"Il futuro è passato! Lettera di un maestro pentito" di Andrea Alfieri

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"Nuovo è meglio": in una società che mira continuamente all'innovazione e all'aggiornamento, questo tipo di modello è stato adottato come definitivo e inconfutabile, e spesso il "vecchio" viene scartato, in quanto considerato sorpassato e obsoleto. 

Anche se la maggior parte delle volte il "nuovo" è effettivamente un passo in avanti, bisogna essere pronti a metterlo in discussione, e riconoscere quando si sta andando fuori strada prima che sia troppo tardi.

Questo discorso assume un valore ancora maggiore quando si ha a che fare con la sfera sociale umana, in particolar modo quando si parla dello sviluppo del settore aziendale, realtà delicata che in Italia sta vacillando non poco: tutto parte - tanto per cambiare - dall'educazione impartita ai giovani, prima a livello scolastico e poi a livello pre-lavorativo e lavorativo.

Andrea Alfieri

Andrea Alfieri - Chief Digital Officer, consulente, autore e formatore - è partito da questo ragionamento per sviluppare una brillante analisi sulla fragilità del sistema di educazione e di assunzione contemporaneo, che si focalizza sul raggiungimento di un riconoscimento finale piuttosto che sul percorso di formazione: l'errore ha un'accezione puramente negativa, poiché è considerato semplicemente come un fallimento.

L'apprendista, ovvero un importante tassello dietro allo sviluppo futuro dell'azienda, non è accolto per via delle sue potenzialità e premiato in base al suo talento, ma viene spremuto ancor prima di approdare al suo seggio lavorativo, e ogni sua iniziativa tende ad essere soffocata in un bozzolo statico, congelando la sua spinta verso una crescita verticale.

Tramite un efficace paragone con la mentalità medievale che regolava le diverse gilde rinascimentali e, di conseguenza, il processo di apprendimento del mestiere da parte dei garzoni nelle botteghe dei maestri, Alfieri propone un metodo di insegnamento che premia la proattività e l'autonomia, e considera l'errore un elemento di miglioramento personale. I nuovi assunti non dovrebbero essere degli automi programmati per svolgere un compito, ma delle menti agili incentivate all'auto-formazione e all'apprendimento - in grado di pensare e proporre la loro versione dei fatti, affiancando il datore di lavoro e contribuendo allo sviluppo aziendale. 

Con il provocante e ambivalente titolo di "Il futuro è passato!", Alfieri si lancia in un dirompente discorso che mira sia a scuotere dal loro torpore i manager d'azienda responsabili dell'assunzione e della formazione dei nuovi talenti, che a riprendere l'antica usanza di mettere a contatto da subito gli apprendisti con il mondo del lavoro, dando alla pratica un valore pari - se non superiore -  a quello della teoria: l'intento è quello di spezzare gli statici paradigmi di formazione attuali e di crearne altri di nuovi, più freschi e dinamici, che sappiano valorizzare il talento e la qualità del lavoro. 

Di seguito l'intervento originale di Andrea Alfieri. Buona lettura!

 

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Il futuro è passato! Lettera di un maestro pentito

Rassegnatevi, quando leggete la lettera di un maestro pentito capite che Social Media, SEO, Lead Generation, Funnel e compagnia cantante devono far spazio al bisogno di raccontare qualcosa. Parliamo, vi va? Leggere questa lettera vi porterà via 5 minuti e mezzo della vostra vita, che mai nessuno vi restituirà, ma per me oggi è importante.

C’è un momento in cui capisci che ciò che stai facendo non va più bene. Parli con la gente, sia con ragazzi giovani che con manager d’azienda, ti confronti, senti le storie delle persone che ti sei ripromesso di aiutare e capisci che, anche se gli altri sembrano apprezzare ciò che hai fatto, oggi quello non va più bene e serve provare a cambiare.

Anni fa mi ero ripromesso di "fare business partendo dalle persone!". Ci credevo. Questo era il motto con cui lanciammo il progetto di SQcuola di Blog nel 2010; #facendolo era l’hashtag che ha accompagnato un nuovo modello formativo che si fondava su due valori portanti come gratuità e meritoLa formazione non doveva esser fine a sé stessa, ma le aziende erano coinvolte da subito, pagando loro per formare talenti attraverso borse di studio e ricevendo in cambio progetti (project work) su cui valutare e scegliere i migliori talenti.

Sono questi i valori fondanti che non abbiamo mai abbandonato. Sono orgoglioso di questo pezzo di strada, siamo stati pionieri del modello MOOC (Massive Open Online Courses), siamo stati precursori nel vedere una nuova professionalità emergere e inserirsi in azienda. In questo senso per moltissimi di voi, dei nostri studenti, questa scuola ha portato fortuna nel lavoro e nella vita; solo per questo potremmo tutti sentirci soddisfatti e orgogliosi. Ma allora perché io non lo sono?

Il futuro è passato

Il futuro è passato! Perché il mondo la fuori è cambiato, e tutto questo non basta più, non è abbastanza, bisogna aspirare a fare meglio, spingersi oltre.

Ci sono cose che funzionano bene del modello SQcuola di Blog, intanto ha un innato senso di umanità. Come nella favola della Zuppa di Sasso, in otto anni abbiamo incrociato migliaia di persone, abbiamo vissuto esperienze incredibili e stretto tante mani. Nulla è sembrato virtuale, vite vere, fatica e lavoro duro, persone che si affidavano per poi capire che toccava poi a loro prendersi carico di altri. Sogni e speranze, persone che cercavi disperatamente di non deludere. Qualsiasi progetto ha bisogno di un’anima di fondo: SQcuola di Blog non delude mai su questo.

Poi il modello di un’offerta formativa Blended, dove online e offline quasi non si distinguevano, offrendo opzioni e alternative a chi aveva esigenze pressanti di lavoro e necessitava di ottimizzare e organizzare il suo tempo al minuto. E-learning, webinar, esercitazioni, eventi in presenza insieme andavano a creare un ecosistema di esperienze diversificate, in cui ognuno trovava il proprio spazio ed un senso di appartenenza.

Ci sono altri paradigmi che vanno spezzati ed è lì che voglio andare. Intanto pensare di potersi formare con un modello scolastico tradizionale penso sia una perdita di tempo. Troppa teoria, ti seppelliscono di inglesismi strafighi che conoscono in tre, poca pratica, troppo isolati dal mondo vero di strutture aziendali che non ragionano come ti viene insegnato. Sulla carta siamo tutti dei fenomeni ad insegnare, ma troppo spesso ciò che impari in aula è un ideale che mal si sposa con le reali esigenze delle imprese che dovrebbero darti lavoro, e che non ti capiscono. Con quello ti ci scontri dopo il diploma, vero? Basta scuole quindi! Voglio creare Botteghe dove sporcarsi le mani, dove impari affiancando quelli bravi (artisti non professori), dove immergersi in problematiche vere e non ideali (progetti veri non manualistica). Qualsiasi modello formativo sostenibile ed efficace dovrebbe avvicinarsi alle Botteghe Rinascimentali dove garzoni, artisti e mecenati erano attivamente coinvolti. Servono tutti e tre!

Il talento si paga

Cominciamo a spezzare qualche altro paradigma partendo da una verità che nessuno sembra voler accettare: il Talento e l’innovazione si paga, non si fa pagare! Nelle Botteghe Rinascimentali i garzoni erano pagati per imparare, avevano davanti un percorso di crescita che li avrebbe portati un giorno ad aprire una propria bottega (se fossero divenuti bravi, altrimenti sarebbero restati garzoni a vita). Il percorso veniva misurato sulla qualità del lavoro che producevano, sulla soddisfazione del mecenate committente in primis, e del maestro in seconda battuta. I modelli formativi offerti la fuori invece “mungono come mucche” chiunque si azzardi a voler crescere. Vuoi fare un corso? Ma lo sai quanto ti costa? Ma sei matto, meglio risparmiare e andare in vacanza. Alla faccia dello stimolo alla crescita personale. La gratuità di SQcuola di Blog era già un passo in avanti, ma l’ambizione è creare un modello in cui “più ti formi, più ti pago”. Voglio coltivare un vivaio di talenti, e per poter vederli crescere devo esser disposto a pagarli oltre che a fornirgli tutto ciò che gli serve per sviluppare il proprio talento.

Quanta gente mi chiede “ma c’è l’attestato di frequenza se partecipo al corso?” Ma veramente siamo ancora tutti preoccupati di un pezzo di carta, di un diploma da incorniciare, di una riga da scrivere nel profilo Linkedin? Voglio un percorso formativo dove non certifichi solo alla fine (diploma) ma certifichi ogni singolo step formativo. Bisogna certificare competenze, usando la Blockchain, certificare i punti di forza (non più tuttologhi, ma ambiti di specializzazione). Voglio e-learning che tracci risultati ma anche laboratori fisici in cui incontrarsi e lavorare insieme, voglio esercitazioni e lavori di gruppo in grado di certificare anche Soft Skills fondamentali come Learnability”, “Team work”, “Problem solving e capacità di collaborazione. Voglio che ogni studente abbia una propria Dashboard dove è tutto certificato, misurato, e quando andranno ad un colloquio di lavoro non dovranno più esser esposti all’ignoranza di chi è abituato a giudicare curriculum Europass auto certificati pieni di fregnacce. Guarda la dashboard, sono dati e non opinioni, valutami adesso!

Non fermiamoci, continuiamo a spingere! Se certifico le competenze di chi si forma sarò nelle condizioni di poterli offrire sul mercato. Oggi paghi per formarti, ti danno il pezzo di carta e devi pure andarti a cercare da solo un lavoro! Uniamo le cose, non sarò più una scuola ma una Bottega e quindi sarò io a offrirli in azienda, ognuno con il suo pedigree certificato! Diamo modo alle aziende di formare “on the Job” i nuovi talenti, immergendoli in sfide e project work su cui misurarli e capirli; trasformiamo project work in colloqui di lavoro. Spingiamo ancora… ma se sono professionisti digitali certificati perché offrirli solo a una azienda (e perderli) quando posso inserirli su varie aziende e su vari progetti (Temporary Management). E intanto che ci siamo, perché pensare di inserirli solo individualmente quando potrei offrire in azienda un team (Team on Rental). Quanto utile sarebbe per le aziende un servizio che cresce talenti, certifica competenze specifiche (non generiche) ed è in grado di assemblarti dei team di progetto specifici per le tue esigenze? E se oltre alle loro competenze gli fornissi certificazioni e rassicurazioni sulle loro Soft Skills e quindi sulla loro capacità di inserirsi nel contesto aziendale? Ecco questa è la strada! Il layer tecnologico per farlo esiste già, smart-contract su Blockchain e passa la paura.

Intanto che ci sono voglio cambiare il paradigma alunno-maestro, uscendo dal concetto odierno di scuola, dove vieni misurato su freddi test ed esami, valutato da zelanti maestri di teoria appollaiati sui propri troni, che mai in vita propria si sono veramente sporcati le mani. Loro per lavoro valutano, mica lavorano. Credo invece che un buon maestro debba esser uno che lavora, come l’artista di Bottega rinascimentale. L’artista di bottega è seduto al fianco del garzone (non dietro ad un pulpito), ma lavora, sporcandosi le mani in bottega, provando cose nuove, testando vari approcci e crescendo. Questo spettacolo avviene sotto gli occhi del garzone, che impara e cresce a sua volta! Ma il garzone deve esser indipendente, autonomo e responsabilizzato a prendere iniziative, anche sbagliando. Non un rincoglionito che aspetta che tu dica ogni momento cosa deve fare. La magia della bottega sta in questo ecosistema con regole chiare, in cui crescere grazie a un confronto professionale (non di dipendenza) che stimola sperimentazione continua. Autonomia sarà una delle regole del gioco, e la Bottega fornisce un percorso chiaro che conduce uno studente/garzone in uno schema progressivo in cui sarà in grado di prendere decisioni e scegliere in quale area ottenere ulteriori specializzazioni (modello di educazione permanente). Gli esami sono aboliti, così come i professori! Lavoreremo solo su progetti, sia individuali che di gruppo. Gli studenti hanno il potere, vivono positivamente collaborazione e competizione, devono sentire che stanno lavorando per qualcuno, su qualcosa di reale, utile e concreto che li porterà a guadagnarsi opportunità.

La scuola è un luogo dove ti insegnano a non sbagliare e ti penalizzano se lo fai; la Bottega è un luogo dove ti insegnano che sbagliare è un passaggio fondamentale dell’apprendimento vero, e che da quegli errori può nascere vera innovazione. Torniamo alle Gilde Rinascimentali: ognuna aveva una verticalità specifica e si occupava (bene) di qualcosa, aveva un rigoroso controllo della qualità, strumenti e metodologie definite e mecenati che ne commissionavano opere. Le opere non le decideva l’artista, ma il mecenate, come a dire che oggi le nuove professionalità le devono decidere le aziende, non i guru di settore.  Torniamo quindi al concetto di Distretti Territoriali, di cui l’Italia è piena, e coinvolgiamo aziende già nella definizione del tipo di professionalità necessarie nello specifico settore. Su quello costruiamo la Bottega ovvero la Gilda. Nel suo articolo “Renaissance Florence Was a Better Model for Innovation than Silicon Valley is” Eric Weiner riassume alcuni degli elementi che hanno permesso la creazione di un ecosistema preso tutt’oggi a modello. È fondamentale lavorare per ricreare queste stesse condizioni riprendendo in considerazione questi fattori: Patrocinio del talento, l’importanza dei Mentors, lavorare sul potenziale, crisi generano opportunità, favorire la concorrenza, cambiare, ricercare e sintetizzare idee in modi nuovi. Questo è ciò che voglio fare!

SQcuola di Blog continua (complimenti ai nuovi arrivati), e porterà valore a molte altre persone; ma io, (insieme ad altri matti da legare che adoro!) mi dedicherò ad una nuova sezione Sperimentale su cui andare a testare e validare il nuovo modello che abbiamo identificato e di cui parlo sopra. Il progetto si chiama Guilds42, un ecosistema di Gilde che stiamo creando in tutta Italia. Digital Tailor sarà la Gilda del Digitale Italiana, un percorso diverso concettualmente e didatticamente, con l'ambizione di cambiare gradualmente molti dei paradigmi consolidati in questi anni quando si parla appunto di "formarsi al Digital".

A questo link troverete un form da compilare: non vi vendiamo nulla, anzi vi regaliamo 65 pagine da leggere! 

Vorremmo provare a coinvolgervi in questo nuovo viaggio per vedere dove poter arrivare insieme. Questo perché

Sei vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare lontano, corri insieme a qualcuno

 

Redazione

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