina di atterraggio è quella pagina in cui avvengono le conversioni dei visitatori anonimi in contatti. Le landing page sono il cuore del processo di conversione e sono uno degli elementi di più difficile realizzazione. Con HubSpot si possono creare landing page in pochi click (anche grazie al sistema drag-and-drop), predisporre degli A/B test per testare l'efficienza di soluzioni differenti e analizzare il rendimento. L'analisi delle performance avviene in modo semplice e intuitivo: semplicemente viene mostrata da che fonte e da che campagna di marketing arrivano i contatti e, focalizzando le metriche di analisi su chi di questi contatti (arrivati da ogni singola pagina) è diventato poi cliente, ci permette di calcolare il ritorno dell'Investimento di ogni azione di marketing. Nella foto un esempio della costruzione di una landing page in Hubspot con l'editor drag and drop HubSpot gestisce i social media Potete utilizzare HubSpot per condividere i vostri messaggi su più canali social in tempo reale (sia aziendali che personali), monitorare tutti i canali e comprendere le perfomance della vostra attività social con una serie di statistiche orientate al risultato: il post con più interazioni, quello che ha ricevuto più click... e su tutto, sullo sfondo, la conversione. Potete programmare i post singolarmente sia in modo massivo, con un comodo strumento, invidiabile per un'azienda che ha un'attività social di qualche genere. Hubspot dalla sua ha un'ampia possibilità di integrazione con i principali social network come Facebook, Twitter, Instagram, Youtube e Linkedin. Oltretutto alcune informazioni social, come il numero di follower o quello dei click, possono essere usate per segmentare il database di lead e creare così campagne di comunicazione targetizzate. Le newsletter e l'email marketing Avete presente Mailchimp? Mailup? Ecco, scordatevele. Non perché non siano dei buoni tool, ma perché le stesse funzionalità le possiamo trovare all'interno di un'unica piattaforma. Il vantaggio nell'utilizzare il motore delle email automatiche e delle newsletter di HubSpot è presto detto: tutte le informazioni sull'apertura di una email, sul rimbalzo, sul click e sul dove si è cliccato vanno all'interno delle informazioni del contatto, andando ad arricchire il profilo, aggiungendosi alle informazioni sulle pagine visitate, i click dai sui social e molto altro ancora. A queste si aggiungono le marketing email, con la possibilità di crearle tramite un editor drag-and-drop, molto simile per funzionalità a quello usato per la creazione del sito e per le landing page. Tutto questo rende Hubspot una piattaforma molto intuitiva e semplice per quanto riguarda queste funzionalità. Anche per le email c'è la possibilità di inserire al loro interno gli smart content, in modo da offrire un'esperienza personalizzata a chiunque visualizzi la mail. Il CRM, tra il Marketing e il Sales Il cuore pulsante di Hubspot è il CRM, acronimo di Customer Relationship Management, che fa sostanzialmente da collante tra gli strumenti di marketing, gli strumenti legati alla parte sales e tutta la parte di service. È sostanzialmente il nucleo centrale che prende i dati da ogni touchpoint e li rende disponibili, ma soprattutto utili, a tutti gli altri dipartimenti. Il risultato finale è una piattaforma che riesce a migliorare i processi interni mettendo in condivisione e rendendo accessibili i dati a tutti i team che operano. Oltre ad un miglioramento dei processi interni si registra anche un miglioramento della customer experience, vista la possibilità di veicolare all'utente finale il giusto messaggio, al tempo giusto. Di seguito riportiamo alcune funzionalità di Hubspot CRM. La gestione dei contatti Una delle cose che mi piacciono di Hubspot è andare all’interno della scheda del lead. Qui troviamo due visualizzazioni: un riepilogo generale e una timeline in cui sono comprese: Tutte le attività dal contatto con il nostro sito comprensive di: pagine visualizzate, form compilati, le landing viste, call to action cliccate, l'origine del contatto (campagna PPC, traffico organico, social ecc...). Tutte le attività commerciali eseguite con la possibilità di loggare call, email e note commerciali e assegnare task agli altri membri del team; Tutti i preventivi inviati al contatto, lo stadio in cui si trova all'interno della pipeline e, nel caso di integrazione con l'ecommerce, i prodotti acquistati; Log automatico di email e conversazioni (anche SMS e Whatsapp) e ticket avvenute con il contatto; Attività derivanti da applicazioni integrate con il CRM (ad esempio integrazioni con Zoom oppure Eventbrite si possono visualizzare le partecipazioni a webinar oppure ad eventi fisici come uno spettacolo); Non solo perché per quanto riguarda mail oppure per i documenti è attivo un sistema di tracciamento che consente di visualizzate se e quando un documento è stato visualizzato, e i link che possono essere stati cliccati. Il tutto è utilizzabile per arrivare inoltre al punto successivo, quello della segmentazione dei contatti. Hubspot inoltre funziona per proprietà e ogni qualvolta viene compilato un form i dati e le proprietà di contatto si aggiornano automaticamente. C'è inoltre la possibilità di modifica manuale dei dati, in modo da avere un CRM pulito e una scheda di contatto che possa essere utile alla segmentazione. All'inizio dell'articolo abbiamo inoltre sentenziato che il software è certamente perfetto per ogni tipo di azienda, menzionando inoltre anche il caso del B2B. A tal proposito Hubspot suddivide i contatti in contatti veri e propri ed aziende. Il funzionamento di quest'ultima è analogo a quello dei contatti: con le interazioni eseguite da ogni contatto, riassunte all'interno della scheda dell'azienda. Nella foto un esempio del contatto in HubSpot con ogni attività svolta Le liste (= segmentazione) Parlare di liste significa parlare di segmentazione dei contatti. Un discorso che ci porta, intimamente, all'essenza di cos'è l'inbound marketing: lead generation, segmentazione e qualificazione commerciale dei contatti, per poter chiudere prima e meglio. Quando qualcuno compila un form di Hubspot questo contatto diventa un lead del database, con la possibilità inoltre di classificarlo nelle varie fasi del funnel di vendita e tracciandone i comportamenti tramite un cookie. All'atto pratico poi, con le liste puoi costruire dei cluster di tutti quelli che hanno visto enne volte la pagina tale, mescolando le informazioni con i click dati sui social, i form compilati, le Call-to-Action cliccate e le email aperte con quelle anagrafiche (età, fatturato, provincia...), e tutte le informazioni di cui abbiamo parlato nel punto precedente. Avendo un'unica incredibile pipeline che raccoglie tutte le informazioni sul contatto, viene facile poter utilizzare queste informazioni per segmentare i lead e per comprendere meglio a cosa sono interessati, aiutando, quindi, il venditore nel primo contatto commerciale perché la personalizzazione dell'offerta, nel marketing, è importante. Le liste sono utili anche per chi si occupa di marketing all'interno dell'impresa per migliorare i propri risultati. Pensare a strategie di marketing mirate ad un determinato target aiuta a non sprecare tempo e risorse in azioni massive comprendendo anche contatti che non sono minimamente interessati all'offerta. Per fare tutto ciò si possono combinare le proprietà del CRM per la creazione di un numero pressoché illimitato di liste che possono rispondere alle più disparate necessità. I workflow, ovvero la marketing automation HubSpot è però anche una piattaforma di marketing automation, forse la più famosa e versatile nel mercato, che permette di alimentare i contatti a seconda delle interazioni che questi hanno con i contenuti del sito o di distribuire compiti al team commerciale interno, quando il contatto viene qualificato per la vendita. HubSpot gestisce questa funzione con i workflow, rendendo, anche in questo caso, un'applicazione potente e complessa, veramente facile da utilizzare. A chi sono utili? Anche in questo caso la risposta è a chiunque. Facciamo alcuni esempi di workflow che possono essere impostati a seconda dell'utilità dei team. Facciamo alcuni esempi: Per il team marketing sono utili i workflow per la lead nurturing, l'invio di email o sms automatici, l'inserimento o la rimozione dalle liste di segmentazione e dai pubblici per le campagne pubblicitarie; Per il team sales è utile per segnalare le opportunità commerciali, per assegnare task automatiche, per impostare note o l'invio di sms o mail interne al verificarsi di determinate condizioni, per ricevere avvisi sui deal aperti; Per il team di assistenza sono utili per la gestione del ticketing in base a determinate condizioni, ad esempio il ticket può essere assegnato ad utenti diversi in base alla località del contatto; Possono essere usati anche per azioni routinarie e di pulizia del CRM stesso tramite la creazione o l'eliminazione di contatti e la modifica delle loro proprietà; Per approfondire il tema della marketing automation puoi visitare la pagina di approfondimento La marketing automation. Nella foto un esempio di workflow in HubSpot con a destra alcune possibilità di azioni disponibili Strumenti per la conversation Hubspot mette a disposizione dei suoi utenti anche tutti gli strumenti necessari per essere costantemente attivi e rapidi nella risposta al cliente, consentendoci di avere una inbox dove possono essere gestite tutte le conversazioni in entrata tramite social, email, chat e form. Oltre a questo la piattaforma prevede la funzionalità dei flussi di chat automatici da inserire o nel social come Facebook oppure all'interno della chat del sito internet, in modo da avere una duplice funzione: qualificazione e conversione del visitatore e miglioramento della sua customer experience. Ulteriori funzioni sono la creazione di template predefiniti di email e snippet di testo che semplificano il lavoro di chi è incaricato a gestire le conversazioni. Reportistica avanzata Non può ovviamente mancare la parte di reportistica. Hubspot ha tutto ciò che è necessario per monitorare i dati e le prestazioni di tutti gli elementi creati con la piattaforma, dalle prestazioni del sito, a quelle dei blog, a tutta la reportistica riguardante la chiusura delle trattative e l'assistenza clienti. Con Hubspot inoltre è possibile la creazione di report custom che rispondano a specifiche esigenze del business. Questo è possibile tramite la combinazione delle proprietà dei contatti, aziende, deal e ticket, senza contare la possibilità di combinare dati quantitativi e dati del comportamento degli utenti. Per tirare le somme possiamo affermare che la reportistica in Hubspot è veramente completa. Hubspot Sales Hub: cosa fa Hubspot, oltre alla parte dedicata al marketing, al CRM e al CMS ha anche una parte dedicata agli inbound sales e dà loro tutti gli strumenti necessari per chiudere le trattative in modo migliore, snellire le operazioni routinarie e offrire un servizio impeccabile. Di seguito presentiamo alcuni strumenti usati dal team sales. I deal I deal sono letteralmente gli affari dell'impresa in corso, vinti o persi e che sono associati ai contatti oppure alle aziende. La loro gestione è molto similare per quanto riguarda i contatti e le aziende perché comprendono comprendono: Scheda completa del deal con una overview e la timeline con tutte le interazioni avute che riguardano il deal; Possibilità di loggare call, note, task, email o tutto quello che riguarda la gestione del deal; Possibilità di impostare proprietà custom in base alle esigenze; Possibilità di usare i deal, in base al valore delle proprietà, per segmentare la clientela per poi, ad esempio, applicare strategie di marketing personalizzate per chiudere la trattativa. Nel caso degli ecommerce i deal sono generati automaticamente al checkout. Le pipeline di vendita Non c'è deal senza pipeline di vendita, ossia tutto il percorso necessario affinché una trattativa possa essere chiusa, in modo positivo o negativo. Impostare una pipeline di vendita è fondamentale per mantenere sotto osservazione lo stato delle trattative, per capire dove ci sono problemi con la chiusura e avere chiara la situazione delle trattative aperte, in stato di chiusura e chiuse. La pipeline è personalizzabile e possono essere impostate più pipeline nel caso di diversi canali commerciali. Nel caso specifico degli ecommerce, i deal generati dagli ecommerce sono automaticamente inseriti all'interno della pipeline e sono aggiornati costantemente. Nella foto un esempio delle pipeline di vendita in HubSpot con i deal nei vari stadi I preventivi e documenti È possibile creare i preventivi all'interno di Hubspot e collegarli al deal, al contatto e all'azienda di riferimento con la possibilità di realizzarli anche a livello grafico, di scaricarli e stamparli. Questo rappresenta una delle utilità maggiori per tutto il reparto commerciale. Oltre a questo con Hubspot, attualmente disponibile solo per il mercato USA ma che probabilmente immaginiamo verrà esteso, si può aggiungere al preventivo i metodi di pagamento desiderati con la possibilità di accelerare i processi di pagamento. Per quanto riguarda i documenti commerciali, è possibile la loro creazione all'interno di Hubspot e, una volta creati, è possibile avere il tracciamento dei click e tutti i dati relativi alla loro visualizzazione. Hubspot Service Hub per l'ultima fase del funnel Per la fase l'ultima fase del funnel di marketing, dedicata alla fase del post acquisto, Hubspot mette a disposizione una serie di strumenti per gestire e tenere monitorate le problematiche e i feedback da parte degli utenti e del propri clienti, essenziali per chi vuol fidelizzare la propria clientela. In particolar modo permette la gestione dei ticket, essenziali per risolvere problematiche all'azienda. Anche in questo caso la loro gestione è analoga a quella di contatti, aziende e deal e prevede la possibilità di: Creazione automatica del ticket tramite workflow; Scheda riepilogo del ticket con annessa timeline dedicata; Inserimento di note, task, email ecc... all'interno del ticket; Possibilità di utilizzare le proprietà dei ticket per segmentare i clienti; Oltre a questo Hubspot mette a disposizione anche una sezione per tenere monitorati i feedback dei clienti e un portale clienti. Integrabile con altri software Hubspot non è una piattaforma a sé stante ma può essere integrata anche ad altri software, in modo da costruire un ecosistema integrato di dati, perfetto per segmentare e chiudere trattative commerciali. Ciò che può essere integrato con il software possono essere: Piattaforme ecommerce; Applicazioni; Altre piattaforme per la gestione dei dati; L'integrazione con gli ecommerce La prima integrazione che andiamo ad analizzare è quella relativa agli ecommerce, come possono essere Shopify oppure BigCommerce. Hubspot infatti si integra con le piattaforme ecommerce, in modo da offrire ai propri utenti la possibilità di avere tutte le funzionalità che abbiamo visto nei punti precedenti anche a servizio dell'ecommerce, per questo è definibile anche come un ecommerce crm. Hubspot possiede un'integrazione nativa con Shopify, ciò significa che in pochi click si può arrivare a sincronizzare i dati del negozio online e utilizzarli, insieme agli altri derivanti dagli altri touchpoint, per segmentare i contatti e offrire loro un'esperienza in linea con le loro esigenze. Per ulteriori info ti consigliamo il nostro articolo sull'integrazione tra Hubspot e Shopify. Sempre per quanto riguarda gli ecommerce, è possibile integrare anche BigCommerce con Hubspot, questa volta però è necessario richiedere ad un'agenzia lo sviluppo di un connettore per la data integration. Le applicazioni Hubspot dispone di un ecosistema di applicazioni che possono essere utile a chiunque si interfacci con la piattaforma. Facciamo alcuni esempi: Applicazioni per il marketing: comprende una vasta gamma di applicazioni che variano dai social network, alle app per la gestione delle campagne ADV, ad altre applicazione per la gestione di webinar (come Zoom), eventi (come Eventbrite) ecc...; Applicazione per una migliore gestione del back office: comprende applicazioni per l'integrazione a varie app di messaggistica e di caselle postali, app per la gestione di video conferenze, sincronizzazione dei dati da altri CRM ecc...; Applicazioni per la gestione del customer service; Applicazioni per una migliore gestione della produttività, con applicazione per le automazioni, per la gestione dei progetti di gruppo ecc...; Applicazioni per la gestione della parte finanziaria con la creazione di preventivi e integrazione con applicazioni per la loro gestione; Altre Piattaforme Hubspot può integrarsi anche con altre piattaforme per migliorare ulteriormente l'usabilità della piattaforma e per una gestione del dato quanto più completa possibile. L'integrazione può avvenire tramite lo sviluppo di un connettore tra Hubspot e l'altra piattaforma. Le piattaforme con cui Hubspot può essere integrato sono: PIM (Product Asset Management), ERP, DAM (Digital Asset Management) e qualsiasi altro software aziendale. HubSpot: quanto costa? Eccoci ora ad una parte che molti ritengono fondamentale: il costo della piattaforma. Per valutare il costo effettivo quello che consigliamo è di valutare il ROI una volta che si investe in questo asset aziendale e non di vedere il costo solamente come una cifra numerica e basta. Hubspot può suddividersi in vari pricing: Piano gratuito; Piano Starter; Piano Professional; Piano Enterprise; A loro volta questi piani si suddividono in vari pacchetti e troviamo: Pacchetto CRM Suite (l'all inclusive di Hubspot); Pacchetto Marketing Hub; Pacchetto Sales Hub; Pacchetto CMS; Pacchetto Operation Hub; Pacchetto Service Hub; Hubspot dà anche la possibilità di creare dei bundle personalizzati a seconda delle esigenze. Per approfondire con il dettaglio dei prezzi di consigliamo il nostro articolo in cui parliamo dei costi di Hubspot. Considerazioni finali Abbiamo visto i dettagli di questa tipologia di software, compreso per chi e come può essere utile. Hubspot quindi non è solo CRM, non è solo marketing, non è solo sales e non è solo assistenza cliente ma è un insieme di questi punti a servizio delle aziende. La crescita aziendale è sicuramente uno degli obiettivi che Hubspot si pone e per farlo cerca di mettere a disposizione alle aziende tutto ciò che è necessario per aumentare il livello di customer experience e organizzazione aziendale. Per approfondire ulteriormente il tema puoi sempre scaricare gratuitamente il nostro ebook oppure contattare un'agenzia Hubspot per farti fare una consulenza o richiedere una demo gratuita.
Nel marketing una delle cose più importanti per la conversione dei visitatori dei siti web, sono le landing page che possono essere utili sia per chi si occupa di SEO, per chi si occupa di content marketing e per chi si occupa di advertising. Cos'è e cosa significa landing page Alla domanda cos'è una landing page? Possiamo rispondere con la sua traduzione e il suo significato in italiano: “pagina di atterraggio”. Nel marketing, in particolare, si usa come una pagina in cui vogliamo far atterrare il visitatore del sito, praticamente un punto di ingresso da cui i visitatori possono entrare in contatto con noi. È tra i punti cardine delle strategie di inbound marketing, perché è il punto dove avviene la conversione del visitatore in lead. In generale, comunque, una landing page è quella pagina del sito web dove il visitatore viene trasformato in un contatto; per dirla in altra parole, viene convertito in lead e inserito all'interno del tuo database, o CRM. Le pagine di atterraggio sono diventate il cavallo di battaglia di molte aziende, che le creano appositamente nelle loro strategie di marketing per cercare una conversione, che può essere di vari tipi: richiesta di informazioni, l’acquisto di un prodotto, l'offerta di contenuti gratuiti. Questa tipologia di pagine diventando il più delle volte le pagine di destinazione dell'intera strategia dei contenuti del sito. La landing page inoltre è studiata appositamente per un particolare target, così come tutta la campagna di marketing che porta ad essa. Per questo motivo, utilizza un linguaggio e una scrittura della landing page con un tono molto specifico, mirato ad essere efficace esclusivamente per chi ci atterra sopra. C'è di più: essendo rivolta ad un particolare pubblico, è accessibile solamente (nei limiti del possibile) ad un visitatore profilato, grazie alle impostazioni scelte nel momento dell'avvio delle sponsorizzate. La sua forza è proprio la caratterizzazione: immaginate di effettuare una ricerca su Google e, dopo aver cliccato su un risultato che promette bene, di trovarvi di fronte una pagina che sembra scritta apposta per voi, dandovi tutte le informazioni che cercavate e la possibilità di effettuare immediatamente un acquisto, un'iscrizione o qualunque cosa stavate cercando. Ecco perché non c'è da stupirsi se il tasso di conversione è decisamente elevato nelle landing page rispetto alle pagine di un sito web. I differenti modi in cui le landing page possono essere utilizzate dal marketing sono: Offerte specifiche; Proposta di una prova gratuita; Campagne di marketing; Approfondimento di un particolare argomento; Landing finalizzate ad intercettare vari segmenti di pubblico; Campagne di content marketing (es. offerta di un ebook); Campagne pubblicitarie, le famose pagine di atterraggio Pay Per Click; Campagne di lead generation; Perché sono importanti le landing page? Riducendola ai minimi termini: perché una landing page è importante? La risposta breve è perché aiutano ad aumentare i tassi di conversione. Il motivo principale è che, con una promozione mirata, le pagine di destinazione specifiche che si concentrano presentando un prodotto o un servizio da vendere si concentrano su un unico obiettivo: l'obiettivo corrisponde allo scopo dell'annuncio o della Call-to-Action sul quale i tuoi visitatori hanno fatto click, per raggiungere la landing page. Analizziamo però 4 motivi per cui le landing page sono importanti nelle strategie di marketing. 1. Le pagine di atterraggio possono generare lead Una buona pagina di destinazione non attira solo visitatori. Ti consente anche di stabilire un contatto con loro, gestire l'inizio di una relazione di qualche genere tra la tua azienda e il visitatore, e valutare se sono interessati ai servizi o ai prodotti che proponi. Puoi farlo impostando un modulo che chieda ai lettori le loro informazioni di contatto in cambio di uno sconto o di contenuti, come whitepaper e informazioni utili esclusive. I potenziali clienti compileranno il modulo, dandoti informazioni che il tuo team di vendita potrà in seguito utilizzare per mettersi in contatto e per fare strategie di lead nurturing. Attenzione: non basta mettere il form in una pagina del sito web per trasformarla in una landing page. Ad esempio, la pagina contatti anche se contiene un form, non viene fatta con il preciso scopo di far arrivare in quella pagina il visitatore per convertirlo, ma, più in generale, ha lo scopo di garantire una certa facilità di connessione tra il visitatore e i dipendenti dell'azienda o informare dove questa sia ubicata. Naturalmente lo scopo successivo è quello di lavorare per farlo diventare un nostro cliente, in perfetta aderenza con la metodologia inbound, senza essere invadenti, ma riuscendo a cogliere il momento giusto per proporgli qualcosa di interessante. Per sintetizzare questo punto: La landing page è la carta moschicida che trasforma prospect in contatti. 2. Possono semplificare le decisioni per il tuo pubblico Quando stai progettando un sito web, è allettante cercare di pensare a quello che succederà quando ci saranno dei visitatori sulle sue pagine. Lo progetti bene per essere sicuro che i potenziali clienti possano trovare ciò che stanno cercando, quindi potresti aver bisogno di inserire nel sito più informazioni possibili. Anche se questo non è necessariamente dannoso per il tuo sito web nel suo insieme, può essere fatale per la tua pagina di destinazione. Le landing page hanno lo scopo di indirizzare il pubblico a fare in una determinata cosa. Se le presenti con troppe scelte e opzioni, i visitatori potrebbero distrarsi e non riuscire a portare a termine l'azione per la quale l'hai pensata. Le pagine di destinazione sono importanti perché limitano il numero di opzioni che vengono presentate ad un visitatore, consentendoti di guidare le persone verso il risultato che desideri. 3. Le pagine di atterraggio sono essenziali per l'inbound marketing e la segmentazione dei contatti Ecco perché la landing page è il fulcro delle nostre attività di comunicazione digital, in particolare di quelle in ottica inbound marketing finalizzate alla lead generation; argomenti che consiglio di approfondire perché sono tutti correlati. Puoi leggere: Cos'è l'inbound marketing Differenze inbound & outbound marketing Quanto costa fare inbound markerting Generare lead però non è l'unico motivo per cui le landing page sono importanti. Possono anche aiutarti a massimizzare l'efficienza del tuo sito web e saperne di più sul tuo pubblico. Tutto ciò è possibile strategie di marketing con HubSpot. La metodologia inbound, attraverso la creazione di URL e cookie di tracciamento sul tuo sito web o nei post sui social media che utilizzi per condividere i tuoi contenuti, permettono di tracciare il comportamento dei visitatori. Quando i visitatori arrivano sul tuo sito devi riuscire a far compilare loro un form, in modo da riuscire poi a tracciarli: puoi utilizzare Hubspot CRM per determinare da dove arrivano (email, social media, motore di ricerca, ecc.) e che pagine vedono, per segmentarli in base agli interessi ed alimentarli con la marketing automation. La condizione per poter far questo è, per l'appunto, la conversione: di qui l'importanza di pagine di destinazione dedicate ad offerte di valore per i prospect con le quali si creano i lead all'interno del sistema. 4. Aiutano la tua campagna pubblicitaria ad essere un successo Se stai pagando per un alto posizionamento sui motori di ricerca (attività SEO) o per una campagna AdWords con Google, devi assicurarti di ottenere il miglior rendimento dalla tua spesa. Di conseguenza, devi convertire i visitatori in lead in modo rapido ed efficiente per poter aumentare le vendite e dimostrare con i numeri che quello che fai sta funzionando. Quando paghi per gli annunci hai un metro di misura: il costo di un click e la possibilità che questo diventi una conversione di successo. Qui viene in aiuto la grande specificità delle landing page e la loro caratteristica di non distrarre il visitatore, accompagnandolo alla conversione. Landing page: l'anatomia Per farti un’idea di come appaiono e vengono realizzate, puoi vederne alcune nell'articolo che abbiamo scritto sugli esempi di landing page. E per approfondire il ruolo delle landing page nella metodologia inbound puoi leggere l'articolo: Il ruolo delle landing page nella metodologia inbound marketing. Torniamo quindi alle landing page. Caratteristiche di una landing page Prendiamo in esame ora alcune delle caratteristiche che differenziano le landing page dalle altre pagine web, che per chi volesse crearne una deve tenere in considerazione. Assenza di link e del menu di navigazione: La landing page non deve avere il menù di navigazione che invece c’è nelle altre pagine del sito. Questo per eliminare le distrazioni del visitatore; per evitare che prenda altre direzioni e quindi per farlo andare dritto alla compilazione del form, perché è la sola azione che potrà fare. Ogni link della tua landing page che non è il tuo obiettivo di conversione del contatto è una distrazione che diluirà il tuo messaggio e ridurrà il tuo tasso di conversione. La landing page deve essere molto specifica ed evitare ogni distrazione. Tutto questo perché il cervello umano prende una decisione in pochissimi secondi, quindi meno distrazioni offriamo e più probabilità ci sono perché il visitatore esegua proprio l’azione che vogliamo. Chiarezza e brevità: Mai scrivere un trattato sulla landing page! Il visitatore che arriva su una LP ha già capito nello step precedente cosa sta facendo e cosa otterrà. Qui serve essere concisi nelle frasi e chiari nelle azioni da far compiere al visitatore e non confonderlo. Considerate che la maggior parte dei visitatori è molto impaziente e lascerà il tuo sito entro pochi secondi dall'arrivo se non rafforzi la missione della landing page con un titolo che, in modo rapido e chiaro, faccia capire al visitatore che si trova nella pagina giusta, nella quale trova quello che cercava. Anche il form di contatto non deve chiedere più dei dati necessari; form troppo lunghi o puntigliosi rischiano di far abbandonare il processo di conversione senza che il visitatore abbia lasciato i propri dati perché a tutti infastidisce quando ti chiedono vita morte e miracoli della tua vita, gusto? La chiarezza va considerata anche nel design della landing page: se visivamente la pagina risulta poco comprensibile e poco piacevole nella navigazione oltre che nell’estetica (perché anche la piacevolezza ha valore...) può inficiare l’efficacia della proposta. Coerenza e rilevanza: Offri un contenuto che sia in linea con le ricerche e gli interessi che il tuo visitatore ha espresso. In altre parole “mantieni la promessa che hai fatto”! Se ha cercato una vernice per pavimenti esterni… offrigli per esempio un vademecum su come ottenere il migliore risultato con quella tua vernice, oppure mostragli un video con le fasi di stesura per ottenere un pavimento perfetto. Non offrirgli un e-book su come preparare il cemento! A lui non interessa quello e non ti lascerà i suoi dati per una cosa che non vuole o che è lontana da quello che gli hai promesso. Alta capacità di conversione: Questa caratteristica è da tenere in considerazione quando si imposta la pagina di atterraggio da un punto di vista grafico. Fai cioè in modo che visivamente la landing page sia strutturata per condurre l’attenzione del visitatore verso il form di contatto in modo naturale, senza rischiare di perdere conversioni. Permetti la condivisione sui social: Inserisci le icone dei Social per consentire al tuo visitatore di condividere la landing page, e in fondo il contenuto offerto, ai suoi “amici” su Facebook, piuttosto che la sua rete su LinkedIn. In questo modo puoi aumentare il numero di possibili lead/contatti in quanto si presume che il tuo visitatore farà conoscere la tua offerta a chi lui presume possa essere interessato. Questi sono solo alcuni consigli affinché la tua landing page sia una pagina che converte, ma se vuoi approfondire, prova a leggere Landing Page: il cuore dell'Inbound Marketing. Se vuoi approfondire ulteriormente, puoi sempre leggere il libro di Luca Orlandini Landing page efficaci o leggere alcuni suoi consigli nell'intervista che ci ha rilasciato. Non è detto poi che una landing page funzioni al primo colpo; magari fosse cosi e la prima versione della landing page fosse quella buona! Quindi non aver paura a fare delle piccole modifiche per sperimentare la strada che converte meglio: a volte basta cambiare il colore, l’immagine, a volte solo la grandezza del testo… Insomma prova e verifica come funziona. Migliorare è sempre possibile. Per analizzare i rendimenti di differenti versioni della stessa landing page, di solito si utilizzano gli A/B test, che altro non sono che 2 versioni della stessa pagina che vengono monitorate per stabilire quale funziona meglio. Per gestire al meglio questo percorso consigliamo di utilizzare un software che permette, per l'appunto, di gestire e verificare direttamente queste performance. Con l'A/B test inoltre possono essere evitati alcuni errori presenti nella maggior parte delle landing page che non fanno convertire come sperato. Gli obiettivi di una landing page Le landing page hanno 2 obiettivi essenzialmente: ottenere i dati del possibile cliente (convincendolo a compilare un form di contatto in qualche modo) oppure farlo acquistare direttamente (nel caso di un e-commerce, per esempio). Naturalmente a seconda dell’obiettivo, la landing page sarà strutturata in maniera diversa, quindi ogni singola landing page persegue un obiettivo unico e specifico. Risulta più difficile che una stessa landing page possa avere come obiettivo sia quello di acquisire dati del possibile lead promettendogli un valore di qualche genere (ad esempio uno sconto del 5% per l'iscrizione alla newsletter) e anche quello di farlo acquistare. Si deve far concentrare il visitatore su un'unica offerta! Come ottenere i dati da uno sconosciuto con una landing page? Intanto precisiamo che il processo attraverso il quale un visitatore sconosciuto lascia i suoi dati su un form di contatto viene definito conversione. Un processo di conversione, inizia sempre con una giusta Call-To-Action, cioè con una chiamata all’azione, normalmente molto esplicita che invita il visitatore a compiere un’azione, per esempio “scarica l’e-book”, “visualizza la demo” ecc. Prima delle pagine di atterraggio: la CTA Il visitatore cliccando sulla CTA sarà dirottato su una landing page che contiene un form di contatto in cui andrà ad inserire i dati richiesti dall’azienda. Una volta compilato il form e dopo aver lasciato i propri dati sarà convogliato in una Thank You Page (testualmente “pagina di ringraziamento”) dove potrà scaricare gratuitamente un certo contenuto. Ma quale contenuto varrà i dati che il visitatore ti lascia? Cioè… per avere quale contenuto è disposto a darti i suoi dati anagrafici ecc.? in questa scelta si gioca molto sull’efficacia della landing page. Il contenuto che tu azienda dovrai offrire al visitatore dovrà essere in linea con i suoi interessi, con le sue ricerche, con le sue curiosità... e con la fase del Buyer’s Journey in cui si trova quello specifico Buyer Persona. Anche qui ritroviamo una delle caratteristiche dell’inbound marketing: alla base di ogni tua azione di marketing c'è il pensare a ciò che attrae e interessa il tuo cliente. Conclusioni Ed ecco spiegato cos'è una landing page e come funziona. Queste informazioni però restano molto generiche, e servono a dare solamente una linea introduttiva per capire uno dei passaggi chiave per chi vuol fare lead generation. Se vuoi ulteriori approfondimenti, puoi scaricare la nostra guida gratuita. Se invece vuoi già iniziare, abbiamo scritto un articolo riguardo a come creare una landing page che ti consiglio di visitare.
HubSpot è una piattaforma per la gestione del tuo marketing online integrata con un potente CRM. E' in grado di approvvigionarsi in modo automatico, grazie alle azioni del commerciale interno all'azienda (email al cliente, telefonate, appuntamenti), sia grazie alle interazioni dei lead con i nostri contenuti - in senso lato - come le pagine del sito, il blog, le landing page, la Call-to-Action, le email... (si può far riferimento a Cos'è HubSpot per saperne di più). Il vantaggio di HubSpot? Quello di riuscire ad integrare in modo armonico, all'interno di un unico grande framework, la gestione del dato. Cosa significa questo? Cerchiamo di scoprirlo. L'importanza del dato nella società dell'informazione Avere le informazioni è sempre stato, nel corso della storia, un grande vantaggio sui tuoi avversari. In qualunque ambito dell'ingegno umano, l'informazione ha determinato la differenza tra vincitori e vinti: parliamo delle informazioni sullo stato di salute del mercato per vendere le azioni prima di un crollo, di sapere realmente cosa sta facendo il nemico e dove ha dispiegato le sue forze per capire dove attaccarlo, di conoscere i gusti degli adolescenti per proporre loro un nuovo prodotto rivoluzionario... L'importanza dell''informazione, mescolata alla capacità di usarla per trarne dei vantaggi, è una costante nella storia. Oggi, che viviamo nell'epoca massima della diffusione delle informazioni, chi le detiene, chi le possiede, è il padrone del mondo. Parliamo di qualcosa che ci è familiare: Facebook. Il popolare social network prende soldi grazie alle informazioni generate dalle interazione dei suoi utenti con gli elementi che compongono la piattaforma. Ci sono gli account, le pagine, i gruppi e gli eventi. E per ognuno la possibilità di connessione, gli status, i commenti, i like, le condivisioni. Le mie interazioni con questi oggetti (mescolate probabilmente ad un potente motore semantico che ne capisce tono e definisce meglio gli ambiti) permettono a Facebook di inquadrarmi all'interno di cluster, che poi vengono proposti agli inserzionisti. Fai vedere il mio post a tutti quelli a cui piace l'amatriciana, vivono a Vicenza e hanno dai 20 ai 30 anni. Ah, escludimi quelli che fanno i dentisti. Risulta abbastanza chiaro che il fine di Facebook è fare soldi usando le informazioni, e tutte le migliorie e i nuovi servizi che offre, puntano a far aumentare le nostre interazioni e profilarci sempre in modo migliore. E' altrettanto chiaro che se domani cambiasse il suo modello di business e puntasse alla vendita di prodotti e servizi, sarebbe un player molto temibile perché, conoscendo i gusti, lo status e quello che sta facendo chiunque, potrebbe vendere quello che vuole con maggiore facilità rispetto a chi vende quel bene o quel servizio da una vita, pur conoscendo molto meno delle persone con le quali si relaziona. Il grande vantaggio di HubSpot (sopra gli altri vantaggi) Cosa permette di fare HubSpot in questo senso? Incamerare il dato. Esattamente come Facebook si porta a casa le informazioni sulle persone grazie alle interazioni spontanee all'interno della piattaforma, con HubSpot la tua azienda si porta a casa le informazioni grazie alle interazioni con gli elementi del digital marketing. Con Hubspot hai la possibilità di sapere: Quali pagine del sito quali post del blog, quali landing page ha visto un tuo lead, quando e quante volte lo ha fatto; Quali Call-to-Action ha visto e quali ha cliccato; Quali forma ha visto e quali ha compilato; Quali documenti ha scaricato e quanto li ha letti; Quanto tempo ha passato in ogni pagina e quando; Quanti click ha dato su Facebook, su LinkedIn o su Twitter all'account della tua azienda. Quando è entrato per la prima volta al sito e se è stata una campagna a pagamento, sai esattamente chi è arrivato da quella campagna; Quali email apre e quali non apre, quali clicca e cosa non clicca. E sicuramente altre cose che ora, mentre scrivo, posso saltare. Ma il quadro risulta chiaro: HubSpot ti permette di incamerare conoscenza. E come puoi usare commercialmente queste informazioni? Per segmentarlo, per dividerlo in cluster. Con le liste di HubSpot puoi usare tutte queste informazioni per decidere come segmentarlo. Ad esempio posso fare una lista con tutti i lead che hanno visto più di 3 post del blog con la parola HubSpot e la pagina inbound marketing almeno 2 volte, che hanno fatto più di un click su un social network e lavorano in un'azienda con più di 20 milioni di euro di fatturato, nella provincia di Verona. Questa segmentazione ha due obiettivi: da un lato capire a che argomento può essere interessata una persona, dall'altro utilizzare il tipo di interazione e il tipo di contenuti con cui interagisce, per capire in che fase del Buyer's Journey si trova. Sono informazioni che poi il dipartimento commerciale utilizzerà per il primo contatto via telefono o via email. Sono informazioni che oggi possono costituire la differenza tra un team vendite che funziona e uno che sta perdendo terreno. Il grande vantaggio competitivo di questo sistema, in un paese arretrato tecnologicamente come l'Italia , è che i primi che arriveranno potranno utilizzare questo gap di informazioni per trasformare il modo in cui fanno commerciale. Vantaggi di Hubspot (dal punto di vista funzionale) La gestione armonica e continua del dato è il primo e il più importante valore che HubSpot porta dentro alla tua azienda. Ma non è il solo. E' un indubbio vantaggio e un grosso risparmio di tempo avere una gestione all in one dei tuo strumenti di marketing e commerciali. I vantaggi della piattaforma Prima di analizzare i vantaggi dal punto di vista del marketing e del sales, analizziamo i vantaggi della piattaforma. Ampia possibilità di integrazioni Hubspot è una piattaforma che si integra con altre piattaforme per avere una gestione del dato completa e con qualità elevata. Hubspot infatti può integrarsi con gli ecommerce, ERP, altri CRM, PIM (Product Information Management) e qualsiasi altra infrastruttura aziendale. Possono esserci integrazioni native oppure integrazioni che necessitano lo sviluppo di connettori per la data integration. Per quanto riguarda il caso specifico degli ecommerce, Hubspot possiede l'integrazione nativa con Shopify mentre per quanto riguarda altre piattaforme, come BigCommerce, è integrabile via API con lo sviluppo di un connettore apposito. Ecosistema di applicazioni adatte a tutti i reparti Hubspot mette a disposizione dei suoi utenti uno store completo di applicazioni per le più disparate necessità, dalle applicazioni di marketing, a quelle per i commerciali, passando anche per le applicazioni dedicate alla gestione finanziaria e dedicate alle integrazioni con altre piattaforme. Utilità per il marketing e il sales Hubspot è una piattaforma che consente di allineare tutti i reparti, in modo che il team sales abbia indicazioni utile alla chiusura della trattativa e il team marketing abbia importanti indicazione dal team sales riguardo alla qualità dei lead in entrata. Tutto ciò consente sia di tarare le azioni commerciali sia le strategie di marketing verso un miglioramento continuo. Costi della piattaforma Per quanto riguarda i costi della piattaforma, Hubspot si caratterizza dal fatto di richiedere costi relativamente bassi, con la possibilità di scalare man mano che il business si ingrandisce. Chi valuta i costi di Hubspot come eccessivi solitamente non valuta le potenzialità di crescita della piattaforma e le sue funzionalità. Per quanto riguarda il pricing Hubspot offre un piano gratuito, disponibile a chiunque volesse iniziare a prendere confidenza con le funzionalità della piattaforma e avere un'operatività minima. Ci sono poi i pacchetti avanzati con funzionalità via via complete e che sono adattabili a qualsiasi tipo di esigenza. Per quanto riguarda il pacchetto CRM Suite (il pacchetto che comprende tutte le funzionalità di marketing, sales, service, CMS e operation) prevede tre tipologie di prezzo: Piano Starter: prezzo a partire da 41 € mensili; Piano Professional: prezzo a partire da 1.474 € mensili; Piano Enterprise: prezzo a partire da 4.593 € mensili; C'è la possibilità di creare pacchetti personalizzati in base alle esigenze scegliendo anche i singoli pacchetti (quindi marketing, sales, service, CMS e operation) e i singoli piani per ogni pacchetto. Per approfondimenti ti lasciamo la pagina dedicata al pricing sul sito di Hubspot. I vantaggi per chi fa marketing Gestione delle pagine web ottimizzate per far lead generation Partiamo dal marketing: gestire le pagine del sito, il blog e le landing page all'interno di un'unica piattaforma che ti permette di creare pagine in modo facile utilizzando i template e un sistema drag-and-drop, ti aiuta nell'ottimizzazione SEO e mobile e si aggiorna per seguire i miglioramenti dell'algoritmo di Google è una bella comodità. E, anche qui, accedere alle informazioni su ogni pagina, post e landing sulle conversioni, le visite, il posizionamento sulla SERP di Google per le keyword che ti interessano. Hubspot inoltre mette a disposizione tutto il necessario per pianificare strategie di content marketing per cercare di attirare sempre più lead. In particolare è possibile: Gestione delle campagne pubblicitarie; Gestione dei social network; Gestione delle conversazioni in entrata dai vari canali; Creazione di landing page dedicate e delle website page; Blog per il content marketing; CTA per convertire; Form per acquisizione dei dati; Esperienze cliente personalizzate Possiamo metterci sopra gli smart content, per mostrare contenuti differenti sulle nostra pagine (testi ed immagini) agli appartenenti alla differenti liste segmentate, per dare a tutti il giusto contenuto - con l'obiettivo di aumentare la conversione - e per me non c'è dubbio quale diventa la miglior piattaforma dove mettere il mio sito web. Gli smart content sono inoltre utilizzabili anche per quanto riguarda l'email marketing, così da offrire una maggiore personalizzazione della comunicazione per il lead, in modo da dare sempre il messaggio giusto all'utente giusto al tempo giusto. Per approfondire leggi il nostro articolo sull'importanza della personalizzazione nel marketing. Approccio omnicanale Hubspot per il marketing ha dalla sua il grande vantaggio di integrarsi con molteplici touchpoint lungo il customer journey. Ciò si traduce in un livello elevato per quanto riguarda la qualità del dato, avendo la possibilità di conoscere i propri contatti in maniera completa e di pianificare strategie mirate per loro. Risparmio di tempo e denaro La possibilità di condividere direttamente sui social e gestire le newsletter, all'interno di una stessa piattaforma, diventa anche comodità, curva di apprendimento semplificata e più persone che lavorano all'interno di una stessa piattaforma, anziché disperdere chi si occupa di comunicazione e marketing sugli strumenti più disparati. Marketing automation per creare esperienze uniche E che dire della marketing automation? Un motore potente per la distribuzione di email o qualsiasi altra azione di marketing finalizzata a far diventare cliente un semplice contatto. Tramite i workflow inoltre c'è la possibilità di visualizzare cosa sta funzionando in modo migliore nella strategia di marketing e cosa non sta funzionando, con la possibilità di correggerlo. Fidatevi: spaziale. I vantaggi per i commerciali Avere importanti indicazioni dal team di marketing Per la prima volta il CRM non è più un peso che ti obbliga a fare cose in più, ma è pensato per dare più informazioni ai commerciali e dar loro strumenti per conoscere meglio con chi stanno interagendo. Alimentare la scheda contatto dalle interazioni con email, pagine del sito e contenuti è la prima grande possibilità di conoscere a cosa sono interessati i prospect e inviare loro un'offerta commerciale che sia in linea con le sue aspettative. Hubspot CRM consente di fare tutto ciò Migliore rapporto cliente-impresa Anche mandare già delle email firmate dai commerciali quando i prospect fanno determinate azioni, diventa un vantaggio (in termini di tempo e tempismo...). Poi alcune chicche come dare la possibilità di fissare gli appuntamenti direttamente sulle disponibilità della nostra agenda è un altro colpo di tacco che chi ha pensato a questa piattaforma, ha buttato direttamente in rete. Inoltre da tenere in considerazione è anche la possibilità di gestire tutte le conversazioni direttamente dalla piattaforma, senza switchare da una casella di posta all'altra oppure da una casella di posta ad altre applicazioni. Allineamento e maggiore organizzazione con gli altri membri dell'azienda Altro vantaggio di Hubspot riguarda i processi commerciali perché oltre a inserire note all'interno del contatto visibili anche dagli altri membri del commerciale, c'è la possibilità di assegnare task agli altri membri del team e di inviare loro mail automatiche di promemoria, il tutto tenendo traccia dei passaggi. Niente più dimenticanze di contattare un lead e niente più post-it sparsi in giro sul posto di lavoro. Tutto ciò consente inoltre un considerevole risparmio di tempo di contatto. Strumenti perfetti per gestire le trattative Hubspot mette a disposizione dei commerciali tutti gli strumenti necessari per tenere sotto controllo le trattative commerciali. In particolare offre: Possibilità di creazione dei deal; Gestione delle trattative tramite pipeline di vendita; Sincronizzazione automatica in caso di integrazione con l'ecommerce; Possibilità di creazione di documenti commerciali e preventivi da inviare ai contatti; Conclusioni Insomma, risulta chiaro: i vantaggi di HubSpot dal punto di vista delle funzioni e delle procedure marketing e commerciali sono immensi. Ma il valore assoluto è dato da quello che è il risultato: un database fo##utamente più ricco di informazioni di qualsiasi vostro competitor, con queste informazioni continuamente alimentate dai lead, quando tornano sul sito o rispondono alle vostre email o newsletter. Benvenuti nell'inbound marketing e nell'inbound sales, che applicano queste metodologie per una comunicazione che non interrompe e non infastidisce e un commerciale che si fa amare, perché ti propone the right content, to the right person, at the right time.
L’online, e più nello specifico i social, rappresenta vetrine importanti per le aziende che desiderano farsi conoscere e promuovere i propri prodotti e servizi. Tuttavia gli stessi social espongono i brand e i marchi ad una sovraesposizione che, a seconda dei casi, può rivelarsi positiva o controproducente. Nel tritacarne dell’online finisce tutto: commenti, feedback e opinioni che possono apprezzare l’azienda aumentandone la brand reputation o al contrario criticarla aspramente determinando un dannoso ritorno d’immagine. In questo contesto si inserisce la sentiment analysis, che consente di capire il livello di apprezzamento raggiunto da un brand. Le emozioni e i sentimenti degli utenti vengono analizzati da sofisticati algoritmi che forniscono dati e informazioni da esaminare attentamente per pianificare le strategie future di marketing in relazione al proprio target di pubblico. Questa strategia si inserisce nell’ambito dell’inbound marketing, una metodologia di business che attira i clienti fornendo loro contenuti di valore ed esperienze costruite su misura per loro. Sentiment analysis: cos’è, da dove nasce e perché è importante La sentiment analysis è un’attività finalizzata a capire cosa dicono gli utenti in relazione al proprio brand, una sorta di microspia nascosta nel mondo online. L’indagine può concentrarsi anche sull’attività dei competitor, per poi fare un confronto e una valutazione generale di quella che è la reputazione della propria azienda nel settore di riferimento. L’habitat naturale dove è nata e si è sviluppata la sentiment analysis è rappresentato proprio dai social network, dove gli utenti si incontrano virtualmente, si interfacciano e si scambiano opinioni sull’utilizzo di un prodotto o sull’affidabilità di un brand. Un commento positivo può spingere un potenziale cliente all’acquisto, così come un commento negativo rischia di offuscare l’immagine del brand e far crollare le vendite. Le persone che rilasciano opinioni, commenti o feedback sui social sono chiamati “opinion holder” e rappresentano una schiera di soggetti che possono modificare la percezione di un brand. In un certo senso sono influencer che hanno un impatto decisivo sulla web reputation di un marchio. Benché sia difficile da un punto di vista tecnico tradurre le emozioni in dati da analizzare in chiave marketing, la sentiment analysis rappresenta un elemento fondamentale per le aziende. L’analisi infatti può essere eseguita in un determinato lasso di tempo, magari una settimana o un mese, e aiuta a comprendere quali sono le reazioni degli utenti. Le reazioni raccolte sono utili per capire se una determinata strategia di marketing sta funzionando o se un nuovo prodotto lanciato sul mercato possa piacere o meno. In base ai dati raccolti è più facile capire come calibrare meglio una strategia o una determinata forma di comunicazione, soprattutto nell’ambito del marketing emozionale. Come fare l'analisi del sentiment Prima si utilizzavano strumenti come sondaggi telefonici, sondaggi via email ed SMS per tastare la soddisfazione dei clienti. Questi canali oggi sembrano ormai obsoleti e sono stati superati appunto dalla sentiment analysis che consente di raccogliere dati preziosi per capire il grado di apprezzamento di una persona nei confronti del tuo brand. Risulta comunque complesso fare un’analisi dei sentimenti, poiché bisogna considerare tantissimi aspetti a partire dalle piattaforme. I dati raccolti arrivano da social che operano in modo diverso, da TikTok a Facebook fino a Twitter e Instagram. Inoltre i dati possono essere estrapolati da commenti, recensioni, like, dislike, feedback ecc. In soccorso ci vengono i tool per la sentiment analysis, che analizzeremo più approfonditamente in un successivo paragrafo. Quello che maggiormente ci interessa è che il tool sia in grado di esaminare le seguenti caratteristiche: Tone of voice. L’analisi sembrerebbe piuttosto semplice: un tono di voce gioviale e amichevole lascerebbe supporre un feedback positivo, al contrario un tono di voce aggressivo e polemico lascerebbe intendere un feedback negativo. Tuttavia bisogna considerare che gli utenti potrebbero anche scrivere in modo ironico o satirico e il tool in questione deve essere in grado di interpretare il tone of voice adottato; Emotività. Un altro elemento importante che il tool deve valutare è l’emotività, che può essere dettata dalla quantità e dalla tipologia di emoticons usate, dalla punteggiatura o dagli aggettivi. Considera che l’emotività è uno degli aspetti più spinosi e può essere considerata un’arma a doppio taglio. Un utente, se vive un’esperienza positiva, tende subito a riversare la sua gioia e la sua felicità sui social. La stessa cosa però succede se vive un’esperienza negativa, che viene puntualmente raccontata sulle principali piattaforme online; Intensità. Il tool deve prendere in considerazione anche l’intensità di un commento, una frase o un feedback. Un utente potrebbe usare un tono molto acceso e focoso, o al contrario blando e quasi disinteressato. Questo ci dice molto di quanto sia stata impattante la sua esperienza con il brand; Rilevanza. Nell’online ci finisce di tutto, anche commenti completamente fuori luogo e slegati dal contesto o messaggi di troll volutamente provocatori. Un buon tool deve essere in grado di capire anche la rilevanza e quindi la pertinenza di un commento. Sentiment analysis e machine learning: un binomio perfetto Raccogliere, filtrare e interpretare il flusso enorme di commenti e recensioni che provengono dal web sarebbe impossibile per un essere umano, perciò è necessario fare affidamento all’intelligenza artificiale e più nello specifico al machine learning. Il machine learning è una branca dell’intelligenza artificiale che crea sistemi in grado di apprendere e migliorare le prestazioni in base ai dati che raccolgono. Gli algoritmi di machine learning, tenendo presenti le precedenti esperienze, sono in grado di adattarsi nelle successive analisi. Per intenderci all’inizio l’algoritmo del machine learning è come un bambino che impara a identificare i dati e li incamera nel corso del tempo. Di volta in volta adatta il suo comportamento in base al contesto identificando processi e schemi complessi grazie ad una banca dati da cui può attingere, migliorando e perfezionando sempre di più le sue prestazioni. Nel corso dell’analisi l’algoritmo tiene conto del contesto, riuscendo a capire se una frase può essere contrassegnata come positiva o negativa o a rilevare espressioni dialettali o modi di dire. Il testo scritto viene interpretato e rielaborato secondo gli schemi tipici del parlato degli esseri umani dall’algoritmo, che tramite il machine learning ottiene un miglioramento progressivo delle capacità di interpretazione. Uno dei limiti di questi strumenti però lo si trova nell'analisi delle frasi, in quanto questi tool non sono ancora abbastanza avanzati da capire quando una persona scrive con ironia o sarcasmo, questo può quindi risultare un problema in fase di analisi. L’azienda può così stilare una sorta di identikit delle sue buyer persona così da ottimizzare le strategie di fidelizzazione, ottenendo un vantaggio fondamentale rispetto agli altri competitor. I migliori tool di sentiment analysis Posto che aver pianificato un progetto CRM ti aiuta ad immagazzinare tutte le interazioni che un lead ha con la tua impresa, analizziamo adesso quali sono i migliori tool di sentiment analysis attualmente disponibili che possiamo così riassumere: IBM Watson; MonkeyLearn; Lexalytics; MeaningCloud; Repustate; Clarabridge. IBM Watson IBM Watson è una piattaforma multi-cloud che offre diversi strumenti da utilizzare nei più disparati ambiti. Il Watson Tone Analyzer ad esempio analizza i ticket di supporto e i sondaggi di soddisfazione dei clienti e consente di capire se gli operatori del team di assistenza approcciano in modo corretto e se hanno risolto il problema. Il tool è molto apprezzato poiché ha un approccio completo e flessibile all’analisi dei testi, adattandosi a qualsiasi settore commerciale. Monkey Learn MonkeyLearn parte da un modello preimpostato che però può essere personalizzato secondo le proprie necessità. Puoi scegliere l’algoritmo e i parametri da usare per analizzare il testo, ottenendo risultati affidabili e precisi. Lexalytics Lexalytics ha un approccio molto singolare poiché spezzetta le frasi per poi analizzare la semantica e la sintassi. Con questo sistema il tool non solo interpreta i sentimenti dei clienti, ma valuta anche stati d’animo ed emozioni che possono celarsi dietro le parole. MeaningCloud Per chi opera in un contesto globalizzato MeaningCloud è la soluzione ideale, poiché è in grado di eseguire analisi dei sentimenti multilingue. E non è tutto, poiché il tool analizza se i testi sono positivi, negativi o neutrali o se si cela del sarcasmo o dell’ironia dietro le parole utilizzate. Repustate Se operi in un mercato internazionale puoi usare Repustate, che fornisce informazioni in ben 23 lingue diverse e che può anche analizzare il sentimento interpretando gerghi tipici o emoticons. Questo tool è utile per chi si rivolge ad un pubblico abbastanza giovane che usa slang e linguaggi specifici che vanno correttamente interpretati. Clarabridge Clarabridge può essere considerato un tool multi-tasking, poiché analizza lo stato d’animo dei clienti tenendo presenti email, sondaggi e chatbot aziendali. Inoltre il tool esamina anche la Speech Analytics, cioè l’analisi dei sentimenti su dati audio. Può rivelarsi preziosissimo se offri un servizio di assistenza tramite call center per capire l’intonazione di voce del cliente e interpretare le parole usate. Conclusioni Da come hai potuto capire la sentiment analysis è un’attività importantissima per la tua azienda, perciò prima di scegliere il tool più adeguato è consigliabile testarne più di uno in base al tuo settore commerciale. Un’altra carta vincente per instaurare relazioni sempre più durature con i clienti, aumentare il loro livello di soddisfazione e fidelizzarli è il CRM. A tal proposito ti consiglio di scaricare gratis l’ebook presente alla fine dell’articolo che ti spiega come può essere d’aiuto un CRM per la tua azienda. Image by wayhomestudio on Freepik
Oggi si parla sempre più spesso di NFT, un concetto che sfugge ancora a molti ma che ha avuto una straordinaria crescita in tutti i tipi di mercati digitali. Ne è una dimostrazione il fatto che moltissimi brand di primo piano, da Adidas a Gucci fino a Coca Cola, hanno sperimentato la strategia del marketing NFT che si è diffusa a macchia d’olio nei settori della moda, del food & beverage, dell’hi-tech, del gaming ecc. Anche se ogni brand persegue la sua personale strategia NFT, l’obiettivo per tutte le aziende è sempre lo stesso: migliorare la brand awareness e naturalmente incrementare i profitti. Gli NFT sono nati nel 2018 con CryptoKitty, ma hanno visto la loro fama e la loro reputazione crescere vertiginosamente nel giro di pochi anni e secondo le previsioni continueranno ad essere di tendenza anche in futuro. Quali sono le motivazioni che hanno consentito agli NFT di diffondersi così rapidamente? Ne possiamo individuare principalmente 3: Blockchain, che rappresenta la tecnologia di base e che assicura la massima sicurezza; Adesione immediata agli NFT da parte dei principali marchi del mondo nei più disparati settori; La community creata dagli NFT, che soddisfa la necessità delle persone di far parte di una comunità e condividere con essa modi di essere e di pensare e anche beni fisici e digitali. Conosciamo meglio gli NFT: cosa sono, come funzionano e come sfruttarli al meglio. Cosa sono gli NFT? Quando parliamo di NFT facciamo riferimento ai cosiddetti “Non-Fungible Token”, vale a dire un bene non fungibile e che non può quindi essere né replicato né tanto meno sostituito. Si tratta di un pezzo unico nel suo genere e proprio l’unicità è considerata la sua caratteristica principale. Esempio classico è un oggetto come può essere un tubetto di dentifricio, il cui valore è esattamente identico ad un altro dentifricio. Se chiedessimo inoltre a due persone di scambiare i propri tubetti, probabilmente accetterebbero perché non noterebbero alcuna differenza. Lo stesso discorso, con ragionamento inverso, può essere fatto per un NFT che, come specificato, è un pezzo assolutamente unico e non può essere mai sostituito. L’unicità viene garantita dalla tecnologia blockchain, che gli conferisce tracciabilità e autenticità. Gli NFT sono sostanzialmente contenuti digitali che, grazie alla tecnologia blockchain, sono costantemente tracciati in modo da poter sempre risalire alla loro identità e verificare così la loro autenticità. NFT e marketing: le strategie a disposizione Le opportunità con gli NFT sono tantissime per le aziende che possono adottare strategie differenti a seconda degli obiettivi che vogliono perseguire. C’è la possibilità di creare personalmente gli NFT per poi lanciarli sul mercato con l’obiettivo di rafforzare la propria brand identity, ingaggiare influencer o sfruttare l’email marketing. Analizziamo di seguito le strategie più efficaci soprattutto nell’ambito dell’inbound marketing, capace di creare interesse e valore attorno ad un brand e fare in modo che siano i clienti ad avvicinarsi spontaneamente ad un marchio e non viceversa. Realizzare autonomamente un NFT Chi acquista o possiede un NFT non ne diventa automaticamente il proprietario, dal momento che l’opera è stata comunque creata da terzi. Tuttavia è possibile creare in totale autonomia il proprio NFT, come hanno fatto importanti brand, per poi rivenderli sui marketplace appositi a prezzi anche molto interessanti. Oggi esistono tante piattaforme sicure dove creare i propri NFT, da OpenSea a SuperRare, da Binance NFT a Rarible ecc. La creazione con queste piattaforme, può risultare un’ottima strategia per generare dei profitti, ma anche per veder accrescere la propria brand awareness. Le strategie degli NFT influencer marketing Gli influencer ricoprono un ruolo predominante nell’economia delle strategie aziendali, considerando il grande ascendente che hanno sui consumatori. Potrebbe quindi essere un’ottima idea ingaggiare influencer specializzati negli NFT che sappiano guidare adeguatamente gli utenti in questo mercato nuovo e ancora in fase embrionale. Sempre nell’ottica dell’inbound marketing un bravo influencer sa catalizzare l’attenzione del tuo target di pubblico. Un esempio perfetto è l’NFT targato NBA che ha creato Top Shot, una piattaforma realizzata e gestita da importanti influencer dove è possibile acquistare i momenti topici e più spettacolari del campionato di basket statunitense sotto forma di GIF. Collaborare con influencer per la creazione di nuovi NFT, potrebbe essere una strategia vincente per la tua impresa. NFT social media marketing I social naturalmente rappresentano canali privilegiati da sfruttare per lanciare le proprie campagne basate sugli NFT, tramite le quali comprendere e intercettare desideri e aspettative del pubblico, soprattutto quello che rientra nel proprio target. Alla base dell’NFT marketing c’è la formazione di una community, dove gli utenti possano rispecchiarsi, riconoscersi e creare legami con lo stesso brand. Il possesso di un NFT testimonia l’appartenenza di un utente a quella community e il desiderio di acquistare beni digitali particolarmente rari e preziosi sta diventando un fattore sempre più importante per chi è fidelizzato al brand. NFT e Shopify: un binomio utile alla tua strategia di marketing Uno dei modi per attirare nuovi clienti è certamente quello di personalizzare il prodotto e dare un'esperienza di acquisto unica al cliente. In questo senso con Shopify c'è la possibilità di vendere direttamente sul proprio ecommerce prodotti personalizzati con NFT e NFT stessi. Inoltre una delle novità presentate da poco dalla piattaforma ecommerce, è quella di dare la possibilità ai propri utenti di sviluppare il proprio ecommerce prevedendo un accesso esclusivo, a sezioni apposite del sito Shopify, ai possessori di determinati NFT. Ciò è stato definito da Shopify tokengated commerce. In questa tipologia di ecommerce, è importante sottolineare la possibilità da parte dei merchant di stringere partnership con i creatori di NFT in modo da offrire contenuti in esclusiva, aumentando così il valore percepito dal cliente, vendite e ricavi derivanti dei prodotti. Co-branding e co-marketing, ricordiamo, sono strategie che molto spesso utilizzano le imprese per aumentare il proprio bacino di utenza, cercando logiche che possano avvantaggiare tutte e due le parti nell'acquisizione di nuovi clienti o nuovi lead. Questa sarà la base di partenza su cui costruire la propria strategia di marketing. Per fare ciò può risultare molto utile Hubspot CRM, che consente una facile integrazione con Shopify. Tutto questo permette di avere una conoscenza completa del cliente finale migliorando così i risultati delle tue campagne di marketing. I vantaggi di usare gli NFT nel digital marketing Gli NFT ti consentono di essere competitivi nel mercato digitale, ma dovrai essere bravo a sfruttarli nel modo più opportuno ed efficace. Puoi usarli ad esempio per migliorare la brand experience, rendendola unica per differenziarti dagli altri competitor agli occhi dei tuoi potenziali clienti. Poiché sempre più brand stanno volgendo lo sguardo agli NFT, è importante ingaggiare artisti e content creator di alto livello professionale per conferire unicità all’esperienza e raggiungere il tanto desiderato effetto wow. Queste figure hanno il compito di promuovere il tuo brand nei marketplace offrendo un’esperienza unica che sappia coinvolgere attivamente il tuo pubblico, con il quale comunicare in modo interattivo e originale. Gli utenti moderni preferiscono avere una comunicazione diretta con il brand, con il quale desiderano creare un rapporto sempre più intimo. Proprio per questo motivo devi essere bravo a creare una community coesa e compatta che rispecchi le aspettative e i desideri degli utenti. In questo modo puoi creare una base di clienti fidelizzati, che rappresentano lo zoccolo duro del tuo pubblico sul quale costruire e rafforzare il tuo brand. Soffermandoci su questo concetto è importante capire che gli utenti preferiscono i brand che mostrano il loro volto umano e perciò fornire un’esperienza coinvolgente alla tua community online significa generare in automatico interesse attorno al tuo brand. In questo modo diventa molto più semplice incrementare le conversioni e di conseguenza le vendite. Risulta quindi essenziale iscriversi ai marketplace NFT già avviati, così da accedere a nuove fasce di pubblico interessate a questo particolare tipo di mercato. Collezionisti d’arte, creators digitali, giovani e imprenditori sono solo alcune delle figure che fanno parte della community NFT che cresce sempre di più giorno dopo giorno. Gli utenti interagiscono con i tuoi NFT brandizzati e, contemporaneamente, puoi ampliare il tuo raggio d’azione e raggiungere un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo. CryptoKitties e il futuro del marketing con gli NFT Infine per far capire meglio le potenzialità a livello marketing degli NFT analizziamo Cryptokitties, uno dei primi giochi in assoluto basato sulla tecnologia blockchain lanciato nel 2018. Il funzionamento per certi versi è molto simile a quello del vecchio Tamagotchi: i giocatori possono comprare gatti digitali per realizzare la loro colonia felina e poi rivenderli. Fin qui sembra un gioco come tanti, ma la differenza risiede nel fatto che il mercato dei cripto-gattini viene gestito tramite Ethereum e un portafoglio digitale da usare direttamente nel marketplace. Ogni CryptoKitty è unico nel suo genere e quelli più rari possono essere venduti a cifre astronomiche. Un raro esemplare di cripto-gattino è stato venduto ad oltre 100.000 dollari e il mercato ha fruttato qualcosa come oltre 3 milioni di dollari. Il gioco in questione dimostra come in un futuro, strategie di marketing basate sugli NFT possano spaziare in più settori, come quello del gaming. Pensate solamente di inserire il vostro brand all'interno di questa tipologia di gioco e ai risultati che questa strategia può portare nell'ambito del marketing esperienziale. Conclusioni Se è vero che il mercato degli NFT è in uno stato embrionale, è anche vero che la sua crescita in pochi anni è stata esponenziale. Sarebbe un errore quindi non sfruttare al volo quest’opportunità, destinata ad essere uno dei nuovi trend dei prossimi anni, perché dopo sarebbe complicato e dispendioso recuperare il terreno perduto. Durante questo articolo abbiamo parlato anche di Hubspot: per questo ti consigliamo il contenuto scaricabile gratuitamente a fondo pagina che ti spiega in dettaglio cosa sia Hubspot e come ti può aiutare a pianificare e attuare strategie di inbound marketing. Image by starline on Freepik
Uno dei passatempi preferiti degli utenti è scorrere i video Instagram, i cosiddetti Reels, per svagarsi per qualche minuto e magari farsi due risate. I Reels furono lanciati nell’agosto del 2020 e cavalcarono l’onda del successo straordinario raggiunto dai video TikTok. Alla luce della popolarità dei Reels di Instagram, anche le aziende piccole, medie o grandi hanno iniziato a rivolgere le loro attenzioni verso un contenuto nato fondamentalmente per scopi goliardici e per essere condiviso tra amici o tra i propri follower. I video di Instagram piacciono così tanto al pubblico poiché sono spontanei e creativi, al di fuori delle logiche strettamente promozionali che rischiano di essere fredde e poco coinvolgenti. Un aspetto tutt’altro da sottovalutare soprattutto in considerazione del boom dell’inbound marketing, cioè una tipologia di marketing che mira ad attirare i clienti tramite esperienze e contenuti di valore costruiti, realizzati su misura per loro. Tutto questo senza essere invasivi tramite strategie push. Se stai pensando ad un modo per modernizzare la tua azienda secondo gli attuali canoni del marketing, questa guida ai video su Instagram sicuramente saprà fornirti indicazioni e spunti molto interessanti. Cosa sono gli Instagram Reels? I Reels sono brevi video che possono essere combinati con una musica e poi condivisi nelle Stories, nel feed Esplora e nella scheda Reels del profilo utente. La durata dei video Instagram inizialmente era di 15 secondi, poi è stata estesa fino a 90 secondi. Ciò che conta però non è tanto la durata, quanto il contenuto che deve essere fresco, immediato e d’impatto, caratteristiche molto apprezzate dagli utenti moderni. Una volta creato il video puoi personalizzarlo con filtri ed effetti creativi, anche in realtà aumentata, per renderli ancora più originali e accattivanti da un punto di vista visivo. Puoi aggiungere la musica presente nella libreria o da un contenuto originale, con la possibilità di accelerare o rallentare il video per enfatizzare alcuni aspetti di un prodotto, un servizio o semplicemente di un brand. Il social predilige il caricamento di contenuti che si visualizzano a schermo interno, quindi il formato dei video Instagram ideale dovrebbe avere una dimensione di 1080 px per 1920 px con un rapporto di 9:16. Le proporzioni vengono applicate ai video verticali, mentre i video orizzontali possono essere caricati con le medesime dimensioni. Come caricare un video su Instagram Prima di addentrarci nei vantaggi che offrono i video Instagram alle aziende e conoscere le strategie da mettere in atto, analizziamo come caricarli sul social. Per prima cosa devi accedere al formato di Instagram Reels presente nella sezione Stories, toccando l’angolo in alto a sinistra della home page. Per accedere ti basta quindi aprire la telecamera Instagram Stories e trovare l’icona Reels. Per creare il tuo video devi effettuare i seguenti passaggi: Accedi alla sezione Stories dell’applicazione Instagram; Clicca su Reels. Una volta eseguite queste operazioni puoi selezionare le diverse funzioni: Aggiungere audio. Puoi cercare una canzone già presente nella tua libreria Instagram oppure, se preferisci, registrare un Reel con un brano originale a tua scelta. Se il tuo account è pubblico, gli altri utenti possono utilizzare quel brano musicale nel loro Reel; Effetti di Realtà Aumentata. Vuoi dare un tocco estroverso e ancora più accattivante al tuo video? Allora puoi scegliere uno dei tanti effetti presenti nella galleria, che possono essere realizzati da Instagram o dalla community di creatori; Allineamento. A volte un solo Reel non è sufficiente e magari ne devi creare di più per dare continuità al messaggio che intendi inviare. Basta pensare alle fashion blogger che desiderano presentare in serie diversi outfit senza perdere il filo del discorso. In questi casi puoi fare affidamento alla funzionalità Allineamento, che consente di allineare gli oggetti nelle clip precedenti prima di registrare quelle successive. Il passaggio da un video all’altro è molto più fluido e puoi dare continuità alla comunicazione; Velocità. Puoi rallentare o velocizzare i video a seconda degli aspetti che vuoi sottolineare. Per dare un maggior senso di spettacolarità puoi registrare i video in Slow Motion, oppure creare video a ritmo di musica per rendere il contenuto particolarmente dinamico e coinvolgente. Prima di caricare un video dai un’occhiata ai competitor, sia per prendere ispirazione sia per provare a differenziarti. Valuta anche quale canzone utilizzano gli altri brand e quali sono i trend del momento, così da cavalcarne l’onda. Infine puoi anche usare gli strumenti di disegno e di testo forniti da Instagram oppure aggiungere uno Sticker per un ulteriore tocco personale. I benefici dei video Instagram per la crescita dell’azienda Differenziarsi in un mercato sempre più competitivo non è facile ma i Reels rappresentano una soluzione molto efficace per emergere dalla massa ed è uno dei mezzi chiave per strategie di video marketing. Perché? Semplicemente perché i video Instagram sono goliardici e simpatici, quindi consentono di mostrare il volto umano dell’azienda che non vuole necessariamente vendere ma farsi conoscere e intrattenere gli utenti in modo divertente. Gli IG Reels sono strumenti molto utili per conoscere a fondo la tua community e capire eventualmente se e come modificare la tua strategia. Le visualizzazioni dei video Instagram, i commenti e i like sono tutte metriche fondamentali che ti forniscono utili indicazioni sulle loro prestazioni e sulla bontà delle strategie adottate. Considera che se pubblichi differenti tipologie di contenuti nella sezione Esplora aumenta la visibilità della tua pagina, soprattutto se l’algoritmo IG contrassegna il contenuto nella sezione “In primo piano”. L’aumento di visibilità si traduce in una notevole beneficio a livello di brand awareness e inoltre fa crescere la community di followers. I reel sono altresì utili per le aziende anche per fare lead generation. Essendo che un reel in evidenza è visibile ad una larga fetta di pubblico, se studiato bene e senza farlo diventare una mera pubblicità, può essere usato per rimandare l'utente su un sito o su una landing page tramite un link ad esempio nella bio. Sarà poi importante dotarsi di strumenti, come possono essere i CRM, che consentano di fare una lead generation perfetta, susseguita da strategie di nurturing. Come funziona l’algoritmo di Instagram Reels Per sfruttare al meglio i video Instagram devi conoscere il funzionamento dell’algoritmo, che opera esattamente come quello di Tik Tok. Possiamo definirlo un algoritmo “intelligente”, poiché mostra agli utenti i video di persone già seguite e con le quali interagiscono, ma anche in base alla geolocalizzazione. Tuttavia scorrendo gli utenti possono imbattersi anche in Reels di tendenza o che risultano particolarmente popolari in quel momento. Alcuni Reels possono essere contrassegnati da un’etichetta “Featured”, cioè In Primo piano, sopra la didascalia. Se il tuo Reel ottiene l’etichetta Featured riceverai una notifica che sarà poi inserita nel feed Esplora in evidenza. Questa funzione aiuta gli utenti a scoprire i contenuti originali e il tuo obiettivo è proprio ricevere l’etichetta Featured per aumentare la visibilità dei tuoi contenuti. L’algoritmo dà, l’algoritmo toglie: quali sono i contenuti premiati e quelli penalizzati? L’algoritmo è sicuramente influenzato dalle persone seguite dai followers e dai luoghi da dove interagiscono, ma svolge un ruolo ancora più importante in quanto decide chi premiare e chi invece penalizzare per garantire un’esperienza quanto più immersiva e coinvolgente possibile agli utenti. Innanzitutto vengono premiati quei video capaci di catturare l’attenzione di una fetta molto ampia di pubblico, di coinvolgere e di intrattenere. Puoi creare Reels che fanno ridere, che fanno piangere o che fanno riflettere, l’importante è che arrivino dritto al cuore degli utenti. L’algoritmo premia i video innovativi, che creano tendenze nuove e che in generale attirano molti utenti. Un maggiore engagement degli utenti significa maggiore visibilità del brand, una community che cresce e più tempo passato dall’utente sul social. Usa con saggezza i filtri, gli effetti, le musiche, gli audio e in generale tutti quegli strumenti che donano brio, vivacità e originalità ai tuoi contenuti. Il formato video verticale è in assoluto quello più consigliato poiché è facilmente fruibile sugli smartphone, che rappresentano i dispositivi più utilizzati dal popolo del web. Infine l’algoritmo crea una corsia preferenziale per quei video che hanno hashtag e descrizioni coerenti e che quindi offrono un’esperienza di navigazione ottimizzata e personalizzata per i vari utenti. L’algoritmo dà ma l’algoritmo toglie anche, soprattutto se non segui le linee guida per creare un Reel perfetto. I video devono essere nitidi e perfettamente fruibili, quindi vengono penalizzati contenuti con bordi e sfocature derivanti da una risoluzione troppo bassa. Considera che Instagram nasce fondamentalmente come social di foto, per poi evolversi in social anche di video. Non utilizzare quindi troppo testo che rischia di compromettere la visibilità dell’immagine. Alcuni brand, per risparmiare tempo e lavoro, riciclano contenuti da altre app. Una mossa sbagliata poiché viene meno il concetto di originalità, che è invece alla base dei Reels. A tal proposito rispetta le linee guida della community IG se non vuoi vedere penalizzati i tuoi contenuti e quindi la tua pagina. Conclusioni Riassumendo i capisaldi che devi tenere a mente per creare Reels di successo per la tua azienda sono 4: Creatività; Engagement; Originalità; Immediatezza. Se assolvi a questi 4 imperativi mostrerai il volto umano del brand e riuscirai a scardinare più facilmente le resistenze degli utenti che si rispecchiano nella tua azienda. Condividere i momenti ludici e goliardici con video autentici che raccontano cosa succede dietro le quinte del tuo brand è un ottimo modo per avvicinarsi agli utenti e costruire un rapporto di fiducia. Durante questo articolo abbiamo accennato del CRM come strumento che permette alle aziende di immagazzinare dati dei clienti. Menzione in questo campo va fatta per HubSpot CRM, per saperne di più ti basta scaricare il contenuto gratuito presente a fondo pagina che ti spiega quali sono le funzioni a tua disposizione nella versione gratuita del software. Image by senivpetro on Freepik
Pensi che il tempo è relativo? Vallo a dire ad un atleta che per un decimo di secondo ha perso la medaglia d’oro, oppure ad un papà che dopo un mese di lavoro fuori deve aspettare altre 2 ore prima di vedere i suoi figli per un ritardo dell’aereo. Questa premessa serve per introdurre il concetto di micro momento, cioè istanti nel corso della giornata tutt’altro che relativi in cui un utente manifesta un desiderio, un bisogno o uno sfizio che può essere soddisfatto con una consultazione online. Secondo le nuove direttive di Google le aziende devono saper intercettare i micro momenti dei loro potenziali clienti per accrescere il loro business. In pratica i micro momenti, a seconda della loro gestione e analisi, possono determinare il successo o l’insuccesso di un’azienda. I micro momenti Google, che sono tutt’altro relativi, prevedono che i marketer debbano intercettare e presidiare tutti i potenziali punti di contatto durante il processo decisionale dell’utente, il cosiddetto buyer’s journey, in ogni istante della giornata. Un altro aspetto da sottolineare è che i momenti web trovano il loro massimo “sfogo” sugli smartphone, in assoluto tra i device preferiti dalla cosiddetta Generazione C, fascia di pubblico perennemente connessa, sempre pronta all’acquisto e al contatto con un nuovo brand. Perché i web moment sono così importanti nell’ambito del marketing? Oggi viviamo in un mercato sempre più saturo e competitivo, dove è davvero complicato emergere. Ecco quindi che la cura dei dettagli fa la differenza, come ad esempio la corretta gestione dei micro momenti che cambiano completamente le carte in gioco. Fino a poco tempo fa gli utenti, per soddisfare un bisogno o una necessità, puntavano ad occhi chiusi su brand rinomati e conosciuti. Sicuramente oggi la tendenza è quella di fidarsi di marchi già affermati, ma sono sempre di più gli utenti che danno delle chance ad aziende meno rinomate che però hanno ottime recensioni e che si presentano con grande professionalità agli occhi dei consumatori. Proprio quei momenti devono essere “cavalcati” per raggiungere subito gli utenti che, essendo molto volubili a causa delle molteplici offerte disponibili in un mercato così ampio e voluminoso, devono essere immediatamente intercettati e conquistati quando hanno bisogno di qualcosa. Il marketing del micro momento assume quindi un ruolo fondamentale, poiché rappresenta un cambio di prospettiva che impone ai marketer di adottare strategie diversificate di volta in volta a seconda delle necessità e delle richieste del pubblico. Nell’analisi di micro moments è opportuno sapere che gli intervalli dell’attenzione delle persone sono brevi, quindi non solo devi arrivare al target di pubblico giusto ma farlo anche nel momento più opportuno e con un messaggio mirato e di facile comprensione. Questo è il punto principale dell’inbound marketing, cioè un approccio al marketing che mira ad attrarre i clienti fornendo loro del valore, senza adottare strategie push. I contenuti proposti ai potenziali clienti devono per l’appunto generare valore per gli utenti, fornendo loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno per indirizzare le loro scelte. I 4 micro momenti indicati da Google Per spiegare meglio questo concetto Google ha creato un video denominato “Micro Moments”, dove viene sottolineata l’importanza degli attimi che possono riguardare episodi nella vita quotidiana oppure eventi speciali come la nascita di un figlio o il goal della propria squadra del cuore in una finale. Prendendo come esempio proprio un micro momento indicato nel video, cosa farà una ragazza se l’asciugacapelli si rompe proprio mentre sta asciugando la sua fluente chioma? Sicuramente si metterà alla ricerca immediata di un asciugacapelli e non rimanderà l’acquisto di un giorno, una settimana o un mese proprio perché ne ha urgentemente bisogno. Ecco, se tu vendi prodotti per la beauty routine come appunto un asciugacapelli devi essere bravo a farti trovare da quella ragazza e offrire esattamente quello che sta cercando. Per chiarire il concetto Google ha individuato 4 tipi di micro momenti: Voglio sapere; Voglio andare; Voglio acquistare; Voglio fare. Voglio sapere L’utente è in una fase esplorativa: non necessariamente vuole acquistare, ma desidera comunque raccogliere ulteriori informazioni su un prodotto o un servizio che potenzialmente potrebbe interessargli. Quando può manifestarsi questo micro momento? In qualsiasi attimo della giornata: la mattina, il pomeriggio o la sera. Basta vedere uno spot pubblicitario o chiacchierare con un amico per innescare in lui il desiderio di approfondire la conoscenza su un argomento e quindi, teoricamente, su un prodotto o un servizio. Quella che nasce come una semplice curiosità potrebbe trasformarsi da lì a poco in un acquisto. In questo senso può essere utile avere un blog su un sito creato con Hubspot CMS, in modo da coniugare contenuto da offrire all'utente e un livello elevato di user experience. Voglio andare Questo micro momento rientra nella cosiddetta ricerca di prossimità e indica un’intenzione più marcata di acquisto dell’utente che magari vuole recarsi in un negozio o magari in un locale per mangiare. Se riesci a intercettare l’utente in questo momento, che è particolarmente predisposto all’acquisto, aumenterai le tue possibilità di essere preso in considerazione. Funzione utile in questo caso è quella di Shopify, con cui hai la possibilità di integrare i tuoi prodotti con l'inventario locale di Google. Questa funzionalità rende visualizzabili, una volta che l'utente ricerca un prodotto o un brand nelle vicinanze, i tuoi prodotti tra i risultati di Google. Importante è da sottolineare anche che un prodotto disponibile nel negozio fisico viene evidenziato incentivando la visita dell'utente nello store. Voglio acquistare Se il “voglio andare” è un desiderio già piuttosto evidente di comprare, il “voglio acquistare” rappresenta una certezza di comprare. In questi casi devi solo assecondare la voglia di acquistare dell’utente facendo la proposta migliore e utilizzando la comunicazione più adeguata. Voglio fare Gli utenti non sempre fanno ricerche per acquistare, ma anche per cercare informazioni utili a risolvere i loro problemi o per imparare come fare, i cosiddetti “how to moments”. Non sai in che fase del funnel si trova il tuo potenziale utente né se ha bisogno di acquistare, ma è comunque importante farti trovare per fornire utili informazioni e dare risposte alle sue domande. L’utente potrebbe trovare interessante il tuo tutorial e iniziare a seguirti, fino ad acquistare sul tuo negozio e diventare un cliente fidelizzato. Le 5 W di Google Puoi commercializzare i micro momenti concentrandoti su quelle che nel giornalismo sono conosciute come le 5 W: Who: capire chi è il tuo target di pubblico; What: le persone cercano le stesse cose, ma magari lo fanno in modo diverso; Where: dove cercano le persone e in quale aree vanno in un sito web durante le loro ricerche; When: quando le persone fanno le loro ricerche, domanda che può comprendere il mese, il giorno della settimana o l’ora del giorno; Why: un utente potrebbe chiedersi perché dovrebbe spendere presso un e-shop o un locale piuttosto che in un altro. Andando più nello specifico delle 5 W, il “chi” può aiutare a reperire i dati demografici del proprio target di pubblico, le loro esigenze e le abitudini d’acquisto; il “cosa” aiuta a capire per l’appunto cos’è che stanno cercando in quel determinato frangente; il “dove” individua il momento in cui si vuole andare da qualche parte specifica; il “quando” indica il momento preciso di un micro momento, che può essere un periodo dell’anno, un momento specifico della giornata, un giorno della settimana ecc. Dalla valutazione di queste 4 W diventa più facile capire il “perché” e quindi creare una campagna capace di indirizzare per mano il potenziale cliente verso il proprio brand, rispondendo a dubbi e domande e fornendo tutte le informazioni necessarie per risolvere un problema. Le strategie per sfruttare i micro momenti Ora sai tutto dei micro momenti, ma come impostare la tua strategia per conquistare i potenziali clienti? Naturalmente devi valutare il tuo target di pubblico e il mercato in cui operi, ma ci sono delle tecniche universalmente valide per tutte le tipologie di business. Tanto per iniziare dovresti capire quali sono i micro momenti che vuoi intercettare. Sarebbe preferibile intercettarli tutti, ma chiaramente non è possibile, quindi devi individuare quelli che contano per te e per la tua azienda e che davvero possono fare la differenza per il tuo business. Se ad esempio hai un ristorante, dovresti concentrarti sul “voglio andare”; se invece hai un’azienda e vendi prodotti i momenti sui quali concentrarti sono il “voglio sapere” e il “voglio fare”. Esserci per gli utenti è importante, ma lo è ancora di più esserci in modo intelligente e consapevole. Più nello specifico devi capire come rispondere efficacemente alle domande che gli utenti si pongono. Le tue risposte devono essere per prima cosa pertinenti, ma non basta. Anche i tuoi competitor infatti proveranno a rispondere in modo pertinente alle domande di quel target di pubblico. Cosa fare allora? Per creare contenuti vincenti affidati alla creatività e all’empatia, creando un rapporto diretto con gli utenti e offrendo soluzioni differenti capaci di esaudire ogni desiderio tramite una user experience piacevole. Infine ricordati di tracciare e monitorare il percorso degli utenti e misurare i risultati ottenuti con le varie strategie di micro moments secondo gli obiettivi che ti sei prefissato. Così facendo puoi trarre utili spunti non solo sull’efficacia delle strategie adottate, ma anche sull’evoluzione dei bisogni dei tuoi momenti. In questo senso è molto utile Hubspot CRM, che ti permette di monitorare i risultati delle tue campagne e di pianificare le fasi successive della tua strategia di marketing. Considerazioni finali Lo slogan ideale delle strategie di micro moments è “carpe diem”, detto latino che significa “cogli l’attimo” e che ancora oggi è più attuale che mai. Tale strategia va inserita nell’ottica dell’inbound marketing che attrae i clienti con contenuti di valore e, se vuoi saperne di più, ti consiglio di scaricare l’ebook gratuito a fondo pagina per padroneggiare alla perfezione questa particolare tecnica. Image by mdjaff on Freepik